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Autore: Lady Moonlight    08/06/2015    1 recensioni
Freya è un'arma, una guerriera creata e plasmata per conquistare Asgard.
Il suo destino sembra tracciato, ma il fato prende una piega diversa la notte in cui i suoi genitori vengono uccisi.
Sfuggita alla morte, viene accolta da Odino e cresciuta insieme ai suoi figli.
Mille anni dopo, conclusosi l'attacco a New York, Loki è condotto su Asgard in catene, in attesa di conoscere il giudizio del Padre degli Dei.
Privato dei suoi poteri, è costretto a osservare mentre un nuovo nemico minaccia la sua vita e quella di Odino.
Freya e Loki.
Diversi, quanto simili, si troveranno a condividere insieme più tempo di quanto entrambi desiderino e il loro passato segnerà in modo indelebile il futuro di Asgard.
[…]"Tu sei come queste farfalle, figlia" le aveva detto un giorno suo padre.
"Ora sei solo una piccola larva, un bruco. Ma un giorno ti trasformerai e, come queste farfalle che si librano inconsapevoli tra i prati, diventerai un'arma perfetta. Tu sarai lo strumento che mi permetterà di avere Asgard tra le mie mani."

[Post Avengers] Loki/Nuovo Personaggio
Possibili accenni Loki/Sigyn
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Nota pre-lettura: la settimana scorsa è stata pubblicato un precedente capitolo(informazione nel caso vi fosse sfuggito l'aggiornamento)




Epilogo
 
 
 
