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Autore: Sami_    31/05/2015    6 recensioni
Scorci di vita Wolfstar, annegherete nel fluff... e nella cioccolata.
Ho scritto che è una raccolta di One-Shot ma potrebbe essere anche una mini-long intervallata, è in ordine cronologico.
That's the point:
Remus è gay, e non lo sa nessuno se non lui.
Sirius è gay e lo sanno tutti meno che lui e Remus, ma Remus è accecato dall'amore, capitelo.
James è alle prese con una Lily più-che-puntuta.
And now?! What's going on?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Slice of Wolfstar - What's going on?'
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<< Anche se non respiro e
Non mi vedo più
In un giorno qualunque
Dove non ci sei tu >>
Remus era a terra. Aveva gli occhi stanchi e fissi davanti a sé ma non stava guardando nulla. Remus non vedeva nulla.
I pantaloni strappati sulle ginocchia assecondavano la posizione delle gambe stanche di lui, ferme da ore. Ore, minuti, secondi.. Quanto era passato?
Non avrebbe saputo dirlo.
Sapeva di non aver più lacrime, perché Remus piangeva spesso ed evidentemente aveva espulso tutte le lacrime possibili in precedenza perché adesso era solo fermo. Nessuna lacrima a rigargli il viso scavato, nessun singhiozzo a scuotergli le spalle. Ed era strano, si disse, era davvero strano che non provasse nient’altro che vuoto. Non ansia, non tristezza, non odio, sentiva solo un’ immensa voragine al centro del petto che non gli permetteva di respirare. Si sentiva come risucchiato. Remus stava cadendo.. e cadeva.. cadeva.. cadeva senza trovare una fine, una luce, sarebbe andato bene anche un terribile brecciolino ad aspettarlo ma voleva arrivare da qualche parte. Tanto lo sapeva che si sarebbe schiantato di lì a poco e la pressione continuava a schiacciarlo tra il muro che gli veniva incontro, i mille suoli che immaginava e quello che stava aspettando di trovare.
Remus era sempre stato realista, lo sapeva che in un burrone ci sarebbe dovuta essere una fine, la fine peggiore che potesse ricevere e magari, questa volta, se ne sarebbe andato anche lui. Perché Remus si era scoperto egoista. Aveva capito di esserlo quando Lui se ne era andato, quando aveva passato il Velo ed era diventato nulla. Aveva abbracciato Harry per calmarlo.. Harry: povero piccolo, maturato troppo in fretta. Si era visto portare via l’ultimo componente della sua famiglia davanti ai suoi occhi e aveva urlato e Remus lo aveva tenuto stretto. Cosa c’era di egoista in questo? C’era che Remus aveva deciso di non combattere. Remus aveva chiesto di morire. Aveva chiesto di raggiungerlo anche se solo per riavere nell’al di là quel precario equilibrio che erano riusciti ad afferrare quando Lui era tornato da Azkaban. E Remus non aveva pensato ad Harry. Non aveva pensato ad Harry, a Voldemort, alla guerra, a niente e a nessuno. E si era sentito male eppure continuava a sperare, a desiderare, ad agoniare la morte. E quella si faceva attendere e non arrivava.
E Lui era lontano.

 
 
‘’ Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza;
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.’’
 
- Ommioddio Pads, smettila.. Smettila ti prego!
 
Remus faticava a trattenere le lacrime, le mani di Sirius ovunque e da nessuna parte e il biondo continuava a scalciare inutilmente.
 
