Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: Xery_chan    26/04/2015    1 recensioni
Una storia ambientata in un mondo in cui la lotta tra Luce e Tenebre si intreccia con speranze, odi e sete di vendetta generata da una menzogna.
Un racconto in cui un amore proibito,dettato dalle leggi dell'immoralità, è possibile, ma soggetto ad un futuro così incerto.
Valentina è la quarta, ed ultima, figlia della Luce. Dovrà scofiggere le Tenebre, superando le sue paure e le sue incertezze. Liria, Naomi e Shilim la precedettero in questo compito, fallendo.
Ma la nostra eroina non sarà sola: verrà aiutata da Astral e Barian, i suoi fratelli maggiori, ed, in seguito, un gruppo di amiche fedeli e inisostituibili.
Insieme ce la faranno? Riusciranno a diradare la nebbia di mistero che avvolge un periodo persino precedente alla creazione dell'Universo?
Non sarà così semplice, perchè tra tradimenti, peccato e tentazione rischi di non poterti fidare più nemmeno della tua anima.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asutoraru /Astral, Bekuta/Vector, Don Sauzando/Don Thousand, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Capitolo 7: Soltanto una delle Mille Sfumature del Bene

Valentina era ancora priva di sensi:pareva essere sospesa in aria, avvolta da un indistinto velluto di nebbia. La sala in cui si trovava era soffocante, l'aria stagnante sapeva di chiuso. Le pareti di roccia erano lievemente umide e adornate da nicchie, all'interno delle quali si potevano vedere statue di draghi e uccelli dalle fattezze mistiche.
L'unica fonte di luce era una celestite (n.a.:minerale azzurrino/trasparente) tondeggiante, poggiata su un pilastro di roccia posto su un altare.
Da un angolo immerso nella penombra si fece avanti una ragazza minuta con i capelli corti, lilla come gli occhi; indossava un vestito lungo e bianco, molto elaborato. Arrivò davanti al corpo della figlia della Luce e pose un fiore che aveva in mano sopra il suo petto.
-Alba, sei sicura che il Giglio della Luce  possa farla svegliare?- a rompere il silenzio era stata un'altra  figura, ancora celata dall'ombra -Nessun essere vivente, a parte la Creatrice, può sopravvivere in questo mondo se non è in trance - riprese.
Si trattava sicuramente di una ragazza sui sedici anni, più grande di quella dai capelli lilla.
-Abbi fiducia in me, Nashiram, sorella mia: il Giglio le permetterà di possedere tutti i suoi poteri anche qui, quindi sopravviverà - rispose Alba.
Nel frattempo il fiore aveva iniziato a brillare di una luce sempre più intensa per poi entrare nel corpo di Valentina.
Pochi secondi dopo lei aprì gli occhi e, disorientata, cominciò a guardarsi attorno freneticamente mentre si alzava in piedi.
-Dove sono? E chi siete voi? - la ragazzina era nel panico.
-Ti trovi nel mondo degli spiriti...io sono Alba, portatrice dell'aurora - rispose la ragazzina con i capelli chiari.
-Io sono Nashiriam, signora delle ombre del crepuscolo- fece l'altra ragazza emergendo dall'ombra:aveva gli stessi tratti della sorella e come i suoi, gli occhi erano lilla, mentre i capelli erano corti e viola. Indossava un vestito molto simile a quello dell'altra, ma sui toni del nero.
-Mondo degli spiriti? Sono morta!?!- Valentina sgranò gli occhi.
In quel momento si aprì un portale rosso da cui uscì una ragazza con lunghi capelli carmini legati in una coda alta, che scoppiò a ridere: -No no,sei viva e vegeta, tranquilla - si ricompose quasi subito, poi continuò: -Io sono Scarlett, signora degli Inferi-  i suoi occhi nocciola screziati d'oro brillavano di bagliori argentei alla luce del minerale che fungeva da diffusore di illuminazione.
-Sono lieta di fare la vostra conoscenza- sussurrò la figlia delle Luce.
-Niente formalità,  ti prego. Siamo tra amiche, ok?- Alba sorrise dolcemente a Valentina, poi le fece cenno di seguirla.
 Scarlett aprì l'immenso portone in ebano finemente intagliato che dalla stanza conduceva a una scalinata piuttosto ripida, verso la superficie. La percorsero senza fiatare.
Dopo un tempo che parve infinito giunsero in un'altra stanza, illuminata da immense vetrate colorate. Il lampadario in cristallo che sovrastava le quattro ragazze dava un'aria sontuosa al locale. Di fronte a loro si ergeva un'altra porta, da cui filtrava la luce del mattino. Alba vi si avvicinò per poi aprila.
Valentina fu costretta a ridurre gli occhi a due fessure per non rimanere accecata quando la ragazza la spalancò. E, solo dopo alcuni secondi, riuscì ad abituarsi alla luce e a guardarsi attorno:fuori c'era un ampio spiazzo erboso, delimitato da uno strapiombo, puntellato di piccoli cespugli, alberi e fiori bianchi, qui e là si potevano vedere i resti di porticati e colonne, probabilmente appartenuti alla struttura originale del tempio in cui si trovavano le ragazze.
La luce solare che filtrava tra le chiome degli alberi prendeva le sfumature dell'arcobaleno, il cielo era limpido e disseminato di cirri, che proiettavano ombre gioconde sul terreno erboso. Gli uccelli cantavano e in lontananza si avvertiva lo scroscio di una cascata.
Solo respirando la brezza pura che soffiava in quel momento la ragazzina si accorse di quanto fosse immobile l'aria all'interno dell'edificio da cui era appena uscita.
Quasi le avesse letto nel pensiero, Scarlett le fornì la spiegazione:-Questo edificio è bloccato nel tempo, come molti altri luoghi in questo mondo...non ne conosciamo la ragione precisa, ma abbiamo ipotizzato che sia a causa del danneggiamento del tessuto dello spazio tra le dimensioni di questa realtà.-
Nashiriam guardò Valentina sorridendo:-Penso che sia giunto il momento che tu inizi ad esplorare il nostro mondo...e comincerai dalla città Celeste- disse.
La pietre del selciato su cui si trovava Valentina cedettero, portandola a precipitare nel vuoto.
Spalancò la bocca per urlare, ma si costrinse a richiuderla quando dei detriti vi entrarono. Tossì mentre serrava anche gli occhi per evitare che la polvere li irritasse.
Ad arrestare la sua caduta fu una coltre di nubi sorprendentemente spessa  e solida. Valentina si rimise in piedi a fatica e cominciò a guardarsi attorno incuriosita:alla sua destra  si estendeva una foresta di alberi dai rami intricati le cui fronde parevano di cotone; alla sua sinistra invece scorrevano leste le acque di un ruscello. L'orizzonte era coronato da alte montagne dalle cime aguzze.
Alba, Nashiriam e Scarlett atterrarono al suo fianco, leggere come piume.
-Eccoci giunte a destinazione-Alba sorrise.
-Con qualche osso rotto extra- borbottò la figlia della Luce. Sentiva il sapore tipico della terra in bocca e non era particolarmente piacevole.
-Il fine giustifica i mezzi- Scarlett fece un lieve sorrisetto divertito -Comunque: qui governano Ilina e Tempest-.
