Cap
Special:Kakuzu e Hidan
Ecco qui il capitolo speciale su Kakuzu e Hidan. Colgo
lo stacco dalla storia per cambiare metodo di narrazione; so che forse la cosa
vi darà fastidio, ma aiuterebbe il mio stile a migliorare, per cui spero mi
perdoniate. La vicenda si ambienta alle superiori dove Kakuzu frequenta l’ultimo
anno.
Se quel giorno non fossi
andato a scuola…sarebbe stato decisamente meglio…
Il ritmo scandito dei passi riempì il corridoio vuoto
. Le scarpe nere della divisa produssero un suono leggero ma piacevole contro il
pavimento in marmo, un rumore rilassante che solo il proprietario di quelle
scarpe poteva udire.
Kakuzu assaporò piacevolmente la sensazione di essere
finalmente da solo e si godette il silenzio che risultava amplificato dal quel
singolo rumore. Un sospirò sfuggì dalla sua bocca al pensiero delle ore passate
in quella noiosissima scuola, ma il suo cuore si sentì più leggero all’idea
delle ore che tra poco avrebbe trascorso in
solitudine.
Finalmente avrebbe potuto essere sé stesso e non
quella persona che le circostanze gli imponevano di diventare tutte le volte che
parlava con qualcuno. Strinse meglio le cartellette di vari colori che teneva
tra le braccia, senza alterare il suo passo ritmico. Ogni suo movimento era
impeccabile, elegante e anche grazie a questo riusciva facilmente ad ammaliare
le ragazze, che lo circondavano e che secondo le voci avevano addirittura
fondato un fan club.
Le ragioni per ammirarlo erano del resto molte; prima
di tutto l’aspetto che non passava di certo inosservato, visto che in fondo non
aveva niente dei normali giapponesi.
Il giovane arrivava a misurare ormai il metro e
ottanta, ma visto l’altezza di suo padre ormai per Kakuzu non era difficile
accettare l’idea che presto sarebbe cresciuto fino a raggiungere i due metri. In
fondo era la fotocopia sputata di quel l’uomo, stessi capelli neri come la pece,
che al momento teneva lunghi fino alle spalle, stessi occhi verde bottiglia che riuscivano a
stregare tutte le persone.
Il
ragazzo sapeva
che in fondo quella era la sua principale capacità. Chissà per mezzo di quale
gene tutte le persone che incontrava venivano facilmente ammagliate e cadevano
ai suoi piedi con un semplice sguardo e qualche parola
gentile.
In questo modo Kakuzu si era facilmente assicurato la
supremazia sulla scuola. I suoi compagni di classe lo ammiravano
silenziosamente, così come i ragazzi più piccoli che solo al suo passaggio
spalancavano la bocca. Perfino i
professori non osavano disturbare uno studente come lui; a volte si
arrischiavano a dargli compiti importanti che il ragazzo accettava con un
sorriso perché avrebbe fatto tutto per il suo
obbiettivo.
Quale poteva essere lo scopo di un simile angelo sceso
dal cielo? Semplicemente i soldi, il denaro, i contanti. Chiamateli come volete,
ma per Kakuzu questi erano l’unica cosa importante. Perché gli avrebbero
permesso di avere qualsiasi cosa. Potere, donne, lavoro, amicizie, amore…tutto
poteva essere comprato.
Non era uno stupido, conosceva perfettamente tutti i
modi i cui poteva racimolare soldi e farli fruttare adeguatamente con varie
azioni bancarie che avevano probabilmente reso il suo conto più alto di quello
del direttore. Essere ammirato portava a numerosi vantaggi e gli consentiva di
ricavare il più possibile da ogni
situazione.
Arrivò finalmente alla porta della tesoreria. Aveva
accettato quell’incarico sia per i crediti che avrebbe avuto agli occhi dei
professori, sia perché sarebbe stato una modo per diventare un migliore
imprenditore in futuro, ma soprattutto per il piacere che gli dava avere tra le
mani tutto quel denaro.
La sorpresa che lo invase nello spalancare la porta fu
enorme; all’interno della stanza c’erano due persone, cosa decisamente insolita
visto l’ora. Le lezioni erano iniziate già da molto e quindi tutti avrebbero
dovuto essere occupati. Si era esonerato da un estenuante ora di storia
dell’arte proprio per godersi un po’ di santa pace e invece ecco quei due che
venivano a interrompere i rari momenti in cui avrebbe potuto essere sé stesso
senza indossare maschere.
-Murami-san! Che piacere averla qui! È per caso
accaduto qualcosa?
Il moro indossò la sua espressione più cordiale. Era
raro trovarsi di fronte il direttore della scuola che non usciva mai dal suo
studio. Doveva essere sicuramente successo qualcosa di grave e inoltre il modo
in cui stava venendo coinvolto non gli piaceva affatto, dare una buona
impressione era importante, ma sforzarsi per niente non era nelle sua abitudini.
