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Autore: missimissisipi    18/05/2015    4 recensioni
ON HIATUS
E’ nella città più insonne al mondo che Lily Evans vive alcuni dei più importanti anni della sua vita. Insomma, tutto inizia con Sirius che le porge con gentilezza le chiavi di casa, per poi andare al college e lasciare che siano Dorcas, Benjy, Alice, Frank e Amos a insegnarle come cavarsela nella giungla. E’ sempre Sirius la persona che conosce da più tempo e fungerà da ponte («Di Brooklyn, Lils. Sono il ponte di Brooklyn») fra il passato – quella famiglia complicata che l’ha tagliata fuori dalla propria vita – ed il futuro, che ha un po’ la forma di un ragazzo con una montatura vintage sul naso e i capelli più spettinati di tutta New York («Preferisce i prequel di Star Wars alla classica trilogia, ma ti assicuro che è un bravo ragazzo. Sa anche cucinare»)
Lo stesso porterà nella sua vita anche Remus, Marlene, convinta femminista amante di Doctor Who e Peter, l’amico di vecchia data di James, quello che ride costantemente alle sue squallide battute. («Cosa sta facendo?» «Il cestino, chiaramente. Si rifiuta»)
E’ nella loro strada senza meta che si ritrovano. E si fanno bastare tutto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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In the morning when you wake up,
You won't have much but you'll have enough
When you are weakest I'll be strong enough for you,
Dreams, the ones where you are fearless

Sleep like a baby tonight, U2

2. Slapsgiving

 

150 W. 85th, Upper West Side, New York

 

Con il semestre iniziato qualche settimana fa, tutta la mia routine ruota attorno ad un solo indirizzo da ricordare. Castlebury è definitivamente alle spalle, e con lei la mia famiglia, il matrimonio di Petunia Dursley e l’appartamento di Sirius a Roden Street. Mezz’ora di tragitto e siamo catapultati in un mondo che non sembra avere capo né coda: un flusso costante di persone che camminano e vivono le proprie vite, che ignorano la mia complicata ed io ritorno magicamente a respirare.

Maneggio con difficoltà il pacco marrone della spesa, le chiavi del loft in cui vivo con il mio amico assente ed il telefono con cui comunico in tempo reale con il suddetto amico-assente.

Non posso crederci: ti stai davvero lamentando?”

Sbuffo di fronte al suo tono divertito, facendo tintinnare le chiavi e rispondendo con tono pacato: “Sì—si da il caso che sia il mio primo Ringraziamento da sola, e, non per fare la sentimentale-”

No di certo

“-ma credevo che l’avremmo trascorso assieme. Sai, migliori amici, coinquilini e tutto…”

Sto studiando

“Mhm, beh, fai attenzione, non vorrei che il tacchino inesistente si bruci nel forno che ovviamente manca nella tua stanza del dormitorio”

Lily-“

“Lo so” – respiro piano, poggiando la busta sul tavolo della cucina e passando una mano dai capelli – “Sono infantile. Guarderò la partita, cambierò canale quando la telecamera inquadrerà la Macy’s Parade e ringrazierò non so cosa per entrambi”

La sua risposta arriva istanti dopo, riempiti unicamente dal silenzio che mi fa schifosamente sentire sola. Più di quanto non lo sia effettivamente.

“…Grandioso” la sua nota ironica sembra perfino stonare in questo contesto, ma sorrido comunque, cosciente che lui non potrà vedermi “Quasi ti invidio

“Ci sentiamo presto, allora?” sono certa di suonare più disperata di quanto non voglia sembrare di esserlo, ma spero che lui non noti tutto questo, troppo preso dal suo studio.

Sicuro, Lils

Apro il frigorifero, prendendo una bottiglia di vino rosso e osservandola come se fosse l’unica mia compagna per questa giornata. Stappandola, realizzo amaramente che è esattamente quello il suo compito, oggi.

La verità è che non so cosa credevo settimane fa: l’idea di lasciare Castlebury mi ha sconvolta a tal punto che immaginavo una vita a New York che non ho. Basti pensare a Sirius, che mi è stato vicino sempre, ed adesso è a costruirsi il suo futuro… ho solo un amico a distanza e un appartamento mezzo vuoto. Niente aspettative oramai, niente vita meravigliosa o amiche alla Carrie Bradshaw che si rispettino.

