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Autore: pamina71    07/05/2015    14 recensioni
Un prigioniero da recuperare sulle Alpi e ricondurre a Parigi.
Un prigioniero che qualcuno non vuole far testimoniare.
Qualcuno disposto a tutto per eliminarlo.
Una storia di viaggio, letterale e metaforico.
Lungo la Francia, sulle Alpi, dentro se stessi.
Con la copertina disegnata dalla meravigliosa matita di Sabrina Sala.
Genere: Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi, Sorelle Jarjeyes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lupi, Giganti ed altre avventure'
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Altro capitolo leggermente interlocutorio, quindi lo posto oggi. Dal terzo si entrerà nel vivo, e cercherò di seguire una cadenza settimanale il martedì.

Per ora grazie a chi ha recensito con grandi aspettative e chi ha inserito questa ff nelle seguite/preferite!

 

2. Patate alla bifolca.

 

All'alba del sei maggio, tre soldati a cavallo, con un quarto animale carico di salmerie, attendevano nella Piazza d'armi il loro Comandante ed uno dei loro compagni. Il resto della Caserma si stava risvegliando e preparando per le attività quotidiane.

La città stava lentamente tornando alla vita, con i garzoni che si recavano al lavoro, i venditori ambulanti che spingevano i loro carretti verso i mercati, mentre alcuni irriducibili festaioli rientravano da uno dei balli dati la notte precedente.

Oscar ed André comparvero nel riquadro della cancellata. Gli altri furono rapidi a raggiungerli e si avviarono, in senso contrario a quella operosa corrente affaccendata che andava verso les Halles ed il centro, verso la Senna, dopo aver varcato le porte delle dogane.

Pochi invece seguivano la loro direzione, in uscita da quel conglomerato medievale di case e vie buie che era ancora Parigi.

Attraversando la Senna dal Pont Neuf furono affiancati da una carrozza con uno stemma conosciuto.

- Buongiorno! Siete mattinieri, al contrario di me! -

Oscar si girò con aria stupita ad udire quella voce. André strinse un poco più forte le redini.

- Conte di Fersen! Buongiorno. Immagino che invece Voi siate di ritorno da un ballo.

Oscar aveva un tono tagliente e seccato nella voce, che mai André aveva udito nel rivolgersi al Conte. Gli altri soldati, senza saper chi fosse, riconobbero l'uomo che mesi prima Oscar aveva lasciato uscire dai giardini della reggia durante una ronda notturna1.

- Confesso di sì. Suppongo che voi siate invece diretti a sud. Mi dispiace che abbiano affidato a Voi questo incarico, così lungo e pesante. Forse sarebbe stato più corretto affidarlo a qualcun altro, magari avrei potuto svolgerlo io...

- E allora perché non Vi siete offerto volontario? - Lo rimbeccò, stizzita, prima di rivolgergli un saluto militare ed andarsene, lasciandolo ad interrogarsi su quella frase secca e vagamente rabbiosa.

André decise di rigirare il coltello nella piaga, per quella sua vena dispettosa che ogni tanto gli veniva nei confronti di Oscar, e ben sapendo di essere l'unica persona a potersi permettere tanto.

- Cominciamo bene!

- Sarebbe a dire?

- Sei stata scelta per una missione non dico segreta, ma quantomeno riservata, e scopriamo così, su un ponte, che almeno un'altra persona ne è a conoscenza, e ha la furbizia di spiattellarlo davanti a tutti...capisco che fosse esausto dopo il ballo, però...

Come si fa ad essere esausti per un ballo? Per una ronda, magari... Pensò Gérard, senza cogliere il sarcasmo dell'affermazione.

- Sai che hai ragione? - Commentò Oscar improvvisamente vigile. - Credevo che fosse una cosa decisa nelle alte sfere e comunicata direttamente a me. Invece...quanti altri idioti lo sanno?

François sobbalzò nell'udire simili parole uscire dalle labbra del Comandante. André invece si chiese da quando, per lei, il Conte fosse passato nel novero degli idioti.

Oscar continuò a sbuffare. Non aveva ancora del tutto accettato quella missione, quella "seccatura", come l'aveva più volte definita in nella giornata di licenza, ed ora scopriva che probabilmente aveva più falle di quante credessero.

- E sappiamo benissimo come vanno queste cose: gli ufficiali lo sanno, ne parlano alle amanti, agli amici, ai parrucchieri, a Dio sa chi, che lo racconteranno ad altri e tempo una settimana chiunque sarà a conoscenza del fatto che stiamo andando proprio lì. Così, se qualcuno volesse impedire il ritorno del prigioniero, avrà tutto l'agio di farlo.

- Comandante. - Chiamò timidamente Gérard. - Ma dove stiamo andando? André ha parlato di una fortezza, ma non ho mica capito bene. - Aggiunse vergognandosi un poco.

- Aspetta un poco. Usciamo dalle porte della città e vi spiegherò strada facendo, appena saremo più isolati.

 

Quando furono lungo la strada che da Parigi si dirigeva verso sud, verso Fontainebleau e poi Nevers, si misero attorno al cavallo cremello del Comandante , che iniziò a spiegare.

- Dobbiamo andare a recuperare questo prigioniero di cui non ci hanno detto nulla, se non il numero: prigioniero 121. Sappiamo solo che ha cospirato contro la Corona. In qualche modo è stato arrestato nel Regno di Sardegna, che ora è alleato della Francia, visto la figlia del loro Re è sposata al fratello del nostro Re.

- Non ho ben capito: basta dare la figlia in sposa e due Re diventano alleati? Chiese l'ingenuo François.

- All'incirca sì. Perché credi che abbiano spedito qui dall'Austria la Principessa Maria Antonietta? Avevano un principe da sistemare. E questo ci sta evitando la guerra da molti anni. - Riassunse sbrigativamente André.

