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Autore: Ulvinne    01/06/2015    5 recensioni
Un tempo i draghi dominavano il mondo.
Terribili signori e padroni di ciò che li circondava, riuscirono a ridurre tutti gli altri esseri viventi in schiavitù, governando con la loro ferocia e la loro voce.
Ma un giorno,finalmente, qualcuno si fece avanti per fermare questa tirannia: il Sangue di Drago, colui che da loro servitore divenne il loro carnefice e riportò la libertà nel mondo. Senza pietà affrontò i draghi e, uno per uno, li distrusse. La sua eredità camminò nei secoli attraverso il sangue dei Prescelti degli dei, finché le leggendarie creature si estinsero.
E con i draghi sparì anche lui, l'eroe, il Sangue di Drago.
Le sue imprese divennero racconti, i racconti divennero canti, i canti divennero leggende.
E la gente finì per considerare i Draghi ed il Sangue di Drago solo una storia.
Ma cosa succede quando la storia torna, più vendicativa che mai?
Cosa succede quando la più antica eredità di Skyrim ti viene offerta?
Semplice: puoi solo accettarla.
Note: attenzione, il titolo è lo stesso, ma la storia è cambiata. Mi sono resa conto che proprio non andava e l'ho modificata. Spero che così vi piaccia :)
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter XXXII
The wolf and the Dark
 
La mano del costrutto si precipitò contro di me, e non sapendo cosa fare agii d'istinto, ricorrendo al potere che fino a quel momento non avevo sfruttato affatto.
-FUS RO DAH!- le parole del potere si trasformarono in una corrente che investì in pieno il centurione nanico, ma non ottenni niente da quella potenza, se non il risultato di farlo indietreggiare goffamente di un paio di passi, facendo tremare la terra ogni volta che un piede di metallo toccava la pietra.
L'impotenza della ligua draconica davanti a quel colosso non fece altro che aumentare il mio sgomento. Con un brutto rumore metallico, il centurione tornò ad avvicinarsi ed io e Baeron ci allontanammo il più possibile, totalmente incapaci di capire come buttare giù un mostro del genere, incapace di sentire dolore o fatica.
-Dobbiamo uscire da questa trappola!
-No, dobbiamo buttare giù la trappola, è diverso! E DANNATAMENTE IMPOSSIBILE!- gridai in tutta risposta a Baeron, mentre prendevo l'arco e caricavo una freccia.
L'arma rubata a quelle creature era molto più rozza, esteticamente parlando, ma era dotata di una potenza ed un'elasticità che superavano di gran lunga il mio arco in legno e gran parte di quelli che avevo maneggiato in superficie, e la freccia fischiò con potenza verso il costrutto...
Ma non appena toccò l'armatura del centurione, si limitò a rimbalzare con un piccolo tonfo metallico che la fece deviare altrove. Il tutto senza il minimo risultato.
-Cosa credevi di fare?! È un costrutto di tre metri!
-Hai altre idee?- replicai a Baeron, che subito iniziò a caricare un incantesimo elettrico nella mano destra.
Non ottenne niente di diverso: l'incantesimo al massimo abbozzò leggermente l'armatura del centurione, ma questo non sembrò danneggiarlo minimamente e l'unica cosa che ottenne fu la sua attenzione.
Il colosso iniziò a trascinarsi verso Baeron, che indietreggiò bruscamente cercando di allontanarsi dalla sua ampia portata.
-Dobbiamo trovare il nucleo!- urlò Baeron, ed io lo guardai strana.
-Il che?!
-Il coso luminoso che lo fa funzionare, va bene!?
-Non trattarmi come fossi una deficiente!
-TI PARE IL MOMENT...- il mago fu costretto a gettarsi di lato per evitare che il poderoso piede lo schiacciasse, ma perse la presa sulla spada. Istintivamente lasciai cadere l'arco e presi la mia spada, stringendola, poi mi morsi il labbro e di nuovo fui costretta ad usare il potere della voce.
-WULD!- data la corta distanza usai solo la prima parola del potere, ma lo scatto che mi portò in avanti non fu per questo meno potente. Cavalcai rapidamente quella corrente inesistente prima del mio richiamo e sollevai la lama puntando proprio alla giuntura del ginocchio.
La lama penetrò nel metallo più fino rispetto al resto dell'armatura, e sentii chiaramente parte della struttura cedere. La lama si incastrò e la gamba del centurione cedette, facendolo finire in ginocchio. Le giunture erano l'unico punto non protetto del tutto da quell'armatura di metallo bronzeo, se avessimo voluto distruggerlo avremmo dovuto farlo a pezzi.
Sbilanciata, la creatura allungò una mano verso di me per cercare di colpirmi ed io indietreggiai per evitare di finire colpita, ma non riuscii a scansarmi del tutto. Mi ritrovai a ruzzolare all'indietro priva della spada, dolorante ma almeno non ferita.
Mi sollevai con braccia tremanti e scossi la testa per riprendermi, e nel mentre vidi Baeron recuperare la spada, mentre la mia era ancora incastrata nel ginocchio del costrutto, che si rimise in piedi con movimenti lenti e scattosi.
-Iris...
-Sto bene, dobbiamo assolutamente mettere fuori uso questa cosa!
-Hai qualche idea?- il mago si avvicinò a me.
-Devo recuperare la spada.- dissi, mentre il gigante si avvicinava a noi trascinando la gamba fuori uso per metà -E poi dobbiamo trovare quel noclio...
-Nucleo.
-Quella cosa che impedirà a quell'affare di UCCIDERCI!- ringhiai.
Il centurione iniziò ad avvicinarsi a noi, ma arrivato ad un paio di metri si fermò.
-Si è...disattivato?
-Non credo proprio, attenta!- l'essere sollevò il busto metallico e girò la testa verso di noi e una nuvola di fumo ci venne gettata addosso.
Era solo fumo, eppure di riflesso ci scansammo e fu una fortuna. Infatti, nel sentire la nebbia sfiorarmi le braccia, percepii un forte dolore e l'odore di bruciato al sinistro.
Quando mi guardai, avevo la pelle ustionata.
-Oh, per Shor...- strinsi i denti e cercai Baeron con lo sguardo.
Lo trovai steso a terra, doveva essersi buttato di lato esattamente come me per evitare l'attacco. Iniziò subito a caricare una magia nella mano sinistra, una luce bianca che oramai avevo imparato a riconoscere come un incanto di difesa...e l'attimo dopo una seconda ondata di fumo bollente dal centurione lo investì in pieno, celandolo alla vista.
Il cuore perse un battito.
-NO!- gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
All'improvviso mi sentii perduta, quella sostanza era stata capace di ustionarmi la pelle con un semplice sfiorarmi, cosa poteva essere accaduto a Baeron, se non...?
Scossi la testa: non riuscivo nemmeno a formulare l'idea che potesse essere morto in quella nebbia fatale, ma non riuscivo nemmeno a pensare diversamente. Sentii il respiro venire a mancare, così come le forze per alzarmi. La sola idea di aver perso Baeron, per di più così rapidamente, bastò per mandarmi in totale smarrimento...
-Iris, dietro di me, presto!- vederlo comparire da quella nebbia grigia fu improvviso ed inaspettato, tanto da farmi sobbalzare e, al tempo stesso, farmi provare un profondo sollievo.
