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Autore: Lucy Farinelli    17/01/2009    1 recensioni
Dopo "Tutto in una notte", ecco la long-fic che vi avevo preannunciato. Harry, Ron e Hermione hanno lottato contro Lord Voldemort e lo hanno sconfitto. Tuttavia, le sfide non sono finite: un matrimonio si profila infatti all'orizzonte. Tra ritorni dal passato e vecchie abitudini dure a morire, fic in rosa che non tiene conto degli avvenimenti del 7° libro.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 6
I genitori, questi sconosciuti

Molly Weasley spalancò la porta come un tornado e la prima scena che le si parò davanti agli occhi fu quella del figlio ancora abbracciato ad Hermione con gli occhi spalancati dal terrore.
‘M-mamma...’
La signora Weasley stava scoccando occhiate assassine al più piccolo dei suoi maschi; ci mancava solo che cominciasse ad emettere fumo dalle orecchie.
Dietro di lei, spuntarono curiose altre teste rosse.
Sembrando rendersi conto solo in quel momento di ciò che stava facendo, Ron si staccò da Hermione e saltò in piedi.
Il ragazzo era sul metro e novanta e superava la madre di trenta centimetri buoni, ma in quel momento si fece piccolo piccolo di fronte alla furia omicida di sua madre.
Hermione fece cenno all’infermiera di voler tornare in camera propria, data la precarietà della situazione.
In quel momento, la signora Weasley parve accorgersi i lei e le rivolse uno sguardo materno.
‘Oh, Hermione cara!’
Si precipitò ad abbracciarla.
‘Eravamo così preoccupati, anche i tuoi genitori non vedono l’ora di salutarti,’ aggiunse prendendole il viso tra le mani e passandole i pollici sugli zigomi ossuti.
Il cuore di Hermione mancò di un battito.
I suoi genitori?
‘Loro...sono già qui?’, chiese con voce acuta.
Sapeva che avrebbe dovuto affrontarli, ma non così presto.
Non era pronta!
‘Sì, sono arrivati con noi, cara,’ rispose la signora Weasley.
Hermione crollò sulla sedia a rotelle e l’infermiera iniziò a spingerla fuori dalla stanza.
Gettò un ultimo sguardo al suo ragazzo ancora impegnato a tenere d’occhio la madre, aspettandosi da un momento all’altro l’esplosione.
Biascicò un ‘Ci vediamo dopo’ a nessuno in particolare e andò ad incontrare i genitori, salutando tutti i Weasley presenti man mano che avanzava.

***

Ora che sua madre si era spostata, Ron poteva vedere chi l’aveva accompagnata: suo padre, i gemelli, Bill e Charlie.
Tutti e quattro gli sorridevano orgogliosi e Ron stava per ricambiare, quando la madre lo afferrò per un orecchio e lo costrinse a piegarsi dal dolore.
Sciagurato! Sciagurato di un Weasley! Hai la minima idea di quello che mi hai fatto passare?’, sibilò letale.
Arthur Weasley intervenne provvidenzialmente, quando il figlio iniziò ad uggiolare dal male.
Prese la moglie per il polso e le staccò la mano dall’orecchio di Ron, che si affrettò a mettere un letto di distanza tra lui e sua madre, massaggiandosi l’orecchio accartocciato diventato viola.
I suoi fratelli scoppiarono a ridere, ma un’unica occhiata feroce di mamma Weasley li zittì di botto.
Poi Molly tornò a rivolgere la propria attenzione a Ron; puntandogli minacciosa un dito contro, iniziò a sibilare:
Una lettera...una misera lettera...consegnata da Ginny, poi! Come hai potuto? Come hai potuto non dirci niente di niente? Letti vuoti...vestiti scomparsi...tu, Harry e Hermione spariti...i genitori di Hermione non sapevano cosa fare...erano disperati! E poi alla fine salta fuori...introvabili in una missione suicida, ecco dove eravate!
Arthur Weasley e i suoi figli più grandi erano rimasti pietrificati; la signora Weasley non si era arrabbiata così tanto nemmeno per la faccenda della Ford Anglia stregata e Ron era certo di aver assunto un orribile colorito verdognolo.
Molly si sgolò ben bene; poi, quando terminò la sfuriata, calò il silenzio per qualche secondo.
Gli altri arrischiarono a muoversi di qualche centimetro.
Poi la signora Weasley borbottò a malincuore, girando lo sguardo per la stanza:
‘Ciò non toglie che io sia fiera di te per tutto quello che hai fatto. Nessuno era mai tornato da missioni del genere.’
Ron andò ad abbracciare la sua mamma.

