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Autore: Sid Draco    23/04/2015    1 recensioni
Nuova generazione, nuovi personaggi, nuovi eventi.
Hogwarts é finalmente stata ricostruita dopo la fine della seconda guerra magica, pronta ad ospitare nuovi studenti, vite intrecciate e, ovviamente misteri!
ma cosa c'entrano L'ade e Dante Alighieri con i la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Ted, hai idea di cosa accadrá adesso?” chiede Vled, con falsa disinvoltura. “in realtá no, zio Harry mi ha detto che in genere i bambini del primo anno arrivano al castello su delle barche, solo che quest’anno è diverso, non so se prenderemo le carrozze.” Spiegó il bambino felice di poter rispondere in un certo senso. La giovane in risposta inarcó solamente un sopracciglio aprendo leggermente le labbra. Teddy si stupí del fatto che all’udire il nome del salvatore del mondo magico non avesse fatto una piega.
Non stette troppo a pensarci in quanto riconobbe una voce profonda e forte estremamente familiare. “da questa parte ragazzi! Seguitemi tutti!” i suoi occhi si illuminarono di gioia e si volte di scatto, correndo e spintonando gli studenti per raggiungere il mezzogigante che tanto bene conosceva. “Hagrid!” gridó a mo’ di saluto, saltandogli addosso. L’omone prontamente lo prese tirandolo su. “ciao Teddy! Come stai? E Harry, Ron e Hermione come stanno? Tutto bene? Scusami Teddy, ora devo lavorare, ma vieni un giorno di questi che ci prendiamo un thé.” Aggiunge poi, senza aspettare risposta, mettendo giú l’undicenne e riprendendo a gridare.
“chi è quell’uomo?” chiese Vled la quale, assieme al resto degli studenti, aveva raggiunto i due. “lui è Hagrid, il guardiacaccia.” Sorrise Ted. “è altissimo.” Commentó la ragazza. “si, è un mezzogigante.” Quasi si pentí di averlo detto, temendo una possibile reazione negativa di Vled. Certo se per lei fosse stato un problema lo stato di sangue dell’amico di suo padre allora non avrebbe piú voluto avere nulla a che vedere con lei, ma gli sarebbe dispiaciuto in fondo. A pensarci bene non sapeva nemmeno se la ragazza fosse purosangue, babbana o mezzosangue.
Fortunatamente l’unica risposta della ragazza fu un “ora ha piú senso.” Disinvolto.
Teddy pensó che si comportava spesso come se ció che le accadeva attorno non la riguardasse, come se fosse tutto di poco conto.
‘Chissá cosa susciterebbe il suo interesse’ si ritrovó a pensare. Un insieme di ‘OH!’ lo distolse dai suoi pensieri, cosí alzó lo sguardo dinnanzi a sé, per scorgere un possente castello illuminato nella notte appena nata. Sembrava una cartolina reale, tanto era bello, con le sue numerose torri con tante finestrelle dalle luci accese.
Sbirció la ragazza accanto a sé che, come tutti gli altri, fissava sbalordita l’immagine. Finalmente le sue emozioni esterrefatte e gioiose erano cristalline sul suo volto, e quando si volse a guardarlo non fece nulla per nasconderlo. “sapevo che sarebbe stato bello, ma cosí bello?” esclamó per poi dirigersi assieme alla massa di studenti verso un nero lago che li separava dalla struttura.
“non piú di tre per barca!” li ammoní Hagrid alludendo a delle piccole barchette a remi incantate, prendendo posto ed occupando la prima di esse.
Vled volle stare a guardare il castello per ancora qualche istante, aspettando che gli altri prendessero posto, e Teddy fece lo stesso accanto a lei.
