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Autore: ShairaKrane    12/05/2015    4 recensioni
"Siamo in pausa di riflessione!"
Gli dissi per l'ennesima volta, mentre lui chiudeva il quaderno che avevo in mano.
"Non ne sei convinto nemmeno tu, Albafica...Ormai l'ho capito, non sono affatto stupido e lo sai.-sorrise furbo e cercò di posare le sue labbra calde, sul mio collo.-In realtà stai giocando con me."
Mormorò, usando un tono caldo e peccaminoso. Sapeva di farmi impazzire, diamine se lo sapeva.
"Voglio continuare a leggere..."
Gli risposi testardo, riaprendo il quaderno. Avvertii le sue braccia stringermi di più.
"Siamo già arrivati a un buon punto...non possiamo fare una piccola pausa?"
L'ennesimo accenno di malizia nella sua voce, l'ennesimo tentennamento della mia mente.
"Solo se è per bere come prima, non per altro! Ci siamo già interrotti diverse volte...ci tengo a finire."
Bastò che dicessi quella frase, per calmare l'istinto che in lui si stava risvegliando.
"Va bene, proverò allora a stare buono...ma prima dell'alba, sarai mio.
Dopotutto...-Si avvicinò al mio orecchio e ne accarezzò il lobo con le labbra.- du gehörst mir, giusto?"
Un brivido mi percorse la schiena, fu piacevole...dannatamente piacevole, come l'udire la sua voce profonda e
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cancer Manigoldo, Gemini Kanon, Gemini Saga, Pisces Albafica, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Premessa:
Se con l'andare avanti dei capitoli il rating dovesse andare sul rosso: verrà modificato. Auguro a tuti buona lettura!
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All alone he turns to stone
while holding his breath half to death
Terrified of whats inside
to save his life he crawls
like a worm from a bird
crawls like a worm from a bird”



“Albafica...” “Si...lo so, non me lo dire.”
Una suoneria, interruppe la lettura di quella che fino ad ora era stata la prima parte del mio diario. L'attenzione della mia dolce metà si rivolse subito al sottoscritto ed in particolare...all'apparecchio che vibrava e suonava.
Il mio telefono stava infatti squillando ormai da qualche minuto e non avevo la minima voglia di rispondere.
Manigoldo era di fianco a me, con uno sguardo omicida rivolto all'oggetto sul quale schermo vi era la scritta 'Numero privato'.
Ti prego granchio, mantieni la calma...quante volte ti ho detto di farlo quando vedi quella scritta? Non chiedermi niente...
“E' il pennuto...vero?
La mia supplica mentale, non era stata accolta e nemmeno calcolata. Piegai la testa e la girai per guardare altrove, ma le sue dita mi si serrarono sulla mandibola.
Non mi fece male, ma mi costrinse a voltarmi e a guardarlo negli occhi.
Quelle due gemme violacee, mi fissavano intensamente. Le avvertivo scrutarmi attentamente, cercando di penetrarmi anche l'anima.
Il loro obiettivo era uno solo: sapere la verità.
“Non posso sopportare che la mia canzone preferita, si senta anche quando chiama quel...quel...-” “Manigoldo! Ti prego non adirarti!”
Intervenni subito, posandogli le mani sul petto per poi premere un tasto del telefono per agganciare totalmente la chiamata senza neanche aver risposto.
Lo sguardo di lui continuava a essere scintillante e questa volta avvolto dalle fiamme dell'ira.
“Non adirarmi? No Albafica!”
Quando mi chiami per nome in questi casi non è positivo...
“Sono furioso! Minos non ti lascia ancora in pace, si è addirittura trasferito in Inghilterra per seguirti e perseguitarti!
Tu sai benissimo che lì non posso raggiungerti spesso! Eppure ti ostini a non voler fare niente! Nemmeno mi chiedi di restare da te, oppure di trovare un lavoro a Londra, in modo da starti vicino!”
Vedevo sul suo viso la preoccupazione e ciò mi faceva solo sentire male, per niente calmo e corretto nei suoi confronti.
Mi si disegnò in voltò un'espressione triste e dispiaciuta. Posai la fronte al suo petto. Il suo respiro e battito erano accelerati.
Devi calmarti Manigoldo, maledizione!
Sospirai e lo guardai negli occhi, dopo aver alzato la testa.
“Rhada mi dà una mano quando può...sai che vivo da lui al momento, appena troverò un appartamento più consono, ti chiederò di stare con me e- ...un attimo...- Tutto d'un tratto mi venne in mente una cosa e lo spintonai via, per rimettermi a braccia incrociate e fissarlo indignato, ovviamente per finta.- Perchè dovrei chiedertelo? Siamo in pausa di riflessione, granchio dei miei stivali.
Per cui non ti devo rendere conto di nulla.”
Vidi Manigoldo sgranare gli occhi e portarsi una mano sul viso, esasperato.
“Basta almeno che durante questa “Pausa” tu non stia andando a letto con il pennuto! O meglio, spero che lui non ti abbia neanche toccato con un solo dito. Altrimenti...”
Fece un gesto con le dita, di qualcosa che veniva, come dire...tagliato via.
Dovetti dunque deglutire.
Ahi...non è stato il momento migliore per cambiare argomento.
Manigoldo era minaccioso, tremendamente minaccioso. Si alzò per sbollire la rabbia che sentiva dentro e si mise a camminare avanti e indietro.
Sperai non finisse come Paperon Paperoni ovvero: a formare un solco nel parquet.
“Ancora non riesco a capire perchè quello si ostini, da cinque anni a questa parte, a venirti dietro! Ti perseguita e talvolta ti molesta...
Anche se non è sessualmente, è comunque un reato. E non provare a dirmi che è una coincidenza che si sia trasferito anche lui in Inghilterra!”
Incrociò le braccia al petto e mi fissò intensamente.
Non è facile, stupido. E' solo in questo periodo...credimi, solo perchè deve parlare a volte con il padre di Rhada per colpa di sua madre!
Feci per aprire bocca, ma in quel momento qualcuno, con tono baldanzoso e allegro, varcò la soglia della camera.
“Ehilà!”
Riconobbi nell'immediato la voce, ma guardai con sorpresa in sua direzione. Manigoldo, ancora adirato invece, gli rivolse uno sguardo omicida e furente.
Fortunatamente il nuovo arrivato sapeva ben tener testa a quelle espressioni.
“Kanon!”
Esordii io, balzando in piedi dal letto. Ero sorpreso non poco di vederlo lì. Avevamo un appuntamento alla sera in un ristorante, non a casa mia.
“Che ci fai qui?”
Chiese Manigoldo, cambiando il tono di voce. Aveva compreso di aver sbagliato a guardar male l'amico.
“Ecco...passavo di qua e dunque ho preferito fare un salto di persona per dirti che l'appuntamento di stasera è rimandato.”

“Come?”

“Saga ha avuto un contrattempo con Shura, molto probabilmente centra di nuovo quell'Aiolos che conosci anche tu. -Lo vidi sospirare.- Sembra sia tornato all'attacco di mio fratello.”

Il granchio che era in piedi in mezzo alla stanza sbuffò a lato.
“Deve essere la serata dei tizi che ritornano.”
Lo sentii ringhiare e esasperato mi alzai per andarlo ad abbracciare. Capii di averlo sorpreso perchè il suo corpo si era irrigidito tutto d'un tratto.
Sospirai.
“Stai calmo, granchiaccio...ora non pensarci e davvero, anche se siamo in pausa, non ti sto tradendo né andrei mai a letto con Minos.
Tch, quello mi romperebbe tutte le ossa, sai che è sadico.”
Feci una smorfia, per poi riportare la mia attenzione su Kanon che al momento stava sedendosi sul mio letto. Era visivamente stanco in volto.
“Hm, qui c'è qualcun altro che ha un problema...o sbaglio?”

“Eh? -Il greco inarcò un sopracciglio e scosse la testa.- No, io sinceramente non ho niente è solo che...Hypnos ultimamente mi ha riempito di scartoffie da oltremanica e continuo ad avere colloqui manageriali.
Non ho mai tempo per sentire la mia metà, né per chiamarla e sfogarmi...anzi, a volte riusciamo ma condividiamo entrambi lo stesso nervosismo a causa del lavoro.”
Sospirò e stiracchiò un po' le gambe guardandoci. Notò tuttavia il mio diario sul letto e sbattè le palpebre rapidamente.
Un'espressione perplessa gli si disegnò in volto.
“Uh? Cosa stavate leggendo di bello?”
Maledizione!
“Nie-nient-” “E' il suo diario, sai? Si è annotato un sacco di roba da quando siamo insieme.”
Manigoldo mi interruppe e lo fulminai con lo sguardo, lui ovviamente lo sostenne alla perfezione con un sorrisetto furbo sulle labbra.
“Ehi! Chi è che hai definito 'il diavolo tentatore'?”
Kanon assottigliò lo sguardo e mi fissò prima di scoppiare a ridere. Aveva letto qualche riga delle prime pagine e si era divertito.
“Aspetta...diario? Quindi è qui che ti sei segnato anche quando io e-”

“Si, ho segnato anche quello. Desideri fare un tuffo nel passato?”

“E farmi quattro risate? Beh non sarebbe per niente male, almeno mi distraggo un po'. Sono venuto qui per passare un po' di tempo con te anche.”
Il granchio a quelle parole si mise in mezzo e gonfiò il petto. Ahi ahi ahi, la gelosia del cancro...
“Annuncio che sono presente anche io in questa stanza, per cui signori starete in mia compagnia.”
Lo guardai inarcando un sopracciglio.
Non ci credo...è di nuovo geloso...che ho fatto di male?
Alzai gli occhi al cielo ed andai a sedermi di fianco a Kanon, Manigoldo a sua volta si mise seduto alla mia sinistra, ma non volendo lasciarmi in pace mi afferrò per i fianchi e mi portò a stare sulle sue gambe.
“Ehi! Siamo ancora in pausa noi due.”

“Non me ne frega niente, fino a prova contraria stiamo ancora insieme. Ergo non ti mollo.”

“Pause di riflessione...non durano mai in questi casi.”
Ridacchiò Kanon, guadagnandosi così un sguardo omicida da parte nostra. La sua espressione si fece angelica e ci guardò con aria saccente da illuminato.
“Ci sono passato anche io, cari miei ed è terminato tutto con una notte ,di passione e fuoco, sotto alle coperte di un letto a baldacchino.
Per cui Alb, non sperare troppo di continuare ancora per tanto questa farsa.”
Rise e avvampando gli rubai di mano il mio manoscritto. Borbottai qualcosa di incomprensibile tra me e me.
Ma startene zitto tu?!
Ti odio Kanon, così mi rovini tutto il piano che mi ero fatto per mettere alle strette Manigoldo...
Inconsapevolmente ringhiai roco.
Avvertii dietro di me un certo granchiaccio ghignare e ciò mi innervosì ancora di più.
“Tch, allora? Vado avanti a leggere o hai intenzione di continuare a prenderti gioco di me ancora per tanto?”
Chiesi ovviamente girato verso di lui. Mantenne il sorriso, ma annuì lentamente, posandosi per l'ennesima volta, con il mento sulla mia spalla.
“Legga, legga pesciolino...che io intanto mi preparo bene per il letto di stasera, anche se non sarà a baldacchino farò in modo che sia bello.”
Avvampai e vidi Kanon sghignazzare soddisfatto. Gli tirai un calcio prendendogli in pieno il ginocchio.
“Ahia! Albafica!”

“Zitto e subisci, diavolo tentatore! Che tanto ora andiamo a parlare un po' di te...”

“Cos- vuoi già partire da lì?”

Annuii.
“Ho smesso di annotare gli avvenimenti noiosi sul mio diario durante la settimana di esami, così ho ripreso direttamente quando ho ricominciato a lavorare al “Sanctuary”.
Ergo si, mio caro Kanon. Ora la vittima predestinata sarai tu.”
Lo dissi con un accenno maligno nella voce e lui lo captò nell'immediato. I nostri sguardi fecero scintille che il cancro sotto di me osservò con interesse.
“Tu...stare in Inghilterra con quei tre di mia conoscenza ti fa male, mooolto male.”
Sorrisi innocentemente ed aprii il diario, rispondendo con un altrettanto smielato tono di voce.
“Si, forse. Ma neanche più di tanto dai.”

“Manigoldo!”
Tuonò il greco.
Al richiamo, il granchiaccio alzò la testa verso il gemello diabolico che lo guardava intensamente.
“Si?”

“A letto fallo gridare.”

“Con piacere, amico.”
Sgranai gli occhi e avvampai di colpo. Digrignai i denti.
Perchè? PERCHE'?
Cercai di sfuggire alla stretta del granchio, ma da anni sapevo che scappare ad Akubens era praticamente impossibile.
Sospirai e provai piuttosto ad ignorare quei due che facevano combutta. Ripresi quindi la mia lettura, pregando che la notte non accadesse davvero il peggio al sottoscritto.


