Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Light Clary    23/04/2015    4 recensioni
♬ Rossana credeva che la sua vita fosse perfetta. Era una semplice ragazzina di diciassette anni con una fama internazionale, fin quando un incontro inatteso non le ha rivelato di essere l'ultima discendente della stirpe degli Angeli Guardiani.
Tocca a lei e a Eric, intrepido ragazzo Demone, ad affrontare mille peripezie tra Vampiri, Streghe e Mostri, per salvare il fantastico mondo di IMPERIA. I due scopriranno presto di appartenere l'uno all'altro, ma potrà la loro unione sconfiggere la forza oscura che vuole impossessarsi dei loro cuori e annientare l'umanità? ♬
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


La macchina volante, cominciò ad atterrare alla stessa velocità di un aereo e planò di fronte l’hotel Melchior.
Rossana scese dall’auto. Fu una strana sensazione toccare terra.
Eric scese dal tettuccio e s’infilò al posto di guida, dove mise in moto facilmente.
-Allora ciao – la salutò dal finestrino.
-Un attimo – lo fermò lei prima che si allontanasse – Volevo sapere … cosa devo fare.
-Cosa devi fare?
-Sì. Voglio dire … dovrò … esercitarmi a combattere … o cose così?
-No, cara. Stasera potrai tornare alla tua vita normale. Non appena Rei si sarà rimesso in forze, verrà a parlarti direttamente.
-Ah okay. Allora … questo è un addio – non poteva nascondere un filo di malinconia nella voce.
Il ragazzo se ne accorse: - Non è un addio – la rassicurò rigidamente – Sicuramente dovrò ancora tornare a salvarti la pelle. Quindi arrivederci. Rossana – detto questo premette l’acceleratore e sparì nei vicoli della città.
Rossana rimase per qualche minuto a guardare il punto in cui era andato. Si sentiva ancora in colpa per quello che era successo. La scomparsa di quelle due persone però, poteva essere una rivelazione. Tutto ciò che era accaduto, magari non era realmente accaduto. Tutto frutto della sua immaginazione. Semplici allucinazioni.
-Ti piacerebbe – disse a sé stessa.
Titubante, salì i gradini dell’albergo e si ritrovò nell’androne. Deserto.
Il grosso orologio posto sopra la reception segnò le nove in punto.
Tutto intorno a lei, si creò un altro incanto.
A rallenty, una persona dopo l’altra, comparve nell’atrio, indaffarata in varie attività e prese a muoversi come se qualcuno avesse premuto il pulsante “Play” al telecomando dopo una lunga pausa.
Rossana si allibì: “Niente ormai è più normale” pensò sedendosi su una poltrona e sospirando.
-Oh! There you are, my dear! – sentì all’improvviso – Sana.
Si riscosse e vide qualcuno correre nella sua direzione. Un uomo dai baffi e i capelli neri, con la camicia mezza trasandata.
-James! – lo riconobbe.
-Sono passato da camera tua, ma non c’eri – le disse il manager col fiatone – For luck, you are here. Dobbiamo andare. Siamo in ritardo per la riunione.
-Oh … la riunione con i responsabili del concerto… giusto!
-Come on! Let’s go! – James la trascinò lungo tutto l’androne, fino ad un corridoio costeggiato da finte candele. Dopo un paio di metri, giunsero davanti un portone aperto e si ritrovarono in una grande sala circolare dal soffitto a botte. Era un’aula con scaffali pieni di libri, un bar e un angolo per il poker.
Seduti su delle poltrone rilegate d’azzurro, c’erano dei tipi bizzarri. Di origini cinesi, visti gli occhi a mandorla. Stavano fumando delle pipe, quando videro due presone precipitarsi a sedere sulle sedie dinanzi a loro.
-Good Evening, Mr Zhu and Mr Yang – salutò James sistemandosi meglio la camicia. Indicò la ragazza – She’s Rossana. My favourite singer.
-La mia cantante preferita – tradusse la ragazza arrossendo. Salutò: - Hello! 
I due uomini non risposero. La studiarono come se fosse un quadro del 900. Lei sussurrò a James: - Ma parlano la mia lingua o solo l’inglese?
-Parlano poco your Language – rispose lui – Tu lascia parlare me. Okay? – lei annuì.
Riuscì in seguito a tradurre poco di ciò di cui si misero a parlare i tre uomini. James ogni tanto le diceva cosa stessero confabulando i due tipi e lei o annuiva, o scuoteva la testa. I soliti discorsi riguardo ai suoi organizzi, al prezzo prestabilito per pagare gli assistenti alle coreografie, ai costumi e al suono del microfono. Una vera seccatura. Se avessero scoperto che fino a poco prima stava combattendo contro le statue di un museo internazionale, non si sarebbero stabiliti molto sull’argomento della carriera.
La mente della ragazza era altrove. Non si era mai distratta da ciò che la riguardava. Stava pensando. Pensava a Rei, pensava ad Eric, pensava al mostro che l’aveva minacciata e a come la sua vita in una sera fosse improvvisamente cambiata.
 
