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Autore: Black Friday    16/05/2015    3 recensioni
*In revisione*
[Dragon Age Inquisition] [Fem!Rogue!Lavellan/Cullen]
- Sì, mi piace questa tua canzone. Ci sono rabbia, coraggio, forza... speranza. -
Una pausa e poco dopo anche Lavellan parlò, fissandosi con amarezza la mano segnata dal marchio.
- Sono le uniche risorse che ho Varric, per evitare di farmela nei pantaloni davanti a questo casino. -
Varric le sorrise con comprensione e solidarietà. Questo tanto discusso Araldo, dopotutto, aveva già conquistato la sua amicizia e il suo rispetto.

Raccolta di one-shot con protagonista la mia rogue Lavellan.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cullen, Inquisitore, Leliana, Varric Tethras
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kathara Lavellan'
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Buon Compleanno, Inquisitore

 

«Ehi Frùfrù, per il sacrissimo posteriore di Andraste! Dà un po' di tregua a questi poveracci!»

L'oste, le cameriere, il cuoco ed i suoi assistenti, tutti in fila sull'attenti come uno squadrone di soldati, trassero un sospiro di sollievo all'arrivo di Mastro Tethras e dell'Inquisitore, in special modo guardarono il nano con immensa gratitudine, in quanto stava cercando di salvarli dalle grinfie esigenti dell'Ambasciatrice Montyliet.

«Josephine, calmati!» Kathara le si piantò davanti cingendole le braccia «É tutto più che perfetto! Siamo in una taverna in mezzo ai monti, non a un ballo di corte in Orlais!» le sfilò dalle mani penna e pergamene mentre Varric, di nascosto, faceva segno ai lavoratori di dileguarsi approfittando della distrazione della loro aguzzina.

«Hai fatto un buon lavoro qui dentro, non ti pare?» la rincuorò Lavellan. In realtà osservava allibita alcuni festoni forse un po' sopra le righe per il genere di locale, ma decise di non esternare le proprie perplessità.

«Ho fatto quanto ho potuto» disse sconsolata la donna «L'eleganza qui non è di casa, purtroppo.».

Il Riposo dell'Araldo era stato riorganizzato dall'alacre Josephine per ospitare la festa di compleanno dell'Inquisitore. Le tavolate al piano inferiore erano state posizionate in modo da liberare più spazio al centro per chi avesse voluto ballare, mentre ai piani superiori tutto era stato accomodato per lasciare posto al maggior numero possibile di commensali. L'idea iniziale di Kathara, in realtà, prevedeva una festicciola intima e informale fra i collaboratori con la possibilità di dimenarsi a suon di musica, quando poi l'antivana aveva deciso di impegnarsi nell'organizzazione della serata la cosa era sfuggita un po' di mano. Se non altro si erano salvati dal pericolo di un ricevimento ufficiale.

«A proposito di eleganza, vedo che finalmente hai trovato l'occasione per provare gli abiti che ti ho fatto confezionare!» Josephine squadrò l'elfa a qualche passo di distanza, le fece cenno di girare su stessa e, seppur poco convinta, la Dalish la assecondò. Indossava un completo a dire il vero piuttosto comodo ma impreziosito da finiture delicate: i pantaloni erano aderenti e avevano delle cuciture laterali dorate, in coordinato dello stesso colore verde bosco portava un corsetto munito di cappuccio, sul tessuto in una sfumatura dorata si intravedevano le stampe di motivi vegetali arzigogolati; sotto aveva una camicetta di tonalità panna, lungo le maniche, posizionate poco sotto l'ascella, stavano due bordature che richiamavano le decorazioni del corsetto e poi degli elastici prima della piega dei gomiti. Ai polsi aveva due bracciali lavorati con inciso l'emblema dell'Inquisizione, ai piedi dei caldi e comodissimi stivaletti di cuoio a metà polpaccio che si chiudevano ai lati con lacci e bottoni, anche questi erano impreziositi da decorazioni che ricordavano rami e foglie stilizzate. L'Ambasciatrice soddisfatta della visuale batté i palmi «Ti stanno a pennello, ho sempre avuto occhio per le taglie!»