†††


Era oramai passata una settimana da quando avevo visto l'ultima volta Manigoldo e da quando...beh si, ci eravamo baciati.
Quella sera esatta, non aveva osato oltre e avevamo passato il tempo a parlare del più e del meno, soprattutto lui mi aveva raccontato della relazione tra Dohko e Shion.
Come era iniziata, come era continuata e come Cardia avesse ficcato il naso anche lì! Mio cugino doveva avere le mani in pasto dappertutto se no non era contento.
Parlando di cugini invece, alla fine con Aspros si era concluso tutto per il meglio...ovvero: per lui la storia era finita come con il fratello minore, adesso mi trovavo anche lui in casa. Fortunatamente delle camere a avanzavano sempre, cui si era appropriato di una di quelle.
Defteros tuttavia non l'aveva presa bene e si era proposto di stare con il gemello, Luco ovviamente si era opposto ma aveva concesso lui di rimanere semmai qualche volta a dormire da me per stargli vicino.
Idem per quanto riguardava il piccolo Milo che in tutta la storia non c'entrava, ma si era di sicuro spaventato molto per certi litigi dei fratelli maggiori.
Per quanto riguardava il sottoscritto, quella sera avevo dovuto anche cacciare ad un certo punto Manigoldo, prima che il gemello minore gli saltasse addosso e facesse di lui una polpa di granchio...
Avevo passato l'intera settimana a prepararmi per gli esami, per cui avevo pregato tutti di non contattarmi o infastidirmi.
Il granchio mi aveva dato retta? Ovviamente no: ogni sera infatti mi chiamava e stavamo al telefono due ore buone. Più gli dicevo che dovevo studiare, più lui si divertiva ad importunarmi.
Era impressionante.
Tuttavia non tutti i mali vengono per nuocere, infatti l'italiano talvolta mi dava dritte e mi aiutava a ripetere gli argomenti.
Talvolta mi suggeriva anche come parlare con suo padre all'esame. Era divertente ascoltare i suoi commenti su Sage e più di una volta mi ero ritrovato a piangere dal ridere, cosa che generalmente non mi accadeva quasi mai.
Grazie infatti al suo aiuto, le giornate di esami filarono lisce come l'olio. Tenni persino testa ai soliti scherzi di Minos e cosa che più mi sorprese: Aiacos il giorno degli orali mi si presentò davanti e si scusò con me per la cattiva condotta degli anni precedenti.
Si ritrovò persino a ringraziarmi per avergli fatto conoscere Violate, una ragazza che per un brevissimo periodo era stata infatuata del sottoscritto e ora invece si era tranquillamente fidanzata con quell'uccellaccio fratello di Minos.
Ero però in parte soddisfatto dell'accaduto. Almeno si era dimostrato un tipo maturo.
Infine era giunto l'esame orale e...ricorderò per sempre l'espressione truce di Sage nei miei confronti.
Mai in un solo istante del nostro colloquio aveva accennato a sorridermi.
Persino gli altri professori si erano inquietati, tutti tranne il mio insegnate di geografia: Ilias Leon, che in quanto a serietà, se la contendeva con il collega.
Non scorderò mai la mia gioia una volta finito quel calvario ed era stato strano correre da Asmita ed El Cid con un sorriso sulle labbra che mi andava da uno zigomo all'altro.
Mi ero tolto un enorme peso, ma anche i miei due amici condividevano la medesima reazione.
Quel giorno eravamo anche andati insieme a mangiare fuori, ovviamente non senza che qualcuno si intrufolasse nel pranzo. Eh si, infatti il mio caro cugino maggiore aveva fatto di tutto per cogliere alla sprovvista il suo eremita biondo, sotto gli occhi di un ignaro e soprattutto, traumatizzato a vita, El Cid. La sua espressione fu infatti degna di Oscar.
E quindi ora che la settimana di impegni era finita, potevo finalmente ritornare a frequentare il “Sanctuary”...o meglio: a lavorarci dovrei dire.
Infatti Shion pur di essere sicuro che arrivassi puntuale, mi aveva chiamato proprio la mattina del giorno stesso in cui avrei dovuto riprendere a lavorare. Come se suo cugino non me l'avesse ricordato in ogni minuto via messaggio...


Grazie quindi all'ariete e a quel masnadiero di granchio che mi ritrovavo come possibile ragazzo (e sottolineo il possibile!), mi svegliai di buonora e riuscii anche a scroccare un passaggio a Cardia, arrivando a buttarlo giù dal letto. Se lo meritava dopotutto.
Non feci colazione, dato che mi era stato detto che potevo farla tranquillamente al “Sanctuary”, per cui ci avviammo subito per strada.
“Alb, sai che ti odio? Sono tornato a casa tardi stanotte e tu mi svegli ribaltandomi quasi il materasso...”

“Te lo meriti, così impari a fare piani per farmi ritrovare con Manigoldo.”

“Eh? Non dirmi che-” “Si, mi ha detto che è stata in parte opera tua se ci siamo rincontrati.”
Lo scorpione sforzò una risata sommessa ed a un semaforo si massaggiò una tempia.
“Oh senti, meglio lui che l'incesto con Defty, non credi?”
Gli rivolsi un'occhiataccia delle mie e si mise a sghignazzare, feci una smorfia.
“Non sarei stato con Defteros, lo sai...”


“Ah no? Secondo me per te sarebbe stato un ottimo partito. Tuttavia si, preferisco Manigoldo come tuo ragazzo.”

“Ma sentiti, parli già a cose fatte. Fissati bene le mie parole: quel granchiaccio non sarà mai la mia dolce metà.”

Sentii Cardia sospirare e alzò lo sguardo al cielo, molto probabilmente potevo intuire cosa stesse pensando, ma rimasi zitto.
Sapevo bene quanto a lui dispiacessero le mie continue negazioni e nell'ultima settimana mi aveva ripetuto un sacco di volte la sua frase “chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane.” chiaro riferimento ai suoi sentimenti non ricambiati nei confronti di Dègel.
“Cardia...davvero mi dispiace rattristarti sempre...”
Mormorai e lui scosse la testa.
“Tuttavia stavo scherzando.”
Appena rimise in moto l'auto mi guardò con la coda dell'occhio, badando ovviamente anche alla strada. Era palesemente confuso.
“In che senso? Su cosa scherzavi?”

“Sul fatto che Manigoldo non sarà mai la mia dolce metà. Perchè ecco...forse...potrebbe diventarl-WA!”
La macchina sbandò per un instante mentre mio cugino parcheggiava come un folle l'auto davanti al “Sanctuary”. Lo guardai irritato.
“Che accidenti di curve fai, razza di-” “Queste sono cose che rendono felice tuo cugino!”
Tempo un battito di ciglia, Cardia slacciò la cintura e mi saltò praticamente al collo abbracciandomi.
Lo sentii ridere a crepapelle e di cuore, mentre le tenaglie che aveva per braccia quasi non mi soffocarono.
Implorai le divinità di salvarmi.
“No-Non respi- ro!!”
Feci sapere e nell'immediato lui mi lasciò, in compenso mi tenne le mani. I suoi occhi luccicavano di ammirazione e un po' ammisi che mi inquietarono.
“Ca-Ca-” “Ero sicuro che in realtà non eri etero! Sin da quando ho saputo che quel granchiaccio ti veniva dietro!”

“EH? Che c'entra il mio orientamento con Manigoldo? Era lui semmai quello divenuto Gay solo guardandomi!”

“Ma va! Avevi il mio gene e l'hai attratto, fine della storia.”
Il discorso non filava, ma decisi di non mettere il dito nuovamente nella piaga. Cardia quando iniziava con quei discorsi non la finiva più, per lui anche tutto il mondo poteva essere dell'altra sponda a momenti.
Sospirai e mi feci lasciare per scendere dalla macchina.
Lui sorrideva ancora allegro.
“Bene, se ce l'hai fatta tu, vuol dire che anche io ho ancora qualche possibilità con il mio pinguino.”
Alzai esasperato gli occhi al cielo e lo salutai con un gesto fluido della mano. Quanto conoscevo il pollo.


Fu strano entrare dentro il “Sancturary” dopo una settimana e il fattore di vederlo vuoto mi preoccupò non poco. Sobbalzai infatti e corsi a cercare qualcuno.
Arrivai all'ufficio di Shion e bussai, ma nessuno mi rispose. Inarcai allora un sopracciglio.
“Dove sono finiti tutti?”

“Forse sei arrivato troppo presto, dolcezza?”
Due braccia ben allenate e forti mi avvolsero la vita, come sin dall'inizio si erano prese la libertà di fare. Non sobbalzai, né rimasi sgomento, ormai le conoscevo piuttosto bene.
Voltai il corpo che era chiuso tra esse e mi ritrovai di fronte un viso molto familiare.
I suoi profondi occhi color ametista mi fissavano, si scontravano ora con lo zaffiro presente nel mio sguardo e lo fissavano con divertimento, oltre che con un accenno di furbizia.
Sospirai fingendomi esasperato e per niente entusiasta di vederlo.
“Ho svegliato Cardia per niente, potevo lasciarlo dormire un po' di più...va beh, tanto ci ha rimesso lui il sonno.”
Risi tra me e me. Manigoldo strinse la sua presa attorno alla mia vita e mi fece adagiare con il bacino al suo.
“Già sadico di buon ora? Questo si che si chiama iniziare bene la giornata.”
Berciò malefico e sfrontato come il suo solito, lo guardai divertito e annuii.
“Direi proprio di si e la inizio ancora meglio se mi lasci.”
Gli intimai posando le mani sulle sue braccia.
Non pensasse che solo perchè ci eravamo scambiati qualche bacio, ora potesse prendersi tutte le libertà che voleva nei miei confronti.
Perchè la risposta era un chiaro: no!
“Oh avanti, è una settimana che non mi vedi.”

“Ma neanche dodici ore che non ti sento, per cui ritira le tue chele, cancro dei miei stivali.”

“E se non lo facessi?”

“Ti ritroveresti castrato.”
Lo minacciai assottigliando lo sguardo e lui a sua volta mi guardò male. Non era la prima volta in quella settimana in cui mi sottraevo a un discorso amoroso, o che gli dicevo che non avrebbe dovuto prendersi l'intero braccio al posto della mano.
Ma voi pensate che il granchio ci abbia riflettuto?
“Perchè? Insomma con quel bacio tu hai palesato che ti piaccio e quando ero con te quella sera me ne hai dati anche altri.
Cosa ti serve, un documento scritto e controfirmato per stare con me?”
La risposta mi spiazzò e tentai di biascicare, invano, qualche parola ma non ne ebbi neppure il tempo di fiatare che si udì la suoneria del mio telefono.
Manigoldo sembrò scocciato e sospirò.
“Sarà per un'altra volta, ho già capito...”
Sbuffò e allentò la sua presa per farmi rispondere al cellulare. Mi dispiaceva però vederlo con quell'espressione.
Vidi poi il numero sullo schermo dell'apparecchio telefonico e sbattei le palpebre un paio di volte prima di rispondere, poi lo feci.
“Kanon!
Qual buon vento ti porta a chiamarmi? Non ti sei fatto vivo tutta la settiman-”

“Bando alle ciance, sei libero verso mezzogiorno?”

“Come cos-”

“Dimmi se sei libero o meno!”

“Si, dovrei esserlo. E' successo qualcosa?”

“Oh si, sono successe mooolte cose. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, allora ci vediamo a mezzogiorno lì al “Sanctuary.”

“Come fai a sapere che sono già qui?”

“Cardia, ho chiesto a lui. L'ho incontrato per strada mentre uscivo di casa...mi ha quasi investito.”

“Quel pirata della strada...”
Borbottai e Kanon sembrò concordare. Lo sentii inoltre sospirare e ciò mi faceva presagire che le cose che gli erano successe non fossero positive.
“Ehi, va tutto bene?”
Alla mia domanda dall'altra parte del telefono calò un cupo silenzio rotto solamente dal respiro del mio amico.
Sembrava che stesse pensando seriamente a una risposta.
“Io...non lo so, Alb. Dire che sono confuso è poco...più tardi ti spiego, ora ti lascio ai tuoi affari. Ciao.”
Il suo saluto fu freddo più del ghiaccio, mai l'avevo visto così distaccato e nell'agganciare la chiamata fissai tristemente il telefono.
“Albafica?”
La voce preoccupata di Manigoldo mi riportò alla realtà, posò la mano sotto il mio mento e me la alzò per potermi guardare negli occhi.
“Che succede?”
Scossi appena la testa e la sua mano scivolò sulla mia guancia, lasciai che mi accarezzasse.
“Kanon era così strano, non vorrei che gli fosse accaduto qualcosa di spiacevole...”
Il granchio si portò una mano sotto il mento, pensando. Poi però alzò le spalle e sorrise.
Non era per niente il tipo da rattristarsi, per cui cercò di incoraggiarmi dandomi una pacca, poco delicata data la sua forza, sulla spalla.
“Se ti ha chiamato vuol dire che fisicamente sta bene, porta pazienza e quando arriva ti dirà tutto. Detto questo...- Iniziò a spingermi in direzione degli spogliatoi.- sei arrivato presto e ora ne paghi le conseguenze, mi aiuterai a sistemare tutti i tavoli del ristorante e accenderai la macchina del caffè del bar.”
Rimasi sorpreso. Da quando era così ligio al dovere? Sbattei le palpebre rapidamente e puntai i piedi.
“Aspetta, non ho nemmeno fatto colazione! Ti svengo di fronte!” “Non ho problemi a soccorrerti con una respirazione bocca a bocca.”
Ghignò maligno e arrossii visibilmente, svicolai all'istante via verso gli spogliatoi masticando insulti contro il granchio.
Lui restò con la sua solita aria allegra in viso, finchè il suo apparecchio telefonico in tasca non vibrò. Vi lanciò un'occhiata e una smorfia gli si disegnò sulle labbra.
“...Fottiti, Minos.”
Cancellò un messaggio che gli era arrivato e mi raggiunse.
Entrò proprio mentre ero intento ad indossare la camicia, mi fissò per qualche istante come se la sua testa fosse altrove. I suoi occhi infatti mi sembrarono persi.
M'incuriosì quella sua aria, così mi avvicinai a lui e gli posai l'indice della mano destra, sulla punta del naso.
“Hello? C'è qualcuno in casa?”
Chiesi e lo vidi riprendersi. Scosse rapidamente la testa e se la grattò ridacchiando.
“Scusa, ora si ci sono. Stavo pensando ad altro.”