-Kakuzu-kun! Il piacere è mio! Avrei da chiederti un
favore. Del resto sei il nostro migliore studente
e…
Il moro perse interesse mentre l’uomo cominciava a
illustrargli i suoi meriti ed elogiava la grandezza della sua scuola. Parole che
in fondo aveva sentito fin troppe volte e che sembravano tinte di una immensa
falsità, quanto gli sarebbe piaciuto prendere quel piccolo omuncolo e
strappargli il cuore per poterlo vedere
poi agonizzare nel suo stesso sangue.
La sua attenzione venne attirata dal ragazzo alle sua
spalle, che stava seduto su una sedia e si scarabocchiava qualcosa sul braccio
con una penna, incurante della conversazione tra due persone più grandi di lui.
La prima cosa che il moro pensò era che quel tizio sembrava decisamente strano,
sia per l’aspetto che per il comportamento.
Il primo fattore che lo rendeva unico era il fatto che
era albino. I capelli bianchi e lunghissimi erano portati in un modo disordinato
e lunghi ciuffi argentati cadevano sugli occhi di un colore simile al lilla che
si amalgamava perfettamente con la pelle
diafana.
I suoi vestiti al contrario della pelle erano scuri,
sopra i pantaloni neri della divisa al posto della camicia bianca portava una
maglietta aderente colore della pece, ma decorata da strani segni. A questi
vestiti si aggiungeva un pendaglio argenteo con uno strano simbolo: un triangolo
dentro a un cerchio.
Il ragazzo alzò lo sguardo fino a incontrate il suo e
cominciò a fissarlo, sorridendo. Un’espressione strafottente e altezzosa che
subito ha il potere si irritare chiunque, Kakuzu
incluso.
-Capisci? Mi serve qualcuno che si occupi di lui e che
non lo faccia finire nei guai. Non dovrai fare molto, solo controllare che dopo
la scuola stia qui per tutta la durata dei club fino alle sette. Se vuoi dagli
delle ripetizioni sarebbe meglio, ma l’importante è che se ne stia buono. Non
sappiamo più come impedirgli di combinare
guai…
Il ragazzo si riprese dai suoi pensieri e fissò
sconvolto il preside. Voleva affidare quel moccioso impertinente a lui? No,
questo non doveva accadere; i suoi momenti di tranquillità dovevano restare suoi
e non essere distrutti da un albino rompicoglioni! Qualcosa nei suoi istinti gli
suggeriva che quel tizio non avrebbe fatto altro che portare guai nella sua
vita.
-Ecco signore, penso di non essere la persona più
indicata…
-Sciocchezze! Sei il ragazzo più rispettato qui e
anche Hidan sotto la tua guida riuscirà a diventare una persona controllata.
Beh, ora vado. Buona fortuna, giovanotto!
L’uomo dopo avergli dato una leggera pacca sulla
schiena, uscì dalla stanza lasciando un ragazzo sollevato per essersi liberato
della sua fastidiosa presenza, ma scocciato per quel “pacco” che gli avevano
affidato.
Da quel che aveva capito Hidan era un primino, cosa
che in fondo era facilmente intuibile dall’altezza che a occhio e croce doveva
essere mezzo metro. Aveva commesso numerosi furti e taccheggi e aveva iniziato
tantissime risse, quindi era un problema per la
scuola.
Si diresse verso il moccioso che per tutta la
conversazione aveva continuato a fissarlo con un espressione strafottente e con
un sorriso aperto. La cosa migliore da fare era prenderlo gentilmente e cercare
di farlo cadere ai suoi piedi, anche se in un certo senso la cosa gli sembrava
del tutto impossibile. Quel brutto moccioso emanava un aria da rompicoglioni che
non poteva essere ignorata e la pazienza non era mai stata una delle sue
migliori caratteristiche.
-Piacere Hidan! Sono Kakuzu. Spero riusciremmo ad
andare d’accordo.
Kakuzu allungò la mano verso l’albino con
un’espressione neutra, non sorrise perché non lo faceva mai con nessuno; forse
non ne era più capace, ma non gli importava di una simile mancanza, la sua vita
poteva continuare perfettamente anche senza quella
caratteristica.
Per un
attimo al moro sembro che il moccioso stesse per ricambiare il suo gesto,
infatti Hidan gli rivolse un sorriso bellissimo che sembrava quello di una
ragazzina. Il giovane non poté non pensare che per lo meno quel bambino era
davvero bello se non assumeva un’espressione da
psicopatico.
-Ma stai zitto, brutto vecchio cretino! Non ho
intenzione di andare d’accordo con un maledetto stronzo come te! Figurati se
posso anche solo toccare uno che ha una simile puzza sotto il naso! Ti hanno
cagato addosso per caso? E poi cosa siamo a corte? “spero che possiamo andare
d’accordo”. Io spero solo che il grande Jashin ti possa ficcare una mina nel
culo fino a farti uscire le budella dal
naso!
