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Autore: _Rael_89    04/01/2009    6 recensioni
La vita di Ino Yamanaka cambia radicalmente da un giorno all’altro: prima era una semplice ragazza di periferia, ora si ritrova ad essere figlia di un famoso politico! Le si prospettano davanti molte novità: nuova scuola piena di ricconi con la puzza sotto il naso, nuovi amici, nuovi rivali, nuovi amori… in particolar modo, saranno Sasuke ed Itachi Uchiha a far movimentare la sua già incasinata vita… una fanfiction a quattro mani, scritta in collaborazione con Mimi18!
[Pairings: SasuInoIta, GaaSaku/NaruSaku, NaruHina/KibaHina, ShikaTema, NejiTen, KibaKarin/SuiKarin, KakaKure]
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Altri, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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LA RIVINCITA DI INO
CAPITOLO 38- Ultimo capitolo
[Seconda parte]


Prendeva aria a grandi boccate, mentre falciava la folta vegetazione che circondava il capanno nel tentativo di trovarsi una via di fuga. Un dolore sordo pulsava sui suoi polsi, memori delle corde che la tenevano legata. Ino Yamanaka poteva avvertire il sudore imprimerle i vestiti, e le membra intorpidirsi per la stanchezza. Ma c’era quel suo cuore a battere a mille, a dirle che non doveva fermarsi, non poteva fermarsi; se l’avessero ripresa sarebbe stato peggio.
Chissa, forse l’avrebbero uccisa; o forse ne avevano intenzione fin dall’inizio.

“Grazie.” gli sorrise amabilmente vedendosi aprire lo sportello della
macchina, come qualsiasi cavaliere avrebbe fatto.
Osservò Villa Hyuga con il solito luccichio di meraviglia in quegli occhi di caffè, riconoscendo ogni volta che quella, più che una villa, era una reggia.
Ma, stavolta, la sua visita lì era molto diversa.
“Spero che non ti senta troppo a disagio, Ten-chan.” Neji la prese per mano, lasciando che l’autista chiudesse lo sportello della limousine.
“Prima o poi mi avresti dovuto presentare ai tuoi come la tua fidanzata.” Provò a sorridere sicura di sé stessa.
A dir la verità, le tremavano le gambe.
“Ho scelto oggi perché so che anche Naruto Uzumaki conoscerà mio zio Hiashi: ho pensato che magari sarebbe stato meno imbarazzante per entrambi.”
In effetti… pensò la ragazza, salendo con calma la grande scalinata.
“In realtà hai già conosciuto la mia famiglia; l’unico cambiamento è che ora non sei solo l’amica di Hinata-sama.”
“Già…” prese un bel respiro.
Neji afferrò la sua vita, portandosela affianco.
“Sei nervosa.”
E non servivano quegli occhi bianchi come la neve per capirlo.
Tenten si coprì il viso, leggermente arrossato.
“Un po’… ma insomma: voglio vedere quando toccherà a te, domenica prossima!”
“Cercherò di darlo meno a vedere di te.” scherzò, per farla calmare.
Un sospiro, unito ad una risatina trattenuta, cacciarono via un po’ di inquietudine dal cuore di Tenten Higurashi.
“Per fortuna, tra un quarto d’ora inizieranno a dare i risultati elettorali: almeno, accenderemo subito la tv…”
Il ragazzo le sorrise, bussando al grande portone della villa con il batacchio. Le diede un rapace bacio sulla testolina ben pettinata.
Oggi sei bellissima.”

