Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: mikchan    06/05/2015    2 recensioni
[NON COMPLETA] La ginnastica artistica è sempre stata la più grande passione di Chiara. Non c'era niente di meglio che qualche giro sulle parallele o un salto al volteggio per rendere migliore la giornata.
Ma nel momento in cui questa possibilità le viene tolta, Chiara si ritroverà catapultata nella vita di una qualunque adolescente, tra scuola, libri, amicizie e primi amori. I problemi quotidiani sembrano molto più grandi se vissuti dall'interno e Chiara dovrà imparare ad affrontarli con coraggio e tenacia.
E chissà che, forse, non trovi anche il ragazzo che le faccia battere forte il cuore.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO

"Lorenzo!".
"Gne gne gne".
"Lorenzo! Ridammi la mia bambola".
"Gne gne gne".
"Piantala. Rivoglio la mia bambola".
"E allora vieni a prenderla".
"Lo sai che la mia mamma non vuole che salgo sugli alberi".
"La tua mamma non c'è".
"Sì, ma rovino le scarpette nuove".
"Toglile".
"E poi come faccio a salire?".
"Ti aiuto io. Forza".
"Ma poi me la ridai la bambola?".
"Solo se sali fino a qui".
"Se cado mi prendi?".
"Non cadi, fidati."
"Ma se cado?".
"Va bene, stai tranquilla. Ora sali però".
Chiara si tolse le nuove scarpette di ginnastica che aveva comprato e che aveva voluto subito provare e le appoggiò accanto al tronco dell'albero. Fece un saltello per aggrapparsi al ramo più basso e, issandosi con le braccia e aiutandosi con i piedi, si mise a sedere.
"E ora?", chiese all'amico.
"Alzati in piedi e continua a salire. Ci sono i rami che ti aiutano".
"Ma sei troppo in alto. Puoi scendere un po'?".
"Non dirmi che hai paura!".
Chiara si morse un labbro, guardando l'amico e poi il prato sotto i suoi piedi. "No...".
"E allora sali. Ce la puoi fare".
"Davvero?".
"Certo. Ti ho vista l'altro giorno mentre eri in palestra e facevi quelle cose su quella cosa con due bastoni".
Chiara si accigliò, alzandosi in piedi e appoggiandosi contro il tronco. "Si chiamano parallele, stupido".
"Sì, sì, come vuoi. In ogni caso hai fatto quella capriola fantastica lassù, quindi puoi anche arrampicarti su un albero".
"Non era una capriola, ma... oh, tanto non mi capiresti comunque", borbottò tra sè. Si guardò intorno. "Lori, dove devo aggrapparmi?".
"Il ramo di là", rispose il bambino indicando con il dito la destra di Chiara, che annuì.
La bambina si allungò un poco e afferrò anche quel ramo. Come poco prima, si issò con l'aiuto delle braccia e rimase ferma per un attimo. Effettivamente era come dondolarsi sulle parallele che c'erano in palestra e, d'istinto, si piegò in avanti, svolgendo una capovolta. Si mise poi a sedere sul ramo e si alzò subito, aggrappandosi ad un altro per salire ancora di più. In poco tempo aveva raggiunto l'amichetto e gli sedeva a fianco, con il fiatone, ma con un enorme sorriso sulle labbra.
"Visto che ce l'hai fatta?", le disse Lorenzo porgendole la bambola.
Chiara l'afferrò contenta. "Grazie", rispose abbracciandola.
"Chiara", la chiamò l'amico. "Mi insegni a fare quella cosa che hai fatto prima?".
Lei lo guardò e annuì. "È facilissimo", si pavoneggiò.
Lorenzo si alzò in piedi e, afferrando il ramo sopra le loro teste, cercò di imitare i gesti dell'amica.
"Non lasciare mai la presa", lo avvertì Chiara quando lo vide issarsi sulle braccia.
L'amico annuì e, piegandosi in avanti, girò intorno al tronco per poi tornare alla posizione di partenza. "Urca, è bellissimo!", esclamò con un enorme sorriso, ripetendo quella capovolta ancora un paio di volte.
"Sì, ora scendi e vieni qui", lo richiamò Chiara, sbuffando. "Non sono salita fino a qui per vederti fare capriole".
Lorenzo appoggiò di nuovo i piedi sul tronco e si sedette accanto a Chiara. "Mi è venuta fame", disse poi prendendo lo zainetto e aprendolo. "Vuoi dividerla con me?", chiese a Chiara, mostrandole una merendina.
La bambina annuì e mangiarono in silenzio, dondolando le gambe in sincronia.
"È proprio proprio bello quassù", disse Chiara all'improvviso, guardando davanti a sé.
"Lo so, ci vengo spessissimo, sai?"
"Perché?".
Lorenzo scosse le spalle. "Quando mamma e papà urlano non mi va di ascoltarli. Quindi vengo fino a qui e mi porto qualche gioco".
"Posso venire anch'io quando mamma e papà urlano?", gli chiese Chiara.
Il bambinò annuì. "Certo. Magari possiamo costruirci anche una casetta. Come quella dei Simpson".
"Tu sei capace?".
Lorenzo fece per parlare, poi chiuse la bocca, scuotendo il capo. "Però possiamo chiedere al mio papà", affermò sicuro.
"E ci aiuterà?".
"Lo spero", disse Lorenzo, infilandosi lo zaino sulle spalle. "Forza", disse poi. "Dobbiamo scendere". "Lori, posso tornare domani?", gli chiese la bambina.
Lui si mise seduto, dondolando le gambe verso il tronco più basso. "Solo se porti tu la merenda", propose con un sorriso birichino.
Chiara annuì con forza. "Promesso".
Entrambi scescero dall'albero aiutandosi a vicenda e, quando finalmente toccarono il prato, sorrisero.
"Grazie albero", disse Chiara, accarezzando la corteccia come aveva visto fare in un cartone animato e chinandosi per prendere le scarpette.
"Chiara", la richiamò Lorenzo. "Ma noi saremo amici per sempre?".
"Certo. Che domande fai?".
"Anche se io non potrò più salire sull'albero con te?".
"E perché non puoi? Sei in castigo?".
"No, non sono in castigo. Ma devo cambiare casa", ammise.
"E perché?", ripeté Chiara. "La tua non ti piace più?".
Il bambino scosse la testa. "A me piace un sacco, ma mamma e papà vogliono andare via".
"E dove?".
"Non lo so", ammise Lorenzo.
"E io con chi salirò sull'albero?", mormorò mogia Chiara, stringendosi la bambola al petto.
"Saremo sempre amici?" chiese invece Lorenzo con tono apprensivo e urgente.
Chiara lo guardò e poi annuì. "Nel posto in cui vai trova un albero come questo. Quando tornerai faremo a gara di chi fa più capriole".
"Me lo prometti?".
"Promesso", disse la bambina, allungando la mano con il mignolo teso. Lorenzo la imitò e strinsero quella promessa guardandosi negli occhi.
Poi, senza dire più niente, si incamminarono verso casa, uno accanto all'altro, senza sapere che per entrambi il tempo di dondolarsi sugli alberi sarebbe finito molto presto.