***

‘Le serve altro, signorina Granger?’, domandò ossequiosa la Guaritrice infermiera.
Alla risposta negativa della paziente, girò sui tacchi e sparì, lasciandola sola con i genitori.
‘Hermione,’ esordì sua madre.
‘Non è come credete.’
Hermione sparò la prima cosa che le venne in mente.
Le sembrava tanto di essere tornata al primo anno a Hogwarts, quando aveva spudoratamente mentito alla McGranitt sul Troll di Montagna; anche in quell’occasione aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente.
I signori Granger parvero perplessi.
‘Ah no?’, domandò dubbioso suo padre.
‘No...cioè, voi state sicuramente pensando che io vi abbia abbandonato, ma la verità è che se ve lo avessi detto, voi avreste fatto di tutto per persuadermi dal partire e...e...e probabilmente ci sareste riusciti. E io non potevo restare. Non potevo, capite? Avevo promesso a Harry che io e Ron saremmo rimasti con lui qualunque cosa fosse accaduta. Mi dispiace avervi lasciato con una bugia, ma temevo che mi avreste impedito di partire se vi avessi raccontato la verità. E ora voi ce l’avete con me,’ concluse sconsolata, trovando improvvisamente il copriletto molto interessante.
I signori Granger si scambiarono un’occhiata.
‘Noi non ce l’abbiamo con te, tesoro,’ disse sua madre.
Hermione alzò la testa, sorpresa.
‘Ah no?’
‘No. Anzi, siamo fieri di te. Abbiamo persino comprato quel giornale dei maghi che ti piace tanto negli ultimi due giorni,’ aggiunse suo padre, mostrandole la copia della Gazzetta del Profeta sul comodino, su cui campeggiava il titolo a caratteri cubitali “Voi-Sapete-Chi sconfitto una volta per tutte”.
Prima Hermione l’aveva riposto senza nemmeno guardarlo.
‘Ci chiedevamo se volessi andare in vacanza per circa due settimane, quando ti faranno uscire di qui. Sai...noi tre, per...recuperare il tempo perduto, ecco.’
Sua madre si portò una ciocca di capelli crespi come i suoi dietro l’orecchio.
‘Lo sappiamo che magari preferiresti stare con il tuo ragazzo...Ron, ma...’
‘No, è una splendida idea. Non vedo l’ora di partire. Dove andiamo?’, la interruppe Hermione.
‘Pensavamo la Grecia, ti va?’

