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Autore: Lyerenshadow_nekkun    25/06/2015    1 recensioni
Piccola raccolta dedicata alla nostra Starchan, che oggi compie gli anni! Incentrata sui personaggi/coppie che preferisce:
1) AiAine - Lyel
2) Keine - pinky_neko
3) Reine - Takkun
4) TokiOto- Lerenshaw
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aine Kisaragi, Altri, Otoya Ittoki, Tokiya Ichinose
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mercato degli idol continuava a crescere, soprattutto col successo che gli Starish e i Quartet Night avevano recentemente ottenuto. Erano nate nuove agenzie e il numero di talenti provenienti dall'Accademia Saotome era raddoppiato. La concorrenza aveva iniziato a farsi spietata e il lavoro iniziava ad esser "raro" da trovare. Solo i migliori manager riuscivano a procurarsi più di un ingaggio alla volta nel giro di breve tempo, ma, appunto, era questione di abilità, l'elemento che caratterizzava i migliori. Essere idol si era fatto sempre più difficile e soltanto i più “forti” sopravvivevano a quella che sembrava ormai essere una lotta alla "sopravvivenza". Darwin aveva ragione... heh.
-Tokiya, ben tornato!-
Attendevo il suo ritorno con entusiasmo, ogni sera, sulla soglia della porta. Le nostre giornate erano fitte di impegni e riuscivamo a vederci soltanto quando il cielo si faceva scuro. Attendevo con ansia il suo ritorno, poiché soffrivo moltissimo quelle lunghe ore senza di lui. Tokiya era il più quotato degli Starish e riceveva moltissime offerte di lavoro, nonostante la crisi. Era fantastico, perfetto, appsionato: non c'era da stupirsi sulla sua fama! Tra l'altro, era l'ex-idol Hayato e questo gli dava un certo... vantaggio. Continuava ancora ad esibirsi come tale, quando gli veniva chiesto. Nonostante la sua decisione e lo scandalo di qualche anno fa, aveva ancora dei fan che attendevano il ritorno del loro beniamino. Inutile dire che Tokiya non aveva il benché minimo interesse al ritorno alla sua carriera in qualità di Hayato, eppure, aveva molto a cuore i suoi precedenti fan e non gli dispiaceva accettare la loro richiesta, ogni tanto. Tuttavia, c'era solo una regola alla quale non poteva obbedire: rimanere single. Per noi idol era la regola più importante da seguire, poiché l'idol è solo e soltanto l'amante dei propri fan, ma si trattava di una richiesta impossibile perché l'amore colpisce quando meno te l'aspetti. Ed era stato proprio così per me e Tokiya, un amore inaspettato nato tra i "banchi di scuola". Tokiya mi rispose con voce debole, sventolando la mano per salutarmi. Si tolse le scarpe e le lasciò nell'ingresso, inflandosi poi le ciabatte. Dopodiché si avviò veso di me, dandomi un sorriso. Si fermò giusto a qualche centimetro e mi fissò, mentre il suo sorriso si allargava sul suo volto.
-Spero che tu non abbia piagnucolato durante la mia assenza.- disse, dandomi un colpetto sulla fronte. -Eh dai, Tokiya, smettila di prendermi in giro! Per tua informazione, sappi che non mi sei mancato affatto.- Voltai la testa facendo finta di essermi arrabbiato, gonfiando appena la guance.
-Oh, allora è così che stanno le cose, eh? Beh, credo che allora mi ritirerò nella mia stanza per non infastidirti con la mia presenza.- fece, accennando una leggera delusione nel suo tono di voce. -Ma prima...-
Con gesti rapidi portò una mano al mio volto, tenendo il mento tra il pollice e l'indice, e chinò il capo sul mio, rubandomi un bacio. Chiusi gli occhi, abbandonandomi ai miei sentimenti e gli portai le braccia dietro il collo, spingendolo verso di me per un bacio più passionale.
-Mi sei mancato molto, stupido.- bisbigliai, non appena mi separai da lui per riprendere fiato.
-Anche tu, Otoya.-
Ci guardammo brevemente negli occhi, in silenzio. I suoi bellissimi occhi azzurri erano marcati da occhiaie violacee. Era stanco e provato da quel ritmo serrato, ma non poteva farci nulla: cantare era la sua passione, dopotutto. Ciononostante, il suo sorriso era smagliante; la verità era che Tokiya si sforzava tantissimo di sembrare naturale nel sorridere, anche quando la bocca cercava di contorcersi involontariamente in uno sbadiglio.
