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Autore: Portgas xyz    03/07/2015    2 recensioni
Pugno di Fuoco é uno spirito libero. Nelle sue vene scorrono le fiamme e tutto il suo essere brucia più di mille soli. Ha la determinazione che serve per arrivare in alto e conquistarsi il suo giusto posto nel mondo e sa anche da dove vuole iniziare. La sua punta di diamante, infatti, sarà la testa di uno dei quattro Imperatori.
Solo che, all'inizio della sua avventura, non aveva immaginato che avrebbe dovuto passare buona parte del viaggio a stretto contatto con quello che aveva soprannominato nemico.
Mantenere a bada le fiamme non sarà di certo facile, ma farà ugualmente vedere a tutti quei pirati di cosa é capace.
Anche se ai loro occhi é solo una donna.
Attenzione, Fem!Ace.
Portgas xyz.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Marco, Pirati di Barbanera, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Gender Bender
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Buonasera gente! Avete visto? Fuori c’è il sole.
E io sono in casa a studiare, evvai.
N ogni caso, ecco il terzo capitolo e a breve, SPERO, il quarto. Ho voluto lasciare spazio anche ai Capitani delle Flotte perché a mio avviso c’è troppo poco su di loro.
E ‘pesciolino’ è riferito a Namur, l’uomo pesce ;D
 
A presto,
Portgas.
 
 
Whitebeard Pirates’ Flame.
 
3. Scintille e fuochi d’artificio.
 
Evidentemente, in ascolto c’era stata qualche Divinità, perché le preghiere di Anne erano state esaudite e, nel tardo pomeriggio di quella giornata infernale, la peggiore in assoluto della sua vita, aveva trovato buona parte dei suoi uomini e conquistato un posticino abbastanza appartato della Moby Dick, al fresco, due livelli sotto al cassero dove aveva potuto rilassarsi un pochino in compagnia di gente che conosceva e di cui si fidava.
Le avevano raccontato quello che era successo dopo che aveva perso i sensi, ovvero che avevano provato a combattere, ma erano bastati pochi minuti per capire che avevano le mani legate ed erano braccati come animali. I Comandanti non si erano nemmeno sporcati le mani e non erano scesi dalla nave, osservando come i loro marinai si fossero arrangiati con successo, mentre Barbabianca aveva riso di gusto e fatto ritorno a bordo. Si erano rifiutati di seguirli, ma quando avevano preso Anne con l’intenzione di portarla con loro, non avevano potuto fare altro che arrendersi e seguirli.
-Non potevamo abbandonarti, Capitano.- disse il suo vice, stringendo i pugni, ma abbassando il capo. -Ci dispiace non essere riusciti a difenderti.-
Anne li guardava in silenzio. Osservava i suoi uomini e un senso di colpa si faceva strada in lei sempre più violentemente, fino a farle pungere gli occhi. Era stato solo a causa sua e della sua stupida testardaggine se si erano ritrovati nell’ultimo posto che avrebbero voluto vedere. Era stata lei a venire sconfitta e a lasciarli soli, senza una guida e una protezione.
A volte si chiedeva se era degna del titolo che portava e del ruolo che ricopriva a bordo della sua nave.
-Vi ho delusi.- mormorò piano, zittendoli. -Mi sono fatta battere e non ho saputo salvarvi. Sono io a dovermi scusare e a implorare il vostro perdono.-
Non si aspettava che i marinai si mettessero a piangere davanti a quella scena, tantomeno aveva previsto un abbraccio di gruppo soffocante da parte di tutti loro, chi con il moccio al naso, chi con le lacrime che scendevano a fiotti lungo le guance ruvide e barbute.
-Siate stata incredibile, invece, Capitano!-
-Non devi stare male per noi, ce la siamo cavata ugualmente!- le assicurò uno dei suoi sottoposti, il quale esibiva con fierezza un occhio pesto, mentre un altro aveva l’aria di aver perso qualche dente in una scazzottata.
A quanto pareva, Satch aveva detto sul serio quando l’aveva informata che li avevano bastonati per bene. Che gran bastardo.
-Ora che cosa faremo, Capitano?-
Anne si prese la testa fra le mani. Non ne aveva la minima idea, certa era, però, che gliel’avrebbe fatta pagare cara a tutti e, se la volevano così tanto a bordo della nave, allora avrebbe fatto di tutto pur di esasperarli e costringerli ad abbandonarla su qualche isola pur di levarsela di torno.
Sorrise sadicamente, dando ad intendere ai suoi uomini, i quali la conoscevano fin troppo bene, che aveva un piano.
-Si pentiranno amaramente di aver arruolato la futura assassina di Barbabianca.-
 
