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Autore: Cercaminelmare    01/07/2015    1 recensioni
I could take the back road,
But your eyes'll lead me straight back home
And if you know me like know you should love me.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate cinque settimane da quella sera di cui Alexa, suo malgrado, ricorda ogni piccolo dettaglio; come l'intensità del suo sguardo e quelle labbra umide di vodka. Tre giorni prima erano iniziati ad arrivarle suoi messaggi, nel registro chiamate di perse ne contava tre di quel giorno e dieci nei due precedenti, tutte dal numero di Harry e che lei aveva inevitabilmente memorizzato. Nonostante l'enorme sforzo  lo aveva ignorato con un sospiro ed era andati avanti.

"Rispondi, cazzo per favore rispondimi. H "

Alexa deglutisce piano scrollandosi di dosso i ricordi, cancella il messaggio e decide di spegnere il telefono che infila distrattamente nella tasca della felpa con la quale dorme in serate fredde come quelle. Cerca con finto interesse di seguire il noiosissimo film che Lucia ha proposto e per cui ha insistito di vedere per tutta la durata del pranzo. Il mercoledì sera era diventata la loro serata, loro quattro in pigiama con del cinese d'asporto, del buon vino ed un film da commentare insieme, che in realtà finiva per essere seguito solo per metà e il resto del tempo era ovviamente impiegato a spettegolare.

"Dalia allora, me lo presenti Stuart, quel bel culetto del nuovo cameriere giù al tuo locale?" chiede Angie dopo aver sorseggiato del vino.

Lucia la zittisce con una mano completamente presa dal film, tanto da non notare il resto delle ragazze alzare gli occhi e sbuffare in risposta.

"Tanto lei è una spocchiosa e lui è davvero un rompipalle, fossi in lei non gliela darei neanche morta!" aggiunge poco dopo Angie trattenendo a stento una risata.

" Dovresti sciacquarti la bocca! Stai parlando della storia di Elizabeth e Darcy, Orgoglio e Pregiudizio è un classico di Jane Austen." ribatte Lucia scuotendo la testa che non ha colto la nota ironica nella voce dell'amica. Come spesso e volentieri succede Lucia prende tutto troppo sul serio.

" Scusa cara, ma non credo che al suo ragazzo faccia piacere, lui è altrettanto un bel culetto ma è abbastanza geloso." sussurra Dalia con un sorriso divertito sulle labbra sottili e rosee,ignorando lo sguardo scocciato di Lucia.

Angie strabuzza gli occhi e sbuffa frustrata " Che spreco!"

Passano appena dieci minuti quando la suoneria del cellulare di Dalia fa sbuffare nuovamente Lucia che, ormai rassegnata, spegne il lettore dvd. "Cosa vuole Niall a quest'ora, non dovrebbe essere al lavoro?" le domanda Angie sporgendosi verso di lei con un sopracciglio alzato, Dalia alza le spalle e risponde alla chiamata avvicinando il telefono all'orecchio mentre tre paia di occhi la fissano curiosi.

"Ehy, va tutto bene?"

Arcua entrambe le sopracciglia stupita e volge lo sguardo verso Alexa mimandole con le labbra il

nome di Harry. Alexa sente immediatamente le guance scaldarsi mentre scuote energicamente la testa in segno di negazione, senza lasciare lo sguardo dell'amica, Dalia preme il pulsante per attivare il vivavoce tenendo il telefono nel palmo aperto della mano per permettere alle altre di ascoltare.

" Scusa non riuscivo a sentirti bene Harry; ti serve qualcosa?"

Dopo alcuni secondi di silenzio, smorzato solo dalla musica ovattata che indicava loro si trovasse all'esterno pub in cui Niall fa il barista, Harry si schiarisce la voce cercando di mascherare i respiri veloci e impazienti, e risponde

"Volevo sapere se Alexa è di turno stanotte perchè non riesco a contattarla."

Alexa sente gli sguardi curiosi delle sue coinquiline spostarsi fugaci su di lei che in risposta alza le spalle cercando di tenere a bada le emozioni e mima a Dalia di inventarsi una scusa.

"Di solito non lavora di mercoledì ma sta coprendo il turno di un suo collega e in più penso che abbia dimenticato qui a casa il cellulare." Prima che Alexa possa intimarle di fermarsi lì Dalia aggiunge curiosa" Devo dirle qualcosa da parte tua?"

"No" risponde seccamente Harry prima di sospirare, la frustrazione del suo tono è fin troppo evidente.

" Dille solo che ho chiamato, per favore."

Harry non aspetta nessuna risposta e si limita a chiudere velocemente la chiamata.

Dalia posa il telefono sul tavolinetto di fronte a lei, mentre domanda ad Alexa seduta all'estremità opposta del divano

" Okay, cosa significa questo?"