- Allora ammettilo. Avanti. Te lo voglio sentir dire.
- Va bene, va bene. Tregua, ti prego, tregua. Sei un fotografo fantastico e farò il tuo modello per tutto il tempo che vorrai e se sarà necessario fare ritratti di altre persone sarò così dedito al mio lavoro che non mi laverò i capelli per un mese prima di interpretare Snape. Lo giuro.
Ma Sirius aveva già smesso di fargli il solletico all’inizio di uno dei poemi di Remus da un solo respiro.
- Com’è semplice ottenere le cose.
Aveva detto il moro spostandosi i capelli da davanti al viso legandoli in una coda scomposta giusto per non farli andare sul volto di Remus, facendo passare le sue mosse come atto di vanità.
- Quando finisci di acconciarti i capelli come una femmina puoi anche scollarti di dosso, grazie.
- Tu.. cosa.. io.. femmina!?
 Questa volta Remus era stato più sveglio e aveva ribaltato le posizioni in meno di mezzo secondo.
- Hai ragione, scusa..
Un bacio a fior di labbra che aveva lasciato Sirius spaesato in attesa di riceverne altri.
- Volevo dire femminuccia.
- REMUS JOHN LUPIN.
E Remus correva via mentre un Sirius alle prese coi vestiti troppo lunghi e col mantello dell’invisibilità di Prongs che li aveva nascosti,  lo rincorreva fino ad arrivare sulle rive del Lago Nero dove era riuscito a saltare in braccio a Remus, o per  meglio dire, dove era riuscito a placcarlo.