La ragazza distolse lo sguardo per passarlo sulle barche oramai quasi tutte occupate. “andiamo.” Disse a Ted dirigendosi verso un’imbarcatura occupata da un solo ragazzo. Con orrore Ted lo riconobbe, era il maggiore dei ragazzi che l’aveva preso in giro sul treno. Provó a protestare ma Vled si era oramai seduta, beccandosi uno sguardo schifato dal giovane. A malincuore la seguí ugualmente, preferendo restare con lei piuttosto che potersi imbattere in qualcuno di spiacevole da solo.
Dunque si sedette accanto alla ragazza di fronte all’altro che lo guardó con una leggera compressione della mascella che fece visibilmente irrigidire un suo muscolo.
L ragazzo si mise a fissare impertinentemente Vled “nessuno vi ha invitati a sedervi.” – “quanta arroganza.” Commentó divertita la giovane. “mi spiace deluderti ma questa barca è, per cosí dire, luogo pubblico.” A quelle parole il volto del ragazzo si tinse di schifata incomprensione. “a giudicare dalla tua espressione non hai idea di cosa significhi, ma non preoccuparti, c’è tempo per imparare. Se vuoi posso darti una mano in questo.” Ora il ragazzo era veramente perplesso. Lui trattava male una sottospecie di ragazza e lei gli offriva pure il suo aiuto?! “non ho bisogno del tuo aiuto, schifosa sangue sporco!” si difese subito. la situazione stava prendendo decisamente una piega inaspettata. Credeva di riuscire a recuperarne il controllo, invece la ragazza di fronte a lui emise un risolino privo di emozioni. “sangue sporco eh? Sarebbe un insulto? Ti ringrazio, ma temo che il mio sangue sia piú ‘puro’ del tuo. Non che ne vada fiera, intendiamoci. Mi sarebbe piaciuto nascere in una famiglia babbana.”
Teddy, che fissava la scena esterrefatto, ebbe l’impressione che quelle parole fossero state pronunciate con un pizzico di malinconia.
“se sei una purosangue come mai non ti conosco?” chiese trionfante il giovane. “che non sai tutto l’abbiamo giá appurato” fu la risposta beffarda che ebbe “comunque piacere, Vled.” Aggiunse la giovane porgendogli la mano. Lui la fissó per svariati secondi, alzó lo sguardo su di lei. “che razza di nome sarebbe Vled?” – “il mio. Saresti cosí gentile da dirmi il tuo? “Jacob Avery.” Rispose l’altro, guardando schifato la mano ancora tesa dell’altra, che l’abbassó. “lui è Ted Lupin.” Aggiunse la ragazza, indicando con il pollice il ragazzo accanto a lei. “ma credo vi conosciate giá. Ora, se permetti, vorrei godermi il panorama, e ti consiglierei di fare lo stesso.” Detto ció si voltó per fissare il castello.
Non c’era che dire, a Teddy quella ragazza piaceva molto.
 
                                    *                                  *                                  *
 
“adesso chiameró il vostro nome, voi verrete avanti ed indosserete questo cappello” stava dicendo un professore moro, non troppo alto e con un sincero sorriso dipinto in volto. L’emozione traspariva da ogni centimetro del suo corpo.
“sarete smistati, e vi sederete al tavolo della casa alla quale appratente.” Aggiunse indicando quattro lunghe tavolate con rispettivamente uno stemma diverso davanti.
“Avery Jacob.”
Il ragazzo venne avanti, sedendosi su uno sgabello di legno a tre gambe. Il professore gli posó il cappello sulla testa, e questi dopo pochi secondi gridó”SERPEVERDE!”
Jacob andó al tavolo con lo stemma del serpente argento e verde per prendere posto.
Mentre il professore chiamava una ragazza che venne smistata a Corvonero Teddy si volse verso Vled. “tutti i maghi oscuri dell’ultima guerra venivano da Serpeverde.” Con sua sorpresa la ragazza lo fissó con aria estremamente dura. “non dovresti dire cosí Ted. Ero convinta che fossi piú furbo di quell’Avery ed avessi capito che sono tutte cazzate.”