"Niente." sussurra finalmente Alexa tenendo gli occhi bassi.

" Niente? Alexa, Niall ed Harry praticamente non si parlano, se ha avuto la faccia tosta di farsi prestare il cellulare e chiamare me qualcosa c'è. Insomma lo conosco da tre anni e il massimo che ho ricevuto da lui sono stati sorrisi forzati, per essersi abbassato a tanto sta volta dev'essere successo qualcosa di più di un semplice litigio." la voce di Dalia è alta ma preoccupata, Angie annuisce dimostrandosi d'accordo con l'amica e quando nota gli occhi lucidi di Alexa si morde le labbra per evitare di lasciarsi scappare parole scomode.

Lucia poggia una mano sulla sua coscia e aggiunge "Cos'è successo Al, ti va di parlarne?"

Alexa le guarda negli occhi una per una e quando torna a quelli verde chiaro di Lucia scoppia in lacrime iniziando a borbottare frasi sconnesse e apparentemente senza senso. Le braccia di Lucia l'avvolgono piano con fare protettivo mentre Dalia, impulsiva come sempre, aggiunge a denti stretti

"Lo ammazzo stavolta."

Angie si limita a scuotere la testa dispiaciuta e a sospirare rumorosamente

" Io prendo la vodka."

Alexa prende un respiro profondo dopo aver smesso di singhiozzare e accetta con un timido sorriso un bicchiere con tre dita abbondanti di vodka alla menta da parte di Angie che ne versa un po' anche il resto delle ragazze.

Osserva per qualche secondo il liquido trasparente oscillare nel bicchiere per poi buttarlo giù tutto d'un fiato e stringendo forte gli occhi quando l'alcool le brucia appena la gola.

" Siamo finiti a letto insieme."

"Oh cazzo" esclama Angie sorpresa ma si ammutolisce quando nota lo sguardo omicida che le sta regalando Lucia, quest'ultima la invita ad andare avanti a raccontare annuendo piano con la testa.

Alexa sorride forse all'immagine sfocata di quei momenti e prende un respiro profondo prima di fare un tuffo nei ricordi amari, le parole scivolano veloci via dalle sue labbra, incurante del mettersi totalmente a nudo davanti alle sue amiche.

Finisce di raccontare quando ormai la bottiglia è più che mezza vuota, ha osservato bene la reazione di ognuna di loro sorridendo un po' ad ogni imprecazione silenziosa di Dalia, allo sguardo preoccupato di Lucia e alle smorfie di Angie, e in quel momento si rende conto di quanto abbia legato con quelle ragazze, di quanto ci siano l'una per l'altra.

"Wow" esclama Angie che si copre subito la bocca con il palmo di una mano mentre sbadiglia.

Alexa alza le spalle in risposta e con gli occhi osserva l'orologio a muro che segna l'una di notte.

" Se insiste così tanto nel volerti parlare Al, dovresti dargli una possibilità." suggerisce cauta Lucia.

Dalia annuisce suo malgrado e anche Angie sembra concordare con le altre due

" Non voglio sentire nulla di ciò che ha da dirmi." ammette Alexa quasi in un sussurro prima di alzarsi in piedi e stiracchiare le gambe intorpidite.

" Che è uno stronzo lo sappiamo tutte, e sappiamo anche quanto sia testardo. Sinceramente non so quanto ancora lascerà che lo ignori, quindi fatti forza Al perchè sai che presto o tardi dovrai affrontare la situazione- dice Dalia alzandosi e posandole una mano sulla spalla- Dormiamoci su, avanti."

"Buona notte ragazze" dice Angie lasciando un bacio sulla fronte di Alexa prima di seguire Dalia nella stanza che condividono e chiudersi la porta alle spalle.

Lucia sospira ma sorride e la prende per mano "Andiamo a dormire" dice ad Alexa che le sorride di rimando e annuisce mentre muove i piedi lentamente, seguendo l'amica nella loro stanza.

"Cerca di dormire okay?" le suggerisce poi Lucia mentre tira il piumone azzurro fin sotto al mento e sospira tutta la stanchezza accumulata.

Lei si trattiene dall'alzare gli occhi al cielo e " D'accordo mamma." dice togliendo il cellulare dalla tasca della felpa per poi posarlo sul comodino che separa i due letti singoli.

Lucia ridacchia appena ma non risponde, pochi minuti dopo i suoi respiri si fanno regolari e Alexa scuote la testa pensando all'amica che lavora sei giorni a settimana come cameriera in uno squallido ristorante messicano, per otto ore, e con uno stipendio appena sufficiente a permetterle di pagare l'affitto e di vivere.