La risposta non aiutò il controllo di Kakuzu che a
quel punto fu seriamente tentato di prendere la testa di quel piccolo stronzo e
sbatterla contro il muro fino a farlo stare zitto per sempre. Strozzarlo
sembrava un’idea fantastica, ma anche prendere un taglierino per scoprire il
colore delle sue budella poteva essere una buona
alternativa…
Decise invece di ignorarlo e basta. Almeno non sarebbe
finito in carcere che come tutti sanno non frutta molto
denaro.
Hidan guardò con interesse la reazione di quella
specie di gigante che si sedette su una sedia e dopo aver acceso il portatile
cominciò a scrivere qualcosa ignorandolo spudoratamente, cosa che ovviamente non
era ammissibile. Già, quel vecchio pervertito lo aveva obbligato a venire lì e
adesso l’unica sua merdosa fonte di divertimento si rivelava una vera stronzata,
non essendo un tipo che pensava prima di agire lanciò un'altra “bomba ” contro
il suo nuovo amico.
-Non rispondi? Vuoi forse fare il superiore, testa di
cazzo? In ogni caso io sarò sempre meglio di te; per lo meno non sto lì a farmi
le seghe perché devo essere il migliore della classe. Meriteresti solo di essere
sacrificato al grande Jashin!
Kakuzu continuò la relazione sulla rivoluzione
francese ascoltando distrattamente le pazzie del suo interlocutore. Si chiese
chi poteva essere quel tizio che l’albino continuava a nominare, ma non gliene
importò più di tanto, c’erano cose più importanti nel mondo che ascoltare quel
moccioso e decisamente l’identità di Jashin non gli avrebbe tolto il
sonno.
Hidan scese dalla sedia infastidito da quel silenzio
ostentato con una simile sicurezza… non si poteva ignorare qualcuno come lui,
sommo sacerdote di una gloriosa religione. Normalmente avrebbe ridotto quel
blasfemo miscredente, eretico pagano(NdA: In onore di Ila. U_U) in una poltiglia
color sangue, ma quel giorno si trattenne. Il direttore era stato abbastanza
stressante e l’unica cosa che aveva voglia di fare era prendere la sua
telecamera e filmare qualcosa di
interessante.
Prese la borsa coperta di borchie e simboli del suo
Dio e uscì dall’aula senza dire una parola, imitando l’arroganza di quel ragazzo
più grande. Voleva silenzio? L’avrebbe
avuto!
-Dove pensi di
andare?
Sentì il suo braccio trattenuto e si girò giusto in
tempo per notare la terribile espressione di Kakuzu e finalmente realizzò che
batterlo non sarebbe mai stato nelle sue capacità, che forse quel figlio di papà
non era proprio come appariva a prima vista.
-Io vado dove voglio. Hai capito, stonzo? Non mi
fermerò a sentire un armadio che non ha abbastanza cervello per cagare! Se
proprio vuoi rompere le palle, usa le tue! Vai a fare qualcosa di istruttivo
come sverginarti!
In mezzo secondo il giovane si ritrovò scagliato
contro il muro, bloccato dal fisico ben sviluppato del ragazzo. Non aveva mai
avuto paura della violenza e l’aveva sempre apprezzata, per questo erano state
poche le volte nella sua vita in cui la paura lo aveva assalito seriamente, ma
quello poteva essere incluso nel conto.
Oltre al cieco terrore di quel gigante sentì dentro la
pelle una strana sensazione, un eccitazione o forse un presentimento di quello
che sarebbe accaduto.
-Senti bambinetto, primo: il mio compito è tenerti qui
e fino a che dovrò farlo tu STARAI qui. Secondo: smettila di insultarmi perché
mi da davvero fastidio. Terzo: basta con quelle cose macabre, perché se no
venderemo di realizzarle su di te. Ok?
Kakuzu assaporò il sapore della violenza sulla sua
pelle, e la sensazione dell’adrenalina nelle sua vene. Da quanto non la provava?
Quanto l’aveva desiderata? Forse l’arrivo di quel pazzo poteva divertirlo almeno
un pò…
***
-Kakuzino? Allora mi ascolti, cazzo? Domani pensavo di
tenere un sacrificio a casa mia e mi chiedevo se è meglio uccidere un coniglio o
qualcosa di più grosso…quei cagatori di palline non possono soddisfare
Jashin!
Il moro si mosse meglio sulla sedia per accomodarsi.
Un mese, era passato un mese dall’arrivo di quell’essere nella sua esistenza e i
suoi nervi erano stati messi a dura prova dalle sue persistenti
chiacchere.
Prima di tutto, la cosa più stressante di Hidan era il
modo di parlare, non riusciva ad articolare una frase senza inserire nei suoi
discorsi un insulto o una parolaccia. Uno scaricatore di porto forse sarebbe
stato più fine ed educato di quel
mostriciattolo.
La seconda cosa che infastidiva il ragazzo era Jashin.
Ormai sapeva tutti i precetti di quel Dio assurdo e poteva recitare a memoria
tutti i modi per rendergli sacrificio o appagarlo. Informazioni che ovviamente
erano perfettamente inutili per la sua cultura e che avrebbe volentieri
eliminato dal suo cervello.
