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Autore: HateevoL    13/05/2015    3 recensioni
Traduzione della FF "The first time I..." di Sanalayla
- Spostò il suo sguardo su di me e mi guardò dritta negli occhi. Nessun sorriso. Nessun cambiamento. Era solo molto serio. I suoi occhi sembravano avere il colore del mercurio. I suoi occhi erano grigi, quasi argentati.
- “Non vedo quale sia la sua colpa” dissi, con il mio tono più ragionevole. Certamente, mi sentivo come se dovessi essere ragionevole, dato che stavo dicendo l’ovvio. “Dopo tutto, lui non era ancora nato”.
- “Ah, Lily” Scorpius scosse la testa e sorrise “Non c’è nessun motivo per cui tu non debba piacere a nessuno”.
- “Che coincidenza”, disse mia madre, improvvisamente. “Ero uscita con qualcuno di nome Michael quando andavo ad Hogwarts. Ti ricordi, Harry?”
Mio padre alzò lo sguardo dal suo piatto e rispose, “Oh, si, è vero. Mi ricordo. Era un pezzo di idiota”.
“Harry”, disse mia madre in tono di rimprovero. “Era molto intelligente. Era un Corvonero, ricordi? E combattè contro i Carrow durante il mio sesto anno”.
“Quindi, allora, era un idiota coraggioso”, rispose mio padre.
- “Non è meraviglioso questo posto?”
“E come lo sai?” chiesi, tagliente. “Tutto quello che hai visto è stata la faccia di mio fratello, mentre la succhiavi.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Toccato.

La prima volta che…

Ho toccato Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà, fu in una grande e vuota aula ad Hogwarts al mio settimo anno.

Ci volle un po’ prima che noi due rimanessimo da soli, e non era qualcosa che avessi programmato o nemmeno considerato. Per fare un favore al professore di Difesa Contro Le Arti Oscure, mio padre era venuto ad Hogwarts per tenere una lezione di duelli e altre robe in difesa contro la Magia Oscura agli studenti che stavano per conseguire i M. A. G. O.. Per chissà quale ragione, aveva portato Scorpius con sé (penso per usarlo come sfidante negli esercizi sui duelli) e, ovviamente, io avevo preso parte a quella lezione, siccome avrei dovuto fare l’esame M. A. G. O. in Difesa.

Quando fu tutto detto e fatto, e la classe si stava svuotando, io gironzolai in attesa che l’ultima persona se ne andasse. Poi, mi avvicinai a mio padre sorridendo. Scorpius era nell’angolo a mettere a posto il materiale che avevano usato nelle esercitazioni. Io ignorai lui e lui ignorò me.

“Lily – fiore!” disse mio padre con un sorriso. Mi diede un rapido abbraccio e fece quella cosa di spettinarmi i capelli di proposito, per farmi arrabbiare. Ruotai gli occhi in risposta.

Mentre rimetteva alcune pergamene nella sua valigetta, mi chiese: “Ti è piaciuta la lezione?”.

“Sì” risposi, con un grande sorriso. “Mi è piaciuto particolarmente quando hai dimostrato la potenza di semplici incantesimi come Expelliarmus e Stupeficium. L’idea che questi comuni e, il più delle volte, sottovalutati incantesimi possono in realtà avere più effetto di altri incantesimi più complicati  pericolosi? Stupenda papà. Assolutamente stupenda!”

Mio papà era divertito, si appoggiò al banco, con le braccia incrociate. “ Ehi, lo sai, vero, che non sono un tuo professore, e che quindi non devi leccarmi il culo per avere bei voti?”.

“Giusto. Ma tu sei quello che mi da la paghetta” evidenziai, con un sorriso impertinente. Protesi una mano verso di lui, col palmo in su “E sono a corto di soldi”.
Lasciando andare un sospiro, mise una mano nella tasca del cappotto e ne estrasse un sacchettino. “Non” cominciò, con tono di avvertimento, lasciando cadere alcuni Galeoni sul palmo della mia mano, “dirlo a tua madre. Lei pensa che tu debba cominciare ad essere più responsabile, ora che stai per lasciare Hogwarts”.

“Oh, andiamo!” risposi, ruotando gli occhi. “Sappiamo entrambi che lei manda soldi a James in ogni singolo maledetto gufo!”.

“Questo perché lui sta studiando per diventare Guaritore, e tu sai che all’Accademia per Guaritori gli studenti non fanno praticamente soldi!” mi ricordò mio padre, con l’accenno di un sorriso. “Come ho detto, non dirlo a tua madre”.

“Non lo farò” misi i soldi in tasca e lo guardai. “Ti unisci a noi in Sala Grande per cena? Farai felici i Grifondoro. Non tutti i giorni rispunta fuori un tale distinto studente”.

Le sue sopracciglia si sollevarono a quell’affermazione. “L’avevo in mente. Sebbene, avevo programmato di sedermi al tavolo di Corvonero”.

“Davvero?” finsi di sembrare confusa “E come mai?”

“C’è questa ragazza Corvonero che assomiglia pericolosamente a tua madre” disse mio padre ridendo, mentre raccoglieva la sua borsa. “Credo che siano parenti”.

“Probabilmente” dissi, annuendo “abbiamo tantissimi Weasley qua in giro!”

“Fin troppo vero” disse mio padre guardando Scorpius “Scorp, ti dispiace rimettere tutto in ordine qui? Ho promesso ad Hagrid che mi sarei fermato per un tea, e devo anche vedere Neville per una cosa”. Si girò verso di me e mi baciò sulla fronte, dandomi un abbraccio veloce “Ci vediamo a cena, Lily – fiore. Puoi aiutare Scorpius prima di andare?”

Guardai verso Scorpius che disse, frettolosamente “No, ce la faccio, Auror Potter. Fa niente”

“Non essere sciocco” rispose mio padre, con un gesto della mano. Mentre usciva dalla porta, aggiunse, oltre alla sua spalla “D'altronde, Lily deve guadagnarsi i soldi che le ho appena dato, no?”

Dopo che se ne fu andato, un silenzio imbarazzante cadde nella stanza ed io cercavo di guardare ovunque tranne che nella sua direzione.

