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Autore: deborahdonato4    30/05/2015    12 recensioni
Dopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace.
Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assicurarsi il mantenimento.
Tra i due sorgerà amicizia o gli atteggiamenti contrastanti dei due semidei li faranno tenere a distanza?
Ps: Contiene spoiler dal Sangue dell'Olimpo
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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 Quando smise di ridere, Will si avvicinò a Nico, passandogli un braccio attorno alla vita, e provocandogli una scossa alla spina dorsale. Chiuse gli occhi, sentendo un disperato bisogno di baciarlo. Ma non lo fece. Doveva aspettare.
 Le dita di Will iniziarono a giocherellare con il piercing di Nico, che nel frattempo decise di circondargli la vita con le braccia, sperando che ciò non provocasse all'altro una difesa diretta all'unica parte coperta dall'asciugamano. Ma poi gli posò le labbra sulla spalla, riflettendo. Will lo aveva cambiato più di quanto potesse immaginare.
 «Quando te ne andrai, di nuovo?» gli sussurrò all'orecchio il figlio di Apollo.
 «Non ho più intenzione di andarmene.» lo rassicurò Nico, carezzandogli la schiena nuda. Forse era il caso di indossare qualcosa. Un pantalone. Una camicia di forza. Una cintura di castità.
 «Te ne andrai.» mormorò Will, senza guardarlo. «E mi spezzerai di nuovo. Quindi, per evitare, credo che sia il caso che tu te ne vada. O me ne andrò via io.»
 «Will, te lo giuro sullo Stige, io non me ne vado.»
 «Io sì.» Will si scostò da lui e lo guardò negli occhi. «Mi sono iscritto alla facoltà di medicina. Ho fatto l'esame di ammissione, e ho ottenuto il punteggio massimo. Inizierò a settembre. Tornerò al Campo Mezzosangue, certo, ma non più di un paio di giorni. Mia madre intende lasciarmi tornare a casa fino a quando non mi sarò laureato, e poi dovrò fare tre anni di specializzazione in ospedale, e io...»
 Nico gli posò le mani sulle guance e lo baciò. Will si scostò bruscamente.
 «Ti ho detto che...» borbottò, infastidito.
 «Will, per favore, fammi parlare.» disse Nico, posandogli le mani sulle spalle. «Non me ne andrò più via dal Campo Mezzosangue. Non tornerò negli Inferi, a meno che non sia strettamente necessario. E se tu frequenterai una facoltà di medicina in città, troverò un lavoro o qualcos'altro da fare, e verrò a vivere con te.»
 Il cuore di Will perse un battito quando si accorse che Nico credeva veramente a ciò che stava dicendo. «Non credo che mia madre né sarà molto felice.» si ritrovò a dire.
 «Non importa. Se non le vado a genio, troverò un appartamento, e sarai tu a venire a vivere con me. No, cioè, sarò io a venire a vivere con te, perché sono ancora minorenne e credo di non poter prendere una casa senza un tutore o cose simili.» Nico si fece pensieroso, poi scrollò le spalle. «Non importa. In qualche modo ce la faremo a vivere insieme. Io ti amo, Will Solace.»
 Il cuore di Will si fermò, poi riprese a battere più veloce, rischiando di scoppiare.
 «C-Come?» gracchiò Will. «Cosa hai detto?»
 «Io ti amo.» ripeté Nico, piuttosto calmo. Il cuore gli batteva così forte che dovette alzare il tono di voce. «Ti amo. Hai presente? Quel forte sentimento che ti fa perdere la testa per qualcuno, che ti fa vedere tutto a cuoricini, che ti fa pensare a lui tutto il giorno tutti i giorni?»
 Will batté le palpebre. Se non avesse visto le labbra di Nico muoversi assieme alle parole, non gli avrebbe creduto.
 Nico ridacchiò, arrossendo, leggendo la sua espressione. «Sì, fa strano sentire queste cose uscire dalla mia bocca. Però è così.» Il rossore si intensificò. «Ma è così. Io ti amo, Will, e non intendo lasciarti più.»
