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Autore: Somriure    28/05/2015    0 recensioni
Una vacanza per abbattere ogni pregiudizio.
Una vacanza per dimostrare la propria personalità.
Una vacanza per cambiare.
Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi.
Louis, ventunenne ribelle e solo, allontanato da tutti per stupide credenze e pregiudizi.
Sotto la luce del grande Faro si incontreranno e diventeranno amici.
Forse dalla loro amicizia nascerà qualcosa di più; forse la luce del Faro li farà scottare e allontanare per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano circa le sei di mattina quando Anne si svegliò. Indossò un leggero vestitino bianco e andò nelle camere dei suoi figli per osservarli mentre dormivano.

Era una cosa che amava fare, non passava molto tempo a casa per il suo lavoro, quindi quando poteva, ne approfittava per stare un po' con loro e constatare quanto fossero cresciuti nonostante la sua assenza.

Entrò nella stanza della sua secondogenita, l'orgoglio di casa.

Era molto fiera di Eleanor, era un'alunna eccellente a scuola, molto diligente nel suo lavoro e impeccabile nello sport, dava a quella famiglia moltissime soddisfazioni e vinceva innumerevoli premi che facevano aumentare l'importanza e il prestigio della famiglia. Inoltre si occupava di diverse associazioni di beneficenza che accrescevano gli Styles anche sul piano sociale.

Era stravaccata sul letto ancora completamente vestita, con le scarpe ancora ai piedi, segno che quella notte aveva fatto molto tardi e non era rientrata neanche del tutto sobria.

Non era delusa dal suo comportamento, durante l'anno aveva faticato tanto per conciliare scuola, lavoro e vita sociale, si meritava una pausa.

Ovviamente per portare avanti il ruolo della mamma competente la mattina l'avrebbe strillata a dovere, ma per ora poteva continuare a dormire in pace.

Le tolse le scarpe e la coprì con una leggera copertina. Andò il cucina e le preparò un bicchiere d'acqua con un'aspirina, di certo le sarebbe servita appena sveglia.

Pensò anche alla sua primogenita, Gemma. Era molto orgogliosa della sua principessa più grande.

Aveva rinunciato, pur avendo tutte le qualità, ad entrare nell'azienda di famiglia per inseguire i suoi sogni. Diventare una dottoressa di successo.

Anne la ammirava molto. Ci voleva una grande forza d'animo per lasciare la bambagia familiare e trasferirsi dall'altra parte del mondo per seguire i propri obiettivi.

Le mancava tantissimo, loro due erano quasi come sorelle, parlavano moltissimo e quando non c'era si sentiva sola. Certo, c'erano Eleanor ed Harry, ma non erano la stessa cosa.

Eleanor era una vera e propria civettuola a volte e spesso risultava antipatica anche alla madre, Harry invece era ritenuto ancora troppo bambino per capire certi discorsi.

Poi entrò in camera del suo piccolo ometto.

Anne e Des non avevano previsto un altro figlio dopo Gemma ed Eleanor, loro occupavano già moltissimo spazio delle loro giornate tra i corsi di danza, nuoto, pattinaggio sul ghiaccio ed equitazione, in più il loro lavoro era molto incombente, quindi quando Anne si ritrovo incita di Harry fu un forte trauma per tutti.

I due genitori erano stati sul punto di abortire, ma quando Anne si trovò davanti alla dottoressa che avrebbe eseguito l'operazione cambiò idea immediatamente, realizzando che con quel piccolo intervento il suo bellissimo corpo da modella avrebbe potuto subire delle conseguenze che non le avrebbero più permesso di proseguire il lavoro che tanto amava.

Così era nato Harry. Alla fine si erano affezionati al loro piccolo pulcino spennacchiato ed Anne non riusciva più ad immaginare una vita senza di lui, anche se si rendeva conto che, con il passare del tempo, lo stava trascurando sempre di più.