La ragazza si lega i capelli in una coda alta prima di infilarsi sotto le coperte e chiudere gli occhi, aspettando che la stanchezza si faccia sentire e il sonno l'accolga fra le sue braccia.

Sbuffa frustrata mentre si gira nuovamente fra le coperte, non riesce a prendere sonno perché non appena si rilassa un po' i ricordi le scorrono dietro le palpebre chiuse come un fiume in piena, e le parole delle sue amiche le ronzano nelle orecchie senza tregua. Riprova a chiudere gli occhi e a isolare la mente ma proprio non ci riesce, si gira verso il comodino per afferrare il cellulare e guardare l'ora ma alza gli occhi al cielo quando si ricorda di averlo spento. Lo infila nella tasca della felpa e decide di alzarsi per bere un bicchiere di latte, sua nonna gliene portava sempre per confortarla nelle notti in cui aveva gli incubi ed era troppo spaventata per chiudere gli occhi.

Socchiude la porta della stanza alle sue spalle mentre con passi silenziosi si dirige verso la cucina, dalla dispensa sopra il lavello afferra un bicchiere che posa sul bancone e apre il frigorifero scrutando fra i ripiani in cerca del cartone del latte. Si passa entrambe le mani sul viso quando realizza che di latte non ce n'è neanche l'ombra e maledice se stessa e le sue coinquiline per la loro scarsa considerazione nel rifornire settimanalmente il frigorifero. Sbuffando afferra una bottiglia d'acqua, riempie il bicchiere e la ripone al suo posto nell'anta del frigo che poi chiude piano. Sorseggia lentamente l'acqua che le rinfresca la gola e sfila il telefono di tasca per accenderlo, sospira di sollievo quando lo schermo si illumina con una leggera vibrazione.

Sono le tre e mezza del mattino, la batteria é solo al venti percento e il fatto che abbia ricevuto solo un altro messaggio da Harry, in tutto quell'arco di tempo, non fa altro che destabilizzarla di più.

"Smettila di fare la stronza

2:00 am"

Alexa all'inizio é confusa da quelle parole, ma più le rilegge più sente la rabbia montarle dentro fino a non provare nient'altro, é talmente fuori di se da stringere i pugni e immaginare di colpirlo sullo zigomo con tutta la forza che ha in corpo.

"Come si permette questo idiota- dice a denti stretti- ora gli faccio vedere io."

E senza pensarci due volte cammina svelta verso la sua stanza e accende la luce, dimenticandosi per un istante di Lucia che sbuffa e tira il piumone sugli occhi per ripararsi dalla luce. Alexa indossa velocemente le scarpe che afferra da sotto il letto, si alza in piedi e inizia a mordesi il labbro indecisa. Per un attimo pensa di indossare almeno dei jeans, ed essere più presentabile, ma le parole di Harry le fischiano nelle orecchie e quindi decide di infischiarsene degli orsacchiotti rosa sparsi sul suo pigiama.

"Posso prendere la tua macchina?" domanda all'amica mentre dall'armadio afferra un cappotto nero pesante e lo indossa sopra la felpa

"Ma dove cazzo vai?" sbotta bruscamente Lucia infastidita per esser stata svegliata in quel modo da Alexa che invece sembra fregarsene delle occhiaie che domani lei dovrà coprire con il correttore rubato a Dalia.

"Mi ha dato della stronza capisci, quell' idiota!" risponde Alexa con tono duro e le braccia strette lungo i fianchi, i pugni chiusi e le unghie smaltate che lasciano i segni sui palmi delle mani.

Lucia si alza a sedere accantonando l'idea di ignorare l'amica e tornare a dormire

"Le chiavi sono nella borsa a tracolla nera sopra la scrivania- dice strofinandosi gli occhi- ci vai conciata così?"

Alexa sfila le chiavi della Punto blu dalla tasca esterna della borsa e richiude la zip "Dovrebbe importarmene qualcosa?" ribatte ovvia a Lucia alza che le mani al cielo e abbassa il mento rassegnata.

"Vedi di non farti imbambolare dalle sue scuse" l'avvisa con tono apprensivo la ragazza dagli occhi verdi e stanchi.

" Non gli lascerò dire una parola, lo riempio di insulti e torno a casa."

le risponde avviandosi verso la porta della stanza.

"Hey- dice Lucia richiamando l'attenzione di Alexa che si ferma sulla soglia per rivolgerle un sopracciglio alzato- spegni la luce."

Lei annuisce e preme l'interruttore alla sua sinistra "Ah scusa se ti ho svegliato Lu, mi dispiace."

Il vaffanculo di Lucia arriva ovattato alle orecchie di Alexa che scuote la testa ma le sorride grata,anche se non può vederla, per essere parte della sua vita.

