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Autore: ELIOTbynight    01/07/2015    4 recensioni
Non chiedetemi nulla. Dico solo una cosa: siano benedetti i Character Meme.
Le risate migliori di sempre.
Se siete curiosi, leggete. Ma badate, potreste trovare di tutto e di più, io stessa non saprei definire che cos’è venuto fuori da questo esperimento. Giudicate voi. XD
L’idea è nata grazie ad un’altra autrice che ha iniziato un altro Character Meme qui nella sezione Haikyuu, ma che purtroppo non ha più proseguito. Così me ne sono fatta uno io (se volete sapere di che cosa si tratta, ve lo spiego nel primo capitolo di questa raccolta).
Buona lettura e che il cielo vi assista! (?)
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ladies and gentlemen, siamo alla quarta shot! E stavolta si ride, LOL
Ma bando alle ciance: buona lettura! :*
#


04.

 
Il silenzio perfora i timpani dei due malcapitati, non appena si chiude la porta dietro di loro. Restano immobili, con le braccia lungo i fianchi e i pugni chiusi, la fronte bassa e la bocca storta in una smorfia di disagio. Di fronte, la scrivania del preside, il quale sospira e si tiene la fronte con una mano. Quasi ha paura di chiederlo, ma lo deve fare perché beh, è il suo lavoro.
- Che cos’è successo?-
Pena e rassegnazione si diffondono nell’ufficio attraverso quella domanda e colpiscono l’alunno e il professore con violenza, come se la situazione non fosse già patetica.
- Ukai-sensei. Cominci lei, prego.- sospira ancora il preside.
Il falso biondo deglutisce e guarda di sottecchi colui che considera la causa del suo guaio, lo studente più basso della scuola, ma dal carisma prorompente.
- E’ stato un incidente.- precisa subito Ukai. - Non sarebbe successo nulla, se non fosse stato per Nishinoya.-
Quest’ultimo si drizza sulla schiena e lo interrompe subito a gran voce:
- Non è vero, signore! La colpa non può essere data solo a me. Ukai-sensei ha fatto la sua parte nel misfatto. Eravamo entrambi d’accordo!-
- Non dire scemenze, mocciosetto sconsiderato!- ribatte prontamente il professore.
- E lei non dica bugie, rompiscatole di un sensei!-
Il preside preme le mani sulla scrivania e fissa i due con la fronte corrugata, richiamando la loro attenzione e facendoli ammutolire come due tombe.
- Vi ho chiesto. Che cosa è successo.-
Nishinoya e Ukai si scambiano un altro sguardo truce, ma poi sospirano all’unisono e raccontano la storia senza girarci troppo intorno, per non peggiorare la loro condizione.
 