Per il resto, l’albino era una persona accettabile,
assurda, ma accettabile. Il modo di vestire, quello di interromperlo, quello di
curiosare o di prenderlo in giro erano odiosi, ma poteva
sorvolare.
-Kakino? Ma si senti? Insomma, miscredente! Ascoltami
e convertiti, cretino!
-Sì, ti ascolto… hai finito di rompermi il cazzo? Ho
del lavoro da finire, se me lo permetti!
Il più grande osservò infastidito il suo modo di
parlare che aveva irrimediabilmente preso un accento volgare e strano simile a
quello di un boss mafioso, la cosa peggiore era che molte persona avevano notato
il suo strano comportamento nell’ultimo periodo dovuto al moccioso. Da un lato
era felice perché si sentiva più sé stesso, ma contemporaneamente temeva di
perdere di vista i suoi obbiettivi per una distrazione; il calo di reputazione
significava meno soldi.
-Ahhh! Merda Kaku! Ma questa è la nuova telecamera
della Sony! Merda, questa scuola del cazzo allora lo fa qualcosa di bello!
Il tesoriere della scuola guardò con interesse Hidan
mentre esplorava il piccolo oggetto tra le sue mani; era stano vedere sul suo
volto un’espressione così viva ed intensa e per un attimo il ragazzo si
perse,osservando i movimenti curiosi di quel volgarissimo uragano. Fu solo quando l’altro lo guardò con uno sguardo
supplicante, che cominciò ad avere paura di quello che sarebbe seguito a quella
scoperta.
-Posso prenderla e portarla a casa per qualche giorno?
Ti prego Kaku! La voglio provare!
-Ma sei scemo? È nuova ed è costata un sacco di soldi,
maledizione!
L’albino si avvicino al suo compagno con un
espressione maliziosa ed innocente; sapeva quando sfoggiare il suo lato più
carino e questa era l’occasione giusta. Jashin desiderava che lui avesse
quell’oggetto e quel ragazzo non glielo avrebbe impedito, aveva capito bene il
carattere di quello stupido, faceva il carino, ma in realtà sotto era un ragazzo
burbero e meno perfetto di quel che sembrava e poi ancora più sotto era una
brava persona.
Kakuzu gli piaceva, ovvio che il diretto interessato
non lo avrebbe mai saputo, ma in fondo pensava che quel burbero ometto fosse un
ottimo amico. Non ne possedeva uno da anni e per quanto l’idea di avere di nuovo
un rapporto con qualcuno gli facesse paura, un po’ ne era
felice.
-Dai!
-No!
-Sei uno stronzo! Mi obbliga a stare qui senza far
niente e io non ho mai niente in cambio! La voglio, cazzo! La
voglio!
-NO! Discorso
chiuso.
Kakuzu cominciò a battere sulla tastiera con una forza
leggermente accentuata sul piccolo computer davanti a sé, tanto che un tasto si
staccò per finire chissà dove. Non che quel gigante potesse notare un simile
dettaglio, in fondo la sua rabbia verso Hidan era troppo forte. Se diceva di no,
era no!
Quel moccioso era irritante, oltre ad essere un
rompicoglioni aveva una caratteristica che odiava più di tutto; era sempre al
centro dei suoi pensieri da un po’ di giorni, cosa preoccupante per uno come lui
che mai nella sua vita aveva avuto una relazione con un essere umano e che forse
si stava ritrovando tra i piedi un amico. Era amicizia o altro? Meglio nessuna
delle due, l’avrebbero allontanato dai suoi
scopi.
Lo guardò di nascosto andare a scrivere qualcosa su un
quaderno e non di sorprese di pensare che probabilmente era una maledizione nei
suoi confronti. Un raggio di sole colpì il suo viso imbronciato, illuminando
quella pelle candida che ormai sognava spesso di toccare, violentemente con una
passione che non aveva mai desiderato.(Nda: Era pure represso sessualmente!
XD)
Il silenzio divenne più forte, ma alla fine dopo
qualche minuto il moro non resistette più, si alzò e prese la telecamera dalla
teca di vetro da dove il moccioso l’aveva rimessa e gliela piazzò davanti
con un espressione
neutra.
-Tre giorni. La rivoglio indietro senza un macchia,
altrimenti non sai cosa ti farò! Capito?
L’espressione che si tinse sul volto dell’albino
convinse l’altro di avere fatto la cosa giusta e non lo fece pentire del suo
gesto. L’abbraccio che poi gli diede in un impeto di pazzia lo fece arrossire
leggermente ricordandogli una così semplice
azione.
***
Pioveva a dirotto da due giorni e Kakuzu era
decisamente scocciato da quel maledetto tempo di
merda.
Per qualche strano motivo le cose nella sua vita
stavano andando sempre peggio. Aveva perso almeno un milione grazie a delle
azioni pericolose, preso un dieci senza la lode per uno stupido errore in un
test e litigato appena quella mattina con il padre che lo contattava raramente.
Al tutto era da aggiungere l’assenza del giorno prima di Hidan, che per qualche
strano motivo non si era presentato al loro solito appuntamento.