«Già» ammise Kathara «Non mi dispiace questa tenuta da...da... cacciatrice modaiola?» disse interrogativa, dubbiosa sull'aggettivo adatto da usare.

L'attenzione della diplomatica venne presto attirata da Cassandra, arrivata nel frattempo in compagnia di Dorian. Lavellan non riuscì subito a salutarli perchè Maryden, il bardo, la prese da parte lamentandosi profusamente degli altri musicisti ingaggiati per vivacizzare la serata. Un angolo accanto al grande focolare, infatti, era stato riservato al gruppo che avrebbe animato la festa: oltre a Maryden, l'ensamble contava alcuni altri strumentisti messi insieme dall'Inquisitore dopo ardue ricerche: un nano dall'aria truce che suonava un piccolo flauto traverso con la grazia di una fata, un'elfa di solito impiegata nelle cucine che se la cavava bene col fiddle* e due giovani reclute che stavano ai tamburi di battaglia nell'esercito dell'Inquisizione. Kathara li aveva sequestrati ogni sera per almeno due settimane nei suoi alloggi, per assicurarsi che eseguissero tutte le sue richieste. Lavellan rincuorò l'affranta musicista, ma fu il nano, chiamato Farin, a tagliare corto con una frecciatina: «Eminenza, mi domando che intrattenimento possa dare un bardo così schifosamente lagnoso!» e poi sputò in terra con disprezzo. I due non si sopportavano dal loro primo incontro, Kathara sudò freddo e pregò che la questione non finisse con degli strumenti fracassati in testa, o se doveva finire così almeno accadesse al termine di tutto!

 

Lentamente, ma inesorabilmente la taverna prese a riempirsi, così anche l'Araldo e la sua compagnia presero posto al loro tavolo. Varric era di ottimo umore e decise di intrattenere gli amici raccontando qualche aneddoto accaduto durante le missioni in giro per il Thedas.

«Ci trovavamo nelle Terre Centrali, prima dei fatti di Redcliffe se non ricordo male. Era dalle prime ore del mattino che toglievamo di mezzo demoni, eretici e templari. Tutti simpaticoni, insomma. Stanchi morti, affamati e irritati, al tramonto invece di rientrare verso uno dei campi dell'Inquisizione decidemmo di improvvisare un accampamento per la notte lì esattamente dove eravamo. Mentre io e Solas montavamo le tende, Cassandra e Kath cercavano della legna e ci procuravano un boccone per la cena. Fin qui nulla di strano.»

«Per il Creatore, Varric!» esclamò Cassandra «Non rivanghiamo questa storia ridicola!»

«Senti, senti!» Dorian sghignazzò estasiato «Continua nano, dev'essere un aneddoto succoso se la Cercatrice si scompone» sorseggiò del vino da una coppa e lanciò un'occhiata provocatoria a Cassandra, la quale in risposta lo incenerì con lo sguardo, incrociò le braccia e prese a borbottare contrariata.

«Bene, qualcuno che apprezza le storie di spessore! Dicevo... finito di sistemare la roba per la notte, aspettavamo che le nostre due eroine da campeggio tornassero con qualcosa di decente da mettere sotto i denti. Il mio stomaco per inciso sembrava un orso in calore dai rumori che ne uscivano. Io e lo Spiritosone» indicò Solas «stavamo appena tirando il fiato quando ad un certo punto dalla boscaglia sentimmo avvicinarsi delle voci, maschili per lo più e dal tono rissoso. In un attimo eravamo in guardia ma quando questi uscirono allo scoperto, non ci credereste... un gruppetto di banditi si stavano prendendo a pugni per decidere chi dovesse portare in braccio la Cercatrice fino all'accampamento per evitarle la fatica! E lei!» mentre descriveva lo scrittore cercava di soffocare delle risatine «...appena si avvicinavano a un palmo di troppo li prendeva a calci dove non batte il sole per toglierseli di torno, ma non c'era verso di farli demordere!»