Harry era completamente l'opposto delle sue sorelle.

Aveva iniziato ad andare a scuola a 5 anni, perché, viste le doti di Gemma ed Eleanor, i suoi genitori speravano che anche il loro terzogenito avesse saputo portare alto il nome degli Styles, ma per Harry non fu così.

Aveva sempre avuto enormi difficoltà a leggere, a scrivere e a risolvere i quesiti matematici, così aveva ripetuto due volte la prima elementare, tre volte la quinta elementare e svariate volte la prima media perché non riusciva ad eseguire neanche le cose più basilari.

Quando poi a 16 anni si era ritrovato a dover frequentare per la quarta volta la prima media insieme a bambini di 11 anni Anne e Des decisero di ritirarlo dagli studi.

Non che non si applicasse, Harry era un ragazzo molto volenteroso, ma i suoi disturbi di apprendimento, dislessia e discalculia, non gli consentivano di imparare come gli altri bambini.

Esistevano moltissimi metodi per aiutare un bambino con questi disturbi, ma i due genitori non avevano molto tempo da dedicargli, quindi erano arrivati alla conclusione che sarebbe stato meglio fargli abbandonare gli studi, tanto con il loro stipendio avrebbe potuto vivere liberamente senza dover minimamente lavorare, per tutta la vita.

Non ascoltarono in nessun modo il parere di Harry che voleva continuare, voleva impegnarsi per dimostrare che anche da solo ce l'avrebbe fatta.

Non gli diedero neanche il tempo di esprimersi perché presero la decisione senza consultarlo. Un giorno andava a scuola e il giorno dopo era diventato un perfetto nullafacente che mangiava schifezze tutto il giorno davanti alla TV.

Anne si sentiva molto in colpa, se lei fosse stata una madre migliore probabilmente Harry sarebbe stato un ragazzo felice, avrebbe avuto molti amici e avrebbe, se pur con difficoltà, continuato a frequentare la scuola.

Accarezzò la testa riccioluta del figlio passando le dita sulle guance paffute costellate di brufoli. Poi raccogliendo una cartaccia di una merendina da terra usci dalla stanza di Harry.

Visto che era ancora molto presto decise di andare a fare una passeggiata sulla riva del mare, così uscì a piedi nudi sulla sabbia.

Il venticello mattutino faceva svolazzare i suoi capelli mori e il suo vestitino morbido.

Mentre si avvicinava all'acqua del mare, notò un ragazzo seduto su una barca intento ad ordinare dei pesci appena pescati. La donna si avvicinò incuriosita.

Quando fu di fronte al ragazzo notò che aveva più o meno l'età dei suoi figli, più precisamente sembrava coetaneo di Eleanor.

-Ciao!- salutò la donna cordialmente.

-Buongiorno!- rispose il ragazzo.

-Li hai pescati tu? Sono freschi?- chiese indicando i pesci.

-Sì, sono freschissimi, li ho pescati neanche 20 minuti fa!- assicurò il ragazzo spostando con il braccio una ciocca di capelli color caramello dagli occhi.

-Wow!- esclamò la donna piena di ammirazione. -Sono in vendita?-

-Sì certo! Mio nonno va a venderli al mercato, ma per lei posso fare un'eccezione!- disse facendole l'occhiolino.

La donna scoppiò a ridere.

-Grazie mille, li prenderò con molto piacere!- disse porgendogli i soldi richiesti dal ragazzo. -Come si cucinano questi qui? Mio figlio odia il pesce, ma sono sicura che gli farebbe molto bene!-

-Noi li mangiamo in tutti i modi, mio nonno a volte anche crudi, ma io li preferisco fritti e sono sicuro che anche suo figlio li amerebbe.-

-Grazie mille ragazzo!

-Si figuri, grazie a lei!-

Quando Anne tornò a casa vide che gli altri stavano facendo colazione seduti insieme attorno al tavolo.