Due ore prima …
- Noya-san, non puoi farlo.-
- E perché no, Ryu? È un’idea strepitosa!-
- Sì, ma anche rischiosa e non voglio che ti sospendano di nuovo.-
- Uh, ti mancherei per caso?-
- Ma che dici? È per la tua incolumità: chi li sente, poi, i tuoi genitori?!-
Le chiacchiere degli studenti rimbombano in maniera indistinta fin nella palestra dopo la lezione di ginnastica. Ukai se ne sta sdraiato in panchina con il registro sulla faccia, per nulla deciso a rinunciare al pisolino che lo aspetta nell’ora libera seguente. Nello spogliatoio, invece, l’aria è satura di eccitazione.
- Lo vuoi fare davvero, Noya-san?- domanda Hinata con gli occhi che sfavillano.
Il senpai ride con orgoglio e inarca un sopracciglio:
- Vedrai, sarà qualcosa di epico.-
Mentre gli “woah” di Hinata riempiono lo spogliatoio a ripetizione, Nishinoya si prende il suo tempo tra le critiche di Daichi, lo scetticismo di Tanaka e le prese in giro di Tsukishima, per poi ritrovarsi ultimo a uscire. Guardingo, il ragazzo sgattaiola di nuovo in palestra e procede tranquillo, siccome Ukai sta già russando sonoramente da sotto il registro.
In un angolo, il borsone del professore di ginnastica è ancora mezzo aperto. Ridacchiando, Nishinoya ci si avvicina e fruga dentro, sempre con un occhio al sensei per timore che si svegli all’improvviso.
- Uffa, ma dove l’avrà messa? Possibile che a scuola non la usi? Impossibile, l’ho visto … - borbotta sottovoce.
Ukai si muove nel sonno e Noya si immobilizza. Sente il sudore freddo grondargli dalle tempie e non ha il coraggio di girarsi a guardare. Quando il silenzio torna a regnare nella palestra, Noya decide di aprire le tasche laterali e finalmente trova ciò che cerca.
- Eccola!- sussurra tra sé, fissando con espressione trionfante la bottiglietta racchiusa nella mano.
Sta per svignarsela in punta di piedi, ma alle sue spalle qualcuno si schiarisce la gola e Nishinoya perde un battito. Un’ombra minacciosa lo sovrasta e con il panico radicato fin nelle ossa, il ragazzo si volta lentamente e rivolge uno sguardo terrorizzato a Ukai.
- Nishinoya Yuu.- esordisce il professore con tono greve. - Che cosa ci fai con la mia tintura per capelli?-
Lo studente non è abituato a farsi scoprire durante una delle sue malefatte; di solito la punizione gli arriva a missione compiuta. Nascondendo la bottiglietta di tintura bionda dietro la schiena, balbetta:
- E-ecco sensei, in realtà avevo bisogno di-di sistemarmi il ciuffo, sa, la ricrescita … -
A Ukai basta sollevare un sopracciglio per trasmettergli il suo sospetto.
- Se me la restituisci, sono disposto a dimenticare la faccenda.- sentenzia, mostrandogli la mano aperta.
Nishinoya potrebbe acconsentire, ma arrendersi non è affatto nel suo stile. Il suo scherzo farebbe scalpore in tutta la scuola, non può negarsi un momento di gloria simile.
- Non posso, sensei. È per una buona causa.-
Il suo atteggiamento è cambiato, ma Ukai non se l’aspettava. Perplesso, gli chiede:
- Una buona causa? Ma che stai dicendo?-
- Sensei, lei conosce bene l’influenza del nostro vicepreside all’interno dell’istituto.- comincia Noya con tono autorevole. - E sa anche che la sua reputazione è piuttosto, ecco, discutibile.-
Sentirlo parlare in quel modo è decisamente insolito, ma Ukai non ha molta voglia di interromperlo e si limita ad ascoltarlo, senza però prenderlo troppo sul serio.
- Ebbene, ho pensato di dare un sollievo agli studenti stressati e intimoriti dalle sue costanti critiche. Per la felicità dei miei colleghi, io confesso: ho intenzione di tingere il parrucchino del vicepreside di un biondo così sgargiante da illuminare le vite di noi giovani!- termina il ragazzino con enfasi.
O per l’assurdità dell’idea, o per il tono concitato con cui Nishinoya ha parlato – ma forse per entrambe le cose – Ukai spalanca le orbite ed esclama:
- Che cosa?! Delinquente che non sei altro, ma come ti salta in mente?-
- Non è geniale?- ride il ragazzo. - Tutti odiano quel pallone gonfiato, sono sicuro che non mi puniranno neanche per averlo fatto! Anche lei, sensei … -
Il professore sobbalza:
- Anche io, cosa?-
- Lo ammetta. Anche lei detesta il vicepreside.- sussurra Nishinoya al suo orecchio, allungandosi sulle punte dei piedi.
Stupito, Ukai avverte un pesante senso di colpa addosso. Eppure il delinquente è l’altro, non lui! Allora perché non riesce a negare che sotto sotto Nishinoya ha ragione?
In effetti, già da quando ha ottenuto a fatica il posto da professore di ginnastica, Ukai preferirebbe non avere quel pelato a tradimento sotto gli occhi, causa inaspettato prurito alle mani provocato dalla voglia di tirargli un pugno in faccia. Se lo immagina, il vicepreside, col parrucchino biondo che vola via nel cielo di ottobre, confondendosi con le foglie secche che cadono dagli alberi del cortile.
Il sensei non riesce a spiccicare una parola. Il ragazzino lo guarda sornione e attende una risposta, divertito dalla difficoltà che ha Ukai di prendere una decisione e forse prevedendo già la sua resa.
Il biondino stringe i denti sul punto di cedere e alla fine il buonsenso l’abbandona.
- D’accordo, Nishinoya, hai vinto.- sospira. - Qual è il piano?-
 