Dopo un po’, Scorpius si schiarì la gola “Davvero, non devi restare, lo sai. Ce la faccio”

“No, no, resto” dissi mentre raccoglievo vari oggetti e mi dirigevo verso l’armadio in fondo alla stanza. “Mio padre ha la tendenza di venire a sapere le cose, quindi se vuole che ti aiuti, dovrei farlo”.

Lavorammo in silenzio per una buona decina di minuti e, alla fine di essi, la stanza era tornata alla normalità. Avevo appena messo l’ultima sedia al proprio posto quando vidi Scorpius in piedi, fermo a guardare un angolo del soffitto. Seguii il suo sguardo e vidi il segno di una bruciatura nell’intonaco.

Le sue labbra si incurvarono in un mezzo sorriso. “L’abbiamo fatto io ed Al. Primo anno”.

Guardando il segno, gli chiesi “Come?”

“Abbiamo incantato un mazzo di carte da Spara Schiocco” rispose in tono distratto. “Lunga storia. Abbiamo dovuto scontare tre settimane di punizione. Fu la mia prima punizione in assoluto, che io ricordi. Sicuramente non l’ultima”

Cominciai a ridere “Si, beh, i miei fratelli hanno quell’influenza sulle persone”.

“È così strano” disse, piuttosto bruscamente, mentre si voltò a guardarmi “Al mio ultimo anno ad Hogwarts, ero così pronto ad andarmene. Non vedevo l’ora. E, adesso, sono di nuovo qui e sento che vorrei essere al primo anno di nuovo a rifare tutte le punizioni da capo”

“Davvero?” con l’espressine seria, gli offrii “Vuoi fare uno scambio di posti? I M. A. G. O. sono appena dietro l’angolo, e onestamente ogni cosa di questo posto mi infastidisce. Il bagno che si inonda a causa di Mirtilla Malcontenta. Gli stupidi indovinelli per entrare nella mia Sala Comune; lo studio, la biblioteca, persino il cibo della Sala Grande non sa più di buono”

“Non vorresti fare scambio di posto con me, Lily” Scorpius suonò triste “Sai perché sono dovuto venire con tuo padre oggi? Perché era dispiaciuto per me” rispose con voce tesa, prima che potessi rispondere io.

“Dispiaciuto per te?” non nascosi la mia confusione “Perché?”

“Perché nessuno nel dipartimento Auror vuole lavorare con me” Scorpius evitò i miei occhi e si incamminò verso la finestra aperta. Si fermò lì, guardando verso al campo di Quidditch, dove la squadra di Tassorosso stava facendo l’allenamento settimanale. “Tutti ricordano, come vedi, quello che ha fatto mio nonno nell’ultima guerra. Come tutti quegli oggetti oscuri furono trovati a Villa Malfoy. Pensano che non sia sicuro che io lavori lì”.

“Ma tuo nonno è morto ad Azkaban” camminai verso di lui, colmando la distanza. “E mio padre parlò in difesa di tua nonna e di tuo padre ai loro interrogatori. E tu non hai fatto niente di male! Tu sei stupendo. Anche mio padre lo pensa”.

“Niente di tutto ciò ha importanza, Lil” mi guardò, e le sue labbra si incurvarono in un sorriso amaro. “Quando mi vedono, tutto quello che vedono è una persona la cui famiglia ha combattuto dal lato sbagliato della guerra. Pensavo, che dopo Hogwarts, le cose sarebbero state diverse. Ma nel mondo reale? Non lo sono”.

“Beh,” dissi lentamente, tamburellandomi un dito sulle labbra, mentre pensavo “sai cosa devi fare, allora, no?”

I suoi occhi deviarono sulle mie labbra e lui sembrava congelato “Cosa?”

“Ti devi trovare un amico” dissi, impertinente. “Trova QUELLA persona che non vede la tua famiglia quando ti guarda. Il resto verrà da sé. Molti anni fa, qualcuno mi diede un consiglio stupendo come questo, e si è rivelato esatto”

Scorpius cominciò a ridere. Poi disse, con voce canzonatoria “Ma e se non piaccio a nessuno?”

In silenzio, lo contemplai per un minuto. Poi ripetei le sue parole di tanto tempo fa “Ah, Scorp. Non è possibile che tu non piaccia a nessuno”.

Poi, mi alzai sulle punte dei piedi e lo circondai con le braccia, dandogli un abbraccio rassicurante. Quando mi staccai, non potei fare a meno di baciarlo delicatamente sulla guancia. Poi, imbarazzata, gli pulii il segno che avevo lasciato con il lucidalabbra. “Beh, è meglio se scendo. Ho fame, e mio padre si starà chiedendo dove sono”.

Quando presi posto al tavolo di Corvonero, vidi che la Sala Grande era più affollata del solito. Sembrava che l’intera scuola volesse mangiare con Harry Potter. Il Preside si alzò e disse alcune parole, come faceva sempre, e poi si rivolse a mio padre. “Auror Potter, siamo onorati di averla qui oggi. Vorrebbe dire qualche parola?”

Mio papà si guardò intorno nella Sala Grande e sapevo che era infastidito dallo sfarzo che gli era stato riservato. Conoscendolo, ero sicura che avrebbe voluto declinare, sedersi di fianco a me, mangiare qualcosa, ed andarsene. Ma sarebbe stato scortese da parte sua tornare nella sua vecchia scuola e non dire niente, quindi si incamminò verso il podio e ci guardò.

Una mia amica, Kiran, si allungò verso di me e disse “Senti, lo so che è tuo padre e tutto, ma rimane comunque un gran figo”.

Finsi di mettermi due dita in gola e vomitare “È rivoltante. È già brutto abbastanza quando lo dite dei miei fratelli, ma dirlo di mio padre? Vai e fatti curare la testa!”

Lei scrollò le spalle “Non sono l’unica ragazza a dirlo”.

Ruotai gli occhi e riportai l’attenzione a mio padre, che aveva appena finito di ringraziare il Preside per la sua ospitalità. “Ed ora,” concluse mio padre, “Suppongo di dover dire alcune parole”. Sembrò pensarci su un attimo e poi disse “Stoccafisso. Gelatine al limone. Alga branchia. Buona cena a tutti!”

