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Autore: Gaaralover    10/01/2009    8 recensioni
Naruto e Sasuke si incontrano in un piccolo orfanotrofio,tra loro nasce una forte amicizia,troppo forte... due bambini,due ragazzi,due uomini...in ogni caso due anime unite per sopravvivere ad un mondo che fa troppo male
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap Special:Kakuzu e Hidan

Ecco qui il capitolo speciale su Kakuzu e Hidan. Colgo lo stacco dalla storia per cambiare metodo di narrazione; so che forse la cosa vi darà fastidio, ma aiuterebbe il mio stile a migliorare, per cui spero mi perdoniate. La vicenda si ambienta alle superiori dove Kakuzu frequenta l’ultimo anno.

Se quel giorno non fossi andato a scuola…sarebbe stato decisamente meglio…

Il ritmo scandito dei passi riempì il corridoio vuoto . Le scarpe nere della divisa produssero un suono leggero ma piacevole contro il pavimento in marmo, un rumore rilassante che solo il proprietario di quelle scarpe poteva udire.

Kakuzu assaporò piacevolmente la sensazione di essere finalmente da solo e si godette il silenzio che risultava amplificato dal quel singolo rumore. Un sospirò sfuggì dalla sua bocca al pensiero delle ore passate in quella noiosissima scuola, ma il suo cuore si sentì più leggero all’idea delle ore che tra poco avrebbe trascorso in solitudine.

Finalmente avrebbe potuto essere sé stesso e non quella persona che le circostanze gli imponevano di diventare tutte le volte che parlava con qualcuno. Strinse meglio le cartellette di vari colori che teneva tra le braccia, senza alterare il suo passo ritmico. Ogni suo movimento era impeccabile, elegante e anche grazie a questo riusciva facilmente ad ammaliare le ragazze, che lo circondavano e che secondo le voci avevano addirittura fondato un fan club.

Le ragioni per ammirarlo erano del resto molte; prima di tutto l’aspetto che non passava di certo inosservato, visto che in fondo non aveva niente dei normali giapponesi.

Il giovane arrivava a misurare ormai il metro e ottanta, ma visto l’altezza di suo padre ormai per Kakuzu non era difficile accettare l’idea che presto sarebbe cresciuto fino a raggiungere i due metri. In fondo era la fotocopia sputata di quel l’uomo, stessi capelli neri come la pece, che al momento teneva lunghi fino alle spalle,  stessi  occhi verde bottiglia che riuscivano a stregare tutte le persone.

Il ragazzo sapeva che in fondo quella era la sua principale capacità. Chissà per mezzo di quale gene tutte le persone che incontrava venivano facilmente ammagliate e cadevano ai suoi piedi con un semplice sguardo e qualche parola gentile.

In questo modo Kakuzu si era facilmente assicurato la supremazia sulla scuola. I suoi compagni di classe lo ammiravano silenziosamente, così come i ragazzi più piccoli che solo al suo passaggio spalancavano la bocca.  Perfino i professori non osavano disturbare uno studente come lui; a volte si arrischiavano a dargli compiti importanti che il ragazzo accettava con un sorriso perché avrebbe fatto tutto per il suo obbiettivo.

Quale poteva essere lo scopo di un simile angelo sceso dal cielo? Semplicemente i soldi, il denaro, i contanti. Chiamateli come volete, ma per Kakuzu questi erano l’unica cosa importante. Perché gli avrebbero permesso di avere qualsiasi cosa. Potere, donne, lavoro, amicizie, amore…tutto poteva essere comprato.

Non era uno stupido, conosceva perfettamente tutti i modi i cui poteva racimolare soldi e farli fruttare adeguatamente con varie azioni bancarie che avevano probabilmente reso il suo conto più alto di quello del direttore. Essere ammirato portava a numerosi vantaggi e gli consentiva di ricavare il più possibile da ogni situazione.

Arrivò finalmente alla porta della tesoreria. Aveva accettato quell’incarico sia per i crediti che avrebbe avuto agli occhi dei professori, sia perché sarebbe stato una modo per diventare un migliore imprenditore in futuro, ma soprattutto per il piacere che gli dava avere tra le mani tutto quel denaro.

La sorpresa che lo invase nello spalancare la porta fu enorme; all’interno della stanza c’erano due persone, cosa decisamente insolita visto l’ora. Le lezioni erano iniziate già da molto e quindi tutti avrebbero dovuto essere occupati. Si era esonerato da un estenuante ora di storia dell’arte proprio per godersi un po’ di santa pace e invece ecco quei due che venivano a interrompere i rari momenti in cui avrebbe potuto essere sé stesso senza indossare maschere.

-Murami-san! Che piacere averla qui! È per caso accaduto qualcosa?

Il moro indossò la sua espressione più cordiale. Era raro trovarsi di fronte il direttore della scuola che non usciva mai dal suo studio. Doveva essere sicuramente successo qualcosa di grave e inoltre il modo in cui stava venendo coinvolto non gli piaceva affatto, dare una buona impressione era importante, ma sforzarsi per niente non era nelle sua abitudini.

