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Autore: LauraPalmerBastille    26/04/2015    8 recensioni
Quando il panico sta per assalirlo, una voce calda e tranquilla lo riporta alla realtà.
“Va tutto bene?” chiede semplicemente. Nico apre gli occhi, ritrovandosene un altro paio verde acqua di fronte. Due occhi grandi, con un colore indefinibile.
Potrebbe dire che sono due bellissimi occhi verdi prato, ma non sarebbe la verità, visto che in quei occhi per qualche attimo ci vede anche una distesa d'acqua.
“Io sono Percy” dice il proprietario di quegli occhi, allungando la sua mano verso il più piccolo.
E l'unico pensiero di Nico è "questa volta o mi salva o mi ammazza".
*
[...]
Il ragazzo di prima che, con mutande decisamente molto succinte che non lasciano spazio all'immaginazione e una maglietta bagnata, balla (o forse il termine strusciarsi sarebbe più appropriato) su quell'asta metallica.
Il più piccolo non ne è sicuro, ma sicuramente il suo viso sta andando a fuoco. Di rabbia, di stupore, di imbarazzo, non si sa.. ma sta andando a fuoco.
“Ci hai portato in uno strip club!?” urla, senza però riuscire a sovrastare il rumore della musica.
Strippub, come ha fatto a non arrivarci prima!?
*
[Pernico]
[A tratti Jasico]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Save me, Percy Jackson.

Nico kisses Percy
ATTENZIONE! LEGGETE QUI!
Salve, qui è LauraPalmerBastille che vi parla, e deve darvi un paio di avvisi importanti.

1- Mi dispiace dirlo, ma questo è l'ultimo capitolo della storia. Purtroppo si, siamo arrivati alla fine anche si questa piccola avventura, e voi non potete capire quanto io stia piangendo mentre scrivo questa cosa. Perchè in fondo mi ci ero affezionata anche io tanto, alla storia e soprattutto a voi.
MA NON DISPERIAMOCI!
Dopo questo capitolo ci sarà un epilogo finale, che finirà la storia davvero.

2- Vorrei tanto che mentre leggete, ascoltiate "Autumn- Giovanni Bomoll".
Voglio crearvi l'atmosfera mentre leggete, per riuscire a fare più vostro questo capitolo. Vi ringrazio se lo farete:3

Buona lettura.
LauraPalmerBastille.

