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Autore: Vicarious10    14/06/2015    2 recensioni
Durante il matrimonio dei suoi più cari amici, Sonic non avrebbe mai pensato che la minaccia più grande che avesse mai affrontato stava per incombere sulla sua vita. Lui e i suoi compagni di avventura si ritroveranno ad essere impotenti per la prima volta nella loro vita di fronte alla guerra più grande di tutte. L'unica speranza risiede nell'aiuto di un misterioso alleato, l'unico in grado di prevedere le mosse del nemico.
La battaglia per la sorte di Mobius sta per cominciare.
Uniti o divisi, niente sarà più come prima.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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8.
L’ultimo avvertimento
 
 
-Manca ancora molto?-
-Scusami, ho quasi finito-
Bunnie Rabbot non era una ragazza paziente. Non c’era da biasimarla se non vedeva l’ora di poter tornare di nuovo in azione in quel momento, ma ciò sarebbe accaduto in qualsiasi altra circostanza. Il pensiero che ci fosse qualcosa là fuori pronto ad attenderla gli dava una forte carica che non gli permetteva di stare ferma con le mani in mano. Era chiusa nell’officina di Tails da un’ora ormai, ma finalmente le modifiche che aveva fatto apportare al suo braccio meccanico erano concluse. La giovane volpe si alzò dalla sua postazione mentre, sotto lo sguardo vigile di Bunnie, riponeva i suoi attrezzi alla rinfusa sulla scrivania. La ragazza, rimasta sdraiata per tutto il tempo dell’operazione, volse lo sguardo verso il suo arto artificiale. Lo sentiva poco più pesante di prima, ma la cosa che la colpì di più fu una strana sensazione che partiva da esso.
-Come ti senti?- chiese Tails ritornandole accanto.
-Un po’ strana. Mi sembra quasi di avere la nausea-
Mentre parlava, Bunnie scrutò il suo braccio, muovendolo lentamente fino alla punta delle dita.
-È normale. Il congegno che ho installato dentro il tuo braccio si sta collegando al tuo cervello tramite i fili che hai al posto delle vene. Tra poco starai di nuovo bene, non ti preoccupare-
Più che preoccupata, Bunnie rimase intimorita da quella spiegazione. L’idea che era fatta sia di carne che di metallo non era una cosa semplice con cui convivere. Molte volte si era ritrovata addosso gli occhi indiscreti di vari sconosciuti, dandole quella sensazione di disagio che rare volte la liberava dalla sua presenza. L’incidente che la rese ciò che era oggi fu il suo trauma più grande, ma fu proprio lì che Bunnie capì di che pasta era fatta davvero. Chiunque altro si sarebbe arreso alla morte, ma non lei, per questo decise di trasformare le sue protesi meccaniche in un mezzo per combattere. Alla fine la sua vita si era sempre basata sul combattimento, su questo non aveva alcun rimpianto, ma c’erano comunque delle volte in cui, da sola, si ritrovava ad immaginare la sua vita in maniera differente. Le piaceva pensare che, se la sua vita non fosse cambiata radicalmente a causa del suo incidente, si sarebbe applicata nello studio. Avrebbe continuato la scuola e, magari, dopo la fine di quel percorso, avrebbe trovato lavoro come insegnante. Non lo aveva mai detto a nessuno, ma la storia era sempre stata la sua materia preferita, quella che le interessava più di tutte. Da essa si poteva comprendere il pensiero degli scrittori, degli artisti e dei popoli delle varie epoche, era la base di tutto per lei. Si immaginava a discutere in classe con i suoi studenti, attenti della sua parola e ansiosi di sentire le sue spiegazioni. Forse, in un’altra realtà, ciò stava accadendo e questo le bastava a farla sorridere nei momenti più brutti. Ora, però, nell’ora più buia della sua vita, non vi era niente che potesse rincuorarla.
-Ti prego, spiegami di nuovo come funziona- disse la ragazza mettendosi a sedere.
Tails, massaggiandosi la fronte per la stanchezza, accennò un sorriso sarcastico a quelle parole. In altre circostanze, l’opportunità di poter dare sfoggio del suo genio lo avrebbe entusiasmato.
-Si tratta di una versione definitiva di un prototipo di qualche tempo fa. Sul palmo del tuo braccio meccanico vi è un foro circolare collegato ad un generatore ricaricabile. Spara un raggio laser capace di sfondare una porta d’acciaio, ma ci vuole qualche minuto per ricaricarlo tra un colpo e l’altro. Puoi stare tranquilla, però: è stabile e sicuro al cento per cento-
-Eviterò di grattarmi il naso allora- commentò Bunnie.
