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Autore: chronophoenix    30/12/2008    2 recensioni
[...] «È…» fece per esclamare James, ma prima che qualcuno potesse profferire parola, una grossa lince argentea planò verso di loro. Harry, Ron ed Hermione scattarono in piedi simultaneamente. Avevano riconosciuto il Patronus di Kingsley, Ministro della Magia. Molly ed Arthur si bloccarono nel bel mezzo di una risata, catturati dalla vista dell’animale. «Sono tornati. Chi può venire, mi raggiunga immediatamente al Ministero. Restate uniti e mantenete la calma. Nessuno di noi è più al sicuro.» Una nuova minaccia incombe sui figli di Harry, Ron ed Hermione, pronti ad affrontare un nuovo anno ad Hogwarts. Che cosa succederà?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prime lettere lontani da casa

 




Il suono della sveglia la ridestò quasi subito, ma Rose preferì tenere gli occhi chiusi ancora per qualche minuto prima di alzarsi. A giudicare dai rumori morbidi e ovattati intorno a lei, molte compagne si erano alzate e si stavano vestendo, alcune chiacchierando pigramente, altre in silenzio, ancora insonnolite.

La ragazza sospirò, contò fino a dieci e scostò le coperte, aprendo gli occhi a fatica: erano le sei e mezza e il sole era sorto ormai da tempo. Salutò Anne, che stava parlando con una ragazza e bruna che Rose non conosceva – anche se a giudicare dalla sicurezza sul suo volto, le avrebbe dato almeno diciassette anni –, raccolse la divisa che durante la notte era scivolata a terra, prese dal baule la biancheria intima pulita e si chiuse nel bagno, stranamente libero, quel giorno. Solitamente l’ora di punta era quella e si scatenava una vera competizione per potersi lavare subito, specialmente perché molte ragazze erano davvero lente e rischiavano di far fare ritardo a tutte.

Un quarto d’ora dopo, ancora intorpidita, Rose prese posto alla tavolata di Grifondoro, già piena per metà di studenti mattinieri, e cominciò a sbocconcellare di malavoglia un panino farcito al bacon. Però, dopo che ne ebbe mandata giù a fatica la metà, anche il gusto si svegliò dal suo torpore e Rose finì di mangiarlo più contenta.

«Buongiorno, Rose!» una voce allegra la fece girare di scatto, ma prima che potesse individuare il suo interlocutore, Albus le si sedette accanto, fondando tutti i dubbi. «Come va’?» le chiese il ragazzo, afferrando un intero piatto di fette biscottate e passandosi una mano tra i capelli. «Che giornataccia sarà oggi» proseguì, addentandone una e masticando vigorosamente. «Ci è voluto poco che mi dessi malato.»

«Perché?» chiese Rose, divertita da tanta vitalità.

«Oh, senti» brontolò l’amico, prendendo dalla tracolla un pezzo di carta e passandoglielo: «Guarda che schifo di giornata!»

«Trasfigurazione… Pozioni… accidenti, ma chi ti ha fatto fare di prendere Divinazione, Al? Saresti potuto venire con me a Babbanologia e non avremmo avuto problemi» commentò solidale Rose restituendogli l’orario.

«Sì, lo so» bofonchiò Albus in risposta, addentando la terza fetta biscottata. «Sono stato un idiota.»

«Dai, coraggio, magari al prossimo anno puoi cambiare» disse lei in tono consolatorio, puntellando i gomiti sul tavolo. «Almeno avete un’ora libera nel pomeriggio» mormorò «io invece ho Cura delle Creature Magiche con i Serpeverde.»

«No no» la corresse lui con un sorrisetto «ce l’ho anch’io, vedi? E l’ora libera entrambi, dopo Difesa contro le Arti Oscure. Credevi di farmela, eh?» e le indicò l’orario.

Rose, un po’ più serena, sorrise e disse: «D’accordo, scusami, non lo sapevo…»

«Buongiorno! Cosa si fa qui?» era la voce di James, il quale era seguito da Hugo e Lily, vestiti e preparati per cominciare la giornata. «Siamo al completo, ora?»

«Direi di sì» disse Rose, spostando la borsa per far loro posto. «Com’è la vostra giornata?»

«Schifosa, come sempre» commentò James con la bocca piena.

«Io ho le prime due ore di Incantesimi» commentò allegramente Lily, scostandosi i folti capelli rossi dagli occhi. «Sarà divertente!»