Il ragazzino entra nel territorio nemico appena con il naso, lanciando occhiate di sicurezza a destra e a manca. Appoggiato al muro dietro di lui, Ukai sta finendo la sigaretta. Buttando fuori una nuvoletta di fumo, borbotta:
- Ancora niente?-
- Devo aspettare il momento giusto.- mormora Nishinoya, concentrato. - Lasci fare a me, ho mesi di esperienza alle spalle!-
- Poveri noi, allora.-
- Su, non faccia così … Venga, la via è libera!-
Il professore spegne e butta la sigaretta in un cestino, prima di seguirlo nel piccolo corridoio che porta alla sala insegnanti. Non sembra esserci anima viva nei paraggi, il nanetto aveva ragione.
- Ti avverto, Nishinoya. Io ti fornirò solo una copertura, mentre il lavoro è tuo.- mette subito in chiaro Ukai.
L’allievo storce la bocca, indispettito, per poi appiattirsi contro la porta della sala insegnanti. L’altro resta lì accanto, con le mani stancamente rifugiate nelle tasche della felpa.
- Non è nervoso?- chiede Noya, infastidito dalla sua indifferenza.
Ukai ammette che dopotutto c’è un che di divertente in quella storia, ma non può certo permettersi di darlo a vedere. Quasi atono, risponde:
- Perché dovrei essere nervoso? Se ci scoprono, la colpa è tua.-
- Io non mi farò problemi a trascinare nel baratro anche lei, sensei.- ridacchia il ragazzino.
- Non oserai!-
La conversazione è interrotta da alcuni rumori provenienti dalla stanza. Quando la porta si apre ed esce un altro professore, Nishinoya resta appiccicato ad essa, scomparendo nell’angolino tra la porta e il muro. Ukai fa finta di niente come d’accordo e anzi, saluta il collega per non destare sospetti. Una volta che il corridoio torna deserto e la porta si richiude, il ragazzino sospira di sollievo.
- Adesso dovrebbe esserci solo la vittima nella sala insegnanti.- inizia Ukai, serioso. - Ora io entro e lo distraggo, mentre tu entri in azione.-
- Così mi piace quando parla, sensei!-
L’operazione comincia. Il professore bussa e viene accolto dal vicepreside, come sempre con aria snob e col fedele parrucchino in testa. Sfruttando agilità e mancanza d’altezza, Nishinoya si intrufola nella stanza a gattoni, nascondendosi dietro tavoli e sedie. Il discorso di Ukai non ha molto senso e il vicepreside non è molto disposto a dargli retta, ma l’altro non demorde e cerca di tirarla per le lunghe almeno finché Nishinoya non raggiunge la scrivania che c’è alle spalle della vittima.
- Adesso mi stia a sentire … - esordisce seccato il vicepreside con uno dei suoi sproloqui.
Ukai pensa che sia il momento giusto per agire, così dà appena un cenno allo studente che si è già arrampicato sul tavolo. Nishinoya fa per stappare la bottiglietta di tintura bionda, ma si accorge con orrore di avere qualche difficoltà. E’ stata chiusa troppo bene!
Il complice, che regge a malapena alle chiacchiere dell’uomo, si sente morire e trattiene con tutte le sue forze il disappunto nel vedere il ragazzino farsi silenziosamente in quattro per aprire quella dannata bottiglietta.
Dopo alcuni tentativi, finalmente Noya riesce a togliere il tappo, ma le conseguenze sono devastanti.
Il braccio che ha usato per aprire la bottiglia sbatte contro la nuca del vicepreside. Nello stesso momento, il ragazzino perde l’equilibrio e cade dalla scrivania, finendo addosso alla vittima dello scherzo. Davanti agli occhi di Ukai si presenta una scena incredibile: il vicepreside con la faccia a terra che si dimena per riuscire a rialzarsi e Nishinoya sopra di lui che con un ultimo sforzo gli versa la tintura in testa. Non sa nemmeno se scoppiare a ridere; fissa i due sul pavimento senza muovere un muscolo e con un’espressione tragicomica sul volto.
 
Un paio d’ore più tardi, i due colpevoli escono dall’ufficio del preside con l’ennesimo sospiro. Se la sono cavata entrambi con tre giorni di sospensione.
- Grazie a te, quel poco di buono che avevo della mia reputazione è andato a farsi benedire.- sbotta con irritazione Ukai, cercando le sigarette nella tasca.
- Tre giorni non sono tanti, poteva andare peggio.- lo consola Nishinoya, come per ringraziarlo dell’aiuto in quello scherzo, che in parte è anche andato a buon fine. - Magari il preside ci ha alleggerito la pena perché anche lui in fondo detesta il suo vice!-
Il professore mugugna, mettendosi una sigaretta in bocca. Lo studente lo osserva per qualche attimo, prima di balzargli davanti e domandargli:
- Almeno si è divertito, sensei?-
Ukai riflette. Ora che il danno è fatto, forse può lasciarsi andare.
- Visto che mi ci fai pensare … in effetti non posso negarlo!- sorride, prima di accendersi la sigaretta sotto lo sguardo compiaciuto di Noya.

 
 
 




*








"A scuola, Nishinoya e Ukai vengono mandati in presidenza." Che prompt, ragazzi!
Vedere questi due scemotti nei guai è stato piuttosto naturale... anche se non avevo in mente subito questo scherzo. I miei neuroni bruciati al sole ci hanno messo un po' a partorire l'idea della tinta bionda, anche se entrambi i soggetti sono interessati dalla cosa. Poi, pensando ai capelli finti, mi sono ricordata del parrucchino del vicepreside... ed è stata la fine. XD
Spero che vi siate divertiti e che la storia vi sia piaciuta! Lasciatemi una recensione, dai *-*
Ringrazio ancora le mie lettrici e recensitrici, siete adorabili <3
Un baciotto e alla prossima :*

by Eliot ;D
   
 
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