*
 
Facile, pensò Anne, facile come bere un bicchier d’acqua.
Aveva creduto che avrebbe trovato un’infinità di problemi nell’attuare la sua vendetta, invece era bastato chiedere quale fosse la stanza del Capitano, raggiungerla ed entrare.
Infatti, si trovava esattamente nella cabina ampia e piena di macchine che monitoravano costantemente la salute dell’Imperatore Barbabianca, il numero uno indiscusso, bello e addormentato sul suo enorme letto, intento a russare come una locomotiva, pacifico e sereno.
Le rimaneva solo da decidere come farlo passare a miglior vita.
Forse poteva sgozzarlo, ma ci sarebbe stato troppo sangue. Poteva sparargli, ma significava allertare mezza nave che era di guardia. Avrebbe potuto bruciarlo vivo, ma anche quello avrebbe riscontrato dei problemi, dato che voleva esibire la sua testa come un trofeo.
Beh, morto per morto, si disse, prendendo un profondo respiro e avanzando nella stanza il più piano possibile, preparando il suo colpo micidiale e tenendo a bada l’emozione. Stava per farcela, la vittoria era solo a pochi passi da lei, a portata di mano e presto l’avrebbe afferrata con gioia.
Si spostò velocemente verso il letto, lasciando che il suo corpo venisse avvolto da puro fuoco, piegando il braccio destro all’indietro e preparando il pugno chiuso e infuocato, illuminando l’ambiente circostante e vedendo con chiarezza il viso addormentato dell’uomo, il suo nemico.
-Pugno di Fuoco!- sussurrò, anche se avrebbe voluto urlarlo a pieni polmoni. Ad ogni modo, indirizzò il colpo dritto al petto del vecchio, arrivando a qualche millimetro da esso e provando dentro di sé l’euforia pura che le invase i sensi e la mente.
Il resto accadde tutto in fretta.
Il suo attacco non andò mai a segno, invece quello, apparentemente involontario, dell’Imperatore fu talmente d’impatto che la scaraventò direttamente fuori dalla cabina, sfondando il muro e facendola finire addosso al parapetto con il naso rotto e la testa che scoppiava per l’onda d’urto ricevuta.
Fissò davanti a sé le macerie, la polvere che si era sollevata, il buco sulla parete e, attraverso di essa, un addormentato Barbabianca che russava beato, per niente intenzionato a perdere il sonno per una questione di poco conto.
-Ehi, che accidenti combini?- si sentì domandare, notando solo allora, a qualche metro di distanza, due mozzi che avevano il turno di guardia e che erano stati richiamati dal trambusto.
-Non fare tanto baccano a quest’ora di notte!- rincarò il secondo, osservandola infastidito per la confusione. I suoi compagni stavano dormendo, accidenti.
Anne continuò a fare pressione sul naso, sentendo parecchie fitte in tutto il corpo e maledicendo la situazione in cui si era cacciata.
Come cazzo ha fatto?, continuava a ripetersi, incredula, accasciata contro il parapetto. Anche da addormentato era riuscito a batterla, mettendola fuori gioco semplicemente rivoltandosi sul materasso.
Si alzò a fatica, barcollante e malandata, tastandosi con una mano la schiena e massaggiandosi il collo. Aveva qualcosa di slogato, senza dubbio, ma se credevano che si sarebbe arresa tanto presto si sbagliavano di grosso. Quello era solo l’inizio e, se quella volta non aveva funzionato, la prossima sarebbe andata a segno con tanto di scintille e fuochi d’artificio, potevano giurarci.
 
