Ormai
l’aveva lo aveva capito fin
troppo chiaramente. Niamh stava cercando di evitarlo deliberatamente,
nonostante quei due mesi di frequentazioni, per quanto lo avesse
definito
simile ad un… “amico” da molto tempo a
questa parte, senza avere un senso
logico per il giovane chojin.
Probabilmente
Kevin Mask avrebbe
lasciato perdere quella giovane un po’ strana, molto schiva e
riservata ad
essere onesti, se l’avesse incontrata quando ancora militava
nella d.m.p e
dunque quando ancora era preda di sentimenti tipicamente
adolescenziali… ma
attualmente la faccenda era diversa. Ad un certo punto della sua
esistenza il
giovanotto di origini inglesi aveva sentito la necessità di crescere e di non essere costantemente
arrabbiato con il mondo, oltre che con suo padre, per non ritrovarsi
per
davvero a finire in mezzo ad una strada come aveva fatto
all’età di otto anni.
Crescere lo
aveva portato a guardare
i suoi vecchi ideali con un’ottica diversa e a scrutare le
persone con un
occhio più incline ad osservarne le sfumature. Sia gli
avversari che doveva
affrontare sul ring durante la Corona Chojin, intenzionato a vincerla
ad ogni
costo, che quelle persone che lo circondavano quotidianamente.
Niamh era una
ragazza fin troppo
normale, anzi qualcuno avrebbe anche potuto pure prenderlo in giro
perché si
era invaghito di una fanciulla piuttosto “curvy”, e
tuttavia quella sua
normalità nell’affrontare la vita di tutti i
giorni era stato il massimo
catalizzatore per il ragazzo.
Non le sue forme
generose, lo sguardo
dolce o il carattere goffo e gentile. Ma quel suo silenzio teso, quel
suo
mandar giù ogni volta le brutture di questo mondo solo
all’apparenza a testa
china e sottomessa. Non era l’impressione che ne aveva avuto
durante il suo
primo incontro avvenuto nel grande mercato ortofrutticolo di Tokyo,
ovviamente,
e per quanto si fosse sentito in dovere di intervenire
nell’episodio a cui
aveva assistito la sua opinione nei suoi confronti non era cambiata.
Da
quando Lord Flash, il suo attuale allenatore, era entrato nella sua
vita molte cose erano cambiate. Si era già imposto di
smetterla di fare il
ragazzino pieno di rancore e paturnie varie, pur restando fermamente
convinto
nel non dare confidenza al proprio padre, ma se stava rigando dritto
anche in
fatto di alcoolici era anche grazie al sedicente nobile inglese che lo
stava
seguendo come un tutore.
Per
quanto fosse severo era un uomo giusto e sapeva dargli i suoi spazi
oltre che consigli saggi, tipo decidere di non essere
“diretto” con Niamh fin
dalla loro prima uscita e doveva ammettere che era stato meglio
così, e se
aveva reagito in modo onorevole al loro primo incontro senza ammazzare
nessuno
doveva tutto all’autocontrollo che quell’uomo gli
aveva insegnato.
La
prima volta che l’aveva incontrata era stato proprio nel suo
attuale
posto di lavoro, ossia nel chiostro di frutta e verdura che gestiva la
sua
famiglia, e se si trovava al mercato era per fare la spesa che Lord
Flash gli
aveva commissionato. In pratica solo roba fresca e tutto il cibo
spazzatura
mangiato fino a quel momento sarebbe stato solo un “triste
ricordo”.
Quel
giorno c’era solo lei a lavorare dietro il bancone, come
avrebbe
appreso più avanti di norma c’era sempre uno dei
genitori o tutti e due, e i
clienti prima di lui si stavano dimostrando alquanto molesti verso una
ragazza
che stava semplicemente facendo il proprio lavoro con una certa
gentilezza.
“Dimmi
un po’, ma riesci a muoverti li dietro senza andare a
sbattere
contro le casse?”
“Ma
come? Non hai pensato di dimagrire da dopo la scuola?!”
“ahaha!
Che culona!”
I
tre teppisti da quattro soldi, ossia della razza che di norma scappa a
gambe levate quando
qualcuno di più
forte li fronteggia, erano degli ex compagni di classe della sventurata
fanciulla che con una certa forza d’animo continuava a
ignorarli mandando giù
il nervoso. Il fatto che, una volta finita la scuola superiore, ognuno
di loro
avesse intrapreso strade diverse e diverse università non
aveva impedito di
perseverare nelle vecchie abitudini.