Il racconto di Varric scatenò l'ilarità dei presenti.

«Poi del seguito ricordo poco perché finché Solas non ha tolto l'incantesimo, il filtro d'amore ha avuto effetto anche su di me, temo... -

«Un filtro d'amore!?» chiese Josephine con aspettativa «E cosa c'entra, di grazia?»

«Il resto posso spiegartelo io» proseguì l'Inquisitore «La premessa è questa: qualche giorno prima, da un mercante al crocevia, avevo comprato il tipo di paccottiglia che può incuriosire solo me, incluso un filtro d'amore.»

«Ciarpame senza scopo» commentò Solas disgustato.

«Spazzatura per superstiziosi, per un volta sono d'accordo, ma è stato efficace. Infatti, mentre io e Cass stavamo cacciando ci trovammo fra i piedi questo gruppetto di banditi. Onestamente io non ne potevo più di combattimenti per la giornata, così mi tornò alla mente il filtro. Subito ebbi chiaro in testa un piano coi fiocchi: presi il filtro, versai il contenuto addosso all'ignara Cassandra e attesi che accadesse qualcosa.»

«Lavellan, sei un genio del male »

«Grazie Dorian, so quanto mi ami!» scherzò l'elfa facendogli l'occhiolino «Comunque, per farla breve, mentre da una parte gli idioti blateravano le loro minacce e dall'altra lei mi mandava al diavolo per averla schizzata, accadde il miracolo. I banditi caddero letteralmente ai piedi di Cassandra e si offrirono di seguirla fino alla morte.»

«Tutto qui?» domandò deluso il Tev.

«Beh dopo avresti solo dovuto esserci: abbiamo guadagnato una serata serviti e riveriti da questi babbei, per non parlare di quando si sono tutti spogliati, sfilando per valutare chi avesse le doti maggiori per meritare le attenzioni della nostra Cassandra. Ancora non riesco a dire se la tua faccia fosse più rossa per l'imbarazzo o per la collera... » disse rivolgendosi alla Cercatrice.

La donna scosse la testa quasi ringhiando, trattenendosi dal rispondere a tono «...solo perché sei l'Araldo...» si alzò dalla panca e cambiò aria.

«Si sarà offesa?» chiese Kathara ai presenti, colta alla sprovvista dalla reazione esagerata della nevarriana.

«Niente di irreparabile, immagino» concluse Dorian sarcastico e addentò un pezzo della carne che occupava il suo piatto.

 

~°~

 

Una brillante luna piena rischiarava il cielo sopra Skyhold tanto che forse pur senza le torce accese nel cortile la visibilità sarebbe stata accettabile; era una limpida serata montana, ma il sopraggiungere della notte stava rendendo la temperatura più rigida. Leliana rabbrividì e allungò il passo mentre discorreva col Comandante sull'evento in corso.

«E' il suo compleanno ed è tornata dall'Oblio per la seconda volta... Cullen, io credo voglia semplicemente celebrare il fatto di essere viva.»

«Forse hai ragione... »

«Trovo che gli ultimi accadimenti la stiano cambiando... la perdita del suo Clan, le vittorie contro Corypheus, le scoperte dopo l'Oblio. Sta crescendo, sta diventando davvero l'Inquisitore. -

«Cosa intendi dire?»

«É più seria, più dedita...» la frase di Sorella Usignolo rimase in sospeso, interrotta dall'incontro con un allegro Varric a pochi passi dall'ingresso del Riposo dell'Araldo.

«Forza mancate solo voi due, fra poco si aprono le danze! Ricciolino sei vergognoso, sempre in ritardo nelle occasioni non ufficiali!» il nano li esortò a sbrigarsi indicando con un pollice l'entrata, poi si allontanò per fare tappa alla latrina.

