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Autore: vermissen_stern    25/05/2015    2 recensioni
Queste sono storielle brevi. Spaccati di vita quotidiana decisamente tragicomici che avranno come protagonisti i personaggi di Reignite sia canonici che creati da me, il tutto ambientato prima della trama principale e probabilmente anche dopo il suo seguito. Non posso sapere quanto questa raccolta sarà lunga ( potrebbe anche concludersi in un paio di capitoli ) per cui prendetela per come viene!
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ormai l’aveva lo aveva capito fin troppo chiaramente. Niamh stava cercando di evitarlo deliberatamente, nonostante quei due mesi di frequentazioni, per quanto lo avesse definito simile ad un… “amico” da molto tempo a questa parte, senza avere un senso logico per il giovane chojin.

Probabilmente Kevin Mask avrebbe lasciato perdere quella giovane un po’ strana, molto schiva e riservata ad essere onesti, se l’avesse incontrata quando ancora militava nella d.m.p e dunque quando ancora era preda di sentimenti tipicamente adolescenziali… ma attualmente la faccenda era diversa. Ad un certo punto della sua esistenza il giovanotto di origini inglesi aveva sentito la necessità di crescere e di non essere costantemente arrabbiato con il mondo, oltre che con suo padre, per non ritrovarsi per davvero a finire in mezzo ad una strada come aveva fatto all’età di otto anni.

Crescere lo aveva portato a guardare i suoi vecchi ideali con un’ottica diversa e a scrutare le persone con un occhio più incline ad osservarne le sfumature. Sia gli avversari che doveva affrontare sul ring durante la Corona Chojin, intenzionato a vincerla ad ogni costo, che quelle persone che lo circondavano quotidianamente.

Niamh era una ragazza fin troppo normale, anzi qualcuno avrebbe anche potuto pure prenderlo in giro perché si era invaghito di una fanciulla piuttosto “curvy”, e tuttavia quella sua normalità nell’affrontare la vita di tutti i giorni era stato il massimo catalizzatore per il ragazzo.

Non le sue forme generose, lo sguardo dolce o il carattere goffo e gentile. Ma quel suo silenzio teso, quel suo mandar giù ogni volta le brutture di questo mondo solo all’apparenza a testa china e sottomessa. Non era l’impressione che ne aveva avuto durante il suo primo incontro avvenuto nel grande mercato ortofrutticolo di Tokyo, ovviamente, e per quanto si fosse sentito in dovere di intervenire nell’episodio a cui aveva assistito la sua opinione nei suoi confronti non era cambiata.

 

Da quando Lord Flash, il suo attuale allenatore, era entrato nella sua vita molte cose erano cambiate. Si era già imposto di smetterla di fare il ragazzino pieno di rancore e paturnie varie, pur restando fermamente convinto nel non dare confidenza al proprio padre, ma se stava rigando dritto anche in fatto di alcoolici era anche grazie al sedicente nobile inglese che lo stava seguendo come un tutore.

Per quanto fosse severo era un uomo giusto e sapeva dargli i suoi spazi oltre che consigli saggi, tipo decidere di non essere “diretto” con Niamh fin dalla loro prima uscita e doveva ammettere che era stato meglio così, e se aveva reagito in modo onorevole al loro primo incontro senza ammazzare nessuno doveva tutto all’autocontrollo che quell’uomo gli aveva insegnato.

La prima volta che l’aveva incontrata era stato proprio nel suo attuale posto di lavoro, ossia nel chiostro di frutta e verdura che gestiva la sua famiglia, e se si trovava al mercato era per fare la spesa che Lord Flash gli aveva commissionato. In pratica solo roba fresca e tutto il cibo spazzatura mangiato fino a quel momento sarebbe stato solo un “triste ricordo”.

Quel giorno c’era solo lei a lavorare dietro il bancone, come avrebbe appreso più avanti di norma c’era sempre uno dei genitori o tutti e due, e i clienti prima di lui si stavano dimostrando alquanto molesti verso una ragazza che stava semplicemente facendo il proprio lavoro con una certa gentilezza.

“Dimmi un po’, ma riesci a muoverti li dietro senza andare a sbattere contro le casse?”