La volpe cercò di ridere con tutto il cuore a quella battuta, ma ci voleva ben altro per farlo distrarre anche solo per un secondo.
-Come stai?-
Notato il suo umore, la ragazza poggiò una mano sulla spalla dell’amico.
-In parole povere? Uno schifo. Oltre ad essere distrutto, sono anche impaurito. Non penso di aver mai provato così tanta paura in vita mia, ma forse sono io che esagero- rispose Tails.
-Non devi vergognarti. Tutti noi abbiamo paura- disse Bunnie.
La volpe prese un attimo di pausa, facendo un profondo respiro.
-Ciò che è successo a Angel Island.. credo che non me lo dimenticherò mai-
-Insieme riusciremo ad andare avanti- disse la ragazza cercando di rincuorare il compagno di squadra.
Tails abbassò la testa cercando di trattenere le lacrime con tutte le forze rimastegli. Incapace di essere così forte, la volpe volse lo sguardo verso l’amica. Bunnie lo guardò con compassione, sentendosi trasportata da dalla malinconia dei lucidi occhi del giovane inventore.
Non ci fu bisogno delle parole. Presa dall’istinto, la mobiana per metà robot strinse a se l’amico in un forte abbraccio. Tails lasciò affondare la testa tra le spalle di lei, piangendo come poche volte in vita sua. Per la mancanza dei genitori, per Knuckels, per tutti gli echidna che non c’erano più e, soprattutto, per tutto il male che non smette di esistere.
 
Il ticchettio del vecchio orologio appeso sul muro della cucina cominciò a dare un grande fastidio a Sally Acorn. Seduta e con le braccia incrociate su una delle due comode poltrone presenti nella stanza volse lo sguardo verso l’oggetto della sua irritazione. Erano sera tardi e non vi erano ancora notizie da parte dei loro amici diretti a Metropolis. Magari erano ancora in viaggio, pensò Sally, oppure erano ancora coinvolti nell’impresa di far sputare il rospo al Dr. Eggman. Amy e Rob sembravano avere gli stessi pensieri. La prima stava preparando del tè per calmarsi e distrarsi, mentre suo cugino si poggiava esausto sull’uscio della porta che portava al corridoio. Vi era anche Cream con loro, ma la giovane coniglietta sembrava avere la mente altrove mentre, sdraiata sul divano, fissava lo squarcio di cielo notturno attraverso la finestra.
-Credo che dovremmo parlarci- esordì Sally spezzando il silenzio che si era formato tra loro.
Era ormai da un’ora che Bunnie era dentro l’officina/laboratorio di Tails e, oltre a loro, c’era qualcuno che aveva bisogno di tutta la loro attenzione. Julie-Su non aveva detto un parola da quando si erano messi in viaggio per tornare alla base. Appena vi avevano fatto ritorno, l’echidna rosa si era rinchiusa nella sua camera sbattendo violentemente la porta.
-Penso che chiunque entri nella  sua stanza ora volerebbe immediatamente fuori dalla finestra- disse Rob.
Amy rimase in silenzio. Il solo ricordo delle parole di Julie-Su in ospedale la faceva stare male.
-Non è il momento, Rob- rispose Sally fulminandolo con lo sguardo.
-Sono serio, Sally. Anche io vorrei parlarle, ma non c’è niente che io possa dire per farla stare meglio. Sta soffrendo le pene dell’inferno, ma forse la cosa migliore da fare è lasciarla da sola- spiegò l’arciere.
A quel punto, la principessa non seppe più cosa dire. Era vero: niente in quel momento avrebbe potuto riportare Julie-Su in sé.
Dopo aver messo la teiera sul fornello, Amy si rivolse verso i compagni di squadra.
-Potremmo andarci tutti e quattro. Magari insieme riusciamo a farla ragionare- propose la ragazza riccio.
Cream era l’unica che non sembrò approvare quella proposta.
-Ehi Cream.. ci sei?-
Incuriosito, Rob si avvicinò alla ragazza per poi scuoterla leggermente per  le spalle.
-Sonic ci ha già contattato?-
Quella domanda così improvvisa da parte della preadolescente lasciò tutti spiazzati.
-No, tesoro. A quest’ora saranno appena arrivati a Metropolis- rispose Sally di getto.
