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Autore: Mue    28/06/2015    4 recensioni
Drusilla, sesto anno, Corvonero, odia due cose: il proprio nome e David Steeval, il tracotante, biondo e terribile migliore amico di James Potter. E ama due cose: il Quidditch e Tristan Vidal, il capitano della sua squadra.
Allora perché decide di mettersi con il suo migliore amico, scommette di far innamorare di sé il saccente Steeval e stringe un improbabile legame con il bizzarro Lorcan Scamandro?
Un'antica leggenda, vecchie storie di Folletti ribelli a Hogsmeade e un ballo a Hogwarts per una ricorrenza potrebbero ingarbugliare ancora di più questa situazione o darle finalmente la chiave della porta per il paradiso.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
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Benvenuti.
Questa storia è il seguito di Ob Morsum ma, sebbene contenga i personaggi della fanfiction precedente, non è strettamente necessario aver letto il suo prequel per godere appieno della trama di Invitus Amabo.
Vi auguro buona lettura e vi rimando alle note a fine capitolo.

Disclaimer: I personaggi e gli elementi creati da J.K. Rowling presenti in questa fanfiction sono suoi e solamente suoi, il resto della storia è tutto una mia invenzione. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
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Prologo

 

You are the hole in my head
You are the space in my bed
You are the silence in between
What I thought and what I said