La Sala Grande cadde nel completo silenzio mentre tutti cercavano di processare quello che aveva appena detto. Ad eccezione di me, che non mi trattenevo dalle risate. Dopo essere sceso dal podio ed essersi incamminato verso di me, scossi la testa e lo rimproverai “Penseranno tutti che sei stato confuso o qualcosa del genere, papà”

“Che posso dire?” si sedette di fianco a me e scrollò le spalle agli studenti vicini a noi “Sono un uomo di poche parole”.

Mentre cominciavamo a mangiare, mi guardai attorno. Tutti gli studenti al nostro tavolo erano nervosi e qualcuno cercava di sistemarsi i capelli. Lanciai a Kiran uno sguardo di fuoco, chiarendo che non doveva avvicinarsi a mio padre.

Prima che potessimo arrivare alla seconda portata, un gufo entrò nella Sala, portando della posta. Puntava dritto a mio padre e fece cadere la grande e pesante busta proprio sopra al suo piatto. Quando la prese, potei notare il simbolo del Ministero della Magia. Velocemente, la aprì e controllò il contenuto. Poi, con un sospiro pesante, si rivolse a me “Ah, Lily-”

“Devi andare” finii per lui. Ero cresciuta con lui, dopo tutto. Questo accadeva spesso. “Va bene, allora”.

“Mi puoi fare un favore e mandare a tua mamma un messaggio via Metropolvere?” mio padre si alzò e guardò verso il tavolo di Serpeverde, dove Scorpius stava cenando. Colse lo sguardo di Scorp, che annuì immediatamente e si alzò raggiungendolo. “Dille che non tornerò a casa stasera. Probabilmente nemmeno domani”.

“Certo” dissi, alzandomi. Cominciai ad allarmarmi. “Va tutto bene?”

“Si, andrà tutto bene” mi diede un abbraccio veloce e poi si incamminò verso il Preside, presumibilmente per chiedergli in prestito il camino per uscire da Hogwarts.

Dopo aver avuto una conversazione tramite Metropolvere con mia madre, decisi che sarebbe stato sensato andare a casa per il finesettimana. Gli esami erano proprio dietro l’angolo, ed io avevo detto a Scorpius la verità. La scuola mi stava facendo diventare matta. Dovevo prendermi una pausa. Dopo aver avuto il permesso del Preside, ero tornata a casa con la Polvere Volante e, ore più tardi, ero ancora incapace di dormire.

Così, mi curai con una bottiglia fredda di Burrobirra in cucina, quando mio fratello fece irruzione, apparendo esausto e un po’ sporco.

“James?” mi alzai e lo aiutai a sedersi al tavolo. “Cosa ci fai qui?”

James si guardò attorno confuso. “Cosa? Oh, io… qui era più vicino del mio appartamento”. Appoggiò la testa sul tavolo e poi guardò su, occhieggiando avidamente alla mia Burrobirra. Io ruotai gli occhi e gliela porsi, poi andai a prendermene un’altra.

Dopo averne bevuti un paio di sorsi, sembrò essersi risvegliato di colpo. “Lils, cosa ci fai TU qui? Perché non sei a scuola?”

“Ho deciso di studiare a casa”. Giocando con la carta della bottiglia di fonte a me, gli chiesi “Perché sei così sporco?”

Mi lanciò un’occhiata storta. “Non hai sentito? C’è stata un’esplosione enorme in un centro commerciale Babbano a Londra. Si è scoperto che era un oggetto oscuro e un paio di maghi oscuri che l’avevano causato. Il San Mungo era pieno di Babbani e maghi allo stesso tempo. Ho appena finito dopo un doppio turno”. Scuotendo la testa stancamente, prese un altro lungo sorso di Burrobirra. “Sarei ancora là, ma il San Mungo ha una politica molto dura per i suoi Guaritori. Non possiamo fare tre turni di seguito”.

Ha senso. Controllare la magia è difficile nelle migliori circostanze, quindi quando sei esausto sei più proteso a sbagliare. “Era quello di cui si stava occupando papà, allora?”

“Si, l’ho visto per un attimo. In ospedale”

Restammo entrambi in silenzio per alcuni minuti e poi mio fratello disse, piuttosto inaspettatamente, “Avevo intenzione di parlarti. Cosa succede tra te e Jem?”

“Niente”, risposi, tagliente, con uno sbruffo. “Non so di cosa parli”.

“Si che lo sai”, insistette. Lasciò andare un lungo sospiro e fece scorrere le dita tra i capelli. “Non le parli; ne è turbata”.

“Io le parlo. Dopo tutto, è nel mio dormitorio ad Hogwarts; non potrei smettere di parlarle nemmeno se lo volessi” sottolineai.

“Si, lo so, ma lei mi ha detto che la vostra amicizia non è…” esitò e guardò la sua bottiglia. “Lils, non devi fargliene una colpa. Lei voleva dirtelo, stava solo aspettando il momento giusto”.

Schiarendomi la voce, lo guardai risoluta. Il mio tono era gelido, “Beh, mentre era sopra di te, con la tua lingua ficcata nella sua gola non lo era, eh?”

Lui arrossì. “Lily, smettila di fare la bambina piccola. Non ho nemmeno capito quale sia il grande problema”.

“Il grande problema?” mi alzai infuriata e la mia sedia cadde a terra. “Lei è la mia migliore amica! La mia prima amica ad Hogwarts, IN ASSOLUTO! Non gliene è mai fregato niente del fatto che nostro padre è Harry Potter o che tu fossi mio fratello. Lei prendeva in giro le ragazze che si innamoravano di te! Tutte le ragazze là dentro, ti venivano dietro, pensando che tu fossi speciale, ma lei no”. Guardandolo, scossi la testa. “È solo che tu non potevi lasciarla in pace. Cos’è successo, hai lasciato Hogwarts e hai deciso che le donne nel mondo reale non ti idolatravano abbastanza, quindi sei tornato a scuola per una ripassata?”