Leliana e Cullen furono davvero gli ultimi ad unirsi ai compagni già accomodati nella taverna della Fortezza. Il confuso vociare degli avventori era udibile fin dall'esterno, i due Consiglieri varcarono la porta e furono investiti da un'ondata di calore e dal puzzo di alcol e sudore frammisto al profumo della carne arrosto e di altre vivande. Si guardarono attorno ed individuarono senza difficoltà il loro posto con gli alleati più vicini all'Araldo. Il guerriero stava morendo di fame, dopo essersi procurato del sidro fresco ed un piatto ricolmo di cibarie si sedette ad uno degli estremi del tavolo; accanto a lui c'era Sera già mezza ubriaca con le gambe allungate sopra una sedia, in una mano un boccale e nell'altra del pane speziato, canticchiava un motivetto assurdo tra sé. Il Comandante le lanciò un'occhiataccia (gesto che l'elfa nemmeno notò o finse di non vedere) e si consolò del fatto che per lo meno lì vicino avevano preso posto anche l'Ambasciatrice, Cassandra e la Capo Spia, se non altro una conversazione sensata avrebbe potuto averla con loro tre.

 

Nel frattempo, un drappello di persone stava aggregandosi verso l'improvvisata pista da ballo e alle prime note di un reel** si scatenò in moine e saltelli; Dorian e l'Inquisitore facevano coppia al ritmo della veloce canzone popolare che raccontava di un malizioso corteggiamento nato proprio durante una festa. I due si muovevano bene, sensuali e spiritosi sembrava non avessero fatto altro nella vita, era chiaro quanto si sentissero a loro agio l'uno in compagnia dell'altra. Mentre li osservava in lontananza masticando i bocconi della cena, Cullen provò una sgradevole sensazione che identificò, ahi lui, con gelosia.

«Comandante, mi chiedo se tu stia apprezzando maggiormente le grazie del nostro Inquisitore, i nuovi abiti che le ha fatto confezionare Josie oppure le sue abilità di ballerina... o magari stai solo bruciando d'invidia perché vorresti essere al posto di Dorian?» lo interloquì pungente Leliana.

Sera si intromise con un commento sguaiato «Beh quei pantaloni le fanno proprio un gran bel culo, niente da dire»

Cullen la ignorò (pur lanciando un'occhiata furtiva all'oggetto dell'apprezzamento) e rispose a Leliana ostentando goffa indifferenza «Di che stai parlando?»

«Di certo non hai perso un passo da quando quei due hanno iniziato a danzare» constatò Josephine allusiva.

«Per lo Spirito del Creatore, non è più consentito avere un paio d'occhi adesso!?» tergiversò, alzò i tacchi e camminando con un'andatura rigida prese posto al lato opposto cercando di ignorare le risatine di scherno delle tre colleghe e dell'arciera. Si unì a Varric e Blackwall, al momento intenti ad insegnare le regole di Grazia Malevola a Cole, o almeno ci stavano provando.

 

Intorno la festa andava animandosi: nelle gole bruciavano vini, liquori e birra, carburanti di numerosi brindisi, chiacchiere accalorate si levavano assieme a fischi e risate, voci intonavano i pezzi suonati, la gente si alternava per quattro salti sulla pista da ballo o teneva il ritmo battendo i piedi e le mani.

Cullen dopo mesi si stava finalmente rilassando, i gomiti poggiati sulla superficie del tavolo e le caviglie incrociate verso la stanza si stava godendo la musica, il beveraggio e la vista degli abitanti di Skyhold in apparenza appagati e felici. Anche lui poteva ritenersi soddisfatto, contro ogni previsione avevano ottenuto molti successi e l'inaspettato motore di quei trionfi, l'Araldo di Andraste, piombò lì subito dopo come evocata dai suoi pensieri. Il viso arrossato e i capelli raccolti in una treccia ormai scarmigliata, la Dalish bevve avidamente un bicchiere d'acqua.

«Sta cominciando a fare troppo caldo qui dentro» sentenziò sventolandosi la faccia con una mano.