«Sì, rimanda i tuoi giudizi a quando studierai tutti quegli incantesimi orribili e difficilissimi, e poi ne riparleremo» brontolò James, ma la sorellina era troppo impegnata a chiacchierare con gli amici del suo anno e non lo degnò di uno sguardo.

«Ehi» Rose si sentì tirare leggermente una ciocca di capelli e si voltò, incuriosita. Dietro di lei c’era Sam Lester, un bel ragazzo alto e biondo del suo stesso anno, che le sorrise. «Andiamo a lezione insieme?» le chiese con gentilezza.

«Ciao Sam» ricambiò lei «mi dispiace, ma aspetto loro. Una vera scocciatura» sbuffò ridendo. «Magari, se mi aspetti in aula, possiamo sederci insieme.»

«Non credo proprio» intervenne Albus con gentilezza, poi si rivolse a Sam. «Scusa, Lester, ma ho grandi difficoltà di apprendimento e Rose è l’unica che può aiutarmi. Ti dispiace se rimandate alla prossima volta?»

Rose lo osservò, letteralmente sconvolta.

Sam alzò le spalle con un sorriso: «Va bene, Potter. Scusate il disturbo. Ciao, Rose.»

«Ciao, Sam, io…» cercò di spiegarsi la ragazza, ma Sam non gliene diede l’opportunità: si allontanò velocemente, rosso in viso, e lei, furente, si rivolse ad Albus:

«Ma cosa diavolo ti salta in testa? Se sei uno dei più bravi della classe come puoi pretendere tutto ad un tratto il mio aiuto?»

Albus fissava cupo davanti a sé. «Quel Lester è un pallone gonfiato, è meglio se gli stai alla larga.»

«Da quando» Rose si rese conto di stare per perdere il controllo e abbassò la voce «da quando ti preoccupi per me e decidi chi devo frequentare, Albus?»

Il ragazzo trasalì: quando Rose lo rimproverava usando il suo nome per intero l’aveva offesa sul serio, e lui lo aveva imparato a proprie spese.

«Ascolta, mi dispiace…» bisbigliò, ma lei lo precedette: «Non ti scusare, dopotutto alla fine non t’importa nulla, a te basta solo decidere per me e farti aiutare in Trasfigurazione… vero?» si alzò e prese la borsa. «Ci vediamo in classe, Albus.» mormorò.

Mentre la osservava allontanarsi, James commentò: «Fratellino, dammi retta, non ci sai proprio fare. E poi lo sai com’è fatta, è orgogliosa, si arrabbia… E’ stato comunque poco carino, ti metterà il broncio per mesi.»

Albus osservò le briciole sparpagliate sul tavolo e bevve del succo di zucca. «Lo so, ma proprio non riuscivo a sopportarlo… Dico, ma l’hai visto in faccia? Un Mangiamorte è più educato di lui!»

«Sst» bisbigliò il fratello maggiore, scuotendo la testa con disapprovazione. «Papà ti ha detto di non fare più simili commenti in pubblico. E te lo dico io di ascoltarlo, almeno in questo!»

«Hai ragione» brontolò Albus, «però…»

Furono interrotti da un fruscìo e James, senza alzare lo sguardo, disse: «Sicuramente ci avranno scritto da casa, sono più di due settimane che non lo fanno.» Nel tono apparentemente indifferente del fratello Albus notò una leggera insicurezza, come una sfumatura di inquietudine, ma si trattenne dal prenderlo in giro.

Un gufo bruno dalle piume leggermente spruzzate di argento planò dolcemente verso di loro. Alle zampe forti erano legate una lettera e un pacco piuttosto capiente. Albus li sciolse, incuriosito.

James si appropriò immediatamente del pacco, seguito da Lily. «Ordinaria amministrazione» spiegò al fratello con un sorrisetto saccente. «Vedi cosa c’è scritto nella lettera, piuttosto.»

Albus pensò che fosse la cosa più sensata che poteva fare e si affrettò ad aprirla. La grafia era tonda e scorrevole, indubbiamente appartenente a Ginny. Il ragazzo sorrise, scorrendola.

 


Vostro padre non vorrebbe, continua a borbottare che lui da ragazzo era denutrito e che non ha mai ricevuto niente di simile, ma io penso alla vostra salute, non alla sua!

Scherzi a parte, vi ho mandato un pacco di biscotti fatti in casa e alcuni dolci che ha preparato la nonna. Vedete di mangiarli a colazione o negli intervalli tra una lezione e l’altra quando avrete fame. Non finiteli subito!

Era necessaria quest’introduzione, visto che volevo prendere un po’ in giro Harry, ma adesso passo alle vere ragioni per le quali vi ho scritto.

