Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: SecretWriter    18/05/2015    0 recensioni
Il momento migliore della mia vita? Sicuramente quando mi ha detto che mi amava.
La decisione più stupida che abbia mai preso? Lasciarmi scappare Louis Tomlinson, l'amore della mia vita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. DECISIONI FUORI DAL MIO CONTROLLO (PURTROPPO)


~~ Non per la prima volta, mi ritrovo seduta nell'ufficio del preside del mio liceo. L'uomo mi guarda e sospira, prendendo in mano il mio fascicolo e riguardando tutti i guai in cui mi sono cacciata nel breve tempo in cui ho frequentato il suo istituto per ragazzi problematici.
“Signorina Lewis, così non ci siamo.” inizia il vecchio, scuotendo leggermente la testa “E' iscritta a questo prestigioso istituto da meno di tre mesi e si è già fatta spedire nel mio ufficio almeno quattro volte”
“Cinque, se vogliamo essere precisi” dico sorridendo beffarda. Un po' mi dispiace metterlo in difficolta perchè è l'unica persona che in questi pochi mesi ha cercato realmente di capire perchè mi comporti così ma è più forte di me. L'unico modo per farmi notare da mia mamma è cacciarmi nei guai, ma ovviamente non è l'unica ragione per cui mi comporto così.
Mio padre Mike ha deciso di abbandonarci quando avevo poco più di sette anni. E' stato un abbandono talmente graduale, che quando ha realmente preso tutti i suoi possessi per non tornare più, mia madre ed io quasi non ci eravamo accorte di nulla. Quasi.
Aveva da circa un anno iniziato un lavoro nuovo che lo portava a viaggiare spesso in Inghilterra, specificamente a Londra. C'erano delle volte in cui stava via dei mesi interi, usando la scusa di doversi vedere con clienti molto importanti per la sua azienda. Mia mamma decise di non darci troppo peso, sapendo che questo nuovo incarico giovava molto perchè guadagnando più soldi, vivevamo decisamente meglio ma più passavano i mesi, più la tensione in casa e tra i miei genitori aumentava. Quelle poche volte che mio padre ci degnava della sua presenza, era distante. Non guardava Elisa, la sua adorata moglie, negli occhi e mi ignorava quasi completamente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la volta in cui, oltre ad aver perso il mio saggio di danza di fine anno, era tornato a casa con degli indumenti femminili nella valigia e macchie di rossetto sulle camicie. Mia madre, giustamente, esplose. Mi ricordo le urla, le parolacce e i quadri con le foto di famiglia che si rompevano. Mike ammise le sue colpe, ammettendo che non sempre stava a Londra per motivi di lavoro ma perchè aveva incontrato l'amore della sua vita; diceva di essere dispiaciuto ma non ci ho mai creduto. Nel giro di qualche ora, tutti i suoi possessi furono inscatolati ed uscì dalla porta della nostra casa senza farci più ritorno.
Devo però ammettere che non tagliò i ponti: tutt'ora cerca ancora di avere un rapporto con me. Chiama una volta a settimana, fa finta di interessarsi alla mia vita ma io non voglio avere niente a che fare con lui. Tutte le telefonate finiscono nello stesso modo: io non parlo e lui, per compensare il silenzio imbarazzante, parla a manetta della sua nuova vita con Johanna e i figli. A quanto pare, la donna è stata sposata già due volte e ha un totale di otto figli da due uomini diversi. Vorrei essere felice per lui ma proprio non ci riesco. Ha rovinato la nostra famiglia per crearsene una nuova, lontano da me e da mamma con un'altra donna e i suoi figli. E' davvero difficile per me non sentirmi sostituita. La mia migliore amica mi chiede spesso se provo odio nei suoi confronti e si sorprende sempre quando le rispondo che se lo odiassi, vorrebbe dire che provo dei sentimenti molto forti nei suoi confronti quando la realtà è tutt'altra: gli sono completamente indifferente.
La voce vellutata di mia madre mi riporta alla realtà “JESSICA! Cos'hai combinato questa volta?!” mi chiede furiosa, ignorando completamente il preside.
“Ti è per caso passato per il cervello, anche solo per un secondo, che per una volta non sia colpa mia?!” le chiedo sbuffando, stanca di essere vista sempre come la cattiva della situazione.
Sia mia madre che il preside si limitano a guardarmi in silenzio e mi sembra quasi di riuscire a capire esattamente cosa stiano pensando.
“Purtroppo, per la terza volta questo mese, Jessica si è trovata coinvolta in una rissa. Non so chi l'abbia iniziata ma siccome vostra figlia ha mandato il ragazzo in questione al pronto soccorso, mi trovo, purtroppo, obbligato ad esspellera.” spiega a mia mamma con voce dispiaciuta.
