Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lady hawke    08/01/2009    2 recensioni
Sirius Black ha, tra gli innumerevoli difetti, un grande pregio: lui è, senza remore, un amico fedele. Non può che prenderla male, quindi, notando che il caro James Potter preferisce la compagnia della sua ragazza, l’odiosa Lily Evans che ha asfissiato per anni con infinite attenzioni, finalmente ricambiate. Che fare, dunque, oltre che tenere il muso ventiquattrore al giorno? I compagni di dormitorio lo invitano a trovarsi una dolce metà, così almeno la smetterà di lagnarsi, avendo ben altro da fare. Tra un borbottio e una filippica irosa Sirius cederà alle pressioni esterne, ma sarà una buona idea?
EPILOGO ONLINE
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, I Malandrini, Sirius Black, Sorpresa | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cornelia, Sirius e la famiglia Lethifold'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Perdonate l'ora, ma è l'una e mezza e non ho la forza di rispondere ai vostri gentili commenti come al solito, preferisco mettere direttamente online il nuovo capitolo ^^E' un po' lunghetto, perchè siamo quasi in fondo. Arriverà presto l'epilogo a sancire la fine di questa avventura, ma ci saranno dei seguiti che sono già in cantiere, per cui... rimanete sintonizzati, vi dirò tutto prossimamente!


Capitolo cinquanta: sulla banchina

- Ragazzi, è una gioia vedervi qui. – annunciò il preside, andando a mettersi dietro al leggio, con uno svolazzo color melanzana, dato dall’abito che aveva scelto di indossare. – Apprezzo la vostra disponibilità, soprattutto considerato che siete obbligati a presiedere. – disse, tra le risate dei ragazzi. - Ottimo. – richiamò in un attimo l’attenzione su di sé – Detto questo, e considerando che voglio presto rivedere i quattro grandi tavoli ben posizionati, iniziamo a consegnare questi diplomi. – fece un cenno a Minerva McGranitt, che si alzò prontamente per recarsi in prossimità di un grosso cesto dove erano contenuta numerose pergamene arrotolate e legate da un sottile nastro rosso. - Prima di cominciare volevo complimentarmi con tutti voi per gli ottimi risultati degli esami di quest’anno, - disse Silente con un sorriso. – una media davvero alta, sono molto contento di voi. Quindi, signorina Alcott Delia, venga pure a stringermi la mano…
L’interessata si alzò e, con passo incerto, avanzò fino ad una sorridente professoressa di Trasfigurazione, per poi raggiungere il raggiante Albus Silente, che le strinse la mano con calore. - Bene, passiamo a…
Uno dopo l’altro, in ordine alfabetico come quando, sette anni prima, erano stati chiamati allo Smistamento, tutti i neo diplomati andarono a raccattare con orgoglio il loro attestato.
- Black, Sirius!
- Le mancherò, professoressa? – chiese il ragazzo, guardando la sua referente di casa.
Gli occhiali della strega scintillarono, e i suoi occhi sorrisero, ma solo loro. – Vada a stringere la mano al preside, Black, prima che si formi la fila.
- Lei sa che ci deve una spiegazione, ancora, vero? – chiese il ragazzo, non appena si trovò davanti a Silente.
- Signor Black non si preoccupi. – rispose l’anziano mago, mentre ancora stringeva la mano di Sirius. – Avrà mie notizie molto presto, si goda la vacanza, per ora. – disse, prima di chiamare un certo Coutron.
La consegna andò avanti più o meno senza incidenti. Lily sorrideva come una bambina, mentre riceveva il diploma, Peter quasi inciampò nei suoi stessi piedi mentre avanzava, e fu salvato dal preciso intervento di Remus, che stava appunto tornando indietro. Christine arrossì stringendo la mano di Silente e Karyn rimase per cinque minuti con un’espressione a dir poco estasiata.
Poi venne il turno di Piton, seguito a ruota da Potter. Entrambi si guardarono in cagnesco, mentre sfilavano davanti ai professori.
- Le sono grato per avermi fatto giocare anche da moribondo. – disse James ringraziando la McGranitt con un sorriso.
- Tenevamo entrambi alla coppa. – rispose le donna, mentre il ragazzo accennava un inchino. - Preside, il diploma ce l’ho.