"Grace e Di Angelo?" li chiama una ragazza giovane, capelli lunghi e neri con dei grandi occhi color ghiaccio. Jason alza la mano, sorridendo.
"Arriviamo" dice, prima di voltarsi verso il più piccolo. Nico è schiacciato sulla sua sedia, si mordicchia il labbro quasi compulsivamente e continua a spostare lo sguardo sulle persone che sono nella stanza con lui.
"Jason, possiamo ancora tornare indietro" pigola, affondando ancora di più nella sedia e socchiudendo gli occhi. Sente il panico avvolgergli il corpo, e la voglia di scappare preme impellente in lui.
Già odia questo edificio, già odia tutte le persone che ci sono dentro, e già odia Jason per averlo trascinato fino a qui e, soprattutto, per averlo convinto.
"Nico" lo richiama il più grande, circondandogli un polso con la sua grande mano e facendolo alzare contro la sua volontà. "Ormai ci siamo, l'abbiamo deciso. Facciamolo!"
"Ma non voglio!"
Jason alza gli occhi al cielo, abbozzando un sorriso. Quel ragazzo lo sorprende ogni volta; aveva alla fine accettato la sua proposta con uno sbuffo, ed adesso è già pronto a tirarsi indietro. Si chiede se abbia accettato per voglia, o semplicemente per farlo contento. Nico tende a fare troppe cose solo per farlo contento, ultimamente.
"Nico, fino a venti minuti fa ti andava bene. È da ormai una settimana che lo abbiamo deciso. Questa potrebbe essere..." si passa una mano in mezzo ai capelli riflettendo bene sulla parola da utilizzare, per poi incontrare quegli occhi scuri e preoccupati. "...una svolta."
Nico si ritrova a fissare quegli occhi chiari e glaciali, che ogni volta riescono a rassicurarlo e farlo sentire protetto. Adesso hanno una nota di speranza al loro interno, come se fossero accesi, propositivi.
"Pensi davvero che iscriverci in università possa rendere migliori le nostre vite?" Jason abbozza un sorriso, per poi far scorrere le mano dal suo braccio fino alla sua guancia. La accarezza lentamente, sentendo scorrere sotto i suoi polpastrelli quella pelle morbida e chiara.
"Penso proprio di si, Nico."
Il moro si ritrova a sbuffare per l'ennesima volta. Odia tutta quella positività.
Non è così.
L'Università non cambierà proprio niente.
L'Università non gli ridarà la sua famiglia, nè la sua voglia di svagarsi, o di sorridere spensierato.
L'Università non lo aiuterà con le ricerche di quel mostro.
L'Università no farà proprio niente.
Lo allontanerà poco da quei pensieri, forse, ma non ci sará nulla che riuscirà davvero a farlo rilassare.
Eppure Jason sembra così speranzoso, e voglioso di fare nuove esperienze. Come se credesse che, ormai all'università, potrà succedere di tutto, donandogli quella vita spensierata ed avventurosa che ha sempre desiderato.
Ma esistono due tipi di persone al mondo: quelle fortunate, quelle la cui vita sembra remare a proprio favore, le cui cose accadono inaspettate ogni giorno; storie d'amore, nuove amicizie, sorprese inaspettate. E poi ci sono le persone come Nico, i cui giorni gli scorrono sulla pelle come acqua, tutti uguali. Non ci sono quasi mai svolte inaspettate che possano farlo sorridere sorpreso, e colorare la sua vita. Niente svolte, niente incroci, solo una grande, retta ed abbandonata via spoglia.
Ma gli occhi di Jason lo rassicurano, gli danno speranza, forza. Gli occhi di Jason riescono ad iniettargli direttamente nelle vene la voglia di fare nuove esperienze, vivere la vita.
Perchè sa che, qualsiasi cosa succeda, lui sarà sempre lì vicino a lui; come ha sempre fatto. E questo lo rassicura, gli da la forza e la voglia di fare tutto quello che ha sempre fatto.
"E allora andiamo" sbuffa, prima di infilare svogliatamente le mani in tasca ed incamminarsi dietro il biondo. Jason sorride felice, per poi circondargli le spalle con un braccio.
Sarà una bella esperienza. Te lo prometto Nico.”
Il più piccolo alza gli occhi verso il più grande, scoccandogli un'occhiataccia. “Non fare promesse che non puoi rispettare, idiota.”
-
Direi che tutti i vostri documenti sono compilati” cinguetta una ragazza da dietro una strana cassa, passandogli tutti i documenti. “Adesso siete a pieno effetto studenti della facoltà!”
Un verso disgustato esce dalle labbra di Nico, succeduto da una gomitata nel fianco da parte del biondo.
Ahi!” esclama il moro, scoccandogli un'occhiataccia. “Mi hai trascinato qui, accetta i miei versi di disgusto.”
Cerca di essere meno polemico, Di Angelo. Non abbiamo nemmeno iniziato.” Sorride alla ragazza dietro il bancone, prendendo i fogli. “Manca altro?”
Lei annuisce, mostrando il suo sorriso bianco e perfetto. Sembra quasi ci stia provando con Jason e, a quella constatazione, Nico sbuffa ed alza gli occhi al cielo. Ah, già, non aveva messo in conto le svariate ragazze che avrebbero catturato il biondo, isolandolo.
Bene, si prospetta proprio una bella esperienza.
State dimenticando la cosa più importante!” esclama con quella voce quasi ridicola la ragazza, frugando dentro un cassetto dietro il bancone.
Ho quasi paura di sapere cosa sia questa immensa cosa che st--” ma non riesce a finire la frase, che un'altra gomitata di Jason gli ammacca il fianco.
Le vostre chiavi della stanza!”
Ennesimo sbuffo. Ennesima gomitata.
Jason!” quasi urla il più piccolo, trattenendosi dal saltargli addosso. “Prendi quelle dannate chiavi e smettila di fracassarmi il fianco!”
Tu smettila di--”
Jason” lo interrompe Nico, fissandolo con lo sguardo più truce che abbia. “Un'altra parola, e sei ufficialmente morto.”
Il più grande lo fissa, e quello sguardo lo inquieta tanto da farlo ammutolire. Alza le mani al cielo in segno di resa, e prende le chiavi velocemente.
Come desidera, capitano” borbotta, prima di prenderlo sotto braccio ed incamminarsi verso la loro camera.