-Allora stai bene!- esclamai di riflesso, incredibilmente sollevata.
Il mago aveva infatti i vestiti bruciacchiati e qualche lieve ustione sulle braccia ed una sul viso, ma la barriera magica che aveva eretto in tempo doveva averlo salvato dal morire bruciato.
-Ringrazia i miei trucchetti.- replicò con un sorrisetto soddisfatto, poi si mise avanti a me, la mano tesa in avanti per mantenere la protezione azzurrina che l'aveva salvato dalla morte del fuoco -Questa può proteggerci da quel maledetto fumo, ma per quanto riguarda i colpi non ne reggerà uno, è troppo forte.
-Se colpiamo alle gambe potremmo rallentarlo.
-Dovremmo staccarle o danneggiarle come hai fatto te. Quell'affare non sente dolore, dobbiamo menomarlo del tutto.
-Oppure trovare il necleo...e non provare a correggermi, o ti tappo la bocca!
-E' inopportuno chiederti come?
-TI AMMAZZO!- l'ennesimo getto di fumo, e di nuovo fummo costretti a separarci.
Baeron caricò una scarica elettrica più potente delle altre, tanto che quando la liberò per dirigerla verso il centurione, il mago cadde all'indietro. La saetta sfrecciò verso il braccio della macchina, tra le giunture, e con un rumore spiacevole l'arto del costrutto cadde a terra, del tutto inutilizzabile.
-Quello era un bel colpo!- esclamai.
-Miravo alla testa.- ammise il mio compagno, affaticato -Ma devo ancora lavorar...- si zittì e vidi i suoi occhi illuminarsi -Iris, guarda!- esclamò, indicandomi la cavità dove il braccio della creatura era stata rimossa.
-Cosa?
-La luce rossa, la luce che ne esce!- sì, effettivamente la vedevo, semplicemente non l'avevo considerata, molto più preoccupata nell'affrontare la grossa creatura che si stava avvicinando -Il nucleo deve trovarsi poco più giù! Dobbiamo puntare al cuore.
-Originale.- commentai, prima di essere costretta a gettarmi di lato per evitare di venir schiacciata dal braccio sano del centurione.
Avevamo localizzato il nucleo, ma il problema ora era un altro: come accidenti avremmo fatto a trapassare la corazza metallica del centurione e danneggiarlo?
-Dannati Dwemer e le loro invenzioni....- mormorai, guardandomi intorno, poi l'attenzione cadde sulla gigantesca balestra che stava lì a prendere polvere -...- alternai lo sguardo tra la creatura e l'oggetto, ed approfittando del fatto che fosse impegnata a cercare di colpire Baeron, ben protetto dalle sue barriere, corsi verso di essa.
-Cerca di tenerlo su quel punto!- gridai.
Baeron ebbe un colpo di genio, indietreggiò fino alla parete e quando il centurione cercò di colpirlo, si scansò di scatto. Il grosso braccio metallico che avrebbe dovuto schiacciarlo colpì una serie di tubi e vi rimase incastrato, rimanendo perfettamente scoperto con il torace.
-Perfetto, perfetto!- ero frenetica.
La grossa balestra era situata su un piedistallo rotondo in grado di girare, per questo iniziai a spingere perché girasse verso il mio bersaglio, ma anche con la mia forza di licantropo non fu facile: il metallo doveva essere arrugginito, in parte, e cigolò in maniera rumorosa ed inquietante, poi mi piazzai sopra la piattaforma e feci forza per poter regolare l'altezza, stringendo i denti per la fatica: stavo praticamente sudando, anche a causa dell'ansia.
-Iris, muoviti!- esclamò Baeron, vedendo che il costrutto cercava di liberarsi.
-Ci sto provando, ci sto provando!- esclamai, cercando di regolare l'arma, ma era difficile perché non avevo mai usato una balestra e in più questa qui era vecchia oltre che pesante.
-Iris!- il costrutto diede un altro strattone.
-ORA!- tirai la leva che fece partire il dardo.
Rapidamente l'oggetto infranse l'aria con un fischio, precipitandosi verso il busto della macchina, ma con nostro profondo orrore quello si liberò a cadde appena in avanti a causa della mancanza di equilibrio e degli arti danneggiati. Il dardo gli portò via la testa di scatto, decapitandolo e facendolo barcollare.
-Oh, mannaggio a quello straccione di T...- non feci nemmeno in tempo a finire la mia sentita imprecazione che la macchina si diresse ancora verso di noi.
Anche senza testa era perfettamente in grado di funzionare, probabilmente finché non avessimo distrutto il nucleo, avrebbe continuato a combattere fino alla fine, incapace di sentire dolore e fatica a differenza nostra.
-E' finita...- mormorò Baeron, ma io rifiutavo di arrendermi e ringhiai rabbiosamente.
-Decido io quando è finita, e finché quell'ammasso di metallo non stramazzerà al suolo non sarà finita!- gridai, e la mia voce rimbombò nella stanza.
Dovevo studiare un altro piano, ma la mia mente si rifiutava di collaborare ed il mostro si avvicinava.
-Oh, Kyne, dammi un segno, ti prego! Qualcosa!- pensai, disperata, e gettai un'occhiata a Baeron, pronto a caricare nuovi incantesimi, ma era ferito e per di più stanco a causa della magicka che doveva essere quasi esaurita. Dovevo trovare un modo per riuscire a distruggere quell'affare e spegnere quella macchina per sempre, o non saremmo più usciti da quelle dannatissime rovine.
Tornai a guardare il centurione senza testa, che avanzando verso di noi acquistava un'aria ancor più terribile.
Ma forse...
-Baeron, ce la fai a tenerlo impegnato un'ultima volta?- domandai.
-Purché sia quella buona.- replicò con la sua classica,lieve ironia, ma lo sguardo si mantenne incredibilmente serio, come avevo supposto doveva essere al limite -Che hai in mente?
-Fagli scendere le scale e prega ogni cosa che ti passa per la testa.- mi guardò decisamente preoccupato, e sentii un moto di frustrazione crescere in me -Ti prego, ho bisogno che ti fidi di me, non fallirò, stavolta.- strinse le labbra e sospirò, negli occhi una luce cupa e fremente.
-Hai la mia vita, Iris.- ci separammo.
Il mago riuscì ad attirare l'attenzione del centurione, che per stargli dietro e cercare di colpirlo gli caracollò appresso, scendendo le scale di pietra con l'intenzione di schiacciarlo, ma ancora una volta la barriera resse e Baeron indietreggiò lungo la porta da cui eravamo entrati, oramai bloccata.
Io ero proprio in cima alle scale, ed il costrutto poco sotto di me.
-Iris, sei saltata da una torre in testa ad un drago, puoi fare anche questo.- mi dissi, mentre abbandonata la spada stringevo in mano l'arco ed una freccia.
Deglutii, non potevo sbagliare o saremmo morti entrambi.
Perciò saltai non appena la macchina Dwemer mi passò sotto ed atterrai con poca grazia proprio sulla sua schiena robusta e metallica.
-Cazzo!- rischiai di scivolare quando barcollò sotto il mio assalto a causa degli arti danneggiati, e prima che potesse sollevare il braccio sano per afferrarmi, tesi la corda e scoccai mirando proprio al nucleo posizionato dentro il centurione, la cui luce rosso sangue era quasi accecante a quella vicinanza.
