Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Ameliasvk    01/07/2015    6 recensioni
"In principio ci furono le fiamme."
Londra, 1882. Amelie von Kleemt è una giovane di buona famiglia, ed ha tutto ciò che una ragazza della sua età possa desiderare: un nome altisonante, una casa lussuosa, innumerevoli vestiti, gioielli e... un fidanzato che non ha nemmeno mai visto in volto. Accade però che durante la festa di fidanzamento, la ragazza viene a conoscenza della più orrenda delle verità. Chi sono le creature che popolano i suoi incubi? Cosa vogliono da lei... ma soprattutto, sono reali? Ma è proprio quando tutte le sue speranze crollarono in mille pezzi, che Amelie viene salvata da un misterioso ragazzo, il quale, subito dopo…
Genere: Dark, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cassandra

_Amelie_

Varcai con timore la soglia, dopodiché uno spiraglio di luce accecante mi ferì istantaneamente gli occhi. 
<< Entra, bambina. Sei la benvenuta.>> disse una bellissima voce di donna, da lontano.
Eppure avevo la tremenda sensazione che fosse vicina.
Forse troppo. 
<< Cassandra?>> domandai al nulla. 
Avanzai di un passo, verso l'ignoto, poi mi fermai. 
<< Ti aspettavo.>> fece lei.
Ed una sagoma opaca si materializzò all'interno del mio campo visivo.
I contorni erano sfocati, le forme confuse, ma lentamente, ogni cosa tornò al suo posto, acquistando colore, nitidezza ed un'apparenza tridimensionale. 
Finalmente, i miei occhi si erano abituati a quell'eccessiva quantità di luce, tanto da farmi distinguere alla perfezione ogni angolo dello spazio che mi circondava. 
Si trattava di uno studio: uno di quelli caotici, disordinati, ricoperti da mensole e scaffali ricolmi di libri.
Al centro della stanza, svettava una grossa scrivania verniciata di bianco, mentre la parete orientale, era del tutto costituita da immense vetrate trasparenti.
Era quella la fonte di disturbo, la causa di tutta quella fastidiosissima luce.
Ne entrava troppa. 
<< Ti da fastidio la luce dell'alba, mia cara?>> esordì la donna, comparendo alle mie spalle.
Che strano, per una frazione di secondo, mi ero quasi dimenticata della sua presenza. 
<< Non più.>> ammisi, voltandomi a guardarla. 
<< È solo questione di abitudine.>> finì lei per me. 
La donna che mi stava di fronte era imponente, statuaria, elegantemente avvolta da una abito traslucido, color panna.
Lunghi capelli lisci le ricadevano dietro le spalle, in un chiarore innaturale, niveo, che sembrava mescolarsi del tutto al colore della veste.
Di contrasto, però, i suoi occhi erano neri come la pece e la sua pelle aveva una malsana sfumatura grigiastra.
Per un attimo, mi persi all'interno di quelle iridi scure, senza fondo... tantoché ebbi l'impressione di affogare in un mare d'inchiostro. 
Era la donna più strana che avessi mai visto.
Vecchia e giovane al contempo: sottili rughe le increspavano il volto, il collo, le mani, ma simultaneamente, l'epidermide sembrava tonica e trasparente, come quella di un bambino. 
<< I-io...>> cominciai esitante.
Tuttavia, un dito affusolato e leggermente ricurvo si posò sulla mia bocca. 
<< Lo so, bambina. Non devi dirmi niente... so già perché sei qui.>> 
Inspiegabilmente, non fui sorpresa da quella risposta.
Tutt'altro. 
A quel pensiero, percepii il sollievo gonfiarmi i polmoni ed il cuore riprendere il suo regolare battito.
Solo allora, mi resi conto di aver trattenuto il respiro. 
<< Amelie von Kleemt...>> sussurrò languidamente, << La nipote di Nigel.>>
Nel sentir pronunciare quel nome, un conato di vomito mi attorcigliò lo stomaco, stritolandolo. 
<< Io e... quell'individuo, signora, non avevamo alcun legame di sangue.>> la corressi. 