Eleanor sorseggiava il suo tè freddo massaggiandosi le tempie, Des beveva il caffè leggendo un grande giornale ed Harry era stravaccato sul tavolo intento ad inzuppare l'ennesimo biscotto al cioccolato nel latte al Nesquik.

-Raddrizza quella schiena, Harry! Paghiamo moltissimi soldi per farti seguire dall'ortopedico più esperto di Londra e ci piacerebbe vedere dei risultati ogni tanto, ma se assumi ogni volta posizioni del tutto pessime la cosa potrebbe essere considerata quasi un miraggio!- urlò al figlio, Des.

Harry si tirò su svogliatamente continuando a mangiare i suoi biscotti senza degnare il padre di uno sguardo.

-Buongiorno famiglia!- esclamò Anne.

-Buongiorno amore!- le rivolse uno sguardo suo marito.

-Ciao mamma!- rispose Eleanor.

-'giorno.- mormorò Harry con la bocca piena.

-Ho comprato del pesce dal ragazzo del faro! È freschissimo!-

Harry fece un'espressione disgustata, Eleanor invece sussultò.

-No mamma, non devi frequentare quella gente!-

-Perché no El? Mi è sembrato un ragazzo molto bravo ed educato!-

-I miei amici dicono che sono delle persone pericolose ed è meglio stargli lontani! Per quanto ne so quel pesce potrebbe anche essere avvelenato!- disse lei alzandosi dalla sedia per parlare più animatamente.

-Oh e dimmi!- la interruppe Harry dopo aver finito di sorseggiare il suo latte. -E' per stare lontani da loro che stanotte, o meglio dire stamattina, eravate sotto il faro a fare baldoria?-

-Ti sbagli di grosso piccolo Harry, d'altronde sei un solo un quattrocchi, come pretendi di vedere fino al faro, e per di più al buio!-

Harry sbuffò e alzandosi, andò a prendere dalla credenza un pacchetto di patatine che iniziò a sgranocchiare.

-Questa cosa non mi piace! Non voglio che la mia famiglia sia messa in pericolo da dei malviventi!- ringhiò Des piegando il giornale e alzandosi dalla sedia.

-Ma il ragazzo mi è sembrato molto dolc...- provò Anne.

-No, non voglio sentire niente. Ora vado a mettere in chiaro le cose.- disse facendo per uscire dalla porta. -Anzi, Harry hai 17 anni ormai! Devi imparare a fare l'uomo! Vai tu e fatti valere!- disse rivolto al figlio che lo guardava con gli occhi sbarrati.

-Siamo in una botte di ferro allora!- esclamò sarcastica Eleanor.

-E cosa dovrei dirgli? “Siamo quelli che abitano vicino a voi, vorrei chiedervi di non fare pazzie con noi.”?-

-Fai quello che credi! Le parole ti verranno.- disse l'uomo burberamente.

Harry scosse la testa e tornò alle sue patatine.

-Non sto scherzando Harold Edward Styles, vai immediatamente!- urlò.

-Va bene, va bene vado!- disse alzandosi dalla sedia con il sacchetto di schifezze in mano.

Attraversò la sabbia bollente a piedi nudi perché il padre non gli aveva dato neanche il tempo di infilarsi le scarpe e si avvicinò al faro.

Il ragazzo che osservava sempre dalla finestra era seduto su una tavola da surf aspettando che le onde del mare diventassero buone da cavalcare.

Harry si avvicinò a lui e si schiarì la voce:

-Senti, tu e la tua famiglia...- in quel momento il ragazzo si girò di scatto folgorandolo con i suoi occhi azzurri come il mare.

A quel punto Harry non ci capì più niente.

Iniziò a farfugliare cose senza senso del tutto incomprensibili. Era come se di colpo la sua lingua avesse ricevuto un incantesimo.

-Tu.. la tua famiglia... mio padre... fastidio... strani...-

-Che ti prende?- chiese il ragazzo divertito con una voce decisamente acuta.