“Non lo avevo notato.”
Sospirai, andando a mettermi la cravatta e poi il gilet nero. Mentre abbottonavo quest'ultimo, sentivo lo sguardo intenso e forse un po' pensante, di Manigoldo addosso.
Quando alzai gli occhi notai che non stava sorridendo come suo solito.
“Tu non me la racconti giusta, che succede? Non è da te tenere il broncio.”
Lo vidi rimanere sorpreso, ma poi scosse la testa. Sorrise alla sua solita maniera, ma sospettai fosse solamente per rassicurarmi.
“Forse più tardi te ne parlo, al momento non è poi così importante.”
Sospirai, immaginavo che mi avrebbe dato una risposta del genere, ma preferivo dargli fiducia.
Una volta quindi che mi fui vestito, mi legai anche i capelli con la rosa finta nera che lui mi aveva regalato una settimana e mezza prima.
Sembrò come colpito nel vedere che la utilizzavo.
“Ti aspetto di là, inizio a sistemare i tavoli.”
Gli passai di fianco, ma prima che io arrivassi alla porta, mi afferrò il polso.
“Albafica.”
Sembrava così strano sentirmi chiamare per nome da lui, forse era proprio perchè ero abituato ai suoi nomignoli ormai.
Voltai la testa quanto bastava per guardarlo.
“Cosa c'è?” “Mi sei mancato nell'ultima settimana.”
Rimasi sgomento e m'imbarazzai non poco. Non era un tipo romantico, anche perchè non ce lo vedevo a fare il damerino...però quella frase mi piacque, anche se alla fine ci eravamo sentiti quasi ogni sera.
“Esagerato, passavamo ore al telefono.”
Sorrisi in sua direzione e lui ridacchiò, avvicinandosi. Mi voltai per mettermi con il petto a sfiorare il suo.
Le sue labbra furono subito vicino alle mie, ammalianti e tentatrici.
“Un conto è sentire la tua voce, un altro è averti davanti...almeno così posso vedere le tue belle espressioni di quando ti infastidisci ai miei commenti.
Adoro farti arrabbiare.
Non ti ricordi, dolcezza? Al telefono non le posso vedere.”
Ed eccolo che rovinava il momento, gli posai la mano sulle labbra e lo spinsi indietro.
“E io che stavo ancora per baciarti, vai al diavolo Manigoldo.”
Mi girai e proseguii verso la sala principale, sbattendo la porta degli spogliatoi dietro di me.
Era il solito, altro che romanticismo! Quel ragazzo non avrebbe mai avuto tatto o finezza, sarebbe sempre stato delicato quanto un elefante in cristalleria.
Sospirai e mi ritrovai a maledire il mio stesso cuore che sentiva di provar qualcosa per lui.
“Sei sempre in tempo a bloccare tutto Albafica, stai calmo, valuta la situazione da qui in poi e tutto andrà per il meglio.”
Si proprio, non ne ero convinto nemmeno io. Ormai le cose non andavano mai come le pianificavo.




Le ore passarono anche in fretta. Manigoldo aveva il turno di apertura con il sottoscritto, per quel motivo lo avevo trovato così presto al “Sanctuary.”
Molto probabilmente me ne ero dimenticato da bravo pesce tonto. Comunque...dopo qualche ora arrivarono anche Dohko e Shion, problemi quindi non ne ebbi.
La mattinata era incentrata principalmente sulle colazioni, quindi clienti insistenti o lamentosi non ve ne erano stati.
Dohko mi aveva dato qualche dritta su come utilizzare vari attrezzi della cucina per servire dei dolci e Manigoldo aveva invece mostrato la sua bravura nel preparare la coppa al cioccolato che tanto mi piaceva. -Ovviamente finii con il mangiarmela per colazione, dato che il granchio me la doveva.-
Finalmente arrivò quindi l'ora di pranzo in cui andai in pausa. Non avevo fame, però mi feci preparare comunque qualcosa da Hasgard, il cuoco, che accettò più che volentieri.
Ovviamente non mangiai da solo dato che avevo come un dannatissimo maniaco della nutrizione, per probabile moroso.
Infatti una volta sedutomi a mangiare, Manigoldo iniziò a farmi una ramanzina e a chiedermi che cosa ingurgitassi nel corso della giornata, con risultato che a fine discussione, mi ritrovai con un gran mal di testa e il granchio a stilarmi una tabella giornaliera di alimentazione da seguire.
Mi fingevo contrariato, ma in realtà ero felice che la prendesse tanto a cuore. Significava allora che ci teneva non poco a vedermi in forma.


“E questo è quello che dovresti mangiare durante la settimana. Pensi di farcela?”

“Hm beh...e se non ho fame?”

“Devi tentare comunque. Cinque pasti sono necessari e non mangiare spesso non è sintomo di stare bene.”
Lo guardai giocando con la penna che avevo in mano e annuii. La 'dieta' che mi aveva prescritto non era poi così male, conteneva anche dolci e non potevo chiedere di meglio.
“Ah e se vuoi puoi aggiungerci della palestra, tanto per far funzionare meglio il tuo metabolismo e mettere su qualche muscolo.”
Parlò da vero esperto, presentando in viso sempre la sua sfrontatezza. Lo guardai male, con tanto di sopracciglio pericolosamente inarcato.
“Non ho le finanze per andare in palestra e poi non ci vado in mezzo a gente che mi fisserebbe!”
Il solito complesso dell'essere guardato. Anche quando facevo educazione fisica a scuola me ne vergognavo.
Lui alzò gli occhi al cielo.
“Le finanze le puoi mettere da parte ora con il lavoro, semmai ti faccio fare lo sconto in quella dove vado io.
Però davvero: ti farebbe bene, scaricheresti molto stress e nervosismo che accumuli.”

“Guarda che io non sono nervoso! Mi sfogo benissi-”
Ecco la prova contraria, stavo rispondendo irritato alle sue parole. La sua espressione me lo fece capire chiaramente.
Stava infatti con il mento appoggiato sul pugno della mano, a sua volta con il gomito del braccio sopra il tavolo. Il sorrisetto delle sue labbra faceva intendere un chiaro “Ah davvero?”
Sbuffai a lato, incrociando le braccia al petto.
“E va bene, ma farò solo la prova di una settimana! Se non ottengo risultati non verrò più.”
Sentenziai infine, ma quella semplice risposta basto a renderlo un bimbo felice. Infatti posò la schiena contro il retro della sedia e vi si stravaccò sopra, accavallando anche le gambe.
“Perfetto, allora direi che da settimana prossima possiamo iniziare.”

“Abbiamo il turno serale.”
Gli risposi mentre bevevo.
“Allora? Possiamo andarci la mattina o il pomeriggio.”

“La mattina dormo.”

“Vengo a svegliarti.”

“Provaci e ti eviro, sono irritabile se vengo svegliato contro la mia volontà. Non sai quante volte mi è volata la sveglia contro la parete.”

“Oh beh in Irlanda ti è volata contro la testa del sottoscritto, tanto per dirne una. Quindi so come sei la mattina.”
Un sorriso sornione gli si disegnò sulle labbra e io mi ritrovai ad arrossire. Quanto lo odiavo quando aveva la risposta pronta.
Feci per dire qualcosa, ma la comparsa di una figura a me molto familiare, alla nostra destra, fermò il discorso.
“Buongiorno, sto disturbando un litigio tra colleghi per caso?”
Chiese un Kanon apparentemente assonnato. Rimasi infatti sorpreso nel notare due borse scure sotto i suoi occhi.
Non l'avevo mai visto in quello stato.
“Posso sedermi?”
Annuii e gli procurai nell'immediato una sedia. Quando vi si posò sopra lo sentii masticare insulti e bestemmie contro ignoti.
Qualcosa doveva dolergli.
“Cavolo Kanon, non sei ridotto bene...cosa ti è successo? Fatto ore piccole?”
Manigoldo volle essere simpatico come suo solito e si guadagnò un'occhiataccia omicida, senza precedenti, da parte del greco.
L'italiano rimase visibilmente sgomento.
“Si può dire di sì, in parte...ho dormito in totale solamente tre ore.”
Portò una mano alla testa a massaggiarsela.
“Lo si vede, ma di cosa dovevi parlare? Prima mi hai fatto preoccupare. Qualcuno ti ha picchiato o roba simile?”

“Picchiato no, perchè sai che so dare delle belle mazzate anche io...principalmente ho bisogno di parlare per la confusione totale che ho in testa a causa di una persona...”
Mormorò, guardandosi attorno circospetto. Posò persino uno sguardo incisivo su Manigoldo.
“Tranquillo, di lui ti puoi fidare. Comunque chi è questa persona? Non Saga, vero?”
Scosse la testa, nascose uno sbadiglio con la mano e nel mentre che lo effettuava disse il nome dell'individuo.
“-thys.”

“Come scusa?”
Non lo capii.
“Ho detto: Rhadamanthys.”
Lo guardammo sorpresi e lui distolse lo sguardo come se fosse imbarazzato, le sue guance si erano persino fatte lievemente rosse.
Non mi era mai capitato di vederlo così.
“Che-” “Prima che iniziate a farmi domande a raffica, inizierò dal principio. Da quello che mi è successo la sera che siamo venuti qui con lui e Saga.”

“Lo sappiamo già.”
Intervenne a sproposito Manigoldo, che iniziò a spostare la sedia verso di me. In breve me lo ritrovai di fianco a tentare di rintanarsi innocentemente dietro la mia spalla.
La scena mi strappò un sorriso.
“Come, “lo sapete già”??”
Chiese allibito un Kanon-panda a causa delle occhiaie.
Annuii.
“Ce l'ha detto lo stesso Rhadamanthys mentre eri intento a cambiarti per andare alla tua festa di lavoro.”

“E...vi ha accennato altro su di me? Pareri o pensieri?”
Mi scambiai uno sguardo con il granchio e entrambi convenimmo per una negazione. Lui ne parve quasi stupito.
A quel punto la curiosità prese il sopravvento.
“Avanti sputa il rospo, cos'è successo?
Dettagli, informazioni e storia dal principio. Voglio sapere tutto.”
Kanon rimase basito da quel mio slancio e Manigoldo non fu da meno al mio fianco. Appoggiò il mento alla mia spalla e mi guardò male.
“Mai che con me tu sia altrettanto intraprendente...”

“Zitto.”
Gli risposi a denti stretti, non volevo che Kanon capisse niente...tuttavia non era stupido.
“Voi due-” “Prima parla tu, poi parleremo noi.”
Lo spiazzai e lo vidi fare una smorfia. Poi sospirò e rilassandosi annuì.
Appariva impacciato e molto imbarazzato, ancora non sapevo cosa dovesse raccontare. La sua tensione era tuttavia ben palpabile e mi preoccupai per qualche istante.
Iniziò poi a raccontare e delucidò ogni nostro più recondito dubbio. Cominciò a spiegarci tutto sin dall'ultimo giorno che l'avevamo visto, ovvero prima che andasse alla festa di fidanzamento del suo datore di lavoro.




La guida del greco non era distesa e tranquilla. Affrontava le curve come se fossero angoli retti e la sua mente era ovviamente altrove.
A Rhadamanthys ciò non sfuggiva, infatti il suo sguardo dorato era fisso sul ragazzo che stava accompagnando.
Kanon, dovresti rilassarti o di questo passo causerai un incidente.”
Quell'osservazione provocò solo una smorfia sul viso dell'altro, che gli lanciò un'occhiata glaciale. Il biondo non ne fu sorpreso e sostenne quello sguardo.
Non dirmi di stare calmo...ho i miei motivi per non esserlo, soprattutto in quest'occasione.”
Digrignò i denti e l'inglese ringraziò che fossero ormai giunti a destinazione, di lasciarci le penne non ne aveva la benchè minima voglia.
Quando Kanon infatti parcheggiò tirò un sospiro di sollievo, ma prima ancora che potesse mettere piede fuori dall'auto lo afferrò per il polso, obbligandolo a rimanere nella vettura.
Che diavolo fa-” “Calmati!”
Insorse finalmente il biondo, con il sopracciglio pericolosamente inarcato. Era stufo, sapeva che i gemelli potevano essere lunatici a volte, ma il greco stava superando ogni limite.
Egli fece l'ennesima smorfia, cercando però di dargli ascolto per una volta. Posò gli avambracci sul volante di fronte a lui e guardò l'inglese con la coda dell'occhio.
Contento?”
Era visivamente scocciato.
Guarda che non lo fai per me, ma per te stesso. Se davvero sei così teso, come pensi di comportarti davanti alle persone a cui stai rivolgendo in modo chiaro il tuo nervosismo?”
Rhadamanthys parlò con freddezza, ma i suoi occhi dorati scintillarono mentre fissavano quelli smeraldini dell'altro.
Quest'ultimo guardò altrove e annuì impercettibilmente.
Detesto ammetterlo...ma penso che tu abbia ragione.”

Ovvio che ce l'ho.”
Non gli diede neanche il tempo di fargli il complimento e Kanon lo guardò male per tal motivo, si fece tuttavia scivolare il nervoso di dosso e scese dalla macchina. Il biondo ovviamente lo seguì.




Nessuno dei due proferì parola finchè non misero piede nella lussuosa residenza in cui si sarebbe svolta la festa di fidanzamento di Julian Solo.
Varcata la soglia, il greco avvertì una forte sensazione di disagio e si bloccò all'improvviso. Non era la prima volta che era invitato a qualche festino del suo datore di lavoro, eppure quando accadeva e si presentava sotto invito: non c'erano mai buone notizie per lui.
Una volta era stato degradato da amministratore a segretario, un'altra si era ritrovato rimproverato per un errore da lui non commesso. Era come un circolo vizioso da cui gli era impossibile fuggire.
Quei pensieri lo fecero naufragare nel mare di negatività che ora lo avvolgeva, ma furono interrotti da una candida mano che gli si posò sulla spalla. Levò la testa e lo smeraldo nei suoi occhi cozzò nuovamente con l'oro di Rhadamanthys.
Non hai una bella cera, ma non ti chiederò cos'hai. Spero solo che tu non abbia intenzione di tenermi il broncio tutta la sera. -Disse affilando lo sguardo ed avvicinandosi al suo orecchio fece schioccare le fauci affamate.- Ti sto ricattando, ma nulla mi vieta di punirti nel caso tu mi ferissi...dal momento in cui mi hai fatto diventare serio, non considero più tutto questo un semplice gioco.”
Il soffio caldo di quelle parole minacciose, arrivò a posarsi perfettamente sulla pelle del collo candido di Kanon, il quale deglutì.
Si sentì agitato, ma forse preferiva le fauci della viverna, piuttosto che l'ennesima derisione da parte dei suoi superiori.
Vide il biondo fare un passo, ma lo afferrò per il lembo del completo beige. Lo guardò con serietà.
Non ti ferirò, ma bada di non allontanarti da me...-Fece una piccola smorfia.- Sei purtroppo l'unico su cui, in questa diavolo di villa, un minimo di affidamento possa farlo.”
Tali parole sorpresero Rhadamanthys anche se non lo diede a vedere. Annuì e fece lui cenno di fargli strada.
Arrivarono così in un'enorme sala ricca di tavoli con e senza buffet, camerieri e persone dell'alta società o almeno così sembravano dati i sontuosi abiti eleganti di tutti.
Le donne erano agghindate con gli accessori più in voga, ma anche gli uomini non sembravano essere da meno.
Kanon si appartò con Rhadamanthys in un angolo a bere dello champagne precedentemente offerto loro dai camerieri.
Quali sono le tue intenzioni?”
Chiese il biondo, prendendo una sedia per potersi mettere comodo. Sorseggiò il liquido nel calice con una mezza smorfia, era ovvio che non fosse per niente di suo gradimento.
Il greco lo guardò e tirò un lieve sospiro.
Voglio dare nell'occhio il meno possibile, prima ci sarà il discorso di Julian, prima ce ne potremo andare.”
L'altro annuì, non volendolo interrogare oltre. Se avesse desiderato spiegare qualcosa, l'avrebbe fatto da sé.
Mi dispiace averti trascinato qui in questo modo...- Confessò d'un tratto Kanon, rompendo il silenzio imbarazzante che si era tra loro formato. Rhada questa volta era più che sorpreso.- e quando ho detto che eri l'unica persona agibile su cui potessi contare, non scherzavo.
Nonostante il ricatto da te mosso, la tua compagnia non mi dispiace.”