-Kakuzu-kun! Il piacere è mio! Avrei da chiederti un favore. Del resto sei il nostro migliore studente e…

Il moro perse interesse mentre l’uomo cominciava a illustrargli i suoi meriti ed elogiava la grandezza della sua scuola. Parole che in fondo aveva sentito fin troppe volte e che sembravano tinte di una immensa falsità, quanto gli sarebbe piaciuto prendere quel piccolo omuncolo e strappargli il cuore per poterlo vedere  poi agonizzare nel suo stesso sangue.

La sua attenzione venne attirata dal ragazzo alle sua spalle, che stava seduto su una sedia e si scarabocchiava qualcosa sul braccio con una penna, incurante della conversazione tra due persone più grandi di lui. La prima cosa che il moro pensò era che quel tizio sembrava decisamente strano, sia per l’aspetto che per il comportamento.

Il primo fattore che lo rendeva unico era il fatto che era albino. I capelli bianchi e lunghissimi erano portati in un modo disordinato e lunghi ciuffi argentati cadevano sugli occhi di un colore simile al lilla che si amalgamava perfettamente con la pelle diafana.

I suoi vestiti al contrario della pelle erano scuri, sopra i pantaloni neri della divisa al posto della camicia bianca portava una maglietta aderente colore della pece, ma decorata da strani segni. A questi vestiti si aggiungeva un pendaglio argenteo con uno strano simbolo: un triangolo dentro a un cerchio.

Il ragazzo alzò lo sguardo fino a incontrate il suo e cominciò a fissarlo, sorridendo. Un’espressione strafottente e altezzosa che subito ha il potere si irritare chiunque, Kakuzu incluso.

-Capisci? Mi serve qualcuno che si occupi di lui e che non lo faccia finire nei guai. Non dovrai fare molto, solo controllare che dopo la scuola stia qui per tutta la durata dei club fino alle sette. Se vuoi dagli delle ripetizioni sarebbe meglio, ma l’importante è che se ne stia buono. Non sappiamo più come impedirgli di combinare guai…

Il ragazzo si riprese dai suoi pensieri e fissò sconvolto il preside. Voleva affidare quel moccioso impertinente a lui? No, questo non doveva accadere; i suoi momenti di tranquillità dovevano restare suoi e non essere distrutti da un albino rompicoglioni! Qualcosa nei suoi istinti gli suggeriva che quel tizio non avrebbe fatto altro che portare guai nella sua vita.

-Ecco signore, penso di non essere la persona più indicata…

-Sciocchezze! Sei il ragazzo più rispettato qui e anche Hidan sotto la tua guida riuscirà a diventare una persona controllata. Beh, ora vado. Buona fortuna, giovanotto!

L’uomo dopo avergli dato una leggera pacca sulla schiena, uscì dalla stanza lasciando un ragazzo sollevato per essersi liberato della sua fastidiosa presenza, ma scocciato per quel “pacco” che gli avevano affidato.

Da quel che aveva capito Hidan era un primino, cosa che in fondo era facilmente intuibile dall’altezza che a occhio e croce doveva essere mezzo metro. Aveva commesso numerosi furti e taccheggi e aveva iniziato tantissime risse, quindi era un problema per la scuola.

Si diresse verso il moccioso che per tutta la conversazione aveva continuato a fissarlo con un espressione strafottente e con un sorriso aperto. La cosa migliore da fare era prenderlo gentilmente e cercare di farlo cadere ai suoi piedi, anche se in un certo senso la cosa gli sembrava del tutto impossibile. Quel brutto moccioso emanava un aria da rompicoglioni che non poteva essere ignorata e la pazienza non era mai stata una delle sue migliori caratteristiche.

-Piacere Hidan! Sono Kakuzu. Spero riusciremmo ad andare d’accordo.

Kakuzu allungò la mano verso l’albino con un’espressione neutra, non sorrise perché non lo faceva mai con nessuno; forse non ne era più capace, ma non gli importava di una simile mancanza, la sua vita poteva continuare perfettamente anche senza quella caratteristica.

 Per un attimo al moro sembro che il moccioso stesse per ricambiare il suo gesto, infatti Hidan gli rivolse un sorriso bellissimo che sembrava quello di una ragazzina. Il giovane non poté non pensare che per lo meno quel bambino era davvero bello se non assumeva un’espressione da psicopatico.

-Ma stai zitto, brutto vecchio cretino! Non ho intenzione di andare d’accordo con un maledetto stronzo come te! Figurati se posso anche solo toccare uno che ha una simile puzza sotto il naso! Ti hanno cagato addosso per caso? E poi cosa siamo a corte? “spero che possiamo andare d’accordo”. Io spero solo che il grande Jashin ti possa ficcare una mina nel culo fino a farti uscire le budella dal naso!