Harry arrossì di colpo e fece l'unica cosa che gli venne in mente per cercare di salvare la sua reputazione ormai a terra.

-Mh... patatina?- chiese porgendogli la bustina contenente ancora qualche salatino.

Il ragazzo accettò volentieri sorridendo mostrando dei denti perfetti e bianchissimi, che risaltavano ancora di più con la sua carnagione abbronzata.

Poi si scansò e fece sedere Harry vicino a lui sulla tavola da surf.

Il riccio si era completamente dimenticato del perché si fosse avvicinato al ragazzo del faro e si era anche dimenticato gli urli di suo padre.

Stava vicino al ragazzo dai capelli color caramello a mangiare patatine e a fissare il mare.

-Come ti chiami?-

-H..Harry.-

-Piacere H...Harry!-

Il riccio sorrise mostrando le sue fossette.

-Tu come ti chiami?-

-Sei nuovo, vero?- cambiò argomento lo sconosciuto.

-Sì, sono venuto qui a passare tutta l'estate con la mia famiglia.-

-Non sei grande per passare TUTTA l'estate con loro?-

-Ho solo 17 anni!- rispose Harry alzando le spalle.

-Beh, a me non sembrano poi così pochi!- rispose con fare ovvio il ragazzo misterioso.

-E' complicato...- mormorò Harry sperando che l'argomento cadesse, e così fu, infatti quel ragazzo capì di aver toccato un tasto dolente e passò oltre.

-Allora? Non mi hai ancora detto come ti chiami!-

-Senti Harry, sei nuovo. Se vuoi farti degli amici è meglio che non ti fai vedere con me!-

-Ma perché?- chiese il riccio confuso.

-E' meglio così, fidati!-

-Non ho paura di te! Non ho mai avuto un amico quindi non ho grosse pretese!-

-Forse tu no, ma la tua famiglia sicuramente sì.- rispose indicando qualcosa dietro di lui.

Des e Anne stavano camminando di gran passo verso di loro. Des aveva una faccia furibonda mentre Anne era piuttosto rammaricata.

-Che...che ci fate voi qui?- chiese il ragazzo riccio alquanto imbarazzato.

-Siamo venuti a fare quello che avresti dovuto fare tu! Fila a casa signorino, dopo faremo i conti! Ah... dimenticavo! Sei in punizione, Harry!-

-Ma come?- provò a ribellarsi il ragazzo.

-Non obiettare! Fila in camera tua!- urlò l'uomo.

Harry tornò in casa strusciando i piedi e sollevando granelli di sabbia.

Poi andò in cucina, prese due girelle al cioccolato e si diresse verso la sua camera.

-Sai, dovresti smetterla con tutte quelle merendin...-

Non ebbe modo di continuare a sentire le raccomandazioni della sorella perché si chiuse a chiave in camera sua buttandosi di peso sul letto.

Dopo qualche ora Anne lo venne a chiamare per pranzo, il ragazzo scese con la testa bassa e si sedette vicino al padre.

-Schiena dritta, Harry!-

-Sì, ho capito.-

-Ora dimmi perché non sei riuscito a farti valere!-

Harry rimase zitto. Non aveva alcuna intenzione di parlare con quell'uomo così severo.

-Dai Des. Ne parlerete più tardi. Ora pranziamo!- disse Anne mettendo in tavola un grosso piatto pieno di pesci fritti che era riuscita a cucinare in segreto.

-Non li mangio, non mi piacciono!- sussurrò Harry.

-Provali tesoro, sono sicura che questi ti piaceranno. È una ricetta nuova!- disse la donna mettendogli qualche pesce nel piatto.

Harry ne prese un piccolo pezzo e poi un altro e poi un altro ancora.

-Vedi Harry? Che ti avevo detto? Ti piacciono?-

-Non ti darò questa soddisfazione, madre!- disse il ragazzo mettendo su un finto broncio.