“Ma come? Non hai pensato di dimagrire da dopo la scuola?!”

“ahaha! Che culona!”

I tre teppisti da quattro soldi, ossia della razza che di norma scappa a gambe  levate quando qualcuno di più forte li fronteggia, erano degli ex compagni di classe della sventurata fanciulla che con una certa forza d’animo continuava a ignorarli mandando giù il nervoso. Il fatto che, una volta finita la scuola superiore, ognuno di loro avesse intrapreso strade diverse e diverse università non aveva impedito di perseverare nelle vecchie abitudini.

Abitudini queste che disgustarono profondamente il giovane Mask, che nella giovane fruttivendola vedeva solo una ragazza graziosa dallo sguardo indurito da quegli insulti gratuiti. E fu quello sguardo a sorprenderlo più di tutto il resto, nel suo essere dannatamente umano tra disgusto per quegli insulti ingiustificati  e il senso di colpa quasi istintivo nell’essere nata nel corpo, secondo i canoni estetici attuali, sbagliato. Fino a quel momento Kevin non si era più di tanto soffermato nell’osservare meglio una persona normale, in fin dei conti perché avrebbe dovuto farlo se delle altre persone non importava nulla?, ma grazie al fatto che stesse crescendo soprattutto con la testa aveva isto in lei tutta l’umanità che aveva rischiato di lasciarsi da parte fin da bambino.

Un senso di impotenza che in lui lo aveva portato quando era piccolo e “indifeso” di fronte ad un padre che non lo ascoltava e su cui solo lo sguardo duro di un figlio perfetto doveva dimostrargli tutto il suo dissenso, e che ora riconosceva in quello di Niamh decisamente impossibilitata ad avere ragione di tre teppisti che avrebbero potuto aggredirla da un momento all’altro.

Decise dunque di fare la sua mossa, anche in vece di componente della Muscle League, e di coprire con la propria ombra quei tre buoni a nulla che continuavano imperterriti nella loro opera demoralizzante. Anche se poi la ragazza li avesse cacciati via, e di questo Kevin era sicuro, quei tizi figli di papà sarebbero ritornati alla carica senza che qualcuno non avesse dato loro una sonora lezione. Logicamente non ci impiegò molto ad attirare l’attenzione, ed i tre logicamente sbiancarono dinnanzi a quello sguardo dorato piuttosto minaccioso.

“Perché non provato ad indovinare il mio di peso…? Su, coraggio! Dai che ci divertiamo assieme”

Immediatamente i tre teppistelli con la faccia da bravi ragazzi impallidirono nel trovarsi di fronte una minaccia ben più maggiore di una semplice fruttivendola inerme.

“uh… s-senti, amico! Noi non vogliamo guai, ok?!”

“io non sono vostro amico e per giunta mi state dando noia con la vostra codardia…– si avvicinò ulteriormente e questi ultimi si allontanarono dalla bancarella sotto lo sguardo stupefatto della giovane – vedete di andarvene e di non darle più fastidio, altrimenti sarò “costretto” – ma anche no – a spezzarvi tutte le ossa presenti in corpo”

I tre non ci misero molto a darsela a gambe levate come da previsione, qualcuno urtò persino una casa di rape marziane prendendosi gli insulti del venditore, e dopo quella patetica scenetta si rivolse alla venditrice per vederla… timidamente riconoscente quanto timorosa della sua forza.

“s-suppongo che dovrei ringraziarti… quindi si, ok…”

Niamh si maledì per la balbuzie che le era sopraggiunta dopo quella scarica di adrenalina nell’osservare la scena oltre che per gli insulti ricevuti, e forse proprio per quella sua tensione fin troppo evidente Kevin Mask decise di correre ai ripari temendo che il proprio gesto venisse frainteso.

“non c’è bisogno di ringraziarmi, non sopporto i gradassi e ora non ti daranno più fastidio. Quindi… non c’è problema se vengo sempre qui a fare la spesa, giusto?”

 

No, non c’era stato nessun problema nel volersi rifornire da lei quasi tutti i giorni, consumava parecchia verdura in base alle calorie consumate, ma ora il giovane lottatore iniziava a temere che quella sua dimostrazione di “forza” avesse terrorizzato la giovane tanto da renderla guardinga. Pertanto, ciò che stava leggendo al momento sul display del cellulare era un altro cortese “no” ad una semplice richiesta di uscire a bere qualcosa quella stessa sera.