Afferra le chiavi di casa dal mobiletto vicino all'ingresso quando con la coda dell'occhio scorge la bottiglia di vodka mezza vuota abbandonata sul tavolino ed è tentata di farsi un altro bicchiere, anche due, ma scuote la testa dandosi mentalmente della stupida. Ha bisogno di tutta la lucidità che possiede per affrontare Harry, per evitare di soffermarsi e perdersi fra dettagli del suo viso che giura a se stessa di aver dimenticato, fingendo di non poterli elencare uno ad uno.

Si chiude la porta alle spalle e scende velocemente le scale.

Appena mette piede fuori dall'edifico il vento gelido le sbatte sulle guance facendole salire i brividi lungo tutta la schiena, con gli occhi si abitua alla luce giallastra tenue dei lampioni e dopo pochi minuti trova l'auto di Lucia, posteggiata alla sua sinistra sull'altro lato della strada. Dopo aver guardato sia a destra che a sinistra si affretta ad attraversare la strada e ad entrare in macchina per accendere il riscaldamento al massimo, poi sistema il sedile e lo specchietto nella quale scorge le occhiaie appena accennate e diverse ciocche di capelli sfuggite alla coda alta. Scuote la testa e avvia il motore ingranando la prima marcia e uscendo dal parcheggio con un sospiro risoluto.

Ci vogliono ben venticinque minuti e due semafori rossi prima che Alexa arrivi di fronte l'edificio che ospita l'appartamento di Harry, al terzo piano, nella periferia est di Edimburgo. Lungo tutto il tragitto ha cercato di elencare a mente una lunga e varia lista di insulti da rivolgergli, mentre li ripassa meticolosamente a mente posteggia l'auto qualche metro più avanti rispetto al portone d'ingresso e spegne il motore. Prende un respiro profondo e deciso mentre scende dall'auto e infila le chiavi della macchina nella tasca del cappotto dove tiene anche quelle di casa, incrocia le braccia sotto il seno spingendo i propri passi sull'asfalto fino al portone dell'alto palazzo grigio topo. Quando la porta a vetro riflette la sua immagine pallida e stanca, china la testa di lato incastrando il labbro inferiore fra i denti. Per un istante la sua determinazione vacilla e inizia ad essere rimpiazzata da una sensazione di panico che le gela il sangue nelle vene, e pensa a cosa cazzo le sia saltato in mente.

Si costringe a chiudere gli occhi e a controllare il respiro,riporta alla mente le parole di Harry e si aggrappa di nuovo alla rabbia che le monta dentro, ora o mai più sussurra a se stessa per farsi coraggio.

Il portone, che di solito è lasciato aperto di giorno, viene tenuto chiuso di notte. Fortunatamente le basta tirare velocemente la maniglia prima verso di se e poi spingere verso l'interno affinché la vecchia serratura scatti. Un piccolo trucco imparato due anni prima quando aveva riportato a casa Harry dal ventunesimo compleanno di Zayn, ed era talmente ubriaco da dimenticare le chiavi di casa nella macchina del suo amico Liam che l'aveva accompagnato alla festa.

Entra nel piccolo atrio dalle pareti color crema e inizia a salire gli scalini a passi silenziosi ma svelti, quando raggiunge il pianerottolo del terzo piano prende un profondo respiro prima di continuare fino a fermarsi davanti la porta senza spioncino che ospita l'appartamento di Harry. Risoluta allunga la mano chiusa in pugno e bussa per tre volte, poi fa un passo indietro e aspetta. Dopo qualche minuto ritenta, leggermente infastidita, batte più forte e serra le labbra in una linea stretta. Aspetta un altro paio di minuti prima di sbuffare e bussare ripetutamente alla porta incurante dei poveri inquilini negli altri appartamenti di quel piano.

La serratura scatta velocemente e Alexa rimane con il pugno a mezz'aria quando Harry spalanca la porta borbottando un "Chi cazzo é che rompe a quest'ora"

Si strofina gli occhi con il dorso della mano e impiega qualche secondo per mettere a fuoco la figura che ha di fronte "Alexa?" dice spalancando le palpebre sorpreso. Indossa semplicemente un paio di pantaloni da ginnastica grigi e Alexa deve fare appello a tutte le sue forze per distogliere lo sguardo dal suo torso definito e portarlo al suo viso.

"Sei tu lo stronzo Harry" dice a denti stretti cercando di non alzare il tono di voce, lo guarda negli occhi verdi e leggermente arrossati dal sonno e tiene le mani chiuse in pugno lungo i fianchi per evitare che lui le veda tremare.

