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Autore: SHERAZARD    01/01/2009    1 recensioni
...Non sapeva da quanto tempo andasse avanti quella storia e nè sapeva come fosse iniziata ma la cosa certa era che sua madre lo odiava incondizionatamente...
...Come ogni sera scrutava la città da sopra al tetto di un'abitazione, in cerca della vittima ideale!!! Doveva avere dei prerequisiti particolari, difficili da trovare...
" Forse Riku era stata la madre peggiore del mondo, forse non si merita le mie lacrime ma nonostante quello che mi ha fatto lei resta sempre mia madre"
Genere: Drammatico, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Shino Aburame
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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riflessioni

Riflessioni

Erano passati altri due giorni e già si sentiva morire.                                                                                                   
“papà, ti prego torna presto, non ce la faccio più, ti prego papà”frignava mentalmente Shino(ma poro tatino)  Era da almeno quattro ore che stava sfregando quel dannato pavimento con quella dannatissima spazzola per pavimenti per togliere quell’ancora più dannatissima macchia di sangue che non voleva saperne di sparire. Non ce la faceva più, non sentiva più i muscoli delle braccia e le ginocchia e gli occhi non volevano più saperne di rimanere aperti. Ma doveva resistere se non voleva che sua madre si infuriasse davvero. Per quel giorno ne aveva già prese a sufficienza per non aver fatto nulla di male, figurarsi se la madre lo avesse beccato a batter la fiacca. Lo avrebbe spedito all’ospedale come era successo molte volte  negli anni passati. Shino non si capacitava dell’atteggiamento che la madre aveva nei suoi confronti e quello che più lo faceva arrabbiare era il non comprendere il motivo. Dacché Shino aveva memoria, la madre aveva sempre avuto quell’atteggiamento nei suoi confronti. Era violenta, violenta fino all’inverosimile, per niente femminile sadica giusto per il gusto di esserlo e terribilmente intransigente. Ma non era questo che gli faceva male, no, quello che lo faceva soffrire come un cane(ei! Lui ha già i suoi insetti! Perché deve rubarmi i cani?ndKiba) era il fatto che quel comportamento era riservato solo e unicamente a lui. Era lui che prendeva a calci e pugni quando le aveva girate e voleva sfogarsi era lui che umiliava per ogni cosa che faceva era con lui se la prendeva quando non aveva niente da fare era solo e soltanto lui la sua preda che si divertiva a torturare fisicamente e psicologicamente. E nonostante fossero passati diciassette lunghi anni dalla sua nascita non riusciva ancora a capirne il motivo. Shino cominciava a sospettare che non ci fosse un motivo, proprio come era successo qualche ora prima.  Shino dopo  aver sostato a lungo di fronte casa sua si era finalmente fatto coraggio ed era entrato, suo padre sarebbe stato via un paio di giorni e questo per lui significava una cosa sola: l’inferno. Perché era proprio nei giorni in cui il marito era assente che la cara Riku Aburame dava il peggio di se. Come al solito era entrato silenziosamente in casa e si era avviato altrettanto silenziosamente in camera sua per farsi una doccia. Purtroppo per lui a metà della scala aveva incontrato sua madre.                                                                                                                                                                        
“ciao mamma” salutò Shino un po’ intimidito “ com’è andata og….”    Non finì la parola che gli arrivò una ginocchiata nel bassoventre. Shino cadde dalle scale procurandosi una serie di abrasioni e botte. Arrivò al termine della sua rotolata e cadde malamente sulla schiena, gli si smorzò il respiro; fece per mettersi in piedi ma una fitta atroce lo colpì e lo fece cadere a carponi sul pavimento.                                                                  
“ stammi a sentire inutile e ributtante ammasso di cellule” disse acidamente Riku dando un altro calcio nello stomaco al figlio che emise un rantolo sordo ma non si mosse dalla sua posizione.                                                               
“questa casa non è un albergo e tu, stupida copia mal riuscita di un uomo non puoi  permetterti di andare e venire come meglio ti pare” completò Riku per poi ricominciare a prenderlo a calci e a insultarlo con frasi tipo “ schifosissima feccia umana” oppure “figlio bastardo di un cane”(ma la volete smettere di fregare i miei cani? ndKiba). La storia andò avanti per un buon quarto d’ora poi Riku soddisfatta del proprio lavoro uscì di casa dicendo al figlio d ripulire il SUO pavimento dal suo sangue sporco. Non appena finì di pronunciare quelle parole Riku prese la borsetta e uscì di casa mentre suo figlio si accasciava a  terra privo di sensi mentre dell’altro sangue si aggiungeva a quello che già stava sporcando il candido pavimento .                                                                                    