-

Quando Nico apre gli occhi, una strana sensazione lo avvolge. Una sensazione di calore, una sensazione piacevole. Il suo primo pensiero è 'Oh Dei, sono morto'. Poi però abbassa lo sguardo fino alla sua mano, la muove piano, e capisce che di morto non ha nulla.
Sbatte ripetutamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco lo spazio che lo circonda, e per un secondo tutto gli sembra decisamente troppo bianco.
È una stanza strana, le pareti sono bianche, la porta anche, c'è solo un armadietto grigio scuro davanti a lui ad interrompere quel bianco quasi fastidioso.
Quando prova ad alzarsi una fitta alla testa lo fa gemere di dolore, facendolo ricadere malamente sdraiato. Sta per chiedere aiuto, quando una folta chioma scura entra nella sua visuale, accompagnata da un sorriso bello, splendente, familiare.
“P-Percy” mugola Nico, con la bocca impastata.
Percy.
Percy è qui.
E tutti i ricordi gli rivengono in mente, facendolo sussultare. Lui. Il padre di Percy, l'assassino dei suoi genitori. Lo aveva ammesso davanti a lui.
Lo aveva attaccato, ma qualcosa non era andato nel verso giusto.
Quell'uomo lo stava strangolando, come... come ha fatto a sopravvivere?
Incontra gli occhi di Percy, pieni di gioia e lacrime. Lacrime di felicità, pensa Nico, mentre alza una mano per asciugargliene una che
sta scivolando giù dalla sua guancia.

E non capisce cosa sta succedendo, ma Percy ride. Una risatina nervosa, veloce, quasi ridicola, prima di buttarsi sul corpo del più piccolo, abbracciandolo.
Nico sente i capelli del più grande solleticargli il collo, le braccia avvolgergli forte il corpo, e le mani stringere quella strana camicia che indossa.
Sente le lacrime scivolare dagli occhi del più grande, fino a bagnare il collo; i suoi singhiozzi delicati che, si sente, sta provando a trattenere con tutte le sue forze.
“Percy” sussurra, posandogli una mano sui capelli scuri e socchiudendo gli occhi. Dei, rimarrebbe in questa posizione per sempre. Percy accovacciato su di lui, quelle braccia forti che lo stringono, il suo respiro sul suo collo.
E per un secondo è come se non fosse accaduto nulla. Non c'è nessuno; ci sono solo loro due, i loro corpo in contatto, il loro respiro affannato, due cuori che battono all'unisono.
“Nico” ripete il più grande, allontanando di poco il viso dal suo collo, per riuscire ad osservarlo negli occhi. “Stai bene, tu stai bene. Dei, quanto mi sono preoccupato, io... io, tu---” ma decide di non finire la frase. Troppe parole da dire, troppe cose da chiarire, troppi argomenti inutili da trattare.
Appoggia semplicemente le labbra su quelle di Nico, in una disperata ricerca del suo sapore. Un bacio quasi disperato, un bacio con cui si scambiano più di mille parole.
E si chiedono scusa, e si dicono ti amo, e piangono per tutto ciò che hanno dovuto vivere, ma che finalmente è finito. Si baciano come se fosse l'ultima volta, e come se fosse la prima. Come se si fossero appena incontrati, e come se dovessero dirsi addio.
La mano di Percy va a finire dietro la sua testa, passando le dita in mezzo ai capelli scuri del più piccolo, ed avvicinando il viso del più piccolo al suo. Non smette di baciarlo, no.
E non sa quanto dura quel bacio. Forse secondi, forse minuti, forse ore. Si baciano, e tutto intorno a loro sparisce.
Niente violenza, né morte. Niente tristezza, né lacrime.
Solo loro due. Solo le loro labbra unite, come le loro anime.
E, se fosse per loro due, rimarrebbero in quella posizione per sempre.