Gli occhi di mio fratello erano brillanti, lo sguardo infuocato. “È successo che mi piace un casino, Lily. Occhio a quello che dici”.

“Ti piace, ah si?” ruotai gli occhi. “Così come Sabrina? O Eliza? O Megan? O Morgan? O – aspetta – chi era la ragazza che si è tatuata il tuo nome sul culo? Nicollette? L’hai lasciata circa due secondi dopo che se l’era fatto!”

“Certo che l’ho lasciata” esclamò. “L’avresti fatto anche tu. Era matta”.

“Non è questo il punto” continuai. “Il punto è che Jemma era l’unica che era mia. Mia amica. Non una qualunque che vuole uscire con un ragazzo Potter. E tu l’hai rovinata, perché – ovviamente – il secondo dopo essersi messa con te, non me l’ha nemmeno detto. Me l’ha nascosto. Mi sono sentita un’idiota!”

“Lily.” James si era calmato, stava mettendo da parte il suo temperamento. “Lei voleva dirtelo, ma io non l’ho lasciata.”

“Perché?”

“Per tutte le ragioni che hai appena elencato,” ammise mio fratello, sentendosi un po’ in colpa. “Lo so che non ho le migliori storie con le ragazze.”
Io sbruffai e incrociai le braccia.

Lui mi ignorò. “Quindi, ho pensato che se fosse stata solo una cosa momentanea… era meglio se aspettassimo. Lei non ne era felice, ma pensava anche che fosse una buona ragione. Non voleva assolutamente rovinare la vostra amicizia.”

“Piano eccellente” mormorai tra i denti.

“Lils, devi parlarle. Solo…” prese un respiro profondo e mi guardò dritta negli occhi, “per me? Mi piace davvero e odio il fatto che abbia rovinato le cose tra di voi.”

Per un seondo, mi ammorbidii. Era raro che i miei fratelli mi chiedessero qualcosa. Poi pensai a come lui non avesse bisogno di chiedermelo se avesse lasciato andare le cose come dovevano andare, e mi irrigidii. “No. Se ha dei problemi con me, allora deve venire da me di persona. Sta già cominciando – stai parlando in suo favore. Jemma ormai è più la tua ragazza che mia amica”.

Come mi girai e cominciai ad uscire dalla stanza, la voce bassa di mio fratello mi fermò “Non stai facendo un po’ l’ipocrita?”

Lentamente, mi girai e lo guardai diffidente. “Cosa intendi?”

“Tu e Scorpius. Ha avuto un cuore-a-cuore con Albus ultimamente?”

Arrossendo leggermente, feci un passo indietro. “Non c’è niente tra me e Scorpius.”

“Davvero?” mio fratello sollevò un sopracciglio. “Continua a dirtelo”.

“Non lo sto dicendo a me stessa. Lo sto dicendo a TE”, risposi arrabbiata.

“Bene.” James buttò la bottiglia di Burrobirra nel cestino e poi si incamminò verso la porta. “Ma, ti avverto, mi divertirò molto, a riguardo, quando il piede sarà nell’altra scarpa. Che sia domani o tra dieci anni.”

Dopo che se ne fu andato, mi guardai attorno in cucina, cercando di capire di cosa diavolo stesse parlando.
 


La seconda volta che…

Ho toccato Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà fu quando ero ubriaca. Totalmente e completamente sbronza.

Dopo la conversazione con James, ero a malincuore venuta alla conclusione che mi stavo comportando da ragazza immatura. Il che mi portò ad avere una lunga conversazione con Jemma, dove collezionammo un copioso ammasso di lacrime, e ci facemmo le solite promesse sul non abbandonare la nostra amicizia per un ragazzo un’altra volta. Ovviamente, questo non aveva fermato Jemma dal passare la maggior parte del suo tempo libero con James, ma avevo deciso di provare ad ignorare questa cosa.

E fu così che io arrivai al ‘Wicked’ un nuovo club che aveva aperto a Londra. Era una nuova attrazione, perché era gestito da un Babbano ed un Mago. Quindi, era situato nella Londra Babbana, ma aperto solamente alle presone del mondo magico, dove venivano servite sia bevande Babbane che bevande normali. James ebbe una serata libera dal lavoro ed aveva invitato Jemma ad andarci con lui. Avevamo appena finito di trasferirci nel nostro nuovo appartamento, ed eravamo entrambe pronte a calmare le acque, quindi accettai quando lei mi chiese di unirmi a loro. Circa venti minuti dopo essere entrate nel locale, mi stavo pentendo con tutto il mio cuore della mia decisione. I due avevano già avuto tre sessioni amorose e potrei giurare di aver visto le mani di mio fratello in posti inappropriati. Non ero una puritana, per nessun verso, ma una sorella ha i suoi limiti.

Finalmente si staccarono per riprendere ossigeno e James andò a prendere da bere. Una volta che fu in mezzo alla mischia, Jemma si voltò verso di me con un sorriso sognante. “Non è meraviglioso questo posto?”

“E come lo sai?” chiesi, tagliente. “Tutto quello che hai visto è stata la faccia di mio fratello, mentre la succhiavi.”

“Scusa.” Ma Jemma non sembrava affatto dispiaciuta; invece, aveva un brillio negli occhi. Si guardò intorno e poi urlò “Oh, guarda, c’è Scorpius!” prima che potessi protestare, lei gli aveva fatto cenno di raggiungerci.

Lo guardai, leggermente critica, ed improvvisamente mi sentii come se avessi ingoiato cinquanta Api Frizzole in un colpo solo. Indossava una camicia scura abbottonata, con dei pantaloni neri, e i suoi capelli biondo platino erano scompigliati, alcune ciocche ricadevano sui suoi occhi. Era la prima volta, dopo tanto tempo, che lo vedevo in qualcosa che non fosse la sua divisa da Auror o nei jeans sgualciti che indossava quando ci faceva visita a Godroc's Hollow.

Aveva una birra babbana in mano, e disse a Jemma, con un sorriso "Come stai, Jem? È passato un po' di tempo".

"Sto bene. Cosa ci fai tu qui?" Chiese lei, sorridendo, "Ti hanno cacciato dal dipartimento Auror?"