   E ora era li,a pulire il preziosissimo pavimento di sua madre. Per due giorni era stato incosciente e nonostante le fitte atroci che aveva un po’ dappertutto si era costretto a stringere i denti anche perché nei due giorni che era stato incosciente Riku non si era nemmeno sognata di pulire il pavimento e non appena aveva visto il figlio gli aveva rifilato due cartoni in faccia, urlandogli di muovere quella sua inutile carcassa e andare a pulire il macello che LUI aveva combinato. Finalmente dopo quattro interminabili ore e un consumo industriale di detersivi, spray e solventi vari quella dannata macchia si era decisa a cedere. Questo voleva dire che finalmente poteva tornarsene a letto e riposare. Poi però fu colto da un lampo di paura: come si sarebbe giustificato con la sensei e i suoi compagni di squadra per essere sparito per due giorni interi? Ormai aveva terminato tutte le scuse possibili e immaginabili di questo mondo per giustificare le sue assenze. Dalla febbre alla sveglia che si era dimenticato di puntare la sera precedente. Aveva una paura matta che qualcuno scoprisse cosa gli faceva la madre. Con quel terrore addosso Shino si rintanò in camera sua e dopo essersi spogliato entrò nella doccia dove rimase per un’ora vagliando le varie scuse da poter rifilare ai suoi compagni. Alla fine optò per la scusa più plausibile:influenza. Infondo perché non avrebbero dovuto credergli? Erano a metà ottobre e faceva un freddo cane e bastava un nonnulla per ammalarsi. Uscì dalla doccia e cominciò a tamponarsi i capelli con un asciugamano. Per caso gli cadde l’occhio sull’enorme specchio del suo bagno. La superficie che occupava un’intera facciata rifletteva l’immagine di un adolescente con i capelli e gli occhi scurissimi. Il suo fisico scultoreo  e tonico era costellato da lividi, tagli e abrasioni e per sua immensa sfortuna una di queste ultime l’aveva in faccia. Parti dalla tempia destra e scendeva verticalmente fino alla mascella.  “cazzo” pensò il moro “questa volta sono proprio fottuto la mia giacca a vento non può coprirla tutta e ora come diavolo la giustifico questa?” il suo cervello mosse gli ingranaggi ed escogitò una soluzione accettabile “se dovessero chiedermi qualcosa dirò che la febbre stava aumentando e quindi mi sono alzato dal letto per scendere al piano inferiore per prendere una compressa di tachipirina ma scendendole scale ho messo un piede in fallo e sono ruzzolato giù, non dovrebbero avere problemi a credermi.” Soddisfatto delle sue scuse si disinfettò le ferite dopodiché si infilò i pantaloni del pigiama e poi fece una delle cose più stupide della sua vita: si buttò di peso sul letto. Grosso, grossissimo errore. Tutte le ferite si riaprirono simultaneamente e Shino lanciò un urlò di dolore, un fiume di sangue scorreva lungo tutto il corpo del ragazzo. Ora si che era nei guai! Cosa poteva fare ora? Se fosse andato dalla madre sicuramente lo avrebbe ammazzato di botte, a chiedere aiuto a un medico non ci pensava minimamente. Fece la cosa che gli sembrò più ovvia: aspettare che le ferite si rimarginassero da sole. Più il tempo passava più Shino sentiva freddo e piano piano cominciò a perdere sensibilità alle mani e ai piedi, poi fu il turno delle braccia e delle gambe dopodiché il freddo si fece insopportabile e poco dopo il ragazzo cadde a terra svenuto.

 

Un raggio do sole penetrò dalle tende e colpì Shino in pieno viso facendolo ridestare dal suo lungo sonno. Guardò la sveglia sul suo comodino, segnava le 14:19.                                                                                                         “maledizione” esclamò . fece per alzarsi ma un violento capogiro lo costrinse a rimanere sdraiato sul pavimento. Tutto intorno a lui una grossa macchia di sangue secco si era espansa fino a raggiungere la vaga figura di un uomo. Ora ricordava tutto, le ferite s i erano riaperte e poi era svenuto, ma quanto sangue aveva perso? Ecco perché si sentiva così spossato nonostante avesse dormito più di dodici ore e tutte le sue ossa erano doloranti. Tentò nuovamente di alzarsi questa volta con molta calma e ci riuscì, la testa gli girava vorticosamente e faceva una fatica tremenda a focalizzare gli oggetti intorno a lui. Con passo infermo andò verso il bagno e munitosi di straccio e secchio cominciò a sfregare il pavimento. Quando ebbe finito sistemò tutto nel bagno e si fece una doccia calda ,lavandosi via il sangue e il sudore. Si vestì frettolosamente e scese in cucina per mangiare qual cosina, ora che ci pensava erano due giorni e mezzo che non metteva nulla sotto i denti. Sgattaiolò in cucina e cominciò a frugare nei vari cassetti e ante finchè trovò qualcosa di suo gradimento: la nutella.  Cominciò a prepararsi la merenda quando una voce alle sue spalle lo fece sussultare                                                                                                                                                                         
  