La risposta non aiutò il controllo di Kakuzu che a quel punto fu seriamente tentato di prendere la testa di quel piccolo stronzo e sbatterla contro il muro fino a farlo stare zitto per sempre. Strozzarlo sembrava un’idea fantastica, ma anche prendere un taglierino per scoprire il colore delle sue budella poteva essere una buona alternativa…

Decise invece di ignorarlo e basta. Almeno non sarebbe finito in carcere che come tutti sanno non frutta molto denaro.

Hidan guardò con interesse la reazione di quella specie di gigante che si sedette su una sedia e dopo aver acceso il portatile cominciò a scrivere qualcosa ignorandolo spudoratamente, cosa che ovviamente non era ammissibile. Già, quel vecchio pervertito lo aveva obbligato a venire lì e adesso l’unica sua merdosa fonte di divertimento si rivelava una vera stronzata, non essendo un tipo che pensava prima di agire lanciò un'altra “bomba ” contro il suo nuovo amico.

-Non rispondi? Vuoi forse fare il superiore, testa di cazzo? In ogni caso io sarò sempre meglio di te; per lo meno non sto lì a farmi le seghe perché devo essere il migliore della classe. Meriteresti solo di essere sacrificato al grande Jashin!

Kakuzu continuò la relazione sulla rivoluzione francese ascoltando distrattamente le pazzie del suo interlocutore. Si chiese chi poteva essere quel tizio che l’albino continuava a nominare, ma non gliene importò più di tanto, c’erano cose più importanti nel mondo che ascoltare quel moccioso e decisamente l’identità di Jashin non gli avrebbe tolto il sonno.

Hidan scese dalla sedia infastidito da quel silenzio ostentato con una simile sicurezza… non si poteva ignorare qualcuno come lui, sommo sacerdote di una gloriosa religione. Normalmente avrebbe ridotto quel blasfemo miscredente, eretico pagano(NdA: In onore di Ila. U_U) in una poltiglia color sangue, ma quel giorno si trattenne. Il direttore era stato abbastanza stressante e l’unica cosa che aveva voglia di fare era prendere la sua telecamera e filmare qualcosa di interessante.

Prese la borsa coperta di borchie e simboli del suo Dio e uscì dall’aula senza dire una parola, imitando l’arroganza di quel ragazzo più grande. Voleva silenzio? L’avrebbe avuto!

-Dove pensi di andare?

Sentì il suo braccio trattenuto e si girò giusto in tempo per notare la terribile espressione di Kakuzu e finalmente realizzò che batterlo non sarebbe mai stato nelle sue capacità, che forse quel figlio di papà non era proprio come appariva a prima vista.

-Io vado dove voglio. Hai capito, stonzo? Non mi fermerò a sentire un armadio che non ha abbastanza cervello per cagare! Se proprio vuoi rompere le palle, usa le tue! Vai a fare qualcosa di istruttivo come sverginarti!

In mezzo secondo il giovane si ritrovò scagliato contro il muro, bloccato dal fisico ben sviluppato del ragazzo. Non aveva mai avuto paura della violenza e l’aveva sempre apprezzata, per questo erano state poche le volte nella sua vita in cui la paura lo aveva assalito seriamente, ma quello poteva essere incluso nel conto.

Oltre al cieco terrore di quel gigante sentì dentro la pelle una strana sensazione, un eccitazione o forse un presentimento di quello che sarebbe accaduto.

-Senti bambinetto, primo: il mio compito è tenerti qui e fino a che dovrò farlo tu STARAI qui. Secondo: smettila di insultarmi perché mi da davvero fastidio. Terzo: basta con quelle cose macabre, perché se no venderemo di realizzarle su di te. Ok?

Kakuzu assaporò il sapore della violenza sulla sua pelle, e la sensazione dell’adrenalina nelle sua vene. Da quanto non la provava? Quanto l’aveva desiderata? Forse l’arrivo di quel pazzo poteva divertirlo almeno un pò…

***

-Kakuzino? Allora mi ascolti, cazzo? Domani pensavo di tenere un sacrificio a casa mia e mi chiedevo se è meglio uccidere un coniglio o qualcosa di più grosso…quei cagatori di palline non possono soddisfare Jashin!

Il moro si mosse meglio sulla sedia per accomodarsi. Un mese, era passato un mese dall’arrivo di quell’essere nella sua esistenza e i suoi nervi erano stati messi a dura prova dalle sue persistenti chiacchere.

Prima di tutto, la cosa più stressante di Hidan era il modo di parlare, non riusciva ad articolare una frase senza inserire nei suoi discorsi un insulto o una parolaccia. Uno scaricatore di porto forse sarebbe stato più fine ed educato di quel mostriciattolo.

La seconda cosa che infastidiva il ragazzo era Jashin. Ormai sapeva tutti i precetti di quel Dio assurdo e poteva recitare a memoria tutti i modi per rendergli sacrificio o appagarlo. Informazioni che ovviamente erano perfettamente inutili per la sua cultura e che avrebbe volentieri eliminato dal suo cervello.