Hel è una piana infinita di sterile sabbia rossa. Un mare piatto e uguale a se stesso in ogni punto in cui lo sguardo può vagare.
Freya ansima e cade a terra. Fa caldo, troppo, quasi quanto l'incendio che sta distruggendo Asgard in quel momento. L'aria sa di zolfo e di cadaveri in putrefazione.
Le gira la testa e le mani affondano nella terra bollente. Dietro di lei il cavallo della valchiria morta emette un nitrito soffocato, poi rotea gli occhi al cielo e cade su un fianco: morto.
I vivi non possono sopravvivere su Hel, non senza il consenso di Hela e Freya ha il sospetto che lei non sia molto incline a concedere eccezioni.
Ovunque, sagome nere e senza volto, camminano in fila indiana. Ciondolano di lato, a destra e sinistra, come se fossero ubriache.
La gola le brucia e la guerriera comprende che quelle sono le anime dei morti non destinate al Valhalla. Riconosce creature provenienti da tutti i Nove Regni e un brivido d'angoscia le corre lungo la schiena.
Quello sarà il suo ultimo viaggio.
Ne è convinta perché sente già le forze scemare via dal suo corpo.
Stringe la presa su Brísingamen e avanza in quella pianura color del sangue.
Riconosce dei volti, ma non ha il coraggio di chiamarli o di attirarne l'attenzione perché non ha idea di quello che potrebbe accadere.
Le gambe affondano nella sabbia e ai piedi Freya sente un calore insopportabile che le ustiona la pelle.
Non è nulla, si dice. Passerà. Ma più avanza nel cuore di quel mondo sconosciuto più il dolore si intensifica.
I lamenti dei morti e le loro incessanti preghiere di supplica sono un vociare fastidioso che non l’aiutano a trovare un minimo di orientamento.
Una figura si posiziona davanti a lei e Freya sobbalza quando la riconosce.
"Da quella parte." enuncia la voce piatta di Siryo, alzando il braccio e puntandolo in un punto alla sua sinistra.
"S-Siryo." balbetta Freya e per la prima volta da quando lui è morto sente gli occhi inumidirsi di rabbia e nostalgia. "Sei finito in questo luogo maledetto." osserva pacata.
Gli occhi del ladro sono opachi come quelli di un cieco e non sembrano vederla realmente. "Da quella parte." ripete e lei annuisce, muovendosi silenziosa.
Siryo scompare tra la folla e la guerriera è costretta a farsi largo con la forza in mezzo a quel fiume di gente.
Incontra Sonea rannicchiata dietro ad un masso, intenta a tracciare dei segni sulla sabbia. Mentre si avvicina, Freya capisce che si tratta di una freccia.
La sua precettrice le sta indicando la direzione da percorrere per giungere fino allo spirito imprigionato di Hela e a quello di Jormungand.
"Mi dispiace." le bisbiglia, ma senza aspettarsi alcuna risposta.
Sonea sembra quasi annuire prima di mescolarsi anche lei alle altre anime.
A loro due seguono altri morti che le suggeriscono la via. Freya è turbata all'idea di poter incontrare anche i suoi genitori, ma si sforza di proseguire.
Quella storia deve concludersi lì e ai vivi deve essere concessa la possibilità di fare le proprie scelte. Lo fa per Thor, per Frigga, Sif, Odino... Perfino per Loki.
Non si è concessa la possibilità di vederlo un'ultima volta quando ha preso la decisione di andare su Hel perché sarebbe stato troppo crudele... per entrambi.
Freya ansima e finalmente scorge le mura di un grande castello dalle pietre nere.
Si trova sulla cima di una rupe, affacciata ad un cratere dove i morti si gettano per essere inghiottiti dall'oscurità.
Le sembrano trascorsi secoli, e magari è così, quando finalmente giunge al portone d'ingresso della dimora di Hela. Dal cortile interno sente giungere i sibili infastiditi del Grande Serpente, segno che il suo obiettivo è lì.
Deve attraversare diversi androni e sale colonnate prima di individuare il luogo giusto.
Quando finalmente individua la mole gigantesca di Jormungand, avvolta attorno al corpo di Hela non può fare a meno di sussultare e di celarsi dietro ad un muro.
"Quel fetido ingannatore!" strilla la voce rauca del serpente, agitando la lingua in modo scoordinato.
Hela ride e getta la testa all'indietro. Freya ne osserva il volto senza mascherare l'orrore che scuote il suo. Il viso della dea sembra possedere due facce. La pelle della parte destra è liscia e rosata, le labbra sono rosse come mele mature e l'occhio è di un profondo blu. Ma l'altra metà... L'iride è bianca, la pelle è piena di pustole purulenti e sotto ad essa si intravede il bianco delle ossa.
Vomiterebbe se ne avesse la forza, invece stringe i pugni respirando il tanfo di morte che pervade quel luogo.
"Astuto, non trovi?" è la replica della dea dei morti, intenta a soffocare un lamento quando Jormungand stringe le spire attorno al suo corpo.
"Puoi tenermi prigioniera, ma non puoi uccidermi. Sconfiggere la morte va oltre le tue possibilità."
"Hela, la sfregiata." replica il serpente con malignità. "Continui a credere che quanto sia successo riguardi solo tu e me."
La dea emette un verso simile ad un ringhio che Freya non definirebbe umano.
"Viscida creatura." sputa Hela. "È stata un'idea di quel verme, è così?"
La guerriera scivola a terra, portandosi una mano sulla fronte. Non capisce di cosa stanno parlando, ma se indugiasse ad ascoltare oltre... Un’occasione così, per prendere il nemico alla sprovvista, non le ricapiterà tanto facilmente.
La forma umana di Brisingamen è comparsa davanti a lei, china in avanti come se volesse sfiorarla e ne avesse timore.
"Non ti facevo così ingenua, Hela." prosegue Jormungand. "Ma è vero che di te le leggende descrivono quanto sei pazza. Saresti stata la perfetta consorte di Loki."
"Brísingamen." chiama Freya stringendo la collana. "Conosci il mio desiderio."
Si alza in piedi, rivelandosi alle due creature che si stanno affrontando verbalmente.
"La vostra richiesta sarà esaudita, padrona."
"Miðgarðsormr, " dichiara la guerriera, alzando le braccia con i palmi rivolti verso il corpo del serpente. "Come custode della collana Brísingamen condanno la tua anima all'oblio." Le parole le escono naturali e per quanto strano Freya sa che sono giuste.
Hela ride, in quel suo modo secco e stridulo che ricorda tanto i versi dei corvi di Odino. "Giudice e giuria, Vanadis. Tuo padre sarebbe fiero."
Freya la ignora e avanza lenta mentre davanti a lei si forma un muro di fuoco. In principio Jormungand rimane fermo, quasi spaesato, poi però le fiamme lambiscono le sue scaglie verdi e il serpente comincia a dimenarsi.
Tenta di strisciare lontano, di scappare fuori dal castello ma Freya non glielo concede.
È davanti a lui quando il fuoco crepita sulla sue viscida pelle, rinsecchendola come foglie davanti al calore di un camino.
"Cos-s-s... tu... fai?" sibila la creatura.
"Non si torna indietro dal mio potere. Brísingamen... " tace un istante. "Io non perdono e non concedo nulla. Questa è la mia sentenza per te, Jormungand."
Freya dischiude le labbra. "Brucia."
 