“ben tornato dal mondo dei sogni”esclamò affettuosamente la voce.    Shino si voltò verso la fonte di quella voce e dopo due lunghi giorni quel macigno che aveva sullo stomaco si sciolse.                                                                                
“ben tornato a casa papà”rispose Shino  calorosamente “ vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?”                                                                                                                                                                            
 
“ no grazie cucciolotto mio, ho già mangiato”(se continuo di questo passo mi verrà il diabete) rispose Shibi andando ad abbracciare il figlio.  Shino arrossì vistosamente non era abituato a ricevere una così esplicita dimostrazione d’affetto dal padre.  Shibi non era il tipo d’uomo che si lasciava andare in simili gesti ma comunque lasciava intuire i sentimenti che provava nei confronti di una persona                                                               
“allora? Cos’hai fatto di bello durante la mia assenza?” chiese Shibi al suo cucciolo                                                                                                                                                                            
  “i-i-io? Niente di particolare! Le solite missioni, abbiamo riaccompagnato una bambina che si era persa al villaggio delle risaie, poi siamo stati sequestrati e torturati dalla madre della bambina che non la finiva più di rimpinzarci  di dolci vari, ma alla fine siamo riusciti a fuggire anche se ci ha obbligati a portarci a casa una cascata di dolciumi” disse Shino indicando uno zaino poggiato sulla superficie di marmo della cucina. A quelle parole Shibi cominciò a ridere. L’immagine di suo figlio e dei suoi compagni costretti da una donna a mangiare dolci era davvero esilarante.                                                                                                                                                                        
  
 “be figliolo io te l’ho sempre detto che le donne sono terribili e infime” disse l’uomo dando una pacca sulla spalla del figlio e uscendo dalla cucina. Quel gesto semplice e amorevole strappò un gemito di dolore al ragazzo. 
“ lo so papà, e non puoi immaginare quanto io lo sappia bene” pensò Shino mentre un rivoletto di sangue impregnava la stoffa della sua giacca a vento verde. 

 

 

“Shinooooooo” un urlo squarciò la quiete che regnava in casa Aburame. Il ragazzo si precipitò al piano di sotto a rotta di collo e raggiunse la madre in cucina                                                                                                                    
 
“si mamma? Cosa c’è?” aveva chiesto in tono remissivo il ragazzo                                                                                 
    “ stammi bene a sentire mangia pane a tradimento, io vado dal parrucchiere e quando torno voglio trovare questa cucina in perfetto ordine! Chiaro?” urlò la donna                                                                                                                 “ si mamma tutto chiaro” rispose sconsolato Shino.                                                                                                                                                                                   
  “sarà meglio per te” detto questo girò sui tacchi e uscì dalla grande villa. Shino guardò la cucina sconsolatamente era un vero e proprio disastro. Il lavello era pieno di pentole, tegami e piatti sporchi il bancone della cucina era tutto sporco di sugo, olio,farina e chissà cos’altro per non parlare del pavimento. Ok era il caso di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro.                                                                                                               

 

Shino aveva quasi finito di lavare i piatti quando qualcuno suonò il campanello. Andò ad aprire e indovinate un po’ chi era? Quella testa calda di Kiba assieme alla fidanzata.                                                                                                  
  “oih Shino” lo salutò allegramente Kiba “ sono secoli che non ci vediamo, credevamo che fossi tenuto prigioniero dalla matta del villaggio delle risaie” scherzò Kiba                                                                                                
 
“Kiba! Non è  educato parlare così” lo rimproverò Hinata con dolcezza.                                                                                                                                                                              
  “come mai siete passati da queste parti? Oggi non avete nessuna missione?”chiese Shino con una malcelata ansia. Non voleva che i suoi compagni vedessero l’abrasione sul suo volto .                                                         
   “come sarebbe a dire perché siamo venuti? È la missione di oggi: recuperare il nostro compagno di squadra”gli rispose Kiba con una faccia fintamente offesa.                                                                                                                 
  
