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Autore: Jeles    07/05/2015    0 recensioni
Il mio nome è Kaori, e in quelle giornate felici da ragazza libera avevo appena compiuto 17 anni, frequentavo il liceo di città, e non avevo la minima esperienza con l'altro sesso. Per quanto avessi avuto piccole cotte o sguardi di interesse, non ero mai riuscita ad arrivare a confessare il mio amore, o a stringere un rapporto con un ragazzo. Mai. Finché non ho conosciuto lei: Saki.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Scolastico
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DIN DON DAN
Non appena suonò la campanella della pausa, mi alzai dal mio banco, e mi avviai verso l'uscio dell'aula stringendo tra le mani il mio quaderno di inglese. Venni fermata giusto da Sho, che, imbarazzato, mi spostò sul lato della classe tossendo.
”Ecco, Kaori... Volevo chiederti scusa per.. per quello che è successo quel giorno quando hai visto Aya e me insieme..”
Sulle sue guance si dipinse un rossore, mentre io risi alle sue parole, e gli posai una mano sulla spalla.
”Non preoccuparti, non ero poi così arrabbiata fin dall'inizio! Ma niente più segreti, ok?”
Gli feci un occhiolino, mentre quello annuì sorridendo, e mentre feci per andarmene mi voltai nuovamente verso di lui, e lo spinsi nell'angolo della stanza, lontani dagli occhi di tutti.
”Com'è nata la vostra relazione? La stai trattando bene vero? La ami? Perché se non provi quello che lei prova per te...”
Sho mi fissò incredulo, e scoppiò a ridere, arrossendo sempre più.
”Credimi, la amo molto... Non ti sei ai accorta degli sguardi che le lanciavo in tutti questi anni vero? Ma lei era sempre occupata a guardare te, non avevo scelta se non far parte del vostro gruppo. E credo che, in un modo o nell'altro, se ne sia accorta. Per i dettagli, chiedi a lei, è la persona più adatta, no?”
Mi sorrise gentilmente, poi si infilò le mani nelle tasche, e si avviò verso i propri compagni di classe. In realtà la questione mi turbò un poco. Ma non per quello che provavano, ma perché se potevo tralasciare il non essermi mai accorta delle intenzioni di Sho, rimanevo sempre più perplessa per non essermi accorta di ciò che voleva Aya. Ah, l'amore, perché è così complicato? Senza pensarci ancora troppo, tornai sui miei passi, e varcai l'uscio dell'aula per avviarmi verso la sala professori. Bussai alla porta timidamente, e entrai salutando i professori presenti chinando il capo. Alcuni di loro, miei docenti, erano stupiti di vedermi in quell'aula, Ozaki aveva osato sputare per terra con la sua solita grazia il caffé che stava bevendo, ma ignorai con una smorfia. Cercai con lo sguardo le postazioni di ogni professore, per poi sobbalzare e sorridere alla vista della professoressa Okamoto.
”Buongiorno Kaori! Vieni, andiamo in un posto più tranquillo, così possiamo occuparci dei tuoi compiti.”
”Buongiorno prof! Certo, certo, la seguo...”
Uscimmo dalla stanza, e ci avviammo per le scale dirette verso l'aula di un laboratorio linguistico. Mentre la donna camminava, io rallentai giusto un poco, e da dietro fissai con le guance infiammate le sue natiche in movimento, seguite da due belle gambe lisce e formose. Aspetta un attimo, sbaglio o ha la gonna più corta oggi? Non so quante volte ho cominciato ad approfittare di questi momenti per squadrarla da capo a piedi e godere la visuale del suo corpo che, per qualche strana ragione, mi eccitava ogni giorno sempre di più. Forse i miei ormoni si stanno incasinando, ma chissene frega, come si fa a starsene immobili di fronte a un culo così bello? Continuavo a fantasticare sul suo fondo schiena, ma dovetti fermarmi, e quasi mi spaventai quando quella si voltò improvvisamente spalancando la porta dell'aula per farmi entrare. Io, dal canto mio, ero ancora rossa in volto, ma mi limitai a sorriderle, e entrai in quella classe, portando subito una sedia a caso vicina alla cattedra.
”Sei ancora un po' rossa in volto, non è che ti è tornata la febbre, vero?”
”Oh, no no, non si preoccupi! Sono in forma smagliante, ho solo un po' di caldo...”
”Vuoi che apra le finestre?”
Con questo freddo? Ma che, sei impazzita?
”N-no, non ce n'è bisogno.”