Davvero? Da come mi rispondi non si direbbe.”

Ha parlato mr. Cordialità.”
Entrambi non riuscirono a trattenere una risata e infine anche il greco prese una sedia per potersi mettere vicino al biondo.
Oh beh, almeno io non ho crisi di nervi...”

Bada tu, non prenderti il braccio ora che ti ho dato la mano.”
Lo guardò male, ma continuò a sorridere. Scorse poi purtroppo in lontananza la persona che proprio quella sera non avrebbe avuto voglia di vedere e alzò gli occhi al cielo.
Era diretta proprio verso di loro.
Ciao Kanon, non ci si vede da tanto.”

Ma se sono in vacanza solo da due giorni?”
Fece un'espressione poco entusiasta e alzò un sopracciglio per guardare diffidente il ragazzo in piedi di fronte a lui.
I suoi occhi rosati lo fissavano con un irreale interesse, che dava a Kanon tutto da temere.
Scorbutico come tuo solito.”
Sospirò il nuovo arrivato, appoggiando il flauto traverso che teneva un mano, sulla spalla.
Solo in queste occasioni, comunque che cosa vuoi Sorrento? Non vieni mai a cercarmi senza una motivazione.”
Il ragazzo dai capelli sul viola chiaro accennò un sorriso.
Infatti anche stavolta è così e sarà meglio che tu ascolti per bene. -Si schiarì la voce.- La notizia del fidanzamento di Julian era solo un espediente per attirare qui alcuni benestanti e rappresentanti di altre aziende.”
Kanon sbattè le palpebre confuso e lo fissò per qualche istante, anche Rhadamanthys alla sua sinistra ebbe la medesima reazione.
E...quindi?”

Un attimo, ci arrivo con calma.
Praticamente tra questi rappresentanti vi sarà anche una certa Saori Kido -” “Il capo della “Partenos” qui?”
Sorrento annuì e lanciò un'occhiata al biondo seduto di fianco al collega.
Scusami Kanon, ma lui chi è?”

Un mio amico e accompagnatore, ma bando alle presentazioni, continua.”
L'altro fece una smorfia da superiore e continuò la sua storiella che entrambi, greco ed inglese, seguivano svogliatamente. Ovvio che ai due non interessasse neanche un po', in particolar modo a Rhadamanthys che odiava sentire le vicende amorose di chiunque.
E' la donna a cui Julian vorrebbe chiedere la mano.”
Concluse infine, visivamente contrariato dalla decisione del proprio datore di lavoro. Non era sconosciuta infatti a nessuno la cotta del flautista per il suo capo, menchè meno a Kanon.
Inoltre. -Continuò.- stasera saranno fatti anche degli annunci importanti su promozioni e non, per cui ti consiglierei di rimanere fino alla fine e non filartela come tuo solito a metà serata.”
Svogliatamente il greco mosse la mano come per dargli conferma. In realtà alla prima occasione avrebbe preso di peso Rhadamanthys e se ne sarebbero andati.
Nessuno poteva costringerlo a fare niente, nemmeno Saga negli anni c'era riuscito se non quella volta che l'aveva tenuto segregato nella sua camera per qualche giorno. Ai tempi il gemello maggiore amava punirlo in quel modo per le sue marachelle.
Molto bene, ora con permesso, vi lascio ai vostri amoreggiamenti, signori.”
Fu velenoso Sorrento e si guadagnò un'occhiata di sbieco da parte di Kanon, che si alzò anche di scatto afferrandolo per il collo del gessato.
Come scusa?”

Come siamo impetuosi...stavo scherzando, caro il mio segretario. Ti colpisce tanto che definisca questo biondino il tuo fidanzato?”

'Questo biondino' ha un nome e appunto perchè è mio amico, non tollero tu lo prenda in giro. Non hai infatti dato fastidio a me, bensì a lui. Quindi se non vuoi un cazzotto in pieno viso a rovinarti il trucco, ti conviene andartene.”

Lasciò la presa sul collega, che a quanto pareva sembrava essere un suo superiore, e lo allontanò con un gesto secco di spinta del braccio.
Tornò a sedersi senza notare la smorfia contrariata sulle labbra di Sorrento, ora intento ad allontanarsi.
A quel punto l'attenzione di Kanon tornò all'inglese, che lo guardava con vivida sorpresa nello sguardo. Dovette inclinare la testa in tutt'altra direzione per evitarlo.
Ti sei prodigato per me inutilmente, lo sai?”
Sentenziò infine e al gemello lì presente sfuggì un sospiro.
Ringraziare no? So bene che sei omosessuale, Rhada. Ma non mi piace quando succedono questo tipo di cose...insomma...non è giusto nemmeno mentire.”

Tu e il tuo orgoglio di etero...ammettilo che piuttosto l'hai fatto per te stesso, non vuoi essere definito gay.”
A quella frase Kanon digrignò i denti e voltò di scatto la testa verso l'inglese.
Se così fosse stato non gli avrei risposto in quel mod-”
Si bloccò nel vedere il sorriso che si era stampato sulle labbra dell'amico. L'aveva preso in giro, volutamente fatto arrabbiare e lui ci era cascato in pieno.
Un timido rossore imporporò a quel punto le sue guance e Rhadamanthys godette a pieno di quella visione.
Vai al diavolo...”
Borbottò sedendosi e fingendosi offeso, non gli rivolse uno sguardo.
Dal canto suo, l'inglese proclamava la propria vittoria su quella piccola battaglia intrapresa con il greco. Tuttavia la guerra era appena cominciata e ne avrebbe subito ben presto i colpi.




Julian Solo era adirato, Kanon l'aveva visto rientrare dal balcone con un diavolo per capello. Dietro di lui, Saori Kido camminava lentamente e con tranquillità, il completo opposto dell'altro.
Non ci voleva un genio per capire che il capo della compagnia “Poseidon” era appena stato rifiutato da una donna.
A quanto pare non sono rose.”
Commentò divertito Rhadamanthys con un ghigno e sorprese Kanon che gli gettò un'occhiata.
Non rubarmi le parole di bocca.”
Ridacchiò anche lui, tenendosi le labbra ben coperte da una mano.
Per il greco era un po' una vendetta vedere il capo tanto adirato, ammise quindi che quella visione non gli dispiaceva proprio per nulla.
Tuttavia la risata sommessa di entrambi venne interrotta da qualcuno.
Mi aspettavo di incontrare chiunque qui, ma questa è proprio una bella sorpresa...ed è raro vederti ridere, Rhadamanthys.”
Il biondo si girò lentamente e rimase sorpreso nel trovarsi di fronte un ragazzo vestito completamente di nero, dai capelli argentei e occhi scuri, quasi vacui.
Oneiros! -L'inglese sembrò riconoscerlo nell'immediato.- Cosa ci fa qui il braccio destro di mio padre?”
Kanon inarcò un sopracciglio nel vedere che una persona lì presente, tra le centinaia di damerini nella villa, avesse riconosciuto Rhadamanthys.
Guardò i due con aria estremamente perplessa, che il biondo notò.
Potrei farti la stessa domanda, Hypnos mi aveva detto che eri a casa di Saga, ma non pensavo che frequentasse questi posti.”
Lo sguardo spento del ragazzo si posò su quello che aveva scambiato per il gemello maggiore.
Ne è passato di tempo, come stai?”

Ecco, io non so chi tu sia...”
Mormorò il greco, non capendo che cosa stesse succedendo. Fortunatamente in suo aiuto giunse l'inglese che gli posò una mano sulla spalla.
Lui non è Saga, è il suo gemello: Kanon; per cui perdonalo Oneiros, ma non ti conosce.”
L'inespressività rimase per un istante sul volto dell'altro, ma provvedette presto a scusarsi chinando appena il corpo.
Chiedo scusa per l'enorme sbaglio. Sono Oneiros Williams, amministratore delegato della compagnia 'Elysium' nonché braccio destro di Hypnos Mitchell, co-vice direttore dell'azienda.”
Kanon rimase sorpreso da quella presentazione tanto solenne e lanciò un'occhiata a Rhadamanthys. Questo sorrideva divertito nel vedere la sua buffa espressione e ciò lo mandava in bestia.
Non ti dovevi scusare, tranquillo. Sono in tanti a scambiarmi per mio fratello, uno in più o uno in meno, non fa differenza.
Sono però lieto di fare la tua conoscenza e- Rhada piantala di ghignare alle mie spalle!”
Guardò inviperito il biondo che si copriva la bocca con una mano. Se non fossero stati a quella festa, gli sarebbe di sicuro saltato addosso per sbranarlo vivo.
Perchè? E' divertente vedere come tu ti senta in soggezione negli ambienti di alta classe.”
Berciò velenoso con un altro ghigno sulle labbra.
Il greco si trovò ad arrossire e a borbottare qualcosa di incomprensibile. Il povero Oneiros lì presente sembrava non poco confuso, ma cercava di ignorare la situazione e concentrarsi sul suo lavoro lì, andando anche a svolgerlo.




Passarono due ore buone in cui i due parlarono. Rhadamanthys spiegò a Kanon come fosse strutturata la sua famiglia, o più nello specifico: l'azienda di famiglia.
Il biondo infatti non mentiva quando diceva di essere un Lord inglese; era nato per sbaglio, ma sua madre non era andata a letto con un uomo qualunque e successivamente se ne era anche pentita perchè grazie al suo comportamento era infine stata rifiutata da Hypnos Mitchell, nobile di titolo e co-vice direttore della compagnia 'Elysium' gestita da lui, il fratello Thanatos e il grande capo: Hades Marshall, un uomo che da sempre aveva saputo il fatto suo.
Per cui il caro biondo era un uomo molto ambito dalle donne dell'alta società, ma non si era mai sposato proprio per non condividere beni e titoli con qualche consorte ingrata.
Da una notte di debolezza era infine nato il carissimo Rhadamanthys, ragazzo ligio, dai sani principi e incubo da un certo maledetto 8 giugno, di Kanon Turunen.

Momento, momento...tu mi stai dicendo che sei davvero così fortunato?”
Il greco era incredulo.
Beh si, mio padre mi ha tenuto con sé e quindi ho ereditato i suoi titoli e resto, se è questo che intendi.”


No io dico...che diavolo ci vai a fare allora, alla stessa scuola di legislatura di mio fratello? In futuro prenderai sicuramente il posto di Hypnos, o no?”


Ecco io...-Fece una pausa in cui abbassò lo sguardo.- Preferirei diventare giudice piuttosto che continuare l'attività di famiglia.
Non penso sia la mia vocazione.”
Kanon lo guardò con sguardo incredulo e si massaggiò una tempia. Forse quel ragazzo era ben più complicato di quanto pensasse...
Preferisco crearmi da solo la vita, piuttosto che pesare sulle spalle di mio padre. Al contrario dei miei fratellastri: io non vivo a scrocco di qualcuno.”
Sentenziò infine, incrociando le braccia muscolose al petto. Distolse la sua attenzione appositamente dal greco, che non la prese molto bene.
Vedeva infatti in lui un'aria superiore che lasciava intendere quanto lo stesse guardando dall'alto verso il basso in quel momento.
Kanon serrò i pugni e lo afferrò per il colletto.
Sentì un po', Rhadamanthys! Non osare ancora usare quel tono. -Gli occhi del biondo si sgranarono e l'altro scorse la perplessità in essi.- Sembri trattarmi come uno che non può capire, quando invece ho lavorato sodo sin da quando mio padre mi divise da mio fratello!”
Si morse la lingua in quel preciso istante. Non aveva mai accennato a nessuno, se non ad Albafica, il suo passato.
Lasciò quindi di colpo la giacca del biondo e fece una smorfia. Quest'ultimo gli si avvicinò tenendo un'aria seria in viso.
Non stavo affatto pensando a qualcosa del genere...ma se non hai ancora capito che di carattere sono così, non è colpa mia.”
Portò le mani in tasca e Kanon lo guardò sorpreso per un istante, prima di fare l'ennesima smorfia d'offesa.
Che fosse nervoso era palese. Ma adesso stava proprio esagerando e anche l'inglese l'aveva notato.




Finalmente giunse il momento del discorso di Julian, ma entrambi lo seguirono svogliatamente e terminato esso, Kanon si lanciò in uno sbadiglio poco contenuto. Questo contagiò nell'immediato Rhadamanthys al suo fianco.
Diamine, devi fare proprio così? Fai venire sonno anche a me...”


Oh pardon caro Lord, non è colpa mia se comunque stanotte qualcuno non mi ha fatto dormire.”


Mah! Non ti ho fatto dormire? abbiamo solo condiviso un letto.”


