PICK UP THE PHONE
You know this place,
you know this gloom?
We've been here before.
When life is a loop,
you're in a room without a door.
Pick up the phone and answer me at last.
Today I will step out of your past.
"Trouble that we've come to know will stay with us",
with every step it slowly grows.
Rub off the rust.
Pick up the phone and answer me at last.
Today I will step out of your past.
“Pick up the phone”,
Notwist
Spirava una brezza
decisamente fredda per un marzo losangelino.
Abaigeal si tirò su il
bavero della giacca di velluto, cercando di coprirsi come meglio poteva.
E pensare che aveva sempre
creduto di essere temperata al freddo. Sbuffò. Evidentemente aveva cominciato
ad essere più californiana di quello che aveva messo in conto.
Svoltò l’incrocio di Merlose
e s’infilò nella via più popolare di Los Angeles.
Camminava lenta, guardandosi
intorno, soffermandosi sulle vetrine degli stilisti più famosi imponendosi di
non pensare.
Imponendosi di non
riflettere sul significato di quella busta gialla che le pesava nella borsa
come un macigno.
Si bloccò all’altezza della
vetrina di Gucci, appoggiando entrambe le mani sul vetro.
In esposizione, c’erano
abiti premaman…
Sconsideratamente pensò di
entrare a dare un’occhiata per vedere se trovava qualcosa che facesse al caso
suo, ma proprio mentre prendeva in considerazione l’idea, doloroso come uno
schiaffò gli passò per la mente un pensiero.
Stava per avere un figlio.
Aveva appena trent’anni.
Il padre del bambino era il
suo miglior amico.
Il padre del bambino si
stava per sposare con un’altra donna.
La stessa donna che
campeggiava sulla vetrina dell’opposta Victoria’s Secret con un bikini che ne
esaltava le forme perfette.
Le venne da vomitare.
Riprese un po’ fiato, quindi
senza perdere ulteriore tempo fermò un taxi e si fece accompagnare a casa e
forse, una volta lì, avrebbe anche potuto….
No….
Non era ancora pronta a
pensarci. Erano quasi dieci giorni che si negava ad Orlando, ma non riusciva
ancora ad affrontare il discorso con lui.
Aveva paura, ecco.
Era spaventata a morte da
quello che le stava accadendo, terrorizzata dalla presenza di quella vita di
appena due mesi che cresceva lentamente nel suo grembo.
Istintivamente si sfiorò la
pancia.
Povero amore, pensò, così
piccolo e con già così tante complicazioni.
Sospirando appoggiò la testa
al finestrino dell’abitacolo, guardando fuori con noia e vaga inquietudine.
Le sembrava così sconosciuta
quella città, adesso.
Come se fosse arrivata da
poco più di due ore e non da almeno due anni.
E le sembrava così di poco
valore la vita che aveva costruito. Come se non ci fosse niente di veramente
reale. Come se ogni certezza affondasse le basi sulla sabbia e non sulla
roccia.
Guardò i palazzi scorrere
velocemente alla sua sinistra, finché il taxi non imboccò il viale familiare della
sua villetta.
Frugò nella borsa e ne
estrasse venti dollari da offrire al tassista. La tratta costava meno della
metà, ma non le andava di rimanere in giro neanche un minuto di più.
Neanche per aspettare che il
conducente contasse il resto.
Pagò, quindi scese
cautamente dall’auto e si avviò per il vialetto d’ingresso finché una figura
non catturò la sua attenzione.
Dominic, seduto sui gradini
del patio, che la guardava con una strana espressione.
Abaigeal si riscosse, quindi
tornò a guardarlo.
Era abbastanza convinta che
Dom sapesse tutto, ma lui non aveva ancora fatto menzione di quanto stava
accadendo. Le aveva semplicemente detto di essere lì per una semplice visita.
“Dom”, sospirò lei, “Veniamo
al dunque, vuoi?”
Lui sorseggiò il suo caffè,
“Quale sarebbe il dunque?”
Bee sbuffò, “Perché sei
qui?”, alzò un sopracciglio, “E non rifilarmi la favola della visita a sorpresa
per favore”, lo ammonì.