-Tra poco ci chiameranno, Cream. È solo una questione di minuti- aggiunse Rob.
Cream si mise a sedere, tenendo lo testa bassa per la stanchezza.
-Senti Cream, perché non ti metti un po’ a dormire? È tardi, chiudere un po’ gli occhi ti farebbe bene. Noi andiamo di là da Julie, ma torniamo subito, te lo prometto. Amy ha preparato del tè nel frattempo. Quando è pronto, se vuoi, prendine una tazza- disse Sally chinandosi all’altezza dell’amica.
La giovane ragazza coniglio si limitò ad accennare un “sì” con la testa, facendo preoccupare gli altri tre Freedom Fighters.
Forse era davvero la stanchezza la causa del suo comportamento, ma non c’era da biasimarla per questo. Lei e Tails erano i più giovani del gruppo ed entrambi avevano il diritto di tirarsi indietro di fronte a situazioni del genere, compreso quello di placare l’ira funesta della loro migliore amica. Così, lasciando Cream a riposare in cucina, i tre si avviarono verso la stanza di Julie-Su. Di fronte alla porta chiusa, i ragazzi si guardarono l’un l’altro preoccupati. Fu Sally a bussare, avvicinando la testa alla porta nel tentativo di sentire qualcosa.
-Julie, posso entrare?- chiese dando un altro piccolo colpo.
Nessuna risposta.
-Ci sono anche Amy e Rob con me. Stiamo per entrare-
Non ricevendo di nuovo alcuna risposta, la principessa fece scattare lentamente la serratura, aprendo la porta lentamente. Era tutto buio, non vi era nessuna luce accesa. Videro fin da subito la sagoma dell’echidna rosa sdraiata sul proprio letto.
-Ehi Julie..- disse Amy avvicinandosi.
-Andatevene!- esclamò seccamente Julie-Su.
I tre si bloccarono per un attimo, notando lo sguardo fisso nel vuoto della loro amica.
-Julie, non possiamo lasciarti da sola adesso. Noi vogliamo aiutarti- disse Rob.
Con un velocità impressionante, la ragazza echidna si tirò su dal letto con fare minaccioso. Si mise a fissarli con indifferenza, sentimento che nascondeva una rabbia così forte da poter distruggere un palazzo.
-Che volete?- chiese Julie-Su in tono sprezzante.
-Vogliamo solo parlare- rispose Amy preoccupata.
La ragazza riccio aveva stampata in mente la sua ira in ospedale qualche ora prima. Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe visto tutta quella rabbia corrodere una delle sue più grandi amiche.
-Non ho bisogno di parlare con voi-
L’echidna rosa non sembrava minimamente interessata a parlare con i suoi amici.
-E allora dicci, Julie, di cosa hai bisogno, perché noi vogliamo starti vicino- disse Sally.
Julie-Su si rivolse iraconda verso la principessa.
-No, voi volete convincermi che è meglio se non combatterò questa volta, non è così?-
-Julie.. guardati. Non lo vedi lo stato in cui sei ridotta?- cominciò Rob.
-Sei fuori di te per la rabbia, questo lo capisco perfettamente, ma non puoi affrontare questa storia se non riesci nemmeno a ragionare in maniera sensata- concluse Amy.
-E allora ditemi come dovrei ragionare! Spiegatemi cos’è questa “maniera sensata” di cui andate blaterando!-
Scattata in piedi, Julie-Su aumentò notevolmente il tono della sua voce.
-Io ci sarò quando ci ritroveremo di nuovo faccia a faccia con quei mostri, punto!-
-E che cosa farai quando sarai lì?- chiese Sally in tono severo.
La principessa sapeva che l’unico modo per venire fuori da quella discussione così straziante era quella di non farsi sopraffare dalla negatività che Julie-Su emanava da tutti i pori.
-Te lo dico io cosa succederà, Julie: ti batterai con loro con l’unico scopo di ucciderli. Non ragionerai più e non riuscirai più a formulare un pensiero che non riguardi la loro morte. E sai cosa accadrà a quel punto? Farai uno sbaglio. Non riuscirai più a controllarti e ti lascerai sopraffare da loro proprio come un’animale. Coglieranno l’occasione per toglierti di mezzo e lo faranno. Non voglio che accada questo, nessuno di noi lo vuole, per questo siamo qui-
Appena Sally concluse il suo discorso, Julie-Su si avvicinò verso di lei con passo pesante.