«Ci credo Testamatta! Non ti sei presa ancora una pausa da quelle maledette piroette! E non ti permetto di bere acqua in una serata come questa!» Varric le allungò della birra e brindarono con Blackwall, Cullen, Cole e perfino Solas al compleanno di Lavellan.

«Quanti anni Inquisitore? Per quanto sia indelicato chiederlo ad una signora... »

«Tu vedi per caso qualche signora qui, Blackwall?»

Il Custode rise «Sei troppo crudele con te stessa, mia lady»

«28 comunque»

«Voi elfi siete impressionanti, ti credevo molto più giovane!» esclamò Cullen.

«E così mi sono fregata, non potrò mai più giustificare la mia idiozia con la giovane età» disse stringendosi nelle spalle con aria tragicomica.

 

Si susseguirono un paio di ballate durante le quali gli uomini giocarono una pigra partita a carte. Kathara, distratta, si mise a canticchiare tra sé i pezzi suonati sorseggiando con gusto un pregiato Porto di Antiva, stava diventando una discreta estimatrice di vini rari e liquori. Le note e le parole delle canzoni la catapultarono in un un limbo di malinconia: storie di esiliati in bilico fra la vita e la morte che agognavano inutilmente la patria perduta e i volti cari che non avrebbero più potuto rivedere... sembrava un po' la sua di storia. Immancabilmente il suo cuore corse verso il ricordo di suo fratello Ruadhan, immaginò come in un'occasione del genere avrebbe fatto il galletto con qualsiasi femmina in età fertile... certe fantasie sciocche la consolavano, in parte, dal suo cordoglio. Forse aveva già raggiunto il suo limite di canzoni tristi per la giornata.

Attese l'ennesimo pezzo veloce e decise di trascinare per mano Cole a godersi, parole sue, un vero divertimento da vero essere umano: piantò il cappellone del ragazzo sulla testa di Varric e lo coinvolse in un frenetico e disordinato ballo di gruppo che scombussolò il giovane dalla testa ai piedi.

 

~°~

Più tardi il Comandante prese a girovagare per la sala con l'intento di sgranchirsi le gambe; alcuni dei presenti reclamarono la sua attenzione con saluti rispettosi, strette di mano o scambi di battute. Poi udì distintamente schiamazzare il Toro di Ferro, dato che non lo aveva ancora visto seguì il baccano e finì per trovarlo in un tavolo appartato a fare bisboccia con i suoi uomini. E lì c'era anche lei, Lavellan, con la schiena poggiata ad una colonna a parlare assieme alla Dalish delle Furie nella loro lingua natia. Notò anche Dorian, con la testa riversa sul tavolo evidentemente sbronzo. Cullen arricciò il naso, non aveva affatto voglia di stare attorno a quei due per rovinarsi la serata, ma il Toro insistette così tanto perché si sedesse con loro che non riuscì a rifiutare.

«Furie!» esclamò di punto in bianco il Qunari «Un brindisi al capo!»

Il rumore sordo dei boccali che cozzavano si unì ai vari:

«Salute!»

«Cin!»

«Auguri!»

«All'Inquisitore!»

Persino Dorian riuscì a blaterare qualcosa dal suo stato di semi incoscienza alcolica.

«Ci stavamo chiedendo, capo, se una prescelta da Andraste abbia anche dei bisogni fisici. Ti abbiamo vista ballare stasera senza capire quale compagnia potresti preferire...»

Lavellan mimò grottescamente un'espressione meditabonda «Mah... » si passò la lingua sul labbro superiore «...finora nella mia vita sono sempre stata del partito degli uccelli» rispose stando al gioco.

Il Toro e il resto delle Furie risero sonoramente «Bene, perché se dovessi sentirti sola, quale tua guardia del corpo mi sentirei in dovere di consolarti, non hai idea di cosa potrei fare per un mucchietto di peli rossi, capo!»

Cullen cominciò a tossire, si stava strozzando con dell'idromele di traverso nei polmoni.