Quella fece spallucce e si accomodò di fronte alla cattedra, mentre io mi ero già piazzata accanto a lei. Scelta sbagliata, ragazzi miei, sbagliatissima. Avevo praticamente davanti al muso la sua scollatura ogni qualvolta che quella si chinava sul quaderno per correggermi. Come concentrarsi in quel modo? Tornai rossa dall'imbarazzo, e cercai di evitare quella visuale, ma ben presto si accorse anche la professoressa che ero completamente distratta.
”... Kaori? Che succede? Non mi sembri molto attenta.”
”... Mi scusi prof...”
Quella rise quando mi vide abbassare lo sguardo dispiaciuta, e posò la matita portando la mano destra sotto il mento.
”Non devi chiedermi scusa, ma se hai qualche problema puoi parlarmene. Ormai ho visto la tua splendida cameretta, non siamo già in intimità?”
A quelle parole il mio cuore stava esplodendo schizzando sangue ovunque, quindi portai una mano al petto, e inspirai per bene per calmarmi. Quella invece rise di gusto, rimarcando l'ironia con cui aveva chiamato la mia stanza “splendida”. Dovevo inventarmi qualcosa.
”Ecco.. sono un po' preoccupata per la mia amica, Aya.. Qualche settimana fa l'ho scoperta stare insieme ad un nostro amico, e mi ha sorpresa molto che lei non me l'abbia detto. Abbiamo risolto la discussione, ma continuo a non capire come io non mi sia accorta che provasse qualcosa per lui. E' la mia migliore amica, dovrei notarle queste cose!”
Con un broncio in volto, sbuffai, e aggrottai la fronte posando lo sguardo su una parete dell'aula. La professoressa sgranò un poco gli occhi alla mia confessione, e mi rivolse uno dei suoi dolci sorrisi.
”Forse non l'hai notata perché davi per scontato che a lei non piaceva il vostro amico. Ma solo perché tu non lo vedi bene come suo ragazzo, non vuol dire che non possano essere una bella coppia. Dimmi, per caso lui piaceva anche a te?”
”Ma che diam.. no, certo che no!”
Quella si stupì un poco della mia reazione, e scosse il capo.
”Scusa, non intendevo offenderti, ma sai, se tu ti fossi focalizzata solo su uno dei due, sarebbe normale la tua reazione. Per esempio, hai mai pensato che Aya avrebbe mai lasciato il suo posto vicino a te per stare con un ragazzo?”
”No, e lei stessa me lo assicura. Aya e io siamo molto unite...”
”Quindi i ragazzi che non conoscete non sono una minaccia. Ma il suo ragazzo è anche tuo amico, è una situazione perfetta per te, sarete sempre e comunque insieme.”
”Si, è vero...”
”Allora cosa c'è che non va?”
”Non fa per lei.”
Il mio sguardo si fece sempre più basso, volli sprofondare in quella sedia mentre pronunciai quelle parole con un tono molto infantile, al che la professoressa assunse un'ennesima espressione sorpresa, e inarcò un sopracciglio, portando la sua mano sul mio mento per sollevarmelo.
”... Non è che... provi qualcosa di più per Aya?”
Quando vidi quel suo volto così vicino al mio, nella mia testa stavo strillando dall'eccitazione, ma le sue parole mi colpirono dritte dritte nel petto, e tornai rossa come una fiamma, andando ad alzarmi di scatto dalla sedia.
”C-certo che no!”
Avevo avuto quei pensieri. Li avevo avuti eccome. Quando conobbi Aya era una mattina di pioggia, ed era la seconda settimana di scuola. Allora frequentavo la prima media, e stavo correndo a perdifiato per non perdere l'autobus, quando vidi camminare lentamente questa ragazzina diretta verso la stessa fermata con un ombrello in mano. Mi voltai per guardarla, e il suo volto angelico si stampò nella mia testa come un timbro. Purtroppo nella corsa inciampai, e finii per bagnare il vestitino della ragazza. Quella mi rivolse il peggior sguardo del mondo, e inviperita mi strillava e incolpava di averle rovinato il suo bellissimo vestito. Mi lasciò lì a terra e corse a casa in lacrime. Rimasi con un'espressione molto sbigottita per un bel po', finché non ripresi coscienza quando mi passò accanto il bus, e ricominciai a correre per non mancarlo. Al mio ritorno a casa erano venuti a trovarci i nuovi vicini di casa, e sbarrai gli occhi quando vidi la ragazza incazzata di prima. Quella stessa mi rivolse lo stesso sguardo, e senza neanche pensarci cominciammo a litigare. Cominciò tutto da lì. Ogni giorno era buono per litigare e stuzzicarci a vicenda. Io lo facevo per orgoglio, ma avrei voluto contemplare quella bimba affascinante e farla sorridere. Senza nemmeno accorgercene, avevamo stretto un solido rapporto, e dopo esserci difese a vicenda contro delle teppistelle, abbiamo cominciato a parlare e a stringere finalmente l'amicizia che tanto desideravo. Ma io sapevo in cuor mio che quell'amore non poteva essere normale, e soprattutto, non doveva esserle rivelato.