 
"E così ti sei risvegliata." Hela si alza in piedi e guarda i resti di Jormungand attorno a sé. Di fronte, gli occhi di Freya sembrano bruciare come fiamme.
"La mia padrona è debole." le risponde il volto imbronciato di Brísingamen.
"Ti sei manifestata contro la sua volontà." le rammenta Hela, nascondendo il viso deturpato dietro una massa di capelli neri. "E questo mondo la indebolisce."
"Fintanto che sarà legata a me-"
"Risparmiami le tue parole, Brísingamen. Non ne ho bisogno."
Le volta le spalle, incamminandosi nei corridoi del suo palazzo, certa che l'arma dei Nibelunghi la seguirà.
Quando giungono nella sala del trono Hela prende posto sul suo scranno, scacciando in malo modo il cucciolo di flareon bianco.
"Quella creatura... è viva." osserva Brísingamen.
"Mi è stata offerta come tributo. Pensavo potesse rivelarsi una convivenza interessante, ma non smette mai di lamentarsi e se ne va in giro ad azzannare i morti. Ha tentato pure di cibarsi di Jormungand."
"Carino..."
"È una femmina." la corregge Hela.
"Il precedente padrone aveva una tigre dei boschi. Questo animale... sembra simile."
Il flareon emette una specie di ringhio, poi si avvicina alla sconosciuta annusandole la mano. Hela sospira.
"È tardi, Brísingamen. Sveglia la tua padrone e poi… Torna a dormire.."
 
 
 
