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Autore: OliveValance    28/05/2015    0 recensioni
Piton sta complottando qualcosa.
Silente sta complottando qualcosa.
Zoe e Valerie stanno complottando qualcosa.
Harry sta cercando di capire cosa diavolo stia facendo tutti ad Hogwarts.
Genere: Azione, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ecco a voi il secondo capitolo con un leggerissimo ritardo... ops! Buona lettura
 
 
Caposcuola e Mocciosa
 
“Un’altra caramella?” chiesi il preside allungando per l’ennesima volta il vassoio alle due studentesse con un sorriso smagliante.
“Sono apposto, grazie.” Disse Zoe con un sorriso forzato rendendosi conto di non aver più posto nelle tasche dove nascondere quei dolcetti che il professor Silente continuava a offrire imperterrito.
Valerie dal conto suo ne afferrò un’altra manciata, continuando ad ingozzarsi come aveva fatto da quando erano entrate nello studio sotto lo sguardo compiaciuto dell’anziano mago: finalmente qualcuno che apprezzasse veramente quelle delizie babbane.
“Se continui così ti verrà il diabete.” Ringhiò sottovoce Zoe alla sorella, in modo che la sentisse solo lei.
“Coffa?” biascicò l’altra con la bocca piena e il sorriso malandrino. “Devo recuperare le forze dopo che qualcuno mi ha schiantato.”
“Preside!” sbottò a quel punto Piton sull’orlo di una crisi nervosa. “Non pensa che piuttosto che offrire caramelle e consolare queste piccole screanzate dovrebbe punirle? Le ricordo che ha già impedito che punissi la maggiore delle due, come da mio diritto essendo appartenente alla mia casa, per essersi introdotta illegalmente nella mia dispensa e per aver attentato alla mia vita assieme alla sorella.”
Zoe sbuffò per l’ennesima volta. “Le ho già ripetuto che stavo solo tentando di salvarla dalla furia omicida di mia sorella, visto che lei molto saggiamente ha deciso di ignorare i miei avvertimenti e svegliarla.”
“Infatti.” Concordò Valerie “Sanno tutti che non bisogna svegliare i sonnambuli.”
“Ma quali sonnambuli e sonnambuli!” sbottò Piton con una leggera sfumatura rossiccia e una vena che pulsava furiosamente sulla tempia destra. “Era solo una messa in scena di voi mocciose per rubarmi qualche pozione.”
“Secondo lei professore ho bisogno di rubare qualche pozione?” chiese gelida la maggiore, evidentemente offesa dalle accuse che le erano state rivolte. “Oppure sta insinuando che il mio Eccezionale in pozioni non sia pienamente meritato?”
Con somma gioia vide Piton cambiare espressione. “No di certo, anzi ora che ci rifletto meglio sono totalmente convinto nella sua innocenza sig. Penderghast.” Disse mellifluo. “E nella mocciosa Penderghast che non riporrei un briciolo di fiducia.”
“Solo perché sono Corvonero!” sbottò la più piccola offesa, dimostrando uno spirito pari alla sorella. “Esigo che anche il capo della mia casa sia presente a questa buffonata!”
“Buffonata?” sbottò l’untuoso Serpeverde “Sinceramente preside trovo difficile immaginare l’utilità di svegliare e far venire qui in piena notte quella sottospecie di folletto!”
Se uno sguardo avesse potuto incenerire il professore di pozioni sarebbe già stato ridotto ad un mucchietto fumante di ceneri. “Sono sicura che il professor Vitius apprezzerà infinitamente sapere quale è la vostra opinione su di lui.”
“The?” chiese all’improvviso il preside tentando di raffreddare gli animi “O preferite qualcosa di più forte? Un sorbetto al limone magari?”
“Preside!” sbottò Piton. “Non dirà seriamente?”
“Suvvia, Severus. Potremo lasciar perdere l’intera faccenda? È pienamente risaputo che la signorina Penderghast soffre di sonnambulismo. Perfino Gazza è stato avvertito di tenersi alla larga in caso la vedesse girovagare per i corridoi.”
“Pienamente risaputo?” ripeté stralunato l’uomo “Mi sta dicendo preside che la mocciosa ha permesso incondizionato di girovagare a suo piacimento in qualsiasi area, proibita o non, del castello. Cosa sarebbe successo se avesse accidentalmente incontrato Fufi?”
“Intende quel dolcissimo cane a tre teste?” chiese Valerie sorpresa.
“Quel… dolcissimo…”  balbettò Piton “Ma l’ha sentita preside? Io ho zoppicato una settimana intera a causa di quel cane e lei lo definisce dolcissimo? Lo vede preside? Si sta deliberatamente prendendo gioco di noi!”
“Suvvia ragazzo mio, non devi per forza trovare un lato malvagio in tutte le persone. Chiudiamo la faccenda una buona volta: le signorine Penderghast domani hanno lezione.” Disse il vecchio accarezzandosi la barba arruffata. “Piuttosto parlando di cose serie… la pozione per la mia barba?”
Piton si illuminò dopo un momentaneo attimo di rassegnazione. “Vede preside, è stata distrutta dalla mocciosa!” sbottò risentito. “Ci è finita sopra dopo la che sorella l’ha evidentemente schiantata”
“Ma le servono a qualcosa gli occhi?” sbottò quella indicandosi i capelli “Come potrei avere un tale cespuglio in testa se fossi entrata in contatto con la pozione? Sono pienamente convinta che sia stato lei a distruggerla, basta vedere le condizioni dei suoi capelli: sono ancora più lisci e unti del solito.”
“Ma l’ha sentita preside? Esigo che punisca immediatamente questa maledetta cornacchia.”
“Effettivamente, ragazzo mio, la signorina non ha tutti i torni.” Ammise il preside.
“Che… che cosa??” esclamò Piton attonito.
Zoe, che era rimasta in silenzio a godersi la scenata, decise finalmente di intervenire in aiuto della sorella. “Professor Piton, Preside, mi addolora interrompere questo amorevole scambio di opinioni, ma temo di dover ritornare a pattugliare i corridoio, non oso immaginare cosa possano aver combinato gli studenti durante la mia assenza; questa sera ero di turno di sorveglianza.”
Piton si voltò di scatto verso la ragazza, come se fosse sorpreso di vederla lì. “I Grifondoro!” sbottò indignato “Sono sicuro che ne avranno deliberatamente approfittato per combinarne una delle loro. Vogliamo parlare di Potter? Lui e le sue scorribande notturne potrebbero occupare benissimo sette libri.”
“Ecco, Severus! Non trovi sia il caso di controllare tu stesso la situazione nei corridoi?” propose silente lanciando uno sguardo d’intesa alla caposcuola.
“Ha ragione preside!” esclamò Piton dirigendosi di colpo verso la porta: la possibilità di cogliere con le mani del sacco Potter e la sua cricca era infinitamente più allentante che continuare quell’inutile discorso con la mocciosa e il suo caposcuola.
“Quindi abbiamo risolto il problema?” chiese speranzosa Zoe, oramai satura di quella conversazione.
“Per quanto mi riguarda il problema sarà risolto solo dopo che avrò utilizzato la mocciosa Penderghast come ingrediente per qualche pozione.” Ringhiò abbandonando l’aula in uno svolazzo di tunica, mentre la voce isterica della mocciosa lo inseguiva per le scale:
“Lo avete sentito?! Vuole uccidermi, triturarmi, sminuzzarmi! Non sarà contento fino a che non avrà messo fine alla mia vita, qualcuno faccia qualcosa!”
  
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