Mentre mi portavo la mano sul volto per raggiungere i capelli, osservai con la fronte corrucciata la professoressa, che nel frattempo, per la prima volta, mi stava fissando malamente. Si sollevò anche lei dalla sua postazione, e mi si avvicinò minacciosa.
”Che vuoi dire con Certo che no? Non è certo, e non c'è niente di male ad avere sentimenti per la propria amica! Stiamo parlando di amore qui, Kaori, amore tra due persone, il sesso è così importante quando si prova un sentimento così profondo?”
Sentii la sua voce divenire tremolante all'improvviso, e andò subito a coprirsi il volto mentre una lacrima le rigava il viso. Io la guardai stupita.
”.. Oddio, mi scusi prof, io.. io non volevo!”
Quella scosse il capo, tornando seduta e tenendo il suo volto coperto, mentre non riuscì a trattenere le lacrime.
”Non devi mai, mai e poi mai nascondere l'amore che provi! Mai! Intesi?”
Io mi chinai sulla donna, lasciando le ginocchia appoggiate a terra, e afferrai un fazzoletto dalla tasca, cercando di levarle le mani dal volto per asciugarle le lacrime.
”Ha ragione, mi scusi.. E' che io non so cosa sia l'amore. Non vorrei confondere una profonda amicizia con un sentimento diverso, sarebbe un errore terribile. Ma, prof, mi dica la verità, perché si sente così presa in causa..?”
Mentre portavo il fazzoletto asciugandole prima le guance, quella mi prese la mano, e mi fissò dritta in volto. Di nuovo, sentii quella fitta nel cuore, stavolta molto più forte. Contemplai quegli occhi color miele che mi fissavano, quelle labbra carnose e rosa che le mie stesse bramavano, e quello sguardo seducente che stava infiammando il mio corpo. Sentii pulsazioni provenire dal basso ventre, e una carica di ormoni che oramai stavano prendendo il sopravvento. Non potei resistere ancora, e senza pensarci, feci per avvicinare il mio volto a quello del suo, ma mi fermai, con lo sguardo ancor più scosso.
”Kaori..?”
O mio Dio. Cosa diamine sto facendo? Cosa stavo cercando di fare? Lei è una professoressa, e io non sono nella posizione adatta per fare certe cose! No aspetta, intanto siamo due donne! Davvero mi piace una donna? Mi piace? La amo?! Mentre la mia testa stava viaggiando tra mille pensieri, la professoressa mi fece tornare nella realtà scuotendomi.
”KAORI?!”
”Wah! Si, cosa?”
”Cosa stavi per fare.. appena adesso?”
”Volevo baciarla.”
La donna allontanò quasi il volto con un'espressione molto perplessa, ed io al contempo sbarrai gli occhi di fronte alla mia stessa ingenuità, quindi mollai il fazzoletto e andai a coprirmi il volto.
”Oh cavolo...”
Mi sentii imbarazzata, piena di vergogna, e intanto ancora una ragazza in calore che voleva assecondare i propri istinti sessuali. Continuai a coprirmi il volto andando ad abbassare la testa, ma delle mani dalle dita lunghe e soffici mi risollevarono il capo e scoprirono il viso. Volevo piangere dall'imbarazzo. Ma quell'ennesimo sguardo pungente che mi fissava scatenò dell'altro al mio povero corpo. Quella mi fissava con gli occhi fini e assottigliati, nessun sorriso, mi posò una mano tra i capelli, e mi guardò.
”Hai sbagliato verbo. Si dice baciarti. Volevo baciarti.
Quella stessa frase che avevo pronunciato poco prima sembrava rivolta proprio a me, e non potei starle lontana. Avvicinai nuovamente il volto, mentre ci contemplavamo a vicenda. Quella di tanto in tanto spostava le labbra attraverso il mio viso, senza mai toccarlo.
”Qual'è il mio nome, Kaori?”
Deglutii.
”S.. Saki...”
”Ripetilo..”
”Saki..”
”Ancora.”
”Saki!”
