Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Calya_16    10/07/2015    2 recensioni
E' appena arrivato il circo in questa piccola cittadina, ma cosa nasconde? Non è come tutti gli altri circi, ma la gente riuscirà a capirlo?
Questo è primo racconto che pubblico e spero vi possa piacere. Spero anche in che commentiate, poiché son molto curiosa di sapere cosa ne pensiate :)
Buona lettura!
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La porta della roulotte si apre ed il ragazzino entra. Si gira e guarda fuori: aveva cominciato a piovere da poco, ma comunque, anche se già non vi era più nessuno in giro, controlla prima di chiudersi la porta alle spalle. Proprio nel momento in cui la porta scatta, il ragazzino smette di sorridere: il suo volto diventa scuro, con profonde occhiaie nere sotto gli occhi, divenuti gialli. Le sue labbra si tingono di azzurro ed il resto della sua pelle di bianco, come se fosse rimasto troppo tempo fuori al freddo e si fosse congelato.
Da un angolo non molto lontano giunge una voce profonda che lo chiama:
- Vieni qua e raccontami com’è andata la giornata. Ne hai dati via molti?
Questa figura si sporge un poco per poter tirare una cordicella che si collega al soffitto: subito una debole luce giallastra inonda la piccola roulotte.
Volute di denso fumo nero escono dalla pipa dell’anziano, per poi andarsi a scontrare con il basso soffitto, creando una strana atmosfera di nebbia fitta.
Il ragazzino si avvicina, tranquillo, e si siede su di una sedia accanto al vecchio.
- Eccome se ne ho dati via molti! Ogni persona che incontravo ne prendeva come minimo due! Siamo capitati in un paese strano, te lo dico io: qui sono tutti troppo ospitali, e anche un po’ stupidi.
- Meglio, perché l’ultima volta non abbiamo mangiato molto, poiché qualcuno aveva scelto il villaggio sbagliato.
Boccata dalla pipa.
- CANAGLIE ISTRUITE E DIFFIDENTI!
Il vecchio sbatte ferocemente la pipa sul tavolo di legno grezzo.
- Ecco dove siamo finiti l’ultima volta per colpa di quel clown idiota! Ma adesso non ci darà più nessun fastidio, adesso decideranno solo quelli che sono qui da più tempo dove andare. Stavamo quasi per essere scoperti!
Il ragazzino lo osserva con interesse, posando delicatamente i pochi biglietti rimasti su di una mensola sopra al tavolo.
- Giusto, il clown che fine ha fatto?
Non poteva dire che a lui stava simpatico, suo nonno di sicuro lo avrebbe picchiato e mandato a passar la notte legato nel recinto dei maiali.
Il vecchio tira ancora poche boccate di fumo dalla pipa, per poi alzarsi ed aprire una finestrella, scrollando fuori il poco tabacco rimasto: subito le ceneri ancora accese si spengono a contatto con il suolo bagnato. Subito dopo si rigira e appoggiandosi al lavello dell’angolo cucina scruta, con il capo inclinato, il ragazzino.
- Bè, si era messo in testa di visitare un villaggio su a nord – non chiedermi per quale motivo – ed ingenuamente noi lo abbiamo accontentato, poiché qui siamo tutti una grande famiglia: si decide una volta a testa e gli altri non fanno obiezioni.
- Davvero funziona così nelle famiglie?
Il ragazzino si sporge un poco dalla sedia, interessato.
- Penso di sì, è da tanto che non frequento più le relazioni ed i sentimenti umani. Comunque, per tornare al nostro clown: arrivammo in questa cittadina, come ti ricorderai, e subito notammo che la gente non era ospitale come al solito, ci guardava come se sapesse, come se sentisse che avevamo qualcosa di diverso. Ma lui no, non se ne voleva andare. Voleva continuare a girare quel buco pieno di gente dall’aria altezzosa e con grandi cervelli. Questo mi portò a pensare che avessero sentito o letto di noi da qualche parte. Glielo comunicai, ma ancora non se ne volle andare. Voleva che facessimo almeno uno spettacolo. Però anche gli altri membri della nostra grande famiglia se n’erano accorti, di quell’aria strana: cominciavano ad avere paura, premevano per scappare; e minacciavano di abbandonare il circo. Di abbandonare noi, la loro unica famiglia! Gli unici che li capisce e che affronta con loro tutto! A quel punto la situazione divenne insostenibile: decidemmo di far credere al clown che lo spettacolo si sarebbe svolto secondo i piani, ma quando tu tornasti dopo l’ultimo pomeriggio in piazza, se ti ricordi, ti misi a letto e quando ti svegliasti eravamo in un altro posto, ma nuovamente salvi. Ecco, in quelle ore prendemmo le mazze più rudimentali che trovammo e cominciammo a prendere a bastonate il clown. Solo riguardando i segni, il sangue sul suo corpo, si sarebbe ricordato del suo tradimento e che non avrebbe mai dovuto far ritorno a questo circo! Lo tramortimmo, preso e buttato in una di quelle belle fogne in cui gli umani non mettono quasi mai piede. E’ un posto anche troppo decente, secondo me. Ma finalmente ce n’eravamo liberati, e così in pochi minuti prendemmo su il nostro tendone e scappammo. Ma gli abitanti avevano capito benissimo come andavano qua le cose, il tutto, e così ci tesero un’imboscata: appiccarono il fuoco tutt’attorno a noi, bloccando la carovana. Siamo riusciti a scappare per un pelo.
Il vecchio si rigira verso la finestra, stringendosi le braccia al petto (gesto stranamente innaturale per lui) e rabbrividendo. Il ragazzino continua a guardarlo con interesse, e si chiede cosa volesse mai dire quel gesto, quel piccolo brivido dopo quell’ultima frase.
Come se vedesse e capisse alla perfezione lo sguardo del nipote riflesso nel vetro della piccola finestra, il vecchio si gira.
- Lei era là. La Zingara. L’ho vista in mezzo agli umani che rideva. Non l’è bastato quello che già ci ha fatto, doveva anche assistere alla nostra distruzione senza fare niente. Ma adesso siamo qui al sicuro, e nessuno più disturberà la nostra tranquillità. Adesso vai a dormire, non ci rimangono molte energie dall’ultimo pasto.
Il ragazzino si alza dalla sedia e fa per andare in camera sua, quando gli arriva spontanea una domanda:
- Ma cosa ci ha fatto lei? Perché ne hai così paura?
- Un giorno te lo racconterò.
Si avvicina così al bambino e lo sovrasta con la sua mole.
- Ora vai a dormire, come ti ho detto, o ti aspetterà una notte insieme ai maiali.
Senza ribattere, il bambino china il capo ed entra nella sua camera. 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Calya_16