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Autore: _Giuls17_    12/07/2015    2 recensioni
~Clarke deve affrontare la parte più difficile della guerra, ascoltare se stessa, la propria coscienza e convivere col proprio cuore, ma riuscirà a farlo? Poichè si sa, la linea che la separa dalla perdizione è sottile e facile da superare e lei verrà messa alla prova.
•[...] Non era più innamorata di Finn.
“Ma…”
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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‹Someone else in my body.
 
“Clarke.”
La ragazza diede un pugno contro un albero, concentrandosi sul bersaglio e solo dopo guardò le sue nocche leggermente rovinate ma capì che non era abbastanza.
Colpì ancora.
 
“Clarke basta, non cambierà niente.”
 
Clarke cacciò dalla testa quella voce che da giorni non le dava tregua e riprese a colpire l’albero sempre più forte, sempre più duramente, finché non percepì il sangue lungo le mani, umido e puzzolente, ma non ci badò, rendendosi conto che non era ancora abbastanza.
 
“Clarke hai preso una scelta, se tu avessi avvertito tutti Bellamy sarebbe morto, lo avrebbero scoperto.”
 
Si fermò, sentendo il fiato corto per lo sforzo e abbassò lo sguardo sulle mani rovinate; le era uscito così tanto sangue che aveva quasi completamente nascosto il rosa della sua pelle delicata, asciugò una lacrima con il braccio, impedendosi di crollare.
 
“Abbiamo preso una scelta, abbiamo deciso con Lexa che quel missile colpisse Tondc, abbiamo deciso di salvare il piano e Bellamy.”
No, non abbiamo deciso niente del genere, perché ancora una volta Lexa ha influito sulla mia scelta.
“Ne sei sicura? Sicura che non c’entri Bellamy?”
 
Serrò gli occhi al solo pensiero di quel nome, era riuscito a comunicare con loro solo dopo un paio di giorni, giorni che aveva passato insonne per colpa degli incubi, giorni in cui non era riuscita a mangiare o a bere, giorni che avrebbe ricordato per tutta la sua vita come bui e vuoti.
Anche se non era riuscita a nascondere, neanche alla parte più radicata della sua anima, che la sua voce le aveva dato di nuovo speranza, che lui le aveva dato di nuovo qualcosa in cui credere, che lui faceva ancora parte del suo cuore.
-Non posso dimenticarlo.- sussurrò, scuotendo la testa.
Eppure ci aveva provato, aveva provato a fare come aveva detto Lexa, a chiudere i sentimenti e le emozioni nei meandri del suo cuore, sopprimendoli ogni volta, ma da quella scelta non ne era derivato nulla di buono: aveva dato solo il peggio di sé.
Aveva lasciato andare Bellamy nella tana del nemico, aveva permesso quel massacro ingiustificato, aveva scorto negli occhi di sua madre la paura e il rimorso, aveva sbagliato tutto, aveva preso tutte le scelte sbagliate.
-Eppure non posso tirarmi indietro, loro hanno bisogno di me.-
Aveva smesso di vedere Finn dopo pochi giorni, ma col tempo aveva capito che quelle visioni erano solo la sua coscienza, solo il suo pentimento, il risentimento per aver compiuto quella scelta, per aver commesso quell’omicidio ingiustificato e in fondo alla sua anima sapeva che avrebbe rivisto anche quelle persone, prima o poi.
Sarebbero venute tutte a riscuotere.
Tutte a ricordarle i suoi errori e i suoi sbagli.
 
Cosa sono diventata? Chi sono diventata?
“Sei sempre tu Clarke, solo che il ruolo che ti è stato assegnato richiede misure drastiche.”
No, io non sono più la stessa Clarke, non assomiglio a quella ragazza che viveva nell’Arca, né alla ragazza che si era ostinata a tenere il braccialetto.
“Allora chi sei?”
Non lo so, ho perso la retta via ma so che c’è qualcosa, qualcuno, dentro il mio corpo. È quel qualcuno che prende le decisioni al posto mio, è quel qualcuno che permette tutto questo.
“Sei sempre tu.”
Allora vuol dire che sono diventata un mostro.
 
***
 
Octavia osservò ancora la tenda di Lexa, aspettando, l’avrebbe affrontata subito poiché il terrore e quella sensazione sgradevole che prendeva il nome di tradimento non faceva che aleggiarle nel cuore.
Clarke cosa sta succedendo?
 