Abitudini
queste che disgustarono profondamente il giovane Mask, che
nella giovane fruttivendola vedeva solo una ragazza graziosa dallo
sguardo indurito
da quegli insulti gratuiti. E fu quello sguardo a sorprenderlo
più di tutto il
resto, nel suo essere dannatamente umano tra disgusto per quegli
insulti
ingiustificati e il
senso di colpa quasi
istintivo nell’essere nata nel corpo, secondo i canoni
estetici attuali,
sbagliato. Fino a quel momento Kevin non si era più di tanto
soffermato
nell’osservare meglio una persona normale, in fin dei conti
perché avrebbe
dovuto farlo se delle altre persone non importava nulla?, ma grazie al
fatto
che stesse crescendo soprattutto con la testa aveva isto in lei tutta
l’umanità
che aveva rischiato di lasciarsi da parte fin da bambino.
Un
senso di impotenza che in lui lo aveva portato quando era piccolo e
“indifeso” di fronte ad un padre che non lo
ascoltava e su cui solo lo sguardo
duro di un figlio perfetto doveva dimostrargli tutto il suo dissenso, e
che ora
riconosceva in quello di Niamh decisamente impossibilitata ad avere
ragione di
tre teppisti che avrebbero potuto aggredirla da un momento
all’altro.
Decise
dunque di fare la sua mossa, anche in vece di componente della
Muscle League, e di coprire con la propria ombra quei tre buoni a nulla
che
continuavano imperterriti nella loro opera demoralizzante. Anche se poi
la
ragazza li avesse cacciati via, e di questo Kevin era sicuro, quei tizi
figli
di papà sarebbero ritornati alla carica senza che qualcuno
non avesse dato loro
una sonora lezione. Logicamente non ci impiegò molto ad
attirare l’attenzione,
ed i tre logicamente sbiancarono dinnanzi a quello sguardo dorato
piuttosto
minaccioso.
“Perché
non provato ad indovinare il mio di peso…? Su, coraggio! Dai
che
ci divertiamo assieme”
Immediatamente
i tre teppistelli con la faccia da bravi ragazzi
impallidirono nel trovarsi di fronte una minaccia ben più
maggiore di una
semplice fruttivendola inerme.
“uh…
s-senti, amico! Noi non vogliamo guai, ok?!”
“io
non sono vostro amico e per giunta mi state dando noia con la vostra
codardia…– si avvicinò ulteriormente e
questi ultimi si allontanarono dalla
bancarella sotto lo sguardo stupefatto della giovane – vedete
di andarvene e di
non darle più fastidio, altrimenti sarò
“costretto” – ma anche no – a
spezzarvi
tutte le ossa presenti in corpo”
I
tre non ci misero molto a darsela a gambe levate come da previsione,
qualcuno urtò persino una casa di rape marziane prendendosi
gli insulti del
venditore, e dopo quella patetica scenetta si rivolse alla venditrice
per
vederla… timidamente riconoscente quanto timorosa della sua
forza.
“s-suppongo
che dovrei ringraziarti… quindi si, ok…”
Niamh
si maledì per la balbuzie che le era sopraggiunta dopo
quella
scarica di adrenalina nell’osservare la scena oltre che per
gli insulti
ricevuti, e forse proprio per quella sua tensione fin troppo evidente
Kevin
Mask decise di correre ai ripari temendo che il proprio gesto venisse
frainteso.
“non
c’è bisogno di ringraziarmi, non sopporto i
gradassi e ora non ti
daranno più fastidio. Quindi… non
c’è problema se vengo sempre qui a fare la
spesa, giusto?”
No, non
c’era stato nessun problema
nel volersi rifornire da lei quasi tutti i giorni, consumava parecchia
verdura
in base alle calorie consumate, ma ora il giovane lottatore iniziava a
temere
che quella sua dimostrazione di “forza” avesse
terrorizzato la giovane tanto da
renderla guardinga. Pertanto, ciò che stava leggendo al
momento sul display del
cellulare era un altro cortese “no” ad una semplice
richiesta di uscire a bere
qualcosa quella stessa sera.