 Will ritrovò la voce. «E se tuo padre ti offrisse di diventare il suo nuovo sostituto negli Inferi? Se ti chiedesse di diventare il nuovo Signore dei Morti? Mi abbandoneresti. E io non posso più passare dieci mesi come quelli appena trascorsi. Tu mi distruggeresti, e non posso...»
 «Tu mi ami. Vero o falso?» citò Nico, piano, prendendogli le mani tra le sue.
 Will aveva la gola secca. «Vero.» sussurrò in risposta. Aveva letto il libro fino alla fine. «Ma...»
 «Ho parlato con mio padre, a questo proposito.» disse Nico, alzando la voce per sovrastare la sua. «Abbiamo avuto tempo per parlare, per conoscerci meglio, per fare piercing insieme. Di farci le trecce ai capelli no, perché li avevo già tagliati. Mi ha detto che un giorno gli piacerebbe molto se io prendessi il suo posto. Sono il suo unico figlio maschio.»
 «Visto?» disse Will. «Stai già...»
 Nico lo interruppe posandogli un dito sulla bocca e continuò.
 «Mi ha parlato di questo, di prendere il suo posto eccetera, e ha atteso la mia risposta. Che è stata no. Gli ho detto di no. E gli ho anche fatto notare che lui è immortale, e che ha la donna che ama al suo fianco. Io sono mortale, e non desidero nemmeno diventarlo. Ho passato troppo tempo in superficie, e lo 
preferisco agli Inferi.» Nico deglutì. «Ho anche aggiunto... che intendevo tornare qui, al Campo Mezzosangue. E che avrei fatto di tutto per farmi perdonare da te. Perché io non voglio vivere per sempre a badare alle anime dei morti. Io un giorno voglio morire, ma un giorno molto avanti con gli anni, quando sarò vecchio. E voglio morire con te al mio fianco, magari mentre mi baci, dopo aver passato una lunga vita insieme, a divertirci, a prendere in giro i nostri amici, a rivivere il passato con vecchie fotografie scolorite dal tempo. E desidero ardentemente aspettarti nei Campi Elisi - so che morirò prima io - e trovare un posticino tranquillo con il quale passare altro tempo in tua compagnia. E se vorrai reincarnarti, per me va benissimo. Faremo in modo di incontrarci anche in un'altra vita, di iniziare di nuovo ad amarci, di flirtare, e di evitare, magari, un altro pugno sul tuo viso quando mi bacerai per primo.»
 Nico cercò di concludere con un sorriso, ma non riuscì. Quella era stata la confessione più lunga che avesse mai fatto. Non aveva mai esposto così tanto i suoi sentimenti. Sentimenti che prima di allora non aveva mai posseduto. Sentimenti che avevano avuto dieci mesi per ingrandirsi, fargli dolere il cuore, infine esplodere.
 Aveva discusso con suo padre di tutto quello. Gli aveva detto di amare Will, che sarebbe tornato, che rifiutava il posto come signore degli Inferi. E anche la richiesta del padre di diventare immortale. Non voleva diventare immortale, con il rischio di perdere Will.
 Suo padre l'aveva capito. Non si era arrabbiato, come un tempo avrebbe fatto. Semplicemente lo aveva guardato negli occhi, e gli aveva chiesto di essere felice. E Nico si era ritrovato contento di voler esaudire quel suo desiderio.
 «Da-D'accordo.» balbettò Will. Le guance gli ardevano, e aveva gli occhi lucidi. Sperò di non mettersi a piangere, anche se era quello che voleva fare da quando aveva udito la voce del figlio di Ade alle sue spalle. «Io... d'accordo.»
 Nico sorrise e gli passò le dita tra i capelli.
 «Ti perdonerò.» mormorò Will, e ora sentì le lacrime sulle guance. «Anzi, ti ho già perdonato. Mi dispiace essere stato arrabbiato con te. E per aver minacciato di tirarti un calcio.»
 «Non ne parliamo più.»
 «Sì.» Will si asciugò in fretta le guance. Tra i due era il più grande, e frignava come un bambino. Ma non gli dispiacque. Le parole di Nico erano state sorprendenti. «Ti amo anch'io, Nico. E mi sta bene che tu muoia prima di me. A patto che io sia troppo rincoglionito per rendermene conto.»