Finalmente ho trovato il tempo, la voglia e lo spirito giusto per iniziare a pubblicare questa storia!

Sono mesi che l'ho iniziata, ma tra una cosa e l'altra, soprattutto con la maturità quest'anno, ho sempre rimandato questo momento. Ma ora ce l'ho fatta, ho sistemato gli ultimi dettagli ed ecco il primo capitolo della mia nuova storia.
Voglio avvisarvi subito che non sono proprio un'esperta in ginnastica artistica: quello che so, lo devo alle lezioni che ho preso quando ero piccola, alla mia adorata prof di ginnastica che ha creduto fin troppo in noi e l'ha messa nel programma e, soprattutto, a Ginnaste Vite Parallele (ebbene sì, ho perso un sacco di pomeriggi a guardare quel programma. Una cosa molto triste, ora che ci ripenso). Quindi, come al solito, se dico castronerie non esistate a correggermi e lo stesso vale per errori vari ed eventuali.

Pubblicherò presto il primo capitolo, anche perché questo prologo è davvero corto e poi ci sarà una scadenza settimanale, scuola permettendo.

Ah, mi piacerebbe avere un banner anche per questa storia, ma quando ho chiesto sul forum di EFP nessuna mi ha cagata perché evidentemente non sono abbastanza VIP per loro, quindi chiedo a voi, che siete umili mortali come me. QUALCHE ANIMA PIA, BRAVA CON I PROGRAMMI CHE NON SIANO PAINT (ovvero il massimo che io so usare) POTREBBE CREARMI UNA COPERTINA PER QUESTA STORIA?
Aspetto vostre notizie in massa

a presto

mikchan

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: mikchan