In quel momento una voce profonda irruppe nella mente della messaggera della luce:"Finalmente ho l'onore di conoscerti".
Alcune nubi a poca distanza da lei cominciarono a vorticare sempre più rapidamente, fino a quando non furono trapassate da un'enorme creatura piumata simile a un'aquila.
Dopodiché il tappeto bianco tornò calmo, privo di ogni movimento. Valentina si trovò ad ammirare estasiata il il rapace che era appena apparso:non era un'aquila, però gli occhi da cacciatore e gli artigli possenti gliene ricordavano una.  Il piumaggio era sui toni dell'azzurro:aveva piume celesti che gli ricoprivano la testa e parte del collo, mentre quelle che rivestivano il corpo erano blu oltremare. Sulla nuca aveva come una cresta di penne delle code dei pavoni,che in quel momento erano ripiegate. Le ali erano bianche e la coda, composta da lunghissime piume, era turchese.
Sulla fronte dell'uccello c'era una ragazza che indossava un vestito candido.
"Molto piacere: io sono Tempest, sovrana delle tempeste, mentre lei è Ilina, signora dei cieli, nonché mia master".
Ilina saltò giù dal capo del suo mostro per poi raggiungere Valentina:-Sono onorata di conoscerti, Figlia della Luce-
-Anch'io sono lieta di fare la tua conoscenza.- Valentina sorrise alla signora dei cieli.
-Amica mia, ti prometto che ci incontreremo di nuovo molto presto, ma è ora che tu conosca  la signora della natura. Potrai trovarla attraversando quella porta- Ilina indicava un'entrata contornata da un bagliore dorato.
-Ehm...ok...- sussurrò Valentina, osservando nella direzione indicatagli dalla ragazza.
Voleva chiederle perché c'era una porta lì sospesa, ma non fece in tempo ad aprir bocca, che Ilina e Tempest erano già svanite.
Sbuffò e raggiunse il varco che l'avrebbe condotta dalla signora della natura e, aprendolo,si ritrovò di nuovo al buio.
Scarlett, Alba e Nashiriam, che erano rimaste zitte durante la conversazione tra la ragazzina e la signora dei cieli, l'avevano preceduta.
-Allora...andiamo?-Nashiriam era molto impaziente.
L'unica via per scendere era costituita da una fila pietre dorate sospese a mezz'aria.
-Fantastico...se cado, rischio di sfracellarmi da qualche parte laggiù- borbottò Valentina, osservando la voragine che si apriva sotto di lei.
-Pessimista...- Scarlett cominciò a scendere saltando da una pietra all'altra, seguita dalle due amiche.
Valentina prese coraggio e le seguì.
L'oro venne sostituito  dal marmo, che però lasciò presto il posto a strati di roccia friabile,  che si  sbriciolavano ad ogni balzo.
L'oscurità si diradò lasciando intravedere  una foresta molti metri più in basso.
I "gradini" terminarono molto più in alto del livello della terra ferma e, quando Valentina mise il piede sull'ultimo, quello si scosse bruscamente per poi cominciare a scendere rapidamente verso il basso. Si sgretolò quando mancava una dozzina di metri da terra e Valentina atterrò su un'enorme foglia arcuata, che la fece scivolare a terra:almeno l'atterraggio non era stato brusco come il precedente.
E, come prima, le sue tre accompagnatrici atterrarono delicatamente :la cosa la fece irritare molto.
Guardandosi attorno, si rese conto di trovarsi in una specie di giungla dove piante, fiori e qualunque altra forma di vita erano assai più grandi del normale.
Davanti a lei si poggiò una farfalla dalle ali verdi con sfumature assolutamente magnifiche. Valentina allungò una mano e, appena la sfiorò, la farfalla si trasformò improvvisamente in un grifone dalle piume semitrasparenti simili a lamine di smeraldo. I suoi occhi color degli abissi esprimevano fierezza e forza.
La ragazza ne rimase affascinata e, persa nei suoi pensieri, non notò la ragazza che le era arrivata alle spalle.:aveva i capelli color delle foglie e gli occhi castani.
-Ciao-
Nell'udire la voce della fanciulla, Valentina sobbalzò girandosi a guardarla.
-Ciao...- rispose.
-Ho notato che ti piace il mio grifone: si chiama Flora, guardiano delle foreste e della terra. Io sono Karse, la signora della natura- la ragazza che aveva appena parlato porse una mano a Valentina per aiutarla ad alzarsi -
-Molto piacere...-
Valentina riprese a guardarsi attorno:colibrì grandi almeno quanto lei succhiavano il nettare da fiori dalle dimensioni spropositate, mentre libellule grandi come elicotteri sfrecciavano in una sfrenata corsa sopra la sua testa. Il vento che soffiava da est portava un odore umido: presto avrebbe piovuto.
-Seguimi, ti condurrò da Tidal e Alexia.-Karse parve accorgersi solo ora che oltre a Valentina nel suo regno erano giunte anche Alba, sua sorella e Scarlett:-Ehi...che rarità vedervi nel mio territorio- disse in tono acido.
-Sempre lieta di vederti Karse, amica mia- le rispose per le rime Nashiriam.
-Tks...-Karse assunse un'aria di superiorità.
-Strega- sussurrò Alba, facendo ridacchiare Nashiriam.
-Come, scusa?- la signora della natura aveva gli occhi fiammeggianti.
-Ha detto “strega”! Ma ci senti o hai le orecchia otturate dai moscerini?- Scarlett cercava di scacciare via un nuvolo di quegli insetti (forse un pelino più grandi del normale) che ronzavano un po' ovunque:-Hai presenti le vecchie racchie con i capelli ispidi e unti, il naso lunghissimo a mezzaluna con un brufolo verde sulla punta? Ecco:quelle streghe- riprese strappando una grossa foglia da una pianta e scacciando, finalmente, i mega moscerini.
-Ma come ti permetti?-urlò la signora della natura.
Tra le quattro scoppiò un violento litigio.
Valentina le osservava sconcertata:stavano tirando fuori il peggio di loro. Volavano insulti anche piuttosto pesantini.
Flora, che fino a quel momento si era limitata a scuotere la testa d'aquila con disappunto, si era accucciata nascondendo il muso sotto le zampe.
La figlia della Luce avrebbe potuto trovare la scena buffa, ma avvertì una forte fitta alla testa e una allo stomaco che la costrinsero a prendersi il capo tra le mani e a piegarsi in due. Faceva male. Molto male.
Le quattro custodi smisero di colpo di litigare per capire cosa avesse. Le loro domande preoccupate arrivavano alle orecchie della figlia della Luce come frasi senza senso, attutite come se fossero appartenute ad un altra realtà.
La sua vista si appannava sempre più e sulla visuale apparvero le prime macchie scure. Poi...nero. Come una notte senza stelle, come gli abissi marini.
-Impossibile...si sta già riprendendo...- THOUSAND!! La consapevolezza che la voce che aveva udito, apparsa alle sue orecchie come una fragorosa esplosione, era quella del nemico, la stordì ancora di più.
-Come pensi sia possibile? -
Ma chi era stato a parlare?
-Non lo so!!!-  ringhiò Thousand alla voce che a Valentina era sconosciuta.
Un'altra fitta di dolore la colse alla sprovvista e la ragazzina urlò.