 Nico scoppiò a ridere e lo abbracciò. Will lo strinse a sé, posando il volto sul suo petto e auscultando il battito del suo cuore. Era un momento perfetto. E se si fossero messi qualcosa addosso, meno imbarazzante. Il suo corpo aveva vita propria, ormai, da quando Nico gli aveva confessato di amarlo.
 E fu felice che anche Nico provasse lo stesso.
 «Ho un regalo per te.» mormorò Nico, sciogliendo l'abbraccio.
 «Un altro pollice?» borbottò Will, la fronte aggrottata.
 Nico sorrise. «È qualcosa di meglio. Molto meglio.» E uscì dal bagno.
 Will lo seguì titubante. Lo osservò mentre si avvicinava alla giacca e iniziava a frugarsi nelle tasche. Si sentì più rilassato. Se stava in una tasca, di sicuro non era un cranio umano.
 «È per te.» disse Nico, voltandosi verso di lui, la mano destra chiusa a pugno, le guance scarlatte. «Per chiederti scusa, e per prometterti che i prossimi giorni saranno migliori di quelli che hai appena trascorso.»
 Aprì la mano.
 Will rischiò di svenire.
 «No, dai.» farfugliò il figlio di Apollo, le ginocchia tremanti. «Hai quindici anni. Io ne ho diciotto. Avresti dovuto... lasciarlo fare a me. Un giorno.»
 «È solo una promessa.» disse Nico, rigirando l'anello tra le dita, e prendendo la mano di Will tra le sue. Glielo sistemò all'anulare destro. «E se un giorno vorrai regalarmene uno tu, e accompagnarlo da tue parole, giuro che lo accetterò. Di qualsiasi colore si tratti.»
 Will tenne gli occhi posati sull'anello a forma di teschio. Era molto simile a quello che Nico possedeva già da tempo. Ma questo era nero e oro.
 «E sappi che la risposta sarà sì.» sussurrò Nico, carezzandogli la guancia e abbassando le mani per posarle sulle sue. «Lo è ora, lo sarà domani, e lo sarà per sempre.»
 «Dici che tuo padre verrebbe al matrimonio?» chiese Will, cercando di scacciare le lacrime.
 «Solo se gli farai scegliere la forma della torta.» rispose Nico.
 Si avvicinarono di un altro passo, e si ritrovarono stretti l'uno nelle braccia dell'altro. Incontrarono le labbra, con urgenza. I dieci mesi di separazione svanirono, al contatto delle loro labbra. Nico affondò le dita tra i capelli di Will, e Will tastò i muscoli delle braccia di Nico, soffocando un gemito.
 La passione intendeva divorarli lentamente, riappropriandosi dei dieci mesi che aveva fatto soffrire entrambi. Ma quei mesi avevano permesso ad entrambi di crescere, di maturare, di focalizzarsi non solo sul presente, ma anche sul loro futuro insieme.
 Will spinse Nico sul letto e gli sedette in braccio. Gli passò le dita tra i capelli rasati, poi scese fino al petto, giocherellando con il piercing d'argento. Si allontanò dalle sue labbra a sufficienza per dirgli: «Prima del matrimonio, voglio che ti abbronzi.»
 «Sarà fatto.» mugugnò Nico, riprendendo a baciarlo.
 Will si divincolò e aggiunse: «E intendo farti vestire di bianco.»
 Nico smise di accarezzargli la schiena e lo osservò a lungo, poi scrollò le spalle. «Dopo aver indossato una camicia con pappagallini e noci di cocco, non credo che un completo bianco possa minacciare la mia sanità mentale.»
 Will rise, e lo baciò sul collo, dove sussurrò: «Ti amo, Nico di Angelo.»
 «Ti amo, Will Solace.»


FINE

Ciao a tutti! Con questo capitolo ho concluso la mia Solangelo! Vi ringrazio per tutte le recensioni fatte! Voglio solo aggiungere che in settimana comincerò a caricare il seguito, intitolato "Un gioco di luce in un mondo di tenebre". 
Un bacio, a presto, Debby
   
 
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