 
“ Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono. ”
“ Sono con te.”
Remus aveva creduto di essere impazzito. Si era guardato intorno spaesato alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, di un fantasma. Ma la stanza era vuota come quand’era entrato ed in penombra e al centro troneggiava il Velo come sempre statico ed imponente. Nessuna mutazione. Nessuno aveva parlato. Eppure Remus l’aveva sentito, era certo che Lui gli stesse parlando.
- Sirius?
Aveva solo sussurrato, un fremito ed il cuore quasi fermo.
- Sto impazzendo, Sirius voglio venire da te. Voglio essere con te Sirius. Voglio restare insieme a te.
  “ Io non ci credo che tu non ci sei più..
Tu, io non ci credo che tu non ci sei più.”
Sirius era cavalcioni su Remus ed entrambi ridevano affannati.
- Rem.
- Si?
- Cosa succederà dopo tutto questo?
- Beh.. Non lo so.. Tu cosa vorresti fare?
- Restare così. Con te.
- Con me? E dove?
- Non lo so, dovunque.
- Beh.. sì. Cioè ok. Nel senso.. va bene. Per me.. Per  te?
- Giuramelo.
- Io.. Si.. Certo. Quindi lo vuoi.. Sul serio?
- Sì.
- Però.. Solo che.. Io giurerò ma tu.. Tu promettimi che mi sarai sempre accanto.
“ Puoi prendere per la coda una cometa
E girando per l’universo te ne vai
Puoi raggiungere forse adesso la tua meta
Quel mondo diverso che non trovavi mai. ”
Remus aveva poggiato la testa sulla colonna del velo. Gocce luccicanti nella penombra della stanza cadevano copiose a bagnargli i pantaloni strappati e le ginocchia nude.
- Me l’avevi promesso. Me l’avevi promesso..
La rabbia si stava facendo spazio nelle infinite vie che Remus percorreva dentro di sé e che si mischiavano tra di loro. Ed il pianto si era tramutato in singhiozzi trattenuti, in gemiti nervosi. Perché era così testardo? Perché era voluto andare a dare una mano dopo tutte le avvertenze, il dolore, la paura e poi.. e poi il coraggio. Lui non avrebbe mai potuto accettare di non combattere. Si sarebbe sentito sporco, vigliacco, inutile più di quanto non si sentisse già. E Remus era così arrabbiato, perché non era stato in grado di fermarlo, perché forse non ci aveva provato abbastanza, forse aveva permesso a Lui di farsi di nuovo strada, di entrargli dentro come era stato prima, forse non si era opposto abbastanza perché alla fine di tutto non gli sarebbe dispiaciuto combattere di nuovo insieme e battersi per il bene comune, forse se lui fosse stato un po’ più tenace e non avesse lasciato stare, non gli avesse concesso di tornare completamente nella sua vita, di rimettere in piedi i suoi sogni, di curare quello che rimaneva dell’uomo che un tempo aveva amato, di farlo ridere di nuovo, di aiutarlo a ricordare i momenti, le sensazioni, gli odori, a ricordargli di lui, di loro .. forse.. forse..
“ Paranormale
Giuro che non ero lo stesso,
Che ti vedo e non ti riesco a toccare. (..)
Ore a pensare
Se era un’illusione o
Il riflesso di un’ustione che non posso portare
Ma io non ci credo che tu non ci sei più.. tu.”
 - Vieni andiamo alla Shrieking Shack, dobbiamo fare una cosa.
-  Adesso?
- Si adesso cucciolino, muoviti.
- Sirius: Non  Chiamarmi  Così.
- Mmmmhh, come la prendi sul personaaaale..
Sirius era di fronte a Remus con lo sguardo più serio e deciso che il biondo avesse mai visto su due occhi grigi.
- Sirius che ci stiamo a fare qui?
- Beh, dobbiamo fare il giuramento.
- Cioè?
Gli occhi di Sirius brillarono e tirò fuori un coltellino.
- Un.. un.. patto di sangue? Si può sapere perché sei un purosangue di una famiglia nobile e ti piacciono le cose trash babbane?
- E’ tutto molto più realistico così, che gusto c’è sennò!?
- Ah, scusa hai ragione, tagliarmi il braccio si che sarà realistico e divertente.
- Infatti, quello che pensavo anch’io. E comunque non taglieremo il braccio.
- Senti taglia dove devi basta che ti sbrighi.. Non ci posso credere.
Sirius prese il braccio di Remus che lo guardava tra le fessure delle sue dita poste a coprirgli il volto.
Gli aprì il palmo della mano e stese il mignolo di Remus.
- Io, Sirius Black, giuro solennemente .. No Remus. Se non vuoi, se devi fare così non ci riesco. Non voglio sia una tortura per te.. deve essere importante e ci devi credere anche tu.
Sirius aveva lasciato la mano di Remus il quale aveva percepito la delusione del moro. Aveva abbandonato lungo il corpo la mano che gli copriva il viso e con l’altra aveva spostato una ciocca dei capelli di Sirius sfuggita alla coda. Gli aveva alzato il mento.
- Guardami, Sirius... Non c’è cosa più importante.
Poi si era avvicinato a lui, aveva preso il suo braccio e portato la mano di lui sul suo petto; aveva preso il coltellino e mentre faceva un taglio sulla parte davanti del mignolo di Sirius, diceva il suo giuramento.
Diede un bacio poco sopra la ferita di Sirius.
- Raccogli una goccia e mettila qui.
Remus si fece passare la piccola fiala e lasciò che il sangue di Sirius vi corresse dentro.
Poi Sirius prese la mano di Remus e fece gli stessi procedimenti facendo un taglio nella parte opposta alla sua, quella del palmo.
- Io, Sirius Black,  giuro solennemente di restarti accanto qualsiasi cosa accada, per sempre.
Poi prese la fiala e nella stessa raccolse il sangue di Remus,  poi la tenne con sé ed il biondo non disse nulla. Probabilmente quella fiala sarebbe stato di monito più a Sirius che a lui.
“ I’m gonna stay right here by your side,
Do my best to keep you satisfied,
Nothing in the world could drive me away,
Cause everyday you’ll hear me say:
Baby, I’m yours.
Remus aveva fatto scivolare la sua mano sul muro della colonna fin sotto di sé, e poi l’aveva vista. La sua cicatrice era ancora lì, all’interno del suo palmo. Forse tra tutte era la più piccola eppure era quella che significava di più. Sirius a dicembre di quell’anno nella sua vecchia stanza a Grimmauld Place gli aveva dato la fiala.
“ Quando sarà il momento di aprirla, lo saprai. Te la regalo, è tua. ”
E Remus non aveva compreso le sue parole fino a quel momento. Quel momento era esattamente quando intendeva Sirius. Remus si smaterializzò nella sua casa, prese la fiala e si rimaterializzò di fronte al Velo. Aprì la fiala.
- Cosa devo fare?
Poi qualcosa nel sangue scuro luccicò.
- Un ricordo? Sirius cosa..?
Aveva infilato la bacchetta nella fiala e fatto levitare il suo contenuto di fronte a sé. Ecco cos’era rimasto di due giovani amanti. Ecco cosa era rimasto di Sirius. Ed era per lui. Il suo amore era per lui. L’essenza di Sirius era per lui. E glielo stava dimostrando, che gli sarebbe rimasto sempre accanto. Lui era lì. Non era un monito, non era il sigillo di un giuramento, era il giuramento stesso, era la prova che l’aveva mantenuto. Poi il filamento del ricordo in mezzo al sangue aveva fluttuato fino a posarsi sulla barriera del Velo, e si era aperto. E Remus aveva ripercorso pezzi della sua vita, di quella di Sirius, aveva visto i pensieri di Sirius ad Azkaban, rivissuto i momenti in cui la paura che l’altro fosse il traditore era percepibile da chiunque, visto ancora l’amore e l’odio che si erano buttati contro e che avevano condiviso e poi aveva riconosciuto il viso di Sirius nel velo quando il ricordo era finito
.
“ Sono con te. ”
 
