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Autore: LittlePunkGirl_    02/06/2015    3 recensioni
E' il diario di un uomo che in silenzio combatte contro la vita di tutti i giorni. Le gioie, i dolori, la musica, gli amici, gli amori impossibili... e la sua malattia.
" Mi sento un po' idiota a tenere questo Diario. Non l'ho mai fatto, nemmeno quando ero un ragazzino. A me non piace scrivere, a parte quando compongo le mie canzoni (...) Sono qui a scrivere le mie memorie perchè il dottor Corner ha detto che sarebbe stato utile per la mia terapia. Mi ha spiegato che con l'evolversi della malattia avrei potuto perdere la memoria "
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[Bike] [contenuti forti]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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28 Ottobre 2009



Oggi ha piovuto tutto il giorno. Ha incominciato questa mattina presto, intorno alle 4:00 e non ha più smesso. Solo ora con i primi vespri serali sembra attenuarsi leggermente.
Sono in ospedale, oggi sono stato molto male, mi sembrava di morire, ero certo fosse giunta la mia ora.
Il dolore era diverso  dal solito: non avevo febbre, ne mal di testa, ne vomito, solo un gelo irreale lungo tutto il corpo. Mi faceva tremare sotto tutte le coperte che Trè mi aveva fornito come se fossi stato nudo in mezzo alla neve. Era come se il mio corpo fosse diventato un pezzetto di ghiaccio, non riuscivo a muovere un arto, il mio viso era pallidissimo e le mie labbra viola.
Ero stanco, molto stanco, non riuscivo nemmeno a parlare.
Trè si è  spaventato moltissimo e non ha pensato due volte a chiamare il dottor Corner. Quando è stato informato della mia situazione ha ordinato a Trè di cercare di tenermi il più possibile al caldo e di stare attento che non mi addormentassi. A breve un'ambulanza sarebbe arrivata a prendermi per il ricovero in ospedale.
Nel giro di una ventina di minuti due infermieri sono entrati in casa mia con una barella,mi hanno caricato sopra e la prima cosa che hanno fatto è stata infilarmi sul viso la mascherina dell'ossigeno.
Uno dei due mi ha fatto alcune domande, ma io non ero in grado di rispondere, Mi sembrava di vivere la realtà attraverso un caleidoscopio. Ero sveglio, ciò è dimostrato dal fatto che mi ricordo ciò che è successo, però il mio cervello era come in stand-by. non tremavo nemmeno più.
Mi hanno caricato sull'ambulanza e sono partiti, Trè ci ha seguito in macchina.
Mi hanno tagliuzzato la maglietta che avevo addosso e hanno collegato il mio cuore al monitor, avevo un battito davvero lento, preoccupante...
Ho visto i medici scambiarsi un' occhiata tesa, dopo di che uno ha preso il mio braccio e ci ha attaccato una flebo.
Siamo arrivati in ospedale in pochissimo tempo; nel frattempo, probabilmente grazie alla flebo, la mia condizione era migliorata un poco.
Appena hanno scaricato la barella Trè mi è corso a fianco ed ha afferrato la mia mano fredda come il ghiaccio. Il contatto con la sua, per me caldissima, mi ha provocato una scarica gelida lungo tutto il corpo.
"Tr-è..." Ho balbettato con labbra tremanti.
" Sono qui, stai tranquillo. Presto starai meglio" Ha tentato di rassicurarmi.
I medici mi hanno portato in una stanza, mi hanno adagiato su uno dei due  letti, quello libero,  e con intervalli regolari hanno incominciato a coprirmi con varie coperte. 
Il mio cuore lentamente ricominciava a battere sempre più veloce.
Dopo un processo durato parecchi minuti hanno smesso di aggiungere coperte, hanno sostituito la mascherina dell'ossigeno con il filo intorno al naso e  sono usciti.
" Per qualsiasi cosa, schiacci questo bottone, non si faccia problemi" Si è raccomandato uno prima di lasciarmi solo.
Ho sospirato di sollievo. Ero distrutto.