-

“Sei in ospedale, Nico” gli sussurra Percy, passandogli la mano in mezzo ai capelli. Ha ripreso la sua solita aria gioiosa, e quello splendido sorriso troneggia di nuovo sul suo viso. Adesso è seduto affianco a Nico, su quello strano letto d'ospedale. La mano del più giovane stretta nella sua, mentre l'altra gli accarezza dolcemente i capelli. “Niente di grave, per fortuna, ma sei rimasto privo di coscienza per molto tempo.”
Un nodo alla gola impedisce a Nico di dire quello che vorrebbe dire. Fissa quegli occhi verde mare in cui, come ogni volta, ci si perde. Quegli occhi riescono ad infondergli tranquillità, sicurezza, positività.
“Come... Come è...”
“L'ho colpito” ammette il più grande, facendo scendere la mano che ha nei suoi capelli fino alla sua guancia. La accarezza lentamente, senza distogliere lo sguardo. “Ha perso conoscenza, prima che arrivasse la polizia.”
Nico strabuzza gli occhi, ed il respiro nei suoi polmoni si ferma. Non hanno nessuna prova. Sono di nuovo al punto di partenza.
Quell'uomo ha confessato, ma nessuno crederà mai alla sua confessione. Lui, il figlio e fratello delle vittime, troppo coinvolto sentimentalmente per accusare qualcuno senza prove concrete.
“Percy...” prova a dire, mentre sente il panico salirgli dentro. “Quell'uomo, lui ha... lui ha ucciso--”
“Lo so” lo interrompe il più grande, abbassando lo sguardo. “Lo so, Nico. E me ne dispiace.”
Nico lo osserva. Osserva il suo sguardo pieno di tristezza, risentimento, rabbia. E si chiede quanto si stia incolpando, quanta percentuale di quel delitto si stia portando sulle spalle.
“Non è stata colpa tua, lo sai vero?” dice quindi, incontrando i suoi occhi stranamente spenti. “Tutto quello che ha fatto quel mostro, non dipende da te. Tu non ne hai colpe, Perc--”
“Si, le ho” lo interrompe, stringendo i pugni. Nico vede in lui una rabbia spropositata, delusione, tristezza. E si chiede quanto possa stare male in questo momento.
Quindi poggia una mano sul pugno stretto del più grande, facendolo rilassare e prendendo la mano con la sua, intrecciando le loro dita.
“No, non le hai” sussurra, fissandolo negli occhi. Quegli occhi prima tanto accesi, adesso sembrano spenti, senza speranza. “Non potevi controllarlo. Faceva del male a te, tua madre, come potevi impedire che facesse del male agli altri? Non darti colpe che non sono tue, Percy.”
Il più grande lo fissa sorpreso, gli occhi spaesati, vagano su ogni punto del suo viso, senza mai soffermarsi su un punto preciso. Si morde con forza il labbro, per poi abbassare lo sguardo. “Nico, io...”
“Tu cosa, Percy?”
Il più grande stringe con forza l'esile mano del più piccolo con la sua, per poi sospirare. Alza lo sguardo, incontrando quello del più piccolo.
Quegli occhi scuri, quasi inquietanti, gli sono sempre piaciuti. La prima volta che li ha visti, ha provato una sensazione strana; come se ci fosse sprofondato dentro, come se ci fosse rimasto prigioniero.
“Ti amo, Nico.”
E qualcosa si ferma dentro al petto di entrambi, per poi ricominciare a battere più velocemente di prima. Il più piccolo sorride, sorpreso, felice, intenerito.
“Ti amo anche io, idiota.”
E le braccia del più grande si avvolgono intorno al corpo del più piccolo istintivamente, stringendolo a sé, come se non volesse lasciarlo andare, non più.
“Interrompo qualcosa?” Una voce cristallina dietro di loro li fa sussultare e staccare immediatamente.
Una sorridente Annabeth li fissa dallo stipite della porta, per poi portarsi una mano in mezzo ai capelli biondi e spostarseli dietro una
spalla. “No perchè se avete bisogno di, uhm, come posso dire... “privacy”? Ritorno dopo!”

