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Autore: Writer_son of Hades    11/07/2015    5 recensioni
- finale completamente diverso rispetto a "il Sangue dell'Olimpo" -
Dopo una dolorosa perdita e la sconfitta di Gea e delle sue forze, sembra che tutto sia finalmente finito.
Ma i semidei non sanno che Gea non è ancora sconfitta definitivamente e che, anni prima, aveva escogitato un modo per rimanere in vita anche dopo la sua morte. Si troveranno ad affrontare sua figlia che, per quanto possa essere diversa da loro, sia l'unica persona che possa veramente salvarli.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Reyna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’Ultima Speranza


NICO



Gli fischiavano le orecchie e la vista era annebbiata.
Scosse la testa e strizzò gli occhi più volte prima di riuscire a capire dove fosse. Vide l’erba della collina del Campo. Alzò gli occhi e il cielo era coperto da uno strato di nubi. Strano, non succedeva mai lì.
Al suo fianco vide Percy con la testa china. Sentì dei singhiozzi, ma per il resto era silenzio.
                – Percy? – lo chiamò. Il ragazzo stringeva l’elsa della spada. – Percy, cos’è successo?
                – È finita Nico. – lo precedette Jason dall’altra parte. – È finita.
Se era finita, allora perché aveva quel tono di voce? Piper e Hazel li stavano raggiungendo e sua sorella era in lacrime. Le si avvicinò e la circondò con le braccia prima chi chiederle cosa fosse successo.
                – È morta. – la voce potente di suo padre precedette quella Hazel.
Nico si voltò di scatto. La figura di Ade si ergeva scura sopra ad un corpo sdraiato a terra. Si avvicinò lentamente, con il respiro che si faceva sempre più corto. Quando arrivò abbastanza vicino da distinguere i lineamenti del vis, seppur ricoperto di terra e sangue, si bloccò. Quelle guance, che solo poche ore prima stava accarezzando. Quelle labbra, che desiderava ardentemente baciare. Quegli occhi, che avrebbe voluto fossero aperti per guardarli ed immergersi almeno un’ultima volta.
Era morta.
Le si avvicinò ancora e improvvisamente sentì le ginocchia deboli, troppo deboli per reggere il peso di un’altra morte. Cadde al suo fianco in ginocchio, impotente, anche questa volta.
                – È venuta da me e mi ha spiegato il suo piano. – iniziò Ade, con voce fredda. – Era perfetto perché sapeva che tu non avresti collaborato. Ho parlato con gli dei, che hanno parlato a Jason, Percy e Hazel. – continuò senza ricevere attenzione da Nico. – Il piano ha funzionato, abbiamo sconfitto Gea.
                Nico non riusciva a parlare, non riusciva a pensare. A quale prezzo erano riusciti a sconfiggerla? Ma tanto, a chi importava di quello che provava lui? Nessuno. Solo ad una persona importava, ma quella persona non c’era più.
                – Inoltre, mi ha fatto promettere una cosa. – ricominciò il dio dei morti. – Quella ragazza sa essere molto persuasiva, devo ammetterlo. Percy? – chiamò il figlio di Poseidone, che alzò lentamente lo sguardo.
                – Credo che sia ora che tu saluti una persona. – disse Ade facendo apparire un ragazza al suo fianco.
Percy non ci credeva, nessuno ci credeva. Ade, il Signore dei Morti, che lasciava andare un’anima?
                – Abbiamo stipulato un accordo. La sua vita per quella di una persona importante. – spiegò ancora il dio. – Ha scelto Annabeth Chase, figlia di Atena.
Annabeth ci mise un po’ per capire dove fosse, ma quando vide gli occhi di Percy, non esitò a corrergli incontro. Le braccia del ragazzo la circondarono e per poco non caddero a terra.