" Sei sveglio, compagno di stanza?" Mi ha domandato il tipo ricoverato accanto a me.
Ho girato lentamente il capo, era un ragazzo, ad occhio e croce non poteva avere più di trent'anni, i capelli radi sul capo, gli occhi color del ghiaccio.
" Che ti è successo?" Mi ha domandato.
Avrei potuto dirgli di non rompermi le scatole, che a lui non doveva importare che cosa mi fosse successo, invece gli ho risposto con una naturalezza che non credevo nemmeno di possedere.
" Non lo so... avevo tanto freddo..." Sembrava la risposta di un bambino che non si rende conto della realtà che lo circonda.
Sul viso del ragazzo si era delineato un lieve, triste sorriso " Si chiama ipotermia... è successa anche a me una volta... non preoccuparti, fa paura, ma non dura molto... tempo un paio d'ore e starai meglio"
Ho ascoltato in silenzio, guardandolo con curiosità ed interesse, era così giovane... ma aveva già lo sguardo di un uomo.
" Mi chiamo Jonathan, Jonathan Butler, ma tu puoi chiamarmi Jake" Mi ha sorriso.
" Io sono Billie Joe..." Ho risposto.
" Billie Joe, eh? E che fai nella vita, Billie Joe?" Ha continuato.
" Il musicista. E tu?" 
" Io? Io studio. Ultimo anno di liceo e poi Oxford. Non vedo l'ora"
Aveva solo diciotto anni, diciotto anni ed inchiodato in un letto d'ospedale, come poteva essere così felice? Come poteva pensare ad un futuro così incerto? 
Mi ha ricordato me, anche io ero così simile a lui quando avevo diciotto anni, pieno di vita, pieno di sogni, pieno di ideali. Mi sembrava di avere il mondo in mano. Mai mi sarei immaginato a quarant'anni in questo stato.
" Sei triste, Billie Joe?" Mi ha riportato a galla dai miei pensieri.
" Ho paura... Jake" Ho risposto con un filo di voce.
Il ragazzo mi ha sorriso " E' una sfida, o la va o la spacca" Mi ha risposto " Basta essere tranquilli di vincere" Mi ha sorriso di nuovo. E' scoppiato a ridere notando la mia espressione stupita.
In quel momento la porta si è aperta e Trè è entrato con un sorriso stampato sulle labbra. Si è seduto accanto a me  e mi ha accarezzato i capelli.
" Come ti senti?" Mi ha domandato tastandomi la fronte.
" Bene... grazie..." Gli ho risposto.
" Accidenti a te" Mi ha sorriso " Mi farai prendere un cazzo di infarto prima o poi"
Gli ho sorriso lievemente " Hai parlato con Corner?"
" Si... ha detto che si tratta di ipotermia, a volte succede" Come aveva detto Jake " Si è un po' arrabbiato con me... e con te. Queste cose possono essere causate da un forte stress e beh... nella tua condizione poi..."
" Capisco..." Ho chiuso il discorso. Era colpa di Mike, che mi fa diventare scemo, e di Adrienne che mi ha dato il colpo di grazia.
" Ha detto che dovrai restare qui per un po'"
A quelle parole mi sono sentito morire " Che? Qui? Quanto tempo?"
" Non lo so, Billie" Ha sospirato Trè " Finchè Corner lo riterrà necessario..."
" Non preoccuparti, Billie Joe! Ci sono io a tenerti compagnia!" Ha esclamato Jake.
Sia io che Trè ci siamo voltati verso di lui che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
" Tu saresti, ragazzino?" Ha domandato Trè.
" Jonathan Butler. Molto piacere di conoscerti Mister Trè"
L'ho fissato stupito, aveva riconosciuto Trè? 
" Si, Billie Joe. Ho capito anche chi sei tu" Ha risposto ai miei pensieri con un sorriso beffardo sul viso.
Io credo di essere arrossito dall'imbarazzo, farsi prendere in castagna da un moccioso era il massimo, ma poi sono scoppiato a ridere.