Questo lo
portò a grugnire in maniera
sottile, anche perché da tempo la giovane di origini
irlandesi aveva occupato
un posto speciale nella sua testa e da quel giorno la sua
curiosità verso quella
donna si era tramutato in altro, e con una certa stizza
buttò il telefonino sul
tavolo della cucina meditando che la faccenda non sarebbe finita li.
Attualmente
Kevin si trovava
all’interno della propria casa, che condivideva con il suo
allenatore, presa a
Tokyo giusto per disputare tutto il torneo che si stava protraendo
assai a
lungo tutto a favore di un turismo crescente. Ormai era quasi
mezzogiorno, ora
di preparare il pranzo, e come se non bastasse oltre alle paturnie di
un
giovane innamorato c’era anche da mettere in considerazione
il comportamento
strano di mister Flash che ultimamente sembrava fare le ore
piccole… alla
faccia di chi gli faceva la morale su come comportarsi!
Dubitava che
passasse tutto il suo
tempo in compagnia di Turbinskii, altro lottatore che partecipava alla
Corona
Chojin e suo futuro sfidante con cui era meglio non dare confidenze, e
stava
iniziando a pensare che la compagnia che il suo allenatore frequentava
fosse di
tipo femminile.
Una prova? Gli
era sembrato di vedere
della biancheria femminile, delle mutandine di pizzo,
all’interno del cestone
della biancheria da lavare, proprio sotto una delle giacche del
gentiluomo
inglese. Ma poiché Lord Flash aveva tolto velocemente di
mezzo tutta quella
roba con la scusa di portarla alla lavanderia presente
all’inizio della strada,
forse intuendo che Kevin aveva notato qualcosa di strano da come
osservava il
cesto di vimini, la questione era morta li. Ah, senza contare quel
piccolo
episodio delle “pulizie straordinarie” in cucina su
cui il giovanotto inglese
aveva meditato a lungo senza ricavarci nulla. Aveva sentito dei rumori
strani
provenire dalla cucina, ma non si era dato pena di controllare come si
deve ed
era partito sgommando con la propria motocicletta con questioni
più urgenti da
risolvere.
Fu dunque solo a
mezzogiorno che il
suo allenatore si svegliò da quello che doveva essere stato
un sonno piuttosto
inquieto, anche se era al piano di sopra i suoi lamenti gli arrivarono
solo
lievemente attutiti e questo lo preoccupò un poco, e in poco
tempo lo sentì
scendere per le scale di legno con un passo decisamente prudente.
E la
preoccupazione del giovane Mask
si trasformò in perplessità quando il suo tutore
entrò all’interno della
cucina, vestito con la sua solita divisa anche se la giacca era un
po’
sgualcita, segno che era andato a letto vestito, quasi zoppicando nel
mentre che
prendeva un sacchetto di ghiaccio dal freezer per poi sedersi con un
lamento al
tavolo della cucina.
Ed infine la sua
perplessità si
trasformò in indignazione vera e propria
nell’osservare l’uomo portarsi
delicatamente il ghiaccio ai genitali e li lasciarsi andare ad un
prolungato
sospiro di sollievo. Che vecchio
porco…
ma come? Prima gli fa tanto la morale sul non correre troppo con la
ragazza che
gli piace e poi eccolo li reduce da una serata fin troppo passionale
dato che a
malapena riusciva a reggersi in piedi! Ma stavolta lo avrebbe sentito,
era
tempo di chiarire tutti i misteri. O almeno quelli che interessavano un
ragazzo
preda degli ormoni e dei sentimenti.
– Tzk,
vedo che te la sei spassata
alla grande ieri sera! – fece aspramente Kevin Mask
incrociando le braccia al
petto – e poi dici a me di tenere placati i bollenti spiriti!
Da che pulpito
viene la predica! –
Per un breve
momento Lord Flash
guardò come estraniato il proprio allievo, tenendosi
comunque la borsa del
ghiaccio sui gioielli di famiglia infiammati, e dal momento che la
mente era
ancora offuscata dal troppo dolore volle chiedere chiarimenti
all’allievo
furioso.