L’undicenne si stupí dell’uso di quella parola cosí poco in sintonia con il suo stile- qualunque esso fosse- e ferito dalla risposta dell’altra.
Dunque si volse e continuó a guardare lo smistamento in silenzio, mentre la fila diminuiva ed i tavoli andavano riempiendosi. Si sentiva vagamente colpevole, oltre che in ansia per lo smistamento, del solo in quel momento parve realmente accorgersi.
Nemmeno a farlo apposta, il professore chiamó il suo nome. All’udire il cognome mormorii invasero la sala, come si sarebbe aspettato. Dopotutto suo padre e sua madre avevano combattuto in prima linea durante la seconda guerra magica. Suo padre persino nella prima. Si sedette sullo sgabello, voltandosi verso i ragazzi che lo guardavano. Ebbe paura, estrema paura. Non sapeva dove sarebbe andato, non sapeva dove sarebbe voluto andare, sperava solo di finire a Tassorosso o Grifondoro. Il panico si fece strada in lui, e cercó lo sguardo di Vled, che gli sorrise. Si sentí rincuorato e sicuro, leggendo negli occhi della ragazza rassicurazione e tranquillitá, come se non l’avesse sgridato pochi istanti prima.
Poi il capello gli caló sugli occhi.
“AH! Un altro Lupin vedo! Lupin e Tonks, chi l’avrebbe mai detto?!” la voce quasi gli urló nell’orecchio, facendolo sussultare. “vediamo un po’ cosa abbiamo qui.” – ‘non Serpeverde o Corvonero, non Serpeverde o Corvonero.’ Si ripeteva nella mente Ted. “vuoi rendere i tuoi genitori fieri, per caso?” domandó retoricamente il cappello. “a Serpeverde non ti ci vedo. non sei stupido certo, ma nemmeno a Corvonero staresti bene. Tassorosso non è per te, sei troppo esuberante. Direi che resta solo Grifondoro, che non sarebbe male. Hai un grande coraggio assopito dentro. Ah, l’ho sempre detto che lo smistamento avviene troppo presto! Devi scioglierti un po’, ragazzino. Tirare fuori te stesso. GRIFONDORO!” l’ultima parola la urló nella sala ed appalusi si diffusero in tutta la stanza.
Il cappello venne sollevato dal professore e la sala fu nuovamente visibile. Subito cercó con lo sguardo Vled, vedendola sorridere, un luccichio negli occhi. Era quasi sicuro di scorgere persino fierezza. Alzó i pollici all’undicenne, che rispose con lo stesso gesto correndo al tavolo Grifondoro, lasciandosi dare pacche sulle spalle dagli altri ragazzi della sua stessa casa.
“Emil Moor” chiamó il professore. Un giovane appena piú giovane di Vled zoppicó sino allo sgabello per poi sedercisi sopra. il professore lo guardó con sguardo severo e perplesso, al ché il ragazzo si tolse il berretto nero che indossava per lasciarsi calare il Cappello Parlante sulla fronte. Secondi di silenzio in cui la stanza restó immutata, tutti immobili, tranne Emil Moor stesso, che contrasse la mascella in un espressione arrabbiata. Probabilmente, pensó Teddy, il cappello gli stava facendo una lezione di vita non richiesta.
“TASSOROSSO!” un boato proveniente dal tavolo della casa appena nominata irruppe nella stanza, ed il giovane zoppicó sino a raggiungere i compagni.
Il gruppo andó lentamente sfoltendosi, finché il professore chiamó “Vled Vlad”
La preside, solo ora la guardava bene, si fece incredibilmente seria, premendo le labbra fin quasi a scomparire.