Il rombo della moto si placò in contemporanea allo stridere delle ruote sull’asfalto.
“Bingo: ecco l’automobile.” sorrise Itachi, quasi leggendo nei pensieri del fratello.
“La targa è quella.” era già sceso dalla moto, e aveva liberato il suo capo eburneo dalla morsa del casco. “Per quanto dovremo aspettarli?”
Il maggiore fece altrettanto. “Sasori mi ha assicurato che avrebbero fatto il prima possibile; anzi, è strano che siamo arrivati prima noi, visto che le coordinate del punto esatto ce le hanno date loro.”
“La polizia sarà veloce nel sapere tutto di tutti, ma di certo nel muoversi è davvero lenta.” tagliò corto. “Non possiamo aspettare…”
“Fermo.” lo prese per una spalla. “Che intenzioni hai?”
“Quelli potrebbero farle qualsiasi cosa, Itachi.”
Il suo sguardo era tagliente.
“Ma Sasuke, sicuramente aspetteranno dopo i risultati elettorali per comunicare il rapimento agli Yamanaka; e, anche se sono dei dilettanti, non è roba per t…”
Un gesto secco lo fece divincolare dalla presa dell’altro Uchiha.
“Non me ne frega un cazzo! Lei è là… io devo andare!”
Con uno scatto il ragazzo uscì fuori dall’autostrada, per immergersi nella boscaglia più folta.
“Tsk!” Itachi scosse il capo. “A fare gli eroi si muore, fratellino…”

Non appena chiuse la porta, tirò un sospiro di sollievo.
“Hai i nervi a pezzi?” scherzò la ragazza, avvicinandosi.
“Puoi dirlo forte.” si passò una mano dietro al collo. “Hai una governante davvero impicciona ed insistente… nemmeno fosse stata tua madre!”
“Chiyo non sarà mia parente, ma mi è molto cara lo stesso.” precisò, fulminandolo con lo sguardo smeraldino.
Gaara le lanciò un occhiataccia per troncare la discussione.
“Sappi che i miei sono anche peggio.” osservò Sakura, arricciandosi un ciuffo su un dito.
“Non che la cosa mi faccia piacere…”
“Ehi! Guarda che, prima o poi, voglio che tu li conosca!”
“Acc!” afferrò distratto un coniglio di pezza tra l’esercito di peluche che invadevano il letto dell’Haruno. “Non c’è modo che io la scampi?”
“No!” gli strappò di mano il pupazzetto.
Il ragazzo fece un gesto secco con la mano. “Va bene, va bene.”
“D’altronde, da come reagisci non mi sembri molto impaurito dalla notizia di questo incontro...”
“Beh, questo perché sono un ragazzo maturo che ha un sangue freddo eccezionale.” la osservò accavallare le gambe nude sotto i pantaloncini. “E sto già subendo la noia di vedere la tua cameretta tutta a fragoline e coniglietti, nonché l’incontro/scontro con la tua tata… mi sto preparando per la guerra.”
Sakura gli lanciò un cuscino in faccia.
“Stronzo.”
“Ma è per questo che ti piaccio, no?” la stuzzicò, avvicinandosi talmente tanto da costringerla a piegarsi all’indietro. “Però, mi devi qualcosa in cambio…”
Sakura quasi trasalì quando sentì la mano di Gaara viaggiarle sulla coscia; alzò gli occhi al cielo.
“Oh, ma guarda, stanno per cominciare!” lo spinse via, afferrando il telecomando ed accendendo la televisione. “Non dirmi che non vuoi vedere se il papà del tuo carissimo Sas’ke-chan ha vinto.”
Gaara mise il broncio, allontanandosi da lei e fissando lo schermo illuminato.
Stronza

Dovette appoggiarsi ad un albero perché le forze mancanti non le consentivano più quella corsa sfrenata; si morse un labbro, cercando di fermare il suo fiatone tanto rumoroso. Aveva l’orecchio vigile al sentire il minimo respiro.
Infatti, non appena avvertì i rumorosi passi di anfibi che calpestavano pesantemente il terriccio di quella pineta, scattò veloce come una lepre spaurita. Sentiva un calore pulsarle sui polpacci, allenati per resistere a 90 minuti di partita ma ad una velocità minore; era cosciente che stava rallentando a vista d’occhio, ma il sapore della laringite incendiata dalla corsa non le permetteva di ragionare lucidamente. La luce filtrava attraverso la spessa coltre dei rami, donandole momenti di sole intenso e momenti di ombra fitta: saranno state le 18.00 del pomeriggio ma il disco solare non accennava a tramontare; grazie, natura.
Proprio non vide quel ramo che, impertinente, si issava da un cespuglio spinoso; ramo che si affacciava sulla via che stava percorrendo Ino e che, inesorabilmente, venne colpito dalla sua irruenza. Recise la gonnellina della divisa scolastica con un bello spacco, entrando anche nella carne: il sangue uscì quasi in contemporanea al grido rovinoso della giovane, che cadde a terra con il viso affogato nel fango e la coscia lattea macchiata di un liquido purpureo.