-Sei sempre stata brava con i discorsetti, Sal, ma sai che c’è? Me ne frego. Se proprio devo morire, porterò quegli assassini con me- ringhiò la ragazza echidna.
-Julie, ti rendi conto di quello che stai dicendo!?-
Sbigottita da quelle parole così violente, Amy si intromise di nuovo. Sally,mantenendo uno sguardo serio, fissava gli occhi di Julie-Su senza battere ciglio. Non vedeva più niente di razionale in lei, vi era solo uno dei demoni più antichi e pericolosi di Mobius: il demone della rabbia.
-Devi calmarti, Julie. Sono ancora io che gestisco le cose nella squadra e se dico che sei fuori è così, punto- disse la futura regina di Mobius.
-Tu non c’eri su Angel Island, Sal. Tu non hai visto cosa hanno fatto a Knuckels e con che facilità hanno condannato migliaia di echidna alla morte. Avrò la mia opportunità per vendicarmi e tu non me lo impedirai- ringhiò l’echidna.
Rob, avvicinatosi, cercò di posare la mano sulla spalla della ragazza. Questa, ancora prima che le dita dell’arciere potessero sfiorarla, mosse bruscamente il braccio per allontanarlo da sé.
-Pensi che Knuckels vorrebbe questo, Julie? Pensi che a lui piacerebbe vederti giocare a fare l’assassina?-
Sally sapeva che se avesse messo in mezzo la figura del forzuto Guardiano del Master Emerald avrebbe toccato un tasto dolente. Era proprio quello che voleva, ma la reazione di Julie-Su fu per lei un colpo al cuore. Con gli occhi oscurati da un dolore senza precedenti, l’echidna rosa sferrò un gancio destro verso la principessa. Questa, grazie agli intesi allenamenti a cui era stata esposta fin da bambina, evitò il colpo indietreggiando semplicemente di qualche centimetro, per poi afferrare il braccio dell’amica e rigirandolo in modo tale da farle dare le spalle. Sally la sbatté contro il muro pieno di poster accanto a loro, facendo pressione affinché Julie-Su non riuscisse a liberarsi. Amy e Rob si fiondarono immediatamente accanto alle due ragazze per separarle.
-Lasciami!- urlò l’echidna mentre cercava di divincolarsi.
-Knuckels non vorrebbe questo!-
Avvicinatasi al suo orecchio, Sally Acorn riprese la discussione da dove era stata interrotta.
-Lui non è qui ora!- rispose Julie-Su.
-Lui è all’ospedale con le ossa rotte, infatti! Pensi che gli farà piacere quando scoprirà che ti sei fatta uccidere dagli stessi mostri che l’hanno attaccato!? Credi che sarà felice nel sapere che sei morta perché hai cercato di vendicare lui e la vostra gente!? Ragiona, Julie: nessuno di noi vuole vederti rischiare la vita!Tu sei molto più di questo, non lasciare che Kadma abbia un’altra anima da collezionare!-
Julie-Su cominciò a piangere in maniera isterica, mettendo più forza nel cercare di liberarsi da quella presa. Schiacciata tra la sua amica e il freddo muro della sua stanza, l’echidna rosa prese consapevolezza di una cosa che, nelle ultime ore, non aveva avuto il coraggio di ammettere: stava impazzendo. La rabbia, l’odio e la sete di vendetta la stavano portando fuori dalla sua strada, dalla sua vita, dai suoi doveri e da quella che era davvero. Lei era un’eroina, non una bestia che reclamava sangue. Quasi impotenti di fronte a quella scena, i due cugini Rob e Amy rimasero impietriti di fronte a quello strazio. Cercarono di placare Sally e di farla smettere nel suo violento tentativo di riportare la loro amica alla ragione, ma qualcos’altro attirò l’attenzione di tutti i presenti. Un urlo agghiacciante fece eco in tutta la casa, mettendo in allerta tutti i presenti. Persino Julie-Su smise di piangere dalla rabbia per capire da dove provenisse. Lasciata la presa, Sally corse fuori dalla stanza insieme agli altri poiché capirono chi era la fonte di quell’urlo: la giovane Cream the Rabbit. Nel corridoio, i ragazzi urtarono contro Tails e Bunnie appena usciti dal laboratorio, diretti anche loro verso la cucina della loro base.
-Che succede!?- chiese la volpe preoccupata.
-Non lo so- rispose Rob.