Lei parve scrollare le spalle in modo disinteressanto.
<< Dettagli, mia cara. Dettagli.>>
Con un movimento del tutto aggraziato, la donna sfiorò le mie guance.
Il suo tocco era freddo, gelido, come al posto delle dita avesse avuto degli aghi ghiacciati.
Ed infatti, a contatto con la sua pelle, non potei far altro che sussultare ed indietreggiare di qualche passo.
Stavo rabbrividedo. 
<< Siediti, coraggio.>> disse con fin troppa calma, indicando una poltroncina imbottita. << Abbiamo molto di cui parlare.>>
Feci come ordinato, prendendo posto di fronte alla sua scrivania. 
Lei fece altrettanto, accomodandosi al lato opposto, i nostri sguardi che non smettevano di scavarsi dentro a vicenda, in silenzio, tastando un terreno che aveva tutta l'aria di essere instabile. 
<< Gradisci una tazza di tè?>> chiese gentilmente.
Quale tè?
Mi guardai intorno spaesata, poi sussultai.
Proprio di fianco a lei, dove prima non c'era alcunché, ora giaceva una fumante teiera, con tanto di piattini, biscottini appena sfornati e tazzine in porcellana.
Ma... come aveva fatto?
Del tutto esterrefatta, tentai più volte di stropicciarmi gli occhi.
Magari avevo le traveggole, o forse il digiuno cominciava a farmi brutti scherzi, chissà!
Fatto sta, che non riuscivo a credere ai miei occhi. 
<< Allora?>> mi spronò con cortesia, << Ne vuoi un po'?>>
Avrei dovuto risponderle di no, che non avrei mai e poi mai ingurgitato un simile intruglio, frutto di chissà quale stregoneria...
Ciononostante... la fame è fame e i dolcetti adagiati accanto alle tazzine, avevano un aspetto tremendamente delizioso!
<< Sì, grazie!>> risposi, pentendomene subito dopo.
La donna sorrise amabilmente, riempiendo con infinita classe e scioltezza la tazzina di tè. 
Oh, mio Dio... l'Oolong! 
Era la qualità di tè che preferivo... ma come faceva a saperlo?
Alquanto dubbiosa, catalogai il tutto come un "caso fortuito" e afferrai la tazzina, portandomela alle labbra.
Non appena sorseggiai il caldo liquido ambrato, una stranissima sensazione di calma mi avvolse i nervi, le membra, rilassandomi all'istante. 
D'un tratto, mi era tutto più chiaro. 
<< Dovete aiutarmi.>> rotolò fuori dalla mia bocca.
Cassandra soppesò le mie parole, dipingendosi un enigmatico sorriso sulle labbra. 
<< Mi piacerebbe, cara.>> disse rigirandosi tra le mani la sua bevanda, << Ma non posso.>>
Sentii la rabbia formicolarmi sottopelle, tuttavia, quando aprii bocca, il tono della mia voce era incredibilmente tranquillo, posato.
Tanto da farmi paura.
<< Perchè? Elizabeth mi aveva assicurato il contrario.>>
<< Elizabeth è una cara ragazza, con un cuore troppo tenero. Ma non sa quanto possa essere rischiosa una tale richiesta, soprattutto per me.>>
<< Che cosa intendete dire?>>
<< So che non è stato lui ad uccidere Nigel. Lo sanno tutti. Ma i membri del Consiglio Ristretto lo vogliono morto, e non c'è niente che io possa fare per salvarlo. Il destino del tuo amato Miguel è ormai segnato.>>
Digerire quelle parole, fu come mandar giù catrame bollente. 
<< Ma come potete dirmi questo?>> alzai d'un tratto la voce, l'innaturale senso di calma che vacillava. << Non potete abbandonarlo! Lui non ha fatto niente! Io lo so! Non è stato Miguel!>> 
<< Lo so, bambina. Lo so. Ma non c'è niente da fare, lo capisci? Stasera il Consiglio si riunirà nell'Arena... e il processo avrà inizio. Non lo lasceranno in vita, è un personaggio troppo scomodo.>>
<< Ma perché?>> mi sforzai di gridare, << Credevo che Miguel fosse la risorsa più importante in vostro possesso! A quale scopo ucciderlo?!>> 
Vidi il volto senza età di Cassandra accigliarsi, gli occhi diventare ancora più cupi e le sue labbra serrarsi in una linea dritta, severa, incolore. 