Questo lo portò a grugnire in maniera sottile, anche perché da tempo la giovane di origini irlandesi aveva occupato un posto speciale nella sua testa e da quel giorno la sua curiosità verso quella donna si era tramutato in altro, e con una certa stizza buttò il telefonino sul tavolo della cucina meditando che la faccenda non sarebbe finita li.

Attualmente Kevin si trovava all’interno della propria casa, che condivideva con il suo allenatore, presa a Tokyo giusto per disputare tutto il torneo che si stava protraendo assai a lungo tutto a favore di un turismo crescente. Ormai era quasi mezzogiorno, ora di preparare il pranzo, e come se non bastasse oltre alle paturnie di un giovane innamorato c’era anche da mettere in considerazione il comportamento strano di mister Flash che ultimamente sembrava fare le ore piccole… alla faccia di chi gli faceva la morale su come comportarsi!

Dubitava che passasse tutto il suo tempo in compagnia di Turbinskii, altro lottatore che partecipava alla Corona Chojin e suo futuro sfidante con cui era meglio non dare confidenze, e stava iniziando a pensare che la compagnia che il suo allenatore frequentava fosse di tipo femminile.

Una prova? Gli era sembrato di vedere della biancheria femminile, delle mutandine di pizzo, all’interno del cestone della biancheria da lavare, proprio sotto una delle giacche del gentiluomo inglese. Ma poiché Lord Flash aveva tolto velocemente di mezzo tutta quella roba con la scusa di portarla alla lavanderia presente all’inizio della strada, forse intuendo che Kevin aveva notato qualcosa di strano da come osservava il cesto di vimini, la questione era morta li. Ah, senza contare quel piccolo episodio delle “pulizie straordinarie” in cucina su cui il giovanotto inglese aveva meditato a lungo senza ricavarci nulla. Aveva sentito dei rumori strani provenire dalla cucina, ma non si era dato pena di controllare come si deve ed era partito sgommando con la propria motocicletta con questioni più urgenti da risolvere.

Fu dunque solo a mezzogiorno che il suo allenatore si svegliò da quello che doveva essere stato un sonno piuttosto inquieto, anche se era al piano di sopra i suoi lamenti gli arrivarono solo lievemente attutiti e questo lo preoccupò un poco, e in poco tempo lo sentì scendere per le scale di legno con un passo decisamente prudente.

E la preoccupazione del giovane Mask si trasformò in perplessità quando il suo tutore entrò all’interno della cucina, vestito con la sua solita divisa anche se la giacca era un po’ sgualcita, segno che era andato a letto vestito, quasi zoppicando nel mentre che prendeva un sacchetto di ghiaccio dal freezer per poi sedersi con un lamento al tavolo della cucina.

Ed infine la sua perplessità si trasformò in indignazione vera e propria nell’osservare l’uomo portarsi delicatamente il ghiaccio ai genitali e li lasciarsi andare ad un prolungato sospiro di sollievo. Che vecchio porco… ma come? Prima gli fa tanto la morale sul non correre troppo con la ragazza che gli piace e poi eccolo li reduce da una serata fin troppo passionale dato che a malapena riusciva a reggersi in piedi! Ma stavolta lo avrebbe sentito, era tempo di chiarire tutti i misteri. O almeno quelli che interessavano un ragazzo preda degli ormoni e dei sentimenti.

– Tzk, vedo che te la sei spassata alla grande ieri sera! – fece aspramente Kevin Mask incrociando le braccia al petto – e poi dici a me di tenere placati i bollenti spiriti! Da che pulpito viene la predica! –

Per un breve momento Lord Flash guardò come estraniato il proprio allievo, tenendosi comunque la borsa del ghiaccio sui gioielli di famiglia infiammati, e dal momento che la mente era ancora offuscata dal troppo dolore volle chiedere chiarimenti all’allievo furioso.

