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Autore: Sorella_Jeanne    03/07/2015    0 recensioni
"L'hanno dissanguato" disse Khan spostandosi a lato per osservare i profondi tagli alla gola "...squartato direi."
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Pur discendendo dalla stessa Antica Madre e dallo stesso Padre, non siamo nè fratelli nè sorelle di queste creature. La storia ci insegna 
che mai una volta è stato possibile creare un accordo con loro e, quando tentato, finirono per scatenare una guerra. Di cosa sto parlando, 
Mil?"
"La Guerra alle Tre Frecce" rispose svelto Pash, il più piccolo.
"La Guerra delle Tr..." tentò di dire Mil.
La Maestra rimproverò Pash con lo sguardo poi osservò tutti i giovani alunni seduti a terra in cerchio, uno per uno.
"Non so cosa la vita vi riserverà ma state lontani dalle creature che vivono nelle ombre. Non sono come noi, non hanno sentimenti, 
conoscono poteri che conducono alla follia e se avranno una sola occasione per uccidervi nel modo più atroce possibile... lo faranno".
"E gli umani?" Chiese Lea con voce sottile, catturata ed intimorita dal discorso.
La Maestra guardò intensamente la ragazzina dalla lunga chioma nera, rannicchiata con le ginocchia strette tra le braccia "gli umani sono 
lontani, oltre il Ponte di Sale".
"Mio padre," disse Pash "mi ha detto che i villaggi degli umani sono grandi, giganteschi, con case alte fino al sole e che molte creature 
delle ombre vivono con loro".
"Aldilà del Ponte di Sale vivono anche i vampiri, è vero" chiarì la Maestra soppesando le parole come se scegliesse con cura quali 
utilizzare "come a Sud del Fiume Centrale, nelle terre dove il sole non è mai sorto, vivono alcuni gruppi di umani. E' una questione di 
dipendenza, capite questo concetto? Il miglior nutrimento per il vampiro è il sangue dell'umano, mentre la sostanza che produce il vampiro 
e che inietta alla sua preda è per l'umano una droga paradisiaca. Si cercano a vicenda, capite?" Chiese ancora la donna accavallando le 
lunghe gambe brune. La Maestra indossava sempre pantaloni corti e t-shirt bianche, non l'avevano mai vista con gonne o camice e nemmeno 
sapevano quant'erano lunghi i capelli scuri stretti in crocchie severe.
Abitava nella casetta più lontana dai cancelli del villaggio. Aveva un tetto molto spiovente e piccole finestre sempre scure, sembrava una 
casa severa e distante dalle altre, soprattutto per il colore chiaro del legno con cui era costruita. Legno d'acero, e nessuno sapeva come 
quel tipo di legno fosse arrivato lì visto che in quel bosco di aceri non ce ne erano.  
Sembrava sempre insofferente alla socialità degli altri del branco, parlava solo con pochi scelti e se ne stava perlopiù da sola, quando 
non insegnava, accoccolata in forma di lupo davanti la sua casa. Iein aveva il pelo grigio chiaro con sfumature ramate e giallastre 
proprio come la parete, il corpo lungo e snello, agile alla corsa. 
"Ora cantiamo la canzone e per oggi abbiamo finito con la scuola" disse Iein dolcemente dopo aver sorriso alle testoline che si piegavano 
d'assenso alla sua ultima domanda. Prese per mano Mil, che prese per mano Pash, che prese per mano Tulh, che prese Dagh, che prese Lea che 
si riunì alla Maestra. Intonarono la canzone con le voci bianche, divertiti, battendo i piedi a tempo sul terreno vivo.
"Un giorno dalla terra venne l'Antica Madre | e dalle stelle venne il Padre | fecero insieme rocce e alberi | e figli di ogni genere | I 
primi furono i Lupi e poi gli spiriti e i pianeti | i secondi furono gli animali | per ultimo crearono la notte per volere del Padre | che 
voleva un letto di stelle | per guardare e amare l'Antica Madre."
Slegarono le mani e si sparpagliarono come passeri per la piazzetta sterrata, sparendo chi in una porta, chi in un vicolo.
Tranne Mil che lasciò andare lentamente la Maestra. "Ti ho mai detto come finisce questa canzone?" le disse Iein facendo alla ragazzina 
una carezza sui cortissimi capelli biondi. Mil scosse il capo. "Accompagnami a casa. Attenta, c'è un masso a terra esattamente davanti a 
te, c'era seduto Pash." 
Presero una piccola via a sinistra, superarono un paio di casette basse ed il lungo magazzino, unica costruzione coperta di lamiera, ed 
arrivarono al muro di tronchi di quercia che racchiudeva tutto il villaggio. Erano tronchi così spessi che insieme due maschi non 
avrebbero potuto abbracciarne mezzo e alti quattro volte Mil.
La ragazzina camminava spedita di fianco la Maestra, sfiorando il muro con la punta delle dita. 
"La canzone continua con i due genitori che litigano, di notte, perchè le nuvole dell'Antica Madre oscurano le stelle. Ad ogni litigio 
creano altri figli: Vampiri, Yazè, mezzi-animali, anime mostruose, umani e pesci... anche se questi ultimi non sono poi così pericolosi. 
Tutte le creature della notte cominciano a ripudiare i creatori e questi, non potendoli distruggere, chiedono ai Lupi di controllare e 
salvaguardare la pace."
"Mi sembra sciocco." disse Mil con voce ferma.
"Cosa?"
"Che si insegnino queste storie alla scuola. Alimentano una forma d'odio culturale ceco e immobile verso altre razze ed è stupido che tu 
debba insegnarle." 
"Io insegno ciò che altri mi hanno insegnato. E spero di potervi poi dare capacità di giudizio, una volta adulti. Capacità di distinguere 
e di sopravvivere."
"Gli adulti che ci sono qui non hanno ricevuto la grazia del guidizio."
"Khan ha sbranato quei tre mezzi-animali perchè si stavano introducendo di nascosto nel villaggio. E' stato necessario per proteggere te e 
tutti gli altri" la voce di Iein si fece un pò più dura.
"Poteva catturarli e far scegliere a tutti se punirli o lasciarli andare, avrebbero potuto avere solo fame..." continuò Mil imperterrita 
seguendo la maestra fino all'ultima casa "...gli umani la chiamano Democrasia."
"Democrazia."
"...democrazia."
Iein varcò la soglia del suo alloggio e tenne la porta aperta a Mil, che entrò annusando l'aria. 
"C'è uno strano odore qui." 
"E' una nuova medicina. Vuoi che ti legga l'ultimo capitolo del manuale?" 
"Si, grazie" rispose Mil "ho imparato tutto il libro a forza di ripetermelo".
"E' inerente alle ustioni: sole, arma da fuoco, fuoco naturale e fuoco Yazè. Siediti pure, c'è uno sgabello alla tua sinistra".
Mil fece un passo a sinistra e si sedette, volse il viso e gli occhi cechi a terra. "Ti ascolto".
  
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