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Autore: Tormenta    22/06/2015    4 recensioni
Una piccola raccolta di esperimenti narrativi: sette storie autoconclusive di lunghezza variabile, caratterizzate da diversi stili, temi e contesti. Un unico filo conduttore: Harry e Draco. Insieme, come coppia o presunta tale, perché: "Hanno un nonsoché di complementare, ecco. Un qualcosa di stranamente astratto e concreto insieme. Si potrebbe dire che s’incastrano, come le tessere dei puzzle."
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Genere: Introspettivo
Contesto: Durante la seconda guerra magica
Intro: Certe notti, per il Bambino Sopravvissuto, sono ben più lunghe delle altre.





 
Il sogno è l'infinita ombra del Vero.
(Giovanni Pascoli)


 
 
La maschera
 
 
 
 
        In un rombo di tuono, tutto traballò. Una forte scossa – la seconda – parve lacerare il terreno.

        Come un drago. Un drago in Sala Comune, e tutto andava a fuoco.
        Qualcuno aveva urlato, probabilmente chiedendo aiuto, ma in quel caos Harry non aveva capito bene e non si era soffermato a riflettere: aveva iniziato a correre nel lungo corridoio, sentendo vicine tante ombre alle proprie spalle. Aveva un peso sul cuore, una grande paura.
        Sussultò insieme con il pavimento all’abbattersi della terza scossa, e si sentì cadere: la pietra era fredda, e gli fece bruciare i palmi delle mani. Rialzandosi in piedi strinse i denti e, vista dritto davanti a sé una porta, di getto la valicò.
        Non se ne accorse, ma qualcuno entrò con lui. «Che stai facendo?»
        Il rimbombo di quella voce nella stanza vuota lo colpì al petto. «Scappo!»
        Con il fiato corto a causa della corsa e il disappunto dipinto sul viso, Draco Malfoy fissò gli occhi dritti nei suoi. «Tu sei l’eroe», disse, «non puoi scappare».
        «Posso, invece!»
        «No. Tu sei l’eroe».
        Premendo forte contro la porta per tenerla chiusa, e per far sì che ciò che era fuori non entrasse lì dentro, Harry ringhiò. «Smetti di ripeterlo! Non lo sono».
        «Qualcuno deve fare qualcosa».
        «Perché non ci pensi tu?»
        «Non posso. Io sono qui, quello è fuori».
        «Beh, neanche io sono fuori».
        «Ed è sbagliato».
        Non sapendo che pensare né tantomeno che fare, Potter chiuse gli occhi per un istante, nel tentativo di scacciare quella brutta sensazione d’oppressione che l’aveva colto. «Perché tu puoi stare qui e io no?»
        «Perché―»
        «Sei codardo». Era stato lui? Si era risposto da solo?
        «Sono codardo», confermò Malfoy con voce piatta.
        Esitò, «Voglio poterlo essere anche io».
        Con la testa inclinata e la fronte corrugata, gli rivolse uno sguardo interrogativo. «Ma è una prigione anche peggiore», asserì.
        Quale prigione? avrebbe voluto chiedergli Harry, e peggiore di cosa? Ma uno strano rumore lo distrasse, spingendolo a guardare verso il basso e a notare l’acqua. Tanta acqua. Fino alle caviglie, in tutta la stanza: non immaginando da dove potesse essere saltata fuori, si spaventò e istintivamente fece tre o quattro passi indietro.
        «Ecco. L’avevo detto», commentò Draco, tutt’altro che sorpreso.
        «Che cavolo succede?» Si guardò attorno, «D-dobbiamo uscire da qui».
        «E come
        La porta non c’era più: era sparita, lasciando il posto ad un robusto muro di mattoni levigati. D’istinto, Potter recuperò la bacchetta, ma non appena la puntò sulla parete gli cadde di mano.
        «Che fai?»
        Non gli prestò attenzione, deciso a ritrovare la propria bacchetta – non la vedeva. Era caduta in quell’acqua cristallina che continuava a salire e che aveva raggiunto ormai l’altezza dei polpacci, ed era sparita.
        «È inutile», gli fece notare Malfoy, sedutosi a terra. I lembi della sua divisa galleggiavano appena, emergendo come inquietanti macchie nere.
        Guardando verso di lui con fare agitato, Harry si ritrovò a fissare due grandi occhi verdi. Ma gli occhi di Malfoy non sono verdi, si disse, e d’improvviso, in un sospiro, capì: tutto il nonsenso della scena acquistò significato. «È un sogno», proclamò, e subito si sentì un po’ meno preoccupato. «Voglio svegliarmi».