La freccia lo colpì in pieno, grazie anche alla distanza ravvicinata, e poco dopo la macchina si immobilizzò. Ci fu un attimo di stasi ed il centurione cadde a terra, mentre io sfruttai la sua caduta per saltare lontano ed evitare di finire schiacciata.
Ci fu un brutto rumore, come se l'intera struttura metallica delle rovine dovesse cadere, e si sollevò un nuvolone di polvere che accolse la caduta del guardiano.
Avevamo vinto ed eravamo vivi.
Ansimai pesantemente, stringendo a me l'arma che tante volte mi aveva salvato la vita, e per un po' il mio respiro e quello di Baeron furono gli unici rumori, poi mi lasciai cadere a terra.
-Dei...oh, non ci credo, ce l'abbiamo fatta...- mormorai, ridacchiando quasi istericamente, esausta e con la faccia nella polvere -Ce l'abbiamo fatta...- continuavo a ripetere, mentre da lontano il volto inanimato del centurione mi osservava senza vedermi davvero.
Avevo diverse ustioni sulle braccia e mi facevano male, ma ero viva. E anche Baeron, per quanto stanco e ferito. Feci forza per alzarmi e lo raggiunsi. L'uomo era scivolato lungo la parete e stava prendendo profondi respiri, probabilmente rilasciando la tensione accumulata nello scontro, ma quando si girò verso di me ridacchiò.
-Tu sei pazza...
-E non ne sono mai stata così fiera.- ribattei, chinandomi accanto a lui -Come stai?- gli chiesi, più seria.
-Posso sopravvivere...- controllò nella bisaccia -Ma mi è rimasta una sola pozione di magika. Quanto credi che manchi per arrivare alla Pergamena?- mi chiese, ma io scossi la testa.
-Non lo so...- ammisi, sospirando pesantemente,poi gettai un'occhiata alle scale, ricordandomi di quella piattaforma vista in fondo alla sala, prima che il centurione ci attaccasse -Ma spero non molto. E spero di non trovare un altro di questi cosi.
-Perché non hai usato il potere della Voce?- mi chiese allora il Mago, sollevandosi con fatica.
-Perché è faticoso.- spiegai -Più parole uso, più tempo ci vuole perché io possa usarle di nuovo. La Voce mi spinge ad usare tutta la mia energia, ed il mio corpo ne risente.- mi umettai le labbra e sollevai lo sguardo verso il soffitto di pietra -E questa discesa mi sta consumando...voglio uscire da qui.
-Lo vogliamo entrambi.- ammise Baeron, poi fece un cenno con la mano di porgergli un braccio -Vieni, ti curo le ustioni.
-No.- ribattei, poi iniziai ad allontanarmi -Non sappiamo cosa ci attende, potremmo averne bisogno in seguito.
-Sono estese e dolorose.
-Anche le tue.- ribattei, poi indurii il mio sguardo -Non sono un normale essere umano, Baeron. Probabilmente sono più resistente di tutte le tue protezioni messe insieme.- aggiunsi con involontaria arroganza, ma il mago non ribatté.
-Lo so...tu sei il Dovahkiin, dopotutto.- e chinò lo sguardo, pensieroso.
-Cosa c'è?
-Niente.- mi fece cenno di avanzare -Andiamo, voglio prendere quella dannata Pergamena.- stanca e frustrata, misi da parte la mia curiosità per risalire le scale e dirigermi verso la piattaforma che avevo visto prima.
Anche questa era stata costruita e lavorata con maestria grazie a quel metallo rosso che costruiva le rovine ed i suoi abitanti artificiali, e notai che presentava un foro dalla forma rotonda, perfetta per la sfera che mi aveva consegnato Signus.
-È ancora intatta?- mi chiese Baeron dopo avergli fato notare quel particolare.
-Speralo, o dovremmo restare qui per un bel po'.- ribattei, cupa, e non riuscii a trattenere un sospiro di sollievo quando la trovai intera -Prega Shor che non sia un'altra delle loro trappole.- e con il fiato trattenuto, posizionai l'oggetto.
Indietreggiammo di qualche passo mentre tutti gli ingranaggi della piattaforma si mettevano in funzione, sollevando piccoli sbuffi di vapore e creando un rumore che, nella sua vena metallica, risultò armonico.
-Mh?- mi accorsi infatti che, a dispetto del suo volume particolarmente alto per le mie orecchie sensibili, i meccanismi si attivavano in una sequenza tale da creare un'armonia fluida ed antica, che schiuse i suoi segreti facendo rientrare le sporgenze quanto bastava per mostrare una rampa di scale in pietra, più impolverate che mai. Poi la sfera venne “sputata” fuori dal suo buco, rotolò fino ai miei piedi e tutto tornò in silenzio.
-Beh, non potevamo sperare di meglio.- ammisi, raccogliendo l'oggetto, poi guardai il mio compagno -Sei pronto?
-ho forse altra scelta?- ribatté, la stanchezza più viva che mai sul suo volto, e mi resi conto che questa non era la sua missione, ma la mia. Lui mi stava semplicemente evitando metà del peso.
-Lo so che non conterà molto, ma...mi dispiace.
-Per cosa?
-Per averti trascinato fin qui. È...più pericoloso di quel che potessi immaginare e rischiamo di non farcela. Io devo farlo, ma tu avresti potuto rimanere in superficie e...- mi interruppi quando il mago mi prese il mento per farmi voltare verso di lui. Si chinò su di me e per un attimo credetti che volesse baciarmi di nuovo, come aveva fatto qualche ora prima, ma con mia sorpresa si limitò a gettarmi un'occhiata severa e dura.
-Iris, tu stai sottovalutando la mia volontà e sopravvalutando il tuo ascendente su di me: tu non mi hai trascinato qui giù. Io sono venuto volontariamente. Non sono un ragazzino, ho del tutto potere sulle mie decisioni. Io ho scelto di scendere qui giù e correre tutti i rischi, non hai scelto per me.- deglutii, sentendomi all'improvviso stupida e più presuntuosa che mai -Quindi non usarmi per caricare ulteriormente la tua anima di fardelli, Sangue di Drago. Sono perfettamente consapevole di rischiare la vita, ma lo faccio perché credo ne valga la pena e perché credo nella tua missione.- detto questo mi lasciò il mento e si allontanò, lasciando in me un misto di delusione e sollievo per quel bacio mancato.
 
Una volta scese le scale, Black Reach si palesò ai nostri occhi, e capimmo subito il perché di quel nome: la città dei Dwemer sorgeva su un terreno brullo e nero come la pece, e l'unica fonte di illuminazione era data da grandi funghi e piante che parevano splendere di una luce propria e bluastra che rendeva l'atmosfera del luogo quasi surreale e pacata...fin troppo, ovviamente. Il gorgogliare di un fiume era amplificato dall'eco del sottosuolo, rendendolo alle mie orecchie potente come una marcia di tamburi, e per ora era l'unico rumore presente in quella città fantasma. Le costruzioni non erano diverse da quelle incontrate fino ad ora, pietra e metallo, metallo e pietra, ma sembravano del tutto inabitate.