Per il resto, l’albino era una persona accettabile, assurda, ma accettabile. Il modo di vestire, quello di interromperlo, quello di curiosare o di prenderlo in giro erano odiosi, ma  poteva sorvolare.

-Kakino? Ma si senti? Insomma, miscredente! Ascoltami e convertiti, cretino!

-Sì, ti ascolto… hai finito di rompermi il cazzo? Ho del lavoro da finire, se me lo permetti!

Il più grande osservò infastidito il suo modo di parlare che aveva irrimediabilmente preso un accento volgare e strano simile a quello di un boss mafioso, la cosa peggiore era che molte persona avevano notato il suo strano comportamento nell’ultimo periodo dovuto al moccioso. Da un lato era felice perché si sentiva più sé stesso, ma contemporaneamente temeva di perdere di vista i suoi obbiettivi per una distrazione; il calo di reputazione significava meno soldi.

-Ahhh! Merda Kaku! Ma questa è la nuova telecamera della Sony! Merda, questa scuola del cazzo allora lo fa qualcosa di bello!

Il tesoriere della scuola guardò con interesse Hidan mentre esplorava il piccolo oggetto tra le sue mani; era stano vedere sul suo volto un’espressione così viva ed intensa e per un attimo il ragazzo si perse,osservando i movimenti curiosi di quel  volgarissimo uragano. Fu solo quando l’altro lo guardò con uno sguardo supplicante, che cominciò ad avere paura di quello che sarebbe seguito a quella scoperta.

-Posso prenderla e portarla a casa per qualche giorno? Ti prego Kaku! La voglio provare!

-Ma sei scemo? È nuova ed è costata un sacco di soldi, maledizione!

L’albino si avvicino al suo compagno con un espressione maliziosa ed innocente; sapeva quando sfoggiare il suo lato più carino e questa era l’occasione giusta. Jashin desiderava che lui avesse quell’oggetto e quel ragazzo non glielo avrebbe impedito, aveva capito bene il carattere di quello stupido, faceva il carino, ma in realtà sotto era un ragazzo burbero e meno perfetto di quel che sembrava e poi ancora più sotto era una brava persona.

Kakuzu gli piaceva, ovvio che il diretto interessato non lo avrebbe mai saputo, ma in fondo pensava che quel burbero ometto fosse un ottimo amico. Non ne possedeva uno da anni e per quanto l’idea di avere di nuovo un rapporto con qualcuno gli facesse paura, un po’ ne era felice.

-Dai!

-No!

-Sei uno stronzo! Mi obbliga a stare qui senza far niente e io non ho mai niente in cambio! La voglio, cazzo! La voglio!

-NO! Discorso chiuso.

Kakuzu cominciò a battere sulla tastiera con una forza leggermente accentuata sul piccolo computer davanti a sé, tanto che un tasto si staccò per finire chissà dove. Non che quel gigante potesse notare un simile dettaglio, in fondo la sua rabbia verso Hidan era troppo forte. Se diceva di no, era no!

Quel moccioso era irritante, oltre ad essere un rompicoglioni aveva una caratteristica che odiava più di tutto; era sempre al centro dei suoi pensieri da un po’ di giorni, cosa preoccupante per uno come lui che mai nella sua vita aveva avuto una relazione con un essere umano e che forse si stava ritrovando tra i piedi un amico. Era amicizia o altro? Meglio nessuna delle due, l’avrebbero allontanato dai suoi scopi.

Lo guardò di nascosto andare a scrivere qualcosa su un quaderno e non di sorprese di pensare che probabilmente era una maledizione nei suoi confronti. Un raggio di sole colpì il suo viso imbronciato, illuminando quella pelle candida che ormai sognava spesso di toccare, violentemente con una passione che non aveva mai desiderato.(Nda: Era pure represso sessualmente! XD)

Il silenzio divenne più forte, ma alla fine dopo qualche minuto il moro non resistette più, si alzò e prese la telecamera dalla teca di vetro da dove il moccioso l’aveva rimessa e gliela piazzò davanti con  un espressione neutra.

-Tre giorni. La rivoglio indietro senza un macchia, altrimenti non sai cosa ti farò! Capito?

L’espressione che si tinse sul volto dell’albino convinse l’altro di avere fatto la cosa giusta e non lo fece pentire del suo gesto. L’abbraccio che poi gli diede in un impeto di pazzia lo fece arrossire leggermente ricordandogli una così semplice azione.

***

Pioveva a dirotto da due giorni e Kakuzu era decisamente scocciato da quel maledetto tempo di merda.

Per qualche strano motivo le cose nella sua vita stavano andando sempre peggio. Aveva perso almeno un milione grazie a delle azioni pericolose, preso un dieci senza la lode per uno stupido errore in un test e litigato appena quella mattina con il padre che lo contattava raramente. Al tutto era da aggiungere l’assenza del giorno prima di Hidan, che per qualche strano motivo non si era presentato al loro solito appuntamento.

