(CATHERINE) Pur se per poco respiro il vento ed i profumi di una primavera francese, nell’anno di grazia 1771, un messaggio da recare.
Per un momento dimentico la donna che sono adesso, le sue solitudini e le sue allegrie, ritorna la ragazzina innamorata di Xavier, poi eccomi qui bugiarda e crudele.

Già, tra me e me ora lo ammetto, l’affetto per mia sorella le causato più che altro dolore, sarebbe stato meglio se non mi fossi permessa di amarla come l’ho amata o di ritornare o permettere che mi volesse bene, alla lunga ne ha avuto più danno che altro.
Chiudo la mente su questo pensiero, torno al messaggio, la Polonia, perenne fonte di problemi, potrebbe essere divisa tra Austria, Prussia, Russia , tuttavia occorre l’acquiescenza della Francia, tradizionale alleata, la zarina propone il versamento di una cifra segreta per il disturbo. In via gradata, Caterina II ha osservato che dovevo capire bene quella storia della guerra tra donne, la delfina, sulla scorta delle pie esortazioni delle Mesdames Tantes, non ha rivolto parola alla Du Barry, che, peretichetta, non può parlarle per prima. Il buonsenso non credo che quella ragazza lo abbia. Che, tra le righe, vi si potrebbe scorgere una critica alla volontà del re, che, consegnato il dispaccio mi appare più puzzolente e vanitosi di due anni fa.

Con delicatezza faccio apparire la seconda missiva, la scorre e ride, poi la brucia, saggio a non lasciare prove in giro, sperando che non apra bocca con la sua amica, le informazioni sono potere, tranne che per ragioni sue, di rado proferisce verbo sull’imperatrice, l’osservatore di qui è esaustivo e puntuale in proposito.

Mi inchino e vado via, usando un diverso passaggio, il cappuccio del mantello leggero calato sul viso, la mano sulla leva quando….
 

(OSCAR)-Qui possiamo parlare in pace. Comunque, Andrè, mi sembra un tiro alla fune

(CATHERINE) Le gambe di pietra, quelle voci, solo anni di addestramento e fermo autocontrollo mi hanno concesso di restare ferma, immobile, di sollevare la leva quando ve ne eravate andati. (Mi manchi, Oscar)

(OSCAR) …. Io non ho parole, o forse troppe. Sia la delfina che Madame hanno chiesto a mia madre di diventare propria dama di compagnia, il re ha rimesso a me l’opzione. Così mi hanno infilato nel mezzo, ognuna vuole dimostrare il proprio potere.

Mi congedo, raccolgo le mani e i pensieri, dopo essermi battuta con Andrè, senza eleganza, pura rabbia, chiunque scelga, l’esclusa si vendicherà su mia madre … e scelgo la principessa, Madame ha voluto strafare.

(CATHERINE) Luois era nato in aprile, visto che in questi giorni sono in Francia, andrò alla cappella, il generale mi ha cacciato da palazzo, per lui ero come morta, se puta caso mi trovasse lì non dovrebbe eccepire …, sono tra i morti, nel mio diritto Ah. Fratello mio. Madre.

… in questi giorni Luois de Jarjayes avrebbe compiuto 32 anni. Sfioro il pendente a forma di O, è l’infinito, come diceva Catherine, so la storia dietro e mi sento … Ho preso Marie di contropiede, per curiosità, quanto altro, parlami un po’ di lui, è venuto fuori il ritratto di due bambini inseparabili, che lui era valoroso, perfetto… tutto quello che io non sono e non sarò. Poi le è scappata una parola di troppo e solo dietro preciso ordine mi ha detto la storia di quando aveva otto anni e della reazione della contessa Gabrielle.
Ecco una donna che si sa difendere da sola, penso, intanto vado a rendere omaggio. Poi, ogni tanto vado fuori dalla cappella, il panorama è splendido, un posto dove pensarein solitudine. E chi c’è ora? Schermo il viso con una mano, per poco non stramazzo per terra vedendo e riconoscendo il cavallo legato fuori.

Tintagel!

(CATHERINE) Ho sentito i rumori, il clangore del cancelletto che si apriva, fruscio di stivali, passi affrettati… Mi tiro in piedi, non ho fisicamente voglia di litigare con il generale e ..

(OSCAR) Non so chi fa il primo passo, tranne che la primavera mi ha portato questo regalo. La stringo fortissimo, le braccia intorno alla sua vita sottile, il profumo che conosco, lei altrettanto, calore e protezione, senza parole. Le bacio una guancia, poi faccio un passo indietro, sempre tenendola allacciata e ..

Capisco Alexander, variano i motivi, se ora avessi tra le mani il generale vorrei picchiarlo, questa è una crudeltà gratuita, senza motivo, so la  bravura di Oscar come ufficiale, il suo coraggio, a San Pietroburgo si è parlato delle nozze tra i principi e del coraggio di un soldato a Kehl ..ma questo … è peggio di una frustata, di un morso.
L’ha ferita a morte su un suo punto debole, io., convinto di fare, magari, il suo bene, indurendola.

 Taccio, ora parlerei facendomi trascinare dalla collera, respiro e imprimo nella memoria ogni tratto del viso, della luce che danza tra l’aria e i capelli, il sentore dell’erba.

(OSCAR) Ha centrato il punto che ho indicato del tronco, che ho indicato, cinque volte su sei tiri, il sesto più sopra di un paio di centimetri.

Ammetto, rovesciando la testa, ciocche chiare e scure si intrecciano insieme. Ho parlato tanto, della delfina, di casa, lei a rate, questo pomeriggio mi ha ripagato di due anni circa di solitudine.

Che tu mi voglia sempre bene è un dato acclarato, tranne che hai anche tanto rancore, in fondo, hai proprio ragione, di questa sfida ne hai fatto le spese tu.Senso di abbandono, astio, che caos, tesoro mio, sono meno perfetta di quello che pensi, essere strana è una minima definizione.