<< Ci sono tante cose che ignori, una fra queste è la vera natura di questo posto. Sai cos'è l'Ailthium?>>
Alla sua domanda mi sentii mancare. 
<< Non molto in verità...>> confessai, ritrovando un tono stabile. 
<< Lo immaginavo...>> fece lei.
La vidi sporgersi in avanti.
I suoi grandi occhi d'onice s'allacciarono i miei, l'incatenarono, finché con voce cupa e sommessa, riprese finalmcente a parlare. 
<< Vedi, mia cara... Quest'organizzazione affonda le sue radici nel quattordicesimo secolo, epoca di sanguinose guerre e conflitti, ma soprattutto, culla di un morbo spaventoso, che decimò in un arco di tempo relativamente breve, un terzo della popolazione europea. In molti la chiamano "Morte Nera", "Grande Moria", o più comunemente... "Peste Nera".>>
<< La "Peste Nera"?>> ripetei, incredula. 
<< Esatto. La più grande epidemia della storia! Ma quello che non sai... e che da sempre l'Ailthium tenta di tenere segreta... è la verità riguardante la pestilenza. >>
<< Che volete dire?>> 
<< Semplicemente che gli avvenimenti riportati sui libri, non sono altro che menzogne ben costruite. Non sono stati i roditori ad infestare un intero continente, ma bensì i Ghuldrash. Esseri immondi, mostruosi, che come una pandemia senza limiti, si abbatté sul mondo allora conosciuto. Di morso in morso, la gente iniziò a trasformarsi: comparvero piaghe, pustole nere, maleodoranti. La pelle andò in putrefazione, i corpi si deformarono e dalle spoglie mortali, nacquero mostri senz'anima. Affamati di carne e sangue umano, i Ghuldrash dilagarono ovunque; distrussero villaggi, rasero al suolo intere città, lasciandosi dietro una scia sterminata di morti che... inevitabilmente, andavano a rimpolpare le loro fetide fila. Era l'inferno in terra. Non c'era più distinzione tra il regno dei vivi e l'aldilà... solo un'immensa distesa di morte. Se solo il morbo avesse continuato a dilagare, non ci sono dubbi che nel giro di qualche anno, il genere umano avrebbe finito definitivamente per estinguersi. Beh, questo fin quando lui non decise da che parte stare. >>
<< Lui?>>
<< Esatto, bambina. Lui. L'entità superiore che intervenne in nostra difesa.>> 
A stento, riuscii ad aprire i polmoni e respirare.
<< Di chi si trattava?>> domandai d'un fiato.
Cassandra abbassò lo sguardo, poi lo posò all'interno dei miei occhi.
Ma non era me che guardava, lo sapevo.
Le sue pupille nere, indistinguibili dall'iride rincorrevano altri tempi, altri luoghi, altre vite. 
<< Non di un "Dio", se è quello a cui stavi pensando...>> replicò con un filo di voce, << Ma un essere demoniaco, il più potente di tutti. Un'appartenente alla Stirpe della Notte... uno dei Primi.>>
I Primi...
Dov'è che avevo già sentito quel nome?
<< Il padre di Miguel...>> sussurrai, senza neanche accorgermene.
E per la prima volta, vidi Cassandra perdere ogni compostezza e sussultare. 
<< Allora lo sai...>>
<< Cosa?>>
<< Di Arthur... è stato lui a fondare l'organizzazione. È a lui che dobbiamo l'estinzione del morbo e la creazione dell'Ailthium. Grazie a poche stille del suo sangue, fondò una razza di valorosi guerrieri, che da generazione in generazione, difendono il mondo dalla minaccia dei Ghuldrash.>>
Ovviamente, la notizia mi lasciò di stucco.