“Annabeth!” esclama il più piccolo, arrossendo e nascondendo il volto dietro una mano. “Puoi entrare!”
La ragazza ride piano, per poi avvicinarsi ai due e sedersi all'angolo del letto.
“Allora” inizia, sospirando. “Come state?”
Percy scrolla le spalle, per poi voltarsi a guardare il più piccolo. “Tutto bene, penso.”
La ragazza annuisce, per poi soffermarsi anche lei a guardare Nico, intento a giocare con le proprie dita e mordicchiarsi il labbro.
“E tu, Nico? Come stai?” gli chiede la ragazza, mettendogli un dito sotto il mento e facendogli alzare il viso verso di sé.
Quegli occhi grigi e scrutatori lo fanno sentire quasi a disagio. Come se andassero a sgretolare ogni sua barriera che ha provato a creare.
“Lui è... è ancora libero?”
E la reazione di Annabeth lo sorprende. Sorride spensierata, per poi alzare gli occhi al cielo. “Pensi davvero che possa essere libero dopo averci praticamente confessato che è stato lui l'assassino?”
Nico la osserva, sorpreso. “Ma... Ma noi non abbiamo prove. Non mi crederanno mai, l'arma chissà da quanto tempo se ne sarà sbarazzato e--”
“Nico” lo richiama la bionda, con quel sorriso soddisfatto sulle labbra. Gli fa cenno di aspettare, per poi prendere il suo telefono dalla tasca ed iniziare a smanettare.
“Cosa stai facendo?” le chiede il più piccolo, incuriosito. Ma lei non risponde. Continua semplicemente a premere pulsanti, con fare concentrato.
E quando una voce esce dal telefono, una voce familiare, il moro quasi sussulta. In primo luogo non capisce. Cosa vuole fare Annabeth? Cosa è quella registrazione?
Ma poi ascolta le parole, e tutto gli è chiaro.
“Oh” riesce solo a dire, mentre per tutta la stanza si diffonde la registrazione della confessione di quel pazzo. Annabeth lo ha
registrato.

Ecco perchè stava smanettando con quel dannato telefono mentre il tutto accadeva; non stava chiamando la polizia, lo stava mettendo in trappola.
“Il processo ci sarà tra una settimana, ma mi hanno detto che è puramente formale, viste le prove che abbiamo” conclude la bionda, per poi posare il telefono in tasca.
E senza che se ne accorga, delle lacrime di gioia escono dagli occhi di Nico, insieme ad una risata.
Una risata vera.
Una risata spensierata.
Una risata felice, come non è mai successo
Dopo tutto questo tempo, Nico ride davvero. Ed è da così tanto tempo che non lo faceva, che adesso quasi non riesce a smettere più. Ride forte, con quella risata cristallina, e tutto intorno a lui è confuso.
Percepisce Percy abbracciare Annabeth, farle i complimenti per quel colpo di genio, e lei ridere felice.
Percepisce il suo cuore ricominciare a battere come non ha mai fatto. Sente quello stramaledetto nero che lo ha accompagnato per tutti questi anni, scivolargli via.
Niente più oscurità, niente più oblio, solo quella risata che lo porta fino alle lacrime. Risata che viene sostituita dai singhiozzi, forti, che rimbombano per tutta la stanza.
“Oh, Nico” esclamano all'unisono Percy ed Annabeth, sporgendosi per abbracciarlo.
E quel gesto lo fa solo che piangere di più.
Perchè finalmente è felice. Perchè finalmente non ha più quel dannato peso sullo stomaco, che aveva paura gli sarebbe rimasto per tutta la vita.
Perchè finalmente suo padre, Ade, ha avuto giustizia.
Perchè finalmente sua madre, Maria, ha avuto giustizia.
Perchè finalmente sua sorella, Bianca, ha avuto giustizia.
E la visione dei loro volti pieni di terrore, lascia spazio ai loro sorrisi, ai loro ricordi felici, alla loro spensieratezza. E Nico sorride con loro.

Nico sorride a loro.

Sente le labbra di Percy poggiarsi sulla sua guancia bagnata, ed i suoi sussurri che cercano di calmarlo.
E lo ama, lo sa. Finalmente è veramente l'unica cosa di cui è sicuro.