Aprì la porta della tesoreria con violenza e
cattiveria e si ritrovò davanti il moccioso in uno stato che definire pietoso
era poco.
L’albino sedeva sulla stessa sedia dove lo aveva visto
la prima volta con la faccia tumefatta di lividi, piena di macchie violacee e
tagli. Sembrava che lo avessero usato come pungi ball o come oggetto per provare
un coltello. Il resto del corpo era coperto da un pesante maglione nero e dai
dei jeans aderenti, ma era facile intuire che le ferite non si fermassero al
volto, grazie anche alle stecche che aveva su almeno tre dita o alle bende che
spuntavano dal collo.
Un ondata di panico lo assalì tanto da che si sorprese
per colpa di quell’emozione, da quando aveva quelli che la gente definiva
“sentimenti”?
Le ferite che però quel moccioso aveva erano troppo
serie anche per uno come lui che quotidianamente veniva nella stanza con qualche
nuovo segno che rovina la pelle diafana, lui amava incidersi la pelle e coprirla
di piccoli tagli e non era raro che lo
picchiassero.
Il maggiore entrò silenziosamente e appoggiò la giacca
su una sedia irritato dal modo naturale con cui l’altro si poneva quasi come se
ritrovarsi in uno stato simile fosse normale. Era andato da un medico?
Assunse un tono neutro iniziando il discorso con
noncuranza, domandando il modo in cui poteva aver indotto delle persone a
ridurlo così…
-Che diamine hai fatto? Sono sicuro che è colpa tua,
ma… questa volta come li hai fatti
arrabbiare?
-Gli ho lanciato la telecamera addosso… si vede che
non l’hanno gradita.
Kakuzu chiuse la porta e solo nel girarsi vide la
telecamera completamente distrutta appoggiata sul tavolo, messa in mostra quasi
come un trofeo, esibita tanto quanto quel sorriso
impudente.
Prima che l’albino potesse dire anche solo un altra
parola il ragazzo più grande gli fu addosso e lo scaraventò con violenza sopra
il tavolo che stava alle spalle di Hidan che nel sentì la botta diramarsi per
tutto il corpo e si lasciò sfuggire due piccole
lacrime.
Si fermarono in quella posizione, il più grande
schiacciava l’esile corpo contro il legno chiaro e notava per la prima volta la
fragilità di quel corpicino che rispetto ai suoi compagni era sempre stato più
piccolo.
-Perché?
Quelle parole semplici sembrarono a tutti e due più un
accusa che una domanda, ma alla fine l’interrogato rispose usando il suo
migliore sorriso da mascalzone.
-Perché? Mi stavano guardando quindi ho deciso si
gettargliela contro! Merda! Credevi veramente che te l’avrei riportata? Io che
ti facevo più intelligente! Sei solo un enorme deficiente, un credulone, un
idiota, un deficiente, un…
La serie di insulti fu fermata dal moro che in pochi
attimi tolse in un movimento fluido i pantaloni e le mutande della persona sotto di lui
e non osservando nemmeno i lividi che tingevano interamente quella pelle
delicata, slacciò la cintura per liberare il suo membro tanto quanto
bastava.
In un colpo secco gli fu dentro e assaporò la vista
degli occhi color lilla che si spalancavano inorriditi da una simile violenza,
quasi spaventati da quel gesto.
-Hai scherzato con il fuoco, idiota; quindi mi sembra
dovuto lasciarti una bella cicatrice.
Kakuzu iniziò a muoversi con prepotenza dentro quello
spazio troppo stretto e caldo, ascoltando i dolci mugolii trattenuti dell’altro.
Hidan era praticamente perfetto in quel istante, sembrava essere stato creato
per fare sesso, il suo viso si era tinto di un dolce colorito color rossastro e
aveva aggiunto alla sua espressione una carica erotica che ebbe il potere
immediato di indurire il suo compagno.
Nonostante il piacere, Kakuzu si sentiva ferito anche
se nemmeno lui riusciva ad ammetterlo. Aveva fatto un gesto stupido, si era
fidato di qualcuno e aveva anteposto la gentilezza al guadagno. Quella
telecamera dimostrava quanto era stato stupido a credere in quel
moccioso.
-Ti fa male?
Hidan non rispose ma si morse il labbro, ferito a
appagato da quel trattamento. Amava quel dolore e lo riteneva necessario nella
sua esistenza, ma quello che quel deficiente gli stava facendo lo rattristava
enormemente, ma lo rendeva anche felice. Stranamente la sensazione di avere il
moro dentro di sé in un certo senso lo
completava.
Kakuzu continuò a spingere sempre con una maggiore
violenza, sperando di sentire le urla di quell’idiota e alla fine dopo parecchi
minuti venne dentro di lui bagnandolo completamente, appagato dal profumo inteso
che l’altro emanava e dalla violenza di quel peso al cuore a cui non sapeva dare
un nome.
Uscì senza dire una parola e contemplò la sua opera
con un senso di disgusto.