Un rumore, subito dopo, mi distrae. Come un… bussare.

Mi sposto allora in soggiorno, ma vedo tutto fermo. Tutto vuoto, qualche scatolone dato il mio recente trasloco ed è tutto nella norma. Poi sento daccapo il rumore. Cosa…?

“Aiuto!”

I miei occhi saettano nella direzione delle finestre, fino a che non arrivo nella mia stanza e… beh, la vedo.

Una ragazza dai capelli biondi, raccolti disordinatamente in una coda di cavallo alta, che indossa una camicia a quadri nera e rossa e batte furiosamente la mano contro il vetro della mia finestra. Esattamente quella che da sulle scale antincendio.

“Grazie al cielo c’è qualcuno”

“Ehm…”

“Ciao!” la voce è squillante ma non del tutto fastidiosa. E’ forse una delle prime volte in cui questa casa si riempie di un rumore… vivace. Ed è sicuramente –nonché auspicabilmente- la sola volta in cui abbia avuto accesso alle scale blu in ferro battuto, che, nelle ultime sei settimane in questo loft, non ho affatto visto data la tenda bordeaux volta a coprire la finestra. E la luce notturna di New York, paradossalmente.

“Sono del 3B, piacere! Dorcas Meadowes”

Tende la mano come se fosse un incontro casuale fra vicini di casa, e non fra sconosciuti nel bel mezzo fra la mia camera e l’esterno, tra di noi frapposto solo il muro della mia abitazione.

“Appartamento 6B, Lily Evans”

Qualsiasi cosa abbia detto le fa sgranare gli occhi improvvisamente: “Sei la ragazza di Black, allora!”

“Cosa? No! No, io—”

“Consiglio da nuova amica: dai una pulita a tutta la casa. Pavimento incluso”

“Non voglio saperlo” – ribatto prima ancora che possa spiegare – “L’immagine mentale del mio migliore amico che fa attività fisica nella casa che abito da un mese e mezzo è sicuramente qualcosa che voglio evitare di avere in testa, specialmente dal momento che non so come distrarmi per l’intera giornata”

Scoppia in una risata improvvisa, portando una mano a coprire la bocca e scusandosi l’attimo dopo.

“Mi… mi dispiace” – chissà perché non ne sono del tutto sicura. Risata inopportuna. – “Ma ho appena realizzato e… quindi sei quella Lily Evans!”

“Dovrebbero essercene altre?”

Migliora amica e tutto” parla fra sé e sé “Io e Sirius abbiamo avuto modo di parlare. E potrebbe aver nominato il tuo nome un paio di volte. Volta in più, volta meno”

Smette di gesticolare e si guarda attorno, prima di parlare daccapo e proporre qualcosa che, anche se la conosco da cinque minuti scarsi, sono certa sia qualcosa tipicamente suo.

“Hai da fare, oggi? Perché il mio coinquilino ha invitato un paio di amici a casa nostra senza avvisarmi – motivo per cui scappavo da lui, nel caso te lo fossi chiesto – ma adesso ci sto ripensando… quindi, se non hai piani potresti stare da noi! Prometto di non fare allusioni a Black che…” gesticola furiosamente, e alza un sopracciglio per enfatizzare il concetto silenzioso. “Ti va?”

***

Se questa mattina, mentre facevo la spesa per il mio primo ringraziamento da sola, mi avessero detto che avrei conosciuto una tipa decisamente fuori di testa abitante nel mio stesso palazzo e che avrei condiviso l’intera giornata con lei, non avrei creduto ad una sola parola. E bisogna anche partire dal presupposto che io non sia una tipa scontrosa o antipatica, sappiatelo: semplicemente, mi definisco diffidente. E ordinaria. Schifosamente nella norma.

Nonostante la prima, stramba impressione che abbia avuto di Dorcas, si può dire che è molto più tranquilla e spontanea di quanto sembri; il suo appartamento ha un je ne sais quoi che non mi fa storcere il naso ed, anzi, parla di semplicità e gentilezza. E’ una sensazione familiare e al contempo sconosciuta, non so spiegarlo. E’ come se un’aura di giusto aleggiasse qui dentro, assieme alla confortante consapevolezza di non poter essere mai soli o in errore.