-Impossibile...si sta già riprendendo...-Thousand appariva molto turbato.
"È nervoso" pensò Kurai:quando il padre lo era, cominciava a fare avanti indietro torturandosi le mani, ed era proprio quello che stava accadendo in quel momento.
-Come pensi sia possibile?- chiese di nuovo il ragazzo.
-Non lo so!!!- urlò Thousand.
Kurai abbassò il capo e strinse i pugni tanto da piantarsi le unghie nella pelle. Detestava quando qualcuno gli urlava contro:il sangue di tenebra cominciava a ribollire nelle vene, rischiando spesso di fargli perdere il controllo. Non ne comprendeva il motivo, ma non riusciva a frenarsi. Fece un respiro profondo per riuscire a calmarsi.
"1...2...3...calmo Kurai, calmo" pensò il ragazzo, mentre suo padre continuava a camminare avanti e indietro borbottando.
Un mugugno soffocato fece voltare i due verso la ragazzina.
Stava aprendo gli occhi.
-Maledizione- imprecò il dio del mondo Bariano.
-Padre, meglio se le iniettate la seconda dose del vostro sangue- Kurai gli stava porgendo un'ampolla piena di liquido nero.
Thousand annuì prendendo il contenitore di vetro e, con una siringa, prelevò un'abbondante dose per poi somministrarlo alla ragazzina ormai quasi sveglia.
Lei emise un mugolio di dolore e richiuse gli occhi.
-Muoviti Kurai...andiamo a recuperare l'occorrente per aprire un varco alle Tenebre nel cuore della ragazzina- .
Thousand stava già uscendo dalla stanza.
-Si, padre- il ragazzo osservava Valentina:era sicuro di averla già vista da qualche parte...ma dove?
I suoi occhi gli stuzzicava la mente e i ricordi...
-Kurai!!!-
La voce dell'uomo lo distolse dai suoi pensieri.
-Si...arrivo.- e, lanciando un'ultima occhiata alla ragazza, si allontanò seguendolo.