Eh?
Hai invaso i miei spazi! Va bene il ricatto, ma questo non comprendeva che tu potessi, all'alba delle tre del mattino, infiltrarti tra le MIE coperte!
I letti poi sono tre, dovevi startene nel tuo!”


Da te ero più comodo e poi ero curioso di vedere la tua reazione.”
Il greco stava fumando più di una pentola a pressione, per la rabbia. Ancora non capiva che l'altro traeva piacere nell'osservare quelle sue buffe, e per lui esilaranti, espressioni.
Infatti tratteneva ogni volta un sorrisetto soddisfatto.
Tuttavia...il momento di ilarità durò poco, poiché entrambi videro tornare da loro un certo flautista che a Kanon non stava proprio simpatico.
Che ci fai di nuovo qui, Sorrento?”
Chiese infatti scocciato, mentre faceva roteare nel bicchiere, lo champagne che da qualche minuto stava tentando di sorseggiare.
Il collega non aveva un'espressione così felice.
Mi dispiace, Kanon...anche se non mi sono comportato bene nei tuoi confronti durante questi anni, devo darti questa a malincuore.”
Il ragazzo porse al greco una busta di color ciano e questo la guardò con espressione perplessa. La prese tra le dita e continuò a fissarla.
Cosa-” “Ti conviene leggerla subito, Turunen. Perchè non sprecherò altro tempo nel darti spiegazioni, hai dieci minuti.”
Al fianco di Sorrento, giunse un ragazzo dai lunghi capelli dello stesso colore della busta. Era vestito elegantemente di bianco e si atteggiava al classico damerino viziato.
Rhadamanthys lo squadrò da testa a piedi e desiderò sin da subito tirargli un pugno, non ne capì però il motivo.
Julian...”
Esordii il greco, con aria sempre più sorpresa. Gli sembrava strano che il datore di lavoro gli si presentasse di fronte in quel modo, con tanto di lettera da spiegare.
Guardò infatti la busta e l'aprì. Quando lesse il contenuto, il suo voltò sbiancò paurosamente.
U-un attimo...-Avvertì una forte rabbia salirgli lungo ogni centro nervoso.- Perchè? Eri stato tu a voler che venissi a lavorare con te!”


Si, è vero...ma vedi Kanon: penso tu non sia per niente adatto alla mia azienda. Ti ho anche degradato tempo fa e quindi...diciamo che anche come segretario non mi fai buona pubblicità, come nemmeno sei molto presente a questi festini.
I tuoi colleghi invece si, o sbaglio Sorrento?”
Il flautista piegò la testa a lato, volendo evitare di essere coinvolto. Julian storse a quel punto il naso e tornò con la sua attenzione sul greco.
Non è una motivazione valida! Ti conviene trovare un'altra scusa per licenziarmi.”


Sono io il capo della “Poseidon”, non mi servono altre argomentazioni per farlo. Sei fuori, Kanon e non rientrerai in campo.”


Vai al diavolo...”
Strappò di impeto la lettera e lo guardò con rancore. Dopo anni passati ad assecondare quell'idiota, era quello il ringraziamento!
Lui l'aveva aiutato a stare in piedi, con anche l'aiuto di Sorrento, ed ora invece tutto finiva con uno stupido pezzo di carta.
Sfido che quella ragazzina ti abbia rifiutato, sei proprio un coglione.”
Sentenziò infine il greco, colpendo nel segno il nervosismo del suo, ormai ex, principale.
Non osare nominare Saori, brutto-” “Prima che tu lo prenda a pugni, consentimi di dire che il qui presente Kanon ha ragione.
Difficile a crederci, ma è così.”
Il greco alzò lo sguardo e rimase sorpreso nel vedere Rhadamanthys posto davanti a lui per difenderlo. Scorse una scintilla nei suoi occhi e li vide brillare come pepite d'oro.
Tu chi diavolo sei? La sua guardia del corpo? Scostati, voglio parlare con lui.”
Il biondo fece una smorfia a quelle sue parole e incrociò le braccia al petto.
Sono il suo accompagnatore: Rhadamanthys Mitchell e se non vuoi avere guai, ti conviene moderare i termini.”


Ma che paura, tremo proprio. Una nullità mi sta minacciando.”


Faresti bene invece ad averne, Julian Solo. -I presenti voltarono la testa di lato e a passo spedito giunse tra loro Oneiros, che precedentemente si era allontanato.- Per quanto la tua compagnia sia vasta, non eguaglia quella del signor Hypnos.
Dubito fortemente che avrai il suo sostegno minacciandone il figlio.”
Anche se le parole dell'altro avevano rivelato la sua identità, Rhada rimaneva stoico e impassibile di fronte allo sguardo, ora incredulo, del capo della “Poseidon.”
Il figlio di Hypnos? Da quando ne ha uno?”


Mio padre non parla mai di me con i propri colleghi e fa bene, almeno così posso vedere le loro espressioni sconcertate quando lo scoprono.”
Ghignò bastardo e si guadagnò un ringhio da parte del damerino di fronte a lui.
Tch, non mi importa niente se sei figlio di quell'uomo, il mio discorso riguarda solo Kanon, per cui scostati.”


Non lo farò.”
Fu di poche parole il biondo mentre il greco dietro di lui era più confuso che mai. Cercò infatti di intervenire posando una mano sulla spalla di lui.
Rhada stai tranquillo, sistemo io qu-” “Cosa sistemi tu? Sei appena stato licenziato e non ho intenzione di vederti umiliato da un damerino in bianco. -Rivolse a quel punto il suo sguardo prima a Julian, poi ad Oneiros.- Comunica a mio padre che da questo preciso istante avrà un nuovo sottoposto.”


Come scusa?”
Kanon fu incredulo come ogni altro presente in quell'istante.
Rhadamanthys cosa stai-” “Sei sicuro?”
Oneiros precedette il greco e ottenne in risposta dall'inglese un cenno di assenso. Solo lui poteva rendere la vita un inferno a Kanon, sia in senso buono che cattivo, pertanto quel Julian gli stava dando solo sui nervi.
Cosa pensi di fare così? Turunen è un nullafacente, manderà in rovina la società di tuo padre!”
Il ragazzo schernì di nuovo l'ex dipendente, al quale non piacque per niente quella frase. Si slanciò infatti impulsivamente e gli tirò un pugno in pieno viso che lo fece cadere a terra.
Venne soccorso nell'immediato da Sorrento, il quale però venne bruscamente mandato via.
Kanon figlio di-” “Figlio di ci stai tu! Brutto coglione! Per tutti questi anni ti ho sopportato, ma stavolta ringrazio davvero che tu mi abbia licenziato!”
Sbottò infine il gemello minore, con l'ira ben divampante dal suo sguardo. Persino Rhada e Oneiros rimasero sorpresi dal suo gesto.
Non ti permetto di dire nulla sul mio operare! Sono sempre sottostato ai tuoi voleri, sono stato anche declassato perchè lo volevi tu, non perchè avessi commesso un qualche errore.
Ergo: puoi andartene benissimo al diavolo, Julian Solo e spero che quella mocciosa della Kido non te la dia mai! Tch. -Detto quello gli voltò le spalle e lanciò uno sguardo al biondo che l'aveva difeso.- Io e te dobbiamo parlare, fai venire anche lui.
Vi aspetto nel parcheggio.”
Detto quello, Kanon non badò più alle occhiate malevole di un Julian dal labbro sanguinante e lo sguardo dispiaciuto di Sorrento, prese solo a camminare spedito.
Voleva andarsene alla svelta da quel luogo e sperò con tutto sé stesso che anche Rhada si affrettasse a seguirlo...aveva tuttavia apprezzato il suo intervento e...la sua proposta di lavoro.




Che diavolo ti è saltato in testa, eh Rhada? Quello ce l'aveva con me e- cosa pensi dirà ora tuo padre?”

Kanon calmati, Hypnos non dirà assolutamente nulla. Anzi penso sarà felice di avere in squadra un greco, dice sempre che sono persone curiose ai suoi occhi.”
Il biondo prese ovviamente il tutto alla leggera conoscendo il suo boss, era tuttavia Oneiros a essere sorpreso.
Non ti facevo però così protettivo nei confronti dei tuoi amici, Rhadamanthys. -Fece una pausa, in cui sembrò palesare un vago sospetto. Prima che potesse però solo fiatare, l'inglese lo fulminò seduta stante.-P-parlando di affari...tornerò in Inghilterra dal signor Hypnos e gli riferirò l'accaduto, nei prossimi giorni Kanon saprai se sarai nella nostra compagnia.”

Un attimo io non ho detto che avrei accetta-” “Non mordere la mano che ti nutre e accetta. Ti si può offrire anche di più di quello che guadagnavi con Julian.”
Intervenne Rhada, obbligando il greco ad accettare. Quest'ultimo rimase infatti più che sorpreso e prima che potesse protestare, Oneiros se ne era già andato.
Dal nervoso si passò rapidamente le mani tra i capelli, ritrovandosi così una zazzera scarmigliata e un po' afro, per acconciatura.
Se non uccido qualcuno è miracolo!”
Andò ad appoggiare la schiena alla sua Audi e dovette tirare un lungo respiro, in cui fece ricadere i capelli sugli occhi.
Sei la mia rovina. Lo sai, vero?”

E io che pensavo di essere invece la tua salvezza.”
Rhadamanthys posò una mano sulla testa del docile Kanon e gliela accarezzò. Lo guardò di sottecchi sbuffando a lato.
Ma stai un po' zitto...dovevi per forza fare quell'uscita se no non eri contento. -Sospirò e raddrizzò la schiena in modo da portarsi anche all'indietro i capelli.- Però...credo di doverti ugualmente ringraziare, nonostante tutto...-Trova difficile ammetterlo, per cui deve trovare bene le parole.- Mi ha fatto piacere essere difeso, per una volta.”
La sua confessione lasciò sorpreso Rhada al suo fianco e lui lo notò con piacere, dunque accennò un sorriso tirandogli una gomitata.
Sali in macchina, per festeggiare il mio pugno a Julian andiamo a berci qualcosa.”
Disse andando a mettersi sul sedile del conducente, appariva così visibilmente più rilassato. Rhada lo guardò inarcando tuttavia parte del sopracciglio.
Penso tu abbia capito che io non bevo alcolici di bassa qualità.”

E io che ti volevo portare in un Pub dove vendono vero Whisky inglese...va beh, se non vuoi andiamo a casa a sopportare gli sbaciucchiamenti di Saga con Shu-”
Non fece in tempo a finire la frase che sentì la portiera di fianco sbattere e Rhada entrare di fretta. Ghignò velatamente soddisfatto.
Avanti muoviti, due bicchieri comodi di Whisky non me li toglie nessuno...”


Agli ordini, viverna gelosa.”

A chi hai dato del geloso?!”
Afferrò il greco nell'immediato per il colletto e i loro visi si trovarono immediatamente l'uno a un soffio dell'altro.
Kanon lo notò, ma si limitò a deglutire.
Stavo scherzando, Rhada...non volevo assolutamente offenderti rivangando la faccenda.”
Il biondo lasciò la presa e accennò un sorriso di scherno.
Che carino diventi quando ti scusi, anche più di tuo fratello.”

Con questo cosa vorresti dire?!”
Chiese a quel punto, arrossendo vivamente. L'altro continuò a ghignare in modo malefico.
Che intendo? Oh niente, solo che ho fatto apposta a mostrarmi contrariato...ancora una volta volevo vedere la tua inappagabile reazione.
Forse ti devo istigare più spesso...”
Innervosito, Kanon mise in moto nell'immediato l'auto e fece una manovra degna di una qualsiasi pilota di autovetture.
Tch! Vai al diavolo, Rhada! E io che cerco anche di essere amichevole...”


Oh scusa, non volevo farti adirare. -Il greco non se lo aspettò, ma il biondo agguantò la sua mandibola con una mano, facendo di nuovo avvicinare i loro visi. Rhadamanthys ci stava prendendo gusto nel farlo arrossire.- comunque dicevo sul serio prima, sei più carino di tuo fratello quando hai quell'espressione e...sei decisamente più interessante di lui.”
Kanon fu a dir poco sconvolto di apprendere quella notizia. Non gli bastava di essere ricattato, adesso l'altro ci stava provando senza farsi troppi problemi!
Quando lo vide avvicinarsi ancora di più, dovette ricorrere al suo autocontrollo e alla sua freddezza per potersi far lasciare dagli artigli che gli tenevano ferma la mandibola.
Ti ricordo che non sono dello stesso partito di Saga!”
Sbottò e accelerò di colpo per dirigersi verso il locale che aveva nominato pochi minuti prima.
Ovviamente era ignaro di fare il gioco a cui la viverna stava partecipando tanto volentieri...


“...e fin qui tutto a posto, siamo andati al Pub, abbiamo bevuto qualcosa e a notte tarda siamo tornati a casa.
Il giorno dopo mi era già arrivata l'e-mail di assunzione da parte del padre di Rhada, per cui non potei che essere felice.”
Lo guardai con espressione perplessa, dato che dalla sua non trapelava poi tutta questa allegria.
“C'è dell'altro, vero?”
Lui annuì e a quel punto scostai per un attimo Manigoldo dalla spalla, che a causa sia mi si era formicolata come il resto del braccio. Sospirai e lo guardai con la coda dell'occhio.
“Non ti viene il torcicollo a furia di tenerlo piegato su di me?”
In tutta risposta ricevetti un cenno di negazione con la testa e la sua espressione sorniona non lo abbandonò. S'insinuò con la seda sotto il tavolo e la sua mano serpeggiò fino alla mia coscia che accarezzo lentamente.
Lo andai a fermare e lui ne approfittò per intrecciare le sue dita con lei mie. Lo maledii mentalmente, perchè doveva comportarsi così sotto gli occhi di Kanon? Non volevo ancora sbandierare ai quattro venti la mia, probabile, relazione con lui.
Il greco tuttavia sembrò non notare niente, assorto come era dal fissare il suo telefono appoggiato sul tavolo.
Il suo sguardo era vuoto, ma allo stesso tempo concentrato nei suoi pensieri.
“Da quella sera...- Proseguì finalmente e gli volli prestare tutta la mia attenzione. Non avrei abbandonato un amico solo per le distrazioni causate da un granchio pestifero!- io e Rhada abbiamo iniziato ad uscire insieme quasi tutte le sere fino ad adesso, lasciavamo la casa a Saga e Shura. Solo quando non c'era quest'ultimo stavamo in tre e...diciamo che andando per locali a bere con il caro inglese...mi è capitato di vedere quanto siamo simili sotto certi aspetti.”