Hidan guardava a lato, gli occhi lucidi, ma senza
lacrime da piangere, le gambe aperte e evidenziare quello che aveva cercato di
distruggere. Il seme del moro,troppo abbondante aveva cominciato a scendere
sulle le gambe bianche del compagno sporcandolo forse più del suo stesso sperma,
Hidan infatti nel frattempo era venuto silenziosamente sulla sua stessa mano.
Pateticamente aveva cercato di darsi piacere da solo visto le scarse attenzioni
che l’altro gli aveva dedicato, ma Kakuzu non provò nessuna vergogna per la sua
noncuranza; ne fu quasi felice.
-Vattene.
L’albino si alzò i pantaloni e senza dire una singola
parola uscì dalla porta con la sua solita espressione strafottente che ferì
ancora di più quel cuore orgoglioso che non si era nemmeno reso conto della sua
ferita per quanto profonda.
***
-Ehi, hai sentito di
Hidan?
Kakuzu oltrepasso l’aula ma al suono di quel nome
fermo la sua silenziosa camminata e istintivamente concentrò la sua attenzione
su quelle voci che provenivano da un aula evidentemente non del tutto vuota alla
sua destra.
Era avido di sapere cosa era accaduto a quel fanatico
religioso, visto che da una settimana non si presentava a scuola. Come avrebbe
potuto visto che lo avevano sospeso? Il suo stato fisico aveva indotto il
preside a cacciarlo per non avere più problemi, in questo modo non era stato più
obbligato a vederlo nella sua aula e aveva riacquistato la tanto sognata
pace.
A dover dire la verità quel giorno in cui lo aveva
stuprato senza pietà non era più uno studente, ma l’albino si era presentato
solo per vedere lui, probabilmente per sfidarlo apertamente.
Quel bastardo lo aveva infastidito abbastanza e in un
certo senso il moro era felice di essersi liberato della sua presenza
estenuante, ma da un lato si chiedeva cosa fosse capitato a quella
calamità.
-Sì, ieri l’ho visto dormire sulla panchina del parco!
Merda, mi sono sentito in obbligo di dargli un po’ di
calci!
-Che sfigato! Farsi cacciare da scuola! Del resto non
è mica colpa nostra, ma sua!
Sochiro Sagami, Iota Mikami e Chiro Nokane. Kakuzu
registrò nella sua mente i nomi di quelli che venivano considerati i capi del
gruppo di delinquenti della scuola, non aveva mai avuto contatti con loro, non
era nel suo interesse, tuttavia ricordava perfettamente sia le loro voci che le
loro facce. Maggiori informazioni garantivano una vittoria sicura, qualsiasi
cosa fosse la battaglia.
Spostò il suo peso sulla gamba destra e continuò ad
ascoltare la loro conversazione sempre più incuriosito dalla piaga del discorso.
Hidan su una panchina? Voleva dire che non aveva un posto dove stare? Cosa
diavolo aveva combinato quel cretino? Si era fatto cacciare dal suo
appartamento?
Hidan era orfano, lo aveva scoperto il primo giorno
leggendo il suo fascicolo, per vedere con chi avrebbe avuto a che fare, per il
resto l’albino gli aveva confessato di vivere in una topaia e si era lamentato
per l’uomo che gli aveva affittato il posto.
-La telecamera in fondo ci spettava di diritto,
no?
Telecamera? Di cosa stavano parlando quei pezzi di
merda? Cosa centravano con tutta quella
storia?
-Però era patetico davvero! Insomma, cerca sempre di
fare il figo, ma poi tutte le sere va in giro a usare quella maledetta cosa!
Tutte le sere è ovvio che noi lo dobbiamo
picchiare!
-Quante gliene avremmo distrutte? Venti? Il bello e
che lui tutte le volte ruba dei soldi per poterle ricomprare. Non si arrende
mai!
Il tesoriere spalancò gli occhi sorpreso, sapeva che
quel moccioso era preso di mira anche per la sua bocca impertinente, ma non
pensava che subisse simile angherie da quei tizi. Le telecamere… dovevano essere
la sua seconda ossessione di quel idiota, dopo Jashin, era ovvio dal modo in cui
aveva guardato quella della scuola tempo
prima…
Si immaginò la scena di quei momenti e per qualche
ragione il sangue gli salì alla testa. Certo, gli aveva dato un trattamento ben
peggiore, ma gli altri non avrebbero dovuto permettersi. Hidan poteva sembrare
arrogante, forte e sfacciato, ma in fondo restava un primino alto un metro e
cinquanta che per quanto forte poteva essere non sarebbe riuscito a battere quei
tizi grandi quasi quanto lui.
Perché sentiva il bisogno di picchiarli? Tutto quello
era un capitolo chiuso, non doveva
importargli.
-Troppo divertente! È così piccolo, ma si difende
bene! Peccato che questa volta non ce l’abbia messa tutta e non si sia
concentrato su sé stesso!
-Minchia! Mi ha davvero sorpreso! Si è lanciato su
quell’apparecchio e lo ha difeso mentre noi lo picchiavamo a sangue. Tu idiota
potevi risparmiati di scrivergli “sfigato” sulla gamba con quel
coltello!