«Toro! Sei senza pudore! Stai facendo secco il Comandante con le tue uscite!» Kathara rise sotto i baffi mentre il Qunari dava delle pacche sulla schiena al povero Cullen per aiutarlo a riprendersi.

Lui si schiarì diverse volte la gola, respirò e appena si riebbe del tutto commentò «Vedo che qui si ama disquisire di filosofia... »

«Dopo questo momento indimenticabile purtroppo devo salutarvi perché mi aspettano un po' di convenevoli inquisitoriali» Lavellan così si dileguò per il resto della serata a porgere i suoi omaggi alla gente di Skyhold intervenuta.

 

~°~

 

Scese a passi lenti dal piano superiore del locale stiracchiandosi e sbadigliando, era tardi, molto tardi e l'indomani avrebbe dovuto incontrare dei nobili orlesiani. Al pensiero Kathara ebbe un moto di ribrezzo. Si era intrattenuta troppo a lungo per le dovute pubbliche relazioni con un gruppo di nani tanto logorroici quanto resistenti all'alcol. L'avevano frastornata di chiacchiere, ma anche insegnato un paio di canzonette piene di doppi sensi davvero apprezzabili. Un'espressione ebete le si piantò in viso mentre cercava di ricordarne le parole.

Giunta al piano terra trovò Cullen, unico dei compagni rimasti, a conversare con Cabot, per quanto si potesse conversare col burbero oste della taverna.

«Sono già andati via tutti?» chiese delusa, raggiungendolo.

«Già?! Non credo manchino molte ore all'alba Inquisitore!»

«Che ti prende Cullen, sei ubriaco per caso?» in effetti era brillo, quel poco da guadagnare mezzo punto in disinvoltura «Mi stai rimproverando neanche fossi mia madre...» lo canzonò «Tu piuttosto, così ligio al dovere, che ci fai ancora qui? »

«Non sarei riuscito a dormire comunque, così ho fatto quattro chiacchiere e bevuto qualche bicchiere... di troppo... forse. Tu sei sparita, pensavamo ti fossi appartata con Dorian. Non sapevo foste diventati intimi» un'illazione che doveva sembrare casuale ma finì per suonare come l'interrogatorio che voleva in effetti essere.

«Io e Dorian?» Lavellan sembrava divertita «Geloso, Comandante?»

Colpito e affondato.

«Chi io? Ehm, semplice curiosità, sai... la gente mormora» Kathara sollevò un sopracciglio, quella manfrina era davvero spassosa, imbranato di uno shemlen!.***

«Ah sì? E da quando saresti diventato così indiscreto?» chiese lei incrociando le braccia davanti al petto con un sogghigno «Quindi non lo sai?» si accostò all'orecchio di Cullen, sussurrandogli la verità sulle preferenze sessuali del mago Tevinter. In parte la vicinanza e il calore del bisbiglio, in parte lo sfioramento accidentale delle labbra di lei sul suo orecchio provocarono un brivido lungo la schiena del Comandante, un piccolo piacere segreto e un supplizio.

«Ah!» lui restò per un attimo di stucco «Non ne ero al corrente...»

«Non essere troppo scandalizzato, mi assicurerò che non ti violenti se è di questo che hai paura» era irresistibile l'impulso di prenderlo per i fondelli. «Beh, il tempo di ritrovare il mio mantello e me ne vado a letto. Tu che fai, mi accompagni? E no, non è un invito di quel genere anche se lo speri.»

«Ma... io non ho mai detto nulla del genere, Inquisitore!» obiettò sostenuto.

«Di sicuro lo hai pensato e non negarlo, non sai mentire Cullen!» Oh sì, le piaceva burlarsi di lui.

Passeggiarono insieme nel cortile fino a raggiungere il salone della fortezza.

