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Autore: milla4    07/06/2015    1 recensioni
L'onore è ciò che fa di un essere umano un vero uomo e se viene perduto, si cercherà di riprenderselo. Anche a costo della vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Grande Tempio era deserto, della cerimonia nessuno era stato avvertito dato che in pochi erano a conoscenza del pericolo, il re non voleva che il suo popolo si preoccupasse inutilmente.
Ero in anticipo, tutto sarebbe iniziato circa due ore dopo, ma la notte precedente non chiusi occhio e rimanere nella locanda senza uno scopo mi era sembrata una tortura.
Dei lontani movimenti catturarono la mia attenzione, il Passaggio stava per cominciare.
Avvicinandomi sempre più all’Altare dell’Onore, sentii il cuore rimbombare nelle orecchie, ogni mio muscolo era teso e mi implorava di tornare indietro, ma non potevo farlo, era la mia ultima possibilità.
 
Donne avvolte da candidi mantelli color perla stavano preparando l’altare con gli oggetti rituali: un’antica spada, appartenente al Primo Re e un fiore immortale, l’ultimo della sua specie, nutrito con il sangue della nuova veggente.
Mi fermai e abbassai immediatamente il capo, la veggente stava arrivando.
 
Era un onore essere lì e poter assistere al Passaggio, solo i nobili di più alto rango erano scelti, non in questo caso, però. Io ero l’eccezione.
 
Un odore dolce e penetrante mi sconvolse i sensi, ero stordito ma non impaurito: sapevo che si trattava di una parte del rituale.
Non alzai la testa finché non mi poggiò la mano sulla testa, era lei che doveva scegliermi, lei che aveva il potere.
 
Sentito il suo tocco delicato, alzai velocemente la testa e la vidi.
 Giravano voci sulla sua bellezza, ma nessuna poteva renderle giustizia: capelli rosso fuoco che delicatamente ricadevano sulle spalle, incorniciando un viso senza imperfezioni,  labbra carnose erano aperte in un sorriso mentre i suoi occhi color della notte mi squadravano attendendo una mia reazione.
Mai in vita mia avevo visto una simile creatura, ogni parte di quel corpo era armonica, niente era fuori posto, era perfetta.
 I suoi piccoli seni erano coperti da una sottile tunica oro e sopra di essa un mantello bianco, come pura e inviolata era la sua proprietaria.
-Maela, sono qui per servirti- pronunciai la formula rituale con un certo imbarazzo – Accetto la vostra offerta, mio Signore- lei rispose prontamente.
-Strana voce…- pensai, era dolce e femminile, ma qualcosa mi sembrò stonasse con l’aspetto angelico della donna. Fu un pensiero momentaneo, già dopo pochi secondi fui nuovamente riportato alla realtà: la veggente mi passò la spada mentre lei prendeva in mano il fiore;  le stesse donne che prima vidi preparare l’altare ci presero una mano ciascuno, pungendoci l’anulare con uno spillo poi, con delicatezza  lo tennero premuto finché una goccia di sangue cadde rispettivamente una  sulla spada e una sul fiore, che subito si aprì mostrandoci i suoi mille colori.
Il Legame fu stabilito, ora sarebbe stata la mia protetta fino all’arrivo al palazzo reale.
-Mio signore, possiamo andare, credo-  -No, Maela. Dobbiamo aspettare la Madre per il Passaggio - non capii il motivo di tutta quella fretta, senza quella cerimonia la veggente non avrebbe mai ricevuto i poteri e lei lo  sapeva fin troppo bene - La Madre non verrà. Ieri sera, durante il sonno ha deciso di lasciare questo mondo, ma il tuo viaggio non è stato invano: ella era a conoscenza del suo destino e proprio prima di coricarsi mi donò il potere della preveggenza-  semplici parole uscirono da quella piccola bocca -C-cosa? – . La paura mi atterrì: cos’avrei fatto? Maela era diventata ufficialmente la nuova veggente? Ero nel panico, nessuno mi aveva parlato di una tale eventualità, è una di quelle cose di cui ni parlà perché mai potrebbero accadere!
Consegnai a una delle sacerdotesse la spada e così fece la veggente con il fiore.
Non dovevo chiedere spiegazioni, Maela non poteva mentire, era nella sua natura, tuttavia domandai, incautamente - Ne sei sicura?- annuì con il capo, una lacrima le scivolò sul viso, dopotutto aveva perso sua madre..
Sospirai.
-Uhm, bene dì ai tuoi servi di caricarti i bagagli sul carro che si trova davanti all’entrata, tu- la indicai- seguimi passo per passo- Decisi di continuare la mia missione, era solo una stupida tradizione quella e poteva benissimo essere superata.
 
Ci incamminammo, io davanti e lei dietro di me, forse troppo vicino perché potei benissimo sentire il suo profumo ancora così inebriante… ma non potevo distrarmi – Maela, camminami davanti così posso vederti-.  Ero guardingo, le insidie potevano essere dovunque, così come i nemici del nostro regno. Toccai l’elsa della mia spada, mi faceva sentire sicuro.
 
L’aria era calda e umida fuori il tempio, dovevano essere passate le undici - fortunatamente non eravamo in ritardo nella tabella di marcia-  così, presi una mano della mia compagna di viaggio e l’aiutai a salire sul mio carro. Non era una carrozza di lusso, ma una delle poche rimastemi dall’incarcerazione di mio padre.
Salii al posto di guida , presi le briglie e le strattonai per far partire Tora, il mio destriero, ora declassato a cavallo  da traino.
 Non parlammo, neanche della nuova minaccia ai villaggi del regno, né della Madre o di mio padre.
Era a conoscenza di ogni particolare della mia vita, era stata informata da un messo mandato dal re del mio essere conte senza più contea, del mio essere nobile senza più onori e ricchezze. Oramai ero solo Samuel di Vastela, uno dei tanti.
- Dove siamo diretti, mio signore- una voce cristallina interruppe quel triste silenzio - A Bavea, Maela. Lì ci verranno forniti rifornimenti e uomini addestrati per proseguire il viaggio- non rispose subito, ma dopo un attimo di esitazione - È lì che tutto è cominciato…-  le risposi, sapevo a cosa si riferisse -No ma il nome è simile: Bevia, un’altra cittadina più a nord, la raggiungeremo presto-
Era una promessa, questa volta la parola di un Conte di Vastela sarebbe stata mantenuta.
   
 
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