Aprì la porta della tesoreria con violenza e cattiveria e si ritrovò davanti il moccioso in uno stato che definire pietoso era poco.

L’albino sedeva sulla stessa sedia dove lo aveva visto la prima volta con la faccia tumefatta di lividi, piena di macchie violacee e tagli. Sembrava che lo avessero usato come pungi ball o come oggetto per provare un coltello. Il resto del corpo era coperto da un pesante maglione nero e dai dei jeans aderenti, ma era facile intuire che le ferite non si fermassero al volto, grazie anche alle stecche che aveva su almeno tre dita o alle bende che spuntavano dal collo.

Un ondata di panico lo assalì tanto da che si sorprese per colpa di quell’emozione, da quando aveva quelli che la gente definiva “sentimenti”? 

Le ferite che però quel moccioso aveva erano troppo serie anche per uno come lui che quotidianamente veniva nella stanza con qualche nuovo segno che rovina la pelle diafana, lui amava incidersi la pelle e coprirla di piccoli tagli e non era raro che lo picchiassero.

Il maggiore entrò silenziosamente e appoggiò la giacca su una sedia irritato dal modo naturale con cui l’altro si poneva quasi come se ritrovarsi in uno stato simile fosse normale. Era andato da un medico?

Assunse un tono neutro iniziando il discorso con noncuranza, domandando il modo in cui poteva aver indotto delle persone a ridurlo così…

-Che diamine hai fatto? Sono sicuro che è colpa tua, ma… questa volta come li hai fatti arrabbiare?

-Gli ho lanciato la telecamera addosso… si vede che non l’hanno gradita.

Kakuzu chiuse la porta e solo nel girarsi vide la telecamera completamente distrutta appoggiata sul tavolo, messa in mostra quasi come un trofeo, esibita tanto quanto quel sorriso impudente.

Prima che l’albino potesse dire anche solo un altra parola il ragazzo più grande gli fu addosso e lo scaraventò con violenza sopra il tavolo che stava alle spalle di Hidan che nel sentì la botta diramarsi per tutto il corpo e si lasciò sfuggire due piccole lacrime.

Si fermarono in quella posizione, il più grande schiacciava l’esile corpo contro il legno chiaro e notava per la prima volta la fragilità di quel corpicino che rispetto ai suoi compagni era sempre stato più piccolo.

-Perché?

Quelle parole semplici sembrarono a tutti e due più un accusa che una domanda, ma alla fine l’interrogato rispose usando il suo migliore sorriso da mascalzone.

-Perché? Mi stavano guardando quindi ho deciso si gettargliela contro! Merda! Credevi veramente che te l’avrei riportata? Io che ti facevo più intelligente! Sei solo un enorme deficiente, un credulone, un idiota, un deficiente, un…

La serie di insulti fu fermata dal moro che in pochi attimi tolse in un movimento fluido i pantaloni  e le mutande della persona sotto di lui e non osservando nemmeno i lividi che tingevano interamente quella pelle delicata, slacciò la cintura per liberare il suo membro tanto quanto bastava.

In un colpo secco gli fu dentro e assaporò la vista degli occhi color lilla che si spalancavano inorriditi da una simile violenza, quasi spaventati da quel gesto.

-Hai scherzato con il fuoco, idiota; quindi mi sembra dovuto lasciarti una bella cicatrice.

Kakuzu iniziò a muoversi con prepotenza dentro quello spazio troppo stretto e caldo, ascoltando i dolci mugolii trattenuti dell’altro. Hidan era praticamente perfetto in quel istante, sembrava essere stato creato per fare sesso, il suo viso si era tinto di un dolce colorito color rossastro e aveva aggiunto alla sua espressione una carica erotica che ebbe il potere immediato di indurire il suo compagno.

Nonostante il piacere, Kakuzu si sentiva ferito anche se nemmeno lui riusciva ad ammetterlo. Aveva fatto un gesto stupido, si era fidato di qualcuno e aveva anteposto la gentilezza al guadagno. Quella telecamera dimostrava quanto era stato stupido a credere in quel moccioso.

-Ti fa male?

Hidan non rispose ma si morse il labbro, ferito a appagato da quel trattamento. Amava quel dolore e lo riteneva necessario nella sua esistenza, ma quello che quel deficiente gli stava facendo lo rattristava enormemente, ma lo rendeva anche felice. Stranamente la sensazione di avere il moro dentro di sé in un certo senso lo completava.

Kakuzu continuò a spingere sempre con una maggiore violenza, sperando di sentire le urla di quell’idiota e alla fine dopo parecchi minuti venne dentro di lui bagnandolo completamente, appagato dal profumo inteso che l’altro emanava e dalla violenza di quel peso al cuore a cui non sapeva dare un nome.

Uscì senza dire una parola e contemplò la sua opera con un senso di disgusto.