<< I-io... no! Non lo sapevo!>> esclamai, << Quindi... il padre di Miguel ha costruito tutto questo?>>
Cassandra annuì, dopodiché mi afferrò la mano. 
<< Adesso capisci?>>
La guardai spaesata, senza comprendere veramente dove volesse arrivare.
<< No, signora. Capisco solo che, di diritto, questo posto dovrebbe appartenere a Miguel...>> 
Percepii la stretta delle sue dita farsi sempre più pressante.
<< Ed infatti è così. O perlomeno dovrebbe esserlo. Arthur fu alla guida dell'organizzazione dal 1347 al 1353, dopodiché lasciò l'Ailthium nelle mani degli esseri umani. Questi individui, contrariamente alle direttive di Arthur, crearono delle vere e proprie caste, dove i più deboli avrebbero dovuto sottostare al volere dei più ricchi, dei più forti. È una deformazione dell'intelletto umano. Il potere corrompe gli animi, la mente, rende futili anche le più nobili intenzioni. Fu così che nacque il Consiglio Ristretto, un gruppo composto da 7 cacciatori "anziani" nelle cui mani, risiede l'intero controllo dell'Ailthium. Nigel era uno di loro e grazie alla sua morte, gli altri membri hanno trovato la scusa per togliersi dai piedi un fastidioso rivale: il figlio dello stesso Arthur.>>
<< Oh, mio Dio!>> strepitai. 
Improvvisamente, mi fu tutto chiaro. 
<< Pensano che Miguel possa rivendicare i propri diritti sull'Ailthium... estirpando così il loro potere!>>
Il sorriso di Cassandra si allargò a dismisura.
<< Indovinato.>>
<< Ma...>> 
Ero confusa.
<< Per quale motivo l'hanno lasciato in vita fin ora?>>
<< Semplice, mia cara. Aspettavano il momento propizio, il momento in cui... l'infallibile arma avesse commesso un passo falso. Ma lui era troppo forte, troppo astuto e privo di qualsivoglia punto debole... oh, beh... almeno fino ad ora. Adesso sei tu, la sua debolezza. E non fuggirà mai, sapendoti nelle mani del Consiglio. Mai.>>
Quelle parole, furono peggio di una stilettata in piena carotide. 
<< No...>> sussurrai, mentre la vista cominciava ad offuscarsi sempre di più.
Sentii gli occhi pizzicare, bruciare, e grossi goccioloni affacciarsi dal condotto lacrimale. 
<< Non piangere, tesoro... non è colpa tua...>>
<< Come fate a dirlo!>> scoppiai, << Sì che è colpa mia! Mia! Mia soltanto! ... Se io non ci fossi, se non mi avesse mai incontrata... tutto questo non sarebbe accaduto! È tutta colpa mia!!!>>
Provai a respirare, ad aprire i polmoni, ma avevo l'impressione di mandar giù una cascata di lava incandescente. 
<< Aiutatemi, Cassandra! Vi scongiuro! Da sola non posso farcela... ho bisogno di voi, del vostro aiuto! Non vi importa niente di Miguel?>> singhiozzai, << Non ha valore, per voi, la sua vita?>>
A malapena vidi il suo volto contrarsi in una smorfia di dolore.
<< Non sai di cosa parli, ragazzina!>>
<< E allora aiutatemi! Aiutatemi a liberarlo!>>
<< Non posso...>> 
Di scatto, abbandonai la mia postazione, precipitandomi ai suoi piedi.
Mi inginocchiai e con la faccia rivolta al pavimento, mi prostrai al suo cospetto. Non m'importava che fosse un gesto svilente, umiliante, tutt'altro. Ero pronta a qualunque cosa, persino a baciarle la suola delle scarpe se necessario.
<< Cassandra...>> la implorai.
Sentii una lieve pressione sulla nuca, sulle spalle, poi le sue mani che mi afferravano per le braccia, costringendomi ad alzarmi.