- Lo vedo. – disse Silente agguantandogli la mano.
- Che aspetta, allora?
- Come ho detto al suo amico signor Black, controlli spesso l’affluenza di gufi a casa sua. Sullivan Rebecca. – aggiunse poi, passando oltre.
- Vi raccontavate le storielle, voi e il preside? – domandò Frank, raggiungendoli.
- Abbiamo cercato di scucirgli nuove informazioni su quella sua organizzazione segreta, ma fa il vago. – disse Potter, deluso.
- Ha solo detto di controllare la posta. – borbottò Sirius.
- Pensi che si farà vivo, Sirius? – chiese Alice, che era appena sopraggiunta e aveva preso sottobraccio il fidanzato.
- Se tra due settimane non riceveremo notizie mi sentirò autorizzato a spedirgli una Strillettera con i fiocchi, e non mi sentirò nemmeno in colpa. – disse James, con un luccichio negli occhi.
- Teniamoci in contatto fra noi, ad ogni modo. – convenne Lily senso pratico – il primo che saprà qualcosa avviserà gli altri.
- Non c’è pericolo che mi liberi di loro. – mormorò Remus, indicando gli amici e fingendosi dispiaciuto. – Li considero una persecuzione, ormai.
- Sette anni per avere questa scottante rivelazione. Sette. – disse James, ridendo.
- Turpin Alastair. – fu l’ultimo nome che venne chiamato, mentre gli altri ragazzi erano sparsi per il salone, intenti ormai a chiacchierare liberamente. Un paio di minuti dopo i quattro tavoli erano stati ripristinati, e gli studenti erano tornati a suddividersi per Case.
- Bene, ragazzi, l’ora di pranzo si avvicina, e non ho intenzione di lasciarvi a languire troppo a lungo. – disse il preside, richiamando immediatamente su di sé l’attenzione degli astanti. – Un altro anno è passato con una rapidità che ogni volta mi sorprende, e molte cose sono successe, sia dentro che fuori Hogwarts.
Calò il silenzio, nella Sala Grande. Rimasero tutti in attesa della frase successiva. Albus Silente parve pensare a lungo alle parole adatte da dire.
- Non sta a me dirvelo, ragazzi miei, ma le cose stanno cambiando. Le novità sono state portate dalla brezza da un pezzo, ma il vento si sta alzando, e non so dirvi quando, ma di certo ci ritroveremo in mezzo alla tempesta. Non so cosa ne pensino là fuori, ma posso dirvi quello che io penso.
I Malandrini si scambiarono veloci occhiate, come molti altri studenti.
Cornelia e Conrad, al tavolo dei Corvonero, assunsero un’espressione corrucciata. Gran parte dei Serpeverde seguiva con aria annoiata.
- Lord Voldemort – e qui parecchie persone lo fissarono con occhi sgranati o con l’aria di chi stava guardando un pazzo pronto a giocare col fuoco – è un uomo dalle idee molto chiare, ed è molto determinato. Sa come ottenere ciò che vuole, e temo che il nostro Ministro non sarà forte abbastanza. Ha molti alleati, e altri ne verranno. Non saranno giorni facili, per voi, ed è triste adombrare così la vostra gioventù, ma vi prego di fare attenzione. Vi attendono lunghi anni di vita intensa, non buttateli per un’infatuazione, per la gloria o per il potere. È una strada da cui non si può mai tornare indietro, e per imboccarla bisogna essere molto più preparati di quanto voi non siate. – fece una pausa, e non un suonò si levò dai tavoli.
- Ma oggi è una bella giornata e il vostro ultimo giorno di scuola, e come ogni anno abbiamo una Coppa da conferire. Al quarto posto si classifica Tassorosso, con trecentocinquanta punti. Un lieve applauso, dapprima assai timido, poi meno trattenuto, si levò tra i tavoli come un brusio.
- Al terzo posto Corvonero, con trecentonovantacinque punti.
Cleo e Lu si applaudirono a vicenda, visto che erano state le ultime a far guadagnare dei punti alla loro Casa.
- Al secondo posto Serpeverde, con quattrocentoquaranta punti.
