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Autore: AlessiaOUAT96    02/05/2015    0 recensioni
(prequel di "Una serata indimenticabile. Non è necessario che leggiate la One-shot)
"All’inizio alla signora Stéphanie sembrava di essersi immaginata tutto ma quel pianto non accennava a smettere. Tornò sui suoi passi e, nascosto dietro un bidone della spazzatura, notò qualcosa che si muoveva e strillava. Un neonato, più precisamente una neonata. "
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La signora Stéphanie, non assomigliava alla sorella. Aveva la carnagione leggermente olivastra, capelli neri ed occhi color nocciola. Quella notte venne svegliata dal pianto della piccola Rose, la sorella dormiva in una stanza a parte.

Accese la luce e si alzò dal letto guardano l’ora. Erano appena le quattro della mattina e Rose piangeva. Si avvicinò alla culla e toccando la fronte della neonata, si rese conto che la febbre era miracolosamente scesa, ma non passata del tutto. La prese in braccio, cullandola. La bimba istintivamente toccò un seno della signora, allora in quel momento capì che la bambina aveva fame.

Purtroppo il suo seno non produceva latte, non più ormai. Non era più giovane come una volta, ma nemmeno anziana. Si infilò le ciabatte e, con Rose ancora in braccio, si diresse verso la cucina; facendo attenzione a non svegliare nessuno.

Quella grande cucina, dove la mattina era piena di gente, a quell’ora ovviamente era deserta; meglio per lei, almeno non avrebbe dovuto dare spiegazioni.
Appoggiò Rose su un tavolo e mentre metteva a scaldare il latte le canticchiava una canzoncina: - Fermo in cielo come stella, bimba amata, bimba bella; il mio amor ti veglia da quaggiù, si avveri ogni sogno che sognerai tu, cosicché non soffrirai più-*.

Quella dolce melodia le fece ricordare sua madre o meglio, la sua matrigna in senso buono. Era veramente sorella di Emma, sorellastra per essere precisi. Stesso padre, madre diversa. I due avevano divorziato e la madre biologica si rifiutò di tenere Stéphanie con sé. Il padre si risposò con la madre di Emma che, la prese sotto la sua ala come fosse figlia sua; sebbene avesse circa dieci anni quando il padre si risposò, lei non soffrì della mancanza della madre biologica anzi, preferiva quella adottiva tanto che la considerò come vera mamma. Una madre che adorava le proprie figlie, non che le abbandona solamente per il divorzio, considerandole come un peso insopportabile.

Quella melodia gliela cantava sua madre adottiva prima di andare a dormire. Ma la sua vita le serbò altra sofferenza. Quando lei aveva quindici anni, il padre morì in un incidente stradale, lasciando la moglie da sola. A differenza dell’altra donna, lei non abbandonò Emma e Stéphanie, si diede da fare e lavorava sempre più. Anche le figlie la aiutavano. Vedendo che la nonna di Emma e di Stéphanie, aveva aperto un orfanotrofio, la piccola famiglia decise di trasferirsi lì e di lavorarci.

Stéphanie aveva subito accettato la cosa, sentiva il tema dell’abbandono caro a sé, e, nonostante volesse continuare gli studi, prese solamente il diploma delle scuole superiori, in base alla scelta che aveva fatto; ovvero di lavorare con tutte sé stessa nell’orfanotrofio. Sia la madre che la sorella accettarono la sua scelta, capendone subito i motivi.

Spense il fornello, dopo che si accertò che la temperatura era al punto giusto. Mise il contenuto del pentolino in un biberon. Si sedette su una sedia, prese Rose in braccio e le diede il latte. Non era la prima volta che lo faceva ma con Rose, sentiva qualcosa di diverso e non capiva il perché.