– Figliolo… n-non capisco di cosa tu stia parlando! Sii più chiaro e urla di meno per piacer…–

– Tu hai fatto sesso! Ecco cosa c’è! Dici a me di non alzare troppo la posta con Niamh e poi tu chissà con che donna vai per star fuori tutta la notte e ritornare con il pacco in fiamme!–

La voce di Kevin Mask fuoriuscì aspra e tagliente attraverso l’elmo metallico di foggia medioevale sempre ben calcato in testa, e per quanto fosse adirato con il proprio maestro era riuscito comunque a non incappare in epiteti poco carini che gli sarebbero valsi qualche dolorosa punizione. Tuttavia tutto quel lungo rimprovero dettato velocemente lasciò per un breve momento come basito un Warsman con indosso abiti diversi dal solito, questo perché aveva una missione in “incognito” da svolgere, e si ritrovò dunque a sbattere più volte le palpebre nell’atto di comprendere meglio tutto quel pericoloso discorso. Per un attimo il chojin aveva temuto che Kevin lo avesse scoperto e che dunque non avrebbe più potuto insegnargli le tecniche della famiglia Mask, ma poi comprese che si trattava di un imbarazzante equivoco dato il suo stato di salute piuttosto ambiguo.

– Che… che cosa?! Oh, andiamo! Io non ho fatto sesso con nessuno! Su che basi dici una simile fesseria?! –

“A dir la verità ho fatto sesso l’altra sera…”

– E pretendi che ti creda?? – ora la voce del giovanotto inglese si fece più isterica pensando ad un’ovvia presa in giro– guarda come sei ridotto! Dimmi allora come fai ad avere i genitali in uno stato così pietoso da doverci mettere del ghiaccio sopra! E per di più mancano dei profilattici nella scatola in bagno… fai un po’ tu su cosa dovrei credere! –

“Ho fatto cose che non ho mai immaginato di fare neppure con Katya! Mi duole ammetterlo ma ne sono uscito soddisfatto”

Benchè comprendesse il risentimento del povero Kevin, quasi “costretto” a rimanere a secco tra allenamenti e insegnamenti che lo stavano portando ad essere più cavalleresco anche con le ragazze, proprio non riusciva a non fare pensieri piuttosto bastardi riguardo al fatto che avesse trovato una compagnia piuttosto irriverente quanto dannatamente divertente sotto certi punti di vista. Si, aveva trovato anche lui una ragazza a Tokyo… ma si trattava prettamente di una partner di ballo, piccolo hobby che il russo aveva sempre adorato, anche se qualche volta finivano col fare altro in via privata. E poi non era niente di che a parte il fatto che la si poteva definire come una inimicizia con risvolti professionali oltre che carnali… indispensabile insomma, ma fino ad un certo punto.

– Ehm… Kevin, lascia che ti dica una cosa – ora lo sguardo dell’anziano lottatore si fece più tranquillo nell’aver compreso la gelosia del proprio allievo – con tutta probabilità se mancano dei preservativi alla tua scatola è perché c’è crisi e dunque i produttori ne mettono di meno – no, balle. Ne aveva scroccati un paio lui – e se sono in queste condizioni è perché… mi imbarazza dirlo, ma ieri sera al pub ho provato ad assaggiare l’urina di drago…–

Il suo breve discorso parve convincere Kevin Mask delle sue buone azioni, a riprova che Warsman fosse un buon oratore, arrivando ad abbassare il livello di collera tanto da accantonare da un lato tutta la questione “uscite galanti” per saperne di più su quella misteriosa bevanda.

– Urina di drago? Stai scherzando spero… non ho mai sentito parlare di qualcosa di simile! –

Il russo si lasciò andare ad una stanca, e ironica, risata prima di dare delucidazioni ad un giovanotto quasi del tutto ammansito – ragazzo mio vorrei non averne sentito parlare nemmeno io a questo punto… ma la mia curiosità mi ha spinto a provarlo, dato che il barista mi ha detto che era appena arrivato un nuovo acquisto dalla nebulosa di Orione, e ti posso garantire che ha il suo perché del nome… uff…– si premette maggiormente il ghiaccio contro i genitali, ritrovando poi la forza di parlare nuovamente – in pratica è un liquore potentissimo che invece di bruciarti lo stomaco ti brucia la vescica… e come puoi intuire non è piacevole quando poi devi andare in bagno! –

Questa volta non aveva mentito al proprio allievo, per quante cose imbarazzanti stesse nascondendo al figlio primogenito di Robin Mask, suo ex maestro, stavolta non aveva nulla da nascondere  e pertanto tanto valeva raccontare per davvero la bravata che aveva combinato durante la sera e che lo aveva poi tormentato per tutta la notte con forti dolori tanto da portarlo a prendere sonno solo verso la tarda mattinata.

