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Autore: Writer96    14/06/2015    10 recensioni
#1"Ma il Destino, a volte, opera in maniera decisamente divertente e, almeno all'apparenza, incomprensibile, e fu proprio perché tutto questo accadde che James Potter e Lily Evans, dopo sette anni di guerriglie, periodi di reciproco ignorarsi, nuove guerriglie ed una tanto strana quanto profonda amicizia, riuscirono a far vincere a Sirius Black la più improbabile delle scommesse."
Dopo "CLICK- STORIES ABOUT YOU" , una nuova raccolta a tema JamesxLily.
Attraverso varie storie, tra drabble, poesie, flashfic e oneshot, una carrellata di probabili, improbabili, relativi, immaginari primi baci tra James Potter e Lily Evans.
#1 Di come una serie di avvenimenti portò Sirius Black a vincere una scommessa
#2 Quattro cose
#3 Davvero
#4 - #5 In Vino Veritas...
#6 In Cannabis Figuriamocis
#7 Cu...Riose Parole d'Amore
#8 Earth without Art is just Eh
#9 Un litigio
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come si amano i pazzi'
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#2 Quattro cose



Chi ti vuole bene conosce quattro cose di te: 
l'amore dietro alla tua rabbia...
 
Inverno 1975
 
-Io non so davvero cosa mi sia preso, Lily, scusami!-
-Mary, non riesco a crederci, questa volta hai davvero superato il limite! Non puoi averlo fatto davvero!-
Hai la voce così alta che ti sento anche da dietro un corridoio e mi stupisco, perché non ti ho mai sentita usare quel tono con nessuno, a parte che con me.
-Perché proprio lui, mi chiedo, perché? Perché?-

Quasi sento le lacrime affiorarti nella voce e per un attimo sento dispiacere per te, perché nonostante sia divertente vederti perdere il controllo e urlare, stavolta non sono stato io a provocarti di proposito, non c'è stata una studiata premeditazione e questo rende la cosa inspiegabilmente grave.
-Perché non c'è un perché, Lily, perché Mark era lí ed ero furiosa con lui e... E' successo.-
-É successo che tu sia andata a baciare davanti a tutti il ragazzo con cui esce la tua migliore amica  per farla pagare al tuo, di ragazzo, certo!-
Oh. Fa un po' male saperlo. Fa male sentire quel ringhio nella voce di Lily Evans, della forte Lily Evans che mi ha sempre tenuto testa senza incrinarsi mai.
-Lo so, è stupido, mi sento così male, Lils, così tanto, ti prego...-
Silenzio.

Quando ti arrabbi con me, hai sempre qualcosa da replicare, hai sempre la risposta pronta, non ti manca mai il coraggio. Ora invece ammutolisci e questo tuo silenzio mi farebbe venire voglia di andarmene, di non invadere la tua privacy, almeno per una volta di lasciarti in pace, ma poi la curiosità è troppo forte e rimango ad ascoltare il tuo silenzio.
-Non è per quello che mi arrabbio, Mary! Con quel tizio ci uscivo da due settimane, non era così importante, e io non ero così importante per lui. Ma tu, tu sei importante, mi spieghi come cazzo ti è venuto in mente?-

Eccola lì, la parolaccia. Quella che usi più spesso, quando sei furibonda, quella che mormori tra i denti quando pensi che nessuno ti senta. E' divertente sentire te, perfettina e sempre educata, sbottare e imprecare, ma non lo è adesso. Qui è completamente fuori luogo.
-Io non mi arrabbio con te, io mi arrabbio per te. Un gesto del genere non è da te, che razza di idea si farà la gente di te? Non ti meriteresti tutte quelle voci del cazzo che potrebbero iniziare a girare!-
E poi, la bomba. Di nuovo quella parolaccia. Quella che grida "M'importa".

Ecco perché comunque tutta questa rabbia che la tua voce emana è così diversa da quella che dirigi verso di me. Perché questa è la voce di chi si arrabbia con qualcuno che ama davvero.
Mary non risponde e i vostri passi si allontanano.
Mi resta una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco, mentre penso che il tuo è vero disprezzo verso di me. Ferisce più di quanto io possa pensare.
 
-Ahia!-
-Evans.-
-E guarda dove vai, Potter, cazzo!-
-Ehi, tigre, ritira gli artigli!-
-Cazzo, Potter, ti levi?-
 
Due parolacce anche per me, Evans?
 
 
 
...il dolore dietro al tuo sorriso...
 
