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Autore: Randa_Zero    02/06/2015    1 recensioni
" Il mio mondo cambiò quando lei mi parlò per la prima volta ... "
Lui, Francesco, un ragazzo impacciato, che non riesce a relazionarsi con le persone.
Lei, Luna, la ragazza più vivace e allegra della classe.
Cosa li accomuna? La lettura.
Estratto del primo capitolo:
"Mi piaceva perdermi in mondi diversi dal mio , e adoravo immedesimarsi in personaggi con caratteri diversi dal mio. I libri costituivano la mia fuga dalla realtà e solo quando aprivo un libero mi sentivo davvero libero.
"
"A quelle parole il volto di lei si infiammò e fu li, che per la prima volta , pensai fosse davvero bellissima.
"
Buona Lettura ♥
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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"Volevo ... "
Non riuscì a finire la frase perché fu interrotta dal suono della campanella che segnava l'inizio delle lezioni.
Piano sembrò realizzare cosa stesse per dire, e questa consapevolezza le fece diventare il viso di un rosso acceso. Staccò lo sguardo dal mio e lo rivolse di scatto verso il foglio su cui stava scarabocchiando.
Stavo per chiederle cosa stava per dire quando la porta si aprì con un botto.
"- Lunaaaa "
A fare quel casino infernale era stata la migliore amica di Luna: Federica, la ragazza più rumorosa della classe. Era più bassa della media, magra e con un cespuglio di ricci rossi in testa.
Quando vidi che si stava dirigendo verso di noi, rimisi le cuffie e mi girai verso la finestra.
"- Luna come s- ... Waaah hai tutta la faccia rossaaa!! Cosa è successo ?"
Quelle parole, lo sapevo anche senza vederlo, avevano reso ancora più viola il viso di Luna. Immaginando la scena soffocai a stento una risata.
"- Niente, niente, niente sarà un colpo di calore ".
Finì quella frase con una specie di risata isterica, al che non riuscii a trattenere uno sbuffo divertito.
In risposta sentii Luna girarsi di scatto verso di me.
"- ... Senti, come mai ti sei seduta qui? "
A parlare, titubante, era stata Federica.  Sentendo quella domanda il mio corpo si irrigidì.
Luna non rispose, e  non riuscii a capire neanche se avesse fatto gesti con le mani .... Non che mi interessasse però.
"- 'Giorno Luna "
Questa volta a salutarla era stato Marco, un nostro compagno di classe.  Era entrato insieme al resto della classe, che ora si stava disponendo nei vari banchi.
Era alto, muscoloso e sempre sorridente, insomma uno di quello a cui sbavano dietro 3/4 delle ragazze della scuola.
Entrato, con la coda dell'occhio , l'avevo visto avvicinarsi al banco di Luna.
"- Giorno Marcoo !! Ieri non c'eri alla partita come mai? ".
Luna subito lo aveva accolto con un sorriso luminoso, come faceva con tutti del resto.
Non sapevo di che partita parlassero, ma probabilmente era una di quelle organizzate tra le classi della scuola. Una specie di torneo che i professori avevano organizzato.
"- Dovevo andare dai miei zii e non ce l'ho fatta a tornare in tempo. "
Lo sentii appoggiarsi al banco.
"- Scusami "
Il mio tavolo intanto si stava lentamente spostando, così mi voltai verso Marco, con tutta l’intenzione di dirgli di spostarsi.
Quando mi girai, mi venne quasi un colpo: il banco di Luna  era circondato di gente, e io non ero abituato alla vicinanza di tanta gente, tendevo a evitare zone affollate, e trovarmi così vicino a così tanta gente era quasi soffocante.
Poi il mio sguardo cadde su di lei, e notai subito che  sulla sua spalla era poggiata una mano di Marco.
D'un tratto mi ritrovai a serrare le mascelle; non ne sapevo il motivo ma quel gesto mi irritava, e parecchio.
Notando il mio sguardo, Luna, nervosa,  si scrollò di dosso la mano del ragazzo, e lui rivolgendomi un occhiataccia mi chiese , con una voce che non rispecchiava per niente il suo sguardo :
"- Serve qualcosa?"
Non mi piaceva confrontarmi così con le persone e in più cera troppa gente li attorno per provare a parlare normalmente con lui, così decisi di ignorare la domanda e mi rivoltai verso la finestra, borbottando un niente poco convinto.
"- Che paura"
"- Credevo ti avrebbe picchiato"
"- Luna non sarebbe meglio tu spostassi?"
"- Ha ragione ".
Questi furono pochi dei commenti che sentii prima di rimettermi le cuffie nelle orecchie e alzare al massimo il volume della musica.
 
(...)
 