Lo sguardo di Harry si indurisce appena, avvicina le sopracciglia in un cipiglio confuso e sta per ribattere qualcosa ma Alexa, che non ha alcuna voglia di starlo a sentire,si volta senza esitare e inizia a camminare verso le scale. Harry fa un passo in avanti per riuscire ad afferrarle il gomito ma Alexa strattona il braccio in avanti facendogli perdere la presa, scende appena tre gradini quando sente le dita del ragazzo chiudersi sul suo polso trattenendola "Devo insultarti per far si che tu la smetta di ignorarmi?"

Alexa non gli risponde a voce ma si limita a lanciargli un occhiata gelida ed alzare un sopracciglio infastidita, strattona il braccio invece e "Vaffanculo"

Harry sbuffa e apre la bocca ma la richiude immediatamente impedendosi di ribattere qualcosa di pungente e rovinare l'occasione di poterle finalmente parlare.

"Devo parlarti" le dice con tono controllato indicando con la mano libera il suo appartamento. Negli occhi castani di Alexa Harry cerca una piccola sfumatura più calda e familiare a cui appigliarsi per convincerla a starlo a sentire, e deglutisce quando vede il suo sguardo incupirsi appena e allontanarsi dal suo.

Alexa vorrebbe mandarlo al diavolo e tornarsene a casa di corsa ma le sue dita attorno al polso, il verde attento dei suoi occhi e il profilo teso della sua mascella le fanno dimenticare per un secondo tutto il resto, quindi sbuffa

"So già che me ne pentirò"

Harry le lascia il polso con un sospiro e si volta incamminandosi verso il suo appartamento senza aggiungere una parola, e Alexa pensa di esserselo immaginato il sollievo in quegli occhi verdi che le sono mancati fin troppo.

La ragazza lo segue piano e si chiude la porta alle spalle, arriva al centro del bilocale di Harry e incrocia le braccia sotto al seno, in attesa.

Il ragazzo le da le spalle, il respiro accelerato le suggerisce che stia cercando le parole giuste quindi lei lascia correre lo sguardo sull'arredamento semplice ed essenziale di quell'appartamento e si sofferma per un po' sul divano nero a due posti su cui erano soliti stare sdraiati per ore a guardare vecchie repliche di Friends. Distoglie lo sguardo e sospira impaziente, Harry la sta guardando ora ed è strano che lei non si sia accorta di quegli occhi così verdi su di sé, le sembra anche che si sia fatto più vicino ma forse é solo davvero stanca della fastidiosa distanza fra loro.

"Io e Anna abbiamo chiuso." Harry le risparmia tutto il resto, le urla di Anna, i suoi perché e le risposte vaghe di Harry, poi le sue lacrime ferite, il suo sguardo afflito mentre si chiudeva la porta dell'appartamento di lui alle spalle, mentre chiudevano la loro storia.

Alexa cerca di mascherare lo stupore limitandosi ad annuire e puntando lo sguardo ovunque tranne che su lui.

"Come mai?" non si trattiene dal chiedergli per poi aggiungere con finto sarcasmo "Non aveva le gambe lunghe e un bellissimo sorriso?"

Harry scuote la testa e alza gli occhi al cielo trattenendo forse un sorriso forse una risposta pungente.

" Ci ho messo un po', ma ho capito che non ho bisogno né del suo sorriso, né delle sue gambe, non é ciò che voglio"

"E cos'è che vuoi Harry?" gli chiede Alexa con un sorriso amaro sulle labbra piene.

"Vorrei poter ricordare" e quello di Harry è quasi un sussurro, basso come il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia, Alexa inclina la testa di lato quasi se lo fosse immaginato " Ricordare cosa?" chiede quindi sinceramente confusa.

" Il profumo della tua pelle," e mentre lo dice quello che le rivolge non é un semplice sguardo, è come se i suoi occhi verdi stiano consumando i suoi. Alexa sente il calore assalirle le guance e spalanca la bocca alla ricerca di qualcosa da dire, qualsiasi cosa, ma le parole le muoio in gola quando Harry le si ferma di fronte, le dita delle mani le formicolano ed è costretta a chiuderle in pugno per evitare di portarle sulla fronte del ragazzo e scostare quei capelli decisamente troppo lunghi.

" I tuoi capelli sparsi sul cuscino- le scosta dietro l'orecchio una ciocca sfuggita all'elastico lento della coda di cavallo in un gesto così spontaneo quanto disarmante- l'espressione buffa del tuo viso mentre dormi" Harry piega le labbra in un piccolo sorriso divertito a cui fanno compagnia quelle fossette che Alexa vorrebbe tanto baciare, continua a guardarlo in silenzio frastornata dalla verità legata a quelle parole, di tutte le cose che avrebbe voluto urlargli contro non ne ricorda neanche una. Il viso di Harry è pericolosamente vicino al suo, tanto da permetterle di percorrere con gli occhi tutti quei dannati dettagli che le mancano e che conosce a memoria, cosí vicino da avere il suo respiro caldo a pizzicarle le guance.

