UN CASTELLO INCANTATO
Alice e Harry diventarono sempre più amici con il passare del tempo, sembravano essere una cosa unica. Quando si parlava di Alice automaticamente si paralava di Harry e viceversa. Dopo l'asilo anche Alice incomiciò l'elementari nella stessa scuola di Harry. Era una vera amcizia la loro, vera come può essere solo tra un bambino di 8 anni e una di 6. Harry ogni intervallo l'aspettava sulla panchina che c'era nel cortile della scuola e lì si scambiavano la merenda. Lily faceva sempre ad Alice un panino con la marmellata, mentre Harry aveva sempre un pezzetto di torta fatta in casa. Gli amici di Harry ogni tanto lo prendevano un po' in giro e gli chiedevano sempre - perchè stai con quella bambina? è una femmina ed è pure più piccola! - e la risposta di Harry era sempre la stessa - è mia amica e mi piace stare con lei -. Era tutto così perfettamente vero ed immacolato, nessuna bugia e nessuna finzione.
La cosa veramente bella della loro amicizia era che nonostante il fatto che stessero crescendo, loro erano sempre gli stessi l'uno con l'altro. Harry aveva 10 anni ormai ed era l'ultimo anno di elementari, ma questo non voleva dire che lui non fosse rimasto lo stesso bambino di 8 anni che si prendeva cura della sua Alice.
29 febbraio 2004, ore 8.15 Holmes Chapel
Quella mattina Anne aveva svegliato Harry dieci minuti prima del solito, per dargli il tempo di farsi bello come le aveva detto lui. Il pomeriggio prima aveva saltato l'allenamento di calcio per poter andare insieme alla mamma a comprare un regalo di compleanno per Alice. Lei per il suo gli aveva regalato la maglietta della sua squadra del cuore e lui sembrava il bambino più felice del mondo dopo che lo aveva aperto.
Harry era pronto: lo zaino in spalla e la busta co il regalo nella mano destra. Le aveva fatto pure un bigliettino con su scritto "alla mia amica più preferita". Anne stava per corregerlo quando aveva visto la scritto, ma poi aveva pensato che se l'avesse fatto non sarebbe più stato un gesto spontatneo e naturale da parte di Harry.
Erano le 8.15 e Harry era ad aspettare all'entrata della scuola che arrivasse Alice. Si era fatto stirare la sera prima dalla mamma la sua maglietta rossa preferita per potersela mettere in questo giorno così specaile per lui. Quando vide due codini biondi in lontananza, capì che si trattava della sua Alice.
Lei aveva un comletino verde chiaro, quasi piu chiaro degli occhi di Harry e le scarpe bianche senza macchie, segno che non erano mai state messe prima d'ora. Harry le corse in contro e l'abbracciò, Alice rimase un attimo impietrita ma poi si sciolse nell'abbraccio anche lei.
- tanti auguri Alice! ti fatto un regalo -
- grazie Harry - Alice afferò la busta che Harry le stava sporgendo e aprì il pacchetto
- è un peluche, visto che il prossimo anno andrò alle medie potrai portarti lui all'intervallo -
Alice guardava quell'orsacchiotto bianco con tutto l'amore che una bambina di 8 anni può provare. Prese Harry per mano e insieme entrarono nella loro scuola, quella che per Alice era un castello dove poter stare con il suo principe Harry.
Finita la scuola Lily andò a prendere Alice e Harry per portarli a casa loro per festeggiare il compleanno della figlia. Harry era davvero un bel bambino con i ricci castani e gli occhi verdi, abbstanza alto per la sua età, Alice sembrava uscita da una fiaba, con i capelli biondi lunghi e gli occhioni azzurri, era magrolina e piccolina di statura. Per lei Harry era il suo punto di riferimento, una certezza, era sicura che se mai avesse avuto bisogno di lui, lui ci sarebbe sempre stato per lei.
La cosa veramente bella della loro amicizia era che nonostante il fatto che stessero crescendo, loro erano sempre gli stessi l'uno con l'altro. Harry aveva 10 anni ormai ed era l'ultimo anno di elementari, ma questo non voleva dire che lui non fosse rimasto lo stesso bambino di 8 anni che si prendeva cura della sua Alice.
29 febbraio 2004, ore 8.15 Holmes Chapel
Quella mattina Anne aveva svegliato Harry dieci minuti prima del solito, per dargli il tempo di farsi bello come le aveva detto lui. Il pomeriggio prima aveva saltato l'allenamento di calcio per poter andare insieme alla mamma a comprare un regalo di compleanno per Alice. Lei per il suo gli aveva regalato la maglietta della sua squadra del cuore e lui sembrava il bambino più felice del mondo dopo che lo aveva aperto.
Harry era pronto: lo zaino in spalla e la busta co il regalo nella mano destra. Le aveva fatto pure un bigliettino con su scritto "alla mia amica più preferita". Anne stava per corregerlo quando aveva visto la scritto, ma poi aveva pensato che se l'avesse fatto non sarebbe più stato un gesto spontatneo e naturale da parte di Harry.
Erano le 8.15 e Harry era ad aspettare all'entrata della scuola che arrivasse Alice. Si era fatto stirare la sera prima dalla mamma la sua maglietta rossa preferita per potersela mettere in questo giorno così specaile per lui. Quando vide due codini biondi in lontananza, capì che si trattava della sua Alice.
Lei aveva un comletino verde chiaro, quasi piu chiaro degli occhi di Harry e le scarpe bianche senza macchie, segno che non erano mai state messe prima d'ora. Harry le corse in contro e l'abbracciò, Alice rimase un attimo impietrita ma poi si sciolse nell'abbraccio anche lei.
- tanti auguri Alice! ti fatto un regalo -
- grazie Harry - Alice afferò la busta che Harry le stava sporgendo e aprì il pacchetto
- è un peluche, visto che il prossimo anno andrò alle medie potrai portarti lui all'intervallo -
Alice guardava quell'orsacchiotto bianco con tutto l'amore che una bambina di 8 anni può provare. Prese Harry per mano e insieme entrarono nella loro scuola, quella che per Alice era un castello dove poter stare con il suo principe Harry.
Finita la scuola Lily andò a prendere Alice e Harry per portarli a casa loro per festeggiare il compleanno della figlia. Harry era davvero un bel bambino con i ricci castani e gli occhi verdi, abbstanza alto per la sua età, Alice sembrava uscita da una fiaba, con i capelli biondi lunghi e gli occhioni azzurri, era magrolina e piccolina di statura. Per lei Harry era il suo punto di riferimento, una certezza, era sicura che se mai avesse avuto bisogno di lui, lui ci sarebbe sempre stato per lei.