Rei spalancò gli occhi all’improvviso. Gli strabuzzò mentre cercava di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. Sentì qualcosa di fresco sulla guancia. Era bagnato. Mentre si strofinava asciugandosi vide che si trattava di una spuma violacea e profumata. Capì tutto guardandosi intorno. Si trovava su una spiaggia cristallina anche al bagliore lunare. Vicino a lui sedeva un ragazzo.
-Eric – lo riconobbe – Sei tu! Non sei più una statua.
-Considerevolmente! – disse il ragazzo – Tutt’apposto? – gli chiese – Stai meglio?
- Sì sto bene. Ma cosa è successo e …. Oh … Dov’è Rossana? – strepitò guardandosi intorno spaventato.
-Sta bene – lo tranquillizzò Eric – L’ho lasciata al suo hotel e ti ho portato qui per salvarti la pelle.
-Che fine ha fatto il Rakasa?
-Morto.
-Morto? Chi è stato a …
-Senti, non provare neanche a ipotizzare che sia stata quella ragazzina a farlo fuori – Eric si scollò la maglietta che indossava. Aveva il petto e le spalle ricoperte di schiuma – Sono io che mi sono quasi rotto un osso stanotte.
-Lei era ferita?
-No. Sana era abbastanza sana – enfatizzò scherzosamente ma senza sorridere.
-Devo andare da lei – l’uomo si mise in piedi – Non vorrei che si cacciasse nei guai. E poi ho ancora tante cose da spiegarle.
-Davvero? Vorresti elencarle tutto ciò che farà presto parte della sua vita? Non ci vorrebbero nemmeno dieci millenni per descriverle Imperia.
-Lo so. Sarà complicato. Ma è la mia missione. Mi hanno affidato questo incarico e io lo porterò a termine. Domani la farò allenare con i poteri, poi magari la porterò qui in Imperia, la farò conoscere al consiglio e …
-E intanto le forze oscure saranno già alle porte della città pronte a sbranare tutti – Eric batté le mani – Bella idea. Qua ci vuole una strategia rapida.
-Che vuoi dire?
-Che voglio dire? Di non aspettare settantadue giorni per abituarla alla forza che ha dentro. Partite subito alla ricerca delle perle e salvate il mondo.
-Cosa?? No. Non se ne parla neanche. Non sa ancora niente delle perle. La manderei in uno stato di shock anafilattico e rimarrebbe anche paralizzata.
-Sarebbe rimasta in stato di shock quando abbiamo sorvolato New York su una macchina volante. Non è una fifona. Anzi è molto coraggiosa. Le racconti la storia come un maestro fa a ad un marmocchio e iniziate la ricerca.
-Non è così facile … ci vuole tempo.
-Il tempo non c’è! Mettitelo bene in testa! Sarò anche un demone pivello di Serie B ma posso considerarmi 100 volte più intelligente di te e di quei parassiti dei consulenti che ti mandano a cazzeggiare mentre il mondo rischia di svanire!
Rei sembrava infastidito dalle prediche di quel ragazzino impertinente. Ma una parte di lui sapeva che stava ascoltando parole sagge. Ragionevoli. Quella delle perle era una faccenda ancora più delicata di trovare l’Angelo Guardiano Supremo. Non si trattava del solito Viaggio alla ricerca di Oggetti Magici. Una caccia al tesoro sì. Ma rischiosa. Alquanto rischiosa. E Rossana era solo una bambina. Non poteva trascinarla in una simile avventura.
-E’ il suo destino – gli disse Eric come se gli leggesse i pensieri.
Rei sospirò: - Hai ragione – fu costretto ad ammettere – Allora andrò a parlare con i ministri e domani organizzeremo il viaggio.
-Vengo con te – decise il ragazzo.
-Dove? – domandò l’uomo confuso.
-Come dove? Al Dicastero.
-A fare che? Koralyn ti ha sempre preso in antipatia. Non ti vorrà – serrò le labbra tappandosi la bocca. Non doveva farsi uscire quei pettegolezzi poco carini.
Ma Eric non la prese male: - Lo so – dichiarò – Ma ci vengo lo stesso.
-Perché dovresti accompagnarmi?
-Per impedirti di fare cazzate.
-Prego?
-Tu sei il giocattolino di Koralyn. La temi e per questo né lei né gli altri ti lasceranno motivare la tua decisione. Verrò io e ti farò da ventriloquo.
-Ve-ntri … cosa?
-I Ventriloqui. Quelli che muovono le marionette facendo credere che parlino quando invece sono loro.
-Ah. Quindi io sarei una marionetta???
-Vuoi che Rossana salvi il mondo? Devi diventare la mia marionetta.
-Uuuff! E come pensi di riuscirci?? Te l’ho detto. Koralyn, dopo l’ultimo casino che hai combinato con il lampadario di pixie ha detto che se ti ribecca ti fa secco.
-Non ho nemmeno io molta voglia di vedere quella cialtrona sorniona. Per questo diventerò te.
-Co… cosa hai detto? – un vago pensiero passò nella mente dell’uomo – Non mi starai dicendo … che vuoi trasformarti in me … una mutazione???
-No! Lo sai che richiede cinque ore di tempo e non ho tutto questo tempo. Zuccone. Mi farò invisibile, ti verrò affianco e ti suggerirò cosa devi dire.
-Anche l’invisibilità richiede molto tempo.
-Sì. Quella permanente e duratura. Io posso assumerne una di circa mezz’ora.
-Così poco?
-Il tempo sufficiente per convincere quei balordi. Sta a vedere.
Il ragazzo chiuse gli occhi e non ascoltò le repliche di Rei. Si concentrò intensamente. All’improvviso degli artigli gli crebbero sulle unghie e senza pensarci troppo, chiuse i pugni conficcandosele nei palmi. Non urlò. Non sanguinò. Era come se stringesse dei batuffoli di polvere dorata. Disse una frase strana in una litania elfica. Venne avvolto da una cometa invisibile e sparì pezzo a pezzo.
-Ecco fatto – disse una voce nell’aria.
-Dove … sei? – domandò Rei guardandosi timorosamente intorno.
-Sono qui.
L’uomo sentì qualcuno tirargli la manica. E poi saltargli sulla schiena.
-Ei! – esclamò dimenandosi – Ma che stai facendo?
-Ti do un passaggio fino al Dicastero.
-Ma guarda che so camminare! Mettimi subito giù! Io …
-Camminare significa Allungare le ore. Non possiamo perdere altro tempo.
E senza ascoltare le sue preghiere di Rei con l’enorme scusa di soffrire di vertigini, Eric si sollevò sempre di più sorvolando una lussureggiante foresta oltre il Mare dei Paesaggi. Chiunque passava poteva scorgere un uomo sospeso nel cielo a dimenarsi e a piagnucolare: “Aiuto! Fatemi scendere! Sto per vomitare!”
E una voce invisibile controbattere: “Se non la smetti mollo davvero la presa!”
Rei calcolò la distanza che ora lo separava da terra. Gli venne da rimettere. Chiuse gli occhi: - Sto zitto.
 