-

“E' permesso?” Piper si affaccia alla porta, buttando un'occhiata a Nico, per poi sorridergli. “Nico, allora ti sei svegliat--” ma non fa in tempo a finire la frase, che viene letteralmente travolta dall'uragano Hazel che, con le lacrime agli occhi, si butta sul lettino di Nico, travolgendolo, senza badare a Percy ed Annabeth che sono seduti proprio affianco a lui e vengono travolti allo stesso modo.
“Nico!” esclama, stringendogli le braccia al collo. “Dei, Nico, non sai quanto mi sono preoccupata... Avrei dovuto fermarti, dirti di non andare ovunque volessi andare, è tutta colpa mia! Scusami, scusami!”
E Nico sorride, portando una mano tra i suoi capelli ed accarezzandoli piano. Quella ragazza è una forza della natura; ama il modo in cui si preoccupa per lui, come farebbe una vera sorella maggiore.
“Non è stata colpa tua” dice, con un sorrisetto sulle labbra. “E' meglio che sia andata così...”
“Ogni male alla fine ha il suo bene, no?” chiede una voce dietro Hazel, facendolo sussultare. Sposta lo sguardo, notando che tutti i suoi amici sono di fronte a lui: Hazel, Frank, Reyna, Piper, perfino quell'insopportabile di Drew.
È stata Reyna a parlare, e Nico non può non notare l'enorme cesto di biscotti che gli posa sul letto, con un sorriso intenerito.
Il più piccolo le sorride di rimando, per poi annuire. È esattamente quello che intende; ogni male, alla fine, ha una sua parte di bene.
“Ma Leo dov'è?” chiede Piper, guardandosi per un momento intorno. “Non ditemi che non è entrato per davvero.”
“Quello stupido ragazzino è rimasto fuori” cinguetta Drew, guardandosi le unghie.
Frank sghignazza, per poi passarsi una mano in mezzo ai capelli. “Si starà strappando i capelli per lo stress” dice, nascondendo un sorriso dietro una mano.
“Frank!” lo rimprovera la castana, sorridendo però anche lei di rimando. “Non essere cattivo e vai a cercarlo.”
Ma prima che il moro possa anche solo muoversi, una voce da dietro la porta li fa sussultare tutti. “SONO QUI E NON HO INTENZIONE DI ENTRARE!” dice, e Nico riconosce palesemente Leo.
Reyna alza gli occhi al cielo, per poi dirigersi verso la porta ed iniziare a parlottare col ragazzo che vi si nasconde dietro.
Nico non riesce a sentire tutta la conversazione, ma capta degli spezzoni come “No, dai, non voglio” o “Ma mi vergogno! Guarda come sono conciato!” oppure “Se entro mi devi un graaande favore.”
E l'entrata di Leo è preceduta da una sonora risata di Percy che, ormai capito il motivo del suo imbarazzo, scocca un'occhiata complice a Nico.
E Nico adesso ricorda perchè Leo non vuole entrare.
Tutti i ricordi felici di quel pomeriggio lo avvolgono, facendolo sentire ancora meglio.
E quando un imbarazzato Leo, con i capelli completamente verdi entra dentro la stanza, una risata spontanea esce dalle labbra di Nico e Percy.
“Ve lo avevo detto che si sarebbero messi a ridere!” esclama l'ispanico, mettendo il broncio. “Siete degli idioti, sapete che i capelli sono il mio punto forte!”
“Hai un punto forte?” lo incalza Piper, alzando un sopracciglio.
“Stai zitta, Mc Lean! Tu almeno la ragazza ce l'hai, la vorrei anche io!”
“Io forse ho la soluzione.” A parlare è Annabeth che, con un sorriso accennato sulle labbra, fissa il “castano”. “Percy mi ha raccontato quanto tu sia fastidioso ed abbia creato solo casini...”
“Ehi!” quasi urla l'altro, sgranando gli occhi. “Io non sono fastidi--”
“E” lo interrompe quindi la bionda, alzando gli occhi al cielo. “Penso proprio di avere la soluzione per te.”
“Vuoi ucciderlo?” Reyna prende per mano Piper, ridacchiando. “No perchè se vuoi posso darti una mano.”
Leo le scocca un'occhiata inviperita, per poi passarsi la mano in mezzo ai capelli e sbuffare.
“Ci sono anche io, se devi ucciderlo” si unisce Frank, alzando la mano. “E penso Hazel sia della stessa opinione.”
“Conta anche su di me” si si ntromette Drew, senza staccare lo sguardo dalle sue unghie.
“Oh, è bello sentirsi amati!” dice Leo, alzando gli occhi al cielo. “Davvero, siete proprio come una seconda famiglia!”
E Nico sorride. Sorride come non ha mai fatto. Ride spensierato, finalmente senza pensieri troppo pesanti in testa.
“Ho un'idea migliore” propone la bionda, prendendo il cellulare dalla tasca. “Ho un'amica a cui potresti piacere, penso. Le scrivo adesso, se vuoi.”
Percy le scocca un'occhiata confuso, per poi alzare un sopracciglio. “Non sarà...”
“Si, è lei.”
“Annabeth, dai, no. Lei no.”
“Lei chi!?” si intromette Leo, sbirciando sul cellulare il nome a cui sta scrivendo. “Chi sarebbe Calypso!?”
Annabeth e Percy ridacchiano, per poi scambiarsi un'occhiata complice. “E' una nostra vecchia amica d'infanzia, ti piacerà. A volte tende ad essere un po', mh, come posso dire, Percy?”
Il ragazzo si passa una mano in mezzo ai capelli, per poi poggiarla su quelli di Nico, prendendo ad accarezzarli. “Non so, fastidiosa?”
“E allora è perfetta per Leo” ridacchia Nico, rilassandosi sotto il tocco delicato del compagno.
Ed ama questo quadretto. Ama la mano di Percy sui suoi capelli.
Ama sentire Leo lamentarsi.
Ama vedere Annabeth con il suo carattere forte prenderlo in giro.
Ama la mani di Piper e Reyna unite in una stretta delicata.
Ama le occhiate innamorate che Frank lancia ad Hazel; come gli era venuto in mente di voler partire?
Ama persino le risposte acide di Drew.
Per la prima volta ama tutto quello che lo circonda.
E si sente bene.
Dannatamente bene.