Era la quarta ora più o meno, quel giorno ne avevamo solo cinque, anzi siccome era l'ultimo giorno, tutta la scuola aveva solo cinque ore, e rispetto alle nove che avremmo dovuto avere, questo era un compromesso stupendo.
Comunque era la quarta ora e stavamo facendo matematica.
Perché,  voi non lo sapete, ma avevamo una prof di matematica che si sarebbe uccisa piuttosto che non fare lezione. E quindi anche se era l'ultimo giorno di scuola, invece di festeggiare, come avevamo fatto nelle ore precedenti, stavano facendo calcoli su calcoli. E, con nostra grande gioia, la tortura sarebbe durata fino alla fine della quinta ora.
Quel giorno non riuscivo proprio a stare attento alla lezione, non solo perché non ero mai stato un genio in matematica, ma perché tutto quello che mi era successo da quella mattina mi aveva fatto sorgere un sacco di domande, che continuavano a stressarmi. Così mi ero messo a fare altro, come praticamente tutta la classe.
Tutti eccetto Luna.
Stava attenta alla lavagna e si segnava qualunque cosa la prof ci scrivesse sopra.
Notando questo, senza accorgermene, ad un certo punto mi ritrovai a guardarla.
I suoi capelli scendevano sciolti su una spalla, la mano si muoveva velocemente per scrivere sul quaderno  oppure giocava con la penna facendola ruotare fra le dita.
Quel giorno indossava una maglietta bianca che faceva risaltare la sua carnagione abbronzata e i capelli nero cenere.
Concentrata a guardare la prof a volte iniziava a mordersi l'unghia del pollice, corrugava la fronte e quando sembrava che fosse riuscita a capire il problema , un espressione di felicità assoluta le compariva sul volto e si chinava velocemente a scrivere sul quaderno, la soluzione.
Quando succedeva i capelli le scivolavano davanti al viso, e subito lei li spostava dietro alle orecchie con la mano libera, senza smettere di scrivere.
Il suo volto era quasi perfetto, le labbra erano rosate e sottili mentre i suoi occhi erano di un blu intensissimo e quando mi guardava sembrava potessero risucchiarmi in un abisso di tranquillità ....
Aspetta perché vedo i suoi occhi ?
Mi accorsi troppo tardi che si era voltata e che da alcuni secondi ci stavamo fissando negli occhi.
Appena realizzai che mi aveva sorpreso a guardarla, sentii il viso andarmi a fuoco e subito nascosi il viso con il braccio, facendo finta di scrivere.
Pochi secondi dopo la sentii strappare un foglio di carta e scriverci qualcosa sopra.
Poi mi vidi comparire un foglio di carta ripiegato davanti agli occhi.
Mi voltai verso di lei, ancora rosso in viso, con un espressione interrogativa, e allora notai che anche lei era arrossita.
Mi fece segno di leggere, così aprii il bigliettino.
"- Scusali, tendono a giudicare solo dall'aspetto fisico, ma non sono cattivi! "
Era la prima volta che qualcuno si preoccupava per me e che fosse lei, mi riempiva il cuore di gioia.
Presi la penna e scrissi la risposta, sotto la sua domanda.
"- Non preoccuparti, ormai ci sono abituato"
Lo piegai e glie lo misi vicino al gomito.
Quando lesse le parole sul bigliettino un espressione di infelicità le passò sul volto, poi decisa prese la penna , ma si bloccò pochi attimi prima di scrivere sopra al foglietto di carta.
Suonò la campanella che segnava la fine dell’ora, e la prof come sempre ci diede alcuni minuti di pausa.
Come all'inizio della giornata, parte della classe si sistemò vicino al banco di Luna. Primo fra tutti Marco, un'ondata di irritazione mi investì.
Lei appena notò l’avvicinarsi di tutta quella gente nascose velocemente il bigliettino in tasca.
Io invece mi voltai verso la finestra infilandomi le cuffiette del cellulare.
 
(...)
 
Mancavano 15 minuti alla fine della scuola, e la prof di matematica continuava a spiegarci esercizi su esercizi, illudendosi che noi avremmo preso appunti o semplicemente seguito la sua lezione.
Io intanto avevo quasi perso le speranze di una qualche risposta da parte di Luna.
Quando ad un certo punto un bigliettino comparve sul mio quaderno.
Di scatto mi girai verso di lei, e riuscì a notare parte del suo viso arrossato prima che potesse nascondersi dietro ai capelli.
Titubante lessi il messaggio.
" Io al contrario,  trovo che i tuoi occhi siano stupendi, seriamente sono bellissimi, vorrei averceli anch’io come i tuoi  "
Se quel giorno ero diventato rosso un paio di volte, nessuna di queste reggeva il confronto.
Appena lessi quelle parole divenni bordeaux,  un ondata di gioia mi partì dal cuore e provai un incontrollabile voglia di piangere. Mai prima di allora qualcuno mi aveva detto che i miei occhi fossero belli, anzi per colpa di questi alle elementari mi additavano tutti come demone.
Avevo pensato più volte di farmi fare un operazione per cambiare il colore , e ora sentirmi dire che qualcuno li trovava bellissimi, ansi li invidiava ... Fu uno shock.
Presi una penna e titubante scrissi:
"-Grazie".
Quando notò il mio viso e lesse il messaggio la sua espressione si intenerì.
Per la seconda volta quel giorno pensai che fosse stupenda.
Riprese la penna e scribacchiò qualcosa sul foglietto, poi sorridente me lo passò.
"- Il mio numero, così quest'estate possiamo sentirci! 302xxx568"
Senza pensarci un attimo strappai un pezzo di pagina dal quaderno e scrissi sopra il mio numero:
"- 392xxx986 "
Glie lo consegnai in mano, lei, già sapendo cosa fosse, emozionata se lo strinse fra i palmi e, sottovoce, mi disse:
"-Grazie mille"
Subito dopo suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni.
   
 
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