***

Fortuna che siamo in un ospedale, così se mi viene un infarto mi prendono al volo, pensò una shockata Ginny Weasley.
Harry era ancora lì in ginocchio davanti a lei, con lo splendido solitario di diamanti tra le mani, in attesa di una sua risposta.
Si ricordava della promessa che le aveva fatto quando avevano finito di fare l’amore quella famosa notte, ancora stretti l’una tra le braccia dell’altro.
Ma non credeva sul serio che lui l’avrebbe mantenuta...
Cioè, sì, lo avrebbe fatto, ma non così presto...
Cavolo, almeno il tempo di uscire dall’ospedale!
Ginny aveva la mente annebbiata e riusciva a ricordare solo le fatidiche parole di quella notte di quasi un anno prima...
...Ginny aveva posato la testa sul petto di Harry, ascoltando il battito regolare del suo cuore.
‘Gin?’, la chiamava così quando era in vena di romanticismi.
‘Che c’è?’, gli aveva risposto lei.
‘Quando questa storia sarà finita, quando Voldemort sarà distrutto, se riuscirò a tornare...’
‘Quando, Harry, quando tornerai, perchè tu ce la farai, io lo so.’
Ginny si era alzata un poco e l’aveva fissato dritto in quegli occhioni verde smeraldo.
‘Comunque sia, io e te ci sposiamo, ti va? E’ una promessa,’ le aveva sussurrato, accarezzandole dolcemente le efelidi sulle guance.
‘Mi va,’ aveva risposto semplicemente lei, baciandolo subito dopo con passione...
...La mente di Ginny si snebbiò all’improvviso.
Ora aveva capito come pensava Harry.
Perchè avrebbero dovuto aspettare ancora?
Avevano o no perso già abbastanza tempo?
Era o no la sola e unica persona con la quale avrebbe voluto trascorrere il resto della propria vita?
Ginny aveva diciassette anni: era maggiorenne ormai.
E poi, se c’era una cosa che aveva imparato negli ultimi tempi, era che ogni attimo era prezioso.
E non intendeva sciuparne altri.
‘Sì,’ rispose, portandosi all’altezza di Harry.
Lui le sorrise trionfante e le infilò lo splendido solitario al dito.
La ragazza ammirò abbagliata la lucentezza del diamante per qualche istante, poi allungò le braccia portandole dietro al collo di Harry e lo baciò, sorridendo contro le sue labbra.
Quando si separarono, Ginny disse ironica:
‘Sto per sposare Harry Potter.’
Harry la baciò di nuovo, adorava quel suo sorriso furbetto, poi si alzò in piedi e le tese la mano.
‘Andiamo a dirlo agli altri?’
Ginny si era resa conto solo in quel momento del baccano scoppiato nell’anticamera: le famiglie Granger e Weasley erano uscite dalle rispettive camere e ora si scambiavano apertamente abbracci e saluti.
Annuì e afferrò la mano che il suo ragazzo, o meglio, il suo fidanzato (le faceva strano dirlo), le porgeva e la strinse forte.
Uscirono così dalla stanza e le reazioni degli altri furono esattamente quelle che si erano aspettati.
All’annuncio di Ginny ‘Io e Harry ci sposiamo’, la signora Weasley sbiancò e scoppiò a piangere stringendo i ragazzi in una morsa stritolacostole; il signor Weasley strinse la mano a Harry con un sorriso a trentadue denti e poi lo avvicinò a sè come aveva fatto la moglie (col risultato che Harry si ritrovò una costola o due conficcate nei polmoni); Fred, George, Charlie e Bill lo tempestarono di domande e pacche sulle spalle, baciando poi a turno la sorella sulla testa; Hermione li abbracciò forte entrambi e si congratulò a non finire.
La reazione di Ron, invece, fu inaspettata: si congratulò come gli altri e sembrò euforico al pensiero che Harry sarebbe diventato presto suo cognato.
Probabilmente, ipotizzarono, il ragazzo era ancora sotto l’effetto dei sedativi e avrebbe ammortizzato il colpo in seguito, crollando da qualche parte, decisamente inebetito, a borbottare frasi sconnesse e inintelligibili.
A Hermione, come al solito, l’arduo compito di farlo tornare alla realtà.
Fu in quel momento di baraonda più totale, con Ginny che veniva costretta a mostrare l’anello a chiunque capitasse di lì per sbaglio e con Harry circondato da persone festanti, che l’elegante figura di Viktor Krum si stagliò nel vano della porta con un mazzo di orchidee in mano.

Per TINAX86: Grazie! Più che cambiare i fatti dei libri, mi sono semplicemente fermata agli avvenimenti del 6, perchè quando ho scritto questa fic, il 7 non era ancora uscito. Quindi per me Piton era rimasto cattivo, insieme a Malfoy, e nessuno era ancora morto, a parte Silente. Un bacio!



  
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