Non ha idea di cosa sia accaduto, ma la smorfia della dea dei morti riporta Freya alla realtà. Si trovano in una sala enorme, dal lastricato nero e con ampie finestre che danno sullo strapiombo in cui si gettano gli spiriti.
C'è anche il cucciolo di un flareon che le lecca le dita e muove la coda come farebbe un gatto di Asgard.
"Sei libera." constata la guerriera, spaesata.
"Mi hai liberato." replica Hela accompagnando le parole ad un gesto vago della mano. "Devi imparare a controllare Brísingamen."
Freya annuisce con lentezza e decide che per il momento può accantonare quel fatto... strano.
Entrambe tacciono per alcuni momenti e l'animale corre davanti alle vetrate emettendo un verso a metà tra un miagolio e un ringhio.
"Perché sono viva?" si decide a chiedere, temendo la risposta.
Hela appoggia i gomiti al trono e allunga le gambe in avanti. Freya prova ad evitare di fissare troppo a lungo il suo viso, ma lo sguardo cade inevitabilmente sulla parte rovinata del volto.
"Orribile, vero?" asserisce la regina dei morti. "Questa faccia è la mia condanna e la mia salvezza. Per metà morta e per metà viva... eppure ho deciso io di governare su Hel. Non c'era posto per me nei mondi dei vivi."
Freya immagina di poter capire...
È colta da un attacco violento di tosse e quando scosta le mani le trova macchiate di sangue.
"E mi dispiace dover affermare che questo non è il luogo adatto a te. Non è oggi che riscuoterò la tua vita... E lo dico con sommo dispiacere, fidati." aggiunge Hela con un sorriso desolato.
L'implicazione di ciò che significa lascia la guerriera senza fiato.
"Ma Asgard? Nemmeno il Regno degli Æsir è più un opzione per te... Odino non è mai stato incline al perdono e se anche ti concedesse la grazia..." Hela sorride in modo macabro mentre del pus scivola sulla porzione di pelle marcia. "Se scoprisse il tuo legame con Brísingamen ti condannerebbe a passare l'eternità nella grotta di Fenrir. Non sarebbe piacevole. Inoltre, ad Asgard credono che tu sia-"
"Morta." completa Freya. "Va bene, lascia che lo credano." concede con un brivido.
Thor. Non vuole pensare a come reagirà il dio del tuono. E Loki?
"Mi nasconderò in qualche pianeta sperduto della galassia. Non mi troveranno."
Ma Hela ride, come se trovasse quella proposta un aneddoto divertente.
"Non posso ucciderti, mia cara Vanadis, ma ciò non significa che non posso decidere le sorti del tuo destino."
Freya indietreggia, finendo con lo scontrarsi con il cucciolo di flareon che emette un lamento di protesta.
"La Materia Oscura ti condurrà su un piccolo mondo, questo te lo concedo, e non potrai che condizionarne la sorte."
Freya le da le spalle, come se quel gesto possa in qualche modo difenderla.
"Terra... ma forse tu la conosci meglio con il nome di Midgard?"
La risata di Hela si fa più potente e lei barcolla all'indietro.
"C'è un detto curioso su Midgard: il battito d'ali di una farfalla può generare un tornado dall'altra parte del mondo. E tu hai mosso le tue, custode di Brísingamen, ma hai scosso il destino di Asgard e con esso quello del resto dell'universo. Cosa ricordi del precedente Ragnarok?"
Freya annaspa e si porta una mano alla gola.
Niente, è la risposta. Non c'è nulla da ricordare.
Tace mentre l'oppressione al petto diventa insostenibile e gli occhi lacrimano per il dolore.
Hela fa una smorfia e inclina la testa di lato, come se fosse delusa dall'assenza di risposte. "Eppure sei tu che... non importa." conclude, alzandosi in piedi. "Accadono cose strane su Midgard che sfuggono al controllo degli Æsir." prosegue.
Il flareon le si è avvicinato di nuovo e Freya tenta di non prestargli attenzione, almeno finché le sue piccole zanne non affondano nel suo polpaccio.
La guerriera soffoca un grido di dolore e sorpresa.
"Oh, andiamo... ti avevo detto che morde qualsiasi cosa le capita a tiro!" strilla Hela.
"Ha fame!" sbotta lei di rimando. "Di cosa deve nutrirsi in un mondo pieno di morti? Una fortuna che sia così piccola e... innocua. I flareon non sono famosi per la loro tenerezza!" ansima, piena di rabbia.
Hela la liquida con uno sguardo sprezzante. "Parlavamo di Midgard, comunque..."
"Thor conosce quel mondo... se avvengono eventi strani-"
"Thor? Non ci credi veramente." obietta la dea in maniera sarcastica. "Stiamo perdendo tempo. Odino presto manderà i suoi corvi per controllare che fine abbia fatto la sua unica nipote." Nelle mani si materializza una massa nera non uniforme e dall'aspetto instabile.
"Materia Oscura." mormora Freya.
Hela lancia in aria la sfera, aprendo un varco nel soffitto della fortezza che sembra poter trascinare via ogni cosa. Freya scivola in avanti, incapace di rimanere ancorata al terreno.
"Oh..." commenta Hela, rifilandole uno sguardo quasi dispiaciuto. "Devo avvertirti che gli asgardiani non sono molto ben visti su Midgard dopo la visita di Loki."
La guerriera stringe i denti.
"Eviteri di irritarli se fossi in te."
Con un ultimo sforzo Freya tenta di lanciarsi su Hela, ma un nuovo attacco di tosse le toglie il fiato e le energie.
La dea ride e scuote la testa. "Non sarà un viaggio piacevole."
Infine, Hela fa un passo in avanti e la spinge verso il vuoto con un sorriso che farebbe impallidire i peggiori inganni di Loki. "Al prossimo incontro."
Freya grida, maledice il suo nome...
Poi è il vuoto, l'oscurità.
E una luce azzurra all'orizzonte.
 
 
 





 

 
 
Ed eccoci qui, giunti alla fine di questo viaggio durato quasi due anni! Devo dire che è bello e pauroso al tempo stesso mettere finalmente la parola fine ad una storia che ho amato.
Freya è nata in un’estate di due anni fa, ma pubblicata solo successivamente e sono stata felicissima di vedere che le sue vicende vi sono entrate nel cuore.
Avete dei dubbi sul finale? Vi ha soddisfatto? Vi aspettavate altro? Spero vogliate dirmelo per farmi capire eventuali mie mancanze.
Un grazie enorme a tutti voi che malgrado la mia lentezza nell’aggiornare avete continuato a seguirmi! Se sono arrivata fin qui è anche grazie al vostro sostegno! <3
Se, invece, siete disperati e il finale non vi ha convinti… Niente paura, a settembre/ottobre potrete continuare a leggere la storia di Freya che proseguirà nel sequel “Radici” e sarà pubblicato nella sezione dedicata agli Avengers!
Stay Tuned! :D (E se avete voglia mandatemi le vostre energie positive per l'esame che avrò il 10^^ )
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