" Mi piaci, Jake. Sai? Non sarà male stare qui con te" Ho commentato mentre un sorriso lucente si delineava sul volto del ragazzo.
Abbiamo continuato a chiacchierare fino a che non si sono fatte le 6 di sera ed il dottor Corner è entrato in stanza. Ha salutato Jake poi mi ha praticamente fulminato con lo sguardo.
" Signor Armstrong si può sapere che combina a casa sua per ridursi in questo stato?" Ha domandato retorico.
Io ho abbassato lo sguardo, imbarazzato e colpevole " Capisco la sua situazione, capisco il suo nervosismo, capisco tutto. Non sa quante persone ho visto nella sua stessa situazione, ma accidenti... lei deve fare un po' d'attenzione a se stesso! E' per la sua salute!"
Quanto lo odio, quell'uomo. E' l'esempio lampante dell'ipocrisia padrona di questo paese.
" Quanto dovrò restare qui?" Ho osato domandare.
" Diciamo finchè sarò sicuro che non combinerà disastri" Si è limitato a dire "Buona serata a tutti"
Non appena è uscito Trè ha incominciato ad ingiuriarci contro, aveva tutte le ragioni i farlo, la superiorità di quel dottore era evidente ed alquanto irritante.
" Trè, va a casa, tua moglie sarà preoccupata" Gli ho consigliato.
Di questi tempi aveva perso fin troppo tempo dietro a me, non volevo che trascurasse ancora la sua famiglia e soprattutto i suoi bambini, mi sentivo abbastanza stabile psicologicamente per poter sopportare una nottata senza di lui.
" Ma che dici? L'ho avvertita che non ero certo di quando sarei tornato" Ha ribattuto " Non preoccuparti, non ti lascio solo, tu pensa solo a riposarti"
" Davvero, Trè. Sto bene. Hai già fatto abbastanza per me"
" Non voglio lasciarti solo per tutta la notte" Ha insistito.
" Credimi, Trè. La tua famiglia ha più bisogno di te. Posso farcela. E poi non sono solo, qui c'è Jake"
Ho visto Trè lanciare uno sguardo poco sicuro al ragazzo sorridente e poi sospirare " Va bene, testa di legno" Si è rassegnato " Allora ci vediamo domani mattina"
" Ciao Trè. Buonanotte" Gli ho sorriso.
" Mi raccomando. Buonanotte"
Ed era uscito.
Per il resto della serata ho chiacchierato con Jake, è un ragazzo davvero molto intelligente e perspicace. Viene da Oakland e sta frequentando proprio la Pinole High School, la scuola che frequentavo io da ragazzo. Naturalmente non nello stesso modo in cui lo facevo io vendendo droga nei gabinetti e facendomi espellere una volta sì e l'altra pure. Ero l'incubo del preside, il signor Carter, che ho scoperto essere ancora in attività. 
Mi ha spiegato che vuole diventare psichiatra perchè i comportamenti umani l'hanno sempre affascinato e non se la cava così male nel comprenderli.
Da una anno è malato di cancro allo stomaco, per questo è così magro e da qualche settimana ha incominciato il secondo ciclo di chemioterapia, è in ospedale perchè abita troppo lontano e non ha i soldi necessari per pagarsi tutti i viaggi.
E' in una situazione molto peggiore della mia, eppure tutto ciò che mi ha raccontato l'ha fatto con il sorriso sulle labbra. Sono davvero sorpreso, in un certo senso felice, mi fa piacere avere accanto qualcuno con così tanta voglia di vivere, non sia mai che riesca a contagiare anche me. La crisi di ieri mattina mi sembra solo un lontano ricordo.
Ora chiudo e vado dormire, domani sarà una giornata pesante, chissà che cosa succederà.





* * * * Spazietto dell'Autrice * * * *
Buongiorno! Sono tornata in tempi discretamente celeri?? XD
Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo, spero di non aver deluso le vostre aspettative :)
Ciau!
LittlePunkGirl_
  
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