–
Figliolo… n-non capisco di cosa tu
stia parlando! Sii più chiaro e urla di meno per
piacer…–
– Tu
hai fatto sesso! Ecco cosa
c’è! Dici a me di non alzare troppo la posta con
Niamh e poi tu chissà con che donna vai per star fuori tutta
la notte e
ritornare con il pacco in fiamme!–
La voce di Kevin
Mask fuoriuscì aspra
e tagliente attraverso l’elmo metallico di foggia medioevale
sempre ben calcato
in testa, e per quanto fosse adirato con il proprio maestro era
riuscito
comunque a non incappare in epiteti poco carini che gli sarebbero valsi
qualche
dolorosa punizione. Tuttavia tutto quel lungo rimprovero dettato
velocemente
lasciò per un breve momento come basito un Warsman con
indosso abiti diversi
dal solito, questo perché aveva una missione in
“incognito” da svolgere, e si
ritrovò dunque a sbattere più volte le palpebre
nell’atto di comprendere meglio
tutto quel pericoloso discorso. Per un attimo il chojin aveva temuto
che Kevin
lo avesse scoperto e che dunque non avrebbe più potuto
insegnargli le tecniche
della famiglia Mask, ma poi comprese che si trattava di un imbarazzante
equivoco
dato il suo stato di salute piuttosto ambiguo.
–
Che… che cosa?! Oh, andiamo! Io non
ho fatto sesso con nessuno! Su che basi dici una simile fesseria?!
–
“A dir
la verità ho fatto sesso l’altra
sera…”
– E
pretendi che ti creda?? – ora la
voce del giovanotto inglese si fece più isterica pensando ad
un’ovvia presa in
giro– guarda come sei ridotto! Dimmi allora come fai ad avere
i genitali in uno
stato così pietoso da doverci mettere del ghiaccio sopra! E
per di più mancano
dei profilattici nella scatola in bagno… fai un
po’ tu su cosa dovrei credere! –
“Ho
fatto cose che non ho mai
immaginato di fare neppure con Katya! Mi duole ammetterlo ma ne sono
uscito
soddisfatto”
Benchè
comprendesse il risentimento
del povero Kevin, quasi “costretto” a rimanere a
secco tra allenamenti e
insegnamenti che lo stavano portando ad essere più
cavalleresco anche con le
ragazze, proprio non riusciva a non fare pensieri piuttosto bastardi
riguardo
al fatto che avesse trovato una compagnia piuttosto irriverente quanto
dannatamente
divertente sotto certi punti di vista. Si, aveva trovato anche lui una
ragazza
a Tokyo… ma si trattava prettamente di una partner di ballo,
piccolo hobby che
il russo aveva sempre adorato, anche se qualche volta finivano col fare
altro in via privata. E poi non era
niente di che a parte il fatto che la si poteva definire come una
inimicizia
con risvolti professionali oltre che carnali… indispensabile
insomma, ma fino
ad un certo punto.
–
Ehm… Kevin, lascia che ti dica una
cosa – ora lo sguardo dell’anziano lottatore si
fece più tranquillo nell’aver
compreso la gelosia del proprio
allievo – con tutta probabilità se mancano dei
preservativi alla tua scatola è perché
c’è crisi e dunque i produttori ne mettono di meno
– no, balle. Ne aveva scroccati
un paio lui – e se sono in queste condizioni è
perché… mi imbarazza dirlo, ma
ieri sera al pub ho provato ad assaggiare l’urina di
drago…–
Il suo breve
discorso parve
convincere Kevin Mask delle sue buone azioni, a riprova che Warsman
fosse un
buon oratore, arrivando ad abbassare il livello di collera tanto da
accantonare
da un lato tutta la questione “uscite galanti” per
saperne di più su quella
misteriosa bevanda.
–
Urina di drago? Stai scherzando spero…
non ho mai sentito parlare di qualcosa di simile! –
Il russo si
lasciò andare ad una
stanca, e ironica, risata prima di dare delucidazioni ad un giovanotto
quasi
del tutto ammansito – ragazzo mio vorrei non averne sentito
parlare nemmeno io
a questo punto… ma la mia curiosità mi ha spinto
a provarlo, dato che il
barista mi ha detto che era appena arrivato un nuovo acquisto dalla
nebulosa di
Orione, e ti posso garantire che ha il suo perché del
nome… uff…– si premette
maggiormente il ghiaccio contro i genitali, ritrovando poi la forza di
parlare
nuovamente – in pratica è un liquore potentissimo
che invece di bruciarti lo
stomaco ti brucia la vescica… e come puoi intuire non
è piacevole quando poi
devi andare in bagno! –
Questa volta non
aveva mentito al
proprio allievo, per quante cose imbarazzanti stesse nascondendo al
figlio
primogenito di Robin Mask, suo ex maestro, stavolta non aveva nulla da
nascondere e
pertanto tanto valeva
raccontare per davvero la bravata che aveva combinato durante la sera e
che lo
aveva poi tormentato per tutta la notte con forti dolori tanto da
portarlo a
prendere sonno solo verso la tarda mattinata.