-Sai, ti ho preparato una cenetta coi fiocchi.- aggiunsi, compiaciuto, sfoderando un sorriso a trentadue denti.
-Ecco...- incominciò, facendo subito una pausa.
Il suo sorriso si appiattì ed esitò prima di rispondermi.
Sapevo benissimo cosa significava. Tokiya era un fissato della dieta, della cucina salutare ed aveva una specie di complesso riguardo il suo fisico: doveva rimanere in forma a qualunque costo. Non osava mangiare cibo spazzatura, né qualsiasi tipo di cibo che potesse farlo ingrassare. Persino ai compleanni e alle feste si guardava intorno con sguardo perplesso, prima di fingere di fiondarsi su un piatto e “mangiare” qualcosa. Ne ero conscio e cercavo spesso di preparare qualcosa che incontrasse i suoi “gusti.”
Ma questa insana fissazione aveva radici ben più profonde e ultimamente la cosa si era fatta inspiegabilmente più seria.
-Ho capito, hai già mangiato fuori, vero?- dissi, continuando a sorridergli.
Sapevo che la sua era una bugia e sapevo benissimo che non voleva rifiutare, ma non importava. Ero ben conscio del fatto che per lui fosse un momento difficile e che stava attraversando una brutta fase, proprio per questo, io, non potevo lasciarlo solo. Volevo dargli tutto il mio supporto e ricordargli che ero lì, sempre pronto a dargli una mano, sempre pronto ad essere il suo sostegno numero io. Perché lo amavo.
Tokiya abbassò lo sguardo e fece un cenno con la voce in segno di conferma.
-Tranquillo! Lascerò gli avanzi per domani, allora!-
Rimase alquanto sorpreso da quelle parole, ma si ricompose subito rivolgendomi un sorriso.
-Devi essere stanco. Ti preparo del té e andiamo a dormire, che dici?-
-Ma avevamo in programma di vedere...-
Schioccai la lingua. -No no, non voglio affaticarti. Hai bisogno di riposare, giusto? Perciò... Ti terrò compagnia. Ti sorveglierò mentre dormirai.-
Con un sorriso leggermente compiaciuto, Tokiya mi diede un’occhiata, come se volesse rimproverarmi. Ma non osò fiatare. Gli piaceva e mi era grato per il modo in cui gli dimostravo il mio affetto e per come volessi prendermi cura di lui. E forse, aveva capito...?
Dopo un altro bacio, ci staccammo e rientrammo.
*** Avevo finito di preparare il té. Era caldissimo, perciò lo versai in alcune tazze e lo portai in camera da letto. Tokiya stava facendo degli esercizi ginnici. Poggiai le tazze sul comodino e rimasi in attesa, in silenzio, mentre scrutavo il suo torso scoperto leggermente grondante di sudore. Era davvero magro e nonostante la muscolatura, si poteva notare che il corpo era leggermente deperito: le ossa del costato erano leggermente visibili. Non mangiava molto e si sottoponeva ad esercizi quotidiani che il suo corpo non poteva reggere, a causa della stanchezza e dell’apporto di sostanze nutritive inadeguato.
-Tokiya?-
Smise per un momento e mi rivolse lo sguardo.
-Sì, Otoya?-domandò lui.
-Dobbiamo parlare.- gli dissi, con voce grave e sguardo serio.
-E’ successo qualcosa?-
Sembrava preoccupato. Scossi la testa, poiché non era ciò a cui stava pensando, il tema della nostra discussione. Il che sembrò lasciarlo di stucco.
-Sai, ultimamente mi sembri un po’ diverso. Credo che dipenda dal lavoro, ma non ho davvero idea di che cosa si tratti. Ho l’impressione che tu stia cercando di portarti dietro un peso difficile da reggere. Vorrei solo chiederti di condividere quel peso con me. Non voglio vederti soffrire e se posso fare qualcosa per aiutarti, devi soltanto dirmelo.-
Fece un respiro profondo. Sembrava spiazzato dalle mie parole.
Diminuii la distanza tra di noi, e lo presi per un braccio.
-So che è difficile parlarne, ma qualunque cosa sia, sappi che sarò sempre con te. Io sosterrò ogni tua scelta e sarò con te fino alla fine. Tuttavia, non posso sopportare che tu sia infelice.-
Mi fissò dritto negli occhi e aprì appena la bocca, come per dire qualcosa, ma attese.