Valentina aprì nuovamente gli occhi.
Il mondo intorno a lei era una macchia indistinta che vorticava.
-Valentina...- era la voce di Karse.
Finalmente l'infinito girotondo di colori si placò, lasciando la ragazzina stordita e disorientata.
Erano chinate su di lei Alba, Nashiriam,  Scarlett e Karse, tutte visibilmente preoccupate.
-Come stai? -
-Tutto bene?-
-Cosa è successo?
Le molte domande le facevano sentire la testa come se fosse sul punto di scoppiare.
Aveva la bocca impastata e non riusciva a parlare. Semplicemente non ne aveva la forza:si sentiva prosciugata di ogni energia.
Con grande sforzo riuscì a dire un "Sto bene, tranquille" che era e suonava come una bugia.
Tentò di rimettersi in piedi, ma le gambe non ne volevano sapere di sorreggere il suo peso e ricadde in ginocchio.
-Aspetta:ora ti aiuto- Karse le prese per mano, aiutandola ad alzarsi.
Nashiriam prese le spalle di Valentina in modo da darle stabilità.
-G-grazie- sussurrò la ragazzina.
-Ti stavi svegliando...- Scarlett la guardava attentamente
-Si...si mi ero...svegliata? Quindi è come se ora stessi dormendo? Tutto questo non è reale?- Valentina espresse ad alta voce, senza volerlo, le domande che si erano appena formate nella sua testa.
-Si e no...questa è una dimensione alternativa...chi vive qui quando dorme e sogna si trova nel mondo che per te è la realtà e viceversa...è un concetto un po' complicato- era stata Alba a risponderle -Ce la fai a proseguire?- chiese poi.
-Certo-


Astral, Barian, i bariani e la Creatrice si trovavano sulla spiaggia.
La riunione che avrebbe dovuto svolgersi quel giorno era stata rimandata all'indomani, essendo passata in secondo piano nella scala delle priorità: ora bisognava trovare Valentina e la traccia più evidente del suo potere proveniva dal mare bariano.
Un forte vento aveva cominciato a soffiare impetuoso, spazzando via le nubi che avevano popolato fino a quel momento il cielo, ora tinto di un intenso rosa salmone dovuto all'imminente alba. Le onde si infrangevano sugli scogli con fragore, mentre quelle che si stendevano languide sulla sabbia umida lasciavano residui di spuma bianca. Lamine di luce, dovute al bagliore dei primi raggi solari che spuntavano dall'orizzonte, si proiettavano sulla sabbia carminio chiara, accarezzata dall'acqua.
Poi il vento iniziò lievemente ad affievolirsi, riuscendo comunque a sollevare veli di sabbia che si abbattevano sulle gambe dei presenti come frustate leggere.
"Sorellina..." Astral era molto preoccupato: la ragazzina era riuscita a cacciarsi in un gran bel guaio.
-Astral, abbi fede:è più forte di quel che sembra- il tono del Drago d'Infinito era controllato, ma la sua espressione tradiva un po' di ansia.
Barian scrutava l'orizzonte con sguardo da falco. Sapeva che la sorella sarebbe tornata sana e salva, ne era assolutamente certo. Però era molto turbato, questo non lo poteva negare.
"Ma che le è saltato in mente? Ha irritato Thousand...come pensava di passarla liscia?" anche Misael pensava alla figlia della Luce:aveva l'aspetto di una bambina, ma mai nella vita il bariano aveva avvertito energia lucente più potente della sua, eccetto che nella Creatrice.
Notò poi che Barian si stava avvicinando alle acque rossastre.
"Cosa vuoi fare?" Misael diede inizio a una comunicazione mentale con l'amico.
"Vado a cercare mia sorella" e si tuffò.