"Sono qui con alcuni colleghi, veramente," rispose Scorpius, con un sorriso. Scoccò uno sguardo nella mia direzione. "Mi hanno invitato ad unirmi a loro".

Fissai le mie scarpe, nascondendo un sorriso.

"Perché non vi unite a noi?" Scorpius chiese, per educazione.

Il mio volto scattò in su. Sebbene odiassi stare con Jem e James, non ero nemmeno esattamente felice di passare la serata con Scorpius.

Prima che potessi dire qualcosa, Jemma disse, "Ci piacerebbe molto. Fammi solo andare a cercare James e veniamo la" si voltò verso di me e mi spinse verso di lui. "Tu puoi andare con Scorp, Lily. Non c'è bisogno che andiamo entrambi a cercare James".

Poi sparì, la traditrice. Prendendo un respiro profondo, mi girai verso Scorpius  e dissi, "Bene, allora. Fammi strada".

Mi condusse ad un tavolo pieno di persone più o meno della nostra età, stavano tutti ridendo e scherzando. Quando ci avvicinammo al tavolo, alcuni di loro ci guardarono.

"Ragazzi, lei è Lily" Scorpius mi indicò a loro, e disse a me "Lily, loro sono i miei colleghi".

Una ragazza, bionda con i capelli lunghi e vividi occhi blu, rise. "Avresti potuto fare di meglio, Malfoy". Mi sorrise e mi porse la mano. "Sono Christina".

"Ed io sono Ryder", disse il ragazzo con i capelli scuri vicino a lei, salutandomi con la mano, mentre circondava con il braccio le spalle di Christina. "E lei," indicò la ragazza seduta dall'altro lato, "è Sarah".

L'ultimo ragazzo al tavolo, alto con la pelle scura ed occhi stranamente chiari, sorrise e disse, "Io sono Richard".

"Piacere a tutti" risposi, sorridendo. Sembravano carini. Scorpius prese una sedia per me e mi sedetti con loro. "Come ha detto Scorp, io sono Lily".

 "E come conosci Scorp, Lily?" Chiese Sarah, con un sorriso teso.

Noi due ci guardammo ed io dissi, "Andavamo ad Hogwarts insieme". Nello stesso momento, Scorpius disse, "Sono amico di suo fratello".

Loro sembravano confusi ed io sorrisi debolmente. "Entrambe le cose, in realtà".

Christina mi stava fissando con uno sguardo intenso. "Lavori al Ministero, Lily? Potrei giurare di averti già vista lì. Sembri così familiare". Voltandosi verso Ryder, gli chiese, "Non ti sembra familiare?"

Ryder piegò la testa di lato. "Si, più o meno".

Muovendomi nervosamente sulla sedia, risposi, lentamente, "Beh, non ci lavoro, ma ci sono andata spesso negli anni. Ci lavora mio papà".

Improvvisamente, l'atmosfera attorno al tavolo cambiò mentre tutti si guardavano e facevano due più due.

"Lily Potter". Sarah bevve un sorso del suo drink nervosamente. "Sei la figlia dell'Auror Potter".

Richard mi guardò come se io fossi colpevole. "Tu sei la figlia del nostro capo". Poi, si fermò ed aggiunse "In realtà, sei la figlia del capo, del capo del nostro capo".

Dentro di me, maledii mio padre per essere al tempo stesso così famoso ed intimidatorio. Ma, esternamente, mi misi un sorriso sulla faccia. “Si, beh, potreste cercare di non farmene una colpa?” poi, guardandomi attorno, chiamai il cameriere. “Cosa ne dite se il prossimo giro lo offro io?” vidi, con la coda dell’occhio, che Scorpius mi stava guardando, ma non disse niente.

Poi i cocktails cominciarono ad arrivare ed io ero troppo impegnata a divertirmi per preoccuparmi del ragazzo che avevo di fianco. Man mano altra gente si univa alla nostra festicciola, e questo portò lui a venirmi sempre più vicino. Volevo andare via dal suo calore, ma non avevo altra scelta, se non rintanarmici. O era così, o dovevo andare in braccio a Richard. E Richard sembrava proprio che la cosa non lo avrebbe disturbato.

Quando il pub stava chiudendo, ero pronta per chiamarla una bella serata. Ma quando cercai di ricordarmi come Materializzarmi al mio indirizzo, il mio cervello era troppo andato per ricordarsi le coordinate. Un braccio forte mi prese per le spalle quando dondolai un po' sui miei tacchi.

"Lily." Scorpius mi guardò  preoccupato. "Quanto volevi bere? Cosa pensavi di fare?"

Sbattendo lentamente le palpebre, cercai di mettere a fuoco il suo viso. "Uhm...sai dove abito? Perché io non lo so."

Lui sembrava indeciso se ridere o strozzarmi. "Succede, che so dove abiti. Tieniti." Lui strinse stretto il suo braccio intorno alla mia vita e mi portò con sé mentre si Smaterializzava in un punto ad un paio di edifici dal mio nuovo appartamento.

Scorpius sbruffò e si guardò intorno. "Dov'è? Potrei giurare che sia questa la strada che mi ha detto Albus".

"È Intracciabile" gli dissi. "E non ti ci puoi Materializzare o Smaterializzare dentro. Ed ha un Incanto Fudelius" con un singhiozzo, cominciai a ridacchiare. "Io, Jemma e mio padre siamo i Custodi Segreti".

Le sue sopracciglia si aggrottarono in confusione. "Perché avete così tante protezioni a casa vostra?".

Lo guardai come se fosse un idiota. "Hai incontrato mio padre? Ecco".

Scorpius ruotò gli occhi. "Bene, allora, dovrai dirmi dov'è. Non posso lasciarti qui così".

Allora glielo dissi, e mi circondò con un braccio per tenermi stabile in piedi mentre superavamo alcuni edifici nella calda serata estiva.

Dopo qualche secondo, mi cominciarono a far male i piedi, quindi mi tolsi le scarpe. Scorpius sembrava sul punto di dire qualcosa, ma poi sbruffò soltanto.

