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Autore: malpensandoti    29/04/2015    6 recensioni
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Words As Weapons
Elastic Heart

 
And another one bites the dust
Oh, why can I not conquer love?
And I might have thought that we were one
Wanted to fight this war without weapons

 

 



L'appuntamento con Cyndi è andato molto più che bene, dice Oscar.
Georgia lo ha sentito parlare per due giorni interi a proposito di quanto si siano divertiti, continuando a ripetere quanto siano i nuovi Posh&Becks del rugby, senza nemmeno fermarsi quando è stato richiamato durante le varie lezioni.
È buffo, quando gli piace qualcuna. Diventa sempre imbarazzato e imbarazzante, logorroico e iperattivo. E siccome è uno a cui le ragazze piacciono tanto, Georgia assiste a questo genere di cose quasi ogni mese, e ogni mese ride per quel sentimento quasi bambinesco che lei non ha mai sperimentato fino in fondo. Ha avuto piccole cotte, cose innocenti, ma nulla che sia sfociato in qualcosa come un appuntamento, come con Cyndi e Oscar.
È troppo timida anche solo per pensarci.
Il suo migliore amico sta fumando una sigaretta appena rollata, gli occhiali da sole gli coprono lo sguardo scuro e dalla sua bocca sorridente qualche volta esce il suo respiro condensato che si mischia al respiro di tabacco americano.
I loro zaini giacciono ai loro piedi sul marciapiede che ospita i tavoli del bar dove lavora Miguel, il portoricano gay che continua a provarci con Oscar. È piccolo ma è proprio davanti ai giardini francesi, nel cuore di Bootle.
“Sei silenziosa in questi giorni” dice lui all'improvviso, guardandola.
Georgia inarca subito entrambe le sopracciglia, scettica come non mai.
Oscar si corregge all'istante: “Voglio dire, più silenziosa del solito, ecco – sorridono insieme – Sei per caso gelosa di Cyndi? Nessuna sarà mai come te, raggio di sole”
Lei gira il suo tea al mandarino col cucchiaio, fa un verso di disapprovazione e “Non sono gelosa – ribatte – sono più che altro molto riconoscente. Insomma, per lo meno potrò dividere le sue stupidate con un'altra, adesso”
Oscar fa una risata luminosa, è così bello alla luce di quel sole freddo che quasi le viene voglia di immortalarlo.
“Seriamente però – le dice poi – C'è qualcosa che non va? Sicura di stare bene?”
Georgia si morde la lingua e sotto il tavolo di metallo le sue mani si chiudono a pugno, vorrebbe chiedergli che cosa intenda lui con lo stare bene, poi ci ripensa e semplicemente scrolla le spalle, alza un angolo della bocca e sospira.
“È per Louis?” Oscar riprova di nuovo, il tono più calmo, confidenziale.
È un insieme di cose. È tutto.
Santo cielo!, parla! parla!
Quasi le si inumidiscono gli occhi perché dannazione!, è così difficile. Come lo spieghi a qualcuno che semplicemente sei triste? Che è solo voglia di stare meglio e non riuscirci, è solo tempo che non aggiusta ma ferisce. Come glielo dici a una persona che hai bisogno di aiuto senza colpevolizzarti di essere fragile, di stare ferma mentre tutto si muove, va avanti, ti lascia sola.
Apre bocca per parlare ma non lo fa, si inumidisce le labbra, un altro sospiro.
“Sei arrossita – Oscar fa un sorriso piccolo – Si tratta quindi del tuo vicino di casa, il soldato. Giusto?”
Di nuovo quell'impotenza che non le lascia urlare che quello che è dentro le sue guance è il sangue rabbioso, non di certo sangue d'imbarazzo. Ma è molto più facile così alla fine, Georgia annuisce impercettibilmente e “Forse” mormora a bassa voce.
Il sorriso di Oscar si allarga, diventa malizioso. Spegne la sigaretta dentro la sua tazza bianca sporca di caffè amaro e si gratta la nuca rasata nello sgranchirsi le ossa robuste.
“Beh, avete condiviso un gran bel momento insieme. Soli, a lume di candele...Potremmo chiamarlo quasi un appuntamento, sai?”
Il tono che usa non è dispregiativo o sarcastico, non vuole offenderla, questo Georgia lo sa. È il tipico tono di chi non può capire, di chi non capirà mai.
Quindi lei sorride e basta, tristemente. Questo Oscar non lo coglie e passa oltre, ordina un altro caffè a Miguel e inizia a parlare della partita di sabato che lui e la sua quadra dovranno assolutamente vincere.
 

 
 
