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Autore: milla4    13/06/2015    1 recensioni
L'onore è ciò che fa di un essere umano un vero uomo e se viene perduto, si cercherà di riprenderselo. Anche a costo della vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio fu breve, tutto era stato programmato per non far stancare la veggente nella sua prima uscita fuori dal tempio.
Spesso mi ritrovavo a fissarla: la sua vivacità nel vedere una semplice farfalla che succhiava nettare da un fiore, i suoi occhi innocenti sgranati nell’osservare dei buoi che trasportavano un aratro… era così stupefacente.
Maela era una donna di vent’anni, ma nel suo animo viveva una perenne bambina che ancora doveva scoprire il lato oscuro del nostro mondo.
Era sera quando arrivammo al villaggio, ogni casa era sprangata per la notte – La voce del mostro si è sparsa…- pensai dubbioso. Misi il mio mantello tagliato a metà sulle spalle della giovane appoggiata su di me, si era addormentata già da alcune ore.
Era bellissima, i suoi capelli acquistavano dei riflessi color rame al chiarore della luna rendendola misteriosa, ma allo stesso tempo emanava un’aura di purezza non scalfita dalla sottile veste che lasciava trasparire i segni del suo sesso.
-Conte Samuel di Vastela- una voce maschile mi fece fermare, eravamo finalmente arrivati.
- Voi dovreste essere il Generale Mylos- sussurrai – Esatto mio signore. Vi aiuto a scendere- non era una domanda, ma anche se le poche luci ancora accese non riuscivano a farmi capire chi era, non potei rifiutare – Aiutatemi piuttosto a portare… a portarla nella sua stanza, nella locanda. È molto stanca, non vorrei svegliarla- meglio non nominare il suo nome in pubblico, quel briciolo di serenità ancora presente tra la popolazione non doveva andare perduta - Certo- poi il Generale salì sul carro e prese la ragazza per le gambe io intanto, già posizionato dietro di lei, delicatamente misi le mie braccia sotto la sua schiena e, sollevata un poco, la spinsi in avanti.
Senza alcuna difficoltà la trasportammo nel suo letto, messa una guardia alla porta, ci ritirammo poi vicino al fuoco. Una giovane donna, dalle forme abbondanti, ci portò due boccali di birra.
Finalmente riuscivo a vedere il volto del mio aiutante e per poco non sputai il sorso di birra che avevo in bocca: era un omuncolo di circa cinquant’anni, basso e tarchiato, dai suoi capelli dalle sfumature verdognole capii subito che era di discendenza miriana, come del resto il suo cognome mi aveva fatto supporre fin dall’inizio.
Non era ciò che mi era stato promesso, un pescatore di mezz’età dalla pancia prominente.
-Mio Signore, non so come dirvelo ma... gli uomini non sono al villaggio al momento- non alzava la testa, non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi.
-Generale, cosa intendete con “non sono al villaggio”- il mio tono era duro, tutto da quella mattina era andato storto.
- Sono arrivate notizie di attacchi in villaggi a sud e a est… insomma in tutto il paese è scoppiato il caos e ho dovuto inviare anche il mio piccolo contingente ad aiutare le truppe e..- continuava a blaterare scuse su scuse, che ero troppo stanco per ascoltare – Io dovrei portare la veggente a Bevia senza scorta? Come pensate che possa fare da solo?- urlai, sbattendo il boccale sul tavolo unto. - Io… io posso darvi gli uomini rimasti e una serva per Maela, ma non ho altro… Devo, devo andare al cambio della guardia, scusate- e senza aspettare la mia replica, uscì dalla stanza.
Non era possibile, un compito tanto semplice si stava rivelando un raccoglitore di problemi dopo l’altro. Mi passai le mani tra i capelli, avevo bisogno di qualcuno con cui parlare e notai un vecchio seduto lontano da me, era solo e stava mangiando con voracità dal suo piatto.
Eravamo soli in quella sala così, decisi di avvicinarmi.
Fin da bambino, mi avevano inculcato in testa che gli anziani erano fonte di saggezza e che, in caso di pericolo, era a loro a cui dovevo chiedere consiglio. Bene, ora forse avrei scoperto se non erano sciocchezze.
-Posso?- chiesi con finta spavalderia; non avevo un piano, sapevo solo che non potevo rivelare la mia missione.
-Certo, certo giovanotto fammi compagnia, mangiare da soli è brutto, specie alla mia età- mi invitò concitato a sedermi nella sedia accanto a lui poi, giratosi verso il bancone – Losana, presto un altro piatto di zuppa!- subito risposi – No, no… non si disturbi- il mio stomaco, però non volle adeguarsi alle mie parole: aveva deciso di far scoprire la sua volontà di esser riempito a tutto il locale – Sciocchezze, un piatto della zuppa di Losana è un toccasana per tutti i mali-
Così, spinto sia dalla fame che dal mio nuovo amico, divorai quel delizioso cibo, ma non ero venuto lì per quello – Signore avrei delle domande da farvi- mi avvicinai al suo viso rugoso, bisbigliando – Certo figliolo dimmi pure- mi rispose lui, imitandomi, forse per prendermi in giro –Sono uno straniero venuto da poco in città, ma ho saputo di una strana donna dagli incedibili poteri che…- - Maela la veggente- mi fermò lui – annuì e cominciò a narrare -Tanto tempo, al tempo…-
-No, no… cioè, sì la storia la conosco, ma ho una curiosità sul… Passaggio- ero agitato, mi stavo lentamente avvicinando alla mia meta – Se il rito non è… venuto bene, se la Madre ha donato i suoi poteri ma in altro luogo e non davanti a un uomo dal sangue reale, cosa succede?-
Il vecchio mi fissò spalancando gli occhi, la sua espressione da gioviale divenne seria –Beh, ragazzo mio sarebbe un bel problema. Vedi, il Passaggio per poter essere valido a tutti gli effetti deve avvenire alla luce del tredicesimo giorno del di Maggio e, il prescelto deve donare una goccia del suo sangue alla madre la quale, tenendo in una mano il dono reale e avendo poggiato l’altra sulla spalla della futura veggente, le affiderà i suoi poteri in modo permanente. Non ho mai sentito di un Passaggio fatto male- il mio sguardo spento doveva averlo scosso perché -Oh, ma ragazzo mio, queste sono tradizioni millenarie, è possibile che siano tutte chiacchere e che basti solo la volontà per passarli- ridacchiò, per stemperare la situazione.
Mi scusai e dopo averlo ringraziato per la cena, salii in camera, avevo bisogno di riposo per il lungo viaggio che avrei dovuto affrontare il giorno dopo.

L’alba mi venne a svegliare, era stata una lunga notte quella.
E se i poteri non fossero passati correttamente? E se la veggente non avesse scovato il mostro? E se… mille dubbi mi avevano impedito di riposare, ero quasi più stanco della sera precedente.
Mi alzai e rivestitomi, scesi a prendere le provviste per il viaggio – Sempre che Mylos non se le sia già mangiate- pensai, scendendo le scale.
Un’energia positiva si impadronì di me.
Quello sarebbe stato un nuovo giorno, un nuovo inizio e niente avrebbe potuto più intralciare la mia missione, niente e nessuno.

Rosso… un rosso pieno di calore intercettò il mio sguardo. La serva era un’Impura.

 

   
 
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