Alexa sposta lo sguardo sulle sue labbra umide "Sei uno stronzo" borbotta l'unica cosa che la sua mente riesce a formulare. Il sorriso di Harry si allarga "Questo l'hai già detto" rimarca la sua voce roca in un sussurro prima di premere le sue labbra su quelle di Alexa.

La ragazza allaccia le braccia dietro il collo di lui alzandosi leggermente sulle punte per arrivare alla sua altezza, per assaporare meglio quelle labbra sottili e morbide. Harry le circonda la vita per sostenerla e la bacia piano, con delicatezza, come se avesse fra le dita la cosa più fragile al mondo. Lui non lo non ammetterebbe a voce alta neanche sotto tortura, ma tutto di lei gli é mancato più di quanto si aspettasse, quelle settimane per lui erano state un inferno. All'inzio aveva semplicemente barcollato nel caos con i piedi impigliati nei sentimenti e nell'orgoglio. Poi un sera mentre era in un anonimo pub su Cherry Lane e aveva la mente offuscata dall'alcool si era ritrovato a spulciare fra i ricordi e si era reso conto che lei era una presenza fissa in tutti i momenti importanti, una parte fondamentale del suo io. Era stato in quel momento che la consapevolezza di ciò che davvero provava nei suoi confronti l'aveva colpito con un tale impeto da mozzargli il fiato in gola. Nei giorni successivi si era imposto di resistere l'impulso di non tornare da lei di corsa e baciarla, stringerla, guardarla sbuffare, per non buttare all'aria gli sforzi fatti per fare un po' d'ordine nella sua vita. Come prima cosa aveva lasciato Anna, poi aveva aspettato impaziente che Alexa rispondesse alle sue chiamate ed era stata quella la parte più difficile per lui, aspettare e darle del tempo per rimettersi in piedi dopo il modo in cui l'aveva trattata. Dannazione era stato sul punto di mandare all'aria tutti i suoi sforzi la maggior parte del tempo, sopratutto nelle sere più buie e fredde con la pioggia a picchiare contro le finestre della sua stanza. Per fortuna era riuscito a trattenersi e finalmente, seppur giocando sporco, aveva avuto modo di dirle tutto quello che lo logorava ormai da troppo tempo.

"Perché hai lasciato le chiavi a casa?" riesce a domandargli Alexa respirandogli sulla bocca schiusa. Harry afferra fra i denti il labbro inferiore della ragazza mordendolo piano, ignorandola, ma quando cerca di nuovo di baciarla lei si tira indietro per guardarlo negli occhi con un sopracciglio alzato "Rispondimi"

Harry sospira infastidito per quella distanza imposta e ricambia lo sguardo della ragazza "Perché dovevo schiarirmi le idee, e avere libero accesso al tuo appartamento sarebbe significato potermi presentare da te in qualsiasi momento e dio solo sa cosa avrei potuto combinare." La malizia delle ultime parole di Harry lampeggia nei suoi occhi macchiandoli di una sfumatura di verde più scuro, simile a quello del sottobosco fitto  tipico delle montagne scozzesi.

"E perché hai tolto il porta chiavi?" non si trattiene dall'aggiungere Alexa

Harry alza gli occhi al cielo "Possiamo parlarne dopo" il tono roco e basso é quasi supplichevole mentre cerca di zittirla stringendola a se e posando di nuovo le labbra sulle sue. " Voglio saperlo ora" dice Alexa allontanando il viso di scatto,  premendogli i palmi aperti sul petto definito per tenersi lontana dal suo viso. Harry sbuffa sonoramente, e lei trattiene a stento un sorriso compiaciuto, lo sta stuzzicando deliberatamente solo per il piacere di farlo, perché fra loro due non potrebbe essere altrimenti.

"Perché é attaccato alle chiavi  della macchina, contenta?" Alexa ridacchia facendogli la linguaccia come una bambina dispettosa quando fa i capricci.

"Sei insopportabile" ribatte pizzicandole i fianchi.