Un boato esplose dalle parti del tavolo verde e argento.
- E al primo posto, con quattrocentosessanta punti Grifondoro, che si aggiudica la Coppa.
Il tavolo gioì festoso, seguito dall’applauso di complimenti di Corvonero e Tassorosso. Nessuno dei Serpeverde osò applaudire, e tutti loro rimasero a braccia conserte.
- Guarda mio fratello, sembra mio padre. – rise Sirius.
- Perché il Crouch in miniatura è carino con quella faccia da funerale? – fece eco James. – Quest’anno non credevo li avremmo stracciati…
- Ah, non rinnegare la tua natura ottimista, sapevo che ce l’avremmo fatta. – esultò Frank.
- Buon pranzo, ragazzi. – disse il preside, mentre la tavola veniva magicamente imbandita di ogni ben di dio.

*****

E dopo, non restò altro che fare i bauli. Era ogni anno un’operazione alquanto penosa e raccapricciante, soprattutto per chi era malauguratamente poco dotato di ordine. Raccattare oggetti e capi di vestiario dispersi in nove mesi e oltre tra dormitorio e Sala Comune non era cosa facile.
- Nel? Nel? Hai idea di dove sia finita la mia maglietta blu?
- Sicura di non averla riportata a casa, Ina? Non la vedo girare da qualche mese. – rispose la ragazza mentre usava la magia per ripiegare parte del suo guardaroba. Sbadigliò rumorosamente, annoiata.
- La mia spazzola?
- Mensola del bagno, Lu. – rispose nuovamente, guadagnandosi un motto di approvazione.
L’aveva vista quando era andata a recuperare il suo spazzolino da denti, non era certo merito della sua memoria. Con calma ripiegò le lettere ricevute da casa e le infilò dentro al calderone, sotto lo sguardo vigile di Bianconiglio. Poi venne il turno dei libri. Li impilò con cura, notando che stranamente aveva due copie di Storia della Magia; si ricordò solo in un secondo momento del perché ne avesse due, di cui una risalente all’anno precedente, e di cosa contenesse.
L’aprì al capitolo ventidue “Come anche i Maghinò hanno gabbato l’inquisizione spagnola”, trovando al loro posto, esattamente come aveva lasciato o quasi, la mezza primula e il tulipano color porpora con il morso del coniglio.
Erano diventati sottili sottili e piuttosto delicati, ma erano ben conservati, e i colori ancora sgargianti. Sospirò con un moto di malinconia, ripensando a quella giornata. Una previsione dopotutto l’aveva azzeccata, alla faccia di Sirius: il tentato affogamento rientrava ancora in uno dei momenti più belli della loro relazione, realizzò con un sorriso ebete. Il Grifondoro fradicio e annaspante era un’immagine che aveva ancora il potere di divertirla.
Bianconiglio guardò voglioso le due vittime scampate al massacro.
- Nel, sei in trance? – la chiamò Bonnie.
- No. – esclamò lei, chiudendo repentinamente il libro e riponendolo. Forse era il caso di non pensarci, come non aveva più pensato ad Alice nel Paese delle Meraviglie.
Sfortunatamente, quella notte, sognò miriadi di campi fioriti.
La mattina della partenza fu, al solito, caotica e confusionaria. Per due volte Nel si convinse di aver dimenticato qualcosa di fondamentale, ma tutto era ermeticamente sigillato nel suo baule. Bianconiglio era pigiato nella sua gabbietta.
A colazione lei, ma anche tutti gli altri, in realtà, si ingozzarono delle loro leccornie preferite, poichè avrebbero dovuto farne a meno per un tempo irragionevolmente lungo. Con gran scorno di Gazza e di alcuni, scorbutici abitanti dei quadri, tutta la scuola era un allegro vociare. Al momento di salire sulle carrozze trainate da forze invisibili quasi tutti avevano abbandonato le divise per poter godere nuovamente dei proprio abiti “civili”. Nick-quasi-senza-testa li salutò con fare particolarmente caloroso.
- Addio Nick! È stato un piacere conoscerti! – disse Potter.
- Contraccambio, mascalzonacci. – disse, rivolto in generale ai Malandrini.
- Mi mancherà molto vivere qui. – confessò Remus, mentre prendeva posto su una vettura.