Immagini si crearono dall’immaginazione del moro.
Hidan stretto a quel’apparecchio, deciso a non rovinarlo per il suo amore verso
quel genere di cose e forse per non dargli un ulteriore fastidio. Lui che si fa
piccolo contro quell’oggetto cercando di proteggere tutti e due da pugni, da
calci e da chissà cosa.
-Zitto sochi! In fondo non sei tu che gli stavi
spaccando le dita? La prossima volta possiamo mettergli un petardo nel culo!ah
ah ah!!
Le sue piccole dita bianche che si aprivano e che
cercavano di trattenere quell’apparecchio che veniva irrimediabilmente
distrutto, ripetendo una scena quasi quotidiana per lui, poi il dolore di quella
violenza . Il rumore di quelle stesse dita che si spezzavano, di quei pugni
sulla sua pelle.
-Tanto è abituato con tutte le volte che glielo hai
messo nel Culo! La prima volta è stato tuo cugino alle elementari, no? Ti ricordi quanto piangeva? Ah ah
ah!!!
I suoi pantaloni che venivano abbassati e quel ragazzo
di cui aveva un immagine leggermente confusa che lo violava con cattiveria.
Aveva pianto? Forse no, forse come quando era stato lui a stuprarlo aveva
stretto i denti e non aveva detto niente.
Poi un ultima figura gli piombò nella mente. Sempre
lui, un bambino questa volta, il viso rigato dal pianto, gli occhi pieni dalla
paura che veniva distrutto da un ragazzo più grande. Cosa aveva
fatto?
Un rumore secco fece cessare le risate del piccolo
gruppo e prima che potessero asciugarsi le lacrime dagli occhi, il moro aprì la
porta in un colpo secco. Nemmeno un Oni avrebbe potuto fare così paura e fu
facile per i tre giovani morire dal terrore nel vedere l’espressione infuriata
sul volto di Kakuzu.
Iota fissò quel ragazzo alto più o meno come lui, che
sembrava dieci volte più possente per qualche
motivo…
-Tu sei Kakuzu il tesoriere della
scuol…
Non fece i tempo a finire la frase e nessuno di loro
uscì da quella stanza senza piangere dal
terrore.
Ti odio perché mi fai
infuriare per niente, perché crei queste emozioni di cui non ho mai sentito il
bisogno. L’ho sempre saputo fai dal primo momento che saresti stata una vera
seccatura
***
Arrivò dietro un gruppetto di alberi e fissò la figura
esile di quel moccioso coperta da una grossa coperta nera. Perché stava facendo
tutto questo per una persona del genere? Perché proprio
lui?
La risposta più logica era forse che quel piccolo
pazzo lo divertiva, quella più segreta forse era diversa, ma la verità era che a
Kakuzu non importava e preferiva non
saperla.
-Ehi!
-Che cazzo vuoi?! Ti ho detto che non dormo qui
sbirro, lo vuoi capire che devi smetterla di importunare me, un fedele di
Jashin? Sto solo facendo…Kaku?
Hidan si girò infastidito e sperò che quel poliziotto
smettesse di infastidirlo e gli facesse chiudere occhio almeno per una notte.
Era stanco di quella vita, ormai aveva addirittura pensato di suicidarsi, cosa
gli importava della vita?
Fissò il moro spalancando i grandi occhi color lilla.
Kakuzu lo guadava dall’alto in basso, reso ancora più possente dalla posizione,
se ne stava accoccolato in una giaccone nero come la pece e lo fissava con i
suoi occhi magnetici. Gli erano mancati un po’…si accorse poi di alcuni graffi
sulla sua pelle con non poca sorpresa. Quel represso aveva finalmente tirato
fuori le palle?
Incredibile se si pensa che poco più di un mese prima
quell’energumeno faceva addirittura il leccaculo. Scrutò gli occhi verdi pieni
di indifferenza e superiorità, uno sguardo che lo rendeva pazzo dalla rabbia e
fargli venire voglia di spaccare tutto.
-Zitto, Merda! Sei riammesso a scuola, i tizi che ti
hanno picchiato hanno confessato per qualche motivo. Quindi domani
vacci.
Il primo passo del piano di quel calcolatore era stato
facile. I tre delinquenti dopo un pomeriggio a “discutere” avevano deciso di
dire la verità al redattore che sotto il suo consiglio aveva deciso di
riconsiderare la cosa anche per non attirare l’attenzione della stampa. Kakuzu
aveva agito con una freddezza impareggiabile e senza paragoni e appena in due
giorni Hidan era di nuovo uno studente delle superiori. Forse si era preoccupato
per niente, la sua capacità di ottenere qualcosa era addirittura
migliorata.
-Eh?! Cosa?!
Assaporò l’espressione confusa dell’albino cogliendo
quel senso di potenza che gli conferiva vederlo così stranito. Gli faceva
addirittura pena tanto che dirgli la cosa peggiore lo faceva sentire quasi un
mostro, ma in fondo la notizia che si accingeva a dare era anche una cosa
buona.