Autunno 1977
 
-Evans?-
-Potter, ciao, non mi ero accorta che fossi qui. Dimmi...-
Hai la voce forzatamente allegra, e ti muovi troppo per essere davvero tranquilla e rilassata. Per un attimo credo che la causa di quell'agitazione sia io, e sento il cuore gonfiarsi e impazzire, una scia calda che mi prende dallo stomaco e non mi lascia.
-Volevo solo dirti che, beh ci sono Mary e Alice fuori che ti aspettano un po' preoccupate. Si chiedevano che fine avessi fatto.-
Te lo dico e per un istante spero che tu stia sognando me, dietro quegli occhi stupendi che sono persi chissà dove. Spero che quel patto di tacita, sottile amicizia che abbiamo stretto senza dirci nulla, senza concordarlo, nasconda dietro di sé delle nuove implicazioni. Ci spero con tutto il mio cuore, pur non volendo sperarlo.
-Oh, capisco, io... Stavo arrivando, sì. Stavo finendo di scrivere le cose dalla lavagna, sai, gli appunti.-

E quando mi giro, le mie speranze romantiche crollano, perché sulla lavagna non c'è scritto niente e tu continui a fare quel sorriso triste -perché ora lo so che il tuo è un sorriso triste, Lily, e non agitato, non nervoso, solo triste. Ti guardo e all'improvviso noto il piccolo sbaffo sotto il tuo occhio, invisibile per chiunque altro, e noto che le tue spalle fragili sono un po' troppo immobili rispetto alla tua forzata allegria.
C'è silenzio e tu continui a fare quel sorriso, mentre mi guardi e mi perfori, giocherellando con la penna d'oca. Pagherei per sapere cosa ti uccida tanto, in questo momento.
-Evans, sei sicura che vada tutto bene?-
-Ma certo, Potter, ma certo. Andiamo? Le ragazze mi staranno aspettando!-

Di nuovo la tua forzata allegria, di nuovo le tue spalle sottilissime che quasi scompaiono sotto la cartella piena di libri. Annuisco e ti lascio passare e tu mi passi davanti, ignorandomi come facevi un tempo, solo senza cattiveria.
Quando mi giro verso il tuo banco, vedo un ritaglio di giornale abbandonato.

"Strage di Babbani nel sud dell'Inghilterra. Due famiglie sterminate."
 
Oh piccola Lily.
 

... Le ragioni del tuo silenzio...
 
Autunno 1977
 
Sei pensierosa e mi piace osservarti senza che tu te ne accorga. Mi piace così tanto, perché studio i tuoi difetti senza che tu li rivesta di pregi studiati. Hai la schiena un po' storta e la tua pelle è imperfetta, ad osservarla bene. Le tue orecchie sono asimmetriche il tuo medio -è buffo dirlo, ma è il tuo dito che conosco più volte, visto quante volte tu me l'hai mostrato spontaneamente, in passato- è storto. Ti mangi le unghie e hai le labbra rovinante e piene di pellicine, ma resti comunque bella.
 
A volte mi chiedo se a diciassette anni non dovrei cercare dell'altro, se invece che i difetti non dovrei guardare le cose più belle di una persona e innamorarmi di quelle. Ma con te non c'è mai stata la possibilità di scegliere, non ho mai potuto fermarmi a guardarti e notare la tua bellezza, con te ho dovuto semplicemente imparare a convivere con i tuoi difetti, perché c'era una promessa dietro di essi, quel convivere, che costruiva un futuro. E un futuro, in questo mondo di incertezze, è la cosa che più fa innamorare.
 
Così ti guardo e ti odio un po', come tutte le volte che sei in silenzio e io ho paura di invadere i tuoi spazi, ora che, piano piano, stanno diventando anche un po' miei.
Quasi a sentire ciò che penso ti volti e sollevi le labbra in un piccolo e buffo sorriso, poi torni a guardare fuori dalla finestra e il sorriso non ti sparisce dalle labbra. Guardo i tuoi occhi che seguono un qualche movimento lontano e prima di accorgermene sono già in piedi e mi sono avvicinato a te. Siamo gli unici in silenzio nella Sala Comune piene di voci e forse anche per questo mi sorridi ancora di più, quando mi avvicino.
-Bello l'autunno, eh?-
-E' la tua stagione preferita, lo so.-

Sorridi di nuovo alla mia affermazione e appoggi la testa sulla mia spalla, in un atto tanto dolce quanto spontaneo. Stai per aprire la bocca, ma io ti anticipo con un sussurro:- Le foglie che cadono hanno i tuoi colori, ma hanno anche i colori di Grifondoro. Non è assolutamente strabiliante? Ci credo che è la tua stagione preferita.-
Mi sorridi grata e mi colpisci su un braccio, giocosa nonostante i pensieri.

-Sei così ficcanaso, Potter, che ti impicci anche dei miei pensieri?-
-Sempre, Lily, sempre, sai come sono fatto, non posso assolutamente tenermi fuori dalle cose importanti...- ammetto e tu sei confusa, ma continui a guardare fuori.
Stai aspettando la guerra, la temi e speri che almeno non turbi la tua stagione preferita. Lo so perché ti conosco, perché seguo i tuoi sguardi per inseguire i tuoi pensieri. Ti abbraccio mentre ti sento così piccola, fragile e muta.
Non dici niente, ma so che sei felice che io sia qui, in fondo.
 