POV Martine
Mio padre e mio fratello erano appena usciti dalla stanza: era il momento di agire.
-Glace...sei pronta?- guardai la ragazza bariana accanto a me, che annuì.
-Io sono nata pronta- anche se era in forma bariana intuii in quel momento uno dei suoi soliti sorrisetti.
Scossi lievemente la testa sorridendo a mia volta: la mia migliore amica era incorreggibile.
Ci guardammo negli occhi e dopo un cenno del capo sgattaiolammo fuori dal nostro nascondiglio, raggiungendo la lastra di cristallo rosso su cui era distesa la figlia della Luce:Glace ruppe i cristalli che le bloccavano polsi e caviglie e io la presi in braccio.
Si udirono dei passi. Mio padre!
Alla velocità della luce io e la mia complice ci dileguammo.
-Missione compiuta!- sussurrai.
-Già...siamo una grande squadra!-esclamò di rimando lei.
Poteva dirlo forte!*
Raggiungemmo camera mia il più rapidamente possibile e Glace chiuse a chiave al porta.
In quel momento mi giunse un'ondata di energia oscura:ca...Ca...Cavolo! Si, cavolo!!! Mio padre mi aveva scoperta e mi avrebbe di certo squartata alla prima occasione. (n.a.:si è corretta all'ultimo XD)
Poggiai la ragazzina sul mio letto, mentre Glace evocava dei sigilli molto potenti. Resistenza, invulnerabilità, difesa ... Guardandoli, la mia mente dava loro questi significati.
-Siamo nei guai...se non si sveglia in fretta, mio padre riuscirà a beccarci- dissi preoccupata.
Bum!  Il primo colpo alla porta.
-Martine, so che sei lì dentro:esci subito!- nell'udire la sua voce un brivido freddo mi percorse la schiena.
-Cambio di programma- schioccai le dita e apparve un portale.
Glace sollevò Valentina e ci si fiondò dentro, seguita a ruota da me. Giunte dall'altra parte chiusi il portale, proprio mentre mio padre e mio fratello facevano irruzione nella stanza.
-C'è mancato poco...-sospirò Glace.
Io annuì. Ci trovavamo nella stanza dove mio padre aveva sigillato l'arco di Liria all'interno di una bolla di tenebra, in modo che Valentina non lo trovasse: le avrebbe dato troppo potere e lui non rischiava mai quando si trattava della lotta Luce vs Tenebre.
-Lì dentro c'è l'arco dello Spirito, vero?- la mia amica cercava di vedere l'arma attraverso la bolla di tenebra.
-Già...- mi avvicinai e mi concentrai. Gli incantesimi oscuri non erano il mio forte, ma me la cavavo comunque benino.
La sfera cominciò a tremolare, ad espandersi sempre più e a rimpicciolirsi rapidamente. Questo susseguirsi di mutamenti sulla sua superficie durò circa due minuti; poi, finalmente, esplose. Il liquido nero che ne uscì si riversò sul pavimento:era caldo e vischioso, una vera schifezza.
L'arco brillava di una luce dorata e azzurra e stava sospeso in aria, roteando su sé stesso pigramente. Il cristallo azzurro di cui era composto era decorato con argento sfaccettato e intarsiato e aveva la forma di due ali d'angelo: le figlie della Luce si trattavano bene. Anche la faretra, che era apparsa in quel momento, era davvero molto elaborata:anche essa era di cristallo sfaccettato, che dava luminosità, decorato con due draghi rampanti in bassorilievo. Le frecce al suo interno erano argentee.
Glace osservava in silenzio i due strumenti, rapita: ne era rimasta colpita, lo si notava dalla sua espressione estasiata.
-Belli,eh?- feci io.
-Magnifici...-rispose assorta.
Valentina si agitava appena tra le sue braccia, probabilmente era incapace di rimanere ferma davanti a quel potere a lei così familiare.