*
 
-Ehi, hai saputo la novità?-
A tavola, la mattina seguente, quando tutti si ritrovarono in cambusa per la colazione, chi prima e chi dopo, non si parlò d’altro per tutto il pasto, soprattutto nella tavolata dei Comandanti.
Mentre Izou annuiva divertito, Namur, che era appena arrivato e si stava sedendo in quel momento, guardò il moro e Satch con aria incuriosita. -Saputo cosa?-
Il castano sfoggiò il suo sorriso più ampio, poggiando le mani sul tavolo e sporgendosi verso l’uomo pesce. -Questa notte hanno attentato alla vita del babbo!-
-Cosa?- urlò Namur, preoccupato. -E come sta? Avete preso quel vile e schifoso pezzo di…-
-E’ stata Anne.- precisò allora Izou, ridacchiando, -E no, non le abbiamo fatto niente. Ci aveva già pensato papà.-
-Quella mocciosa, non credevo che si sarebbe spinta a tanto. Come ha fatto ad intrufolarsi in camera di Barbabianca?- domandò allora il giovane dai capelli blu e le branchie, sedendosi e riacquistando la calma con cui era arrivato.
Satch si strinse nelle spalle, mescolando il suo caffè con un cucchiaino. -Lo ha chiesto in giro.-
Namur si schiaffò una mano sul viso, sconvolto dalla semplicità con cui il loro Capitano era stato messo in pericolo. -Non ci credo.-
-A cosa non credi?-
-Oh, buongiorno Blamenco. Ciao Curiel, dormito bene ragazzi?-
Satch non perse tempo e, ignorando i convenevoli di Izou, batté una mano sulla sedia vuota accanto alla sua, incitando i due appena arrivati ad affiancarlo. -Ho vinto la scommessa. Anne ha provato ad uccidere il babbo prima di una settimana, perciò preparatevi a sganciare la grana, pezzenti.-
Sul volto dei due Capitani comparve lo stupore.
-Stai scherzando, vero?- domandò Blamenco, fiondandosi sulle ultime fette di pane rimaste e sulla marmellata, affamato, mentre Curiel imprecava, più infastidito per aver perso la scommessa contro Satch che per altro. Anne gli stava già meno simpatica del giorno prima, anche se non ci aveva mai nemmeno parlato.
-Cos’è quella faccia imbronciata, vecchio mio?-
Atmos arrivò in quel momento, posando il suo elmo, completo di corna appuntite e d’effetto sulla sommità, sul tavolo, facendo sussultare Namur per il colpo e sorridendogli divertito per averlo colto di sorpresa, tornando poi a rivolgersi a Curiel. -Nottataccia?-
-No.- fece il compagno, negando con il capo, -Ma devo a questa sanguisuga dei soldi. La ragazzina ci ha provato, alla fine.-
-Intendi dire che…- si allarmò Atmos.
Sul viso di Satch apparve un’espressione che non prometteva niente di buono. -Mi devi anche tu una bella cifra.-
Aveva avuto un colpo di genio nell’organizzare delle scommesse e grazie a quella testolina tutta matta di Anne stava facendo un sacco di soldi. Stando alla sua lista, la maggior parte dei suoi fratelli avevano sbagliato le loro supposizioni, mentre solo due si erano salvati.
-Buongiorno a tutti!- fece una voce allegra, ottenendo in risposta un coro di saluti che fecero sorridere il Capitano della Dodicesima Flotta.
-Dormito bene, Haruta?- le chiese Izou, facendole spazio tra lui e Satch.
-Certo.- annuì la giovane, -Voi?-
Il castano alla sua sinistra si appoggiò con la schiena allo schienale della sedia e fece scricchiolare le vertebre, fingendo di non notare il fastidio sul volto della sorella. -Meravigliosamente.- la informò, passando subito al sodo. -Sai che Anne ha provato a prendere la testa del babbo?-
Haruta si fermò con il bicchiere di succo a mezz’aria e lo guardò sconvolta.
-Oh, ma non ti preoccupare. Nessuno ci ha rimesso la pelle.-
La guardò sospirare tra l’esasperato e il dispiaciuto. -Mi fa un po’ pena.-
-A me no, mi ha fatto perdere soldi.- appuntò bruscamente Curiel, che proprio non l’aveva digerita.
-Insomma, ragazzi! Mettetevi nei suoi panni per un attimo: si è ritrovata da un giorno all’altro in una nuova nave e con gente che non ha mai visto. Un minimo di comprensione se la merita.-