- Oh...

- Comunque. - Tagliò corto Oscar, a cui il discorso stava creando un certo disagio - Ora è tenuto in una fortezza in cima alle Alpi. E' una costruzione a suo modo spaventosa. E' composta da due forti principali, cinque ridotte e quasi trenta risalti collegati da una scala coperta che occupa un paio di leghe. Da alcuni anni ha anche una parte adibita a prigione, dove appunto dovrebbe trovarsi il nostro uomo.

Udendo un cavallo al trotto avvicinarsi si interruppe. Riprese solo dopo che il cavaliere, un uomo magro, con uno scuro abito verde, li ebbe superati.

- Vedremo lì cosa aspettarci. Non abbiamo nemmeno informazioni riguardo al prigioniero. A parte il numero. Per ora proseguiamo. Dubito che, se dobbiamo attenderci qualche azione di disturbo, essa abbia luogo durante il nostro viaggio di andata. Ci ho pensato, André; se anche la notizia si diffondesse a corte, dovremmo essere tranquilli fino al momento in cui lo preleveremo. Almeno, spero.

 

La giornata trascorse tranquilla, tra lunghe cavalcate silenziose e momenti di chiacchiera. Oscar riuscì in qualche modo a rilassarsi. Dopo la complicata missione per proteggere il principe Adelos, era il primo viaggio fuori Parigi. Ma questa volta aveva con sé uomini di cui si fidava, di cui aveva a poco a poco conquistato la lealtà ed in cui era la prima a confidare. Sapeva che Andrè li considerava amici, e questo le dava la certezza di avere scelto bene. Alain era grosso, robusto, abile con la spada. Gérard, era timido, balbuziente, ma con il fucile aveva un'ottima mira. François aveva l'aspetto ed i modi di un ragazzino, ma era una delle persone più rette che conoscesse, ed il suo scarso peso lo rendeva molto agile con la spada.

E tutti e quattro erano brave persone. Sapeva di potersi fidare. Forse anche di poter allentare un poco la corda che le teneva stretta al volto la maschera irreprensibile di Comandante inattaccabile. Chissà, magari aveva ragione Andrè; il viaggio di andata sarebbe stato simile ad una vacanza.

 

I primi due giorni di viaggio trascorsero serenamente, inclusa la prima notte passata in tenda. Al termine del secondo giorno, si accamparono nei pressi di la-Charité-su-Loire, poco prima di Nevers.

Accesero un fuoco, allegro e scoppiettante. L'accampamento, come la sera prima, era composto da tre tende, due per i soldati, ed una per il Comandante. André e Gérard ne dividevano una, mentre il minuto François si spartiva lo spazio con il massiccio Alain. Recuperarono dalle bisacce poste sul sesto cavallo pane, formaggio carne salata. Avevano anche delle patate, che André, aiutato da Oscar, inserì sotto la cenere, perché cuocessero mentre terminavano di montare le tende.

- Sapete fare le patate alla bifolca2? - Chiese Gérard, sinceramente stupito.

Alain commentò che aveva trovato strano, già quando avevano preparato gli accampamenti per la scorta del principe Adelos, che Oscar sapesse montare una tenda, anche se poi le occorreva aiuto per il serraggio finale. Figurarsi cucinare alcunché.

Gli arrivò una risposta divertita: - Ti assicuro che saresti capace anche tu, se tuo padre ti avesse mollato nei boschi in compagnia di un altro ragazzino, quando avevi undici anni, dicendoti tranquillamente che sarebbe passato a recuperarti dopo tre giorni. O impari ad accendere un fuoco, tirare su una tenda che non ti rovini in testa al primo soffio di vento, a cuocerti qualcosa, oppure fai una pessima fine.

Tre paia d'occhi li osservarono esterrefatti. Alain pensò che più udiva da quei due (sopratutto da André in realtà, dal Comandante non avevano mai ricevuto confidenze di sorta) storie su questa stranissima infanzia condivisa, più si stupiva che fossero cresciuti tutto sommato sani di mente. Lo vorrei proprio conoscere questo padre, che non solo vuole trasformare una figlia femmina nel maschio che non ha, ma la sottopone a prove che a nessun padre verrebbero in mente; e non per mancanza di mezzi, ma per raggiungere il suo scopo di fabbricarsi un bel soldatino!

André cambiò argomento estraendo dalle proprie borse da sella altre due bottiglie, le ultime, del Borgogna fornito dalle cantine di Palazzo Jarjayes che la sera prima aveva riscosso così tanto favore da parte dei soldati.

La serata trascorse in maniera tranquilla. Oscar si sentiva sempre più a proprio agio in quella nuova situazione. Sapeva di potersi fidare, forse come mai le era accaduto nel suo incarico precedente. Poteva rilassarsi perché, dopo aver dovuto combattere, letteralmente, per avere la loro fiducia, ora che l'aveva ottenuta sapeva di avere conquistato qualcosa che sarebbe valso per sempre.

Dovendosi alzare all'alba, si misero a dormire relativamente presto, senza neanche organizzare dei turni di guardia, contando sul numero non eccessivamente esiguo e sulla sicurezza che, se qualcosa fosse accaduto, sarebbe stato dopo aver preso in carico il prigioniero.

 

Quando furono tutti ritirati nelle tende, un cavallo baio condotto da un cavaliere magro passò lungo la strada, ad una trentina di passi dal punto in cui erano accampati, superandoli in direzione di Nevers.

 

 


1  Solo nel manga.

2  Nei Berukids la Ikeda le chiama così. Sono anche oggetto di una graziosa ff francese sull'infanzia di Oscar. Non erano ancora così diffuse da essere il sostentamento base degli strati bassi della popolazione.

   
 
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