                – Ciao testa d’alghe. – riuscì a dire Annabeth fra i singhiozzi di gioia.
Hazel e Piper le si avvicinarono e quando si fu staccata da Percy, l’abbracciarono insieme.
Annabeth era tornata.
Ma Nico non se n’era accorto. Stava ancora tenendo stretta la mano gelida di Silvia.
Non c’era vita in quel corpo, eppure stava continuando a cercarla.
                – Nico ora basta. – era stato suo padre a parlare. – Non c’è più niente da fare. È morta. Lasciala andare.
                – Lasciala andare? – le parole tremano di rabbia. – Lasciarla andare?! Era tutto per me! TUTTO! E voi me l’avete portata via! – la sua voce fece scuotere la collina. Tutti i semidei si voltarono a fissarlo impauriti.
                – Come avete potuto!? Potevamo cercare un altro modo per sconfiggere Gea!
                – Nico, cerca di essere ragionevole. – lo rimproverò Ade. – Lei ha scelto di morire per voi. Noi abbiamo solo assecondato il suo piano.
                – Avreste dovuto avvisarmi! Avreste dovuto fermarla! – ora si stava rivolgendo ai suoi amici. – Lo sapevate che non potevo stare senza di lei! Come avete potuto farmi questo?!
La terra continuava a tremare e lacrime salate scendevano sul volto di Nico. I pugni stretti fino a sbiancare le nocche. L’aria era gelida e il cielo ancora più scuro di prima.
                – Sono stufo di soffrire! Sono stufo di vedere persone che amo morire per colpa mia! – l’erba divenne gialla e la vita sembrò abbandonare quel posto. Solo un’altra volta Nico aveva fatto così, subito dopo una persona era morta.
                – Se devo vivere senza di lei, allora tanto vale non vivere affatto! – gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Un boato percosse la terra, fiumi di tenebre uscirono dal suo corpo creando una tempesta. La collina del Campo Mezzosangue si squarciò facendo uscire anime di dannati dagli Inferi. Nessuno aveva mai visto nulla di simile.
Nico urlò ancora e dopo che fu caduto di nuovo a terra, il silenzio tornò, come se niente fosse successo.
Nessuno si mosse. Tutti erano immobili a fissare Nico Di Angelo accasciato a terra. Si sentiva la morte nell’aria.
Mosse una mano e lentamente cercò di mettersi in piedi. Jason e Hazel gli corsero accanto, ma si bloccarono ad un metro da lui. Sentivano che se sarebbero avanzati ancora sarebbero morti.
                – Nico stai bene? – gli chiese Hazel preoccupata.
Il ragazzo si mise seduto e poi con calma in piedi. Annuì debolmente.
Poi sentì uno strano lamento venire da dietro di lui. L’aveva già sentito, era sicuro. Si voltò di scatto verso suo padre che stava fissando il corpo senza vita di Silvia. Vide che una mano si stava muovendo. Corse da lei e le prese il viso fra le braccia.
                – Silvia? Silvia? Mi  senti? – la chiamò ripetutamente aggrappato ad un ultimo briciolo di speranza.
Vide il suo volto contorcersi in una smorfia di dolore. Poi aprì lentamente gli occhi, mise a fuoco il volto di Nico e fece un leggero sorriso.
                – Sapevo che non mi avresti lasciata andare. – mormorò con un filo di voce.
Nico la strinse a sé deciso di restare così per sempre.
                – Il destino è compiuto. Noi possiamo andare. – annunciò Ade agli dei che in un lampo di luce, sparirono dal campo di battaglia.
                – Tu lo sapevi che l’avrei fatto? – chiese Nico incredulo al padre.
                – Questa era una morte che si poteva evitare. – disse solamente prima di sparire in una nube di tenebre.
Gli altri semidei si avvicinarono ai due ragazzi e Hazel abbracciò Silvia. Nico la sollevò per portarla in infermeria. Non si era mai sentito più vivo prima.
 