– Dunque… è così che è andata? Nient’altro? –

– Nient’altro Kevin… solo, ho bisogno urgentemente di una tisana alla malva prima che la mia vescica scoppi! –

Vedendo l’ex lottatore per davvero sofferente al rampollo di casa Mask non rimase altro da fare che accontentarlo immediatamente per evitare che la situazione si aggravasse ancora di più. Ma se avesse saputo la verità molto probabilmente qualche sporco epiteto lo avrebbe lanciato contro il proprio allenatore.

 

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Il volo diretto da Tokyo a Londra stava viaggiando spedito tra gli sconfinati cieli terrestri senza che una turbolenza che fosse una disturbasse i passeggeri presenti. Merito della tecnologia di casa Lancaster e del fatto che l’aereo fosse di proprietà della marchesa Emerald Lancaster, figlia del famoso miliardario nonché ex lottatore, e per tal motivo si trattava di un veicolo con tutti i confort necessari per i suoi esigenti passeggeri.

Passeggeri molto particolari in effetti, in fuga da una città divenuta improvvisamente inospitale per i lottatori della Muscle League e tutti diretti verso Londra per assistere, in via ufficiale, alle nozze del secolo di una vecchia leggenda del wrestling.

Ma non tutti i passeggeri si stavano dilettando con le vivande gentilmente offerte dalla proprietaria dell’aereo, e due individui piuttosto cupi erano seduti in disparte, l’uno di fronte all’altro separati unicamente da un basso tavolino con sopra due calici di champagne frizzante, nell’atto di contemplare il panorama di alcune vette innevate che si intravedevano dal finestrino.

– Tzk… “non faccio sesso con nessuno, Kevin” diceva… “non ti ho preso i preservativi” diceva…–

– Oh, senti! Siamo o non siamo vivi grazie a lei? Direi che questo dovrebbe essere la tua ultima preoccupazione–

Per ovvi motivi Lord Flash si sentiva a disagio, oltre che in profondo imbarazzo, dinnanzi ad un allievo che aveva scoperto in malo modo la sua sottospecie di relazione che aveva con la Lancaster, che attualmente stava ridendo vedendo Kid Muscle fare il cretino in compagnia di tutti gli altri che o ridevano o lo rimproveravano bonariamente, ma che sembrava solo lievemente deluso anziché incazzato a morte con lui.

– Hm, suppongo che tu abbia ragione… in fin dei conti ci ha salvato la vita e devo ammettere che è una ragazza n gamba – il giovanotto di nobili origini accavallò le gambe ed osservò anche lui l’atipica scenetta vicino all’angolo bar – devo ammettere che mi sarei aspettato pure io una maggiore incazzatura nei tuoi confronti, ma alla fine devo riscontrare che su certi aspetti sei simile a mio padre... cioè un vecchio porco che sbava dietro alle ragazzine–

Lo disse con tono un po’ cinico oltre che ironico, proprio mentre la risata scema di Emerald Lancaster arrivava fino a loro due e causata da una esibizione piuttosto grottesca del principe dei kinnikku, e a quel punto il russo potè trarre un piccolo sospiro di sollievo notando che Kevin gli aveva tollerato quel suo piccolo segreto a causa delle loro vite salvate in extremis da una eccentrica ereditiera.

Restava un altro segreto celato al rampollo di casa Mask… e Lord Flash pregò interiormente che anche quello sulla sua vera identità non cadesse precocemente così come era caduto quello su Emerald e sulle loro serate brave. Ma per il momento era il caso di berci sopra lo champagne che due minuti prima era stato generosamente offerto loro dal sommelier di volo.

 

 

 

Un po’ di nostalgia time per questo capitolo :D avevo bisogno di scrivere qualcosa di più leggero, ma prometto di riprendere anche con la longfic!

  
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