- A chi lo dici. – rispose Peter, sospirando. – Dopo tanto non mi sembra più nemmeno vero.
- Be’, potremmo venire qui a far vibrare le pareti della Stamberga, di tanto in tanto. Mica è vietato.
- E’ vietato. – scandì Remus.
- Grazie per la botta di ottimismo, finiremo tutti dentro, ok Remus? – sbottò Potter scoppiando a ridere.
- Era per dire.
- Vorrei vedere. – disse Sirius.
Per tutti gli studenti del settimo anno fu difficile ammettere che non avrebbero più messo piede in un luogo che era da considerare magico anche per chi aveva a che fare tutti i giorni con simili stranezze.
- Se potessi non me ne andrei mai via. – sussurrò Alice, salendo sull’Espresso di Hogwarts.
- Non lo vorrebbe nessuno, credo. – buttò lì Christine, prima di lanciare un’ultima occhiata al castello e immergersi nella bolgia degli scompartimenti affollati.
Poco dopo il treno fischiò e cominciò a sferragliare, allontanandosi dalla selvaggia Scozia.
- Nostro fratello si è infrattato? – chiese Connie alla sorella, distogliendola dalla sua tranquilla lettura.
- Sì.
- Con chi?
- Violetta Lamberg, la cacciatrice della nostra squadra. – rispose Nel, mettendosi a guardare fuori dal finestrino. In effetti li aveva visti presi a parlare fitto fitto sulla banchina, e aveva saggiamente pensato di non intromettersi e sacrificarsi stoicamente a viaggiare con Connie e le amiche.
- Prima o poi mi ci metterò anche io a fare quelle cose. – disse Constance.
- Aspetta e spera. – la derise bonariamente Ludovine, prima di partire alla ricerca di Roger. Cornelia rise sotto i baffi, mentre il selvaggio paesaggio cambiava, regalandole alla vista campi ordinati. Londra si avvicinava.
Nel e le sue amiche scesero dal convoglio stiracchiandosi, e trascinandosi dietro i pesanti bauli. Passare tante ore sedute aveva la controindicazione di intorpidire parecchio le membra. Il fumo della vecchia locomotiva appestava in parte la banchina del binario 9 3/4, gremito di genitori.
- Signore, io vi saluto. - disse Cleo, smontando con un salto. - I miei mi aspettano, ci sentiamo, vero?
- Naturale. - rispose Lu, abbracciandola. - E cambia gufo, ci mette troppo tempo per consegnare.
- Solo quando i miei sganceranno nuovi finanziamenti.
- Ciao, venale. - la salutò Nel, ridendo.
- Guarda che non scherzo! - rimbeccò Cleo, salutando anche le altre. - Buona estate! - disse, incamminandosi.
- Fuori una. - disse Connie, sorridendo.
- E non devo nemmeno chiedermi da chi ha preso. - sospirò Ina, con una smorfia.
Una dopo l'altra le amiche di Nel la salutarono con abbracci spezza-costole e si incamminarono ognuna per la propria strada. La Corvonero e la sorella rimasero in attesa di Conrad.
- Ma quanto gli ci vuole?
- Dipende.
- Da che? - insistette Constance.
- Da quello che stanno facendo. - sghignazzò Nel, maligna. Oh, avrebbe potuto tenerlo in scacco tutta l'estate, con quella storia. Che spasso, già se lo immaginava.
- Ciao ragazze, Lu?
- Sempre dritto finchè non vai a sbattere contro quella montagna umana di suo padre. - spiegò Nel, assaporando l'espressione di puro terrore di Roger.
- Oh, guarda. - disse poi Connie. - C'è Sirius.
Non c'era solo lui: la squadra dei Malandrini al gran completo si stava facendo largo tra la folla.
- Magnifico. - borbottò lei, mentre la sorella si sbracciava senza ritegno.
- Pensa, è l'ultima volta che sarò costretto a vedere le facce dei miei famigliari, visto che le incontro solo qui. Sto per commuovermi.
- Ma piantala, Felpato. - disse James tirandogli un pugno sul braccio.
- Vado da mia madre. - salutò Peter, - va bene?