Quando arrivammo all'edificio di fianco al mio, la piccola casa che ospitava il mio appartamento cominciò ad apparire. Lo indicai e gli diedi il mio indirizzo completo, così poté entrare. Quando arrivammo davanti alla porta, dovetti picchiettarla con la bacchetta un paio di volte. La porta esterna si aprì, ma poi ne apparse un'altra con appeso uno specchio.

Lo specchio chiese, "Quale fu il regalo di tuo padre per il tuo tredicesimo Natale?"

Il mio cervello cominciò a pulsare e la stanza sembrava oscillare. Guardai lo specchio e dissi, "Levati dalle palle. Non me lo ricordo".

"Allora non puoi entrare", rispose lo specchio, solennemente.

"Oh, per l'amor di Merlino!" Mi lamentai. "Ti odio così tanto". Guardai Scorpius, che se ne stava lì in piedi incredibilmente confuso. "È stata un'idea di mio padre. Prese lo specchio dalla Tana e lo modificò".

"Giusto". Mi guardò strano un'altra volta e poi si schiarì la voce. "Chiedigli di farti un'altra domanda".

 "Ti posso sentire," rispose lo specchio, chiaramente infastidito. "E hai bisogno di tagliarti quei capelli, giovanotto". Rivolgendosi a me, lo specchio disse, "Non puoi avere un'altra domanda. Devi rispondere a questa, altrimenti Harry Potter deve darti l'autorizzazione per entrare". Lo specchio sembrava deliziato alla prospettiva.

"Oh, no..." Mormorai. "Non posso chiamare mio padre. Assolutamente no".

"Era una collana, con un pendente a forma di giglio", disse Scorpius allo specchio, a voce bassa. "Ora ci fai entrare?".

La porta si aprì ed io lo seguii nel mio appartamento, sentendomi completamente disorientata. Quando entrammo nel salotto, mi fece sedere sul divano e andò in cucina. Sembrava stesse facendo del tea.

"Come lo sapevi?” gli chiesi alla fine, dopo che la stanza smise di girare un poco. “Della collana?”

Lui si concentrò nell’aprire tutti gli armadietti, presumibilmente cercando le bustine del tea. “Oh… ho solo indovinato giusto”.

“Non è vero.” Mi tirai via i capelli dagli occhi e mi sedetti sul divano. “Come lo sapevi?”

“Ero con voi quel Natale”. Il bollitore cominciò a fischiare, così lui lo tolse dal fuoco e versò l’acqua calda in due tazze. “Ne eri davvero entusiasta. E mi hai chiesto di mettertela al collo”.

“Davvero?” sussurrai, cercando di richiamare alla mente quella notte, tempo fa, ma il ricordo era svanito. Il che non era sorprendente, visto che avevo problemi pure a ricordare il mio stesso nome al momento. ”Beh, è stato davvero carino da parte tua”.

“Abbastanza”. Chiaramente divertito, si sedette sul divano e mi porse la tazza di tea. “Bevilo. Ti metterà a posto lo stomaco”.

Come mi era stato ordinato, ne bevvi un paio di sorsi. Poi, appoggiai decisa la tazza sul tavolino e mi girai verso di lui. Prendendogli la tazza dalle mani, la misi anch’essa sul tavolo. Scorpius mi guardò confuso. “Cosa, non è buono? Devo ammetterlo, solitamente non bevo il tea, sol-”

Lo baciai, tagliando il resto della frase.

Quando ci staccammo, finì, debolmente, “Solitamente bevo il caffè”. Poi sbruffò e disse, “Lily, cosa stai-?”

Ignorandolo, mi girai, finchè non riuscii a mettere le mie gambe intorno alla sua vita, il mio vestito stretto si sollevò sulle cosce in risposta. Automaticamente, le sue mani mi afferrarono la vita e si mosse, così potevo stare più comoda contro di lui.

Abbassandomi, sfiorai le mie labbra contro le sue delicatamente. “Sono stufa di questa situazione. Io ti voglio, tu mi vuoi. Facciamo qualcosa a proposito”.

“Lily, no, noi…”

Coprii la sua bocca con la mia, muovendo le mie labbra contro le sue ed incitandolo con la lingua, cercando accesso. Quando lui finalmente cominciò a rispondere al mio bacio, colpii la mia lingua contro la sua e sentii una scossa di desiderio salirmi dentro. Le mie dita erano arricciate contro la sua camicia e, senza staccarmi, cominciai a sbottonarla. Era abbastanza difficile, vosto che la mia coordinazione non funzionava come avrei voluto.

Staccandomi, presi un bel respiro ed esclamai, “Hai troppi bottoni, dannazione!” Poi ebbi una splendida idea e presi la bacchetta “Accio bottoni”.

Scorpius lasciò andare un’imprecazione mentre i suoi bottoni si staccarono dalla camicia e volavano verso di me. Chinai la testa e la sfregai sul suo petto nudo e poi mugugnai, “Hhhmm…bello”. Mi tirai indietro per poterlo guardare bene, deglutii quando vidi le linee definite dei suoi muscoli e non potei fare a meno di far scorrere le mie dita sulla pelle liscia dei suoi addominali.

“Lily!” Mi sollevò e mi spinse via da lui. Alzandosi, cercò di rimettersi la camicia a posto. Dopo un secondo mi lanciò uno sguardo d’orrore. “Cosa stai facendo?”

“Bella domanda”. Annuii ragionevolmente. Siedendomi sulle ginocchia sul divano, afferrai l’orlo del vestito. “Non è giusto il fatto che sia tu l’unico a spogliarti”.

Mi tolsi il vestito e lo gettai di lato, quindi indossavo solo il mio reggiseno nero e delle mutandine di pizzo. Ero felice di aver deciso di vestirmi bene e questo era l’unico completo intimo che stava bene con il mio vestito. Specialmente quando vidi il modo in cui lui deglutì quando lasciò che i suoi occhi mi percorressero con lo sgurado. Si diede solo un minuto, comunque, e poi chiuse gli occhi.

“Ti devi rimettere il vestito”. Disse Scorpius a denti stretti, gli occhi chiusi. “Anzi, è meglio, in effetti” prese la bacchetta e disse “Accio camicia da notte”.