Hidan guardava a lato, gli occhi lucidi, ma senza lacrime da piangere, le gambe aperte e evidenziare quello che aveva cercato di distruggere. Il seme del moro,troppo abbondante aveva cominciato a scendere sulle le gambe bianche del compagno sporcandolo forse più del suo stesso sperma, Hidan infatti nel frattempo era venuto silenziosamente sulla sua stessa mano. Pateticamente aveva cercato di darsi piacere da solo visto le scarse attenzioni che l’altro gli aveva dedicato, ma Kakuzu non provò nessuna vergogna per la sua noncuranza; ne fu quasi felice.

-Vattene.

L’albino si alzò i pantaloni e senza dire una singola parola uscì dalla porta con la sua solita espressione strafottente che ferì ancora di più quel cuore orgoglioso che non si era nemmeno reso conto della sua ferita per quanto profonda.

***

-Ehi, hai sentito di Hidan?

Kakuzu oltrepasso l’aula ma al suono di quel nome fermo la sua silenziosa camminata e istintivamente concentrò la sua attenzione su quelle voci che provenivano da un aula evidentemente non del tutto vuota alla sua destra.

Era avido di sapere cosa era accaduto a quel fanatico religioso, visto che da una settimana non si presentava a scuola. Come avrebbe potuto visto che lo avevano sospeso? Il suo stato fisico aveva indotto il preside a cacciarlo per non avere più problemi, in questo modo non era stato più obbligato a vederlo nella sua aula e aveva riacquistato la tanto sognata pace.

A dover dire la verità quel giorno in cui lo aveva stuprato senza pietà non era più uno studente, ma l’albino si era presentato solo per vedere lui, probabilmente per sfidarlo apertamente.

Quel bastardo lo aveva infastidito abbastanza e in un certo senso il moro era felice di essersi liberato della sua presenza estenuante, ma da un lato si chiedeva cosa fosse capitato a quella calamità.

-Sì, ieri l’ho visto dormire sulla panchina del parco! Merda, mi sono sentito in obbligo di dargli un po’ di calci!

-Che sfigato! Farsi cacciare da scuola! Del resto non è mica colpa nostra, ma sua!

Sochiro Sagami, Iota Mikami e Chiro Nokane. Kakuzu registrò nella sua mente i nomi di quelli che venivano considerati i capi del gruppo di delinquenti della scuola, non aveva mai avuto contatti con loro, non era nel suo interesse, tuttavia ricordava perfettamente sia le loro voci che le loro facce. Maggiori informazioni garantivano una vittoria sicura, qualsiasi cosa fosse la battaglia.

Spostò il suo peso sulla gamba destra e continuò ad ascoltare la loro conversazione sempre più incuriosito dalla piaga del discorso. Hidan su una panchina? Voleva dire che non aveva un posto dove stare? Cosa diavolo aveva combinato quel cretino? Si era fatto cacciare dal suo appartamento?

Hidan era orfano, lo aveva scoperto il primo giorno leggendo il suo fascicolo, per vedere con chi avrebbe avuto a che fare, per il resto l’albino gli aveva confessato di vivere in una topaia e si era lamentato per l’uomo che gli aveva affittato il posto.

-La telecamera in fondo ci spettava di diritto, no?

Telecamera? Di cosa stavano parlando quei pezzi di merda? Cosa centravano con tutta quella storia?

-Però era patetico davvero! Insomma, cerca sempre di fare il figo, ma poi tutte le sere va in giro a usare quella maledetta cosa! Tutte le sere è ovvio che noi lo dobbiamo picchiare!

-Quante gliene avremmo distrutte? Venti? Il bello e che lui tutte le volte ruba dei soldi per poterle ricomprare. Non si arrende mai!

Il tesoriere spalancò gli occhi sorpreso, sapeva che quel moccioso era preso di mira anche per la sua bocca impertinente, ma non pensava che subisse simile angherie da quei tizi. Le telecamere… dovevano essere la sua seconda ossessione di quel idiota, dopo Jashin, era ovvio dal modo in cui aveva guardato quella della scuola tempo prima…

Si immaginò la scena di quei momenti e per qualche ragione il sangue gli salì alla testa. Certo, gli aveva dato un trattamento ben peggiore, ma gli altri non avrebbero dovuto permettersi. Hidan poteva sembrare arrogante, forte e sfacciato, ma in fondo restava un primino alto un metro e cinquanta che per quanto forte poteva essere non sarebbe riuscito a battere quei tizi grandi quasi quanto lui.

Perché sentiva il bisogno di picchiarli? Tutto quello era un capitolo chiuso, non doveva importargli.

-Troppo divertente! È così piccolo, ma si difende bene! Peccato che questa volta non ce l’abbia messa tutta e non si sia concentrato su sé stesso!

-Minchia! Mi ha davvero sorpreso! Si è lanciato su quell’apparecchio e lo ha difeso mentre noi lo picchiavamo a sangue. Tu idiota potevi risparmiati di scrivergli “sfigato” sulla gamba con quel coltello!