Fu Cullen ad attaccare di nuovo discorso «Non sapevo fossi così appassionata di musica e di balli, credevo che i Dalish disprezzassero tutto della cultura Umana»

«I Lavellan non erano fra i clan più integralisti poi, se non si era capito, mi piace tutto quello che può permettermi del divertimento gratis» Sorrise scanzonata e proseguì «Diciamo che essere uno dei pochi cacciatori autorizzati a lasciare di tanto in tanto il clan per commerciare nelle città aveva i suoi vantaggi, soprattuto se eri interessato a conoscere il folclore altrui... Tu invece!» Kathara si grattò il mento dopodiché gli puntò contro un dito accusatore «Non hai ballato affatto!»

«Temo che il saper danzare non rientri per fra le mie abilità. Onestamente non ho mai avuto modo di imparare decentemente, sono partito con i Templari che ero solo un ragazzino e le occasioni di svago non sono mai state molte...»

«Si può imparare qualsiasi cosa, a qualsiasi età, te lo assicurò!» gli disse, pensando alle montagne di tomi che giorno dopo giorno, da mesi, le passavano fra le mani. Poi picchiettò le nocche delle dita un paio di volte sul metallo della corazza del Comandante «Potevi toglierla almeno stasera! Comunque sarebbe stato divertente vederti dimenare come un pazzo con pelliccia armatura e tutto il resto!»

«Un pessimo spettacolo, quasi quanto te e Harding insieme sulla pista da ballo!»

«Cosa?! Harding e io ce la caviamo benissimo!»

«Dico solo che eravate molto comiche»

Risero di gusto, stavolta insieme.

Kathara pareva rigenerata «E' stata una bella festa, non mi scatenavo così da parecchio!»

Il Comandante si fermò un istante e puntò lo sguardo verso il cielo stellato «Credo abbia sollevato il morale di tutti» un'esitazione poi proseguì cercando di guardare Lavellan negli occhi «Se posso chiederlo, come ti senti? Ad Adamant io... mi è sembrato di rivivere Haven, sei sparita nel nulla e non sapevamo cosa pensare, dove fossi finita... credevamo tu fossi morta ed io ero lì stavolta e non potevo farci nulla... di nuovo... » la sua voce aveva assunto un tono amaro.

«Cullen sei troppo premuroso, sembri una chioccia, la guardiana del mio clan al tuo posto mi avrebbe preso a bastonate per il gusto di punirmi!» scherzò per alleviare il dispiacere dell'uomo, poi divenne seria «E' stato difficile» si rabbuiò mentre alcuni ricordi frammentari della discesa nell'Oblio si ridestarono nella sua mente «Ma mi sento meglio, credimi e ce l'abbiamo fatta. Questo è quello che conta. Sai, avevo bisogno di sfogarmi un po', godermi cose... normali e terrene » disse con una risata sommessa «La festicciola mi ha aiutato...»

Lui annuì accennando un sorriso «Credo di capire.»

L'elfa prese a osservalo di sottecchi mentre salivano lo scalone principale. Era piuttosto brava a dissimulare ma quell'uomo le faceva davvero uno strano effetto. Lo trovava... attraente, che male c'era? Robusto, atletico, bei lineamenti... non era cieca. Per non parlare poi della sua voce e dei modi impacciati col genere femminile. Irresitibili! Lavellan si sentiva una perfetta idiota nel partorire giudizi di questo genere. La cosa peggiore è che Cullen continuava a piacerle nonostante il suo essere perfettino, fin troppo quadrato, serio e privo di umorismo per i suoi gusti. La maggior parte del tempo riusciva a ignorare questo fatto, lo teneva per sé, mentiva anche a se stessa forse inconsciamente frenata da qualche pregiudizio rimastole incollato addosso. Lui, un Umano e lei, una Dalish. Stronzate. Non si era mai lasciata condizionare da certi tabù inutili. Ma se si soffermava a pensare a lui troppo a lungo ogni volta uno scompiglio, un desiderio e una tenerezza mai provati la illanguidivano e spaventavano fino a farla infuriare. Aveva avuto qualche esperienza, era sempre stata una con le idee chiare in materia: preferiva sentirsi libera da legami troppo soffocanti quindi delle sporadiche avventure le erano bastate; se fino ad allora questo stato di cose si era rivelato perfetto, perché proprio adesso doveva farsi coinvolgere tanto da sentirsi completamente rimbecillita? Quella situazione era un vero tormento. No, doveva darsi un contegno, rimanere impassibile, non era davvero il caso affezionarsi a qualcuno nella posizione in cui si trovava, sarebbe stato doloroso per entrambi. Sospirò sconsolata mentre queste considerazioni le passavano per la testa.