Sull'autobus c'è Zayn, l'amico di Niall.
Georgia lo vede ancora prima che le porte si aprano del tutto, timbra il biglietto e lo cerca in fondo.
Il veicolo è praticamente vuoto e lui tiene le cuffie bianche nelle orecchie e un fascicolo di fogli tra le mani. Indossa una giacca scura e la solita montatura spessa di occhiali, ha il capo basso e l'espressione concentrata.
Poi però alza gli occhi e la vede accanto alla cabina del conducente, la mette a fuoco e le sorride, facendola arrossire. Con un cenno la invita a sedersi accanto a lui, Georgia deglutisce e sorride, perché ne è contenta.
Le piace Zayn, molto di più degli altri amici di Niall che ha conosciuto. Sembra uno di quelli che ha tante cose da dire, uno di quelli che non parla mai.
Uno come lei.
Si sfila una cuffia quando Georgia si siede sul sedile in fondo accanto a lui e “Ciao” mormora, quasi imbarazzato.
È un comportamento che la mette subito a proprio agio, lei gli sorride e “Ciao” risponde, ancora più timida.
“Stai tornando a casa?” le viene chiesto poi, mentre Zayn con un cenno indica lo zaino appollaiato ai suoi piedi.
Georgia si schiarisce la voce, annuisce velocemente. Si sente veramente andare a fuoco e non perché Zayn è così bello e così particolare, no. È molto meno complicato: si sente andare a fuoco semplicemente perché lui è un ragazzo, perché è una persona nuova, da scoprire.
Per un attimo paragona il suo rossore alle guance con l'incertezza dei suoi momenti con Harry.
Harry è diverso, Harry è freddo, tremante, ogni suo gesto sembra sempre calcolato, studiato per nascondere altro, per nascondere lui.
Zayn è molto più sciolto, timido ma spontaneo, vero.
“Hai un bellissimo profilo”
Spalanca gli occhi per la sorpresa e si volta a fissarlo quando l'autobus si ferma per far salire una signora. Zayn si schiarisce la voce in modo rabbioso, strizza gli occhi bruni e “Scusami, non volevo dirlo – blatera, grattandosi uno zigomo scolpito – O meglio, volevo dirlo. Cioè, lo penso. Insomma, ecco, scusa”
“Non fa niente – Georgia ribatte subito, il sorriso che quasi buca le guance – Ti ringrazio”
È lusingata, anche se non sa come farglielo capire. Continua a sorridere in mezzo al silenzio, mentre lui tamburella con le dita sul cartone grigio che ingloba il plico di fogli.
“Sono i tuoi disegni?” gli domanda allora con curiosità, cercando di cambiare argomento.
Gli occhi di Zayn sembrano illuminarsi, la guarda come si possono guardare solo le persone belle, le dice: “Vuoi vederli?” e nel mostrarglieli ha un sorriso nuovo, emozionato.
Alcuni hanno i colori, colori sgargianti, irreali, altri sono solo tratti di una matita dura, senza alcun cenno di ombre, sfumature. Sono ritratti di persone concrete con gli occhi di un artista che di concreto ha solo le mani, un artista che ha in testa un mondo rovesciato, completamente suo.
Georgia è affascinata, riconosce gli occhi piccoli di Cyndi e il sorriso esasperante di Niall, i capelli lunghissimi di Suki e i tratti di Louis, duri come la sua espressione.
Sono fogli riempiti di passione, di sentimenti contrastanti e quasi le si mozza il fiato a osservare la devozione di Zayn per tutto ciò. Forse i fogli sono per lui ciò che per lei sono le candele, forse hanno entrambi lo stesso effetto, lo stesso potere intossicante.
“Sono...bellissimi” si ritrova a mormorare, in modo stupido.
Zayn arrossisce dietro i suoi occhiali, si morde il sorriso: “Alcuni sono ancora da finire, altri semplicemente da buttare, ma-”
“Sono davvero stupendi, Zayn – lo blocca allora Georgia, guardandolo negli occhi – Non...non buttarne neanche uno, dico sul serio”
Lui ridacchia, richiude tutto e sospira. “Sto andando a ritratte un amico. È...passato un po' dall'ultimo suo ritratto. Vorrei vedere quanto sia cambiato in tutto questo tempo”
L'autobus entra nel quartiere popolare a sud della città, Georgia chiama la fermata e poi dice: “È...è una bella idea. Come con le fotografie”
Si alzano insieme e lui annuisce, mettendosi sotto al braccio il plico di fogli: “Già, sì”
Scendono anche insieme e insieme fanno un tratto di strada, si sorprendono e ridono perché stanno andando nella stessa direzione e nemmeno lo sapevano.
“L'ho ritratto un paio di volte, ma non faccio quasi mai vedere i miei disegni a chi ritraggo – Zayn continua a parlare del suo amico, nel suo tono c'è tanta nostalgia, così come nel suo sguardo perso tra le case e la strada – Lui e Cyndi avevano una...storia?, se così si può definire. Ma erano molto belli insieme, li disegnavo continuamente. Credo che si amassero molto”
“Oscar andrebbe letteralmente fuori di testa, se lo disegnassi” commenta Georgia, s'immagina un ragazzo biondo e robusto al fianco di Cyndi e il suo sguardo fiero. Lui ne parla con malinconia, come una storia di amanti finita male, persone spazzate via dall'amore stesso.
“Potrei pensarci – dice Zayn, serio – Ma prima vorrei ritrarre te”
Di nuovo lei che arrossisce e lui che mormora scuse, ridono entrambi e si fermano davanti casa di Georgia.
“Allora ci vediamo in giro, sì?” Zayn dice, grattandosi la nuca bruna.
Lei si schiarisce la voce e sorride, perché è bello trovare qualcuno impacciato, la fa sentire meno in soggezione, più sciolta.
“Volentieri – risponde, gentile – Ciao, Zayn”
Pesca dalla tasca piccola dello zaino il mazzo di chiavi che tentenna, attraversa il vialetto con un sorriso contento e infila il ferro nella toppa.
Si volta un'ultima volta prima di entrare in casa e Zayn adesso è dall'altra parte della strada, sul prato sfiorito della casa della vedova Styles.
L'immagine che le passa dentro gli occhi è quella delle mani di Harry sulle cosce di Cyndi, i loro respiri vicini mentre altri parlano e fanno finta di niente.
Rimane lì fuori a guardare Zayn entrare, la porta che scatta velocemente, tutt'intorno rimane la stessa identica scena, lo stesso tempo, la stessa luce.
Cambia solo Georgia: si chiude il portone alle spalle e non sorride più.

 


 
  
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