Davanti a loro osservavano la schiena del presentatore ancora un po’ rigida, cosa che succedeva sempre i primi istanti che la sigla d’apertura del programma aveva inizio; la sua squillante voce però rimediava a qualsiasi segno dell’iniziale disagio.
Fugaku ed Inoichi sentivano in quel momento la stessa punta d’amarezza: non c’erano i loro figli lì con loro, a sostenerli. Mikoto tentò di giustificare davanti al marito in ogni modo l’assenza di Itachi, per motivi sicuramente di ritardo, ma non seppe come fare per Sasuke… incrociò gli Yamanaka in quell’istante, e lo sguardo del deputato si fece oltremodo geloso nel pensare la figlioletta sparita chissà dove con il fidanzatino.
“Shikamaru, almeno, si è degnato di avvertirci che non voleva venire…” bisbigliò a Yoshino, che tirò le labbra senza rispondergli; anche se era più che certa che Ino non fosse lì perché scappata per amoreggiare con uno dei due figli Uchiha, sarebbe stato inutile dirglielo.
I pensieri di Inoichi e di Fugaku erano rimasti immutati per tutti quei dieci minuti; ed infatti, quando il presentatore lì chiamò per intervistarli, quasi scattarono sull’attenti come svegliati da un sonno profondo.

Riaprì gli occhi in due fessure, stringendo i denti per esorcizzare il bruciore del taglio appena procuratasi sulla coscia sinistra. Si issò sui gomiti, cercando di alzarsi in piedi, mentre sputava il terriccio che le aveva cosparso la parte inferiore del viso come un rossetto mal messo. Si passò una mano sui capelli incrostati dal fango e dal sudore, l’adrenalina cercò di pulsarle comandi di sbrigarsi, di rialzarsi in fretta, di rimettersi a correre…
Un calcio arrivò ben piazzato sulla sua schiena, e la fece di nuovo cadere nel fango; si girò di scatto, percependo l’obiettivo di un arma da fuoco puntato sulla sua fronte.
“Stronza…” l’uomo, quarantenne dal volto coperto da un passamontagna, aveva ancora il fiatone. “Che cazzo ti è preso?! Scappare a quel modo non è certo una idea…!!”
Un ruggito di dolore interruppe bruscamente la sua frase: Ino potè rendersi conto in un solo istante che un sasso, scagliato ad una velocità elevata da chissà dove, aveva centrato la sua mano, lasciandogli cadere la pistola, oltre al procurargli una ferita di non poco conto; non passò nemmeno mezzo secondo a chiedersi che cosa stesse accadendo che gli rifilò una piedata sull’inguine, sorridendo come per rispondergli del calcio di prima. Tentò di rialzarsi in piedi, per sfuggirgli; un’ombra le si affiancò accanto, sferrando un pugno contro il viso mascherato del rapitore, che cadde a terra sbattendo la testa e la schiena contro il tronco di un solido albero.
“Non vale, Yamanaka… non sai che quel punto è delicatissimo per un uomo? Rischi di avergli provocato danni irreparabili…”
Si girò subito a guardarlo; ed un sorriso nacque spontaneo sulle labbra sporche di terriccio.
Sasuke.

Una mezz’oretta appena, e sentì la gola bruciargli per le troppe emozioni.
Incredulità, smarrimento, gioia… di quelle senza motivo.
Abbracciò la moglie affogando la bocca nell’incavo del collo scoperto, assaporandone il solito profumo costoso,
sentendosi già chiamare signor sindaco.
Le luci della trasmissione si spensero, assieme alla sigla di chiusura;
il vociare dei macchinisti e delle telecamere saturò l’aria.
Quando riaprì gli occhi, e si staccò dall’abbraccio con la consorte,
tutto era già terminato.
Ancora intontito dalla vittoria, si vide allungare la mano da parte dell’avversario. “Complimenti, signor sindaco.”
Rispose impacciato alla stretta di mano. “Grazie Fugaku…” aumentò la stretta, accendendo un sorriso. “Mi hai salvato da numerosi scandali… hai salvato queste elezioni.”
“Non sarei stato felice di vincere solo per i trucchetti di Orochimaru.” placò l’oscurità dello sguardo.
“Già… però, credo che avrò bisogno di gente come te al Comune, gente di cui posso fidarmi…”
“… gente di cui, volente o nolente, stiamo per imparentarci!” intervenne sarcastica Yoshino, suscitando l’imbarazzo dei due uomini.
“Sì… ma non sono ancora pronto a diventare nonno!” precisò Inoichi.
L’Uchiha scosse la testa, accennando un sorriso. “Lo dirò a Sasuke… e sarà un vero piacere collaborare con te.”