Sarei felice di stringere i tuoi silenzi per tutta la vita, Lily.
 
... E i posti dove soffri il solletico.
 
Autunno 1977/Quasi inverno
 
Sei venuta a riportarmi un libro e, seduta sul mio letto, ti guardi intorno con curiosità. Potrei uccidere Sirius perché il disordine regna sovrano nella camera, rifletto, e nel farlo quasi mi perdo il tuo movimento verso il mio cuscino. Scatto su e mi lancio su di te prima che tu possa vedere...
-Carino il pigiama. Molto modesto, molto da te, ecco. Davvero, James, il pigiama con i lenocini?-
...quello.
-Posalo!- ordino e tu scuoti la testa, divertita, mentre mi avvicino a te.
-Rimettilo dove l'hai preso...- ripeto, facendo un altro passo verso di te e tu hai un'aria maliziosa mentre ti nascondi il pigiama dietro la schiena.
-Lily Evans, leva subito quel pigiama!- e tu scoppi a ridere, facendomi una linguaccia.
-Sennò che mi fai?- e alla tua domanda scatto verso di te completamente e mi butto a peso morto sul suo corpo, iniziando a toccarti il fianco con le dita e cercando di ignorare i brividi infuocati che mi percorrono a quel contatto.
-Solletico ovunque, Evans.-
 
Ridi, strilli e ti contorci sotto di me, ma io so esattamente dove colpirti. Il tuo punto di maggior sensibilità sono i fianchi, ragion per cui io non smetto per un istante di solleticarti lì e sfiorarti, torturandoti.
-James! James ti prego, basta!-
Allungò una mano e inizio a solleticarti anche dietro il ginocchio e tu quasi piangi per le risate e la disperazione.
-James, non respiro, smettila!- arranchi, tra una risata e l'altra e io mi sporgo verso il tuo collo.
-Come si dice?- soffio sulla tua pelle appena sotto l'orecchio e tu smetti di ridere. So che sei particolarmente sensibile, lì, so che ogni minimo tocco sulla tua pelle ti provoca scosse di brividi quasi insopportabili. Deglutisci rumorosamente e ti sposti di qualche millimetro.
-Scusa, James, poserò il tuo pigiama?- dici, incerta, e io annuisco e ti lascio andare. Almeno all'apparenza. Come ti vedo riprendere fiato, mi getto di nuovo su di te per una nuova razione di solletico e stavolta anche tu reagisci, solleticandomi con le dita sul costato e facendomi quasi piangere per le risate. Anche tu, Lily Evans, sai esattamente  dove colpire. Ci dimeniamo così tanto per le risate che quasi non ci accorgiamo dei nostri visi che sono fin troppo vicini.
Quasi.

Ti guardo, tu mi guardi, e diventiamo improvvisamente consapevoli dei nostri corpi così a contatto, il nostro essere stretti in maniera casuale che crea però un incastro perfetto.
Vorrei baciarti, ma non so cosa mi diresti, non so se mi rifiuteresti, ed è un pensiero troppo doloroso per essere preso in considerazione.
Sento i tuoi occhi su di me, mentre i miei scivolano verso le tue labbra -bellissime- e penso che sei troppo per me. Forse tu senti i miei pensieri, perché lo fai. Così, all'improvviso.

Tiri su la testa e mi baci proprio sulle labbra, proprio come avrei voluto fare io.
Assaggio il tuo sapore, imparo a muovermi in sincronia con te, scopro il modo in cui le mie mani si adattano meglio al tuo corpo.
E se questa è la felicità, ti prego, Lily, non smettere mai di farmi sentire così.



Writ's Corner

Ehilà. Nonostante l'ingente carico di studio per la maturità, per una volta in vita mia ho tentato davvero di essere puntuale.
E ho postato questo secondo capitolo.
Le frasi a destra le ho trovate in una foto di Facebook, ma sinceramente non ricordo la fonte esatta. Comunque, non sono mie, se vi interessa.
Grazie in primo luogo ad Alice, che continua a betare i capitoli e a "shippare" i miei Jily. Fortuna tu, Ciace.
Grazie a chi ha recensito, grazie a chi a letto. Le vostre opinioni contano sempre tanto, per me.
Ci rivediamo, spero, un po' prima di domenica prossima. 
Se vi va, lasciate qualche parolina per me a fine lettura. Consideratelo supporto morale ad una povera maturanda, mh?
Se no, non importa. E se vi va, passate pure da Click, che ora che è finita mi ha creato una voragine di vuoto dentro.
Altrimenti, ai non maturandi e ai non universitari, godetevi queste vacanze appena iniziate anche per me 
Love you all
W

 
   
 
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