Se sguardi potessero uccidere, mia madre finirebbe in prigione per omicidio. Vedo la vena nella fronte che inizia a pulsare e so che, nel momento stesso in cui saremo in macchina, lontane da sguardi indiscreti, partirà la solita ramanzina su quanto sia problematica e quanto le stia complicando la vita.
“Jessica” mi dice gentilemte il preside “sei una ragazza intelligente, non possiamo certo lamentarci dei voti che prendi dato che sei la persona con la media più alta dell'istituto ma il tuo costante bisogno di attenzioni e di fare risse con i tuoi compagni non mi lascia scelta se non l'espulsione. Io consiglio vivamente delle sedute da uno psicologo, magari ti potrebbe aiutare ad arrivare a fondo di questo problema e risolverlo.”
Prima che gli possa dire dove infilarsi l'idea di andare da uno psicologo, mia madre allunga la mano e stringe quella dell'uomo “La ringrazio infinitamente per la possibilità che ci avete dato. Mi assicurerò che Jessica veda un esperto prima di iscriverla da qualsiasi altra parte. E' stato un piacere conoscerla!”
Lui ricambia il saluto e ci accompagna alla porta e prima di lasciarci andare, mi prende gentilmente per un braccio “Posso solo immaginare quello che ti è successo per farti agire così ma sappi che tra qualche anno, mi aspetto una tua visita in cui mi dici che hai finalmente risolto i tuoi problemi e che sei felice.”
Lo guardo e gli sorrido “Grazie, signor Rossi.” e con questo, seguo in silenzio mia mamma lungo il corridoio.
Mia madre è una persona di animo gentile ma in questo momento, sembra pronta ad uccidere qualcuno e sono pienamente consapevole che il cadavere che nasconderà nel baule della macchina sarà il mio. Se la vita reale fosse un manga o un anime, dalle orecchie di mia madre uscirebbe del fumo e il suo viso sarebbe rosso. La seguo controvoglia nel parcheggio desolato fino a raggiungere la sua Clio blu e quando ci entra, io rimango a fissare la vecchia auto per un minuto prima di sentirla urlare il mio nome.
Con un sospiro ed una rapida preghiera, prendo posto e mi infilo la cintura.
Mamma ingrana la prima e parte in direzione del nostro appartamento “Ti rendi conto di avermi fatto perdere una giornata intera di lavoro?!” So bene che quando fa così, è meglio che non la interrompa se voglio vivere abbastanza a lungo da vedere il sole sorgere il giorno seguente. “Certo che te ne rendi conto ma non ti intressa. L'unica cosa di cui ti importa è te stessa. Sei estremamente egoista. Pensavo di averti cresciuta in modo diverso ma a quanto pare, ho fallito come madre. Questa è la sesta scuola da cui ti fai espellere nell'ultimo anno e mezzo. Non puoi continuare così, non va bene ma sono sicura che tu questo lo sappia. Ogni scuola in cui ti ho iscritta, ti ha presa perchè li ho supplicati in ginocchio e perchè hai un QI al di sopra della media. So che non sarai d'accordo con la decisione che ho preso ma da ormai sei mesi, parlo una volta a settimana con Mike”.
So che per amor proprio, dovrei lasciarla finire il discorso ma non posso accettare che parli con Mike della mia vita e che insieme prendano decisioni sul mio futuro perchè, nonostante Mike sia stato fondamentale per la mia creazione, lui non è mio padre. Non fa parte della mia vita da dieci anni a questa parte e mai più lo farà. “Qualsiasi cosa abbiate deciso, la risposta è no.”
Elisa sospira “Jessica, non hai scelta. Ne hai combinate troppe e non posso più concederti carta bianca. Mike ed io abbiamo già organizzato il tutto: partirai per Londra tra quattro giorni e lì frequenterai un collegio per ragazze con problemi di rabbia repressa e depressione. Tutti i weekend starai a casa di tuo padre e non tornerai a casa finchè non avrai radicalmente cambiato il tuo comportamento.”
Per qualche minuto, in macchina regna il silezio totale, guardo fuori dal finestrino e mi obbligo a non piangere “E Federico?”
Sento mia mamma trattenere un attimo il respiro, prima di lasciarlo uscire “Avresti dovuto pensarci prima, Jessica. Se per i primi due mesi andrai bene, cioè niente risse o altro, potrai tornare un weekend a trovarlo. Dipende tutto da te, piccola mia. Puoi cambiare la tua vita o buttarla via, ma la scelta spetta a te.”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: SecretWriter