-Bah, femmine.- commentò Satch dopo un attimo di silenzio, facendo spallucce, ma beccandosi uno scappellotto in testa da un’offesa Haruta che, dopo averlo colpito, si era alzata con l’intento di lasciarli alle loro stupide ed ottuse idee.
-Ma che ho fatto adesso?- si lamentò il castano, guardandola uscire velocemente dalla cambusa, mentre Izou ruotava gli occhi al cielo.
Satch era un personaggio che bisognava per forza conoscere. Era solare e spontaneo, non litigava mai con nessuno e riusciva sempre a trasformare le giornate grigie in momenti di divertimento e spensieratezza. Ogni cosa che gli passava per la testa la diceva, bella o brutta che fosse e non perdeva mai l’occasione per fare scherzi o battute, persino al babbo. Per lui tutti meritavano di sorridere e di essere suoi amici, nessuno escluso. Solo che, a volte, era un vero e proprio tormento, tanto che c’erano situazioni in cui era meglio tenerlo alla larga. Chi lo conosceva sapeva bene che non doveva prendere sul serio le sue parole, ma, spesso e volentieri, con Haruta le cose erano leggermente diverse. Forse perché era una donna, o forse perché Satch era un vero cretino, non si sapeva con certezza, ma il castano aveva provato più volte sulla pelle il dolore dei ceffoni della sorella.
-Cambiando discorso,- mormorò Atmos, -Il babbo come sta?-
-Bene, davvero. Non si è nemmeno svegliato, è bastata la sua ambizione.- spiegò Izou, riprendendo la colazione.
-E la mocciosa?- curiosò Namur a bocca piena.
-Uh, credo che si sia rotta il naso, ma uno dei suoi uomini è un dottore, perciò presumo che l’abbia sistemata e rimessa a nuovo.-
-Pronta per un altro attentato.-
-Satch, non è carino.-
-Ma stai zitto, finalmente c’è un po’ di movimento! Sono curioso di vedere cosa si inventerà di nuovo la prossima volta che proverà a…-
-E’ meglio per lei che non ci provi ancora.- disse una voce categorica alle spalle del castano, facendo andare di traverso a Izou il caffélatte.
-Toh, guarda chi si è svegliato.- ironizzò Satch, sorridendo ampiamente al Comandante della Prima Flotta. -Ti abbiamo lasciato il succo d’ananas.-
A quella battuta, di solito, avrebbero riso tutti, considerando il fatto che i capelli del braccio destro di Barbabianca lasciavano molto all’immaginazione, ma l’espressione che il diretto interessato sfoggiava non era delle più docili.
-Avanti, non ha combinato niente di male.- tentò di rimediare Namur, uno di quelli che si sentivano più solidali nei confronti di Anne.
-Ha ragione il pesciolino.- rincarò Satch, per nulla intimidito dal caratteraccio del fratello. -Se la conosci non è tanto male.-
-Già, dopotutto, ha solo provato a bruciarvi quando vi siete presentati.- fece notare il biondo Comandante con le braccia incrociate al petto e sul volto un ghigno vittorioso.
Satch lo fissò per alcuni secondi, chiedendosi se per caso quel pennuto si fosse svegliato dalla parte sbagliata del letto, ma decise di non darci troppo peso e di impegnarsi a fargli cambiare idea sulla nuova arrivata.
-E’ solo questione di tempo, vedrai. Starà simpatica anche a te, alla fine.-
-Non se decido di spegnerla prima.- mormorò l’altro, superando la tavolata e uscendo senza mettere nulla sotto ai denti.
Satch sospirò sollevato. -Mio Dio, quando ha le sue cose è insopportabile.-
I suoi compagni scoppiarono a ridere, molto più rilassati.
Izou si alzò ancora sorridente. -Sta attento a non farti sentire, altrimenti spegnerà te molto prima di lei.-
-Ah, Marco mi adora. Sono il suo preferito!- ridacchiò il castano, alzandosi a sua volta e seguendo il moro sopracoperta, pronto ad iniziare una nuova giornata lavorativa.
Chissà, magari Anne ne avrebbe combinata un’altra.
 
  
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