 
kunro angaar
 
Continuavo, nella mia mente, a ripetermi quelle parole che la Pergamena mi aveva comunicato, criptica e sussurrante come sempre, e mi guardai intorno.
-Una Torre di luce...- mormorai, guardando quelle rovine dormienti e minacciose al tempo stesso -Non dovrebbe essere troppo difficile. Qui dentro non c'è niente che sia particolarmente luminoso.
-Questo forse comporterà una maggiore difficoltà a superare gli ostacoli che ci separano da esso.
-Non mi sento meglio, sai?- feci notare a Baeron dopo la sua spiegazione, e quello sbuffò appena.
-Neanche io, se questo può consolarti.- mi morsi il labbro e poi gli feci cenno di incamminarci.
-Andiamo, sento che siamo vicini.- mormorai, e fu un sollievo che Baeron non fece domande, perché non avrei saputo spiegare quella sensazione di urgenza che andava crescendo in me, frenetica.
Iniziamo quindi a girare per la città nera, e fu con orrore che mi accorsi della presenza di quella specie di elfi bianchi armate di spade, scudi ed archi, intenti a controllare il perimetro di quella che sembrava una specie di cittadella fortificata composta da un paio di piani e, al centro di essa, un'alta torre che splendeva come un obelisco oscuro contro la luce di una gigantesca fonte di luce che pendeva dal soffitto, uno strano materiale lucido che da lontano inquadrai come vetro.
Capii immediatamente che quello era il nostro obiettivo, ed anche Baeron stando al sospiro che si lasciò sfuggire.
-Immagino che tra tutti gli edifici abbandonati e poco sorvegliati della zona, la Pergamena si trovi nell'unico dove pascolano quegli elfi, vero?- ignorando il verbo più adatto agli animali, decisamente condito da un pizzico di razzismo Nord, annuii.
-La Torre di Luce. Credo non ce ne sia una più splendente, cercando in tutto Blackreach.- mi incupii -Voglio solo quella dannata Pergamena ed uscire da qui.- sospirai -Voglio solo che tutto finisca...- aggiunsi, poi strinsi le labbra e guardai il mago -Cerchiamo di mantenere un approccio furtivo, sono troppi.- l'uomo annuì e si concentrò.
Poco dopo, una strana luce scura si avvolse intorno ai piedi di entrambi.
-Che cos'è?- chiesi, diffidente come un animale selvatico.
-Qualcosa che renderà il nostro passo più silenzioso del soffio di Sithis.- ribatté, poi fece un cenno verso la torre -Fai strada, ti copro le spalle.
 
Ci chiudemmo la porta della torre alle spalle e potemmo tirare l'ennesimo sospiro di momentaneo sollievo.
-Pullula...pullula di quei cosi, qua dentro!- sussurrò Baeron, poi gettò un'occhiata alla porta oramai chiusa -Almeno non ci hanno visto.
-No, ma troveranno il cadavere del compagno e si insospettiranno.- mormorai, ripensando al Falmer che avevamo ucciso prima che potesse dare l'allarme ai simili che si aggiravano per la cittadella, poi deglutii -Andiamo a...
 
Vis hi fraan zey, Dovahkiin?
 
Mi bloccai ed un sorriso mi solcò le labbra.
Sollevai lo sguardo verso la grande scalinata a chiocciola di cui non riuscivo a vedere la fine, se non una porticina scavata nella pietra che doveva portare all'Antica Pergamena.
-Siamo vicini!- esclamai, poi tesi al massimo i miei sensi, udito ed olfatto, ma non trovai tracce di creature vive -Non sento niente, nemmeno lo zampettare di quei ragni, stavolta. Ma non abbassiamo la guardia.
-Vuoi che vada avanti?- chiese Baeron -Posso tenere attiva la barriera, in modo da proteggerci dagli assalti frontali e tu puoi coprirmi le spalle.
-Quanta magika ti resta?- lo sentii digrignare i denti, e rispose con uno sbuffo.
-Meno di quanto vorrei.
-Allora vado io. Resta dietro di me.
-E se c'è qualcosa, lì sopra?
-Ne riparleremo, in quel caso.- e dopo questa sarcastica uscita avanzai.
A differenza della prima volta che avevo sognato la Pergamena, avanzai con cautela, stringendo l'arco e tenendo la freccia incoccata, poi arrivai proprio al limite delle scale, quanto bastava per celarmi ancora ad eventuali nemici.
-Pronti...- inspirai profondamente e saltai sulla piattaforma, freccia tesa e guardia alta, ma non trovai nessuno.
A parte io e Baeron, la torre era vuota, lasciata al proprio destino.
-Iris?
-Va tutto bene.- mormorai, abbassando l'arco, poi alzai lo sguardo.
C'era uno strano meccanismo di metallo e strane superfici che ricordavano il vetro, o magari un altro materiale più prezioso, e sembravano disposti in ordine casuale, ma della Pergamena nessuna traccia.
-Ed ora?- mi chiesi, e Baeron mi sfiorò il braccio, indicandomi un'altra, ben più piccola, rampa di scale che conduceva ad una specie di struttura sopraelevata, che dominava il resto della piattaforma dall'alto.
-Ricordi cosa ha detto Signus? La Sfera ed il Cubo. Forse lì troveremo qualcosa in grado di guidarci.- mi morsi il labbro ed annuii, ancora colpita ed un po' invidiosa della sua capacità di analizzare e ricordare, oltre che della sua istruzione molto superiore alla mia, poi mi avvicinai.
Mi trovai davanti a piccole colonne di metallo, dalla punta rotonda. Erano cinque, e sopra a quelli agli estremi c'erano due gemme luminose incastonate all'interno. Dei pulsanti.
Presi dalla bisaccia la Sfera ed il Cubo.
-Ed ora?- ci mettemmo ad esaminare quel meccanismo, finché fu ancora il mago a farmi notare la piccola apertura rotonda.
-La Sfera, Iris. Prova ad inserirla.- pregando gli Aedra di non far scattare qualche trappola, lo feci. Subito dalla sfera, seguendo il percorso delle incisioni, partirono piccole luci che resero l'oggetto pieno di ghirigori luminosi che si espansero, accompagnati di nuovo dalla musica. Una musica un po' metallica, fine, ma estremamente piacevole e semplice da memorizzare, una nenia che accompagnò lo spuntare di una sesta colonna dall'incavo vuoto e quadrato.
Poi, tutto si fermò e la musica sparì in un lento echeggiare.
-Ancora la musica...- mormorai, poi vidi l'incavo quadrato e guardai il Cubo -La sfera accorda...- mi avvicinai e non appena misi il Cubo nel foro, l'oggetto parve quasi venir spinto di forza lì. Subito i ghirigori di luci azzurre investirono anche lui e sulle tre colonne prive di gemme si crearono delle piccole aperture che rivelarono la loro presenza anche su di esse. Poi il silenzio.
Niente.
-...- espirai dalle narici, contrariata -E ora?- Baeron si avvicinò, esaminando le gemme sopra le colonne.
-Sembrano pulsanti.- notò.
-Mh?- mi avvicinai ed osservai attentamente le piccole gemme -Hai ragione.- ammisi, poi mi morsi le labbra -Sai cosa farò, vero?
-Non sarà qualcosa di prudente, senza dubbio.