        Si concentrò, strizzò gli occhi, si mosse camminando impacciato nell’acqua, ma niente da fare; provò allora ad applicare la propria volontà – tutto quello era solo nella sua mente, no? – cercando di fermare l’ascesa dell’acqua e di far riapparire la porta, ma nemmeno quel trucco funzionò. Finì col sentirsi ancor più in trappola di prima. «Voglio svegliarmi!» Ripeté con la forza di un disperato.
        Noncurante, Draco seguì i suoi movimenti con lo sguardo. «Perché hai paura? Sei l’eroe».
        «Non sono l’eroe! E stai zitto!» Non riuscì nemmeno a rivolgergli lo sguardo, turbato: «Sei strano, sei finto. Sta’ zitto». Che ci faceva lì, quella copia? Non la voleva, e desiderò tra sé e sé che sparisse.
        Non funzionò. «Dove sono i tuoi amici?»
        Avrebbe tanto voluto intimargli di nuovo di tacere, ma si sforzò di mantenere la calma, continuando a non guardarlo. Deglutì, «Non lo so».
        «Non sono qui. Perché? E perché ci sono io?»
        Era esattamente ciò che si stava domandando. «Non ne ho idea». Ispirò profondamente, provando a ragionare. «Tu sei― sei codardo». Per qualche ragione, era l’unico aggettivo che gli veniva in mente.
        «Sei codardo», ripeté Malfoy.
        Harry non capì: poco prima aveva confermato l’accusa senza fare una piega, e ora gliela ritorceva contro? Senza riflettere si voltò per fronteggiarlo, e negli occhi verdi che si trovò davanti rivide se stesso. Come paralizzato, non fu in grado di dir nulla.
        La voce dell’altro risuonò nella stanza, anche se le sue labbra non si mossero. «Sei codardo. Eppure sei l’eroe».
        «Piantala di ripeterlo!» Non lo sopportava più: scosso dall’ira, tornò a dargli le spalle. «Non voglio essere l’eroe», ammise poi.
        «Ma lo sei; lo dicono tutti».
        «Dover combattere una guerra non fa di me un eroe! E voglio uscire da qui!» Pestò un piede nell’acqua, che nel frattempo si era alzata fino alle ginocchia, pensando a quanto fasullo fosse quel Malfoy. Quello vero, di certo, non gli avrebbe parlato in quel modo: magari l’avrebbe insultato, o aggredito, o gli avrebbe rinfacciato qualcosa.
        «Smetti di fare la vittima, Sfregiato».
        Ecco, sì, avrebbe cominciato così.
        «Come puoi lamentarti della tua situazione? Della tua posizione? Dopo che hanno fatto il possibile per aiutarti? Dopo che tanta gente è morta, o ha subìto le pressioni di un pazzo?»
        Quello era un discorso che si sarebbe aspettato da Malfoy. Ma da dove era venuta la voce? Gettò stranito uno sguardo alle proprie spalle, e lo vide lì, in piedi, con le gambe piantate nell’acqua, le braccia incrociate, e gli occhi argentei infiammati di rabbia.
        «Mi fai schifo. Ti lagni quando tutti ti acclamano: prova a pensare a chi sta dall’altra parte. A chi riceve nient’altro che odio».
        Nella mente di Potter scorsero veloci i ricordi di quando l’aveva colto quella volta nel bagno di Mirtilla. L’aveva visto in crisi. Poi, il Sectumsempra. In un istante, si sentì bruciare di vergogna e rimorso.
        L’ombra del Serpeverde si avvicinò di un passo. «Me lo meritavo, Potter?»
        Come poteva essere un eroe? Come potevano gli altri credere che lo fosse?
 
 

        Svegliandosi di soprassalto, spalancò gli occhi: il cuore gli batteva nelle tempie, era sudato e gli pareva di soffocare. Scattò a sedere, e subito riconobbe attorno a sé la stanza del dormitorio, immersa nel buio della notte.
        Aveva fatto cose orribili: aveva ferito, aveva sbagliato e c’era chi era morto per lui, come se davvero ne valesse la pena.
        Quasi immobilizzato, sprofondò in un silenzio di tomba.










 
Angolo di Tormenta

Con un titolo come "Novelle per una settimana", non potevo non scrivere una storia intitolata "La maschera". Comunque: ansia per tutti (?)! Il focus della testo sono le scene d'azione/concitate. Non sono mai state il mio forte, ma voglio imparare! c: 
Dopo l'ispezione nella mente di Draco di "Il tempo delle fate", questa volta era il turno di Harry. Ed è così che vi presento un Harry in crisi! Magari l'hanno già dipinto in questa maniera a centinaia, ma volevo provare anche io. :) 


Grazie mille a tutti coloro che seguono e/o recensiscono la storia! Love you all! ♥ 
Un bacione e alla prossima,
T. ♪

 
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