 

Giunsero davanti allo porta dello studio di Solas, erano sul punto di congedarsi.

«Inquis... ehm, Kathara... »

«Sì?»

Lei si ritrovò a seguire affascinata la gamma di espressioni che balenavano sul viso di lui.

«Ero indeciso se... non so se sia appropriato» si portò una mano dietro il collo, come faceva quando era nervoso «...ma per caso l'altro giorno dalla mercante Sims ho visto questo e... ecco, ho pensato che ti si addicesse.» Le pose tra le mani un sacchettino di velluto rosso.

«Per me?» Sbatté le palpebre stupefatta «Sul serio?» Accettò di buon grado il dono e curiosa aprì frettolosamente il nodo che teneva chiuso l'involucro. Ne uscì un laccio di cuoio e appeso ad esso un ciondolo di bella fattura con cesellata all'interno la figura argentea di un halla. Kathara lo lasciò penzolare davanti ai suoi occhi per un attimo. Tutto ciò era quantomeno inaspettato, da secoli non riceveva un regalo da qualcuno e mai avrebbe immaginato di riceverne uno ora e proprio da parte di Cullen. Certo, le era chiaro che lui aveva un interesse, ma era sicura che mai avrebbe osato manifestarlo apertamente.

«Cosa posso dire? Ti ringrazio molto... non dovevi...»

Lo indossò subito sentendosi un po' sciocca: lo doveva ammettere era felice, beata come avrebbe potuto esserlo una bambina a cui era stata regalata una bambola desiderata da tempo. Dei! L'impassibilità era già andata a farsi benedire, stava diventando davvero una scimunita.

«Beh, mi hai dato tutta quella corteccia per i miei mal di testa, dovevo ricambiare in qualche modo... Ti piace?» le chiese incerto. Kathara non rispose, sorrise, si alzò sulle punte dei piedi e gli schioccò un bacio sulla guancia. Il suo odore, la consistenza della sua pelle, la sensazione ruvida della barba incolta; Kathara non ricordava di essergli stata così vicina e quel contatto sembrava troppo piacevole per durare così poco. D'istinto finì per abbracciarlo, un gesto innocente e quasi fraterno, una richiesta di vicinanza e conforto. Lui ricambiò con dolcezza, delle braccia ferme e una mano a posarle una carezza fuggevole sulla testa.

Si staccarono, stavolta non c'era imbarazzo.

«Cullen...»

«Sì?»

Un ennesimo ripensamento e Lavellan si frenò «Non importa, un'altra volta. Buona notte...»

«Buon compleanno, Inquisitore»

 

~*~

Note:

*fiddle = violino suonato per musica folk

**reel = danza popolare e musica di origine celtica caratterizzata dalla vivacità del ballo molto frenetico (reel significa infatti mulinello)

***shemlen = umano in elfico

 

Rieccomi! Lavoro e impegni vari non mi permettono di essere costante quanto vorrei e mi dispiace :( Comunque, avevo letto in un'altra fan fiction di cui ora non ricordo il titolo (forse “Before di Dawn”?) di una scena con una festa e mi era piaciuta, così ho voluto farne una a modo mio. All'inizio voleva essere un capitolo demenziale di puro cameratismo grezzo per divertirmi a fare interagire un po' i personaggi, poi nel finale - senza previsione - è deragliato sul fluff. Amen!

Dedica speciale e miriade di ringraziamenti a Lunete, fedele lettrice di questa misera raccolta che stavolta ha dato una lettura preliminare utilissima alla resa del capitolo!
A presto, spero!

  
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