-Comunque, per ripagare la telecamera diverrai il mio
schiavo, quindi in piedi!
-Ma sei
scemo? Che cazzo vorresti fare? Ancora sesso? Non sono disposto a diventare una
puttana! Io…
Il malinteso lo fece sorridere maliziosamente. Se
Hidan stava per diventare il suo giocattolo poteva anche assolvere problemi
fisici come il sesso, era stato bravo la prima volta, no? Risentirsi parte di
lui sarebbe stato una piacevole aggiunta ai suoi obbiettivi
iniziali.
-Vieni a casa con me, ma niente
sacrifici!
Hidan si illuminò come un bambino che riceva un regalo
a natale o come un cane a cui danno un biscotto. Kakuzu per la prima volta si
chiese se faceva la cosa giusta ad accogliere una persona così nella sua casa,
se aiutarlo a uscire da quel circolo di violenza fosse compito suo. Forse stava
sbagliando, forse rischiava di perdere la sua obbiettività, ma si era convinto
di una cosa ormai.
Se doveva andare all’inferno, almeno
poteva entrarci con stile.
Hidan realizzò la situazione e ne fu felice.
Probabilmente quei tagli avevano a che fare con la confessione dei suoi aguzzini
che forse non lo avrebbero più disturbato. Lui se fosse stato nei loro panni non
avrebbe voluto attirare di nuovo l’attenzione di quel mostro che si fingeva
gentile! Probabilmente quel debito era un modo per dargli un posto per
dormire.
Non svelò quelle scoperte. Kakuzu lo avrebbe ucciso o
peggio lasciato lì.
-Posso davvero?
Mentre l’albino attendeva una risposta l’altro gli
diede le spalle e iniziò a incamminarsi verso il suo appartamento, sorridendo
alla notte che avvolgeva ogni cosa.
Hidan dopo un momento di incertezza raccolse la
valigia con le sue poche cose, la coperta e cercando di non far cadere niente
corse dietro a quel brutto idiota che però lo aveva reso
felice.
-Ehi, aspetta! Merda| Idiota, aspetta! Non è che sono
un cane che puoi comandare a tuo piacimento! Aspetta maledizione! Ah! Jashin ti
punirà per questa sfrontatezza verso un suo fedele! Stanotte ti metterò i
cetrioli sottaceto nelle mutande! Io…
Forse questo capitolo è completamente stupido, ma io lo amo! Ho cercato
di normalizzare i due più pazzi di Naruto… è stato difficile. =_=
Hidan è decisamente più carino e coccoloso, ma visto la sua storia(di cui
sapremo nel prox chappy) e l’età mi piaceva così! XD Anche il fisico me lo
immaginavo esile, tipo che dopo ha uno sviluppo iprovviso. U_U Kaku che fa il
carino lo adoro! Non penso sia possibile e per questo è splendido! Anche lui è
leggermente meno burbero(dopo peggiora)
Scusate i ritardi ma non ho voglia davvero di scrivere=_=…penso possa succedere ma ci sto provando lo stesso, sono in uno strano periodo della mia vita e non so da che parte andareç_ç
Ryanforever:Il danna è il dannaXD I capitoli saranno per adesso 4 e qll di hidan-kaku due segiurà a questo o lo metterò dopo un capitolo della storia ancora...Chissà che succederàXD
YUKO-CHAN: Grazie che bella recenzione! Cazzo sn commossa°_° mi fa davvero piacere sapere che le mie fanfic ti piaccionoXD Nacchi dovrai soffrire ancora?(sguardo truce di naruto) ecco ho detto tuttoXD
Zenion_:Eccoli allora! Prima abbiamo gli spicopaticiXD eccoli qui sparsi! la storia è davvero un casino@@ Madonnina cosa leggo!*_* no tengo la bocca chiusa...Anche io non saprei chi scegliere del resto Naru AMA Sai non è che lo usa e basta cm alcuni pensanoç_ç
itachina:Adesso non più visto che abbiamo litigato=_= Vuoi farlo anche a me il patiboloXD ...visto come eri figo è! insomma un'apparizione celeste, divina! e vedi dopo se faccio i capitoli su di lui*_* La recensione mi ha fatto troppo ridereXD mitika! ti amo! AMOOOOOOOOOO....si perde nel suo amore si riprende....ok dimmi che te ne pare di questa*_* sn curiosa a dir poco adesso se 6 su msn te lo vengo subito a dire*_*Voglio una bella recenzione cm al solito ne!(ne ne Kakashi-sensei*_*)XD ci vediamo domani a milano ti amo!
kikisama: non si rubano glia aucont(fallo così mi recencisci fallo fallo fallo fallo!) anche il mio pair preferito è il SasoDei(parimerito cn SasunaruXD) Tobi povero...cucciolotto deficente lui...gli da le pacchette in testa...Naru cosa fari?°_° diccelo(naru:guarda che decidi tu=_=) beatiful°_° madonna che paura non so se prenderlo cm un complimento(se è fatto da te è sempre ben accettoXD) ruba ancora aucont x recensire! bax!