Una camicia da notte di pizzo striminzita e semi trasparente arrivò volando attraverso il salotto. Scorpius la prese e poi si accigliò. “Cosa-?”

“Quella era la stanza di Jemma”, gli dissi, con un’altra risata. “Ma la posso indossare, se vuoi”.

Ruotando gli occhi, la buttò a terra. “Vieni con me”, mi prese la mano e cominciò a trascinarmi verso la mia camera.

“Adesso si che ragioniamo” esclamai, abbastanza entusiasta. Provai a baciarlo di nuovo, ma lui mi prese solamente in braccio e mi buttò sul letto. Poi cominciò a cercare nei miei cassetti finché non trovò una lunga camicia da notte di cotone.

Me la tirò addosso. “Mettitela”.

Guardai l’offensivo indumento con disgusto. “Cosa? Stai scherzando! Me l’ha data la mia prozia Muriel. Non la metto”.

“Si, invece”. Scorpius sembrava sul punto di farmi violenze fisiche. Prima che mi potessi arrabbiare, si avvicinò al letto e cercò di infilarmela dalla testa. In pochi istanti, ero coperta da strati e strati di cotone.

Guardandolo, misi il broncio. “NON sei divertente. Non ti capisco! Mi ignori sempre, poi mi baci. Ora, io ti bacio e tu reagisci come se io avessi la spruzzolosi!”

“Non reggi l’alcool, eh?” Scorpius si sedette sul bordo del letto e sbruffò. “Se ti dovessi accontentare, mi prenderei gioco di te. A parte il fatto che non lo farei mai, ma sai cosa accadrebbe se i tuoi fratelli e tuo padre lo scoprissero?”

“Niente,” risposi, scontrosa. “Perché non lo scopriranno”.

“Qui è dove entra in gioco l’onore, allora”. Mi sorrise e mi baciò la fronte. “Ora, farò qualcosa che ti aiuterà a dormire”.

L’ultimo ricordo che ho era di lui, mentre puntava la bacchetta i miei capelli, molto delicatamente. Dopo di che, tutto si fece nero.

La mattina dopo, quando mi svegliai, mi sentivo come se la finale della Coppa del Mondo di Quidditch fosse stata disputata nella mia testa. I miei occhi erano asciutti e la mia bocca sembrava come se fosse stata riempita di batuffoli di cotone. Dopo aver aperto un occhio, vidi che c’era un biglietto sul mio comodino, insieme ad una piccola fialetta riempita con una pozione verde scuro.

Mettendomi a sedere piuttosto cautamente, presi la nota e la lessi.

Cara Lily,
Dovresti berla. James e Albus la consigliano. La migliore cura del mondo contro la sbronza. Ho anche messo un catino vicino al tuo letto, giusto in caso.
Stammi bene,
S. M.

Sbruffai leggermente. Giusto in caso di cosa? Poi, sentii il mio stomaco ribellarsi e mi strozzai, prendendo il catino appena in tempo.


 
La terza volta che…

Ho toccato Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà fu ad un appuntamento con lui che in realtà non avevo programmato.

Dopo aver speso molte ore cercando di rimettermi dal peggior post-sbronza che io abbia mai avuto, ero finalmente riuscita a mettermi a posto, abbastanza da andare a cercarlo. Non avevo idea di dove abitasse, e non l’avrei mai chiesto in un milione di anni ai miei fratelli, quindi decisi che la cosa più semplice da fare era andare al Ministero.

Non si rivelò semplice. Appena misi piede nel piano del Dipartimento Auror, andai a sbattere contro mio zio Ron.

“Lily!” zio Ron fece un passo indietro e mi guardò. E poi mi abbracciò. “Cosa ci fai qui?”

“Io…ah…” mi guardai intorno, cercando una scusa. “Sono qui per pranzare con mio padre. Fargli una sorpresa, sai”.

“Oh” zio Ron sembrava un po’ confuso, ma disse “Beh, Harry sarà felice di vederti, ne sono certo. Ma sai, il suo ufficio è tre piani più su”.

Mentre si stava incamminando verso gli ascensori, gli chiesi, “Ehm, zio Ron, sai dov’è la scrivania di Scorpius Malfoy?”

Si fermò e si girò verso di me. Con un cipiglio, mi chiese, “Perché lo vuoi sapere?”.

“Ho un messaggio, da parte di Albus” gli dissi, improvvisando sul momento. “Sai dov’è la sua scrivania?”
 
“In fondo a sinistra, circa quindici cubicoli in giù”.

Con un sorriso di gratitudine, andai in quella direzione. Quando arrivai al suo cubicolo, mi fermai e mi schiarii la voce.

Scorpius guardò su. “Lily? Cosa ci fai qui?”

“Sono venuta a trovarti, in realtà”. Lungo la strada, mi ero detta che non mi sarei nascosta dietro ad un cespuglio. “Possiamo parlare da qualche parte in privato?”

Allarmato, saltò in piedi. “Certo”.

Lo seguii in silenzio lungo un paio di corridoi, fino ad arrivare ad una stanza. Aprì la porta e mi fece segno di entrare. Poi, mi seguì e si chiuse la porta alle spalle.

Mi guardai intorno; era una stanza piuttosto scura e sgradevole, con all’interno un lungo tavolo ed alcune sedie. “Cos’è questo posto?”

“È una delle stanze che usiamo per gli interrogatori”.

“Ricordami di non infrangere mai la legge, se questo è il luogo dove finirei” rabbrividii. Poi mi girai verso di lui e dissi, “Volevo ringraziarti. E scusarmi. Per ieri sera”.

Se ne era sorpreso, non lo diede a vedere. Ma fece un passo indietro e si ficcò le mani in tasca. “Non ti devi scusare. O ringraziarmi”. Con un’alzata di spalle, aggiunse, “Non è stato un gran problema. Succede”.

“Oh?” cominciai a ridere. “Molte ragazze si ubriacano e poi ti saltano addosso, quindi?”.

Le sue labbra si incurvarono in un sorriso cattivo. “Le ragazze non hanno bisogno di essere ubriache per saltarmi addosso, solitamente. Almeno, quello è il modo che preferisco”.