Quindi prima Pandora e poi Valentine, giusto?”
Il ghiaccio tintinnò nel bicchiere del greco e schioccò una volta che lui lo posò sul tavolo. Il biondo al suo fianco annuiva mentre sorseggiava il suo Whisky fresco, in quell'afosa serata pre-estiva.
Il locale era in parte vuoto, ma dopotutto era la mezzanotte passata e Kanon aveva scelto quasi appositamente quel Pub più isolato di altri. Alla fine stava prendendoci gusto a parlare con l'altro.
Si, ed entrambi con il desiderio comune di cornificare la gente. -Fece una smorfia e sbattè il bicchiere vuoto sul legno del tavolo.- Non è stata però tanto Pandora a ferirmi, quanto Valentine.
Mi è sempre stato vicino sin da bambini e diciamo che...quando cinque anni fa decidemmo di metterci insieme, non fu poi una gran novità.
Sapevo già da tempo della sua cotta nei miei confronti...tuttavia non avevo calcolato lo zampino di quel figlio di puttana di mio cugino e ovviamente di Minos.”
Portò una mano sotto il mento e fissò il vuoto davanti a sé.
Ha fatto incontrare Lune con Valentine e...in qualche modo l'ha sedotto, costringendolo quindi a farmi un bel paio di corna sulla testa.
Tch, il solo pensiero mi fa vomitare e lo maledico ogni volta, dato che ormai non riesco più a farmi piacere le donne.”
Guardò infine Kanon con la coda dell'occhio.
Da quel che ho capito però...è stato un po' lo stesso per te, anche se a tu apprezzi ancora il fascino femminile.”


Non la metterei su quel piano...diciamo che non sono rimasto poi tanto sorpreso dal comportamento di Hilda, per lei ero solo un mero trofeo da mostrare.
Sapevo che non sarebbe durata così tanto. -Accennò un sorriso.- Sono tre anni buoni in cui mi concentro in altro, piuttosto che in donne e non ti nego che fare sesso con quella ragazza, e lo abbiamo fatto bene solo il primo anno di coppia, era paragonabile ad avere un pezzo di ghiaccio nel letto.”
Quella frase fece scaturire una risata dalla gola di entrambi e Kanon ne fu più che felice.
Penso però che apparisse così anche perchè voleva essere lei a dominarmi...mah! I suoi gusti non li ho mai capiti e mai mi interesserà farlo.”
Finì di bere il suo alcolico e si stiracchiò trattenendo uno sbadiglio.
Invece ora tu cosa stai cercando, Rhada? Nel senso...cosa ci vedevi in mio fratello?”
L'altro scosse la testa e si volto in sua direzione.
Non ti so dire nulla di concreto, so solo che è stata una delle poche persone a starmi vicino dopo che Valentine ha fatto quel che ha fatto, per cui penso che la cotta nei suoi confronti sia venuta da sé. -Accennò poi un sorriso misterioso.- ma se devo parlare di adesso...penso di aver sviluppato un nuovo interesse e se le cose vanno in porto come voglio, dovrei riuscire a raggiungere il mio obiettivo.”
Quasi mormorò quella frase sotto gli occhi di un greco piuttosto perplesso.
Beh dai, te lo auguro. A questo mondo penso che un po' tutti meritino un accenno di felicità...”
Sbadigliò portandosi una mano davanti alla bocca. Involontariamente però stupì Rhada che lo guardò per l'ennesima volta con sguardo di un dorato piuttosto luminoso.
Tu dici? Spero che con il mio arrivo e ciò che voglio fare, anche la persona che ho adocchiato possa sentirsi felice...”
Kanon mezzo assonnato e lievemente sopraffatto dall'alcol, era infatti al quarto bicchiere, annuì vagamente ritrovandosi a ciondolare da una parte all'altra con la testa.
Vedrai che è così, non perdere la speranza. Sei o non sei una viverna? Fatti valere.”
Terminò infine, alzandosi per andare a pagare per entrambi. Non si accorse però di essere scrutato con attenzione dallo sguardo famelico di Rhadamanthys.
Oh si...mi farò valere, mio caro Kanon.”


Notai il mio amico fare una pausa che mi incuriosì non poco e lo vidi iniziare a massaggiarsi la tempia nervosamente, mentre le sue guance si imporporavano lentamente.
Lanciai uno sguardo a Manigoldo, il quale ricambiò la mia espressione perplessa e, approfittandone ovviamente del momento, mi passò un braccio attorno alla vita...quel dannato granchio.
“Finchè ieri notte, tornati a casa...”
Kanon finalmente si decise a continuare e lo seguimmo con attenzione, o almeno io che non ero intento a toccare il corpo di nessuno...come invece stava facendo un certo italiano.



Facendo dei movimenti costanti e circolari sulla tempia, Rhadamanthys varcò la soglia della dimora del greco, con quest'ultimo a suo seguito.
Dovevamo proprio trovarci degli ubriaconi in quel locale? Dio mio...erano secoli che non facevo una rissa del genere.”


Mi tocca concordare con te, non sono più abituato a tirare pugni. Quello che si è beccato Julian l'altro giorno è stata un'eccezione.”


Oh beh, c'è da dire che glielo hai dato piuttosto poderoso...di sicuro il livido gliel'hai lasciato.”
Il gemello minore al pensiero, ma soprattutto al complimento dell'altro, ghignò vittorioso. Aveva sempre sognato di picchiare Julian dopotutto.
Ti ringrazio, Rhada. Detto da te lo prendo per un complimento.”
L'inglese ridacchiò e portò amichevolmente una mano sulla testa di quello che ora era diventato un amico per lui.
Infatti lo è.”
Kanon rimase sorpreso, ma per niente gli dispiacque.
Accese le luci della sala. Essendo ormai notte fonda, pensava che non ci fosse nessuno sveglio, ma invece...


A-ah!...Sa-Saga!”


Entrambi si paralizzarono sul posto e sbiancarono in volto. Si scambiarono all'istante uno sguardo di puro sgomento.
Pensarono alla stessa cosa e si capirono alla perfezione.
Dimmi che è solo frutto della mia immaginazione...”


Temo di averlo sentito anche io, Rhada.”


Borbottò, portandosi una mano sul volto in modo esasperato. Sembrò implorare che fosse tutto uno scherzo...ma...
 
D-di più!”


Ma non è possibile!”
Sbottò d'un tratto Rhada, avviandosi come una saetta verso le scale per il piano di sopra. Kanon fu però rapido a placcarlo, ma allo stesso tempo si dovette pentire di averlo fatto.
Il biondo infatti scivolò sul gradino e gli cadde rovinosamente addosso.
Non voleva di certo rovinare la serata al fratello alle prese con il suo ragazzo, per cui fermare la viverna partita all'attacco era il minimo che potesse fare.
Quella che il greco però tirò al pavimento, fu una clamorosa zuccata decisamente poco fine. Senti la testa rimbombare infatti.
Kanon! Ma che cazzo fa- Kanon?”
Rhadamanthys si accorse che l'amico sotto di lui non si stava riprendendo e si preoccupò all'istante. Sarebbe morto lui se l'altro non avesse aperto gli occhi.
Posò una mano dietro la sua testa e cerco di aiutarlo a mettersi seduto: fortunatamente era rimasto cosciente.
Ahi ahi...questa...l'ho sentita sin troppo bene.”
Appoggiò una spalla al petto dell'inglese, mentre tutt'intorno i mobili gli sembravano girare. L'altro gli massaggio delicatamente la parte corporea offesa, intrecciando anche le dita con quei morbidi capelli color del mare.
Il lato positivo della tua testaccia dura è che non si rompe tanto facilmente.”
Kanon volle fulminare l'altro, ma rimase spiazzato quando lo sentì tirare un sospiro di sollievo e tornare serio in viso.
Non lo aveva mai visto con una tale preoccupazione in volto e lo lasciò spiazzato.
Non dovevi fermarmi...”
Lo rimproverò l'inglese.
Li avresti interrotti.”


E allora? Sono le tre di notte e anche noi dovremmo dormire.”
Il greco si trovò a concordare con lui, tuttavia braccare l'altro era stato per lui un riflesso spontaneo per rispetto nei confronti del fratello.
Tentò di alzarsi con ancora la testa che gli girava. Barcollò per un istante ma fortunatamente Rhadamanthys gli fece rapidamente da sostegno...di nuovo.
Inutile dire che la sorpresa si palesò sul suo volto e guardò l'altro con occhi sgranati.
Posso camminare da solo...”
Provò a dire acidamente, per poter essere lasciato, ma l'altro in risposta lo trascinò con sé sul divano e lo fece sedere.
Non provare a rialzarti, non ho voglia di vederti una seconda volta a terra.”
Sospirò rimettendosi in piedi e fissandolo con cipiglio truce.
Il suo sguardo inquisitore scrutava il greco con attenzione, mentre tentava di ignorare i versi di piacere appartenenti ai due amanti al piano di sopra.
Dal canto suo, anche Kanon ci riusciva ben poco...e Rhadamathys lo capiva dalla sua espressione per niente composta, bensì imbarazzata.
E' stato un caso...di solito i miei placcaggi non implicano una mia caduta tanto rovinosa.”
Ridacchiò per sdrammatizzare il momento.
Ahah...che ridere.”
Fece inespressivo Rhada, con lo sguardo sempre più concentrato sul greco. Portò una mano al fianco, mantenendo così un'aria di classe e superiorità.
Kanon si ritrovò a fissarlo a lungo e non sapeva se essere intimorito o affascinato da lui. Gli faceva piacere che si stesse preoccupando così tanto per la sua salute e per come aveva battuto la testa, ma era un uomo fatto e formato, ora stava bene.
Avanti Rhada, non essere così serio. -Si rimise in piedi con un balzo e un bel sorriso sulle labbra.- vedi? Sono in ottima forma.”


Ti avevo avvertito...”


Come?”
La confusione si disegnò sul volto del greco, prima che Rhadamanthys gli posasse entrambe le mani sulle spalle.
Non dovevi ferirmi...o ti avrei punito.”
Mormorò appena, prima di serrare gli arti sul ragazzo di fronte a lui. Kanon non riuscì a realizzare in un primo istante, ma lo fece quando si ritrovò le labbra del biondo, sovrapposte alle sue.
Sentì il cuore fermarglisi nel petto, gli occhi sbarrati, mostravano all'altro quanta fosse ora la sua sorpresa.
Quest'ultima si palesò ancora di più in lui, quando l'inglese di fronte a sé lo spinse a sdraiarsi con il corpo sul divano e la testa semi-appoggiata al braccio morbido di esso.
Lo fece senza staccarsi un istante dalle sue labbra, che impiegò ben poco a violare per trascinare il greco in una spietata e temibile danza umida.
Kanon, confuso ma per niente stupido, riuscì a trovare la forza e stavolta afferrò lui le spalle dell'altro per spingerlo via dalla sua bocca.
Ansimante lo guardò con sguardo di pura ira.
Che diavolo fai?! -Digrignò i denti, mentre sentiva il sangue ribollire.- Non ti ho ferito! Sono stato io a farmi male, cazzo! Questo non ti permette di baciarmi, bastardo di un-HMM!”
La bocca del greco venne nuovamente chiusa dalle labbra della viverna e si ritrovò nuovamente a dover lottare con lui.
Fece scivolare rapidamente le mani lungo il suo corpo e vide il viso di Kanon colorarsi di un rosso intenso, mentre gli faceva resistenza.
Decise quindi di rispondere alle sue parole e dargli una piccola pausa.
Tu mi ferisci in ogni momento, Kanon. E' questo il tuo problema.-Sentenziò, rimanendo su di lui per bloccargli i movimenti.- Abbiamo parlato così tanto in questo periodo...e ogni tua parola era un taglio netto in me. -Digrignò i denti e dovette trovare la forza di parlare.- Mostri sempre quel sorriso felice e spensierato...come diavolo fai? -I suoi occhi rimasero fissi in quelli dell'altro.- Riesci a essere così positivo e...tsk.
Sono stanco della tua comprensività...di vederti così...disponibile, come mai nessuno è stato, nei miei confronti.”
Il greco sgranò gli occhi. Non riusciva a capire la logica del suo discorso, non aveva senso! L'aveva solo ascoltato e mai gli aveva detto nulla di scortese, anzi...lo aveva solamente incitato a non arrendersi.
...realizzò in quel momento che forse doveva essere quello il punto.
Era...a me che puntavi sin dall'inizio allora. Quando hai detto di aver trovato un obiettivo per cui..”
Boccheggiò e le parole gli morirono in bocca nel vedere lo sguardo serio dell'altro. Quest'ultimo brillava quanto l'oro e lo teneva prigioniero, intrappolato in quelle iridi rapaci.
Mi sto facendo valere...per mostrare la viverna che sono.”
Quello fu il colpo di grazia per Kanon che riconobbe alla perfezione le sue stesse parole utilizzate per incoraggiarlo.
Tu...sei un bastardo, Rhada...non puoi fare di me la tua put-” “Non osare dirlo!”
Ringhiò, tornando con le labbra vicino alle sue. Una mano scivolò dal suo fianco, fino al ventre, e scostò la camicia da sopra esso.
Non lo sei...se ti voglio è solamente perchè ho visto qualcosa in te che mi interessa.”


Si! Soddisfare la tua lussuria ti interessa!
Non sono Gay, lasciami immediatamente! Non ho alcuna intenzione di fare qualcosa con te!”


La vuoi finire? Te l'ho già detto tempo fa, per quanto ne so potrebbe piacerti.”


Cosa non comprendi della mia lingua? Non farò sesso con un uomo! E non mi interessa se potrebbe piacermi o meno, per cui levat-AH!”
Kanon sgranò gli occhi arrossendo e dovette portarsi una mano alla bocca poiché quel dannato biondo aveva appositamente sfiorato un suo punto intimo molto sensibile in quel momento.
Sm-smettila...”