 
Rossana si tirò le coperte fino al collo. Non aveva molto freddo e la morbidezza di quel piumone avrebbe fatto venire il sonno anche ai più ritardatari notturni. Ma lei non se la sentiva affatto di dormire. Guardava il cielo costellato dalla finestra della sua stanza. Con James e quei due Diligenti aveva discusso fino all’una sulla sua carriera. Del concerto per ora sapeva soltanto che si sarebbe tenuto fra due giorni in uno stadio di cui scordava il nome. In altre occasioni avrebbe chiuso gli occhi sognando già le decine di milioni di applausi che l’attendevano sul palco. Ma ora desiderava soltanto pensare.
Aveva paura di addormentarsi. Ciò che le era successo la spaventava ma allo stesso tempo l’affascinava e non poteva sopportare di chiudere gli occhi per un secondo, riaprirli e rendersi conto che si era trattato tutto di un sogno.
Non avrebbe mai sopportato il fatto che quella disavventura fosse stata irreale.
Che Rei fosse stato irreale.
Che le sue grandi capacità magiche fossero state irreali.
 
Che i suoi occhi fossero stati irreali.
 
Si tirò a sedere premendosi la fronte: - Ma … di chi sto parlando? – si chiese ad alta voce.
Non lo seppe di preciso.
Improvvisamente si era ritrovata un paio di occhi dorati stampati in fronte e non impiegò molto ad associarli al Ragazzo Demone che avevano salvato dalla pietra.
Quello che l’aveva salvata. Due volte.
Quello che le aveva fatto percorrere la città su un’auto volante.
E che l’aveva insultata come una bambina piccola.
Mise il broncio: - Che presuntuoso! – commentò ripoggiando la testa sul cuscino – Avrà anche uno sguardo attraente. Ma è arrogante e supponente! Spero di non avere più niente a che fare con lui!
E con questi pensieri chiuse gli occhi. La mattina dopo avrebbe dovuto svegliarsi. James l’avrebbe portata a Downtown per un’intervista via radio. Un altro pezzo della sua carriera al quale non dava stranamente più molta importanza.
“Se sono così potente” si disse “E se tutta questa storia non è fantasia … impedirò che qualcun altro si sacrifichi per me”
Promise queste parole con solennità. Al sorgere del sole si sarebbe resa conto se era finzione o realtà e lì sarebbe giunto il momento per vedere se mantenerle o no.
Il suo portachiavi a forma di rosa con la gemma rossa incastonata, si illuminò per un istante. Lei avvertì una piccola luce attraversarle le palpebre chiuse. Però non le alzò. Un senso di serenità la fece sorridere e poi finalmente entrò nel mondo dei sogni.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Light Clary