Immagini si crearono dall’immaginazione del moro. Hidan stretto a quel’apparecchio, deciso a non rovinarlo per il suo amore verso quel genere di cose e forse per non dargli un ulteriore fastidio. Lui che si fa piccolo contro quell’oggetto cercando di proteggere tutti e due da pugni, da calci e da chissà cosa.

-Zitto sochi! In fondo non sei tu che gli stavi spaccando le dita? La prossima volta possiamo mettergli un petardo nel culo!ah ah ah!!

Le sue piccole dita bianche che si aprivano e che cercavano di trattenere quell’apparecchio che veniva irrimediabilmente distrutto, ripetendo una scena quasi quotidiana per lui, poi il dolore di quella violenza . Il rumore di quelle stesse dita che si spezzavano, di quei pugni sulla sua pelle.

-Tanto è abituato con tutte le volte che glielo hai messo nel Culo! La prima volta è stato tuo cugino alle elementari, no? Ti  ricordi quanto piangeva? Ah ah ah!!!

I suoi pantaloni che venivano abbassati e quel ragazzo di cui aveva un immagine leggermente confusa che lo violava con cattiveria. Aveva pianto? Forse no, forse come quando era stato lui a stuprarlo aveva stretto i denti e non aveva detto niente.

Poi un ultima figura gli piombò nella mente. Sempre lui, un bambino questa volta, il viso rigato dal pianto, gli occhi pieni dalla paura che veniva distrutto da un ragazzo più grande. Cosa aveva fatto?

Un rumore secco fece cessare le risate del piccolo gruppo e prima che potessero asciugarsi le lacrime dagli occhi, il moro aprì la porta in un colpo secco. Nemmeno un Oni avrebbe potuto fare così paura e fu facile per i tre giovani morire dal terrore nel vedere l’espressione infuriata sul volto di Kakuzu.

Iota fissò quel ragazzo alto più o meno come lui, che sembrava dieci volte più possente per qualche motivo…

-Tu sei Kakuzu il tesoriere della scuol…

Non fece i tempo a finire la frase e nessuno di loro uscì da quella stanza senza piangere dal terrore.

Ti odio perché mi fai infuriare per niente, perché crei queste emozioni di cui non ho mai sentito il bisogno. L’ho sempre saputo fai dal primo momento che saresti stata una vera seccatura

***

Arrivò dietro un gruppetto di alberi e fissò la figura esile di quel moccioso coperta da una grossa coperta nera. Perché stava facendo tutto questo per una persona del genere? Perché proprio lui?

La risposta più logica era forse che quel piccolo pazzo lo divertiva, quella più segreta forse era diversa, ma la verità era che a Kakuzu non importava e preferiva non saperla.

-Ehi!

-Che cazzo vuoi?! Ti ho detto che non dormo qui sbirro, lo vuoi capire che devi smetterla di importunare me, un fedele di Jashin? Sto solo facendo…Kaku?

Hidan si girò infastidito e sperò che quel poliziotto smettesse di infastidirlo e gli facesse chiudere occhio almeno per una notte. Era stanco di quella vita, ormai aveva addirittura pensato di suicidarsi, cosa gli importava della vita?

Fissò il moro spalancando i grandi occhi color lilla. Kakuzu lo guadava dall’alto in basso, reso ancora più possente dalla posizione, se ne stava accoccolato in una giaccone nero come la pece e lo fissava con i suoi occhi magnetici. Gli erano mancati un po’…si accorse poi di alcuni graffi sulla sua pelle con non poca sorpresa. Quel represso aveva finalmente tirato fuori le palle?

Incredibile se si pensa che poco più di un mese prima quell’energumeno faceva addirittura il leccaculo. Scrutò gli occhi verdi pieni di indifferenza e superiorità, uno sguardo che lo rendeva pazzo dalla rabbia e fargli venire voglia di spaccare tutto.

-Zitto, Merda! Sei riammesso a scuola, i tizi che ti hanno picchiato hanno confessato per qualche motivo. Quindi domani vacci.

Il primo passo del piano di quel calcolatore era stato facile. I tre delinquenti dopo un pomeriggio a “discutere” avevano deciso di dire la verità al redattore che sotto il suo consiglio aveva deciso di riconsiderare la cosa anche per non attirare l’attenzione della stampa. Kakuzu aveva agito con una freddezza impareggiabile e senza paragoni e appena in due giorni Hidan era di nuovo uno studente delle superiori. Forse si era preoccupato per niente, la sua capacità di ottenere qualcosa era addirittura migliorata.

-Eh?! Cosa?!

Assaporò l’espressione confusa dell’albino cogliendo quel senso di potenza che gli conferiva vederlo così stranito. Gli faceva addirittura pena tanto che dirgli la cosa peggiore lo faceva sentire quasi un mostro, ma in fondo la notizia che si accingeva a dare era anche una cosa buona.