“vi ringrazio ma non ce n’era bisogno non appena mi sentirò meglio io……”                                                                    
    “AAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRGGGGGGGGGGGGG” Hinata  si lanciò di getto sul compagno “scomparso”                                                                                                                                                       
     “S_Shino, la tua faccia! Cosa hai?.......” lasciò in sospeso la frase                                                                                                                                                                                        
  “questa? Non preoccuparti Hinata non è nulla è solo una piccola abrasione” rispose Shino cominciando a sudare freddo                                                                                                                                                                                      “ma ma ma come piccola? È enorme Shino e poi……. E poi potrebbe infettarsi. Oh poverino  ma come te la sei fatta?”chiese la piccola Hinata quasi sull’orlo delle lacrime. Shino le raccontò la storiella che aveva inventato la sera prima.                                                                                                                 
 “AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA” Kiba si stava rotolando a terra dalle risate tenendosi la pancia “ AHAHAHAHAHA non ci posso credere AHAHAHAHAHAHAH Shino che ruzzola giù dalle scale come un novellino AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA”                                                                                                        
   
 “Kiba, smettila di prenderlo in giro, brutto maleducato” lo sgridò Hinata sta volta con rabbia                                   
 
“Shino ti prego di non starlo a sentire è solo uno stupido” disse lanciando un’occhiata torva  “andiamo dentro, così te la medico” propose Hinata andando a recuperare il suo ragazzo e il legittimo cane.                                       
  “ti ringrazio molto Hinata ma l’ho già medicata stamattina, non credo che ce ne sia bisogno. Comunque sarà meglio entrare perché ho dei lavoretti da sbrigare” disse il moro dirigendosi in casa e facendo cenno agli amici di seguirlo.                                                                                                                                                                        
    “scusate il disordine ma stavo giusto pulendo quando siete arrivati voi” disse portando gli amici in cucina e facendoli accomodare sulle sedie.                                                                                                                                                   
“posso offrivi qualcosa” chiese Shino mentre con uno straccio puliva alla meglio peggio il tavolo.                                                                                                                                                                                  
“si, grazie”rispose Kiba “ io vorrei qualcosa di fresco da bere tu ci? Vuoi qualcosa?”chiese rivolto ad Hinata                   
“un bicchiere d’acqua se è possibile grazie” disse Hinata arrossendo                                                                                                                                                                       
  “d’accordo! Kiba ti va bene una birra?” chiese Shino ispezionando il frigo.                                                                  
 “non potrei chiedere di meglio” rispose l’altro. Non appena tutti ebbero davanti ciò che avevano chiesto Shino ritornò a occuparsi delle stoviglie per poi cominciare a chiacchierare con i compagni.                                                                                                                                                                           “non hai idea di che missione orribile ci sia capitata” si lamentava Kiba “ abbiamo dovuto prenderci cura della madre di un riccone, perché la governante si era ammalata. Quella donna era un vero mostro, mi ha fatto sgobbare come uno schiavetto, ho dovuto spostare i mobili del suo salotto un miliardo di volte. Mentre la signorina qui presente se l’è spassata a prepararle i te e i pasticcini.”disse rivolgendo una finta occhiata inviperita alla sua ragazza.                                                                                                                                                                               
 “ma amore mio!” protestò Hinata “ l’ultima volta che hai provato a preparami la colazione ho dovuto farmi una lavanda gastrica! Non potevo permetterti di uccidere la vecchia altrimenti avremmo fallito la missione e non avremo ricevuto il nostro compenso. E niente compenso uguale niente matrimonio.” Rispose Hinata dando un bacetto sulla fronte al ragazzo.                                                                                                                                                            “meno male che ci sei tu che pensi a queste cose! A proposito. Shino ho proprio bisogno di una tata non è che verresti a casa mia a fare le faccende domestiche? Camera mia è un vero e proprio disastro” chiese Kiba cominciando a sghignazzare.                                                                                                                                                              
“Inuzuka se vuoi fare a botte basta chiedere” rispose acidamente il moro “ non sono mica Cenerentolo, mi basta casa mia da pulire!” esclamò Shino sciacquando l’ennesimo tegame.                                                                                    
  “scusa tanto principessa non era mia intenzione offendervi” gli fece il verso Kiba                                                                                                                                                                                     
 