Lui ridacchiò, “Sono due
settimane che non ti vedo, ragazza dell’Eire. Volevo solo assicurarmi che sia
tutto ok”.
Abaigeal non la bevve, “Sei
stato da Flow ultimamente?”
“Ovvio. Vengo direttamente
da casa sua”, sorrise.
Bee sbiancò e Dominic, per
contro, ridacchiò.
“Siete due strani esemplari,
te e OB”, sospirò, “E devo ammettere con me stesso che strani non rende ancora bene l’idea”.
Abaigeal sorseggiò la sua
tisana alle erbe, guardandolo da sotto le ciglia.
“Come
Lei si strinse nelle spalle,
“Nessun motivo particolare. Ho avuto da fare”.
“Tu hai avuto da fare?”, Dom
scoppiò a ridere, “Abe, ti conosco ormai. Non vuoi che io ti racconti le
favole, quindi ricambiami il favore e non raccontarle tu a me”.
Lei lo guardò stranita,
“Abbiamo avuto una divergenza, contento?”
Lui fece una smorfia, “Non
direi. OB sembra la riedizione di uno zombie e tu sembri appena uscita da una
centrifuga”, la soppesò con lo sguardo, “E bisognosa di parlare con qualcuno liberamente”.
Lei si sforzò di
sorridergli, ma dalle labbra gli uscì uno strano mugolio, seguito da uno
scoppio di pianto, tutt’altro che controllabile.
Dom la guardò interdetto,
quindi allungò una mano e sfiorò la sua.
“Cristo Dom, non so proprio
come gestirla ‘sta volta”, singhiozzò.
Lui le sorrise, “Tu cerca di
stare tranquilla, vedrai che le cose si sistemeranno. Orlando non ti lascerebbe
mai in una situazione del genere senza assumersi le sue responsabilità”.
“Questo lo so!”, borbottò
lei mettendosi le mani nei capelli, “Ma è giusto? Io sono la sua migliore amica
Dom. Dovrei semplificargli la vita, non aggrovigliargliela così!”
Dominic scosse la testa
sconsolato. Quei due erano più cocciuti di un assemblaggio di muli testardi.
“Io proprio non vi capisco”,
buttò lì, “C’è gente che passa la vita a cercarsi senza mai trovarsi, e voi
due”, ridacchiò, “Voi due vi siete trovati più di dieci anni fa e ciononostante
non avete mai smesso di cercarvi. Vi sembra normale?”
Lei tirò su col naso, “No”.
Dominic annuì, “No Bee,
infatti. Non è normale per niente. Adesso aspettate
un bambino e lo aspettate insieme. Quindi vedete di sistemare la situazione”,la
guardò con aria grave, “E in fretta”.
“E Miranda?”
“Miranda non è un problema
tuo, Bee”
“I problemi di Flow sono anche
i miei problemi”, puntualizzò lei.
“Orlando parlerà con Miranda
e tenterà di spiegarsi. Vivaddio almeno lui il cervello lo ha rimesso in moto.
Tu, invece, chiamerai Sam e cercherai di spiegarle la situazione”.
Lei annuì poco convinta.
“E la stampa?”
“La stampa alzerà un
polverone degno dello scandalo Clinton, ma la cosa non dovrà riguardarvi”.
“Non dovrà riguardarci?”,
Bee ridacchiò, “Come se fosse possibile”.
Dom le prese entrambe le
mani, “Donna dell’Eire!”, la richiamò affettuosamente, “Siete tu ed Orlando”,
le sorrise, “E quel cucciolo di uomo che porti in grembo. Se non perdi di vista
questo, non cadrai mai. Parola di Dom!”
La fece ridere, e gliene fu
immensamente grata.
“Ci metteranno alla brace,
vero?”, le domandò con una vaga punta di apprensione nella voce.
Lui annuì con solennità, “Vi
arrostiranno e vi butteranno in pasto alle malelingue, ma sono sicuro che con
un paio di manovre sistemeremo la situazione”.
“Me lo prometti?”