-

Nico è seduto sulle gambe di Percy, e le labbra del più grande si poggiano ripetutamente sul suo collo, facendolo rilassare.
Forse stare in ospedale non è una cosa così brutta, alla fine. Hanno tutto il tempo che vogliono per stare insieme, soli. Anche se tutte quelle visite glielo impediscono.
Nico poggia la fronte sulla sua, godendosi il profumo di acqua marina che il corpo di quel ragazzo emana.
Le labbra di Percy si poggiano sulle sue, distraendolo da tutti i suoi pensieri. Tutto intorno a lui diventa offuscato, mentre quelle labbra morbide toccano le sue in maniera delicata.
E non desidera altro, se non quel piccolo contatto, che però è in grado di mandargli il cuore a mille.
Un colpo di tosse dietro di loro li fa sussultare, per l'ennesima volta. Nico si volta improvvisamente, e quello che si ritrova davanti gli fa spalancare gli occhi.
Dei ciuffi biondi e ribelli, accompagnati da dei grandi occhi azzurri, ed un sorriso smagliante rivolto a lui.
Jason è qui. Con un mazzo di fiori in mano, e la spensieratezza nei suoi occhi. Come prima, come non lo aveva mai visto.
“Hei Nico” dice, senza perdere quel sorriso smagliante. “Allora, come stai?”
“Jason...” sussurra, prima di voltarsi a guardare Percy, aspettandosi una reazione. Il ragazzo si limita a sorridere, ed annuire con la
testa.

E niente blocca più Nico.
Scende dal letto, e corre verso il più grande, per poi buttargli le braccia al collo come non ha mai fatto prima. Jason lascia cadere i fiori a terra, per riuscire ad abbracciare quel gracile corpo che gli ha cambiato la vita.
Lo stringe forte, sollevandolo quasi da terra. E Nico nasconde il viso nell'incavo del suo collo, mentre le ennesime lacrime escono dai suoi occhi.
Troppe emozioni.
Troppe emozioni in un solo giorno per riuscire a controllarle.
“Jason” dice, ed un singhiozzo gli esce rumorosamente dalle labbra. “Ce l'abbiamo fatta, lo abbiamo trovato. Insieme, io e te. Ce l'abbiamo fatta.”
Ed i singhiozzi gli impediscono di parlare. Perchè questa è una storia che hanno iniziato insieme, era il loro legame; trovare quell'uomo insieme, fargliela pagare, ricostruirsi, uniti.
Ed adesso anche questa storia si è completata. Adesso è arrivata al capolinea.
Eppure questo non significa che il loro rapporto finirà, anzi. Nico lo sa, rinascerà. Più forte, più duraturo, senza malintesi, senza sofferenze.
Niente più lacrime, se non di gioia.
Niente più nero.
Niente più gelosia.
Niente di niente.
Solo Jason e Nico, Nico e Jason.
E stringere ancora di più le braccia intorno al collo del ragazzo gli viene istintivo. Stingerlo come se non si vedessero da anni. Stringerlo per riuscire a non farlo scappare mai più.
“Mi sei mancato, Jason” singhiozza, stringendo la maglietta tra le esili dita. Il biondo ridacchia, con gli occhi lucidi. Aumenta la presa sul corpo del più piccolo, chiudendo forte gli occhi per reprimere le lacrime.
“Non me ne andrò più Nico, questa è una promessa.”
E senza accorgersene, Percy è vicino a loro, con un sorriso idiota sulle labbra e le braccia conserte.
Jason si stacca dall'abbraccio col più piccolo, e lo fissa. In fondo non è una cattiva persona, forse lo ha sempre saputo.
Ha vegliato su Nico, lo ha protetto, non lo ha lasciato solo; come ha sempre fatto lui. In fondo, pensa, Perseus Jackson è veramente
la persona adatta a Nico Di Angelo.