Di nuovo riuniti, il gruppo di Freedom Fighters che doveva rimanere alla base in attesa di notizie da Sonic si fiondò dentro la cucina allarmati e preoccupati che, in maniera del tutto sconosciuta, fosse successo qualcosa alla loro amica. Con enorme sorpresa, gli eroi trovarono Cream seduta su una sedia. Tra loro e lei vi era solo il tavolo con sopra una teiera e un piatto di biscotti. La giovane ragazza sorseggiava lentamente la sua tazza di tè con sguardo spento, mentre i suoi compagni di squadra la fissavano confusi.
-Cream! Cosa succede? Perché hai urlato?- esclamò Bunnie preoccupata.
La giovane si girò verso i suoi amici in modo del tutto pacato. Era come se non si fosse accorta della loro presenza.
-Oh, perdonatemi, ma non sapevo in che altro modo richiamare la vostra attenzione- rispose Cream in tono calmo.
C’era qualcosa di strano nella sua voce e tutti lo notarono immediatamente. Appena aveva preso a parlare, i Freedom Fighters percepirono nel suo tono un qualcosa di totalmente diverso dal solito. Era sempre la stessa voce, ma  c’era qualcosa di totalmente differente. Qualcosa di diverso, ma anche spaventosamente familiare. La ragazzina riprese a bere la bevanda, mentre un orrendo pensiero attraversò le menti dei presenti nello stesso momento.
-Questo tè è davvero ottimo, Amy! Erano anni che non ne bevevo uno così buono!- commentò Cream tirando un ultimo sorso dalla tazza fumante.
-Tu non sei Cream- disse Rob mettendo mano all’arco agganciato alle sue spalle.
-Non è del tutto esatto. Il corpo è di Cream, ma è la mente la cosa su cui vi dovreste soffermare- rispose la coniglietta mentre, con fare del tutto fanciullesco, si pulì la bocca con un gesto della mano.
-Chi diavolo sei?- ringhiò Amy squadrandola.
-Uh, non l’avete capito? Vi do qualche indizio: ci siamo già incontrati recentemente, è stato in una specie tempio e..-
Cream si fermò un attimo, per poi volgere lo sguardo verso un membro in particolare del gruppo: Julie-Su. Questa, tremante e con il volto ancora rigato dalle lacrime, fissava spaventata quella che all’apparenza sembrava la tenera e dolce ragazzina che conosceva e amava da anni.
-... e ho ucciso qualche migliaia di echidna-
Appena quella che sembrava essere Cream concluse la frase, l’echidna rosa si fiondò spedita verso di lei. Senza metterci troppo sforzo, scaraventò il tavolo contro i fornelli con un solo braccio. Prima che potesse mettere le mani su Cream, che nel frattempo non aveva fatto il minimo movimento e non dimostrava alcun segno di paura o spavento, Julie-Su venne bloccata per le braccia da Rob e da Bunnie.
-Fossi in te eviterei di farmi del male. Dopotutto, questo è il corpo della vostra piccola amica..- riprese la ragazzina mentre sembrava godersi la scena.
Julie-Su era di nuovo presa da una rabbia senza pari, non riuscendo dunque a capire che avrebbe solo fatto del male alla sua amica e non al mostro che aveva preso possesso del suo corpo.
-Tu sei Kadma, non è così?- chiese Sally, nonostante fosse sicura della risposta.
-Indovinato! Sei davvero sveglia come dicono, principessa Sally Acorn- rispose “Cream” indicandola giocosamente.
-Come.. com’è possibile?- chiese Amy sconvolta da quella situazione.
-Semplice, Amy Rose. Come il vostro nuovo amico con gli artigli vi ha accennato, i miei poteri non sono all’interno del mio corpo come per mio fratello o per i miei amici. I miei poteri hanno radice nella mia mente, nel mio spirito-
Sentita la spiegazione, Tails sbarrò gli occhi per lo stupore.
-Santo cielo.. tu sei una telepate..-
-Indovinato, Tails! Sapevo che non mi avresti deluso, ma non sono solo una “telepate”. Posso fare un sacco di cose, mi basta solo pensare e concentrarmi, il resto poi è facile- spiegò l’echidna nera che possedeva la mente della ragazzina.
-Cable aveva detto che ti servivano ore per ricaricare il tuo potere- disse Sally sbalordita.
A quel punto, Cream roteò gli occhi e accavallò le gambe, quasi come se si stesse annoiando.