Sami’s corner:
Siamo arrivate alla fine. Lascio a voi commenti ed impressioni. Ora specificherò alcune cose che potreste chiedermi per ulteriori chiarimenti come al solito nelle recensioni.. Le parti spostate con un carattere diverso sono tutte canzoni, se volete sapere quali basta chiedere; le parti in corsivo sono flashback in realtà sarebbe una sola sequenza che ho scaglionato in corrispondenza della trama attuale che è quella scritta normalmente. Il Velo funge da Pensatoio, ho sempre creduto che tutte le persone che finivano così in quella specie di limbo diventavano pensiero, ricordo, e che questo potesse essere mostrato. Alla fine di tutto i miei cucciolini si ameranno per sempre e lascio a voi farvi un idea se Sirius riesce effettivamente a parlargli dal Velo o se Remus è impazzito ed è tutto nella sua mente.. Nel frattempo anche se credo si sia capito vi dico che Remus è tornato nella stanza dopo che tutto è finito perché non è riuscito a sfogarsi etc.. con Harry davanti e tutto il mondo che lotta e insomma lo sapete che è uno che riflette sulle cose. Ieri sera hanno fatto HP 3 che ve lo dico a fare? Ero una fontana. Chi crede che Wolfstar non sia canon ha bisogno di leggere il terzo libro e di vedere il film.. non menzioniamo il quinto che credo di aver già dato con questo capitolo la mia idea di Wolfstar su quel libro ( e film ). Che altro dire? Vi sono grata per essermi stata accanto anche se non ho mantenuto troppo fede all’introduzione della storia, anche se ho cambiato 89298 stili nello scrivere, e se non ho rispettato il progetto iniziale di situazioni divertenti ed imbarazzanti.. Ma lo sapete che hanno due personalità così intense e profonde che mi è stato impossibile mantenere la leggerezza considerato tutto.. ( guerra, omosessualità, l’Ordine, Voldemort, amici, famiglia.. ) spero non siate rimaste deluse e ci tenevo a ringraziarvi anche per essere stata accanto a me in prima persona che insomma è meglio che mi do ad altre arti piuttosto che alla scrittura e ce ne siamo rese conto, ma era per condividere quello che credo, quello che provo, e voi mi avete capita in ogni sfumatura ed angolo che ho tentato di celare. Quindi grazie, davvero.
PS: Grazie anche per aver sopportato i miei amatissimi ps.
PPS: Un ringraziamento speciale a Martina perché anche se deve leggere ancora tutti i capitoli mi è stata vicina mentre li scrivevo in tutto ciò che ho elencato sopra, e poi perché esiste dovrebbe essere una motivazione sufficiente. E poi a Federica – sì, ho un’amica che si chiama come me, non mi sto auto lodando.- perché se non lo faccio mi picchia, perché pure se non le frega nulla della Wolfstar si è letta tutti i capitoli ed ha anche recensito solo perché sa che tengo alla sua opinione, e perché quando piango e non sa che fare è sempre lì pronta a farmi rientrare le lacrime che sia a parolacce, ad urli, o a cullate di braccia.
 
 
 
Grazie, Federica.
  
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