“Hai mantenuto la promessa” dice quindi, porgendogli la mano, come per stringerla. Percy la fissa, confuso. “Che promessa?”
Ed il biondo scuote la testa, ridacchiando quasi. “Ti sei preso cura di lui, lo hai fatto.”
E Percy ricorda. Ricorda le parole che Jason gli aveva rivolto prima di andarsene. E sorride. Sorride come un bimbo.
“Non smetterò mai di farlo” dice, prima di avvolgergli le braccia intorno al collo abbracciandolo.
Al diavolo strette di mano, sorrisi, gesti formali. Jason è sorpreso da quel contatto così amichevole, così sincero, e l'unica cosa che riesce a fare è quello di ricambiare l'abbraccio e sorridere.
“Hei” si lamenta Nico, alzando gli occhi al cielo. “Ci sarei anche io!”
Percy gli lancia un'occhiata divertita, per poi sbuffare. “Stai zitto tu” dice, prima di prenderlo per la manica e trascinarlo
nell'abbraccio.

Nico si ritrova tra il corpo del suo migliore amico e quello del suo ragazzo, stretto in questo abbraccio caldo e rassicurante.
E si sente bene. Dannatamente bene.
“Andrà tutto bene adesso, vero?” chiede, alzando lo sguardo verso gli altri due ragazzi.
Jason e Percy lo fissano, per poi sorridergli spensierati. Sorrisi. Dopo tanto tempo, sorridono.
“Si, Nico” gli risponde Percy, abbassandosi e posandogli un leggero bacio sulle labbra.

Adesso andrà tutto bene.

-

Nico entra dentro la loro nuova stanza con la scatola contenente la sua roba in mano, ed una espressione decisamente contrariata.
Oh, andiamo, Nico” lo richiama il biondo, posando la sua scatola su un letto. “Sono sicuro che ci divertiremo!”
Il più piccolo alza gli occhi al cielo, per poi posare il suo di scatolone sul letto che gli è rimasto. “E se io avessi voluto quel letto?” dice, scoccandogli un'occhiata infastidita.
Jason fa spallucce, mettendosi a sedere. “Mi dispiace, non riesco a dormire vicino alla porta.”
Nico alza gli occhi al cielo, sbuffando. “Non voglio restare qui.”
Sarà bello, Nico.”
Come fai a saperlo?” chiede, alzando lo sguardo sul ragazzo. Perchè è così propositivo? Cosa ne sa lui di cosa potrebbe accadere? Cosa ne sa lui di quello che succederà?
Jason si alza dal suo letto, per poi sedersi affianco al più piccolo. “Semplice, non lo so.”
E Nico lo fissa sorpreso dalla sua risposta. Alza un sopracciglio confuso, senza però fare domande.
Non so cosa accadrà, Nico. Ma so che sono con te, che passeremo del tempo insieme, che sarà divertente.
Non so chi incontreremo, nuove amicizie, nuovi incontri, non so se piangeremo, rideremo, magari litigheremo pure.
Non so cosa accadrà in questa stanza, o forse fuori. Non so nulla.”
Nico lo fissa, catturato dalle sue parole. E gli danno per un secondo la voglia di andare avanti. La voglia di scoprire davvero cosa gli riserva il destino, in quella strana stanzetta d'università.
Non so cosa ci accadrà. Ma andrà tutto bene, okay?”
E Nico lo fissa. Fissa quegli occhi chiari ed accoglienti, ed abbozza un sorriso.
Si, si andrà tutto bene.
Questa volta, se lo sente davvero.

Okay.”

 



Angolo autrice:D
Voi non lo sentite, ma io sto davvero singhiozzando. Ma forte. E' un trauma il fatto che sia finita.
In fondo mi ci ero davvero affezionata tanto anche io, e mettermici durante la settimana a scriverla era ormai diventata un'abtudine. Una bella abitudine.
I ringraziamenti li lascio nell'epilogo, l'ultimissimo capitolo.
E boh... Sono così triste che non riesco a scrivere nient'altro xD
Boh, vi voglio bene. Tutto qui:')
Un bacione, LauraPalmerBastille.
  
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