 



EPILOGO
 
               
               
                – Hai preso le chiavi? – le chiese.
                – Per la milionesima volta: sì. – rispose Silvia entrando in macchina. – Ora però sbrigati che arriviamo in ritardo.
Nico mise in moto e si immerse nel traffico di New York.
                – Dici che Percy e Annabeth verranno? – chiese Silvia mentre fissava fuori dal finestrino. Le giornate diventavano più calde e l’arrivo dell’estate si sentiva. Dopo un inverno pieno di studi erano contenti di tornare a casa per il loro lavoretto estivo.
                – Certo. Nuova Roma non è poi così bella. Si sono presi un impegno al Campo e lo rispetteranno. – la rassicurò mentre prendeva la strada per Long Island.
                Posteggiarono la macchina alla base della collina e fecero il resto della strada a piedi. Nico le prese la mano e sentì le punte delle dita pizzicare.
                – Lo senti ancora? – chiese Silvia guardando le loro mani unite.
                – Sì, ma è normale. – spiegò.
Da quando l’aveva salvata, la loro anima era di nuovo divisa. Suo padre gli aveva spiegato che una parte della sua, ora era permanentemente nel corpo di Silvia. A lui andava bene, gli bastava averla accanto.
                Arrivarono sulla cima della collina e attraversarono il pino di Talia.
Il Campo era già pieno di ragazzi.
                – Siete arrivati finalmente! – li salutò Leo venendogli incontro insieme a Calypso. Le ragazze si abbracciarono.
                – È colpa di Nico. Deve controllare venti volte la casa prima di uscire. – ridacchiò Silvia dandogli poi un bacio sulla guancia.
                – L’abbiamo presa da poco, non voglio che si rovini dopo solo un anno. – si giustificò.
                – E come vanno gli studi? – chiese Calypso.
                – Anche se l’ho appena iniziata, adoro già l’università. – iniziò Silvia. – I corsi di botanica sono fantastici e sono nella squadra di nuoto.
                – Solo perché hai l’influenza di Poseidone. – disse Percy raggiungendo il gruppo insieme a Jason, Piper e Annabeth.
Dopo la battaglia, Silvia aveva perduto i poteri di Gea, ma le influenze dei tre pezzi grossi le erano rimaste, così rimaneva una delle semidee più potenti del nostro secolo.
                – Oppure sono più brava di te. – lo canzonò.
                – Gara a chi arriva primo alla spiaggia? – chiese Jason in tono di sfida.
                – Ci sto! – esclamarono insieme Silvia e Percy.
                – Tornate presto che avete la lezione di spada nell’arena per i più piccoli. – li raccomandò Annabeth scoccando un bacio in guancia a Percy.
                – Al tre… tre! – gridò Percy e cominciò a correre verso la baia. Jason prese il volo e Silvia scomparì in un turbine di tenebre.
                – Così non vale però! – si lamentò Percy mentre continuava a correre.
                – Non crescono mai. – disse arrivando Hazel con Frank.
                – Andiamo a fare un tuffo anche noi, c’è tempo prima della prima lezione. – aggiunse Piper.
Si presero per mano e Nico li portò sulla spiaggia dove Jason e Silvia erano arrivati da un pezzo. Senza aspettare Percy si buttarono in acqua e Nico venne portato sotto da qualcuno. Riuscì ad aprire gli occhi e vide quelli di Silvia. Buttò fuori l’aria e vide che riusciva a respirare normalmente.
                – Lo sai che ti amo vero? – gli disse la ragazza mettendogli le mani attorno al collo.
                – Mai quanto io amo te. – le rispose.
                







Nota dell'autrice: Allora... è la prima storia che finisco e sono emozionata. Volevo finirla visto che domani parto per l'Inghilterra inglese (Woooo!) e non torno prima del 2 agosto (per cui gente, per le altre storie dovrete aspettare ahahahahaah! Mi dispiace però.). Spero che vi sia piaciuta fino alla fine, che vi abbia coinvolti ecc ecc... ma il punto è: grazie a tutti quelli che mi hanno seguita fin qui (siete l'amore ragazzi!) perché mi avete spronata ad andare avanti. Non sapete quanto sia importante questa storia per me dato che mi ha fatto conoscere delle persone meravilgiose.
Non ho molto altro da dire in verità.
Ma grazie, grazie davvero.
Un bacione a tutti quanti 
la vostra sempre pazza 
Silvia
   
 
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