 
Le quattro si incamminarono verso un punto in cui la foresta pareva diradarsi:Karse aveva deciso (chissà perché) di rimanere nel suo regno.
La luce solare,che filtrava tra la fitta vegetazione, assumeva le sfumature dell'arcobaleno e faceva luccicare ogni singola goccia di rugiada che imperlava le foglie delle piante altissime, dando un tocco fiabesco a quel luogo.
Di lì a poco le orecchie di Valentina furono inondate dallo scroscio di una cascata.
Aumentò la velocità del passo fino a quando Scarlett non si fermò.
La figlia della Luce la guardò interrogativa:- Perché ti sei fermata?-
-Ho un paio di cose urgenti da fare... Ci vediamo nel mio regno!- e scomparve.
Valentina rimase un po' interdetta.
-Stiamo andando nel regno dei Ghiacci e la signora di quel luogo è Alexia, sorella maggiore di Scarlett...hanno un pessimo rapporto- spiegò Alba.
-Oh...capisco- annuì la figlia della Luce.
Procedettero fino a trovarsi, improvvisamente,  proprio di fronte a due enormi cascate.
Lì il rumore dell'acqua era assordante, ma, in fondo, ne valeva la pena visto lo spettacolo  che si mostrava: la luce che si rifletteva sulle particelle d'acqua sospese in aria creava sgargianti arcobaleni, che parevano riflettersi più e più volte sulla superficie spumosa delle cascate.
Dietro di lei la foresta era svanita, sostituita da una distesa di ghiaccio e neve.
Nella mente della ragazzina si stavano risvegliando i ricordi di Liria, ottenuti grazie alla purificazione:lei quel luogo l'aveva visitato.
-Ben arrivata! Ti stavamo aspettando- il flusso dei ricordi venne interrotto da una voce profonda che annunciò l'emergere dal lago, in cui le cascate immettevano le loro acque, di un grosso drago:aveva il corpo ricoperto di squame bianche e argentee che brillavano leggermente, la coda era molto lunga e terminava con due squame più grandi, a destra e a sinistra. Aveva solo le due zampe anteriori.
-Sono Tidal, drago sovrano dei fluidi e del gelo.-ruggì il rettile bipede.
Valentina gli sorrise, poi davanti a lei apparve una ragazza sui diciannove anni, con gli occhi blu e i capelli azzurri.
-Eccomi, figlia della Luce, perdona il mio ritardo- chinò il capo leggermente imbarazzata, mentre Tidal emetteva un forte sbuffo dalle narici che doveva essere una risata. La giovane fulminò il suo drago con lo sguardo:-Sono Alexia, custode delle cascate-.
Sembrava così "docile" e simpatica...come poteva Scarlett non andare d'accordo con lei?
-Uff..tempo scaduto...e non abbiamo potuto scambiare nemmeno due parole- la custode era assai contrariata .
Alexia pestò il piede a terra e, in quel punto, si aprì una spaccatura.
-Ehm...devo saltarci dentro?- la figlia della Luce era piuttosto preoccupata.
-Ma certo!-Alexia diede una piccola spinta a Valentina che, non aspettandoselo, perse l'equilibrio e cominciò a precipitare.
-Ricordati di atterrare in piedi!- la spaccatura nella terra si richiuse soffocando le parole della signora dei Mari.
Il buio creava una specie di bozzolo attorno a Valentina fino quando un bagliore rosso acceso la avvolse. Atterrò su una lastra di roccia caldissima circondata da una distesa di lava.
-Eccoti finalmente!- esclamò Scarlett alzandosi di scatto da un trono in rubino e avvicinandosi alla ragazzina accanto alla quale  erano appena atterrate Alba e Nashiriam.
La rossa venne presto affiancata da un unicorno dal manto nero con rilessi blu elettrico. Aveva la criniera blu oltremare che danzava come fiamme al vento. Mentre sbuffava, emetteva scintille incandescenti che si disperdevano velocemente nell'aria.
-Lui è Blufire, signore dei fuochi fatui- sorrise Scarlett.
-Wow...è bellissimo- affermò Valentina.
La sedicenne dai capelli rossi sorrise dando piccole pacche sul collo del suo destriero.
Valentina notò che affissa ad una stalagmite di roccia  vulcanica era appesa una spada che sembrava brillare di luce propria.
-È la spada dell'Anima, unica arma utilizzata da Naomi nelle sue battaglie- rispose Scarlett alla muta domanda che esprimevano gli occhi della figlia della Luce.
-Naomi?- chiese la ragazzina.
-La seconda figlia della Luce, l'Anima Pura o, almeno, così la chiamavano i seguaci delle Tenebre-
-Tutte le figlie della Luce hanno un nome tipo questo?-
-Non è propriamente un nome...si tratta più che altro di un titolo che veniva loro affibbiato-
-Oh....-Valentina sembrava voler dire qualcos'altro ma fu interrotta da Alba:- Tempo scaduto!!! Ora devi venire nel mio regno e quello di mia sorella- disse eccitata.
"Tutti molto tranquilli oggi, eh?" si chiese mentalmente Valentina.
Nashiriam emise un fischio acuto. Ricevette in risposta un suono molto simile che annunciò l'arrivo di un drago lilla con le ali cangianti viola-fucsia.
Le due sorelle saltarono in groppa all'enorme rettile seguite subito dopo dalla figlia della Luce.
Il drago spiccò il volo.
-Nessuno prima di te era mai venuto a farci visita mentre era ancora così...lucido...questo luogo corrisponde al mondo dei sogni:esiste ed è inesistente, nasce al tramonto e muore all'alba, ma in realtà non ha inizio né fine...è un concetto molto complicato essendo astratto...pensalo come una realtà parallela e complementare alla tua- dopo le parole di Nashiriam, Valentina aveva le idee sempre più confusa.
Il resto del viaggio caricò Valentina di moltissime informazioni che le sarebbero state utili nel coso della sua missione:avrebbe dovuto ricomporre una profezia divisa in otto parti, ognuna delle quali l'avrebbe ottenuta grazie ad una purificazione o dopo una prova che si sarebbe svolta nel mondo degli Spiriti; inoltre avrebbe dovuto recuperare le armi delle tre figlie della Luce che l'avevano preceduta. Una cosa era certa:sconfiggere il Drago di Tenebra  non sarebbe stato facile.
Psio, così si chiamava il drago delle due sorelle, planò delicatamente per poi appoggiare le zampe a terra.
Il terreno era ricoperto da un finissimo strato di neve, mentre sul tronco dei salici piangenti si intrecciavano delicati ghirigori di brina. Piccole gemme di ghiaccio crescevano sui sottili rami degli alberi. Nel cielo lilla viaggiavano pigre nuvole azzurrine dai contorni tinti ďoro e salmone dai due soli bloccati in un'eterna alba e un eterno crepuscolo, ai due lati del cielo.
-Eccoci arrivati nel regno delle illusioni- esclamò Nashiriam.
-Divino....-sussurrò la figlia della Luce.
-Diciamo che è molto suggestivo- sorrise Nashiriam.
-Purtroppo,  per te è ora di tornare a casa...-Alba  storse il naso infastidita dal poco tempo concesso loro.
E infatti, come aveva detto Alba, il mondo cominciò a roteare e a sfumare sempre più. Diversamente dal risveglio di poco prima, Valentina non avvertì dolore: non essendo trattenuta da quel mondo parallelo, percepì soltanto un lieve formicolio accompagnato da una sensazione di vuoto assoluto.
-E ricorda una cosa, figlia della Luce: il male è soltanto una delle mille sfumature del bene, per quanto buone potranno essere le azioni che fai, porteranno sempre sofferenza a qualcuno. Perché gli opposti si incarnano nelle nostre scelte e le rendono in parte sbagliate.


-Si sta riprendendo...-
-Già...finalmente-
Valentina aprì gli occhi:era tornata alla realtà. Chinate su di lei c'erano Martine e Glace.
-Chi siete?- chiese lei mettendosi a sedere.
Ahi!
Le dolevano tutti i muscoli e il gelo che regnava in quella stanza peggiorava le cose:penetrava prepotentemente da ogni poro della pelle fino a far tremare anche le ossa.
-Io sono Glace mentre lei è Martine- rispose la bariana.
"Martine? Non è il nome della figlia di Thousand?" la mente di Valentina, avvertendo quel nome, aveva costretto tutti i muscoli a tendersi portando il suo corpo in posizione d'attacco.
-Calma, calma.  So che mio padre non ha una buona reputazione, ma io voglio aiutarti- anche Martine era scattata in piedi, ma non aveva intenzione di attaccare.
-Aiutarmi?- la figlia della Luce era sorpresa, ma non per questo abbassò la guardia.
-Si...ma anche tu dovrai promettere di aiutare me- ripose l'altra.
Valentina guardò Martine a lungo, ma la sua attenzione fu attirata dall'arco che Glace le stava tendendo:-È impregnato del potere della Creatrice...- rifletté ad alta voce.
-Già...nell'impugnatura c'è un frammento del prisma Astrale- annuì la bariana -Prendilo:è tuo di diritto-
Era l'arco di Liria, la figlia della Luce lo riconobbe.
Valentina afferrò l'arco per poi guardare Martine:-Qual è la tua richiesta?-
-Devi aiutare mio fratello-