Arrabbiati con Shura e tuo fratello per la tua eccitazione, Kanon, non con me.
Ma sappi che io non voglio solo il tuo corpo. -Tornò di nuovo a un soffio dalle sue labbra.- Io bramo ogni parte di te e me la prenderò, dovessi protrarre all'infinito il mio assedio nei tuoi confronti.”


Te l'ho già..de-detto...smettila...per...favore.”
Kanon si sforzò di bloccarlo, ma fu tutto inutile. Opporsi a quell'uomo era impossibile, sembrava addirittura non avere alcuna forza per contrastarlo.
Purtroppo per lui, quello fu il via di una serie di lunghi baci passionali e profondi che lo lasciarono sempre più sorpreso, ed adirato, in balia degli artigli e delle fauci della viverna.
Masticò insulti e maledizioni nei suoi confronti, tentando in ogni modo di scivolar via dalle sue grinfie.
Tuttavia finì con il fare il gioco voluto dall'altro e venne ben presto trascinato in una spirale di sensazioni piacevoli, che non lo delusero.
I loro vestiti volarono via ben presto e contribuì lui stesso a marchiare la pelle candida dell'inglese, il quale non disprezzò per niente la sua violenza nei morsi. Non si fece tuttavia sopraffare e mantenne lui il controllo della situazione.
Iniziarono così a mescolarsi sospiri e ansimi, abbandonando i loro stessi corpi al piacere più travolgente che entrambi avessero mai provato.
Vennero infine i gemiti di entrambi, per niente contenuti.
Mai Kanon si sarebbe aspettato di finire in quel modo, specialmente con un uomo...ma ciò che più lo sorprese, fu proprio Rhadamanthys. Così violento, ma allo stesso tempo premuroso, a modo suo, nei suoi confronti.
Lo stava maledicendo, implorando mentalmente di lasciarlo in pace e smettere di trattarlo in quel modo...ma tutto fu inutile. Finì lui stesso per chiedergli di più.
Ad ogni tocco, ad ogni contatto, i suoi nervi gli facevano vorticare la testa ed infine vide tutto bianco, a causa del piacere che con l'altro stava provando.








Io te lo avevo detto.”
Un vittorioso Rhadamanthys, stava ora passando le dita tra quelli che erano dei filamenti color del mare, appartenenti ad un certo greco, posato con la testa sul suo petto. Imitò persino il suo tono di voce nel prenderlo in giro.
Che cosa?”
Kanon aveva un tono decisamente scocciato e cercò di tenere il viso il più nascosto possibile. Fece anche una smorfia nell'avvertire l'altra mano del biondo toccargli un fianco.
Che ti sarebbe piaciuto.”


Ma fammi il piacere...è accaduto solo perchè ero eccitato di mio e non facevo niente da molto tempo.”


Devi sempre campare qualche scusa...ora comprendo tutto: voi passivi lo fate apposta.”
Lo punzecchiò con noncuranza tale da far risvegliare il lato ribelle e diabolico del greco. Questo infatti si puntellò subito sui gomiti e lo guardo negli occhi.
Ripetilo se ne hai il coraggio.”
Rhadamanthys inarcò pericolosamente il sopracciglio e un ghigno gli si disegno sulle labbra. Non si aspettava che avrebbe reagito così bene all'istigazione, ma ciò non fece altro che compiacerlo solamente di più.
Che sei passivo? Non vedo nulla di male, potresti anche ammetterlo e non mi darebbe fastidio.”
Calò all'improvviso il silenzio e a Kanon ricaddero i capelli davanti agli occhi. Si portò con il petto sopra quello del biondo, che lo guardò con aria curiosa e allo stesso tempo perplessa.
Kanon?”


Lo sai...-Fece scivolare lentamente una mano sul suo fianco e a lato del divano su cui erano sdraiati. L'altra invece percorse un suo braccio, che lentamente gli fece portare sopra la testa.- Come mi ha soprannominato Albafica?”
Gli chiese, mentre anche l'altro braccio del biondo veniva lui portato sopra la testa. Quei gesti fluidi e sensuali, lo avevano distratto per bene.
No, che nomignolo ti ha dato?”
Kanon piegò un po' la testa e i capelli gli lasciarono così scoperto un occhio, mentre con le labbra si avvicinava stavolta di sua volontà a quelle dell'inglese.
Diavolo tentatore...”


E quindi? Mi stai tentando? Guarda che ti ritrovi di nuovo sotto di me.”
Ghignò la viverna, prima di accorgersi di un dettaglio particolare...non poteva muovere più i polsi. Sgrano infatti gli occhi e realizzò che l'altro glieli aveva legati con la sua cravatta al braccio del divano.
Non credo che sarò io a stare sotto adesso.”
E dal caro Rhdamanthys, il ghigno malefico e perverso passò sulle labbra del gemello minore che non ci mise troppo ad assaltare quelle dell'altro, in preda di nuovo a un'eccitazione datagli dal senso di dominazione che ora poteva avere su quell'uomo.
Finalmente gliela fece pagare e l'inglese, inizialmente contrariato ma successivamente soddisfatto, subì il trattamento, a lui solo riservato, del greco.
Venne torturato nuovamente dai suoi morsi e dalla sua bocca, anche in punti differenti da quelli del collo...in uno più sensibile, che lo fece gemere a gran voce.
Ma Kanon fu spietato. Per diversi minuti, non lasciò che lui potesse provare piacere così velocemente.
Oh no, doveva continuare e possederlo in modo rude, ma delicato, come lui stesso aveva fatto. La notte, seppur fonda, era ancora lunga e avrebbe goduto a pieno della voce calda e sensuale di un Rhadamanthys in preda all'estasi.






La mattina dopo, Kanon fu il primo a svegliarsi. Sentiva la testa dolergli pesantemente, essendo che erano andati avanti a far 'baldoria' fino a tre ore prima.
Nel portare una mano al capo, urtò qualcosa di morbido e si ritrovò a giocarci. Quando riuscì a sostenere la luce filtrante nella stanza, ebbe modo di riconoscere cosa fosse quella sofficità.
Accennò un sorriso di vittoria nell'osservare l'inglese dormiente, disteso con metà busto su di lui e con la testa appoggiata all'incavo della sua spalla.
Oh bene...adesso non riuscirò nemmeno ad andare a far la doccia...”
Mormorò tra sé e sé, portandosi una mano a massaggiarsi la tempia. Il corpo era dolorante, in particolar modo il fondo schiena gli creava alcune fitte poco piacevoli, così come di sicuro sarebbe stato per il biondo al suo risveglio.
In qualche modo, il greco riuscì a scivolar via da sotto Rhada, per potersi mettere in piedi. Nell'osservarlo tuttavia, fu colto da un'agitazione non da poco...ricordò le parole di lui infatti, quelle che gli dicevano di non essere interessato solamente al suo corpo...si ritrovò di colpo ad arrossire quindi e girò la testa a lato, per non guardare il bel viso del compagno.
Ti sei cacciato nei guai, Kanon...”
Si disse, avviandosi verso il bagno dopo aver recuperato gli abiti.
La doccia tuttavia, non lo aiutò a schiarire le idee. Man mano che si toglieva l'odore di Rhadamanthys di dosso, avvertiva i dubbi e le perplessità annidarsi sempre di più nella sua mente.
Sentiva di odiarlo per come l'aveva trattato, ma allo stesso tempo pensava anche di adorarlo per i suoi modi di fare così nobili e altezzosi.
Diversi dai suoi, sotto ogni lato. Infatti si poteva dire benissimo che fossero l'uno l'opposto dell'altro.
Accidenti...”
Appoggiò esasperato la testa al muro della doccia, lasciando così che l'acqua gli scorresse lungo tutto il corpo.
Durante quella notte infuocata, aveva perso completamente il controllo nei confronti dell'altro. Il piacere l'aveva inebriato, per cui non aveva pensato alle conseguenze che quegli atti avrebbero riportato sulla sua mente.
Lui non poteva accettare tutto così facilmente come invece faceva Rhada...o forse si?
Non ebbe il tempo di sospirare, che due braccia candide, nonché possenti quanto ali di un drago, gli avvolsero la vita e lo strinsero.
A occhi sgranati, Kanon girò la testa prima di sentire due labbra morbide posarglisi sul collo.
Mi pare che tu ti stia facendo troppi problemi dentro quella testolina...o sbaglio?”
Sul viso del greco si disegnò una smorfia disgustata e si girò verso di lui per farsi lasciare. Il solo vederlo lo confondeva solamente di più.
Buongiorno, eh? Esci subito dalla doccia, voglio la mia privacy.”


E io voglio te. Potresti quindi avere la tua prvacy stando con il sottoscritto.- Gli sollevò il mento con due dita, per guardarlo negli occhi e ammirarli.- Scherzi a parte, Kanon...cosa ti turba?”
Chiese, suscitando la sorpresa nell'altro. Quest'ultimò non fiatò in un primo istante, ma poi sospirò.
Non sono turbato...diciamo più confuso. Ma fa niente, mi farò passare da solo questa cosa.
Ora per cortesia esci, devo finire di lavarmi.”


Cosa non ti è chiaro di ciò che voglio realmente fare con te?”


Nulla. Tanto da quel che ho capito mi vuoi solamente perchè assomiglio a mio fratello, per cui non me la dovrei prendere nemmeno troppo.-Sentenziò, finendo di sciacquarsi per poi uscire dalla doccia.
In sé sperò che l'altro smentisse quelle parole...ma non voleva rimanere ad ascoltarlo.- Ti lascio, così puoi lavarti senza distrazioni.
Se becchi Saga, digli che sono uscito a fare quattro passi e colazione.”
Nel frattempo che lo diceva si era già rivestito e asciugato grossolanamente i capelli. I suoi movimenti erano tuttavia ancora un po' barcollanti per il dolore al fondo schiena.
Tch. Merda, sembro un deficiente.”


Kanon aspetta. -Prima che uscisse dal bagno, Rhadamanthys, ancora nudo e bagnato, lo afferrò per il polso e se lo portò vicino.- Non ti permetto di andartene senza aver chiarito, quindi aspetta.”
Portò le labbra vicino a quelle del greco, ma quando furono in procinto di scambiarsi il bacio, Kanon si allontanò bruscamente per poi uscire dalla porta.
A più tardi, Rhadamanthys.”




“...così sono andate le cose.”
Percepivo una certa tristezza nel suo sguardo perso e ciò non faceva piacere né a me, né a Manigoldo al mio fianco. Ci scambiammo infatti uno sguardo per capirci e cogliendolo alla sprovvista, gli presi la mano.
Sgranò gli occhi, ma ricambiò la mia stretta senza esitare troppo.
“Quindi ora...tu non sai cosa fare, giusto Kanon?”
Lui annuì e portò entrambe le mani ai lati della testa. Notavo lontano un miglio quanto fosse dispiaciuto di aver lasciato Rhadamanthys con quella freddezza.
Se lo conoscevo bene, ora si stava facendo mille problemi a causa del suo stesso comportamento, alla fine non era mai stato un ragazzo scortese, né tanto maleducato.
“Allora forse bisogna fare luce sulla faccenda...-Lui alzò gli occhi e mi guardò. Gli sorrisi gentilmente.- Stare con lui, fare l'amore e baciarlo...come ti ha fatto sentire?”


“In che senso?”


“Quello che hai capito. Cos'hai provato? Sensazioni negative o positive?”


“Beh ecco...principalmente positive, dopo l'imbarazzo iniziale. Anche fare se-...l'amore, è stato...particolare.-Mormorò, arrossendo visibilmente sulle guance.- Non so come descriverlo, è stato davvero strano sentirmi stretto da...un uomo.”


“Ma dimmi, Kanon, ti è piaciuto? Perchè se hai provato tutte queste emozioni positive non vedrei alcun problema se tu stessi con Rhada.”
Sorrisi e vidi il mio amico alzare gli occhi ora sbarrati. Le sue iridi smeraldine sembravano smosse da strane scintille, come se avessero svelato qualcosa o ricevuto una risposta.
“Io...io...-Balbettò prima di digrignare i denti.-devo assolutamente chiamare quel bastardo!”
Disse balzandosi in piedi, fece quasi decapottare la sedia, ma venne afferrata da qualcuno prima che potesse toccar terra.
“Non credo che ne avrai bisogno, sai?”
Ridacchiai e dopo aver sistemato la sedia, una mano andò a posarsi sulla spalla di Kanon e gliela strinse amichevolmente.
Quando il greco girò la testa, si ritrovò innanzi gli occhi dorati e penetranti di un certo inglese, sulle quali labbra era disegnato un sogghigno strambo, ma non minaccioso.
“Mi dai sempre del bastardo, dovresti cambiare appellativo.”
Kanon decisamente sorpreso riuscì a sorridere, non si sarebbe mai aspettato di trovarselo di fronte tanto presto...soprattutto dopo che lo aveva trattato decisamente male.
Ridacchiò.
“Perchè dovrei? E' quello che sei.
Comunque...-si fece serio.- io e te dobbiamo parlare, in privato.”
Si girò verso Manigoldo e lo fissò per qualche istante, prima di assottigliare lo sguardo come se dovesse mangiarsi il granchio che non fece una piega.


“Manigoldo.”


Lo sguardo di Rhadamanthys nel frattempo era molto concentrato sul greco.




“Dica.”


“Posso sfruttare un attimo il vostro magazzino?”
Il mio collega si massaggio un istante la testa pensando, ma infine annuì con un bel sorriso sfrontato sulle labbra.
“E' in fondo al corridoio sulla destra, non puoi sbaglia-” “Bene, grazie. Rhada: con me.”
Lo vidi afferrare il biondo, piuttosto sorpreso, per il polso e trascinarlo via. Allo stesso tempo dovetti soffocare una risatina divertita.
Non seppi perchè, ma mi sentivo decisamente felice per il mio amico. Mi alzai tenendo per mano Manigoldo e lo guardai.
“Che intenzioni hai, dolcezza?”