“ah, cosa abbiamo qui! Come ti chiami?” – ‘Vled.’ pensó la giovane. "Vlad, vorrai dire. Comunque il tuo nome non è importante, posso leggerlo qui dentro, se voglio.” – ‘che stronzo.’ Non riuscí a non pensare la ragazza. “faró finta di non aver sentito. Ora, passiamo allo smistamento. La tua arroganza è degna di un Serpeverde, ma entrambi sappiamo che è solo una difesa. Staresti male in quella casa, hai una natura del tutto diversa. Sei molto intelligente, certo. A corvonero saresti bene, ma non è l’intelletto a farti spiccare. Ti troveresti bene lí, ma saresti sola. Nono, non fa proprio per te. Tassorosso? Sei estremamente leale, questo è da dire. Peró penso che ti troveresti meglio in Grinfodoro. Decisamente. Sei molto altruista ed impulsiva, nonostante tu ti nasconda dietro una maschera di ragione. E poi il tuo coraggio. Vedo un passato estremamente tenebroso. Vedo la forza che hai avuto, in situazioni che i tuoi coetanei possono a malapena immaginare. Vedo una vera forza d’animo. Si, è questa la casa giusta. GRIFONDORO!”
il boato che si alzó dal tavolo di Grifondoro, come ci si poteva aspettare, era estremamente fragoroso, ma Vled parve non sentirlo. Sul volto un’espressione vuota. Eppure dentro aveva l’inferno. Quel cappello, parlando del suo passato, aveva risvegliato mostri ancora non del tutto assopiti dentro lei. Non vide nemmeno la preside tirare un sospiro di sollievo e battere contenutamene le mani come tutti gli altri insegnanti.
Si sedette vicino a Teddy, mantenendo peró una distanza di almeno un metro. Lui la chiamó, ma vedendo il suo volto impenetrabile capí che qualcosa non andava. “hai visto? Siamo nella stessa casa!” tentó. “si, hai ragione.” Disse l’altra sorridendo forzatamente. “i tuoi genitori sono fieri di te. Ma adesso guardiamo lo smistamento degli altri.” Detto ció volse lo sguardo verso lo sgabello, senza realmente vederlo.
Dannato cappello.
Lo smistamento continuó donando ancora qualche studente ad ogni casa, chiudendosi con Alexander Zabini, che Teddy riconobbe come uno dei ragazzi del treno che l’avevano umiliati. Finí a Serpeverde.
La preside si alzó per fare il suo discorso, al che la sala tacque.
“Benvenuti ragazzi, benvenuti. Io sono la preside McGranitt. Come probabilmente tutti saprete, questo è il primo anno dopo la seconda guerra magica in cui Hogwarts ha finalmente aperto i battenti. Abbiamo tentato di ricostruire la scuola com’è sempre stata, ma abbiamo ritenuto opportuno fare un cambiamento drastico. Le sale comuni sono le stesse degli anni passati, ma i dormitori sono stati cambiati magicamente. In un dormitorio ci sará un ragazzo o ragazza di ogni casa, se possibile. Accanto al letto di ognuno vi sará una porta che dará su un corridoio, dal quale si puó accedere alla propria sala comune. Per motivi di sicurezza, comunque, solo coloro che appartengono alla casa della sala comune alla quale si cerca di accedere riescono ad entrare, tutti gli altri saranno bloccati da una magia. Detto ció, l’accesso alla Foresta Proibita è severamente vietato a tutti gli studenti. Il custode Argus Gazza.” E nel pronunciare il nome indicó con la mano verso il fondo della sala, dove stava un anziano signore con un giovane micino tigrato.
“mi ha chiesto di ricordare che è proibito duellare nei corridoi, giocare con i frisbee zannuti ed una miriade di altre cose che potete trovare scritte nella bacheca della vostra sala comune. Ora lasciamo spazio al cibo!” e con un battito di mani le lunghe tavolate si riempirono di pietanze.
La sala si riempí di chiacchiericci allegri, presso più discussioni sul fatto che i dormitori sarebbero stati misti.