-E ha ragione, ma non ha tenuto conto del fatto che posso usare il Master Emerald come fonte di energia. Grazie ad esso sono riuscita a prendere il controllo di Cream anche a migliaia di km di distanza. Certo, ci vuole ancora un po’ affinché possa rigenerare le mie abilità del tutto, ma la voglia di prendere il controllo della vostra piccola amica e parlarvi è stata più forte di qualsiasi altra cosa- rispose la ragazza coniglio in tono malizioso.
-Esci fuori dal corpo di Cream e affrontami, maledetta!-
Julie-Su, che cercava ancora di liberarsi dalla presa di Bunnie e Rob, ringhiò verso l’odiata avversaria con tutte le forze che aveva. Non riusciva a vedere nient’altro che la figura di Kadma che si crogiolava accanto allo smeraldo gigante, un’immagine straziante che le faceva perdere il controllo.
-Oh, mia cara Julie-Su, ma io non sono qui per combattere contro di voi. Quando mi trovo nel corpo di qualcun altro non posso usare i miei poteri. Siamo alla pari, quindi, visto che nemmeno voi potete torcermi un capello-
-Allora cosa diavolo vuoi?- chiese Bunnie senza lasciare la presa su Julie-Su.
Cream sorrise quando arrivò quella domanda, sentendosi quasi a suo agio in presenza dei nemici.
-Faccio questa premessa: lo so cosa voi provate verso di me. Mi odiate, mi disprezzate, vorreste mettermi le mani addosso o, nel tuo caso Julie, uccidermi a mani nude. Nonostante questo, però, sono qui per farvi una proposta- cominciò la coniglietta.
L’inquietante tono della sua voce fece capire a Sally quanto questa Kadma fosse subdola e malefica. Forse si trovava di fronte ad un nemico senza precedenti, più pericoloso di chiunque altro avesse incontrato nel corso degli anni.
-Tra una settimana esatta, io e i miei compagni compariremo nella grande piazza centrale di Khonotle ed evocheremo Onslaught..-
-Non ci riuscirete mai- ringhiò Amy interrompendo Cream.
-Oh, mia cara, credi che io non sappia del vostro piano? Credi che non sappia che Sonic, Antoine, Shadow, Rouge e Cable siano a Metropolis per allearsi con Eggman? Credi che non sappia che volete tenerci un’imboscata nel suo covo? Eppure ve l’ho detto: la mia mente è la mia arma- riprese Cream tranquillamente.
Quelle parole lasciarono i Freedom Fighters spiazzati. I loro nemici sapevano tutto ormai, dettaglio che ribaltava le sorti a loro svantaggio.
-Dicevo, nonostante voi ci odiate e tutto il resto, vi chiedo dal più profondo del mio cuore di smettere di combattere- concluse l’inquietante mobiana.
-Cosa!?- chiese Tails perplesso.
-Avanti, sarete pure dei cliché viventi, ma non per questo siete stupidi. Se provate a mettervi sulla nostra strada, morirete molto prima di quanto voi pensiate. Rifletteteci un attimo: avete l’opportunità di usare questi ultimi giorni per fare ciò che avete sempre voluto. Tu, Sally, potresti prendere tuo marito e concedervi una meritata e tranquilla luna di miele. Invece, Amy, potresti trovare la forza di dichiararti a Sonic e provare a scappare il più lontano che potete. Oppure tu, Julie-Su, potresti aspettare che il tuo amato Knuckels riprenda le forze e sposarvi magari, uno di quei matrimoni lampo che vanno tanto di moda!-
-Tu sei pazza..- sibilò Rob sentendo la rabbia farsi strada dentro il suo corpo.