-Rispondi bene a tua madre, razza di screanzato!- gli urlò Des mollandogli una leggera sberla in testa.

-Des calma! Stavamo solo scherzando! Devi alleggerire un po' la presa! Siamo in vacanza! Rilassati!- disse la donna.

-Scusate!- mormorò l'uomo iniziando a mangiare con la testa china sul piatto.

Dopo pranzo tutti si ritirarono nelle proprie stanze. Harry rimase qualche minuto a letto, ma dopo un po' decise di scendere al mare.

Si sedette sulla sabbia e iniziò a fissare la grande immensità.

Odiava il mare anche perché lo faceva pensare, e lui odiava pensare perché poi diventava triste.

Così si alzò e fece qualche passo verso la riva. Si tolse i pantaloni della tuta e rimase solo con una maglia bianca. Continuò ad avanzare nell'acqua fino ad immergere tutte le gambe fino al suo bacino. Rimase lì per un po' schizzando con le mani come un bambino.

Dopo decise di addentrarsi ancora un pochino. Aveva sempre avuto paura del mare, ma chissà perché quell'acqua lo invogliava a proseguire il suo percorso.

Ad un certo punto un onda più forte gli fece perdere l'equilibrio e venne travolto dalle acque.

Provò a risalire, ma improvvisamente il suo corpo divenne rigido e pesante. Non riusciva più a muovere nessun muscolo. Iniziò a bere l'acqua salata perché la sua testa non riusciva a riemergere per respirare, aveva delle fitte lancinanti alla pancia e non poteva placarle, la sua testa girava e aveva una forte nausea.

Harry realizzò che la sua vita molto presto sarebbe finita.

Forse non sarebbe stato un male. Il suoi genitori e le sue sorelle non avrebbero sentito tanto la sua mancanza con le loro vite impegnate, anzi sarebbe stato un bene perché non avrebbero più dovuto spendere soldi inutili per lui.

Mentre era immerso nelle onde del mare e nei suoi pensieri, delle forti braccia lo sollevarono.

Harry pensò che fosse veramente l'angelo della morte, ma quando aprì gli occhi non riuscì a distinguere niente se non due occhi azzurri, e di certo la morte non se l'aspettava con gli occhi azzurri.

-Ma che ti dice il cervello? Non lo sai che dopo pranzo è vietato farsi il bagno!? Ti è venuta una congestione! Come ti senti? Stai bene? Rispondi!-

-Non... respiro.... asma....-

-Cavolo! Aspettami qui. No anzi.- esclamò il ragazzo del Faro, poi lo prese in braccio come una principessa e lo portò verso casa sua velocemente.

Suonò il campanello come un ossesso e quando la figura austera di Des gli venne ad aprire lo scansò con una spallata facendo mettere Harry a terra.

-Mi serve il suo inalatore. Subito!- urlò alla famiglia che lo guardava allibito.

Poi prese una copertina di lana che era per bellezza sulla poltrona e gliela mise sulla pancia. Mentre portava in alto le sue gambe per favorire la circolazione, Anne diede ad Harry l'inalatore.

In poco tempo il ragazzo recuperò il fiato e anche il colore in corpo.

-Non sono stato abbastanza chiaro questa mattina? Non devi avvicinarti a casa nostra!- continuava ad urlare Des. Ad un certo punto il ragazzo si volto di scatto e lo fissò contrariato.

-La smetta una buona volta! Se avessi voluto farvi del male l'avrei lasciato annegare! Quando avrò finito me ne andrò.- la famiglia rimase ammutolita dalle parole del ragazzo.

-Harry, Come ti è saltato in mente di tuffarti dopo mangiato! Sei forse impazzito! E poi eri in punizione signorino! Non avresti dovuto lasciare la casa. Vorrà dire che metterò la signorina Madison a controllarti come quando avevi 10 anni.-

-Des, non è il momento. Calmati! Cosa posso fare per rendermi utile?- chiese Anne al ragazzo.