“stai bene Vled?” chiese timidamente Teddy, avvicinandosi alla ragazza. Ella si voltó verso di lui, scompigliandogli i capelli che divennero di un rosso accesso ad una strizzata di occhi del ragazzo, al ché Vled sussultó sorridendo di cuore. “tutto bene Ted, grazie. Allora, sei felice di essere qui?” – “certamente! Guarda che banchetto! E poi, Grifondoro, cavolo, papá sarebbe cosí fiero di me!” – “e anche tua madre.” – “e anche mamma.”
Teddy si mise di tutto sul piatto, mangiando rumorosamente mettendo in bocca qualunque cosa trovasse sottomano. Vled poggió il gomito sul tavolo e la testa sulla mano, guardandolo sorridendo. “fe fé?” chiese lui a bocca piena. Il sorriso si allargó sulle labbra della giovane. “nulla, sei solo buffo e tenero. Mangi di tutto. “e fu non manfi nuffa.” Rispose lui, per poi ingoiare il boccone. “non ho molta fame, ma non preoccuparti, ora mangio.” E detto ció si mise sul proprio piatto una cucchiaiata di backet beans. Tiró educatamente su le maniche, mise la schiena diritta, impugnó coltello e forchetta e cominchió a mangiare discretamente, piano. Fu il turno di Teddy di essere divertito, ed anche leggermente perplesso, ma non disse nulla, la bocca troppo piena di patate arrosto, toast e pollo.
La cena proseguí tra chiacchere e risate, poi i piatti sparirono e la preside si alzó nuovamente in piedi.
Ora i professori porteranno gli studenti delle rispettive case nei dormitori. Domani cominceranno le lezioni, alle nove. La colazione verrá servita dalle sette qui in sala grande. Buona notte.”
Un gran trambusto invase la sala, gli studenti si alzarono seguendo i professori su per le scale incantate.
Dopo essersi recati in una torre, il professore che gli aveva posato sulla testa il Cappello Parlante gli spiegó dove fossero i dormitori. Dunque si congedó.
“allora Ted, ci vediamo domani. Buona notte, dormi bene.” Disse Vled, stringendolo forte. “buona notte Vled, è stata una bella giornata. Mi ha fatto piacere conoscerti, a domani.” Gli tese la mano, che la ragazza guardó scoppiando a ridere. “davvero? Hai ancora molto da imparare su di me Ted.” E lo abbracció forte, alzandolo da terra. Gli scompiglió i capelli tornati blu e si diresse verso i suoi dormitori.
Aprí la porta con la targhetta “6º anno” inciso sopra e percorse il corridoio. Varcó la seconda porta trovandosi in una stanza circolare con quattro letti. Due ragazze erano già arrivate e stavano preparando le loro cose per la notte. Vedendo entrare Vled si volsero a guardarla. La ragazza con il letto piú vicino a lei, alla sua sinistra, le sorrise. Era molto carina, bionda e con i capelli tagliati corti, abbastanza bassa e con forme leggermente piú pronunciate di Vled.
La seconda ragazza, appena piú in dietro, una ragazza sul metro e settanta con lunghi capelli neri legati in una coda la squadró, inarcando le sopracciglia e voltandosi con aria superiore, come se l’altra non fosse degna del suo tempo.
“piacere, io sono Vled!” esclamó, porgendo la mano alla ragazza bionda, che la strinse sorridendo imbarazzata. “piacere mio, Eleonore Whrite. Tu sei la grifondoro?” sentendosi chiamare cosí sorrise “si, proprio io.” Si batté il pugno sul petto. “e tu?” – “io sono la Serpeverde.” Annunció indicando il proprio letto a baldacchino, verde.