-...Credimi, non si tratta di te. Hai già abbastanza problemi di tuo e aggiungerne un altro mi sembra ingiusto.-
Scossi la testa. - Non potresti mai infastidirmi. Se hai bisogno di aiuto, è normale che io sia lì a dartene. Dopotutto, siamo una coppia, no?-
Mi guardò, dandomi un sorriso, e annuì.
-Sì, è vero. Ed è proprio per questo che non voglio assillarti.-
-Si tratta del lavoro, vero?-
Annuì. -Sai meglio di me qual è la situazione. Non è sufficiente. Dobbiamo lavorare tanto se vogliamo rimanere in vetta. E per lavorare dobbiamo anche fare dei sacrifici....-
Sacrifici...
-Per sacrifici... Parli della nostra relazione?-
-No, no!- si affrettò a chiarire. -Non parlavo di noi. Non saresti mai un problema per me. Ma vedi, per essere un idol non bisogna sacrificare soltanto i sentimenti. Veniamo scelti in base alla nostre capacità, in base al nostro aspetto e in base alle preferenze dei fan. E queste, purtroppo, dipendono da come appariamo...- -Tokiya...- mormorai. Iniziavo a comprendere meglio la situazione. Per il bene del suo lavoro, e soprattutto, della sua passione, faceva del suo aspetto un importante punto debole a cui doveva prestare particolare attenzione. Non ci voleva un genio per capire cosa intendesse con quelle parole: il fisico. A causa della malata idea secondo cui un idol più era magro, più era affascinante, Tokiya era caduto vittima di un complesso difficile da risolvere.
-Ma, Tokiya, tu non hai problemi a riguardo, no?- domandai, cercando di capire da dove provenisse la sua preoccupazione.
-Ecco...- fece un risolino, dovuto all’imbarazzo. -Si parlava di me in una rivista e secondo alcune fan ho messo su qualche chilo. Non riesco a spiegarmi come se ne siano accorte loro, ma non io.-
Scossi la testa espirando profondamente.
-Tokiya... Sai che sulle riviste pubblicano un mucchio di fesserie!- esclamai, cercando di non assumere un tono di biasimo.
Inclinai appena la testa e lo guardai con pietà, portando le mani sui fianchi. -Avresti dovuto parlarmene, sai? I media sono capaci di scrivere qualsiasi cosa pur di distruggerci e tu sei caduto vittima della loro trappola. So benissimo che il nostro aspetto conta parecchio e che questo si ripercuote sul nostro lavoro, però non devi darci peso. Quello che più conta è che piaci a me.-
Gli rivolsi un mite sorriso, spalancando le braccia per abbracciarlo.
-A me piaci così come sei. Non hai bisogno di dimagrire, sottoporti a diete ed eserci fisici estenunati o stancare il tuo corpo per avere un nuovo incarico. Mi interessa sapere che tu stia bene con te stesso e che possa goderti un po’ di meritato riposo tra un incarico e l’altro... E vorrei che passassi più tempo con me.-
-O...otoya...-
Ricambiò l’abbraccio, portando una mano sul capo e accarezzandolo.
-Scusami tanto. Non era davvero mia intenzione farti preoccupare. Ti ringrazio per le tue parole e per essermi stato vicino, nonostante tutto. Le tue parole sono state di conforto. Grazie.- disse, baciandomi sulla fronte.
-So che le mie parole ci metteranno del tempo per raggiungerti, ma... Non esitare a chiedermi aiuto in futuro, okay?-
Mi accarezzò una guancia, facendo scorrere il pollice fino al labbro superiore, poi si chinò sulle mie labbra.
-Lo farò, tranquillo.-
La sua voce si bloccò non appena le nostre labbra si incontrarono per un bacio, premendo dolcemente le une sulle altre.

Angolino dell’autrice: Ooooccciiù! Dobrij den’ Stariiii, auguri di buon compleanno!!!! :D Scusaci per il ritardo, ma ci tenevo a fare qualcosa di buono... Anche se ho fallito miseramente *ride* Non potendo fare un regalo migliore, mi è venuto in mente di torturare i miei adorati ragazzi. Spero che la storiella ti piaccia comunque! Un bacione, Leren! :3 (ps con tutto questo fluff, posso stare un mese senza dolci!)
   
 
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