PROLOGO...
La
vita in questo mondo è diventata un rischio. Non
c’è sicurezza, non c’è
speranza, solo desolazione, guerra e dolore. Non
c’è più
spazio per la compassione e la pietà, ma solo per
l’indifferenza e la
grettezza. Camminiamo tutti con mille occhi puntati addosso e noi
stessi ci guardiamo
le spalle come gufi nella notte. Abbiamo imparato a sopravvivere, ad
accumulare
beni di prima necessità come piccole formiche, a rubare e
fare nostre le
provviste altrui come gazze ladre. Siamo sempre affamati, di potere, di
denaro,
di sangue, di vita, di qualsiasi cosa non ci faccia ricordare che la
morte ci
toglierà tutto, senza alcuna eccezione. Vivere
così non è vita: è sopravvivenza
o, se vogliamo, esistenza senza scopo. Tuttavia è
l’unica possibilità che ci è stata
data, l’unico destino a cui possiamo e potremo mai
aggrapparci.
La
prima volta che arrivai a questa conclusione avevo
tredici anni ed ero appena stata venduta ad un Tempio, ovvero ad un
altro
prodotto di questi tempi bui, un focolare di credenze, violenza e
fanatismo. Vi
si venerano Dei malvagi, zoomorfi e vendicativi che disprezzano il
genere umano
e portano in dono a ciascuno sofferenza e dannazione per i peccati. E proprio grazie a questo, a
un simile clima
di terrore e oppressione spirituale, la Chiesa ha potuto espandersi in
breve
tempo e guadagnare un’influenza incredibile in un mondo
cinico, spietato e
razionale. Tuttavia nonostante il timore reverenziale che la Religione
esercita
sul popolo e sui vertici della società, il vero potere della
nuova Chiesa rimane
quello di essere in grado di gestire i rapporti economici e politici
fra le
varie parti, concedendo perdono, clemenza e misericordia in cambio di
ricchi
doni. Ma non tutti sono nati con lo spasmodico desiderio di conoscere
la vita
dopo la morte o gli Dei sopra la propria testa, perciò per
ingraziarsi anche
loro, il Tempio ha dovuto escogitare altri metodi: io stessa non ho mai
creduto
a nessuna delle leggende e delle dottrine con le quali avevano cercato
di
educarmi. Eppure l’offerta dei Templi per i propri fedeli
è talmente ghiotta da
riuscire ad attirare anche quella fetta della popolazione che di fede
non ne sa
assolutamente nulla. Una di queste proposte fu fatta a me anni fa e
grazie a
quella opportunità, mi sono, infine, resa conto che dietro
alla facciata
religiosa vi è un altro mondo, più oscuro e
affascinante: il mondo della magia.
Mi
avvicinai a questa realtà anni fa, spaventata e
turbata come ogni novizia, ma al contempo fortemente affascinata. Mi
accolsero
in un Istituto connesso al Tempio in cui ero cresciuta e mi iniziarono
alle
arti oscure, quelle che per millenni l’uomo pensava non
esistessero se non
nelle sue più remote fantasie. Mi fecero esami medici e mi
fecero assumere degli
psicofarmaci per rendere la mia mente un vaso vuoto da colmare e il mio
cervello un brulicante formicaio di idee. Li lasciai fare
perché non avevo
speranza, non avevo futuro e non avevo stima di ciò che ero
diventata al
Tempio. Non pensavo che sarebbe potuto succedere, che mi sarei
trasformata in
un mostro. Ma fu ciò che mi accadde. Iniezione dopo
iniezione, sofferenza dopo
sofferenza, dopo esercizi estenuanti e sudore, divenni una Custode del
Tempio.
Mi incensarono di onori ed offerte, mi regalarono vesti e gioielli, ma
erano
tutte cose che alla mia anima non interessavano più. Nel mio
cuore covava solo
la rabbia, la tristezza, il potere e l’afflato
all’oscurità. Temevo per la mia
anima, ma più di tutto temevo di tornare come ero prima, una
ragazzina persa e
abbandonata seduta su una panca del Tempio. Così mi adeguai
a quella vita e
mano a mano che le mie capacità aumentavano, divenni
cosciente di quello che
potevo fare e lo utilizzai per purgare almeno un po’ la mia
anima, ormai per
sempre proprietà del Tempio assieme al mio corpo.
Mi
chiamo Astreya e questa è la mia storia.