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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    28/12/2008    1 recensioni
[NaruHina][Personaggi principali: Hinata, Kyuubi, Yondaime, Pain. OC: Sojobo, Zira, Daigoro(ebbene sì, quelli di Shadowland e Tsukuyomi Moon Phase), Tokimasa (Tutti rigorosamente non Gary-Stu e Mary Sue)][Introduzione: 'Who I Am?') Seconda Guerra Mondiale. In un laboratorio si conducono esperimenti sulla vita artificiale, degli scienziati cercano di creare "l'arma perfetta', facendo rivivere Kyuubi nel corpo di un ragazzino. Hinata è orfana di padre e madre, adottata da Sojobo, i figli di lui Madara e Sasuke. Una bambina contro un demone. Una storia che non avrà un lieto fine.
Genere: Drammatico, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Pain, Yondaime
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Zira si sentiva come stordita.

Anche lei, come Daigorou, ora non era che un mostro della genetica.

I capelli bianchi andavano ben oltre la fronte, oscurandole gli occhi, ma tra i ciuffi della frangia si intravedevano chiaramente bagliori scarlatti, intermittenti.

In corrispondenza delle orecchie due voragini grondanti di sangue, appena più su due grandi orecchie volpine.

Tentò a fatica di alzarsi. Era stata scaricata proprio come la pattumiera, in un vicolo cieco, tra casse di legno e bidoni strapieni. Il tailleur era strappato in più punti, sotto la gonna nera non c’era più nulla di umano: le aderenti calze retate comprimevano a stento le muscolose, animalesche gambe della donna, coperte di una pelliccia ispida  e bianca. Non aveva più i piedi, ma due zoccoli caprini, oltre che un serpente come lunga coda verde.

Alzando lentamente le braccia alla testa, tastando con le mani le orecchie volpine, urtò contro qualcosa di duro: aveva anche due lunghe corna.

Svelta, osservò il suo riflesso in uno specchio rotto: non aveva certo un aspetto rassicurante, anzi, sembrava molto il demonio.

 

Zira: -…-

 

Ancora una volta, provò ad alzarsi, riuscendoci. Gli zoccoli facevano rumore a contatto con le dure mattonelle della strada. Recuperò il suo block-notes, poco distante dai bidoni, e accese una delle immancabili sigarette, stranamente calma.

Anzi, si avviò sicura fuori dal vicolo, restando comunque nell’ombra, anche se un occhio attento l’avrebbe comunque potuta vedere…

Vide una ragazzina camminare tranquilla, una ragazzina dai capelli rosa come i petali del ciliegio d’estate e il kimono rosso come le ciliegie.

 

Zira: -… Hey, piccolina…-

 

La giovane si guardò intorno, ma nessuno sembrava essere rivolto a lei. Quando, all’improvviso, vide i due occhi rossi brillare nell’ombra.

Dapprima si spaventò, arretrando, ma la voce di Zira era tanto suadente e amichevole che alla fine le si avvicinò.

 

Zira: -Facciamo… Un patto?-

???: -…-

Zira: -… Che sgarbata che sono! Non mi sono nemmeno presentata! Io sono Zira. Tu…?-

???: -Sakura. Sakura Haruno, signora-

Zira: -Bene, Sakura. Dammi la tua mano-

 

Sakura le tese la mano, la perfida donna, con una delle affilate unghie, le incise il palmo. La ragazza gridò, ma non un suono uscì dalla sua gola, si divincolò, ma era tutto inutile: impresso nella pelle, un marchio di sangue dalla forma simile a una testa di volpe.

Infine, Zira si mostrò in quel che era diventata. L’Haruno, sconvolta, pietrificata, tentò ancora di dimenarsi e scappare, urlando per la bestia che l’aveva appena ingannata, ma fu tutto inutile.

 

Zira: -Mi dispiace, carina…-

Sakura: -… LASCIAMI!-

Zira: -… Ma hai fatto un patto con me!-

 

Rise orribilmente, sparendo in un vortice di fiamme verdi.

A quanto pare, questo cambiamento non la turbava molto. Ora doveva recuperare i suoi due assistenti, Juugo e Suigetsu.

 

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Hinata osservava con disinteresse la fabbricazione di katane al negozio di Minato.

Tokimasa aveva più volte cercato di capire cosa avesse, così come Naruto, ma il samurai spiegò che probabilmente era ancora scossa per gli ultimi avvenimenti. Non c’era niente che avrebbero potuto fare, se non sperare che il trauma non fosse stato tanto forte da segnarla a vita.

Ovviamente, il giovane Uzumaki non aveva ascoltato le parole dei ‘grandi’ ed aveva provato a rallegrare Hinata di suo, con scarsi risultati…

 

Naruto:  -Errr…Fai finta che quelle pallottole siano state… Semi di anguria!-

Hinata: -… Sai che cosa ci faccio con i tuoi semi d’anguria?!-

 

Rispose sarcastica lei, pentendosene poco dopo: anche se in maniera molto particolare, Naruto stava solo cercando di farla stare meglio.

Ad un certo punto, Tokimasa fece il suo ingresso nel retrobottega.

 

Tokimasa: -Posso fare qualcosa…?-

Hinata: -… Solo se potessi cambiare il passato-

Tokimasa: -Hinata… Lascia che ti dica una cosa… Le cose brutte accadono, e tu non puoi farci nulla! E’ inutile rimuginare sul passato, è passato!-

Hinata: -… Anche se il passato di perseguita…?-

Tokimasa: -Hinata… Io conoscevo tuo padre. Ti posso dire tranquillamente che è morto contento, poiché è riuscito a salvarti, non desiderava altro…-

Hinata: -Basta…-

Tokimasa: -…?-

Hinata: -Non voglio più… Stare a sentirti!-

 

Conteneva a stento le lacrime. Era rossa in viso, e tentava di asciugarsi con un lembo della manica della maglietta.

Poi corse via, uscì con l’intenzione di allontanarsi il più possibile. Voleva restare da sola.

La sera era arrivata in fretta, quel giorno.

Si era seduta a spalle contro una roccia, sulla riva del lago dove Sojobo era solita portarla, poiché si potevano ammirare delle grandi e splendide carpe.

Si raggomitolò, stringendosi al petto le gambe, senza tentare in alcun modo di trattenersi.

Per quanto avrebbe dovuto soffrire, ancora…?

  
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