“Dork, dov’eri finita?”

La bionda chiude la porta alle sue spalle e sbuffa, “Non ti riguarda—e non chiamarmi Dork, quante volte te l’ho ripetuto?”

“Senti, Frank è appena uscito per comprare del vino non scadente e sarà qui fra poco: non potresti fingere solo per oggi che vada tutto bene? Oh” il ragazzo bruno smette improvvisamente di parlare con la sua coinquilina, credo, e rivolge la sua totale attenzione a me. “Fammi capire” – ritorna su Dorcas – “Io non posso invitare i miei amici mentre tu sì? Non avevamo condiviso l’essere totalmente sinceri ed eguali quando abbiamo deciso di pagare metà affitto a testa?”

Mentre la ragazza al mio fianco si passa una mano fra i capelli e fugge via dalla vista del suo coinquilino, mi prendo qualche istante per osservare suddetto coinquilino. La sua carnagione a metà fra il chiaro e l’olivastra si intona perfettamente con gli occhi e i capelli mossi e scuri, che tendono a dargli un aspetto tendenzialmente amichevole e affascinante, come se il suo accento del sud non bastasse a dare questa idea.

“Stammi a sentire” – inizia Dorcas tornando svelta di fronte a lui, ma non superandolo nemmeno di una spanna, data la sua altezza – “Lei è la mia offerta di pace: vada per Frank, Alice e persino quel viscido di Amos Diggory, ma punto numero uno: dev’esserci anche Lily perché, punto numero due, è nuova, Black l’ha abbandonata qui e l’ho salvata dallo spendere un ringraziamento miserabile, quindi, punto numero tre…” prende un respiro profondo, sorridendo appena e facendomi stupire delle potenzialità di questa ragazza “Non roviniamo la mia festa preferita. Pace?”

Il coinquilino— davvero, ha un’espressione normalissima sul volto, il che deve farmi comprendere una sola cosa, ossia che conosce Dorcas da davvero molto tempo, perché io non riuscirei a starle dietro per nessuna ragione al mondo—scoppia a ridere prima di stringere il suo mignolo e sigillare un accordo di pace.

Tuttavia, questo non può che farmi sentire… bene.

 

“Quando mi hai detto che Benjy avrebbe cucinato, non pensavo a questo, parlando di tacchino” – esordisce Frank sedendosi sul divano, esattamente fra Amos e la sua fidanzata, rivolgendosi proprio a quest’ultima – “ma posso perdonarti solo perché hai comprato la mia birra preferita…”

Si sporge a darle un bacio sulla guancia ma lei lo scansa divertita: non ha trovato alcun vino, per cui ci siamo accontentati di un semplice panino con fette di tacchino comprato dal supermarket in fondo alla strada e una birra fredda sorseggiata con calma su questi divani in pelle, ormai consunti, pronti a guardare il football come da tradizione.

“E’ proprio un cafone, Alice, non so come tu faccia a baciarlo—e a starci insieme, ovvio”

La bionda dal taglio corto e quasi androgino ridacchia e getta la testa all’indietro, prima di parlare: “Ci sto insieme per altre sue qualità, ovvio

Quando Benjy –il coinquilino, comunque- inizia a tossire e il fidanzato arrossisce, lei si affretta a specificare, diventando rossa in volto e facendo scoppiare a ridere me e Dorcas: “No, intendo—dai, su—la gentilezza, il romanticismo…”

“Sì,” replica Dorcas divertita, prima di mordere il suo panino “la grandezza del suo cuore

“E non dimentichiamo il voler farti—come dire, farti star bene?”

Lei e Amos si beccano un cuscino in testa. E, davvero, mi sto divertendo. C’è Alice che è riservata ma è dolce e un sacco di altri aggettivi che non riuscirebbero a dare un’idea di lei. E’ simpatica, sì, ma anche bella e curiosa, proprio come il fantomatico uomo con cui Dorcas vive, e che la conosce da un paio d’anni—stessa cosa per Frank, esuberante, allegro ma con un sacco di difetti… e potrei continuare all’infinito, descrivendoli tutti pur conoscendoli da un paio di ore, perché mi stanno ospitando, facendomi dimenticare dei miei problemi e questo è un grandissimo dono, per me, ora come ora.