 


Cari James, Albus e Lily (ultima ma non meno importante),

come state? Qui va tutto bene, ma vostro padre ha delle raccomandazioni da farvi – ma tranquilli, presto anche Rose e Hugo riceveranno una lettera molto simile (naturalmente suppongo anche i biscotti preparati da Hermione, nel caso non arrivino divideteli con loro – fatelo anche nell’eventualità che arrivino, si intenda).

Naturalmente, tolte tutte le prediche del preside sulla sicurezza ad Hogwarts, vostro padre vi IMPONE di tenervi alla larga dai Serpeverde (non per un vecchio pregiudizio comune, ma sostiene che la “feccia” è ancora lì, sempre presente) e in particolar modo di non frequentare i sotterranei perché c’è sempre qualche malcapitato che viene malmenato ben bene da quei distinti signori.

Per Natale vi chiediamo cortesemente di tornare a casa, visto che vorremmo passare le feste in famiglia, e dobbiamo parlarvi di un progettino che abbiamo in merito alle vostre scope da corsa. NIENTE ANTICIPAZIONI!

Lily, abbiamo saputo da Hagrid che sei stata poco bene. Com’è apprensivo nei vostri confronti! Rispettatelo, mi raccomando, adesso che è vecchio e stanco, e andatelo a trovare ogni domenica, appena potete, tutti insieme, e nel caso portatevi anche Rose e Hugo. Più siete, più è contento! Perciò, piccola, nel pacco ho messo anche una boccetta con un’essenza di rose che ti farà stare meglio, basterà applicarla su viso e collo. Se i suoi effetti sono soddisfacenti, parlane a Madama Chips. Lei potrà fornirtene altra, se la conosce. Dividila anche con i tuoi fratelli, tesoro.

Per quanto riguarda i due baldi giovani, io e vostro padre abbiamo deciso di negarvi il Mantello dell’Invisibilità almeno fino al mese prossimo, vista la vostra condotta riprovevole quest’estate con Lily. Niente di personale, naturalmente. Suppongo che con le feste potrete rientrarne in possesso, salve qualche espulsione improvvisa o qualche bravata notturna.

James, studia. Anche tu, Albus, e l’ordine è rivolto anche a te, Lily. La vostra istruzione viene prima di tutto, specialmente in questi tempi incerti. Sinceramente vostro padre è molto perplesso dalla situazione, e io non sono da meno. Non parlatene a nessuno, mi raccomando.

Usate sempre gli scaldini che vi ho mandato il mese scorso, vi proteggeranno da cose sgradevoli come calli, verruche e quant’altro.

Un bacio a tutti anche da parte dei nonni, e tanti cari complimenti, Jam, per il test di Trasfigurazione.

Un abbraccio,

mamma e papà

 


Il bello dei loro genitori, pensò poco più tardi Albus, entrando in aula, era che non li trattavano come tre bambini pestiferi: riferivano loro i pensieri, le supposizioni, le proprie paure e le speranze. Naturalmente c’era Ginny, madre e amica in ogni singolo gesto: ma la loro vicinanza e il loro calore lo si sentiva tramite l’ironia che traspariva da ogni singola parola delle loro lettere. Per questo, quando era la madre a scrivere loro, le conservava sempre Albus con estrema gelosia, anche perché leggerle gli faceva bene, si sentiva più positivo.

In classe la professoressa di Trasfigurazione non era ancora arrivata, perciò Albus prese posto accanto a Rose, che, appena diede prova di averlo notato, puntò lo sguardo fisso dinnanzi a sé e non parlò, ma una certa durezza trasparì dall’impassibilità dei lineamenti, una durezza che notò anche lui.

«Rose…» bisbigliò, esitante.

«Che cosa vuoi?» chiese lei con tono di voce normale. «Albus?» aggiunse poi, con una punta di malignità.

Lui le si fece ancora più vicino, ma lei non si mosse di un millimetro. «Scusa per prima» bisbigliò, innervosito da quell’assenza di reazione: Rose lo stava punendo per il comportamento che aveva assunto, e lui non poteva sopportarlo.

«Ah, davvero?» replicò lei. Non lo guardò in viso. «Ti dispiace

«Da morire» rispose lui, snervato. Quella ragazza aveva la capacità di fargli perdere la testa soltanto rispondendogli “ah, davvero?” con quel tono petulante. Sentiva di detestarla profondamente quando si comportava così. Parlava di maturità e comprensione, e poi…

Lei si volse a guardarlo, e, per un secondo, appena i loro occhi si incontrarono e lui potè osservare quelli di Rose, screziati d’oro nel loro profondo castano caldo, sentì la fronte imperlarsi di sudore freddo. Sotto il banco, le mani gli si strinsero convulsamente l’una all’altra.