-Prudenza è il mio secondo nome, Baeron, non dirmi che non te l'avevo detto!- e con quest'ultima punta di sarcasmo allungai la mano verso uno dei pulsanti.
Trattenni il fiato...ma a parte un suono leggero, come una nota di flauto, ma più metallica, non accadde nulla.
-Non era quello.- mormorai -Ma almeno non è scattata nessuna trappola.
-Ne mancano ancora cinque, dolcezza, non canterei vittoria troppo presto.- replicò, e mio malgrado fui costretta a dargli ragione.
-Tanto per cambiare, non abbiamo altra scelta.- gli feci notare, poi mi avvicinai al pulsante centrale e lo premetti.
Di nuovo, un suono più basso e nulla più.
Guardai Baeron, ma sembrava basito quanto me.
-Ma davvero?
-Non capisco nemmeno io.- ammise.
A quel punto, prememmo rapidamente gli altri pulsanti, ma a parte delle note non ottenemmo niente, nessuna Pergamena si mostrò a noi.
-Iris, forse abbiamo sbagliato.
-Non è possibile. Io...io sento che è qui. La Pergamena è un manufatto legato ai Draghi, Baeron, e posso sentirla, come...- sospirai -Non so spiegartelo. Ma fidati di me, ancora una volta.- premetti le labbra l'una contro l'altra -Ti prego...
L'uomo sospirò.
-Io mi fido di te, Iris. Io mi fido sempre di te.- replicò, quasi arrendevole -Ma siamo qui sotto da...non so, ho perso il conto. Il punto è che quel pazzo di Signus non ci ha detto nulla a come approcciarci una volta qui. Lui...- mi persi il resto del discorso.
A sentir nominare l'instabile studioso, fui colta da una sensazione di trionfo e timore. Sapevo cosa fare, o almeno credevo di saperlo, ma sperai che le sue parole fossero corrette e soprattutto sensate.
-Sì che ce l'ha detto.- replicai in un sussurro, ed il mago si zittì -Ce l'ha detto eccome!- esclamai, euforica, poi indicai il Cubo -Il Cubo incide...e la Sfera accorda. La Sfera ci ha permesso di aprire il passaggio prima, e la Sfera ha emesso una musica quando l'ho posizionata!- ero euforica ed emozionata, sentivo di aver trovato la soluzione.
-Ma quindi...
-...se ricreiamo la melodia della Sfera allora la troveremo! Troveremo la Pergamena!- non lo lasciai finire, travolgendolo nel mio entusiasmo.
Lo vidi spalancare gli occhi.
-Sì...sì, ha senso.- annuì, poi mi sorrise -Dai, proviamo.- ricreare la piccola melodia non fu difficile.
Il vero ostacolo era infatti arrivare alla Torre e inoltre i pulsanti da provare pochi, quindi trovammo la sequenza, e stavolta accadde.
Il meccanismo in metallo e vetro iniziò a cigolare, a spostarsi lentamente, dalle pareti si allontanarono due specchi e il soffitto della torre di aprì, catturando la luce artificiale dell'esterno, fino a creare un vero e proprio cono di luce che illuminò il centro della stanza. E lentamente dal pavimento si levò uno scranno di pietra dove, in un'arrugginita teca di metallo Dwemer c'era lei, l'Antica Pergamena, in una custodia di pelle.
Era fatta.
Ero così contenta che quasi mi veniva da piangere, e di nuovo guardai Baeron.
-Eccola, è lì! Per la barba di Shor, è davvero lei!- e senza aspettare mi avvicinai.
Una volta lì, sotto il cono di luce, mi sentii incredibilmente in soggezione. Quel manufatto era vecchio come il tempo, anche più dei draghi, ed io stavo per toccarlo con le mie mani, mani di una mercenaria, di una contadina, di una Bestia.
Mi sentii incredibilmente piccola ed indegna, non capivo perché non riuscivo ad allungare le mani dopo tutto quel viaggio per averla.
-Iris?- la voce di Baeron mi riscosse ed iniziai ad allungare le mani, lentamente, temendo quasi di rompere l'oggetto, che da vicino si rivelò decisamente più grande del previsto, una quarantina di centimetri in altezza, impossibile da tenere nella bisaccia.
-Ce l'ho.- mormorai, poi la guardai -La fisserò sulla schiena.- dissi, poi mi sfilai l'arco e lo tenni nella mano destra -Andiamo, voglio uscire da qui.- e in quel momento, tutto iniziò a tremare.
Lo sapevo...era stato tutto troppo, dannatamente Facile!
-Ma porc...!
-Bestemmierai fuori di qui, andiamo!- e afferrandomi la mano, Baeron mi trascinò lungo le scale.
-Aspetta, non possiamo correre così, una volta fuori...
-Una volta fuori correremo, prima o poi dovremo seminarli!- replicò.
E davvero, iniziò la nostra fuga.
Una manciata di caotici minuti di corsa. Sentivo le grida degli elfi bianchi e persino le loro scariche elettriche sfiorarmi la testa e persino uno di quei centurioni si attivò ed inizio ad inseguirci. Il peso della pergamena sulla mia schiena si fece quasi insopportabile, ma non osavo lamentarmi. Tutto quello che potevo fare era stringere furiosamente la mano di Baeron, che non mi lasciò mai.
-non possiamo scappare in eterno!- urlai, rabbrividendo quando una freccia mi sfiorò la nuca -Dobbiamo uscire da qui!
-Dove?- mi guardai intorno.
Dalle torri dei Dwemer si riversavano fuori altri di quegli esseri. Ci inseguivano e non ci avrebbero permesso di andarcene. Ma doveva, doveva esserci una via di fuga che ci avrebbe permesso di tornare verso l'esterno.
 
Bo zau...
 
Quando sentii la voce della Pergamena riempirmi la testa, per l'ennesima volta, sentii anche un brivido correre lungo la mia schiena, e per un attimo la sensazione di portarmi appresso un essere Vivo mi fece rabbrividire. Ma ancora una volta decisi di fidarmi di quella strana entità che aveva voluto che la trovassi e che voleva la portassi in superficie.
Sentivo che, in fondo, non mi avrebbe tradita perché le servivo.
-Guarda!- esclamò Baeron, e mi indicò una delle tante torri, ma seguendola con lo sguardo mi accorsi che non finiva, che la costruzione pareva bucare il soffitto roccioso, verso l'esterno -E' un'uscita!- esclamò, e sentii la sua voce tremare di sollievo.
-Come fai ad esserne sicuro?
-DEVE esserlo!- ringhiai sommessamente, troppo stanca e disperata per ribattere, e finalmente raggiungemmo quella torre. Un semplice cancello, una piattaforma ed una leva al centro, ecco cosa trovammo. Era un ascensore.
-Corri, Iris!- con un ultimo spasmo percorsi gli ultimi due metri, ma un attimo prima di mettere piede sulla superficie di pietra sentii un dolore lancinante alla spalla ed il mio grido di dolore si mescolò al ringhio della Bestia -Iris!- caddi a terra, affondando la faccia in quella terra nera e che sapeva di zolfo e muffa, sollevando lo sguardo quando vidi del rosso sporcarla.
Era sangue. La freccia di quegli esseri mi aveva trapassato la spalla.
-B-baeron...l-la...Pergamena...- sussurrai a denti stretti, non riuscendo a sollevarmi. Ero così stanca che il peso del manufatto si stava rivelando fatale.