Qualcuno la stava chiamando.
Drilla, accovacciata sulle panchine degli spogliatoi di Quidditch, il foglio di strategia della squadra sulle ginocchia e i capelli ancora bagnati dopo la doccia, alzò lo sguardo.
Quella voce la conosceva bene.
Lui era lì, sulla porta, i capelli spettinati che gli ricadevano sul viso attraente, gli occhi azzurri, profondi come fosse oceaniche.
“Ciao”, gli fece. “Che cosa fai qui? Pensavo che adesso avessi lezione. Quebec ti ucciderà se ti scopre.”
Lui alzò le spalle ridendo. “Rischierò la sua stanza delle torture. Non potrà essere peggio delle altre volte, no?”
Drilla scrollò a sua volta le spalle e tornò a concentrarsi sul foglio.
“Senti...” cominciò lui, poi si interruppe, come se solo in quell’istante si fosse reso conto di qualcosa. Lanciò un’occhiata intorno. Non c’era nessuno. Tornò a guardare Drilla e smise di sorridere, fissandola negli occhi. “Senti, devo dirti una cosa...”
Esitava. Drilla cominciò a sentirsi perplessa quando lui si avvicinò di un passo, poi di un altro, senza smettere di guardarla. Si avvicinò ancora, troppo... La perplessità di Drilla cominciò a diventare puro stupore. Ma che cosa...?
“Devo dirti da parecchio tempo...”, esordì lui, teso come mai Drilla l’aveva visto. “Ti amo”, sussurrò il ragazzo a pochi centimetri dalle sue labbra.
La mente di Drilla si svuotò improvvisamente, incredula.
E la campanella suonò, facendola saltare sulla sedia, ancora mezza addormentata.
Emily, alla sua sinistra, sobbalzò, spaventata dal suo movimento improvviso, seguita da metà dei compagni lì accanto che si svegliarono di scatto dal torpore della lezione. Il professor Ruf, invece, rimase impassibile, e sparì senza nemmeno badare a loro attraverso la lavagna della classe, la lezione ormai conclusa.
“Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo!”, la rimproverò Emily, seduta nel banco di fianco al suo, mentre metteva via gli appunti di Storia della Magia.
“Mi dispiace, non volevo”, si scusò Drilla seguendo con lei il fiume di studenti che fuori in corridoio si dirigeva verso la Sala Grande per il pranzo.
“Dormito bene?”, sogghignò Stuart affiancandosi a loro. Era il più alto del sesto anno e mentre passavano dalla porta si chinò per evitare alcune ragnatele negli angoli dello stipite.
Drilla si strofinò gli occhi, sospirando. “Direi di sì, perché stavo sognano di brutto.”
Gli altri due risero. “Spero fosse un sogno piacevole, almeno” commentò Stuart pacato.
Drilla corrugò le sopracciglia. “Credo di sì. Perlomeno, ho sognato un bel ragazzo che stava per baciarmi.”
“Allora lo era di sicuro. Immagino che fosse Vidal.”
Drilla sospirò sognante a quel nome: Tristan Vidal, il suo bellissimo, virile capitano di Quidditch di Corvonero! Poi tornò dubbiosa. “Ecco, è per questo che non so se fosse bello: non sono sicura che fosse lui. Ricordo solo che aveva gli occhi chiari ed era bello.”
Emily osservò: “Forse non ha importanza. Magari il tuo inconscio ti sta suggerendo che non è Tristan l'unico ragazzo appetibile in circolazione.”
Drilla negò con forza. “Niente affatto! Sono quasi sicura che fosse lui. E l'unica comunicazione che dovrebbe occuparsi di fare il mio inconscio è qualche idea geniale per dimostrargli quanto valgo.”
Emily scosse la testa. “Oh, dai Drilla, credo che tu ti stia già dando anche troppo da fare per farti notare da lui. Non è meglio che smetti di allenarti così? Hai bisogno di dormire, e se ti riposassi almeno oggi...”
Drilla scrollò le spalle. “Nemmeno per sogno. Questo è l’ultimo anno in cui potrà vincere la coppa di Quidditch, e dato che gli anni scorsi Grifondoro si è sempre messo in mezzo...”
“Jamie ha giocato benissimo e meritava la vittoria!”, si gettò in sua difesa Emily, che quando si trattava del suo ragazzo perdeva quasi tutta la sua timidezza.
“Nessuno ha detto il contrario” la rassicurò Drilla di malavoglia. Era vero, anzi, James Potter si era ormai assicurato una tale fama da Cercatore che si vociferava che c'erano già un paio di squadre professioniste che volevano ingaggiarlo l'anno successivo, dopo i suoi M.A.G.O. Drilla -e tutto il resto della squadra di Corvonero- avrebbe dovuto spremere fino all'ultima goccia di sangue per avere la meglio su di lui.
Come invocato dai loro discorsi, James Potter in persona apparve da un angolo del corridoio, moro, irriverente e allegro come sempre. E, notò Drilla con una smorfia, l’immancabile amico David Steeval lo tallonava da vicino.
“Buongiorno gente! Buongiorno principessa” aggiunse Jamie, mentre scoccava un bacio a Emily che, sotto il peso della borsa zeppa di libri, non riuscì a spostarsi in tempo per sottrarglisi.
Drilla sorrise: l'unico elemento su cui Jamie e la sua ragazza non si sarebbero mai trovati d'accordo era il rispettivo senso di privacy. Jamie avrebbe portato in trionfo Emily sulla sua Firebolt per tutto lo stadio di Quidditch baciandola appasionatamente, se avesse potuto; Emily la scopa invece l'avrebbe usata solo per minacciarlo quando osava assumere atteggiamenti troppo intimi in pubblico.
Drilla era una fedele sostenitrice della sua migliore amica, ma se fosse stato per lei, il giorno in cui Tristan Vidal l'avrebbe baciata sarebbe stata lei stessa a portarlo in trionfo anche dentro il Ministero della Magia.
Perché Tristan l'avrebbe baciata, ne era sicura, l'avrebbe notata finalmente, anche se non era alta, non era formosa e non era dolce come Rose Weasley, che faceva girare la testa a tutti i ragazzi della scuola -Tristan compreso, le sussurrò una vocina dentro che Drilla soffocò con decisione.
“Ehi, Pulcino, stai guardando dove metti i piedi?”
Drilla si risvegliò dalle sue fantasticherie giusto in tempo per saltare uno dei gradini sfondati delle scale di Hogwarts, evitando così una trappola molto dolorosa per il suo piede.
“Chiamami ancora così, Steeval, e giuro che te ne faccia ingoiare cento, di pulcini! Con le piume!”
David sogghignò. “Poveri pulcini, che brutta fine!”
Drilla si sforzò di ignorarlo.
David Steeval non le era mai andato a genio e non aveva mai capito come tante ragazze lo trovassero così bello e irresistibile. Era biondo e atletico, okay, ma aveva le orecchie un po' troppo grandi, le ciglia troppo chiare, e i suoi capelli sembravano più un cespuglio che quei ricci sexy che diceva Ellen, la sua compagna di dormitorio.
E da quando Jamie ed Emily stavano insieme i loro rapporti non si erano affatto fatti più idilliaci, anzi: erano addirittura peggiorati. Basti pensare che solo una settimana prima Drilla aveva quasi fatto rompere l’osso del collo a David lanciando una Fattura Lubrificante alla scalinata d’ingresso mentre la percorreva, dopo che l’aveva allegramente insultata davanti al suo Tristan.
David rise e si unì a Stuart. Quei due, chissà come, erano invece diventati amici per la pelle. Forse, pensò Drilla, avere perennemente intorno occhi femminili adoranti accomunava -quella pertica di Stuart, nonostante tutta la sua secchionaggine, era anche lui nella top ten dei ragazzi popolari della scuola secondo la Gazzetta di Hogwarts, quello stupido giornale inventato dalle pettegole Tassorosso del quinto anno.
Gli animali da esposizione si ritrovano, riflettè Drilla, e sorrise.
Poi la sua mente tornò di nuovo al suo polo di attrazione naturale: Tristan. Quello era l’ultimo anno che lui passava a scuola. E l'ultima possibilità per lei di farsi notare. Doveva farcela. Doveva riuscirci. A tutti i costi.
 

No light, no light in your bright blue eyes
I never knew daylight could be so violent
A revelation in the light of day

No Light, Florence and the Machine
 

Bentrovati.
Eccoci al seguito di Ob Morsum, che alcuni di voi avranno letto, altri forse leggeranno e forse no.
Come avrete capito la protagonista questa volta sarà Drilla e la storia avrà quindi tutto un altro tono. Ho fatto un po' di modifiche al testo originale che avevo pubblicato un po' di anni fa, spero in meglio.
Anche il titolo è cambiato: era Caeca Esse e ho preferito sostituirlo con un estratto di un verso di una poesia di Ovidio.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia precedente e chi recensirà questa.
Cerco di concentrare il poco tempo a disposizione per editare i capitoli ma vi assicuro che leggo sempre i vostri commenti e vi risponderò il prima possibile.
A presto.

   
 
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