Sorridendgli, mi morsi il labro inferiore. “Giusto”. Poi, lo sorpresi a fissarmi le labbra, quindi smisi e lo guardai nervosa. “Comunque, grazie. Per essere stato un gentiluomo”.

Con un cenno, disse, “Prego”. Quando il silenzio scese su di noi, lui lo spezzò dicendo, “Quindi è tutto? Allora, dovrei tornare alla mia scrivania…”

Come si girò ed afferrò la maniglia, dissi, senza riflettere, “Vuoi uscire con me? Un appuntamento?”

Scorpius si congelò sul posto e poi si voltò a guardarmi, con un’espressione indecifrabile sul volto. Improvvisamente, mi ricordai di quando, anni fa, ero in piedi davanti a lui e gli avevo chiesto di uscire. E di come avesse detto ‘no’ allora. Speravo davvero che non stava per ripetersi.

“Perché?” chiese, alla fine. Mi guardò scrutandomi. “Mi sembrava che fossi stata chiara sul fatto di noi e del non avere niente a che fare l’uno con l’altra”.

Non sapevo davvero cosa dire. Perché la verità era che non avevo intenzione di chiedergli di uscire. Era tipo successo. “Beh, lo sai”.

Scorpius sembrava divertito. “No, non lo so”.

“Una ragazza può cambiare idea, no?” Gli lanciai uno sguardo di sfida. “Ma se non vuoi, allora va-”.

“No,” mi interruppe, velocemente. “Non ho detto questo. Va bene. Infatti, ti passo a prendere alle sette”.

“Stasera?” chiesi incredula. “È un po’ presto, no? Voglio dire, pensavo settimana prossima; possiamo prenderla con calma…”

“Non ti darò il tempo di darmi buca”. Rispose Scorpius, con un sorriso. E poi uscì dalla stanza, lasciandomi da sola nella stanza a riflettere su in cosa mi ero appena messa.

Una volta superato l’imbarazzo iniziale, l’appuntamento fu davvero divertente. Parlammo e ridemmo dei nostri problemi al lavoro. Tirai fuori tutta la frustrazione riguardo ai problemi che stavo avendo alla Gazzetta del Profeta e di come il mio editore si rifiutasse di stampare tutti gli articoli che gli portavo. Non importava quanto ci provassi, finivo sempre col ritrovarmi assegnati lavori di ricerca. Scorpius era attento e comprensivo, dandomi consigli che erano utili e, allo stesso tempo, non condiscendenti. Gli dissi di come la mia ambizione fosse di avere una colonna tutta mia nel giornale e, invece di ridermi in faccia, mi disse solennemente che sarei stata perfetta per quel ruolo.

Da parte sua, mi disse di come le cose si erano risolte al Ministero e di come si era fatto diversi buoni amici, oltre ad essere stato assegnato ad un partner sul quale potesse contare. Apparentemente, era riuscito a fare un paio di arresti di alto profilo e quindi la sua squadra credeva che fosse una forza del bene. E si era anche scoperto che non erano infastiditi dal fatto che lui fosse un Malfoy, ma erano infastiditi dal fatto che fosse un grande amico di Albus Potter. Credevano che per questo, mio padre gli riservasse trattamenti di favore.

Mentre camminavamo verso il mio appartamento, disse, “Devo essere il primo Malfoy nella storia del mio albero genealogico che in realtà NON vuole trattamenti di favore”.

“Beh, mio padre vede qualcosa in te, comunque”, gli dissi, onestamente. “Non si sarebbe interessato così tanto a te se non lo pensasse. Voglio dire, mi ricordo che Teddy provò a diventare un Auror. Quei tre mesi furono un disastro! E mio padre non gli fece alcun tipo di favoritismo, e mio padre è il suo padrino”.

“Giusto”. Scorpius annuì e sorrise.

Arrivammo davanti alla mia porta. Guardai l’entrata e poi lui nervosamente. “Vuoi entrare a bere qualcosa? Jemma è sicuramente da James”.

Scorpius esitò e poi guardò verso la porta. “Hmm…sai, penso che terrò buono l’invito”.

“Ok,” risposi, sentendomi confusa. Pensavo avessimo passato una buona serata. Mi avvicinai a lui, aspettando che si chinasse a baciarmi.

Invece, fece un passo indietro e disse, “Buonanotte, Lily”.

Quando si girò per andare via, lo guardai come una scema. Poi, corsi giù per i gradini e gli chiesi, “Aspetta, cosa stai facendo?”

Lui si voltò. “Cosa?”.

Ruotando leggermente gli occhi, gli chiesi, acida “Non mi dai il bacio della buonanotte?”

“Vuoi il bacio della buonanotte?” chiese Scorpius, perplesso. “Sto cercando di prenderla con calma”.

“Non c’è bisogno di prenderla così con calma, idiota”. Andandogli vicino, abbastanza da toccarlo, gli misi entrambe le mani sul petto e mi misi in punta di piedi per dargli un bacio veloce. “Ecco. È così che si conclude degnamente un appuntamento”.

Quando mi girai per tornare alla porta, lui mi afferrò il braccio. Facendomi girare per guardarlo, si abbassò e mi diede un bacio deciso e approfondito. Quando ci staccammo, disse, “È così che si conclude degnamente un appuntamento”.

Poi si allontanò e si Smaterializzò. Portandomi le dita alle labbra gonfie, non potei fare a meno di lasciare andare una risata.
 


 
NdT

*abbassa la testa e prende tutti gli insulti* scusatemi, davvero! Non ho scusanti per il ritardo di 5 mesi e mezzo dall’ultimo aggiornamento!

Fatemi sapere cosa ne pensate, per me è davvero importante!

Poooi, ho una domanda! Sono l’unica qui, che adora letteralmente le Lily/Scorpius e le Draco/Hermione, ma se deve pensare ad una Rose/Scorpius o ad una Ginny/Draco, poprio non riesce ad immaginarla?

Ahahah non fate caso alla mia pazzia, ci vediamo al prossimo capitolo,
 
un bacio,
 

HateevoL <3
  
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