Fu in quel preciso istante
che Dom si rese conto di quanto, in realtà, fosse fragile quella giovane donna.
Le fece tenerezza. Perché davanti non aveva più Bee la burbera, la ragazza
battagliera senza peli sulla lingua e carica di sarcasmo. Aveva una donna
indifesa, esposta… e incredibilmente spaventata.
La rimproverò mentalmente per aver tagliato fuori Orlando dalla sua vita, ma
non le disse nulla. Preferì sorriderle.
Lei, che probabilmente aveva
intuito il corso dei suoi pensieri, gli sorrise a sua volta, quindi gli fece
l’occhiolino.
“Allora dimmi, elfo
bastardo! Sei contento di diventare zio?”
Lui scoppiò a ridere di
gusto.
“Non vedo l’ora!”, ridacchiò
ancora, “Mi sento tutto elettrico!”
Bee scoppiò a ridere. Se
sarebbero riusciti davvero a superare la tempesta, quel bambino che cresceva
lentamente dentro di lei, sarebbe stato il bambino più fortunato del mondo.
Doveva farlo.
Doveva farlo per forza.
Ormai i muri erano caduti, e
ne rimaneva poco più che un cumulo di macerie e polvere. Macerie e polvere che
non potevano e non dovevano essere la base su cui costruire quella vita che
doveva necessariamente aggiustare.
E per aggiustarla, aveva
bisogno dell’altra metà.
Del suo complice.
Del suo migliore amico.
Del suo unico, grande amore.
Aveva bisogno di Orlando e
ne aveva bisogno subito.
Doveva capire se lui era
ancora rimasto su quella barca, sopra l’oceano d’Irlanda a guardare le stelle e
a promettergli che avrebbe lottato per il grande amore. Sempre e ancora. E
ancora. E ancora.
Compose il numero di getto,
sentendo il cuore rotolarle in gola e tamburellargli nelle orecchie.
Quando poi la voce di lui,
le riempì il campo uditivo, le sembrò scoppiare.
“Bee”, gridò lui, “Bee,
dannazione a te. Dove sei? Stai bene? Come ti senti? E il bambino?”, inspirò,
“Bee ti prego dimmi dove sei, ti raggiungo”.
Abaigeal istintivamente
sorrise. Povero amore, com’era preoccupato.
“Flow, respira”, gli
consigliò dolcemente, “Sto bene. Stiamo bene. Ti ho chiamato per chiederti
scusa. Non volevo…”
“Bee non voglio sentire
niente. Ho solo un disperato bisogno di vederti. Dimmi dove sei”.
“Sono a casa”
“Arrivo”.
Non le diede neanche il
tempo materiale di rispondere, che già aveva attaccato.
Bee se lo immaginò correre
per le scale, verso il garage a prendere la macchina.
Un moto di tenerezza si
spanse nel suo stomaco, pervadendole ossa e cuore e anima.
Si sfiorò la pancia e
sorrise.
“Sta arrivando papà”, sussurrò.
Come prima cosa… BUON NATALE A TUTTE!!
Anche se in ritardo…ma è tipico di me, quindi non ve la prendete.
Spero che le feste siano andate
sufficientemente bene e spero anche che Babbo Natale sia stato clemente con
voi. Con me non lo è stato tanto, ma non temete. Ho provveduto ad ubriacargli
le renne, così impara!!
Siete veramente parte integrante di
questa storia ormai…e anche di quelle venture!!!
Grazie a Klood che mi ha entusiasmato
più di Ih-Oh che alza le orecchie quando batti le mani che mi hanno regalato
per natale. (Voi credevate di aver a che fare con una donna adulta uhm????)
Per quel che mi riguarda ne lascio uno
decisamente pesante e deleterio, quindi mi auguro che questo sia migliore per
me e per voi.
E mi auguro anche che il sogno più
grande che vi portate dentro possa essere realizzato nell’anno che viene. Siete
splendide e ve lo meritate!
Un abbraccio forte forte
Amaranta.
Si???
Bhè…allaccia le cinture baby! Si
parte!!!!!!!