Barian riemerse dalle acque scarlatte del mare bariano dopo circa venti minuti di ricerche:di sua sorella nemmeno l'ombra.
-Barian!- Astral gli volò in contro -Non l'hai trovata...- si rabbuiò poi.
-La traccia sul fondale marino è molto più debole di quel che pare in superficie- rispose piatto lo spirito rosso prendendo il volo.
Astral abbassò lo sguardo e i due fratelli tornarono sulla spiaggia.
Barian era fradicio, con i capelli scarmigliati e in quel momento aveva ritirato le ali, altrimenti d'intralcio per nuotare.
-Niente?- chiese Vector.
-Niente- sbuffò Barian.
-Ti piace un po' troppo quella ragazzina...e non penso che a Barian la cosa vada giù- Arito si era avvicinato al bariano dagli occhi viola per sussurrargli quelle parole all'orecchio. Per tutta risposta lui aveva sgranato gli occhi e distolto lo sguardo dal mare:era più che consapevole che quello che gli aveva detto l'amico era vero.
-Ast! Barian! Sono qui!-
I due fratelli si voltarono verso una sporgenza a strapiombo sul mare:sopra di essa Valentina si stava sbracciando per attirare la loro attenzione.
-Sorellina!- esclamarono all'unisono.
La ragazzina prese il volo atterrando poi sulla spiaggia:-Sono ancora, stranamente, integra!- esultò.
Astral e Barian le corsero in contro:il primo preoccupatissimo mentre mentre il secondo un po' più composto.
-Grazie a noi-Martine apparve dietro i tre ragazzi assieme a Glace.
-Glace?- Vector sembrò sorpreso di vedere la sorella minore:non si faceva quasi mai vedere in quella zona, stava spesso nella loro vecchia casa.
-Fratellone!- gli corse incontro  lei, abbracciandolo -Mi sei mancato-.
Vector la strinse affettuosamente a sé:-Anche tu Glace-.
Dopo aver osservato la scena, Barian spostò la sua attenzione su Martine -La figlia di Thousand...- assottigliò lo sguardo osservandola.
-Si, è vero:sono sua figlia, ma non lo considero mio padre, sono diversa da lui- rispose lei.
-Questo è da vedere...-sussurrò lui di rimando.
-Bene, Valentina:sei tornata,cominciavamo a preoccuparci sul serio- intanto il suo padre adottivo le arrivò davanti osservandola attentamente:portava sulle spalle un arco e una faretra e sul suo collo si intravedeva l'impercettibile segno di un tatuaggio simile a dei viticci intrecciati
-Padre...so che non avrei dovuto stuzzicare Thousand ma...è stato questione di istinto:noi figlie della Luc...- seguendo lo sguardo del padre che si era posato sull'arco che aveva a tracolla si bloccò a metà frase -oh ehm...l'arco...è una delle armi...-
-Della prima figlia della Luce- la Creatrice terminò la frase per Valentina.
-Capisco...-rispose  Ferix. Valentina aveva scoperto il nome del padre solo da un paio di giorni.
"Penso che sia meglio andare " Valentina avvertì la voce mentale del Drago d'Infinito "E porta le tue amiche:voglio parlare con loro".
"Certamente"
-Gla, Marty...- chiamò la figlia della Luce, mentre la Creatrice apriva un portale.
Le due la raggiunsero e lei fece segno di seguirla nel portale.
-Perc...-
-La Creatrice vuole parlarvi- rispose alla domanda non completa di Martine .
Le due annuirono per poi fare un cenno di saluto ai presenti ed entrare nel portale.
La sensazione di formicolio che ne seguì annunciò la scomposizione in molecole dei loro corpi, necessario per viaggiare in lungo e in largo per l'universo.
Si trovarono in pochi secondi in un'enorme sala dalle pareti bianche, illuminate da riflessi azzurri simili a quelli proiettati dal sole sull'acqua. Alzando lo sguardo, scoprirono il motivo di quella bizzarra ed insolita illusione:il soffitto era effettivamente uno specchio d'acqua sul quale i raggi del sole di mezzogiorno danzavano sulle minuscole increspature dovute al guizzare dei pesci.
Glace si voltò verso la parete opposta a quella alla quale avevano rivolto il primo sguardo quando erano arrivate: vi erano affisse decine e decine di spade, pugnali, archi...tutte in materiali preziosi come oro, argento, cristallo, zaffiro...
-Wow...dove siamo?- chiese Martine.
-Nel luogo dove d'ora e in poi vi allenerete- rispose il drago d'Infinito, mentre prelevava dalle spalle di Valentina arco e frecce della prima figlia della Luce, riponendole poi su un piedistallo in cristallo.
-"Vi"?- Glace si voltò di scatto sentendo quella parola.
-Si, vi allenerete qui- udendo la risposta della Creatrice Valentina sgranò gli occhi.
-Non guardarmi così:sono loro che hanno deciso di aiutarti...ora venite qui a scegliere un'arma.- la giovane donna dai capelli biondi raggiunse la parete che fungeva da arsenale -E vedete di scegliere seguendo il cuore e l'istinto, perché l'arma che prenderete ora sarà quella che adopererete in ogni scontro-.
Le tre la raggiunsero e cominciarono a osservare le armi.
La prima a prendere il volo e afferrarne una fu Martine. Prese in mano un arco in argento:non era molto elaborato, ma gli zaffiri che lo decoravano andavano a formare immagini astratte assai affascinanti.
-Questo...- sussurrò assorta la ragazza, mentre l'arco si illuminava e mutava forma andando a decorarle il polso:era diventato un bracciare rappresentante un drago argentato con gli occhi blu.
Il Drago d'Infinito annuì e Glace si fece avanti, procedendo a passo sicuro verso un pugnale dalla lama lunga ed affilata:l'impugnatura era di rubino decorato con fregi dorati.
-Questo è mio – sorrise, mentre il pugnale prendeva la forma di una catenina d'oro con un ciondolo in cristallo scarlatto che si agganciò al suo collo.
La bariana raggiunse la figlia di Thousand e le due si batterono il cinque. Poi spostarono lo sguardo su Valentina.
La ragazzina era assorta:ogni arma sprigionava tanta energia da farle girare la testa. Erano tutte perfette:precise, resistenti, leggere, maneggiabili e, soprattutto, fedeli.
All'inizio era sicura che tutte sarebbero state ottime compagne, poi però, man mano che passavano i secondi,sempre meno armi le sembravano adatte.
Ognuna di loro aveva caratteristiche particolari determinate dal materiale di cui era costituita, dalla sua forma, dai minuscoli segni tracciati su di essa con spaventosa maestria.
Percepiva un richiamo misterioso arrivare da un'arma, ma non la riusciva ad individuare.
Riuscì a selezionare un gruppetto di quattro:una spada, due pugnali e un arco. Da una di loro proveniva quel richiamo. Valentina era così concentrata che riusciva ad avvertire il battito del suo cuore, stranamente affannoso, che pompava il sangue con tanta forza da farle girare la testa e dolere vene e arterie.
Perché doveva essere così complicato scegliere un'arma? Era estenuante, come se qualcosa non le permettesse di ragionare lucidamente, rendendo quella banale scelta un'impresa.
Ora era un testa a testa. La ragazzina percepiva gli sguardi delle sue amiche e della Creatrice addosso.
Setacciando le quattro armi, aveva scartato uno dei pugnali e l'arco. Ne  restavano solo due.