-È questo il punto, Rob! È questa la differenza tra voi e noi! Io so di essere pazza, voglio dire: dopo tutto quello che ci hanno fatto, le torture che mi hanno inflitto, io so di non ragionare più come una persona normale. Voi invece siete più pazzi di me. Perché? Perché non avete il coraggio di ammettere il fatto che non siete davvero degli eroi e che non avete mai portato la pace su Mobius. Ogni volta che fermavate Eggman spuntava fuori qualcun altro a prendere il suo posto! Un ciclo infinito di cui voi siete schiavi! Quindi, almeno ora, sull’orlo del baratro, smettetela di combattere inutilmente e godetevi quest’ultima settimana. Siate felici come mai prima d’ora, perché quando Onslaught sarà qui vi troveremo l’uno dopo l’altro. Vi cacceremo come degli animali e mangeremo le vostre anime. Distruggeremo le vostre città, i vostri simboli e la vostra fede per edificare un nuovo mondo in cui non esisteranno più né il bene e nemmeno il male! Niente più inutili guerre tra le razze, niente più criminali da strapazzo e, soprattutto, niente più Freedom Fighters. Avrete la pace eterna e Mobius diventerà il paradiso che merita di essere! Che ne dite? Accettate la mia proposta?-
Mentre parlava, gli occhi di Cream divennero totalmente diversi. Le sue pupille si animarono di un insano rosso accesso, mentre le sue mani cominciarono a gesticolare in maniera del tutto sconnessa. Non c’era niente di sano nell’essere che aveva preso il controllo della loro amica. Rimasero tutti impietriti di fronte a quell’orrendo discorso. Persino Julie-Su aveva smesso di muoversi per liberarsi. Dopo essersi girata un attimo verso i suoi amici, Sally Acorn si sentì in dovere di prendere parola. Fece un passo in avanti e, a testa alta, si rivolse solenne verso la ragazza coniglio seduta di fronte a lei.
-Ti sbagli, Kadma. La vera differenza tra noi e voi è che non sapete con che cosa state giocando. Sarete pure degli assassini senza alcun sentimento, ma siete così ridicoli da credere di poter giocare con chissà quale assurdo potere degli abissi. Volete dare il nostro pianeta nelle mani di un dio e credete anche che la vostra stupida vendetta sarà compiuta. Siete identici a tutti quelli che abbiamo affrontato e, come loro, vi fermeremo e vi consegneremo alla giustizia. Marcirete in un cella dimenticata da tutti fino alla fine dei vostri giorni e non farete mai più del male a nessuno. Io, Sally Acorn, principessa e futura regina di Mobius, giuro sulla mia vita che vi impediremo di fare altro male. Perciò, siete voi che dovete arrendervi: fermatevi ora, consegnatevi e pagate le conseguenze prima di intraprendere una guerra che non potete vincere. Libera il corpo della mia amica, torna dai tuoi schifosissimi amici e digli che vi daremo la lezione più dura della vostra vita-
Per concludere in bellezza il discorso, Sally sputò sul pavimento per dimostrare la sua mancanza di rispetto verso il suo interlocutore, un gesto da ragazzaccia che aveva imparato da tempo. Amy le si avvicinò accanto, fiera nel sentirsi rappresentata dalla sua amica. Persino Tails smise di provare paura, trovando nelle parole della principessa una luce che non si sarebbe mai spenta, nemmeno con la morte. Bunnie e Rob liberarono Julie-Su dalla presa, facendo un passo avanti per simboleggiare la loro approvazione. Cream li squadrò tutti divertita, soffermandosi infine su Sally. Si alzò dalla sedia e decise che il suo compito era finito.
-Siete già morti-
La coniglietta alzò le mani in alto e, per un attimo, i suoi occhi diventarono totalmente neri. Uno strano fumo rossastro la circondò per qualche istante. Quando questo scomparve, il corpo di Cream si accasciò a terra sotto gli occhi dei suoi amici. Questi si precipitarono immediatamente verso di lei con la preoccupazione che potesse essere accaduto qualcosa di brutto alla loro giovane amica.
-Cream!- esclamò Tails per lo spavento.
-Ho.. ho freddo..- sussurrò la ragazzina in lacrime.
Amy, presa da un istinto quasi materno, la abbracciò per farla calmare.
-È tutto finito Cream. Se ne è andata- disse Rob accarezzandole la testa.
-Cosa è successo? Io non ricordo nulla..-
Sotto shock, Cream si guardò intorno in cerca di risposte. Incrociò lo sguardo si Julie-Su che, stranamente, era rimasta in disparte. Aveva il volto impallidito, cose se fosse nauseata da ciò che aveva appena visto.
-Julie..- sussurrò la giovane coniglietta in lacrime.
Spaventata da ciò che aveva visto, l’echidna rosa corse via dalla cucina, uscendo fuori dalla base dall’entrata principale. Si ritrovò sul freddo prato che circondava l’edificio, crollando in ginocchio mentre ripensava a cosa stava per far ad una delle sue migliori amiche.
Sally la raggiunse subito.
-Lasciami sola- mormorò Julie-Su quando si accorse della sua presenza.
-Ricordi cosa ci siamo dette quando entrammo nella squadra?-
A quella domanda, l’echidna si girò con occhi lucidi verso l’amica.