* *** *

Tre anni passano in fretta, in fondo.
Il rumore dei mocassini usciti da poco dal negozio si diffuse nel cortile semivuoto, mentre una miriade di ricordi le invadevano la mente. Da un pò di tempo, soprattutto, riviveva i momenti del suo sequestro-lampo... e l'immagine del suo principe salvarla nel momento più cruciale, seguito subito da Itachi, Sasori e qualche agente di polizia, le suonava un pò troppo da libro delle fiabe.
Una mano si posò improvvisamente sulla sua spalla, e la fece trasalire in un'istante.
"Ripassi la tabellina del due?" il tono ironico dell' Haruno la pizzicò all'orecchio.
"Dovresti farlo tu, visto che io mi sto per diplomare, mentre la cara Sakura affronta l'esame di sesta elementare..." sapeva bene come risponderle.
"Che tono altezzoso... degno della figlia del sindaco." rise, volendo mostrarsi falsamente offesa.
Si avviarono ad una panchina, sedendosi all'ombra del ciliegio nel massimo della fioritura; la calura estiva avrebbe presto imperlato di sudore le loro carnaggioni poco abbronzate e probabilmente, dopo qualche ora passata su un foglio bianco da riempire con numeri o ideogrammi, avrebbe ricevuto qualche mentale maledizione da parte delle due studentesse.
"E così, ci siamo... un compito, e saremo fuori dal liceo."
"E fuori dall'adolescenza." rispose la Yamanaka, raccogliendosi i capelli in un mollettone. "Dopotutto, siamo donne oramai... o almeno, io sicuramente!"
Sakura rispose alla sua frecciatina maliziosa con un'occhiataccia.
"Avere qualche taglia di reggiseno in più e delle gambe lunghe non fanno di te una donna migliore di me..." mostrò la sua infantile linguaccia che, si ripromise, avrebbe evitato di fare in futuro.
L'amica stemperò il divertimento con una strana dolcezza, palpabile nel suo sguardo.
"Ricordi come abbiamo cominciato? Inizialmente, non mi potevi sopportare..."
"Guarda che so che era reciproco, Yamanaka..."
"... e poi, come siamo finiti?" si portò una mano sotto il mento. "Io e Sasuke, come è logico, ci siamo fidanzati; Naruto ed Hinata hanno trovato il coraggio di dichiararsi... tu e Gaara..."
"... il passato è passato, mia cara." l'altra estrasse dalla borsa lo specchietto, sistemandosi il trucco in caso di sbavature.
Ino la osservò curare in ogni dettaglio il make up di quel giorno, per poi richiudere l'oggettino con un piccolo tonfo. "Beh, chi l'avrebbe mai detto che Naruto ed Hinata si sarebbero lasciati, mh?"
"Eh già..." la infastidì quello sguardo ammiccante che le lanciava.
"E così, ora tu esci con lui..."
"E' solo un amico." precisò, aprendo la borsa. "Nulla più."
La biondina alzò le spalle, insoddisfatta che non sia per niente colpita dalle sue frecciatine: ricordava ancora come, appena un anno fa, piangesse di aver lasciato Gaara, perchè l'incantesimo era svanito; e di come, in poco tempo, Naruto le abbia fatto tornare il sorriso. Sì, quel Naruto da sempre suo migliore amico, quel Naruto che aveva costruito un rapporto perfetto con la sua Hinata.
Ma le cose perfette non durano a lungo...
"Sai che Karin ora esce con il ragazzo arrivato quest'anno?" preferì cambiare discorso.
"Quale, quello con i capelli lunghi?"
"Sì; Suigetsu mi sembra che si chiami..."
"Povero Kiba! Lei ci ha messo una bella pietra sopra sulla loro storia, eh?"
Ino alzò di nuovo le spalle, guardandosi le unghie smaltate da poco.
"Io e Sasuke, Shikamaru e Temari, Neji e Tenten... diciamo che non tutte le coppie sono sopravvissute al periodo scolastico... ma era logico." ruotò gli occhi ad incrociare i suoi, verdi come la speranza. "Però ne stanno nascendo alcune di nuove..."
Sakura ignorò di nuovo la sua provocazione; mai e poi mai le avrebbe confidato che, per quel pomeriggio, aveva in programma di vedersi con Naruto...
"A proposito, Shikamaru e Temari?"
"Vacanze anticipate." Ino si accigliò. "Bella storia il diploma breve per accedere già all'università... Shikamaru me la pagherà!"
"Almeno, non si sorbiscono i pianti isterici di Inomaru, no?" ridacchiò l'amica.
Ino sorrise inaspettatamente al pensiero di quella piccola peste dai capelli biondicci e le gambe snelle come quelle di un grilletto, che correva per i grandi saloni di villa Yamanaka, facendo disperare Inoishi e Yoshino mai come prima, guadagnandosi le simpatie di Anko e del resto della servitù, seguendo come un'ombra la sorella maggiore...
... solo la vista di Sasuke, che si avvicinava affiancato da Naruto e Gaara, la ridestò dai ricordi del fratellino. Si alzò improvvisamente, avvicinandosi al gruppetto; e le rivenne in mente come lo incontrò la prima volta. L'equivoco di Itachi... già, Itachi: era da un pò che non lo vedeva. Ma, nonostante tutto, continuava a pensare che era destinata unicamente per l'Uchiha minore, anche se non si fosse invaghita del maggiore.