“tu invece chi sei?” chiese sporgendosi per vedere dietro Eleonore, guardando la ragazza dai lunghi capelli neri. La ignoró. “eih” cantilenó ancora, cercando di attirare la sua attenzione. Ella si voltó sferzando l’aria con i capelli. “non ti hanno mai detto che è maleducazione chiamare le persone con ‘eih’?” – “non ti hanno mai detto che è maleducazione non rispondere quando qualcuno ti rivolge la parola?” le fece il verso. “ció implica che sia qualcuno a parlare. Ma visto che tu sei una sottospecie di transessuale babbanofilo non mi sembravi degna del mio tempo.” Vled rise forte, senza felicitá, piegandosi in avanti e reggendosi la pancia. “bella questa! Immagino tu sia la Corvonero, anche se il senso dell’umorismo ti manca.” E fece una faccia triste. “comunque se non vuoi dirmi il tuo nome non è grave, MissPurosangue.” Aggiunse poi, dirigendosi verso il proprio letto.
La corvonero fece per ribattere, ma una risata calda e sincera la precedette. Vled si volse verso la porta del bagno, davanti alla quale stava una ragazza dalla carnagione scura e gli occhi celesti. “sei forte Vled, lasciatelo dire!” a quanto pareva aveva assistito a tutta la scena, uscita dal bagno chissà quando. “grazie dell’apprezzamento.” Rispose cortesemente l’altra, in evidente disagio. “tu saresti?” – “una sporca mezzosangue indegna. Fanny Smith. La Tassorosso.” Si presentó porgendole la mano che strinse.
“se voi ragazze avete finito di fare le vostre inutili chiacchere” interruppe il dialogo la Corvonero “IO dormirei.” E calcó il soggetto con la voce.
Si volse e si infiló a letto, chiudendo bruscamente le tende.
Eleonore la scimmiottó silenziosa facendo una smorfia, Fanny e Vled soffocarono una risata, e quest’ultima, afferrata una tuta, si chiuse al bagno.
 
                                    *                                  *                                  *
 
Caro Harry,
                        il viaggio è andato bene, sul treno ho conosciuto una ragazza piuttosto particolare.   Ha i capelli verdi (tinti) e si veste in modo strano. È a metá tra una dura ed un pezzo di pane, fa la fredda e distaccata e poi mi abbraccia forte. Davvero zio, è strana!
Peró è forte, ha fatto stare zitto un ragazzo piú grande che mi dava fastidio. E l’ha fatto con classe.
Siamo finiti tutti e due a Grifondoro, come te, come papá! Secondo te sarebbe fiero di me? Mamma invece sarebbe delusa? Io non vorrei deludere nessuno.
La sala comune di Grifondoro è proprio come me l’hai descritta, calda rossa ed accogliente. I dormitori peró sono strani. Siamo tutti mischiati, tutte le case. Ho un compagno di stanza, Bart qualcosa, che è estremamente buffo. Ha degli occhiali enormi che gli fanno gli occhi ancora piú enormi. Lui è il serpeverde. Mi piace. Il tassorosso invece è cicciotto e timido, non so nemmeno il suo nome, ma vedró di scoprirlo presto. Il corvonero parla tantissimo, ha i capelli lunghissimo perché dice che che deve proteggere il suo cervello.
Qui si mangia benissimo, proprio come quando venivi tu a scuola!
Ora vado a dormire. Ho scritto anche una lettera alla nonna. Prenditi cura di lei, ora che non ci sono si sentirá molto sola.
Ti voglio bene Zio.
A presto
Teddy
 
P.s. mi manderesti dei dolci? Qualcosa di babbano, se lo trovi. Oggi Vled mi ha voluto offrire tante cioccorane, cioccocalderoni e molte altre cose. Vorrei ricambiare il favore.


ecco a voi il secondo capitolo.
mi scuso per eventuali errori, ringrazio chi ha letto il precedente.
spero vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate. ho da aggiungere che i serpreverde sono arroganti solo inizialmente, per scopi della storia.
poi la situazione si svilupperà.
grazie
Sid Draco
  
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