-Non arrenderti ora, dannazione!- sentii le braccia del mago sollevarmi, e lo aiutai come potei mentre i passi del centurione facevano vibrare il pavimento e le grida ferine di quelle creature festeggiavano la vittoria di vedermi a terra.
Ancora una volta il mio istinto di sopravvivenza si rivelò disperatamente forte. Mi sollevai in ginocchio e ringhiai di frustrazione, ma non ce l'avrei mai fatta senza Baeron a guidarmi Mi appoggiai alla parete.
-T-tira la leva...- sussurrai, accasciandomi a terra.
Mi sentivo debole...troppo debole.
L'uomo si avvicinò, ma la leva era rimasta immobile da troppi anni, e non riuscì a spostarla.
-B-baeron, tira quella leva!- esclamai a denti stretti.
-Non posso, è bloccata.- lo sentivo sudare per la paura mentre le creature erano vicine, accomunate a noi da una devastante scarica di adrenalina -Non riesco a spostarla!
-D-devi farlo!- urlai, e mi accorsi che non riuscivo a sollevarmi.
Ero come intorpidita.
-M-ma cosa...?- osservai di nuovo la mia spalla, attirata da un leggero odore di erbe che si mescolava, discreto, a quello rugginoso del sangue -Veleno...è avvelenata.- sollevai con fatica un braccio ed afferrai la freccia, estraendola con un ringhio. La punta fortunatamente venne via, e lì l'odore di erbe era ancora più forte, confermando la mia ipotesi.
GRAAAAAARWL!
Erano vicini, troppo vicini. Potevo vedere le loro mani ossute cercare di passare il cancello, così come potevo vedere il centurione posizionarsi davanti alla porta e tirare indietro il capo inespressivo, mentre Baeron cercava ancora di sbloccare la leva.
Eravamo in trappola, stavamo per morire bruciati!
-BAERON!
-AAH!- e con un un grido frustrato l'uomo si gettò di peso contro la leva, tirandola.
Il meccanismo scattò e un attimo dopo che i nostri inseguitori erano spariti dalla visuale sentii le grida di dolore di quelle creature, accompagnate da un pungente odore di carne bruciata.
La salita cominciò, mai abbastanza rapidamente, ma eravamo vivi, ce l'avevamo fatta.
-Iris...c-ce l'abbiamo fatta! S-siamo salvi.- sorrisi, ma non riuscivo a muovermi.
La scarica di adrenalina doveva aver diffuso il veleno più rapidamente del previsto, e le mie braccia pendevano inermi.
-Iris...?- Baeron si chinò su di me -Oh, merda...
-V-veleno...- mormorai debolmente, poi cercai di alzarmi, ma il massimo che riuscii fu di portare le braccia in grembo -L-la freccia...
-Calma, non ti agitare. Ora ti curo...
-N-no...devi...la Pergamena. D-dobbiamo...- mi feci ancora più debole e la testa iniziò a girare -Devi andare da Signus...e poi dai Barbagrigia.- mi davo per spacciata.
Se stavo per morire, dovevo essere sicura che qualcuno avrebbe terminato la mia missione, o tutto sarebbe stato vano.
-Sta' zitta e non dire assurdità.- mi zittì, poi mi prese il viso tra le mani.
Mi specchiai nei suoi occhi arrossati e lucidi, nel suo viso pallido e ferito, nell'espressione che tradiva stanchezza, frustrazione e rabbia. Quell'uomo era stato segnato da quell'esperienza in quelle rovine, esattamente come me.
Ero contenta di averlo al mio fianco.
-Guardami, Iris...- disse, poi sollevò lo sguardo.
Non lo imitai.
-Siamo vicini alla superficie ed è giorno. Fosse l'ultima cosa che faccio, io ti curerò.- sorrisi -E' una promessa.- e con quelle ultime parole il mondo si fece pesante e scuro.
Persi i sensi.
 
-Sei sicuro che se la caverà?
In un primo momento, le voci mi giunsero ovattate e non riuscii a riconoscere il suo proprietario.
-Spero non stia pensando che non posso curare un semplice avvelenamento, ragazzo. È elementare come...-
-D'accordo, sei stato chiaro. Spera solo che le tue parole siano seguiti dai fatti, vecchio.
-Credevo che l'insopportabile tra i due fosse la ragazza, ma a quanto pare mi sbagliavo.- in risposta, sentii Baeron ringhiare sommessamente e l'uomo sobbalzare, ma quando parlò non abbandonò il tono deciso -In ogni caso, si risveglierà a momenti.
-Bene. E allora tu avrai il tuo Dizionario.- finalmente aprii gli occhi.
Il soffitto era bianco e c'era del legno marcio, così come c'era un forte odore di muffa a dispetto dell'aria fredda, pungente persino per il mio sangue Nord. Capii subito dove mi trovavo.
-S-siete...rumorosi...- mormorai, ancora stordita, e subito vidi il volto di Baeron entrare nella mia visuale, il volto appena pallido e cosparso di leggere rughe dovute alla preoccupazione.
-Per Shor, mi hai fatto preoccupare...- ammise, allungando una mano per carezzarmi il viso, e subito dopo fu la voce del vecchio ad attirare la mia attenzione.
-Questo perché sottovaluti le mie abilità, ragazzo. Ora ti sembrerò solo un vecchio pazzo, ma sono stato un docente dell'Accademia.- gli ricordò con una punta di orgoglio malcelato. Sollevai il busto e mi accorsi che mi trovavo nell'unico giaciglio della stanza.
-Sei un tipo che riserva molte sorprese.- dichiarai, gettando un'occhiata a Signus, poi a Baeron -Dagli quello che ha chiesto.- il mago mi guardò confuso ed il vecchio sembrò riprendere nuova vita in quelle decrepite ossa, fremente.
-Sì, dammi quel che ho chiesto!
-Ma Iris...
-Ci ha aiutato a trovare la Pergamena e mi ha curato.- gli feci notare, e Signus annuì rapidamente, negli occhi neri una scintilla famelica che mi fece pentire subito dopo della mia scelta onorevole ma azzardata.
-Sì, vi ho aiutato a...
-Non c'è bisogno che ripeti tutto quello che dico.- quando mi alzai, mi accorsi che le gambe erano intorpidite e che la pesantezza dovuta al veleno non era sparita -Avrai quello che hai chiesto.- Signus sorrise trionfante e guardò Baeron che stringeva ancora il sacco, ma che alla fine sbuffò e glielo porse con reticenza.
Subito le dita scheletriche dell'uomo lo artigliarono.
-Bene...ora che la ragazza è a posto potete andare.- disse, dandoci le spalle mentre frugava nel sacco e già perso nei meandri della sua avidità, e ciò fece indignare Baeron.
-Ma sei pazzo? Si è appena...
-Lascia stare.- interruppi il mio compagno, allungando una mano per zittirlo, poi lo guardai negli occhi -Andiamo via.- strinse le labbra, ma infastidita dalla sua reticenza sostenni il suo sguardo e alla fine annuì.
-Sta bene.- recuperai tutti i miei averi più la Pergamena e mi girai verso il vecchio -Grazie per l'aiuto.- dissi, mentre la strana e sgradevole sensazione di pericolo continuava a crescere in me, facendomi formicolare la nuca.