-Ci siamo promesse che, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, ci saremmo sempre aiutate a vicenda- disse Sally abbassandosi alla sua altezza.
-Stavo per fare del male a Cream..- ripeté sconvolta l’echidna.
-Lascia che ti aiuti, Julie- sussurrò la principessa.
Presa dai sensi di colpa, Julie-Su si gettò fra  le braccia dell’amica lasciandosi andare di nuovo al pianto. Sally ricambiò l’abbraccio mentre, con la coda dell’occhio, si accorse della luna piena che dominava il cielo notturno. Pregò dentro di sé che Sonic fosse riuscito a far parlare Eggman e che stavano tutti bene. Un pensiero in particolare andò proprio verso il riccio blu, ma non seppe spiegarsi il perché lo stava facendo.  Mentre stringeva a sé la sua amica in lacrime comprese che dovevano essere tutti uniti per poter vincere, o tutto sarebbe stato perduto. Questa era l’unica cosa che sapeva e, perciò, non osò pensare ad altro.
 
La caverna comincia a diventare più fredda, pensò Deathstar.
Forse fu l’unico ad accorgersene, poiché Xanto e Scar osservavano annoiati il corpo incosciente di sua sorella. Era seduta a gambe incrociate e con la testa bassa di fronte al Master Emerald. L’oggetto brillava di una luce molto intensa, forse a causa del suo utilizzo da parte di Kadma. Prima che uno di loro cominciò a farsi domande su quanto ancora ci volesse, l’inquietante echidna nera riprese conoscenza. Si voltò verso i suoi compagni, ansiosi di sapere l’esito del suo “viaggio”.
-I nostri amici combatteranno fino alla fine, come avevate detto- disse ghignando mentre si rialzava.
-Bene. Ora che ti sei tolta uno dei tuoi piccoli sfizi, potresti tornare a concentrarti e a rigenerare i tuoi poteri?-
Scar odiava il modo in cui Kadma prendeva i suoi doveri. Era una ragazzina complessata e fuori controllo, nonostante gli enormi poteri di cui era in possesso. Nonostante quest’ultimo particolare, il mobiano mascherato non aveva alcuna paura di ostentare il suo disappunto. Non temeva né la morte e nemmeno qualsiasi tipo di dolore, poiché credeva che ormai gli avessero già fatto tutto quello che si poteva immaginare.
-Sei troppo stressato, Scar. Forse dovresti fare una dormita- rispose Kadma roteando gli occhi.
Quando la ragazza lo vide comparire di fronte a sé ad una velocità fuori dalla norma capì che il vaso era traboccato.
-Ti diverti a fare la stronzetta, non è vero, Kadma?- ringhiò Scar ad un soffio da lei.
Deathstar fece per avvicinarsi ai due, ma l’enorme braccio di Xanto lo blocco.
-Abbiamo già vinto, perché tutta questa sceneggiata?- chiese Kadma come se non comprendesse per davvero lo stato d’animo del suo alleato.
-Perché quei rammolliti ci tenderanno un imboscata e più passiamo tempo qui, più loro saranno pronti ad accoglierci. Non voglio rischiare- spiegò Scar mentre agitava gli artigli.
A quel punto, Kadma posò le sue mani sul volto mascherato del mobiano, come per trasmettergli un po’ della sua tranquillità.
-No, Scar. Tu sei così su di giri perché non vedi l’ora che tutto questo, ciò che ci circonda, bruci per purificare il mondo che odi così tanto. Ti ho fatto una promessa quando ci siamo incontrati: aiutami e distruggeremo tutto. Io mantengo sempre le mie promesse e ti assicuro che, tra una settimana, noi avremo tutto il potere che si possa immaginare, se non di più, per poter spazzare via tutto ciò che vogliamo-
Scar sembrò placarsi a quelle parole. Come risposta, si allontanò dal gruppo per rimanere da solo. Xanto si concesse una breve risata, poiché se il suo vecchio compagno di cella avesse provato ad alzare un dito sul loro capo, Deathstar lo avrebbe bruciato vivo.
-E per quanto riguarda la promessa che hai fatto a me di recente, “boss”?- chiese la lince rivolgendosi alla ragazza.
Questa sorrise ripensando al suo dialogo con il loro unico ostacolo al compimento della sua vittoria.
-Julie-Su è tutta tua. Quando sarà il momento, sarai libero di farla a pezzi-
  
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