Appena ebbe finito il latte, Rose si addormentò in braccio alla signora Stéphanie che la riportò nella sua camera da letto, rimettendosi anche lei a dormire.
-Stéphy? Posso entrare?-
-Sì.. entra..- disse svogliatamente. Guardò l’ora sulla sveglia, prese un respiro profondo e si alzò dal letto, ancora assonnata e con i capelli in disordine.
Emma la guardò stupita, di solito era lei che veniva svegliata e non il contrario.
-Stai bene? Di solito sei tu che svegli me..-
-Sì..sto bene- sbadigliò –è solo che mi sono dovuta alzare alle quattro per dare da mangiare a Rose, piuttosto come sta?-
-A differenza di te, lei è più in forma..- effettivamente era in piena salute, sorrideva e rideva.
-Vado a prepararmi, ci vediamo giù. Puoi prenderla tu?-
-Non c’è bisogno che lo chiedi, lo avrei fatto comunque vedendo lo stato in cui ti trovi-
La signora Emma uscì con Rose, pulita e cambiata, in braccio.

La sorella andò in bagno e si fece una doccia veloce. Mentre stava uscendo con solo un asciugamano a coprirla, si guardò allo specchio. Aveva gli occhi gonfi, si vedeva chiaramente che era stanca. Aveva sognato sua madre, quella biologica che le ripeteva che non la voleva con sé, poi sognò il volto del padre prima dell’incidente.

Quel sogno l’aveva scossa, dopo l’incidente ci fu un periodo in cui lei andò in depressione, in cui continuava a pensare che fosse a causa di quello che gli aveva detto prima di partire. “Ti odio!Potevate pensarci prima di avere una figlia!”

Avevano litigato, Stéphanie aveva scoperto che, quando si accorsero che era incinta, volevano abortire , lui era d’accordo. A quel tempo erano giovani. Ebbero Stéphanie quando avevano poco più di vent’anni, a quel tempo volevano vivere la loro vita, un figlio non gliel’avrebbe permesso, ma decisero di tenersela e di cercare di comportarsi come dei veri genitori. Ma il loro rapporto durò poco.

Stéphanie aveva origliato una conversazione con la ex moglie del padre: “Perché non possiamo tornare insieme come una volta George?”
“Mi sono risposato, ho due figlie e dei doveri, Silvia”
“ I tuoi doveri sono la tua nuova moglie, sua figlia e Stéphanie? Nessuno scoprirà il nostro rapporto, posso tornare ad essere la tua amante, come una volta”
“No, non finchè ci sarà nostra figlia di mezzo”
“Io non la considero nostra figlia, puoi considerarla tua se vuoi, ma non mia. Io non l’ho mai voluta, nemmeno tu la volevi all’inizio. Volevo abortire, tu eri d’accordo. Avremmo continuato la nostra vita spensierata, tra divertimenti e lussuria.”
“Allora perché l’abbiamo tenuta?”
“Perché tu hai insistito a voler fare il genitore. Guarda dove siamo arrivati!”
“Siamo arrivati al punto in cui io non mi pento delle mie scelte. Stéphanie è una figlia davvero stupenda, così come lo è la mia nuova famiglia. Non voglio più avere a che fare con una strega come te”

Ma Stéphanie non ascoltò l’ultima frase del discorso. Quando il padre partì, lei gli scaricò la sua rabbia.

Quando alla famiglia arrivò la notizia della morte di George, nessuno voleva crederci. Gli dissero che l’uomo aveva accanto al posto guida un pacchetto contenente una cornice ed una foto ritraente la famiglia; ed un biglietto con scritto: “ Mia dolce Stéphanie, mi dispiace per quello a cui hai assistito ma ti sei persa la parte finale. Non mi pento assolutamente delle mie scelte nei tuoi confronti, mi pento di non essermi accorto della crudeltà di quella donna. Ti voglio e ti vorrò per sempre bene.”

Si risvegliò dai suoi pensieri, si vestì e si asciugò i capelli, pronta per una nuova giornata.
 


n.d.a. * Tratto e modificato da Barbie Raperonzolo: “Fermo in cielo come stella”
   
 
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