"Carini questi orsacchiotti" le mormora sulle labbra stuzzicandola a sua volta, Alexa allontana il viso quel poco per avere ancora il suo respiro a solleticarle le guance e per abbassare lo sguardo sul suo pigiama, alza un sopracciglio e "Sta zitto" dice prima di avvicinarsi di nuovo al suo viso per sfiorare con le labbra umide il profilo della mascella definita, il collo sulla quale si sofferma qualche secondo in più appena sotto la curva della mascella definita per poter percepire il battito ritmico del suo cuore, fino ad arrivare alla clavicola dove ha tatuato una G che sta per Gemma, sua sorella. Se c'era qualcosa di Harry che Alexa non aveva ancora capito a pieno erano di certo i suoi tatuaggi, a macchiargli di inchiostro le braccia, il petto e il bacino. Ne aveva collezionati cosi tanti col passare degli anni  da arrivare a farle perdere il conto, Alexa sapeva solo il significato di quelli che lui le aveva permesso di conoscere e quando lei gli aveva chiesto qualcosa in più  lui aveva semplicemente cambiato discorso.  Assorta in quella riflessione non si era accorta del respiro di Harry, rumoroso e impaziente, delle sue braccia stringerla ancora di più a lui fino a farle odiare gli strati di stoffa che dividono i loro corpi da quell'unione che entrambi i loro cuori  bramano. La mano di Harry si muove impaziente sotto il suo mento e la costringe  a far scontrare di nuovo le loro labbra, non c'e traccia della delicatezza iniziale, Harry le carezza le labbra con la lingua prima di baciarla di nuovo con la bocca aperta e desiderosa. Alexa risponde senza esitare, altrettanto estasiata dal trasporto della passione che scorre nel sangue di entrambi. 

"Creiamo nuovi ricordi" sussurra Harry inspirando rumorosamente, Alexa che non si è resa conto di aver tenuto  gli occhi chiusi spalanca le palpebre, stupita dalla scelta delle sue parole, per scontrarsi con i suoi occhi di quel verde cosi scuro e intenso intriso di desiderio.  Senza interrompere il contatto visivo, inizia a sfilare il cappotto lasciandolo cadere ai suoi piedi, le sue dita si spostano sulla zip della felpa quando quelle di Harry le coprono e le accompagnano nei movimenti lenti e logoranti fino a a che la felpa non raggiunge il cappotto sul pavimento.

"Questa volta voglio ricordarmi tutto" la voce bassa e il tono graffiato  dalla verità dietro l' accento strascicato del Cheshire  provocano alla ragazza un brivido freddo lungo tutta la spina dorsale.

Alexa sfila la felpa e la lascia cadere a terra, le dita di Harry le accarezzano i fianchi e tremano appena quando raggiungono l'orlo della cannotiera bianca che in pochi secondi raggiunge il resto dei vestiti a terra. Con una mano le scioglie i capelli che le ricadono disordinati sulle spalle, gli occhi di Harry percorrono ogni centimetro di pelle rimasta esposta; le spalle, lo stomaco, i fianchi. Poi sempre con una lentezza estenuante fa cadere le spalline del reggiseno grigio, le sue mani grandi e calde slacciano la clip con delicatezza, e quando anche il reggiseno finisce a terra lasciandola esposta ai suoi occhi ad Alexa viene la pelle d'oca per l'intimità di quei gesti che aveva sempre sperato di condividere con lui. Lo sguardo attento di Harry si sposta prima sul suo viso poi sulla propria mano, con l'indice le accarezza lo zigomo e poi inizia a scendere  giù sul mento leggermente a punta, segue il profilo del collo slanciato e la curva della clavicola appena sporgente, fino ad arrivare alla curva tondeggiante del seno piccolo, su cui chiude la mano a coppa. Alexa si morde il labbro con forza quando l'altra mano traccia lo stesso sentiero sul suo corpo, provocando brividi di piacere su ogni centimetro di pelle nuda che viene a contatto con le sue dita e trattiene involontariamente il respiro quando superano il suo seno e tracciano il profilo teso e morbido del suo stomaco, Alexa trattiene il respiro mentre le dita di Harry le sfiorano l'elastico dei pantaloni. Alza gli occhi verdi e impazienti su quelli di Alexa, la richiesta di un permesso silenzioso, lei si inumidisce le labbra e allaccia le braccia dietro il suo collo mentre Harry piega leggermente le ginocchia  e le afferra le coscie da dietro aiutandola ad allacciare le gambe lunghe attorno al suo bacino. Alexa si stringe a lui e la sorprende il modo in cui il suo corpo aderisca a quello tonico e slanciato del ragazzo, di come senta il suo cuore battere contro il proprio. Harry percorre  a passi lenti il piccolo corridoio che porta alla camera da letto, Alexa lascia dei baci piccoli e fugaci sulla sua clavicola moriddicchiandola piano e beandosi del profumo della pelle di Harry, un misto di sapone e tabacco. Lui invece le lascia un bacio fra i capelli prima in entrare nella camera da letto e chiudersi la porta alle spalle con  un colpo deciso del piede.