“Perché hai colpito anche me, scusa? Io non ho esplicitamente detto nulla!”

“Dork-Ass” la riprende Benjy, lievemente brillo, “puoi anche non trovare ogni scusa per avercela con Amos”

“Beh, grazie tante amico, ma falla parlare”

Alice sposta lo sguardo su di me, deglutendo la sua bevanda e alzando le spalle: “Potrebbero essere andati a letto insieme e il mattino seguente Amos potrebbe essersene andato senza lasciare traccia di lui”

“Ed io potrei essere incazzata”

“Come vu—potresti volere, Dorkie”

Sbotta, “Non chiamatemi così!”

Frank abbassa il volume del televisore e sgranocchia una patatina: “Quindi Lily… come conosci Black?”

Mi rendo conto pochi attimi dopo che tutta l’attenzione del soggiorno è rivolta su di me, il che mi fa soltanto imbarazzare; mi passo una mano fra i capelli, cercando le giuste parole.

“Oh santo cielo, ti è successo lo stesso di Dork-Ass?”

“Cosa vi ho detto riguardo quel nome?”

“Lasciatela parlare, per l’amor del cielo!”

Rido sommessamente e mi porto la bocca della bottiglia alle labbra, saggiandone un po’. “Nulla di tutto questo – lo dico e prestano tutti attenzione a me, adesso – lo conosco da una vita ed è il mio migliore amico… nonché la mia unica famiglia”

“Sembra fantastico” – fa Dorcas con una traccia di… ironia?, scherno? nella sua voce – “e per questo direi di brindare: a noi, un po’ disastrati…”

“…che non sappiamo cucinare” aggiunge Frank, rimbeccando Benjy. “Con un futuro incerto davanti a noi” continua Alice, dando la parola ad Amos: “Che abbiamo Black come amico”

Benjy ed io alziamo la nostra bottiglia di birra in segno solenne, prima di bervi, daccapo e continuare la nostra serata all’insegna del Ringraziamento, pur senza un pranzo degno di questo nome e familiari indispensabili.

 

A: +44 7094652

Non puoi andare avanti così

Da: +44 7094652

Lo so

 


*il ringraziamento cade il quarto giovedì di novembre negli states

Bonjouuur! 

Mi scuso in anticipo per il ritardo nel postare e per la lunghezza di questo capitolo, è prettamente introduttorio e per questo allungarlo sarebbe stato inopportuno, a mio parere! Stiamo entrando nella storia e mi spiace dire che per poco poco, ancora, non avremo fisicamente presenti né Sirius, né tantomeno James! In cambio, però, ci sono nuovi personaggi, aka gli amici/coinquilini (anche se è errato definirli così) di Lily! 
Il titolo del capitolo è preso da più episodi di How I met your mother, e lo schiaffo è morale e lo riceve Lily, in quanto credeva, come si è capito, che avrebbe trascorso il ringraziamento con il suo amico (ho avuto una mezza idea di farlo spuntare alla fine, stile principe azzurro nelle commedie cliché, ma il mio cervello e Sirius stesso hanno riso per dieci minuti perchè, ovviamente, che cosa mi viene in mente? tzé)

più storylines si sviluppano in questo capitolo, e sono curiosa di sapere quali pensate che siano :)) (questa deve essere una faccina meno gentile e più curiosa, ecco)

Spero che comunque vi piaccia e se è così, vi prego di farmelo sapere: come sapete (se avete letto le note autore precedenti) ho un sacco di dubbi su questa storia, in più il mio tempo scarseggia per la fine della scuola e se ne trovo un po' lo dedico alla scrittura, quindi anche a questa storia, anche se meno di quanto io stessa vorrei! Credo che chi scrive lo sappia, ma anche se così non fosse sappiate che un silenzio vale più di mille parole, ed un paranoica come me inizia a farsi i complessi mentali ahahahah

vi lascio con delle gif dei vari personaggi, così che avrete un'idea di come io li immagino! 

a presto, spero, un bacio!

fede

http://i62.tinypic.com/28vx187.gif

  
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