Non indugiammo oltre, e senza accorgercene ci prememmo le labbra l'una con l'altra in uno stretto abbraccio. Saki fece scivolare le sue mani lungo la mia schiena, accarezzandola, mentre io le scostai quel ciuffo ribelle, e andai a giocare con i suoi lunghi capelli. Il mio primo bacio. Ho ricevuto il mio primo bacio tra le mura della scuola in un laboratorio linguistico, e non l'ho mai dimenticato. Sapevo bene che Saki non era inesperta, al contrario mio, e improvvisamente sentii la sua lingua penetrare nella mia bocca. La spalancai senza fare domande, mentre le nostre lingue giocavano stuzzicandosi a vicenda in un turbinoso abbraccio. Rimanemmo a baciarci per cinque minuti buoni, finché non udimmo bussare alla porta, e ci staccammo spaventate. Stavamo ansimando da quel bacio così travolgente, mentre dalle nostre labbra colava un poco di saliva. Volevamo ridere alla vista, ma non potevamo, e scattai seduta sulla sedia, mentre quella si pulì con il fazzoletto che le avevo dato in precedenza, facendo lo stesso con me, per poi voltarsi verso la porta.
”Si?”
”Saki? Sei da sola?”
La voce di un uomo. Saki divenne pallida in volto, mentre io inarcai un sopracciglio.
”Veramente no, sono con una studentessa.”
Si alzò dalla cattedra, e aprì la porta. Mi accorsi solo ora che era stata chiusa a chiave, e quella mi fissò con un'espressione un poco abbattuta andando a ricomporsi il ciuffo, mentre io preparai un dolce sorrisetto verso lo sconosciuto. Spalancò la porta, e da esso ne entrò un uomo distinto e curato, mi sembrava familiare.
”Oh oh, la pausa è finita da un bel pezzo ragazza, cosa combini ancora qui rubando ad una professoressa il suo prezioso tempo?”
Quello afferrò per la vita la donna, visibilmente infastidita, mentre io aggrottai la fronte ritirando il sorriso.
”E lei? Non ha lezione, scusi?”
Quello sgranò gli occhi stupito, per poi scoppiare a ridere.
”Non dirmelo, tu sei Kaori? Ah, il professor Ozaki mi stava dicendo che stavi prendendo lezioni da un'altra prof che insegna la stessa materia. Era parecchio arrabbiato, e questa è la sua ora, forse faresti meglio ad affrettarti.”
”E lei che ne sa? Comunque ho delle faccende da sbrigare con la professoressa Okamoto, perché lei non se ne va da qualche altra parte a disturbare chi non ha nulla da fare?”
Io e la mia lingua lunga. Mi alzai dalla sedia, e fissai in volto l'uomo decisamente più alto della sottoscritta. Quello inarcò un sopracciglio, e mollò la presa da Saki per avvicinarsi a me con tutta l'aria di superiorità che poteva emanare.
”Ascolta ragazzina, te la sei sempre cavata con i professori, so bene chi sei, ma non credi di avere una bella faccia tosta ad affrontare il vice preside della scuola?”
A quelle parole mutai la mia espressione: il vice preside Hiroyuki in persona? Che combinava con Saki? Lui stesso rimase soddisfatto dal mio nuovo atteggiamento, quindi fece per girare i tacchi spalancando la porta per farmi uscire.
”Siete ragazzi giovani e capricciosi, e io rispetto il vostro volere, ma non tirare troppo la corda, sono paziente solo fino ad un certo punto.”
Era chiaramente una minaccia, per cui sistemai il mio zaino e me lo misi in spalla, avviandomi verso l'uscita, quello stava già per chiudermi fuori, ma lo bloccai con un piede.
”Non finisce qui vice preside”.
Brutto porco schifoso, ho appena dato il mio primo bacio e tu devi rovinare tutto rompendo il cazzo, tra tutti i momenti in cui potevi dar noia dovevi scegliere proprio questo, eh? Accidenti a te!

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Dato che la settimana scorsa non ho caricato alcun capitolo, eccone qui uno nuovo caldo caldo appena sfornato, solo per voi!
Lo confesso, ho affrettato un po i tempi, ma io stessa ormai non potevo più giocare con queste bambole senza che scoppi una scintilla! Ma questa è solo una scintilla, colorata e bellissima, ma solo una.
E TA DAAAAN, ecco svelato il vice preside Hiroyuki (e mannaggia a lui, gli ho persino dato il nome giapponese che preferisco!).
Non smetterò mai di ringraziare chi sta seguendo le vicende di Kaori e Saki, e tutti coloro che si soffermano a leggere questa curiosa storiella.
GRAZIE!


Celestite
  
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