-Sì sì, prego...- mormorò quello, che rigirava il Dizionario tra le dita, ed a quel punto capii che era inutile restare e con Baeron ci dirigemmo all'esterno.
-Non è stata una buona idea.- mi fece notare -Non sappiamo cosa c'è oltre quella porta.- sospirai.
-Lo so. Ma che scelta abbiamo?
-Ucciderlo.
-Ci ha aiutato a trovare la Pergamena e mi ha salvato la vita.- gli feci notare.
-Questo non cambia il fatto che resti un pazzo instabile.
-Non tolgo vite agli innocenti, Baeron, e finché ci sarò io non lo farai nemmeno t...- e in quel momento, la terra tremò e sentii un rumore di esplosione dietro di me. Mi girai di scatto con il cuore in gola e vidi dei fasci di luce provenire dal rifugio appena abbandonato.
-Oh, no!- esclamai, poi sia io che Baeron riprendemmo a correre verso il rifugio -SIGNUS!- urlai.
Quando scostammo la scardinata porta di legno notammo che non c'era alcun segno di danno che mi sarei aspettata di trovare visto che c'era appena stata un'esplosione, e quindi mi costrinsi ad entrare.
-Signus...?- tesi l'orecchio.
-Lo senti?
-No.- tirai su con il naso -Ma sento odore di bruciato.- ci facemmo forza e scendemmo nell'antro. Non trovammo Signus, ma la porta Dwemer che per secoli era rimasta sigillata, era spalancata. Inspirai profondamente ed avanzammo.
-Signus?- l'odore di bruciato si faceva sempre più forte e decisi di tirar fuori la spada. Dal momento in cui fui davanti alla porta, sentii una sorta di formicolio farsi sempre più forte ed intollerabile: c'era qualcosa di estremamente pericoloso lì, ma non riuscivo a percepire cosa mai potesse essere.
-Iris, non andare.- mi disse Baeron -Non ci riguarda, quel vecchio non...
-Se c'è qualcosa di pericoloso intendo occuparmene subito.- ribattei.
-Sei debole.
-Meno di quanto credi.- avanzai oltre la porta trattenendo il fiato e liberandolo solo quando non successe nulla, ma bloccai Baeron non appena lo vidi avanzare -Resta fuori, se succede qualcosa devi portare l'Antica Pergamena a Hrothgar Alto.
-Stai scherzando?- ricambiai il suo sguardo pungente con uno estremamente serio ed indebolito a causa della convalescenza.
-Mai stata più seria, Baeron. Ti prego, fai come ti dico.- deglutii e mi girai verso la stanza che, fatta eccezione per un piedistallo ed un libro era del tutto vuota -Sign...?- il nome del vecchio morì in gola quando mi accorsi del mucchietto di polvere ancora fumante ai piedi del piedistallo -...- trattenni il fiato e cercai disperatamente con gli occhi la figura di quel fragile ed instabile vecchio, ma alla fine la mia teoria si rivelò esatta.
La fonte di quell'esplosione l'aveva ucciso, e tutto ciò che rimaneva di Septimus Signus giaceva ai miei piedi, fonte del forte odore di bruciato che regnava nell'antro di ghiaccio e metallo Dwemer.
-L'hai trovato?- non mi girai verso Baeron, gli occhi inchiodati a quel mucchietto di polvere che fino a pochi minuti prima era una persona.
-Quel che ne resta.- ribattei amaramente, poi mi accorsi del libro.
Doveva essere vecchissimo a giudicare dalle pagine ingiallite e dall'aria consumata che sembrava tenerlo insieme a fatica, tanto che un soffio di vento l'avrebbe distrutto. La copertina di base era in cuoio, ma toppe di diversa stoffa, dimensione e colore erano state cucite insieme per rafforzarla. Niente di più vecchio e banale, eppure sentii uno strano brivido percorrermi la schiena e farmi alzare la guardia.
Che cos'era quel libro?
Inclinai il capo e cercai di fare due più due: Septimus Signus l'aveva toccato? L'aveva letto ed era stato polverizzato? O forse non era riuscito nemmeno a sfiorarne le pagine prima di diventare polvere? E da cosa, soprattutto? Quell'oggetto era pericoloso e non doveva essere toccato, lo sapevo, eppure sentivo un irrefrenabile desiderio di aprirlo e scoprire cosa c'era scritto. Non sono mai stata una studiosa, ma in quel momento non riuscii a trovarlo innaturale o strano. Era un bisogno forte che mi fece allungare la mano tremante, stavo quasi per sfiorarne la pagina quando qualcosa in me scattò.
Sentii due occhi gialli dardeggiare su di me ed un ringhio fortissimo di minaccioso avvertimento scoppiarmi in testa e spaventata da quell'ondata di sensazioni che Hircine volle mandarmi tramite la Bestia ringhiante e stranamente spaventata, indietreggiai.
Il barlume di un grosso lupo con gli occhi gialli che aveva dominato nella mia mente era stato come una secchiata d'acqua gelida che mi aveva permesso di tornare in me ed evitare qualcosa di estremamente dannoso, ne ero certa, così ritirai la mano.
-E' morto...possiamo andare.- dissi, e sentii Baeron sospirare.
-Trovato qua...?- si interruppe e, stranita, mi girai a guardarlo.
-Cosa c'è?- mi accorsi che era immobile, la bocca aperta in una parola spezzata ed un passo teso all'avanzata, così come la mano, ma Baeron era perfettamente immobile come se l'avessero congelato.
Eppure non c'era traccia di magia, né percepivo altre figure oltre noi due.
-Baeron, cosa...?- mossi qualche passo verso di lui, ma qualcosa si sovrappose.
Un varco si aprì dal nulla, un varco nero come la pece che mi fece gridare di sorpresa ed indietreggiare bruscamente fino alla parete.
Inorridii quando vidi dei tentacoli verdastri uscire fuori da quel varco nero, insieme ad una serie di occhi gialli e privi di pupilla che si guardavano intorno pigri e bramosi. Non era umano, non era animale, non era nemmeno un drago. Era qualcosa di disgustoso che non avevo mai visto e che fece ringhiare la Bestia terrorizzata.
Tremavo e sentii gli occhi bruciare mentre le zanne sporgevano per ringhiare in un vano tentativo di liberarsi di quella presenza: ero una Figlia di Hircine, cosa poteva far tremare il mio spirito del lupo a tal punto?
Restai ad osservare immobile quella...cosa, non avrei saputo come definirla, e non osai nemmeno respirare troppo rapidamente, non sapendo che cosa aspettarmi. Cercai di prendere l'arco sulla schiena, ma la fitta di dolore alla spalla trapassata mi impedì di sollevare il braccio e gemetti di dolore. Fu allora che quel disgustoso frammento di tenebra spostò tutti i suoi occhi su di me, spalancandoli. Poche volte ho provato paura e disagio come quando gli occhi gialli del mostro si posarono sulla mia figura tremante e rabbiosa.
-Vieni più vicina...inchinati alla mia presenza.- una voce cavernosa e rauca si espanse per l'antro, ma non mi mossi.
-Chi sei?- gli domandai con la voce contratta dal tentativo di tenere a freno la Bestia.