E ora che le tenebre incombono,
Quale sceglierai?
Oh figlia della Luce, quale sarà l'arma che la tua anima rappresenta?
Nella tua favola dal finale incerto, molti ostacoli ti attendono.
Alleati al tuo fianco si batteranno,
per le tue e per le loro battaglie.
Dimmi qual è la tua scelta?
Con quale arma pensi di affrontarmi?
Io che cantai l'eterna notte del caos.
Io che luce fui e che ombra sono.
Io peccato fatale dell'Infinito.
Io, che ti combatto, ti chiedo:
Quale sarà la tua scelta?
Batterti o arrenderti?
Ma per ora beati di scelte come questa,
Facili in confronto a ciò che ti porteranno.
Ora mi congedo, ma ricorda:
il bene è solo una delle conseguenze del male...
Te ne accorgerai...

Cos'era stato?
Valentina non lo sapeva:aveva udito un leggero bisbiglio,una voce roca che sembrava provenire dalle profondità della terra. Le era sembrato per un attimo di percepire lo strisciare di qualcosa di enorme, viscido e molto molto potente sotto i piedi...doveva essere impazzita.
E mentre rifletteva, riuscì ad individuare la fonte del richiamo:era la spada. Allungò la mano e la prese. Caldo, freddo. Fuoco, ghiaccio. Nero, bianco. Luce,Tenebre.
La sua spada. La sua compagna. La rappresentante della sua anima.




ANGOLINO AUTRICE
E riiiiieccomi!!!!! Sono tornata!!!
Com'è il cappy? È di vostro gradimento?  Beh....ho inserito il primo OC...Gla-chan corrisponde a ciò che  avevi pensato per il tuo personaggio? Spero proprio di si....
Ho una novità:da questo cappy in poi potrete scegliere voi il personaggio a cui fare l'intervista ^^.
Ecco i nomi tra cui potete scegliere per la prossima volta:
1-Mist
2-Rio/Merag
3-Astral
Ora che ho finito di tartassarvi di domande, possiamo procedere con il mio angolino autrice. 
E ora diamo il via alle mie infinite scuse: VI CHIEDO PERDONO!! T^T NON METTETE UNA TAGLIA SULLA MIA TESTA VI PREGO!!! È stato difficilissimo scrivere questo capitolo:un parto!!! Si, un vero e proprio parto!!! TT^TT E in più fa schifen!! SCHIFEN!!!!
Potrete mai perdonare i miei ritardi? *Occhioni pucciosi*
Fatemi sapere.
Ora vado.
saluti

Penny

P.S.:nell'ultima parte, per la precisione  il frammento di cappy scritto in corsivo simile a una poesia (ceeeeerto) a versi sciolti (senza contare che non ho rispettato il numero di sillabe in ogni verso)...beh, ecco non so bene da dove sia sbucato, ma visto che l'ho scritta all'una e mezza di notte ci sta ^^"... Chi sarà ad averla pronunciata? Lo scoprirete nel prossimo cappy.

P.P.S.: Scusate se il capitolo è monocolor ma ho dei problemini tecnici ^^''

P.P.P.S.: se a qualcuno interessa ho scritto una nuova storia sulla sezione Shadowhunters, il titolo è ''Volevo Dirti...''
ora vado davvero....ciauuuuu
 

  
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