Da quando era arrivata sulla Terra, ne aveva viste di tutti i colori e in fondo si era aspettata quel genere di ostacoli, ma aveva sperato che tutto fosse diverso, che tutto potesse essere diverso ma da quando Bellamy era andato via, lei era peggiorata, sapendo bene a chi si stesse riferendo, ovvero a Clarke.
Il rapporto con la bionda non era stato semplice, il più delle volte si erano scontrate ma aveva capito una cosa fondamentale: lei teneva all’opinione di Bellamy e forse non solo a quello.
L’aveva vista con i suoi occhi riabbracciare il fratello, aveva visto il suo viso e scorto qualcosa nei suoi occhi: ammirazione, felicità, aveva visto l’amore.
L’amore che lei provava per lui e che aveva taciuto, per tuto quel tempo, come adesso.
In fondo non poteva biasimarla, conosceva suo fratello e nonostante l’affetto che li legava non lo l’aveva mai visto fare seriamente con una ragazza, rendendosi conto che forse la scelta di Clarke di tacere sui suoi sentimenti era stata la scelta più giusta, si sarebbe potuta scottare e in quel momento il destino dei suoi amici richiedeva tutta la sua attenzione.
 
“Ed allora cosa le sta succedendo?”
Semplice, avrà, da un lato, represso i suoi sentimenti ma dall’altro tutto questo l’ha portata a sacrificarsi, l’ha costretta a soffrire e si sa: nella sofferenza si prendono le decisioni più difficile e quelle più sbagliate.
 
Alzò lo sguardo e la vide uscire dalla tenda, il viso stanco e pallido, provato da tutto lo stress e in fondo al cuore avrebbe voluto vedere Bellamy sostenerla in questa battaglia, anche se sapeva il rischio che correva il fratello come infiltrato al Mount Weather.
-Clarke!-
La vide avvicinarsi e poté scorgere qualcosa di nuovo nei suoi occhi, forse rabbia, delusione.
-Dimmi Octavia.-
Percepì la sua voce come un sussurro e solo allora guardò le mani della ragazza, scorticate e rovinate, come se avesse colpito qualcosa fino a farsi male, fino a provare dolore.
-Mi sto scervellando da quando sono rientrata al campo… Ti prego dimmi che non sapevi dell’attacco.- la guardò e sperò con tutta se stessa di sbagliarsi.
Clarke sospirò, sentendosi stanca e priva di forze, sentendo il peso di tutte quelle morti sul suo petto, sulle sue spalle, pronto per farla affossare, pronto per farla cadere ancora di più verso il baratro, del quale aveva già varcato la soglia.
-Octavia tutte le scelte che ho preso… Io le ho prese perché non avevo alternative.-
Solo allora la mora capì, solo allora sentì tutte le sue certezze sgretolarsi come sabbia al vento.
-Hai lasciato morire tutte quelle persone.- sussurrò, stringendo i denti per la rabbia.
-Avrebbero scoperto Bellamy, lo avrebbero trovato e…-
-Non è una scusa Clarke! Lui non te lo avrebbe permesso, non avrebbe lasciato morire quelle persone, se te lo ha detto ci sarà stata una ragione.- sbottò, piena di rabbia.
-Forse sì, ma non avevamo il tempo di pensare a qualcosa di diverso.-
-Cosa ti ha spinto a questo Clarke? Cosa ti è successo per farti diventare così? Una volta avresti rispettato tutti gli esseri umani, una volta non avresti sacrificato delle persone innocenti come carne da macello.-
La ragazza abbassò lo sguardo sulle sue mani, ripensando al dolore che aveva provato solo alla fine, ripensando a tutte le scelte sbagliate che aveva preso da quando aveva conosciuto Anya e poi Lexa, capendo che il tempo sulla Terra l’aveva plagiata, l’aveva rovinata.
Suo padre non sarebbe stato fiero di lei.
-Octavia ci sono delle scelte che richiedono il sacrificio di qualcuno, ci sono dei momenti in cui non puoi pensare al singolo, sto concentrando tutte le mie forze per salvarli, farò qualsiasi cosa affinché ciò avvenga.-
-Anche perdere la tua anima? Parli come loro, adesso.-
-Forse perché sono diventata come loro, forse perché sono diventata un mostro.- sussurrò Clarke, indietreggiando e allontanandosi il più velocemente possibile da Octavia, sapendo che non avrebbe retto ancora il confronto, conoscendo i propri limiti e le proprie debolezze e, davanti a quegli occhi così simili a quelli di Bellamy, sarebbe crollata e se lo avesse permesso tutto sarebbe andato a rotoli.
 