-Potrebbe andargli a preparare qualcosa di caldo e zuccherato. Deve riprendere zuccheri e riattivare l'intestino.-

-Vado subito!-

-Non ci vedo.- mormorò Harry.

-Lo so Harry, hai perso gli occhiali in acqua, più tardi provo a cercarli.- disse dolcemente lo sconosciuto.

-Grazie!- sussurrò.

-Non abbiamo bisogno di te. Puoi andartene! Lo porteremo in ospedale, non ci fidiamo delle stupide cure di un ignorante e rozzo ragazzo malato di mente come te!-

-DES PIANTALA!- urlò Anne dalla cucina.

-Oh beh, come volete. Io tolgo il disturbo. Comunque, tanto per chiarire, il primo ospedale è a 450km, dovete attraversare due isolette per arrivarci! Addio. Harry ti riporterò gli occhiali.-

-Non abbiamo bisogno neanche degli occhiali, Harry ne ha un paio di riserva e ci faremo spedire da Londra quelli nuovi!- disse acida Eleanor.

-Perfetto, arrivederci Harry!-

-Ciao, scusa!- mormorò il ragazzo ancora a terra alzando il braccio per salutarlo.

Quando la porta si chiuse con un gran tonfo suo padre lo aiutò ad alzarsi.

-Eleanor vai a prendere qualcosa di asciutto per tuo fratello! Guarda te se ora dobbiamo passare tutta l'estate a casa per colpa sua. Harry, questa è l'ultima volta che tu esci di qui senza il mio permesso. Siamo chiari?- gli urlò bruscamente.

Il riccio tramante annuì tristemente. La sua vacanza sarebbe stata un proseguimento dell'inverno: casa, schifezze e TV; peccato che la TV era completamente inutile visto che non funzionava.

Anne dopo qualche minuto gli portò la sua cioccolata calda che bevve velocemente e avidamente.

Poi la madre lo obbligò ad andare a letto e vi rimase per tutto il pomeriggio.

Harry venne svegliato verso sera da schiamazzi e risate. Non sapeva leggere l'ora così guardò fuori dalla finestra. Il sole era entrato quasi completamente nel mare e sprigionava un colore rosso acceso. Probabilmente erano le 21.00, quindi aveva dormito circa 7 ore.

Dopo essersi messo gli occhiali di riserva scese giù per vedere cosa fossero quei rumori.

Moltissimi ragazzi chiacchieravano e ridevano nel suo soggiorno intorno a sua sorella. I suoi genitori, abbracciati, li guardavano sorridendo. Era inquietante come cosa.

-Ecco Harry!- esclamò Zayn, il ragazzo che avevano incontrato il giorno prima.

Il riccio alzò la mano in segno di saluto.

Tutti i ragazzi gli si avvicinarono per accoglierlo e salutarlo lasciando sua sorella in disparte che lo guardava con odio e invidia.

-Harry, vieni! Ti presento gli altri!- esclamò Niall prendendolo a braccetto.

-Lui è Nick, è un po' il leader del gruppo, ma non glielo dire che sennò si monta la testa.- disse ridacchiando e indicando un ragazzo alto con la faccia da cavallo. Il ragazzo lo salutò con un semplice cenno di capo.

-Lei è Perrie, l'hai già vista, è la ragazza del bar!- disse indicando una ragazza dai capelli rosa che si avvicinò ad Harry e gli lasciò un bacio appiccicoso di lucidalabbra sulla guancia.

-Loro sono Ed, Olly e Josh .- disse lanciando un cuscino del divano per attirare la loro attenzione.

-Poi abbiamo Danielle che, come puoi chiaramente vedere, è la ragazza di Liam.- ridacchiò il biondo indicando la coppia che era intenta lasciarsi dolci baci sul divano.