<< Non posso aiutarti.>> ripeté per l'ennesima volta, << Io... non posso aiutarti, Amelie. Ma ciò non toglie che possa farlo qualcun altro.>>
Improvvisamente, la debole e fioca fiammella della speranza si riaccese nel mio cuore.
Forse... sì!
Forse niente era ancora perduto!
<< Di chi si tratta? Ti prego, Cassandra! Dimmelo!>>
La donna mi squadrò da capo a piedi, con quei suoi occhi neri, impenetrabili, dopodiché la sua mano mi carezzò il viso.
<< Dubito che la risposta possa piacerti...>>
<< Non importa. Sono pronta a tutto pur di salvarlo!>>
Gli angoli delle sue labbra si piegarono all'insù, le sottili pieghe intorno agli occhi che prendevano consistenza, infittendosi, come le radici di un albero. 
<< Ebbene, ogni sede dell'Ailthium è una fortezza invalicabile, protetta da centinaia di valenti cacciatori. Nessun uomo o donna normale può esserti d'aiuto. E nemmeno nessun cacciatore. >>
<< E allora?>> chiesi esasperata. 
Un ghigno malvagio le illuminò lo sguardo, facendola sembrare d'un tratto una ragazzina. 
<< C'è solo un essere, in grado di aiutarti. Un essere tanto forte quanto pericoloso, lo stesso individuo che hai incontrato su quel bastione, bambina. Il vero colpevole. >>
In quello stesso istante, il mio sangue parve raggrumarsi in tanti piccoli cristalli di ghiaccio, trafiggendomi le vene dall'interno.
No... non poteva essere... non si riferiva davvero a lui!
<< Erick...>> mormorai, la voce così debole da sembrare inesistente.
Poco più che un lieve respiro. 
<< Proprio lui...>> ridacchiò Cassandra. 
Una fitta lancinante mi colpì alla testa, e all'improvviso ricordai le ultime parole che quell'essere mi aveva rivolto.
Avevo il cuore a mille, il fiato corto e la sua splendida voce che, come una nenia cantilenante, non faceva altro che risuonare di continuo all'interno della mia scatola cranica.
La prossima volta che c'incontreremo, mia cara... Sarà unicamente per tuo volere... " aveva detto, " Sarai tu stessa a chiamarmi. "

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Angolo dell'Autrice! 
Salve a tutti *-*
Finalmente mi sono liberata degli esami e... eccomi qui con un nuovo capitolo! 
Cavolo, mi sto accorgendo che stanno diventando davvero tanti, quindi sto meditando sul fatto di dividere la storia in due parti... voi che dite? Può andare come idea o sarebbe una boiata? Bah, per ora è solo una sciocchezza che mi frulla per la testa, ma nei prossimi capitoli (non vi dico quanti, -perché non lo so neanche io-) si arriverà ad una grossa SVOLTA.... che potrebbe segnare la fine, ma soprattutto l'inizio di tante cose... quindi non so...
Ma passiamo al capitolo! :D 
In primo luogo, spero vi piaccia! Ero impaziente di presentarvi Cassandra... che come avrete capito... è un tipo piuttosto misterioso. Non so, spero che non vi abbia deluso. A me piace molto! 
E niente... di per sé non succedono molte cose... ma la conversazione che ha con Cassy, credo sia piuttosto illuminante. Innanzitutto perché si viene a scoprire qualcosa in più sull'Ailthium, come è nata, ecc... e poi, il perchè questi del Consiglio ce l'abbiano così tanto col nostro Miguelito... povero lui T.T  L'è tutta colpa del babbo! 
Ma poi arriviamo alla rivelazione shock! 
Come tutti all'interno dell'Ailthium, Cassandra ha le mani legate. Non può aiutare Amelie... né salvare Miguel... ma Erick, a quanto pare... è l'unica speranza che ci rimane <.< 
Detto questo, smetto di annoiarvi con le mie ciarle inutili e vi ringrazio come sempre dal più prodondo del cuore T.T 
Grazie, grazie, grazie!
 
Un megabacione enormissimo 
Rob
<3

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Ameliasvk