Un gruppetto di cinque amici si avviò verso l'aula dove si sarebbe tenuto l'esame.
Kiba, appoggiato al cancello, si stupì come Sakura avesse mantenuto i buoni rapporti anche con Gaara, mentre non poteva fare a meno di detestare le urla insistenti di Ino che pregava Sasuke di lasciarle sbirciare dal suo compito.
Girò lo sguardo verso la strada, e inquadrò la vettura degli Hyuuga fermarsi a pochi metri da lui; Hinata scese, rossa dall'eccitazione per la prova che stava per affrontare. Si avvicinò a grandi falciate, prese la mano che l'Inuzuka le tendeva, e si avviarono insieme nel cortile...
In fondo, nè Kiba nè Hinata erano usciti perdenti da quell'assurdo gioco che era l'amore.


Penso che qualcuno resterà deluso da questo finale; qualcuno, invece, ne gioirà.
Non parlo dell'elezione di Inoishi, o del salvataggio di Ino: spero che almeno quelle parti non vi
abbiano deluso. Forse c'è stato poco realismo, ma ho fatto del mio meglio.
Parlo del cambio di coppie.
Scusatemi tanto: ma volevo far vedere il futuro dei nostri personaggi, di fronte agli esami di
maturità imminenti; e, nella vita reale, non tutte le coppie sopravvivono.
Inoltre, questa fanfiction doveva rappresentare un pò me e Mimi.
In maggiorparte rappresenta me, perchè ne ho scritto il finale; ma qualche scelta la dovrebbe condividere anche lei.
In fondo, abbiamo rappresentato un pò tutto, abbiamo accontentato un pò tutti...
Quindi, mi auguro che qualcuno non ci resti troppo male.

Per quanto riguarda me, Rael, questa è la mia ultima longfiction, credo.
Non so se avete letto il mio profilo, ma vorrei lasciare il mondo della scrittura,
con tutte le soddisfazioni che mi sono presa.
Farò un ultimo gran finale, aspettatevi le mie solite coppie.

Nel frattempo, grazie di cuore a tutti.
Chi ci ha letto, commentato, favorito, sostenuto.
Grazie davvero col cuore.
E speriamo di avervi fatto sognare con questa storia.
Mimi18 & _Rael_89

  
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