-Grazie Niall della meravigliosa presentazione!- disse la ragazza riccia sarcasticamente staccandosi dal bacio.

-Figurati Dani!-

-Siete tantissimi!- esclamò Harry.

-Sì, è una piccola isoletta, noi ci conosciamo tutti e andiamo molto d'accordo, più o meno!- rise il ragazzo.

I ragazzi si sedettero sul divano e alcuni a terra, Harry invece si diresse in cucina per avere la sua cena. Dopo aver divorato tutto velocemente si alzò e si diresse verso i ragazzi che lo stavano aspettando.

Si sedette accanto a Liam che stava ascoltando distrattamente la conversazione guardando talvolta fuori dalla finestra da dove si intravedeva il faro.

-Liam, posso chiederti una cosa?- chiese Harry timidamente.

-Certo piccolo, dimmi!- rispose prestandogli attenzione.

-Volevo sapere... è stupido lo so... mh... mi piacerebbe sapere come.. come si chiama....-

-Louis. Si chiama Louis.-

-Il ragazzo del Faro?- chiese Harry allibito, Liam annuì.

-Come hai fatto a capire che parlavo di lui?-

-Non lo so! Sesto senso?- disse ridendo.

-E' che questa mattina mi ha salvato e quindi volevo solo sapere il suo nome, tutto qui!-

-Non è un problema, Harry. Louis è una persona speciale, non credere a chi ti dice il contrario! Non ha fatto niente di male!- disse sorridendo dolcemente.

-E allora perché...- provò a chiedere, ma fu interrotto dal ragazzo.

-C'è molta incomprensione e pregiudizio in questa isola, Harry.- detto questo si alzò e si sedette vicino a Zayn, come se non volesse più continuare il discorso.

Harry arrivò ad una conclusione: sarebbe riuscito a conoscere quel ragazzo misterioso dal nome dolce e francese.

-Ok, ora che siamo tutti, possiamo andare, che dite?- chiese Nick alzandosi in piedi dal divano.

Gli altri acconsentirono ridendo e scherzando tra loro.

Harry si avvicinò mestamente ai suoi genitori e chiese:

-Posso andare con loro?-

-Tu che dici Harold? Non ti è bastato il rimprovero di questa mattina? Ne vuoi uno davanti ai tuoi amici?- disse Des guardandolo severamente. -Sei in punizione Harry.-

-Dai Des, è solo un ragazzo, lascialo andare a divertirsi!- provò sua madre.

-No Anne. Deve iniziare a diventare adulto e a rispettare le regole. Non può sempre fare quello che vuole!- esclamò il marito.

Harry lasciò i genitori a discutere e lentamente si diresse verso i suoi amici in veranda.

-Dai Harry, andiamo o faremo tardi!- disse Zayn prendendolo per un braccio.

-Non posso, sono in punizione.- disse il ragazzo tristemente.

-Ma come in punizione?! Non sei neanche arrivato!- constatò Niall ridacchiando.

Harry alzò semplicemente le spalle sbuffando.

Dopo aver salutato gli amici tristemente andò in cucina e prese una merendina al cioccolato, poi tornò in veranda e si mise a mangiare seduto su un gradino osservando le tenui luci della notte.

Quando l'unica luce che riusciva e vedere rimase quella del Faro decise di tornare a casa. Rubò dalla credenza un'altra merendina, poi andò in camera sua e si preparò per dormire.

Quella notte non fu svegliato da nessun rumore molesto, sua sorella questa volta aveva fatto attenzione.


Angoletto
Ecco il secondo capitolo, che ne pensate? Fatemi sapere, mi fa piacere ricevere le vostre opinioni. :)
Avvertitemi se trovate errori, sono troppo stanca oggi e non ci sto molto con la testa, questa notte ho dormito meno di 3 ore. Maggio mi ucciderà. D:
Ora vado a studiare, tanto per cambiare. Ci sentiamo presto. :)
Baci, Somriure <3


 

  
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