“Secondo te? Andiamo a sentire come finisce la faccenda!”


“E' la prima volta che ti vedo così curioso. -Si alzò e portò una mano in tasca.- Ma ci sto, voglio sapere anche io.”
Sapevo avrebbe accettato senza troppi problemi. Conoscevo il caro granchio.
Quindi neanche qualche minuto dopo, eravamo appiccicati alla porta del magazzino ad origliare. Sembravamo due scemi, dato che entrambi eravamo con un orecchio appoggiato alla porta...l'unica cosa su cui avevo da ridire, era Manigoldo alle mie spalle...con il petto perfettamente aderente alla mia schiena.
Deglutii e cercai piuttosto di concentrarmi sui due nella stanza. Riuscii a sentire perfettamente la voce di Kanon che parlava.






“Penso tu sappia già di cosa voglio parlare, vero?”
Rhadamanthys, in piedi davanti al greco, incrociò le braccia al petto e annuì. La sua solita aria nobile e fiera lo contornava, dandogli quel fascino che agli occhi di Kanon non passava ormai più inosservato.
“Molto bene...allora comincio. -Tirò un lungo respiro e dopo essersi portato una mano sul fianco iniziò a parlare. Era visibilmente agitato e non sapeva di risultare ancora più attraente, in quel modo, agli occhi dell'altro.- Per quanto possa essere arrabbiato con te, Rhada...non posso fare a meno di pensare all'importanza di ciò che abbiamo fatto.
Non mi piace pensare che...sia stato solo sesso. -Confessò, alzando lo sguardo dal terreno ai suoi occhi, che ancora brillavano vivaci.- Quindi voglio sapere una cosa...l'hai fatto davvero, perchè io assomiglio a mio fratello...o per altro?”
Il silenziò calò in quel momento e il vuoto che si formò sembrò incolmabile finchè Rhadamanthys non fece un passo in avanti.
Si avvicinò a Kanon fino ad arrivare con il volto davanti al suo. Le loro fronti si sfiorarono e, l'uno con il consenso dell'altro, si toccarono.
“L'ho fatto perchè eri tu e basta. -La sua serietà fece rabbrividire il greco.-Perchè sei Kanon, non Saga e perchè...nonostante tu fossi contrario, alla fine mi hai trattato bene anche quando hai voluto vendicarti.
Voglio provare ancora quelle sensazioni con te, se me lo permetterai...”


“Dovrei pensarci...-Kanon vide lo sguardo di Rhada palesare la delusione, ma subito sorrise.- Ma non in questo momento.”
Afferrò per la cravatta il biondo e non gli diede tempo di far niente. Lo baciò con sentimento e sincerità, dimostrando finalmente a qualcuno, dopo tanto tempo, quel suo lato di sé.
Di risposta, l'inglese gli circondò la vita con un braccio e lo strinse, continuando quello che per entrambi era un contatto sublime.
Le loro labbra infine si allontanarono e persero qualche istante nel contemplare l'uno il viso dell'altro.
“Finalmente qualcuno che sa come baciare, ero stanco di fare sempre tutto io.”


“Che pigrone di un greco, allora meglio che sia arrivato io. Ma che ne dici se...prima di continuare il nostro discorso...non mandiamo via i due che stanno origliando?”


“Cara la mia viverna: concordo con te.”








“Non facevo Kanon un tipo tanto...beh si, dolce.”
Manigoldo alle mie spalle, continuava a spingermisi contro e mi trovai ad arrossire quando sentii il suo bacino contro il mio fondo schiena.
“Co-Con te così...non riesco nemmeno a seguire i loro discorsi, figurati!”


“Come? Intendi che ti distraggo facendo...questo? -Ghignò e portò una mano a circondarmi la vita, mettendosi così ancora più a contatto con me. Mi sentivo intrappolato sia contro alla porta, che a lui.
Avvampai per l'imbarazzo.- Sentir parlare il nostro amico di quegli argomenti...non posso dire che mi abbia lasciato indifferente.”


“Ma- Mani- Siamo al 'Sanctuary'...co-contieniti per favore.”
Lo implorai accaldato come mai prima. Cercavo di concentrarmi su Rhada e Kanon, pur sentendo il maledetto grachiaccio premermi contro.
Era imbarazzante, ma lo capivo. Nessuno sarebbe rimasto calmo dopo i racconti dettagliati del greco, era sceso nello specifico quasi appositamente...avrei dovuto troncare l'argomento sul nascere.
“Cercherò di contenermi il più a lungo possibile, Albafica...anche se...- Mi prese il mento e fece in modo che la testa si girasse in sua direzione.
Sfiorò le mie labbra con le sue e vi respirò sopra.- Ho una voglia matta di baciarti in modo serio. Concedimelo, ti prego.”
La sua supplica arrivò con un tono sin troppo provocante al mio orecchio e mi fece ritrovare in una situazione in cui mai prima d'ora ero finito.
Nemmeno deglutire mi aiutò, perchè ormai la mia mente stava cedendo.
Posai una mano sulla porta e tesi il collo all'indietro, desideroso anche io di ricevere un bacio del genere a cui lui stava pensando.
Arrivai tuttavia a toccare solo in modo accennato le sue labbra.
La porta innanzi a noi si aprì di colpo e come c'era da aspettarsi, a causa del nostro peso spostato in avanti, cademmo a terra rovinosamente come due sacchi di patate.
Dovetti subirmi pure il peso del granchio sulla schiena e lui fece un ringhio quando battè il mento sulla mia testa.
“A-ahi...”


“Hai la testa...troppo dura, dolcezza.”
Tentò comunque di ironizzare, ma quando entrambi alzammo lo sguardo, ci ritrovammo davanti gli occhi inquisitori di un drago e di una viverna.
“Guarda, guarda chi c'è.”


“Vi auguro di non fare mai le spie, siete pessimi a celare la vostra presenza. Comunque...i vostri paparini non vi hanno insegnato che è maleducazione origliare?”
Inquisì maligno, con un ghigno inquietante sulle labbra, un Kanon sin troppo felice e appagato. Nemmeno sul volto di Rhadamanthys l'espressione era tanto diversa, ma nel suo caso era già più contenuta.
“Non stavamo origliando!”
Protestai mettendomi in ginocchio, dato che Manigoldo era scattato poco prima in piedi.
“Ah no? -Rhadamanthys inarcò il sopracciglio in modo pauroso.- Allora devo dedurre che stavate copulando proprio fuori dalla porta.”


“Noi cos-” “Beh l'idea ci poteva stare-AHI!”
Mi alzai di scatto etirai un calcio nello stinco a Manigoldo, lo afferrai per il colletto guardandolo adirato.
“Stai zitto! Non farei mai nulla del genere in un luogo pubblico! Ci serve privacy!”


“Ah quindi non neghi però che lo faresti...”
Sgranai gli occhi e lo vidi ghignare, come anche udii ridere i due alle nostre spalle. Divenni rosso fino alla punta delle orecchie e maledii con tutto me stesso Manigoldo.
“Ti odio dannazione! Ti odio!”
Dovetti infine sbottare e lo allontanai di colpo, fu però inutile essendo che le sue chele mi riagguantarono nell'immediato per potermi stringere.
“O-Oh, ci avevo visto giusto. Qui è nata un'altra coppia nel frattempo che noi due eravamo impegnati...”
Kanon ghignò mentre sfiorava con una mano quella dell'inglese al suo fianco.
“Non che fosse un mistero, si vedeva lontano un miglio che questi due sarebbero finiti insieme.”
Influì anche Rhadamathys contribuendo a farmi sentire ancora più in imbarazzo. Abbassai quindi lo sguardo.
“No-Non si può parlare ancora di...stare insieme.”
Dissi timidamente, lasciando che Manigoldo mi stringesse da dietro.
“Per quale motivo? Sembrate affiatati, tu piuttosto, sembri ostinarti a non volerlo vicino.”
Ridacchiò il greco che fulminai con lo sguardo.
“Penso che il motivo sia più l'insicurezza di Albafica, Kanon. Ma io non voglio di certo fargli pressioni inutili.
Mi limito solamente a stuzzicarlo.”
Sentii Manigoldo ridacchiare, ma le sue parole mi sorpresero decisamente troppo. Voltai la testa per guardarlo e il sorriso che mi rivolse mi sciolse.
Fu sfrontato come sempre, desiderai tirargli un pugno e...baciarlo allo stesso tempo. Fu però lui a precedermi facendomi girare verso di sè.
Mi si fiondò sulle labbra stringendomi, ma questa volta non feci alcuna resistenza né a lui, né al suo bacio. Lo lasciai fare e ricambiai quell'effusione che...ora era diventata umida, nonché più intensa.
Realizzai quanto fossi inesperto e lo capii perfettamente quando lo sentii condurre in modo sicuro la nostra danza.
Strinsi le mani sulla sua schiena, così facendo artigliai anche il suo gilet, senza alcuna esitazione. Rimanevo imporporato sulle guance, ma poco mi importava.
Volevo solamente rimanere in quella posizione ancora per un po'...per molto, a godermi il suo affetto che in quel modo mi stava donando.
Rhada e Kanon si scambiarono un'occhiata di intesa e accennarono entrambi un sorriso vago, ma soddisfatto, prima di prendersi per mano.
Sapevo che i miei amici erano felici e...per la prima volta, anche io mi sentivo come loro.
Fissai a lungo Manigoldo quando le nostre labbra si staccarono e lui fece lo stesso. Sorridemmo entrambi e non ci lasciammo.
“Hm...direi che...potrei iniziare a considerarti un po' di più il mio ragazzo, granchiaccio.”

“Solo un po'? Sei davvero cattivo nei miei confronti.”
Ridacchiò lui, lanciando un'occhiata all'altra coppia lì presente.
L'inglese e il greco erano infatti di nuovo intenti a baciarsi senza contegno e...diciamo che il tasso erotico nell'aria era ben palpabile, dato che Kanon era persino finito con le mani sotto la camicia di Rhadamanthys.
Guardai quindi in faccia Manigoldo e cercai di mandargli alcuni segnali muovendo il capo. Strano ma vero: li recepì alla perfezione e mi trascinò fuori dal magazzino, chiudendo la porta dietro di sé.
“Non sporchino troppo, o chi sente Shion?”

“Un po' di finezza non ti farebbe male, lo sai?”
Risi tenendogli la mano. Feci per lasciarla ma lui mi strattonò di nuovo a sé.
“So di piacerti proprio perchè ne ho poca, tu mi compensi, pesciolino. -Mi fece l'occhiolino prima di baciarmi senza esitazioni.- e comunque, dato che ora sono quasi, il tuo ragazzo...stasera vuoi uscire con me?”
Sbattei le palpebre rapidamente e dovetti pensare con altrettanta velocità. Mi sembrava così ecco...ricevere la richiesta di un appuntamento ufficiale con lui.
“Ecco...non sarebbe male. -Riuscii a rispondere con un velato imbarazzo.- Ma dove vuoi portarmi?”

“Oh beh, avevo in mente un ristorante poco fuori città...meno caro del 'Sanctuary' -Ridacchiò quasi imbarazzato, massaggiandosi la testa.- Ci potrebbero essere un paio di persone antipatiche, ma ti assicuro che a loro ci penso io.
Non ti daranno fastidio.”
Rimasi sorpreso e insospettito. Di che razza di ristorante si trattava?
Sbattei le palpebre, ma non mi andò di protestare o rispondergli male. Per una volta volevo assecondarlo ed essere accondiscendente nei suoi confronti.
“Va bene, per me non ci sono problemi. Devo solo avvertire a casa che non ci sarò per cena e...badiamo bene di non ritrovarci Defteros come Stalker. -Sospirai.- se viene sapere che sono fuori con te, sarebbe capace di venirci a cercare.”
Sul viso del granchio comparve uno sguardo infuocato, che per un istante mi lasciò estremamente perplesso. Lo vidi poi svanire e tornai tranquillo.
Cosa gli stesse prendendo, non lo seppi.
“Non è un problema, dove andiamo non ci troverà a meno che non sia uno scassinatore.”


“Eh?”


“Capirai stasera.”
Mi fece l'occhiolino prima di darmi le spalle. Non me la raccontava giusta. Che cosa andava farneticando?
“Manigoldo aspetta! Cosa vuoi di-” “Torniamo al lavoro, dolcezza! O Shion ci diminuirà lo stipendio!”
Ridendo corse via.
Quanto poteva essere strambo quel ragazzo? Più il tempo passava, più realizzavo quanto fosse imprevedibile...e questo era ciò che forse me lo faceva piacere ancora di più.
Esasperato sospirai, ma mettendomi il cuore in pace lo seguii per tornare al mio lavoro.
Il turno sarebbe dopotutto passato in fretta e ben presto avrei capito che cosa la serata, in compagnia del granchio, prevedesse per il sottoscritto.


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Angolo dell'autrice:
E dopo secoli eccomi di ritorno con un nuovo capitolo tra le mani! *non è mancata a nessuno ovviamente* Cooomunque...chiedo venia per il ritardo clamoroso, ma oltre ad aver scritto un capitolo più lungo dei soliti, mi sono ritrovata anche a dover sbrigare alcune faccende personali xD Sono stata sommersa dallo studio, per questo motivo scusatemi ancora!
EFP inoltre mi ha dato qualche problema mentre pubblicavo, per cui anche questo ha contribuito a ritardare tutto -.- ma fa niente.
Detto questo, due parole sul capitolo:

Come già anticipato, l'ho incentrato principalmente su una sola coppia, ma ho mantenuto sempre costante la presenza dei nostri adorati Manigoldo e Albafica <3
Personalmente amo la coppia Rhada/Kanon, per cui ho sentito la necessità di metterla.

Spero dunque che come capitolo possa piacere e ahimè non posso promettere che la prossima pubblicazione arriverà tanto presto causa esami. Per cui chiedo scusa in anticipo per il ritardo che ci sarà ><
Detto questo vi auguro come al solito una buona e scorrevole lettura!
 
Un abbraccio.
XamuPrimeOakenshield.
 
PS: la qui presente Xamu vola intanto a rivedersi gli ep finora usciti di Soul of Gold per l'ennesima volta.


 
   
 
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