–
Dunque… è così che è
andata? Nient’altro?
–
–
Nient’altro Kevin… solo, ho bisogno
urgentemente di una tisana alla malva prima che la mia vescica scoppi!
–
Vedendo
l’ex lottatore per davvero
sofferente al rampollo di casa Mask non rimase altro da fare che
accontentarlo
immediatamente per evitare che la situazione si aggravasse ancora di
più. Ma se
avesse saputo la verità molto probabilmente qualche sporco
epiteto lo avrebbe
lanciato contro il proprio allenatore.
- - - - - - - -
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- - - - - - - - - - -
Il volo diretto
da Tokyo a Londra
stava viaggiando spedito tra gli sconfinati cieli terrestri senza che
una
turbolenza che fosse una disturbasse i passeggeri presenti. Merito
della
tecnologia di casa Lancaster e del fatto che l’aereo fosse di
proprietà della
marchesa Emerald Lancaster, figlia del famoso miliardario
nonché ex lottatore,
e per tal motivo si trattava di un veicolo con tutti i confort
necessari per i
suoi esigenti passeggeri.
Passeggeri molto
particolari in
effetti, in fuga da una città divenuta improvvisamente
inospitale per i
lottatori della Muscle League e tutti diretti verso Londra per
assistere, in
via ufficiale, alle nozze del secolo di una vecchia leggenda del
wrestling.
Ma non tutti i
passeggeri si stavano
dilettando con le vivande gentilmente offerte dalla proprietaria
dell’aereo, e
due individui piuttosto cupi erano seduti in disparte, l’uno
di fronte all’altro
separati unicamente da un basso tavolino con sopra due calici di
champagne
frizzante, nell’atto di contemplare il panorama di alcune
vette innevate che si
intravedevano dal finestrino.
–
Tzk… “non faccio sesso con nessuno,
Kevin” diceva… “non ti ho preso i
preservativi” diceva…–
– Oh,
senti! Siamo o non siamo vivi
grazie a lei? Direi che questo dovrebbe essere la tua ultima
preoccupazione–
Per ovvi motivi
Lord Flash si sentiva
a disagio, oltre che in profondo imbarazzo, dinnanzi ad un allievo che
aveva
scoperto in malo modo la sua sottospecie di relazione che aveva con la
Lancaster, che attualmente stava ridendo vedendo Kid Muscle fare il
cretino in
compagnia di tutti gli altri che o ridevano o lo rimproveravano
bonariamente,
ma che sembrava solo lievemente deluso anziché incazzato a
morte con lui.
– Hm,
suppongo che tu abbia ragione…
in fin dei conti ci ha salvato la vita e devo ammettere che
è una ragazza n
gamba – il giovanotto di nobili origini accavallò
le gambe ed osservò anche lui
l’atipica scenetta vicino all’angolo bar
– devo ammettere che mi sarei
aspettato pure io una maggiore incazzatura nei tuoi confronti, ma alla
fine devo
riscontrare che su certi aspetti sei simile a mio padre...
cioè un vecchio porco
che sbava dietro alle ragazzine–
Lo disse con
tono un po’ cinico oltre
che ironico, proprio mentre la risata scema di Emerald Lancaster
arrivava fino
a loro due e causata da una esibizione piuttosto grottesca del principe
dei
kinnikku, e a quel punto il russo potè trarre un piccolo
sospiro di sollievo notando
che Kevin gli aveva tollerato quel suo piccolo segreto a causa delle
loro vite
salvate in extremis da una eccentrica ereditiera.
Restava un altro
segreto celato al
rampollo di casa Mask… e Lord Flash pregò
interiormente che anche quello sulla
sua vera identità non cadesse precocemente così
come era caduto quello su
Emerald e sulle loro serate brave. Ma per il momento era il caso di
berci sopra
lo champagne che due minuti prima era stato generosamente offerto loro
dal
sommelier di volo.
Un po’ di nostalgia
time per questo
capitolo :D avevo bisogno di scrivere qualcosa di più
leggero, ma prometto di
riprendere anche con la longfic!