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Autore: Aagainst    29/06/2015    2 recensioni
Angel ha diciannove anni e una vita di inferno.
Angel non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi ai suoi aguzzini e, soprattutto, non ha mai avuto il coraggio di provare a cambiare la sua condizione.
Angel ha diciannove anni ed è stanca.
Angel ha diciannove anni ed è pronta a ribellarsi.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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9.
 
«Grazie mille per aver tenuto i miei bambini. Ve ne sono grata.» ringrazia Camille, una donna di colore esile, vestita con abita vecchi e sgualciti. Eppure appare fiera e pienamente dignitosa.
«Figurati Camille. Oliver e Frank sono i benvenuti qui.» afferma Tom.
«Almeno non stanno per strada tutto il tempo.» sospira la donna.
«Beh, andiamo. Su ragazzi, venite.» esorta Camille. Frank e Oliver le vanno incontro e i tre si avviano verso casa loro.
«Aspettate! Vi accompagno!» esclamo, senza pensarci due volte.
«Angie, sei sicura? Insomma, ieri sei stata aggredita e...»
«Luke, so badare a me stessa.» provo  a tranquillizzarlo.
«Già, ho visto.» fa lui, ferendomi un po' nell'orgoglio. Effettivamente, però, ha ragione: se non fosse per lui a quest'ora chissà che fine avrei fatto.
«Magari puoi venire anche tu.» gli propongo. Il biondo sospira e mi segue. Raggiungiamo Camille e i suoi figli e ci avviamo con loro lungo la via.
«Tu e Luke state insieme?» chiede Frank, candido.
«C-c-come?» balbetto.
«No Frank.» afferma Luke, stranamente freddo. Non ha battuto ciglio alla domanda del bambino.
«Te la porti a letto?»
«Oliver!» lo rimprovera Camille.
«Tutte queste cose le imparano dalla tv che guardando a casa di quel loro amico, Richard.» chiarisce la donna.
«Sì, ma Rick non ne può parlare, o suo papà lo picchia.» spiega Frank. Dei due, pur essendo il più piccolo, sembra il più vivace. Sorrido. In fin dei conti sono alle scuole medie, è normale che a quest'età si inizino a toccare certi argomenti. 
«Chi è Richard?» chiedo.
«Richard Lopez, il figlio del proprietario della High Steel Society. È ricco, ma simpatico. Non come suo padre, quello è un porco.» risponde Oliver.
«Ahia!» esclama poi, colpito da uno scapaccione di Camille. 
«Niente brutte parole in mio presenza.» lo rimprovera la donna. 
«Quindi voi sapete dove abita.» osservo.
«Beh, ovvio.» risponde Frank. Assumo un'aria pensierosa, che Luke nota immediatamente. 
«Che hai?» domanda.
«Nulla, nulla. Solo... Sto pensando.» rispondo, piuttosto evasiva.
«Bene, siamo arrivati. Grazie per averci accompagnati.» afferma Camille, entrando in casa.
«Figurati. Ci vediamo in giro!» replica Luke. La porta si chiude e rimaniamo solamente io e lui. 
«Allora, sputa il rospo.» esordisce. 
«Cosa?» esclamo, stupita.
«Oh, andiamo! Che cosa ti frulla nel cervello?» insiste il ragazzo.
«Niente.» rispondo, evasiva.
«Certo, come no. E io sono Babbo Natale!» fa lui, ironico.
«Gne, gne, gne.» gli faccio il verso. Luke mi guarda storto.
«Va bene, non ti costringo a rispondere. Torniamo a casa?» propone. Scuoto la testa e lo seguo fino al rifugio. Ci sediamo davanti alla porta. 
«Luke, posso farti una domanda?» chiedo.
«Certo, tutto quello che vuoi.» risponde.
«Perché non avete mai provato a fare qualcosa contro la povertà di questo quartiere? Voglio dire, qui la gente vive proprio in miseria.». 
Sento il suo sguardo su di me. Mi volto e i suoi occhi mi scrutano. 
«Angel, noi non siamo dei supereroi. È già tanto se riusciamo a permetterci di vivere qui. Tom fa mille sacrifici per noi e...»
«E tu non fai nient'altro che ronfare tutto il santo giorno!» esclamo, irritata.
«Ehy, ma che ti prende?» mi chiede il ragazzo, confuso.
«Che mi prende? Luke, ma guardati! Hai mai lavorato nella tua vita? Hai mai provato a renderti indipendente? A costruirti una famiglia? Guardati! Io ho cresciuto mio fratello, ho cercato di dargli il meglio!» gli urlo addosso.
«Dargli il meglio? E per te portarlo con te al lavoro in quel locale di merda era dargli il meglio?» replica lui. Forse ho esagerato con i toni. Forse non sono stata così brava con mio fratello. Forse Mitch non merita uno schifo di sorella come me. Mi chino in avanti, appoggiando la testa alle ginocchia. Cerco di soffocare le lacrime, ma non ce la faccio. Mi ritrovo a piangere, di nuovo. 