I raggi di un sole timido filtrano dalla finestra svegliando Harry che sbatte le palpebre e apre gli occhi infastidito dall'improvvisa fonte di luce. Volta il viso alla sua sinistra per controllare l'ora dall'orologio digitale sul comodino stropicciandosi gli occhi con una mano, sono appena le sette e mezza del mattino. Quando volta il viso dalla parte opposta scorge Alexa, dorme con la bocca piena e  rosea socchiusa e le braccia piegate sullo stomaco nudo, i capelli disordinatamente sparsi sul cuscino e le lenzuola stropicciate fra le gambe lunghe le coprono a malapena il bacino. Harry si solleva leggermente sul gomito per osservarla meglio, con gli occhi percorre ogni centimetro di pelle nuda e candida. I ricordi della sera precedente si fanno strada nella sua mente come un fiume in piena, si morde distrattamente il labbro ripensando al calore dei loro corpi incastrati come pezzi congruenti dello stesso puzzle, le sue dita fra i capelli e la sua bocca sussurrare il suo nome mentre il piacere si diffondeva in lei totalizzante e le imporporava le guance piene.

Le ciglia di Alexa fremono leggermente per chissà quale sogno che le riempe  le palpebre chiuse. Harry si prende tutto il tempo per guardarla dormire, si perde fra le curve e il candore di quel corpo caldo, e improvvisamente ha di nuovo voglia di perdersi dentro di lei e poi ritrovarsi fra le sue braccia, con il viso premuto sul suo petto e le sue mani sulla sua schiena, e stringersi fino non distinguere più dove finisca il proprio corpo e inizi  il suo.

Impaziente come un bambino la mattina di natale avvicina il viso al suo solleticandole la guancia con il naso, Alexa arriccia il naso infastidita e apre un occhio per rivolgergli un'occhiata leggermente spaesata, la voce impastata dal sonno

"Cosa c'è?"

Lui non le risponde ma si limita a sfiorarle la coscia con le dita, disegnando figure astratte sulla sua pelle. Il leggero sfregare dei suoi polpastrelli ruvidi contro la propria pelle le provoca un brivido che si  diffonde in ogni cellula del suo corpo, svegliando i suoi muscoli ancora intorpiditi dal sonno. Alexa lo guarda assottigliando gli occhi divertita " Harry?"

"Alexa" risponde lui con la voce resa più roca dal sonno e gli occhi verdi scintillanti di malizia.

Alexa ridacchia piano e rotea gli occhi al cielo mentre si gira su un fianco per dargli la schiena. Harry alza un sopracciglio e le afferra la spalla facendola di nuovo girare verso di lui "Non fare la stronza",  lei lo guarda e cerca di imitare l'espressione contrariata che irrigidisce i tratti del suo viso per poi scoppiare a ridergli in faccia, consapevole di quanto ciò lo infastidisca. La sua reazione non tarda ad arrivare, prima che lei possa protestare Harry le afferra i fianchi e la tira a se stringendola  fra le braccia, poi  le scivola sopra fino a coprire il suo corpo con il proprio.

"Solo tu riesci a farmi incazzare di prima mattina" Alexa gli fa la linguaccia mentre cerca di divincolarsi dalla sua presa senza troppa convinzione. Harry abbassa il viso per sfiorare le  labbra con le proprie, la distanza che separa i loro respiri è quasi ridicola

Prima che possa baciarla Alexa volta di scatto il viso  facendo scontrare le labbra di Harry con la sua guancia. 

Il ragazzo sbuffa infastidito, mentre lei scoppia a ridere. Quando distrattamente porta lo sguardo sui numeri che lampeggiano sull'orologio digitale la risata le muore in gola e una sensazione di panico le riempie i polmoni

"Oh cazzo Lucia mi ammazza!"

Harry che ha osservato curioso il suo repentino cambio di umore la guarda confuso mentre lei invano cerca sgusciare dalla sua presa.

"Harry spostati devo tornare a casa di corsa"

"Ma io ti voglio" borbotta a se stesso contrariato mentre le scivola di fianco e la guarda alzarsi in tutta fretta.

Harry si tira su a sedere, la segue con lo sguardo in silenzio e con un sorriso divertito sulle labbra mentre la ragazza si affanna ad infilare l' intimo e poi i pantaloni,  abbandonati la sera precedente ai piedi del letto, imprecando fra i denti.

"Mi dici che ti prende per favore?"

Ma Alexa è già corsa nel soggiorno, per questo capisce solo metà della risposta che gli grida di rimando; Lucia-auto-lavoro o qualcosa del genere. 

Harry si strofina il viso con entrambe le mani, sta per alzarsi in piedi per raggiungerla e cercare ci capirci qualcosa quando sente la porta del suo appartamento sbattere. Scuote la testa per poi lasciarsi cadere a peso morto sul cuscino "Che stronza."

  
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