Era come se non fossi più io a controllarla o istigarla con le mie emozioni, ma qualcun altro. Non ero io che stavo cercando di difendermi.
-Mh...- quell'essere non aveva lineamenti, né corpo o bocca, eppure sono sicura che stesse sorridendo in quel momento -Sono Hermaeus Mora...- sibilò -Signore della memoria, del vissuto, conoscitore del Non Conosciuto, scrutatore di Misteri.- impallidii e la mano che reggeva la spalla strinse la presa.
Mi trovavo davanti ad un Daedra, uno dei più oscuri e potenti. Nella mia vita avevo combattuto gli spettri di Hircine, probabilmente subito le angherie di Sheogorath e persino ottenuto il misterioso benestare di Nocturnal, ma mai e poi mai mi ero ritrovata davanti ai diretti interessati e non sapevo cosa fare. Una parte di me avrebbe dato qualsiasi cosa perché se ne andasse, un'altra voleva attaccarlo senza ritegno e infine un'altra ancora voleva assolutamente che continuasse a parlare. Ma come porsi con il signore della Memoria senza correre il rischio di diventare cenere come il mio pazzo aiutante?
-Ti ho osservato, mortale.- cominciò, poi quella massa nera iniziò ad avvicinarsi, ma non appena si mosse sentii una scarica di rabbia provenire dalla Bestia che mi spinse a chinarmi in avanti con la schiena e ringhiare ferocemente, del tutto fuori controllo per quella scarica di paura che mi passò, istigata da qualcosa di incomprensibile e potente, ed il Daedra si fermò, più per curiosità che per paura -E...credo di iniziare a capire perché Hircine ti tenga così stretta.- la sensazione di rabbia estranea non si placò, ma si mescolò ad una strana sensazione di impotenza.
Che fosse davvero Hircine a guidare la mia difesa così ferina e violenta?
-Cosa vuoi?
-Sono impressionato. Hai aiutato Signus nonostante la sua natura...obsoleta. Mi ha servito bene, ma il suo tempo era giunto.- spalancai gli occhi, incredula di come potesse parlare di una vita troncata come fosse una pezza sporca ed inutile e restai ad ascoltarlo, prigioniera delle catene della paura e della rabbia -Septimus è stato un buon anello, una chiave di ammirevole utilità per fare in modo che il mondo lo conoscesse di nuovo...ma era debole. Un corpo debole ed oramai divorato dal tempo, come accade a tutti i mortali. Una volta che la porta Dwemer si è aperta, la sua utilità era terminata ed ora...tu sarai il mio nuovo emissario. Cosa dici?
-Dico che non ti servirò mai!- ribattei con veemenza, disgustata dalla sola idea di poter avere a che fare di nuovo con un daedra e soprattutto QUEL Daedra, che dal profondo abisso agitò pigramente i tentacoli e parlò con la sua voce melliflua e profonda.
-Ma l'hai già fatto.- spalancai gli occhi -Hai attraversato le rovine e sei tornata esattamente dove volevo che tornassi. Al mio tesoro più prezioso. Sei già il mio campione, in fondo...basta solo che accetti la cosa. Apri il lib...
-NO!- ringhiai con tutta la forza che avevo in corpo e sentii i muscoli gonfiarsi come le vene del collo tanta era la rabbia di Hircine.
Per un attimo temetti che pur di dare addosso al suo ambiguo fratello mi avrebbe fatta trasformare, la sola idea mi spaventò come un cucciolo tanto che non riuscii a trattenere un guaito che venne accolto dallo stesso lupo con sufficienza. In quel momento non ero niente di più che un animale braccato e spaventato, mosso in parte da qualcosa che non ero io a provare.
-Non ti servirò...mai. Non aprirò...quel libro.- un moto di rabbia del Daedra rese l'aria soffocante e fredda, come se una lastra di ghiaccio mi stringesse la gola, e sentii il respiro mancare.
-Chi è che parla, mortale? Tu...o Hircine?- respirai con affanno, cercando di rimanere lucida e gestire la situazione, ma non era facile.
In quegli anni in cui avevo accettato il Dono del Cacciatore non era mai capitato di dover fare i conti con il suo controllo. Avevo creduto il Lupo uno spirito a sé, libero e legato solo a se stesso, ma in quel momento capii che il legame con il Daedra era più forte di quanto pensassi e che in quegli anni lui si era limitato a lasciare il laccio che ci teneva uniti semplicemente più lento, e non sciolto.
Era terribile.
-Non intendo...d-diventare come Signus. N-non...non ti servirò.- sussurrai, ed in quel momento sentii la Bestia compiacersi mentre Hermaeus Mora restava in silenzio, pensieroso e forse arrabbiato.
-Stai attenta.- mi avvertì, e sentii la minaccia sempre più forte e pressante, imminente -Molti altri prima di te mi hanno rifiutato, ma li ho ghermiti tutti.- tremai -Non mi scapperai per sempre, Sangue di Drago o meno...e nemmeno Hircine potrà influenzare la tua scelta, allora.- e con un ultimo ringhio rabbioso non mio i tentacoli verdastri si ritirarono nell'abisso e gli occhi si chiusero. Sparirono, lasciandomi finalmente sola e spaventata come poche volte in vita mia.
-...cosa?- in quel momento il tempo riprese il suo corso e Baeron si sbloccò.
Non risposi, ancora preda delle riflessioni su ciò che avevo vissuto e capito, e restai ferma contro la parete ghiacciata.
-Iris...?- sollevai lo sguardo su Baeron, sentendo gli occhi bruciare non per la Bestia, ma per le lacrime.
-Ho sbagliato tutto, Baeron...- mormorai, le mani affondate nella carne delle braccia.
Sollevai lo sguardo e mi sentii fragile ed impotente.
Ero il Sangue di Drago ed ero un giocattolo nelle mani di un Daedra.
-Ho sbagliato tutto.
 
Note dell'Autrice
Finalmente.
Finalmente!!! non ho altro da dire xD
Anche se con tempi giurassici ci sono u.u ed ecco a voi un nuovo capitolo appena sfornato. Finalmente la Pergamena si trova tra le mani di Iris e lei può tornare da Paarthurnax e apprendere finalmente Squarcio del Drago. Maaaa i problemi non finiscono mai, assolutamente. Nell'ultima parte i Daedra ci mettono ancora lo zampino (o il tentacolo, brrr...) e qui ecco arrivare un'altra delle mie modifiche. Nella mia testa la Bestia è strettamente vincolata ad Hircine come i levrieri al cacciatore, ho voluto rendere il Daedra più invadente e decisamente più “ehi, tu credi di poter fare quel che vuoi, ma 'er capoccia sono io.” Eeeee...anche questa mini faida tra lui e Mora. Insomma, dopotutto i Daedra sono capricciosi e vogliono circuire i mortali, ci sta che tra loro si litighino le anime, soprattutto se una è quella del Dovahkiin. Insomma, ecco qui y.y fatemi sapere, nel mentre grazie sempre e comunque ad Afep che si legge tutto con infinita pazienza. Grazie a tutti quelli che continuano a leggere e seguire nonostante i tempi infiniti xD
Lady Phoenix
 
Dizionario draconico:
kunro angaar: la torre di luce.
Vis hi fraan zey, dovahkiin?: puoi sentirmi, dovahkiin?
Bo zau: vai avanti
 
  
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