 “ripeto: se vuoi fare a botte basta chiedere” ribadì Shino asciugandosi le mani con uno strofinaccio e guardando Kiba in cagnesco.                                                                                                                                                                             
“ragazzi! Domani è domenica e quindi niente missioni. Che ne dite di andare a fare shopping? C’è la svendita su tutto l’abbigliamento” se ne uscì la piccola Hinata. I due ragazzi la guardarono come se fosse un fantasma e poi scoppiarono a ridere. Il pomeriggio trascorse piacevolmente tra una chiacchiera e l’altra e ora finalmente la cucina di casa Aburame brillava come un diamante.                                                                                                                                                          
“ah sentite questa! Non indovinerete mai cosa è successo  l’altra notte mentre tornavo a casa” disse Kiba sperando di aver suscitato la curiosità dei presenti                                                                                                                                         
“un povero gattino indifeso che si era arrampicato sull’albero e non riusciva più a scendere? E poi tu l’hai salvato diventando il suo eroe?”  lo prese in giro Shino sedendosi finalmente al tavolo con loro.                                                    
“no idiota” rispose innervosito Kiba mentre Shino sorrideva divertito dalla reazione dell’amico                                                                                                                                                                           
“allora stavo tornando a casa mia bello tranquillo e pacifico” cominciò a raccontare Kiba                                                                                                                                                                                  
 
 “Inuzuka chi ti dice che a noi interessi quello che hai da dire?” lo stuzzicò Shino fingendo di sbadigliare. Al che Kiba gli rivolse un’altra occhiata obliqua ma preferì far finta di nulla.                                                                                    
  “allora dicevo, stavo tornando a casa quando sento delle urla provenire da un bar allora affretto il passo per vedere cosa succede…..”                                                                                                                                                               “ figurarsi se si faceva gli affaracci suoi, sei peggio delle vecchie pettegole” lo interruppe nuovamente Shino         
“stammi a sentire brutta copia di Cenerentola, perché non torni alla fase mute? Ti preferivo quando parlavi solo sporadicamente che adesso!” disse infastidito Kiba per poi ricominciare il suo racconto “ allora affretto il passo e davanti al bar indovinate chi c’era!?? Yoshino che prendeva a calci nel sedere Shikaku urlandogli che era solo uno stupido ubriacone senza cervello e che lo avrebbe addrizzato lei!” concluse Kiba con un ghigno sulla faccia                                                                                                                                                                                     
  “povero Shikaku, la moglie gli avrà fatto passare un brutto quarto d’ora” rise sommessamente Hinata.                                                                                                                                                                            
  “parola mia, quella donna è un demonio. Non so come abbia fatto il padre di Shikamaru a sposarla! Non ho mai visto nessuna peggio di lei anzi mi ci gioco le palle che una peggio di lei non esiste” rise Kiba      
 
 “mi spiace per le tue palle ma ti assicuro che quella donna esiste e abita nella tua stessa città. E ti assicuro che Yoshino a suo confronto non è nessuno” pensò Shino ripensando al rapporto che aveva con sua madre.

Erano ormai le 8 quando i due piccioncini decisero di togliere le tende.                                                                          
   “allora a domani Shino- kun?” chiese Hinata                                                                                                                                                                                     
“ sì d’accordo a domani” rispose Shino salutando i due amici e cercando di staccare Akamaru che si era attaccato alla sua gamba e non dava cenno di volersi staccare.                                                                                                          “allora a domani Cenerentolo, passiamo a prenderti per le 10” detto questo, Kiba cinse la vita della sua ragazza e richiamato il fedele cagnolino si incamminò verso casa.

 “ e un’altra giornata è andata” pensò Shino massaggiandosi gli occhi con il pollice e l’indice mentre si avviava verso la sua stanza. Mentre saliva le scale però sentì delle urla provenire dalla cucina: erano di sua madre. “ non voglio che la vedi più. Quella è solo una schifosa puttana che non vede l’ora di metterti le sue luridissime zampe addosso.”stava urlando Riku contro il marito, almeno questo era ciò che aveva dedotto Shino dal contesto della frase. Shino decise di onorare quel famoso detto”tra moglie e marito non mettere il dito” e cercando di non farsi sentire sgattaiolò silenziosamente in camera sua. Ma prima che riuscisse a raggiungere la stanza udì suo padre dire una frase che avrebbe capito soltanto alcuni mesi dopo” tanto a te che cazzo interessa?”

ka93: hihihi mi fa piacere che il chap ti sia piaciuto!
  
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