«Angie, scusami. Ti prego.» prova a scusarsi Luke. Ma scusarsi di cosa, poi? Di aver detto la verità? Alzo la testa. Il cielo è limpidissimo e si vedono le stelle. C'è un po' di vento che mi scompiglia i capelli. Mi asciugo gli occhi con il braccio. 
«Quella sera non è stato Matt a salvarti.» esordisce Luke. Mi volto, sorpresa.
«Sono stato io. Solo che non volevo lo sapessi.». Lo guardo, stranita, senza capire cosa stia provando a dirmi.
«Luke io... Io non capisco.» mormoro, confusa.
«Non importa. Non è nulla di importante.» afferma, accarezzandomi i capelli. Ci guardiamo negli occhi, in silenzio. Improvvisamente, mi sembra così familiare, come se lo conoscessi da una vita. 
«Beh, io vado a dormire. Buonanotte.» si congeda, schioccandomi un bacio sulla guancia. 
«Buonanotte.» replico, restando seduta davanti alla porta e guardandolo entrare nel rifugio. Sospiro. Devo smetterla di piangere. Ormai il passato è passato, andato, finito. Non si può cambiare e né, tantomeno, riviverlo. Posso solo provare a vivere il presente nel migliore dei modi. In fin dei conti, ora come ora, non ho nulla di cui lamentarmi. Ho mio fratello, un tetto sopra la testa e degli amici. Mentre rifletto, sento un rumore improvviso, una sorta di fruscio. 
«Chi... Chi è là?» domando, senza ricevere alcuna risposta. 
«Ripeto: chi è là?» richiedo, inutilmente. Inizio seriamente ad avere paura e faccio per recarmi alla porta, quando un ragazzino sui quattordici anni e con una maglietta degli Agnostic Front mi si para davanti, facendomi urlare.
«No, no, ti prego, non urlare!» cerca di zittirmi.
«Ma tu... tu sei...»
«Sì, sono Richard Lopez. Ti prego, non urlare, ti scongiuro.». Inspiro profondamente, totalmente sconvolta.
«Okay, cosa diamine ci fai qua? Se tuo padre ti scopre io e la gente che vive qui saremo nella merda fino al collo.» gli spiego, senza mezze misure. 
«Se suo padre lo scopre se la vede con me.». Mi volto: una ragazza dai lunghi capelli neri mi fissa, imperterrita. Deve essere più piccola di me di qualche anno. 
«E tu saresti?» chiedo.
«Ann Lopez, sorella di questo moccioso.» risponde, accennando un mezzo sorriso. Sembra una tipa tosta.
«Non sono un moccioso!» replica Richard.
«Beh, piacere. Però continua a sfuggirmi il motivo per cui siete qua.»
«In realtà io stavo solo cercando mio fratello.» risponde Ann.
«Cercando? Aspetta, che vuol dire?» domando.
«Sono scappato di casa. Ho litigato di nuovo con papà e ti ho vista insieme con un altro ragazzo. Ho visto che vi siete fermati qui e così pensavo che magari avreste potuto ospitarmi.» spiega il ragazzino.
«Oh, Gesù. Ospitarti? Richard, mi dispiace se hai litigato con tuo papà, ma quello ci fa a fette se ti ospitiamo qui.» dichiaro.
«Aspettate, mi sono persa qualcosa? Tu come diamine conosci mio fratello?» si altera Ann.
«Ehy, calma. Una mattina sono intervenuta mentre vostro padre lo stava schiaffeggiando a causa del suo abbigliamento. Tutto qui.» rispondo. La ragazza si volta verso il fratello, con uno sguardo tenerissimo. Ha due occhi neri, due pozzi scuri che celano un mondo intero dietro di essi.
«Richard, perché non me l'hai detto? Che ti ha fatto oggi? Perché sei scappato?»  chiede, preoccupata.
«mi ha bruciato tutti i cd e le magliette.» risponde il ragazzino. Mi mordo il labbro, pienamente consapevole del fatto che sono in più.
«Se volete, posso chiedere per due posti letto.» propongo.
«Grazie mille, ma non credo sia il caso, ce ne torniamo a casa. Piuttosto, ci vivete in due qua, sembra una struttura enorme!» esclama.
«No, siamo una decina. Questo è il nostro "rifugio”.» rispondo. 
«Figo! Senti, io lavoro con un'associazione, denunciamo povertà, situazioni di abusi eccetera. Se ti interessa o se magari volete aiutarci, questo è il mio numero.» afferma, porgendomi un bigliettino. 
«Ehm, grazie.» ringrazio, afferrandolo.
«Ci si vede.» mi saluta, andandosene. 
«Ci si vede.» mormoro, giocherellando con il biglietto. Poso lo sguardo sul fogliettino, guardando il numero. E se avessi trovato un modo per rendere il rifugio un punto centrale per il quartiere? 


Angolo dell'Autrice
 
Scusate il ritardo, ma ho dovuto studiare per la maturità e ora sono libera! 
Allora, capitolo in cui succedono un po' di cose e vengono introdotti nuovi personaggi. Ann è un tipo tosto, vedrete. 
Grazie a chiunque ha recensito, letto e a chiunque seguirà ancora questa storia. 
   
 
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