-Comunque, per ripagare la telecamera diverrai il mio schiavo, quindi in piedi!

 -Ma sei scemo? Che cazzo vorresti fare? Ancora sesso? Non sono disposto a diventare una puttana! Io…

Il malinteso lo fece sorridere maliziosamente. Se Hidan stava per diventare il suo giocattolo poteva anche assolvere problemi fisici come il sesso, era stato bravo la prima volta, no? Risentirsi parte di lui sarebbe stato una piacevole aggiunta ai suoi obbiettivi iniziali.

-Vieni a casa con me, ma niente sacrifici!

Hidan si illuminò come un bambino che riceva un regalo a natale o come un cane a cui danno un biscotto. Kakuzu per la prima volta si chiese se faceva la cosa giusta ad accogliere una persona così nella sua casa, se aiutarlo a uscire da quel circolo di violenza fosse compito suo. Forse stava sbagliando, forse rischiava di perdere la sua obbiettività, ma si era convinto di una cosa ormai.

 Se doveva andare all’inferno, almeno poteva entrarci con stile.

Hidan realizzò la situazione e ne fu felice. Probabilmente quei tagli avevano a che fare con la confessione dei suoi aguzzini che forse non lo avrebbero più disturbato. Lui se fosse stato nei loro panni non avrebbe voluto attirare di nuovo l’attenzione di quel mostro che si fingeva gentile! Probabilmente quel debito era un modo per dargli un posto per dormire.

Non svelò quelle scoperte. Kakuzu lo avrebbe ucciso o peggio lasciato lì.

-Posso davvero?

Mentre l’albino attendeva una risposta l’altro gli diede le spalle e iniziò a incamminarsi verso il suo appartamento, sorridendo alla notte che avvolgeva ogni cosa.

Hidan dopo un momento di incertezza raccolse la valigia con le sue poche cose, la coperta e cercando di non far cadere niente corse dietro a quel brutto idiota che però lo aveva reso felice.

-Ehi, aspetta! Merda| Idiota, aspetta! Non è che sono un cane che puoi comandare a tuo piacimento! Aspetta maledizione! Ah! Jashin ti punirà per questa sfrontatezza verso un suo fedele! Stanotte ti metterò i cetrioli sottaceto nelle mutande! Io…

Forse questo capitolo è completamente stupido, ma io lo amo! Ho cercato di normalizzare i due più pazzi di Naruto… è stato difficile. =_=

Hidan è decisamente più carino e coccoloso, ma visto la sua storia(di cui sapremo nel prox chappy) e l’età mi piaceva così! XD Anche il fisico me lo immaginavo esile, tipo che dopo ha uno sviluppo iprovviso. U_U Kaku che fa il carino lo adoro! Non penso sia possibile e per questo è splendido! Anche lui è leggermente meno burbero(dopo peggiora)

Scusate i ritardi ma non ho voglia davvero di scrivere=_=…penso possa succedere ma ci sto provando lo stesso, sono in uno strano periodo della mia vita e non so da che parte andareç_ç

Ryanforever:Il danna è il dannaXD I capitoli saranno per adesso 4 e qll di hidan-kaku due segiurà a questo o lo metterò dopo un capitolo della storia ancora...Chissà che succederàXD

YUKO-CHAN: Grazie che bella recenzione! Cazzo sn commossa°_° mi fa davvero piacere sapere che le mie fanfic ti piaccionoXD Nacchi dovrai soffrire ancora?(sguardo truce di naruto) ecco ho detto tuttoXD

Zenion_:Eccoli allora! Prima abbiamo gli spicopaticiXD eccoli qui sparsi! la storia è davvero un casino@@ Madonnina cosa leggo!*_* no tengo la bocca chiusa...Anche io non saprei chi scegliere del resto Naru AMA Sai non è che lo usa e basta cm alcuni pensanoç_ç

itachina:Adesso non più visto che abbiamo litigato=_= Vuoi farlo anche a me il patiboloXD ...visto come eri figo è! insomma un'apparizione celeste, divina! e vedi dopo se faccio i capitoli su di lui*_* La recensione mi ha fatto troppo ridereXD mitika! ti amo! AMOOOOOOOOOO....si perde nel suo amore si riprende....ok dimmi che te ne pare di questa*_* sn curiosa a dir poco adesso se 6 su msn te lo vengo subito a dire*_*Voglio una bella recenzione cm al solito ne!(ne ne Kakashi-sensei*_*)XD ci vediamo domani a milano ti amo!

kikisama: non si rubano glia aucont(fallo così mi recencisci fallo fallo fallo fallo!) anche il mio pair preferito è il SasoDei(parimerito cn SasunaruXD) Tobi povero...cucciolotto deficente lui...gli da le pacchette in testa...Naru cosa fari?°_° diccelo(naru:guarda che decidi tu=_=) beatiful°_° madonna che paura non so se prenderlo cm un complimento(se è fatto da te è sempre ben accettoXD) ruba ancora aucont x recensire! bax!

  
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