«Per stavolta passi» disse lei severamente. Poi gli diede un colpetto sulla spalla, e sorrise, ma dall’inclinazione delle labbra non prometteva nulla di buono. «Adesso vediamo come posso aiutarti a riparare alle terribili lacune in Trasfigurazione che ti porti dietro da tempo.»

Lui sospirò. Era davvero impossibile.

 


Nonostante tutto, la giornata volò in fretta, e, dopo la cena Rose decise di andare una mezz’oretta in biblioteca, per poter scrivere il suo diario e restare sola nella quiete più assoluta senza pensare a nulla.

Perciò salutò i suoi amici, s’infilò la tracolla e, sentendola ancora più pesante rispetto a quella mattina – la stanchezza giocava brutti scherzi – uscì dalla Sala Grande e si incamminò tra gli studenti che andavano a cena o, come lei, ne uscivano.

Mentre lasciava vagare lo sguardo verso un punto imprecisato del pavimento, quasi seguisse una linea invisibile tracciata per terra, uno scoppio di risa improvviso la fece sussultare e alzò il viso verso la fonte del rumore.

Un bel ragazzo biondo dall’espressione strafottente, anche se con un accenno di insicurezza sul viso altrimenti sorridente, le stava andando incontro, gli occhi grigi puntati su di lei.

Rose lo riconobbe in un attimo.

«Scor…» provò a sussurrare. Scorpius Malfoy. La “feccia”.

Decise di non correre rischi e di allontanarsi, ma, prima che potesse farlo, sentì che qualcuno le stava tirando i capelli con forza, troppa forza, e le stava facendo male. Si volse.

«Malfoy» sibilò «lasciami andare immediatamente o ti giuro che non uscirai incolume da questa situazione.»

La lasciò andare subito, quasi si fosse scottato o lei gli avesse fatto realmente paura. Ma Rose sentiva che non si trattava né della prima né della seconda cosa.

«Però» commentò lui con una voce calda e pura, che lei non gli aveva mai sentito «mordi, eh?»

«Specialmente chi mi tira i capelli» replicò lei nello stesso tono ironico.

«Dove stai andando, Weasley?» le chiese, tentando maldestramente di sembrare gentile e disinvolto.

«Non sono affari tuoi, Malfoy. Adesso, se non ti dispiace…»

Gli diede le spalle e si incamminò a grandi passi. In realtà, era solo un pretesto per non mettersi a correre. Non che avesse paura. Lei, Rose Weasley, la studentessa più brillante di tutta Hogwarts, paura di un bulletto viziato e impertinente?

Solo, si era sentita terribilmente a disagio nello scambiare quelle poche parole con Scorpius Malfoy, rinomato leader dei Serpeverde («tale e quale a suo padre» aveva commentato Ron con una smorfia di disgusto quando, quella stessa estate, ci avevano scherzato su) e sarebbe stato meglio per lei se non l’avesse rivisto per del lungo tempo. C’era qualcosa che la inquietava nei suoi occhi, nell’espressione del suo viso. Sarebbe stato meglio tenersi alla larga da qualsiasi tipo di guaio che avesse implicato la presenza di quel ragazzo.

Era finalmente arrivata in biblioteca. Con un sospiro sollevato la ragazza prese posto ad uno dei tavoli vuoti, proprio di fronte a una delle grandi finestre, e osservò per un po’ di tempo il cielo scuro fuori, assaporando la sensazione di pace che provava.

Dopodiché trasse fuori dalla borsa il pennino e il diario, lo aprì alla pagina di quel giorno e, dopo aver intinto la penna nella boccetta d’inchiostro, scrisse a chiare lettere sul foglio:

 


Cenare prima e / o non passare più nel corridoio per la biblioteca dopo le sette di sera. Si rischia di incontrare strani buzzurri impomatati con un quoziente intellettivo pari a quello delle zucchine mature.

 


Sorrise, più rilassata, e cominciò a scrivere.

 






Chiedo scusa per la lunga assenza, ma ho avuto dei grossi problemi anche dovuti al malfunzionamento del pc -.-

Spero che la fanfiction interessi ancora chi mi ha inseguito fino ad ora, e spero di interessare altri XD

Buon natale in ritardo e buon anno in anticipo :D prometto di aggiornare presto ;)

chronophoenix
  
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