- Oh, Codaliscia, non so se riuscirò a sopportare la lontananza. - esclamò James con fare teatrale, prima di buttarsi su Lily. - Mi mancherai anche tu, carissima. - rispose, dopo averla baciata.
- E il lieto fine è assicurato anche per quest'anno. - sospirò Remus - Ciao Frank, occhio ai gufi! - urlò poi, vedendo Paciock sul punto di oltrepassare la barriera. Il ragazzo gli rispose con un cenno e un sorriso.
- Che ci fai qui? - sbottò Peter rivolto ad una ragazza.
- Passavo a salutare. - disse Nel, con un lieve sorriso, mentre quasi doveva trattenere la sorella la collottola, da tanto si agitava. Era un'immagine quasi comica.
- Uh, c'è Conrad! - esclamò la più giovane dei Lethifold, dandosi alla fuga. - Ciao! - urlò.
Nel la seguì con uno sguardo quasi perplesso. La conosceva, in fondo. Perché sorprendersi, dunque? Lui l'avrebbe uccisa per non averla trattenuta abbastanza a lungo.
- Bene... ehm. - tentennò. - Vi sto che non ci vedremo più... buone vacanze e buona estate. - disse, facendo rotolare fuori le parole come un fiume in piena.
- Grazie, anche a te. - disse Lily, gentile.
- E buona fortuna. - aggiunse, pensando poi di specificare - Qualunque cosa abbiate deciso di fare da qui in poi. - era sincera, mentre gliel'augurava.
- Be', grazie, buon proseguimento, per te. - le disse Remus con un pelo di invidia. Potendo non si sarebbe mai diplomato, pur di rimanere a frequentare quella scuola.
- Be', ciao. - disse, facendo dietro front.
- Ciao. - la salutarono infine anche James e Sirius.
- La pazza è fuggita. - disse Peter, mentre Black sogghignava divertito all'idea di quel soprannome per "Quella lì". Era azzeccato, senza ombra di dubbio.
- E Mary dov'è? - chiese James.
- Che Merlino vuoi che ne sappia, io? - sbottò Sirius, sbadigliando. - Non so certo dove sono tutte le Grifondoro della scuola, ti pare?

- Apnea da Quidditch? - chiese Nel, raggiungendo il fratello e alludendo a Violetta, che stava appunto oltrepassando la barriera, sotto lo sguardo languido di Conrad. - Dovrò intercettarti la posta?
- Solo se vuoi morire giovane.
- Ah, questa scena non vorrò perdermela. - disse Connie, ghignando.
- Scherzi a parte, hai fatto tutto quello che dovevi?
- Hai perso il tatto per strada, Nel? Sei peggio di nonna Gerberula. - berciò Conrad.
- Giusto, la nonna! Impazzirebbe per aneddoti scolastici come questi! - esultò Connie, immaginandosi la piccola, rugosa strega ululare dalle risate mentre lei, da brava nipote, spiattellava i più reconditi segreti dei suoi fratelli. Nonna pagava bene, per certe notizie.
- Ti porto il baule. - disse il ragazzo.
- Anche io. - fece eco la sorella, e entrambi agguantarono in perfetto sincrono il baule di Connie, avanzando verso la barriera.
Fu così che Sirius ebbe un ultimo flash della famiglia Lethifold, mentre si guardava intorno alla ricerca dei signori Potter, di modo da non vedere cosa stessero facendo Lily e James. Conrad e Cornelia arrancavano faticosamente, portando stoicamente il loro baule più quello che si erano divisi. Constance trotterellava dietro di loro, e per qualche ragione sembrava la ragazzina più felice del mondo. Fu lei a oltrepassare il muro per prima con un saltello, e il fratello la seguì a ruota.
Nemmeno a farlo apposta, sospirò Sirius, Nel fu l'ultima a sparire dal suo campo visivo, insieme all'inseparabile Bianconiglio.
Forse avrebbe sentito la mancanza di quel coniglio abnorme, pensò, mentre la macchia celeste che era Nel, con la sua maglietta chiara e la gonna di cotone, spariva in un soffio.



Intanto grazie a Piccola Black, Lars Black, gugugu e Miriel: a voi un grosso bacio ^^
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lady hawke