***
 
Bellamy si precipitò lungo il condotto che aveva individuato prima che arrivassero le guardie, abbassò d’istinto la testa al suono del proiettile che rimbalzavano tra le pareti ma non si fermò.
Avrebbe fatto scoppiare quella maledetta centrale per la nebbia acida e sarebbe stato meglio non trovarsi nelle vicinanze, in quel momento.
Strinse i denti e si morse il labbro, sapendo di non avere molto tempo, non era un grande esperto di esplosioni ma era certo che il tempo a sua disposizione stesse finendo ed improvvisamente pensò al suo viso.
Strinse gli occhi e percepì il rumore dell’esplosione non troppo distante da lui, ma nonostante ciò il viso di Clarke gli rimase impresso nella mente, la rivide in uno dei tanti momenti che avevano passato assieme da quando erano arrivati sulla Terra, rivide i suoi occhi pieni di rabbia durante quei primi giorni e poi ricordò i suoi occhi la sera che l’aveva salutata, non trasmettevano più quel sentimento ma malinconia, paura e sperando di non sbagliarsi anche qualcos’altro, solo che aveva preferito non farci casi, distogliere lo sguardo prima che fosse tardi.
 
Avvertì il calore dell’esplosione farsi sempre più vicino e intravide la biforcazione e ci si buttò dentro nel momento esatto in cui il fuoco lo raggiunse, si coprì la faccia con le braccia, cercando di salvarsi.
Chiuse gli occhi e sperò con tutto se stesso che il piano avesse funzionato, che avesse aiutato i suoi amici e Clarke, un brivido gli percorse la schiena ancora al suo ricordo.
Senza volerlo si ritrovò a pensare al blu intenso dei suoi occhi che, da quando erano arrivati sulla Terra, gli ricordavano l’acqua dei fiumi, limpidi ma frastagliati,  al biondo dei suoi capelli che lo accecava ogni volto che posava lo sguardo su di lei e dovette ammettere a se stesso che in quel periodo era successo più di una volta, che più volte i suoi occhi l’avevano vista, vista veramente, e non le era dispiaciuto quella visione.
Clarke era intelligente, bella e incredibilmente facile da spezzare, sentì il groppo in gola farsi sempre più grande, perché solo in quel momento si era reso conto che la sua anima si era macchiata e il suo cuore spezzato e lui nonostante ciò l’aveva lasciata sola.
Scosse la testa ed aprì gli occhi, rendendosi conto che il fuoco si era ormai estinto e che le guardie avevano smesso di sparare, tirò un sospiro di sollievo e recuperò la radio.
-Raven? Raven ha funzionato.- sussurrò, asciugandosi il sudore.
-Ho notato Bellamy, certo che i tuoi modi non sono per niente scontati.-
-Raven devo chiederti una cosa.-
-Cosa succede?-
Si morse il labbro ed espirò, voleva sapere, doveva sapere.
-Clarke.-
Notò il silenzio dall’altro lato della radio, il respiro regolare di Raven farsi incerto e pesante.
-Clarke sta bene? Lei… E´ancora Clarke?-
-Bellamy dovresti restare concentrato, la missione non è ancora finita e…-
-Rispondimi Raven, io devo saperlo, quando sono andato via ho visto qualcosa nei suoi occhi.-
-Mi dispiace, molto, ma lei… Lei non è più la stessa Clarke.- ammise, espirando.
-Raven devi fare in modo che io possa contattarla, se le parlo posso limitare i danni.-
-Bellamy adesso lei è fuori dalla porta del Mount Weather e noi ci stiamo dirigendo nella tua posizione, non posso aiutarti.-
-Okay… Grazie Raven.- posò la radio e iniziò a muoversi, lentamente verso l’uscita, doveva trovare Monty.
 
“Perché sei così convinto che sentendoti Clarke sarebbe rinsavita?”
Perché una volta lei mi ha chiesto di non infiltrarmi e so perché l’ha fatto.
“Come fai a saperlo?”
Me lo ha fatto capire Octavia, Clarke non voleva che io venissi utilizzato come arma dai Terresti, lei prova qualcosa per me.
“E tu? Provi qualcosa per lei o è solo senso del dovere?”
Ho bisogno di vederla.
 



≈Angolo dell'Autrice: Ed eccomi tornata con un terzo capitolo di questa piccola raccolta, siamo quasi allo scadere del tempo, la battaglia sta per iniziare e molti dei nostri protagonisti non hanno ancora un'idea chiara.
In questo caso ho voluto modificare un pò le cose, analizzando meglio i sentimenti di Clarke sul massacro di Tondc, così da umanizzare questa parte di lei che sta svanendo; dare la possibilità a Octavia di aiutare un'amica e soprattutto di aggistare un pò il tiro sul punto di vista di Bellamy, o meglio sui suoi sentimenti.
Spero che vi piaccia.
Ci sarà sicuramente un altro capitolo, ma sono molto indecisa sul seguito: vorrei aspettare la terza stagione per farmi un'idea precisa ma riceverete sicuramente miei aggiornamenti.
Grazie come sempre per il vostro tempo, per me vale enormemente <3
   
 
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